lunedì 21 gennaio 2013
THE MAGIK WAY - "L'ORDINE ESOTERICO"
NELL'INVERNO DEL 1996 IL PROGETTO THE MAGIK WAY PRENDE VITA DA UNA COSTOLA DEI MORTUARY DRAPE (BAND STORICA DELL'UNDERGROUND NOSTRANO). DIABOLIC OBSESSION, OLD NECROMANCER, NEQUAM, AZACH... DIEDERO VITA AD UN VERO E PROPRIO "ORDINE", UN GRUPPO INFLUENZATO DALLO STUDIO DELLE ARTI ESOTERICHE E CHE ESPRIME I PROPRI PRINCIPI ATTRAVERSO UNA OSCURA TEATRALITA'. DA POCO E' STATA PUBBLICATA "MATERIA OCCULTA 1997-1999", UNA RACCOLTA DEL LORO MATERIALE CHE ACCOGLIE AL SUO INTERNO DELLE ATMOSFERE DAVVERO ACCATTIVANTI E OCCULTE. HO VOLUTO SCOPRIRE QUALCOSA DI PIU' CIRCA QUESTA BAND PARLANDO DIRETTAMENTE CON NEQUAM. RINGRAZIO FRANCESCO DELLA MY KINGDOM MUSIC PER AVERMI FATTO DA TRAMITE CON LA BAND.
1. Com'è nato il progetto THE MAGIK WAY? Cosa vi spinse a creare questa entità nel 1996/1997?
- Il progetto The Magik Way nacque nell’inverno del 1996 per mano mia, di Diabolic Obsession e Old Necromancer come tentativo di soddisfacimento di un’esigenza viscerale: quella di organizzare un vero e proprio Ordine, una sorta di gruppo di studio, fortemente influenzato da nuove concezioni sia in termini musicali sia per l’evolversi di studi esoterici che richiedevano un ampliamento e un approfondimento. In termini strettamente musicali nasceva in noi la necessità di “vestire” i nostri testi non solo attraverso l’uso di cliché compositivi già assimilati (quelli del Black-Doom-Dark) ma attraverso l’esplorazione di territori più marcatamente sperimentali. Aprirci al mondo della teatralità, della performance, della video-arte ha rappresentato per noi l’acquisizione di una visione molto ampia in termini compositivi e concettuali e questo ha comportato una repentina evoluzione del nostro suono fin dai primi anni di vita del progetto. Ruolo fondamentale per la riuscita di questa evoluzione lo ha rivestito Azàch, quarta entità intervenuta per completare la band, elemento essenziale per l’esplorazione di nuovi linguaggi. A lui si deve l’introduzione di certi studi legati all’Alchimia e all’Anatomia.
The Magik Way quindi, fu fin da subito concepito come un ordine esoterico concentrato principalmente sullo studio dell’Uomo e della Natura, di impianto ateo e scevro da qualsivoglia dogma, dove le pratiche esoteriche vengono analizzate e praticate tutt’oggi attraverso un approccio scientifico. Ancora oggi dopo 16 anni l’ordine raccoglie adesioni da parte di varie figure perlopiù non facenti parte del mondo della musica, mentre il progetto musicale si è protratto fino ad ora anche se lontano dalle ribalte discografiche, ma collocandosi naturalmente in un ambito molto di nicchia.
2. "Materia Occulta 1997-1999" è il titolo del vostro album raccolta, ma oltre a questo sembra anche essere una dichiarazione d'intenti piuttosto forte e diretta. Immagino che il titolo voglia dare voce ad un concept album...
- Quando Marco Cavallini di Sad Sun Music mi contattò nel febbraio del 2012, tutto potevo immaginarmi tranne che ci potesse essere l’interesse di pubblicare il nostro materiale degli anni ’90, non credevo ci fossero così tante persone che ancora ricordavano i nostri esordi.
Da lì l’idea di creare un cd “retrospettiva” incentrato su quelli che erano gli anni compresi tra il 1997 e il 1999, anni in cui pareva più evidente l’evoluzione stilistica del progetto, il quale da sonorità ancora legate a certo black metal lento e pesante ben presto sarebbe virato verso prime forme di sperimentazione più radicale.
Nella fattispecie il cd contiene il nostro omonimo mini-cd del 1997 (quattro tracce unite in un concept) e il lavoro successivo del 1999 intitolato “Cosmocaos”, un lavoro già molto influenzato dalla musica concreta, dal rumorismo, dalle sperimentazioni anarchico-casuali di John Cage, da figure per noi centrali come Marina Abramovic, Diamanda Galas, David Lang, Judith Malina, Matthew Barney, Demetrio Stratos e tanti altri. Il titolo “Materia Occulta” nacque così, dal ricordo di quanto i “materiali” fossero determinanti per il concepimento di quella evoluzione. Quindi abbiamo voluto giocare sul doppio senso insito nella parola “materia”, laddove per “occulta” si intende, oltre che le evidenti ingerenze legate ai nostri studi, anche la presa di coscienza di quanto sondare nuovi territori avrebbe portato ad esiti incogniti. Inoltre la trattazione, la manipolazione della “materia occulta” è un tema caro ai Rosa Croce d’Oro, ai quali si deve il merito di aver permesso l’evoluzione delle pratiche alchemiche attraverso l’approccio tecnico, unito a quello più antico e dei quali noi siamo estimatori (ovviamente epurati laddove possibile della natura fortemente Cristiana).
3. Il disco da un punto di vista musicale, non credo si possa considerare black metal (nel senso stretto del termine). Il vostro approccio è molto più teatrale e oscuro... Sembra di ascoltare un vero e proprio rituale magico. Puoi dirmi qualcosa al riguardo?
- Di certo il mini cd (ossia i primi quattro brani di questo Materia Occulta) risente di più di certe influenze black, sebbene sono a parer mio udibili già i primi tentativi di contaminazione e comunque l’idea di un suono “ambientale” era già palesato.
La teatralità, l’oscurità di cui tu parli proviene proprio dal nostro amore per la musica applicata. Noi giudicavamo essenziale lo sforzo di aderire con più incisività ai testi, non curanti del genere, dell’etichetta, del termine con il quale una eventuale critica ci avrebbe inquadrati.
Per questo, in Materia Occulta, sono udibili tantissime sfumature; erano anni di sperimentazione, si sente nettamente quanto ce ne infischiassimo di dare appigli all’ascoltatore, il quale è trascinato qua e là, tra un riff pesantissimo, rumori di fondo, urla, cigolii, danze, declamati.
L’aura magica credo invece fosse dovuta al fatto che ogni composizione aveva come punto di partenza i nostri studi. Tutto partiva da lì e chiaramente al testo corrispondeva un sentore, il desiderio di calarlo in un certo scenario sonoro.
4. Vuoi parlarci un po' del tuo passato nei Mortuary Drape? Cosa ti manca di quel periodo? Credi che chi apprezzava/apprezza tutt'ora quel gruppo possa anche dedicarsi anima e corpo ai The Magik Way?
- Ne parlo con grande piacere e ricordo sempre con emozione quegli anni.
Come di certo saprai ho militato come batterista nei Mortuary Drape nel periodo che va dal live tour di “All the Witches Dance” a quello di “Secret Sudaria” e ho inciso con loro “Mourn Path” e “Secret Sudaria” appunto.
Erano anni molto intensi, che hanno avuto una funzione preparatoria per me, oltre che punto di partenza verso la scoperta di nuove cose. Mi piace mettere in evidenza il fatto che il gusto per la messa in scena e l’importanza dei testi siano istanze che ho di certo assimilato da quei tempi, data la cura con cui allestivamo i live sia sotto il profilo musicale che scenico e sono felicissimo di vedere con quanta coerenza Wildness Perversion stia proseguendo. Non mi sorprende affatto che ancora oggi i Mortuary Drape siano considerati dei maestri e mi riempie di orgoglio poter dire di aver partecipato ad un progetto così importante e che ha eco mondiale.
Io ero poco più che ventenne e si sa che a quell’età si è incuriositi da tutto: il desiderio di fare altro ha prevalso e a conti fatti sono contento di non essermi tolto il piacere di esplorare ed esplorarmi. Tu mi chiedi se chi apprezza i Mortuary Drape possa essere interessato ai The Magik Way, domanda non facile.
Di certo, chi è interessato ai testi dei Mortuary Drape non potrà che rimanere affascinato dai The Magik Way e chissà che anche il profilo musicale non possa intrigare, se non altro per le tinte spesso molto evocative e oscure che vengono generate.
Quindi sì, direi che potrebbero trovare più di un motivo per ascoltarci.
5. Come si espandono i temi di "Materia Occulta" sui vari brani?
- Come dicevo, i primi quattro brani consistono nel nostro mini-cd omonimo e il concept che sta dietro è per l’appunto quello relativo al cammino della Via Magica Mistica, dal quale prende il nome il nostro Ordine e la nostra band.
Questo “concept”, suddiviso in 4 fasi dette del Dubbio, della Folgorazione, del Sacrificio e della Conoscenza, proviene dai mirabili studi del maestro Fulvio Rendhell, un occultista romano contemporaneo.
In sostanza trattasi del cammino di un ipotetico adepto, il quale per raggiungere la Conoscenza dovrà attraversare certe fasi assai impegnative e che lo metteranno in condizione di fare scelte radicali anche attraverso l’abbandono totale di una propria visione di Sé.
Ogni tappa di questo sentiero è ovviamente influenzato/regolato da forze cosmiche che ne determinano i tratti, dal Dubbio dove l’elemento Terra avvolge e inganna il passo, alla Folgorazione dove il Fuoco brucia la volontà dell’adepto il quale si illude di aver compreso il suo destino, dal Sacrificio dove l’elemento Acqua purifica e veicola verso uno stato di Morte come Rigenerazione e abbandono delle spoglie mortali, fino alla Conoscenza dove Mercurio bipolare mostra all’adepto la vera conoscenza, tinta di viola, duplice nella sua dimensione (aurum et argentum).
Dalla traccia 5 del cd invece si approda al nostro lavoro del 1999 dal titolo Cosmocoas.
Anche questo lavoro trattasi di “concept” incentrato questa volta sul concetto di sogno e realtà, trasfigurato nella dimensione più arcaica dell’Ordine (Cosmo) e del Caos appunto.
I testi sono stati estrapolati da un racconto più ampio scritto da Diabolic Obsession dal titolo “Il Tempo si è Fermato!” al quale all’epoca furono correlati anche una serie di dipinti ad opera di Azàch, i quali campeggiavano nel luogo dove il lavoro fu concepito, un luogo questo fortemente voluto da noi, una sorta di grande stanza sita in un’area industriale dismessa, dove riuscimmo a mettere in piedi tutta la macchina teatrale necessaria per la realizzazione di Cosmocaos che ricordo è in larga parte frutto di performance in presa diretta, specie per le parti vocali, dell’apparato percussivo e rumoristico.
Anche in questo concept quello che salta all’occhio è la presenza di alcune tematiche a noi care, come la pratica della disciplina del dolore fisico come viatico per l’espiazione della propria natura fallace e dell’esaltazione dell’Uomo come attore della vita, capace attraverso la pratica della Volontà di riscattare la propria natura terrena verso la conquista di una più sopportabile e consona dimensione “alta” del proprio ruolo, non già legato alla sola dimensione percepibile, ma ad un destino cosmico che alberga in lui e ne determina le scelte.
Quindi, anche in questo caso, l’Uomo è al centro del suo percorso, schiacciato fintanto che inteso nella sua dimensione terrena, redento una volta riconosciuta la sua vera natura di entità in perpetua connessione con le forze circostanti.
6. Parlando ancora dei testi dei The Magik Way, sono sicuramente la narrazione di vari temi occulti, ed è come se avessero un'origine poetica e letteraria. Da cosa sono influenzati? C'è un tema generale che gira attorno ad essi?
- Le tematiche, le quali vengono sempre sviscerate all’interno dell’Ordine prima di essere trasposte in qualsivoglia arte, provengono se vogliamo da una sorta di scheletro/struttura che si è venuto a comporre negli anni. Come dicevo prima il macro-argomento ruota intorno al concetto Uomo-Natura. Da li si dipanano tutte le varie sotto-discipline, tra le quali è giusto menzionare per importanza se non altro la negromanzia, attraverso pratiche che vanno dallo spiritismo all’anatomia occulta (studio dei processi di decomposizione, anatomia comparata, anatomia rinascimentale) e l’alchimia (studio degli elementi e delle sostanze chimiche, composizione delle tinture, osservazione delle muffe etc.). A queste pratiche si aggiungono studi più strettamente legati alla psicologia, alla sociologia, alla pedagogia. Nel comporre i testi ovviamente ci preoccupiamo di aggiungere una nota artistica a tutto ciò, tentando cioè di dare forza narrativa a questi argomenti, e qui entrano in gioco i nostri gusti, più o meno legati ai nomi menzionati nella seconda risposta ed in generale alle avanguardie sonore di eterogenea concezione, pionieri quali La Fura dels Baus, Living Theatre, Devil Doll, Einsturzende Neubauten, Officine Schwartz, Vito Acconci, Gina Pane, F:A.R., Laurie Anderson, Stelarc… insomma: una sorta di ponte culturale che va dall’intona-rumori di Luigi Russolo alla schizofrenia video di Chris Cunningham.
7. Come mai la decisione di collaborare (in passato) con la compagnia teatrale "Il Teatro degli Specchi"?
- Ci fu proposto nel 1997 di scrivere una colonna sonora per uno spettacolo incentrato sul Dracula di Bram Stoker, proprio nel centenario del romanzo, del 1897 appunto.
Il lavoro consisteva in una serie di movimenti musicali, talvolta per i dialoghi, altri per balletto, dei veri e propri momenti musicali, intercalati tra le varie scene e in più bisognava suonare il tutto dal vivo, quindi creando un flusso di intesa tra noi e gli attori.
Fu una bella esperienza, che ci fece capire quanto stimolante fosse scrivere musica liberamente, senza pressioni, in un mondo come quello del teatro dove la contaminazione è sempre ben accetta. Io credo che quell’esperienza fu fondamentale per la nostra evoluzione.
8. Hai un legame molto forte con l'occultismo. Cosa rappresenta per te e in che modo ha cambiato la tua prospettiva di vita passata, presente e naturalmente futura?
- Sono così tanti anni che mi vedo impegnato in queste cose che davvero non posso immaginarmi diverso da così. Intanto non amo particolarmente il termine “occultismo”, lo riconduco ad un qualcosa di oscuro, ottuso, inconsistente ed è esattamente quello che vogliono far credere le istanze religiose, in particolare quella cristiana.
Non è più tempo di occultare, a meno che non si stia violando la legge, una gabbia infame e precostituita. Di base c’è il vecchio concetto di controllo delle masse, un evergreen dei nostri tempi.
Abbiamo imparato a considerare la negromanzia, lo spiritismo, l’alchimia come un qualcosa da nascondere ma dobbiamo renderci conto che ci fu un tempo, millenni fa, dove lo studio e il controllo della Natura e dell’Uomo come parte di un Tutto rappresentava il quotidiano: chiedetelo ai Sumeri o agli Aztechi.
Solo successivamente tutto questo fu ammantato da qualcosa di malefico, oscuro, qualcosa di cui vergognarsi, ed ecco la cristianità che per esaltare se stessa nomencla demoni, riti, abomini inesistenti. Io se non altro vivo nella convinzione di stare osservando nella direzione giusta, senza pregiudizi, con umiltà.
Mi capita spesso di parafrasare (distorcendo) Gustavo Rol, il quale diceva: “noi siamo veicoli e nient’altro”. Lui però intendeva veicoli di Dio, io invece intendo veicoli portatori di energia. Inconsapevoli.
9. Ci furono dei musicisti ospiti ai tempi?
- Nel periodo del “Dracula” ci avvalevamo della collaborazione del pianista Matteo Cantaluppi. Poi ovviamente la voce femminile di Berkana, anche se considerarla “ospite” sarebbe riduttivo.
10. La vostra musica in qualche modo spinge a porsi delle domande sul senso della vita terrena... E' qualcosa che ha toccato anche voi?
- Beh, se davvero la nostra musica spinge a questo, noi non possiamo che esserne orgogliosi; facciamo di tutto per non essere inutilmente astratti ed incomprensibili. Non abbiamo mai amato l’ermetismo fine a se stesso, quindi grazie sinceramente, lo prendiamo come un complimento rivolto al nostro modo di fare musica.
Io credo che in misura diversa, ogni essere umano, prima o poi, si chieda il perché dell’esistenza; d’altronde un’esperienza che inizia con una inspiegabile nascita e termina con una altrettanto inspiegabile morte non può che suscitare mille domande.
11. Questa raccolta è stata pubblicata dall'etichetta Sad Sun Music. Mi sembra una buona scelta pur rimanendo sul suolo italiano...
- Senza Marco Cavallini e l’importante aiuto di Francesco Palumbo (My Kingdom Music) questo cd non esisterebbe. Come dicevo prima, tutto nasce da una telefonata di Marco avvenuta 13 anni dopo l’anno 1999, che sanciva la momentanea sospensione del progetto The Magik Way, per come era inteso in quegl’ anni, per poi rinascere qualche anno dopo ma lontano dal music business.
Noi, negli ultimi 13 anni non avevamo mai contattato nessuno, neppure ci pensavamo, vivevamo cullati nel nostro anonimato, totalmente immersi nelle nostre cose: non so nemmeno come Marco ci abbia scovati! Appena cominciata questa collaborazione siamo rimasti subito colpiti dalla grande serietà di Sad Sun Music e My Kingdom Music (ci piace sottolineare questo aspetto), e così da una semplice proposta ci siamo trovati a riprendere in mano questo materiale, curare l’artwork in modo da dargli una giusta cornice visiva e successivamente pianificare sulle questioni legate alla distribuzione.
Inoltre, per l’occasione, i The Magik Way hanno realizzato un video della canzone “Le prigioni di Corda”, in modo da dare una traccia del nostro gusto, qui e ora, nel 2013.
Ci sembrava un bel modo per salutare tutti coloro i quali hanno lavorato e ci stanno supportando con recensioni, interviste e ovviamente acquistando il cd ed evitare che la gente potesse credere di essere al cospetto di una band scomparsa e non più in attività.
12. Pensi che i The Magik Way pubblicheranno altre releases? Hai dei progetti personali per il futuro? A te le ultime parole...
- È presto per dirlo, noi e Marco Cavallini stiamo facendo parecchie valutazioni sulla questione e ci piace che lui rimanga il nostro interlocutore per il futuro.
Abbiamo parecchio materiale (anche qualche chicca del passato) e un nuovissimo concept sul quale stiamo lavorando adesso, ma non voglio svelare nulla.
Posso solo dire che il nostro linguaggio si è ulteriormente evoluto ma che le tematiche sono sempre legate ai nostri più cari temi e scaturiscono sempre dal grande laboratorio rappresentato dall’Ordine, luogo di discussione dove tutto viene ponderato prima di essere realizzato.
Ora come ora siamo sinceramente curiosi di vedere la reazione del pubblico riguardo “Materia Occulta 1997-1999”, poiché non è mai troppo facile dare alle stampe un lavoro retrospettivo, anche se a detta di molti critici non sembra risultare troppo datato, anzi, c’è persino chi scrive il contrario. Quindi come si dice: staremo a vedere.
13. Grazie per l'intervista!
- Grazie mille a te e un saluto a tutti i lettori.
Nequam e THE MAGIK WAY.