giovedì 30 novembre 2017

Recensione: BRETUS "...From The Twilight Zone"
2017 - Endless Winter




Anche se in ritardo, eccomi qui a dare il mio contributo ai calabresi BRETUS, pronti a trasportarci tra le grinfie del doom metal con "...From The Twilight Zone", lavoro in cui convivono caratteristiche incentrate sul fascino maledetto di uno sviluppo concettuale ricco di riferimenti al passato, e registri sonori che conducono verso le peculiarità naturali del genere musicale in questione. Questi musicisti catanzaresi sanno come macinare riff oscuri accompagnandoli con litanie vocali fluttuanti una nell'altra, arrivando così a scoperchiare uno scenario Lovecraftiano dalla poetica crepuscolare. "...From The Twilight Zone" è un disco più maturo, sancito da costanti cambi di registro in modo da creare una dinamica decisa, che potesse sedurre l'ascoltatore e tenerlo impegnato senza perdita di interesse. L'energia maligna è soltanto una delle polarità dell'album, e senza di essa le altre non potrebbero esistere, perché gli opposti sono complementari. Da provare senza indugio alcuno.

Contatti: 
bretus.bandcamp.com/from-the-twilight-zone
facebook.com/BretusDoom

TRACKLIST: Terror Behind the Mirror, In the Vault, Old Dark House, Danza Macabra, The Murder, The Creeping Flesh, Lizard Woman


mercoledì 29 novembre 2017

Recensione: NEID "Noise Treatment"
2017 - DIY Conspiracy




La capacità di cogliere le linee di forza che definiscono il grindcore è solo una delle qualità più immediate del lavoro svolto nel tempo dagli italiani NEID. La tensione dinamica che emerge dal nuovo 7" è misura di un'energia indomabile, di un'espressività che nel suo estendersi senza limiti narra delle fratture in un mondo denso di orrori. Questo "Noise Treatment" è una sorta di diario sul quale viene annotata la loro prima decade di vita nella scena estrema, ma è anche un lampo sfuggente della memoria capace di illuminare i frammenti di anni vissuti per la propria musica. Non fate l'errore di sottovalutarli. Uscirà a dicembre.

Contatti: 
neid.bandcamp.com 
facebook.com/neidhc

TRACKLIST: RHABDOVIRIDAE, THE BURDEN OF PROGRESS, NOISE TREATMENT, PARAMETERS OF DISORDER, NATO PER ESSERE VELOCE (Cover by CRASH BOX), CLEAR THE CODE!


sabato 25 novembre 2017

Recensione: GODCHILLA "Hypnopolis"
2017 - Autoprodotto




Dopo tre anni di assenza ritornano gli islandesi GODCHILLA. L'approccio è sempre vigoroso, rasposo, ma allo stesso tempo stralunato, convulso; un suono inebriante che lotta incessantemente per allontanarsi dalle solite frustate inflitte dalla maggior parte dei musicisti doom/sludge metal. In "Hypnopolis" i riff ribassati invadono la testa ed esplodono velocemente come dinamite, anche se, a dare maggiore pienezza al loro songwriting è il sorgere degli strati più astratti. Non bisogna mettere in secondo piano l'utilizzo della voce, motivata a voler raggiungere il limite per concretizzare qualcosa di sorprendente. Se a ciò aggiungiamo che la band bada più alla qualità e meno alla quantità, ne viene fuori un disco dall'andamento crescente, inevitabilmente contagiato da una febbrile energia ipnotica. Prestate orecchio alla musica composta da questi tre giovani talenti giunti al secondo lavoro in studio. Da non perdere.

Contatti: 
godchilladoom.bandcamp.com/hypnopolis
facebook.com/Godchillah

TRACKLIST: Hypnopolis Never-Ending, Bum A Smoke/Trash A Car, Dracoola, Hannigan's Mannequin, VirtualComa, Sparkling Void, 1064°, Holographic Capsules, Dreams of Osaka


venerdì 24 novembre 2017

Recensione: GROUND "I"
2017 - Autoproduzione




"I" è un disco di sludge metal che, grazie alla sua possente muscolatura, mostra l'abilità del duo di Barcellona nel maneggiare tale materia. Una proposta musicale coerente con certi stilemi, ricca di riferimenti ad alcuni dei migliori gruppi del genere (si pesca spesso nel mondo degli High On Fire di Matt Pike). I GROUND sanno suonare veramente bene, e lo dimostrano in un'ora abbondante di musica rovente che sprigiona caligine densa e scura. Il loro incedere è pronto a mettere tutti d'accordo per far scatenare un selvaggio headbanging. Perché ascoltare questa band della Catalonia? Io direi: per la schiettezza con cui lancia il proprio grido di battaglia. Davvero niente male dopo un solo anno di attività nell'underground. Siamo sulla buona strada.

Contatti: 
grounddoom.bandcamp.com/album/i
facebook.com/GroundDoom

TRACKLIST: Ritual, Penumbra, Destello, Implora, Tormenta, Cazador, Destierro, Inmundo, Maldito, Cenizas


giovedì 23 novembre 2017

Recensione: EMBRYO "A Step Beyond Divinity"
2017 - Art Gates Records




Con "A Step Beyond Divinity", gli EMBRYO si confermano ancora una volta come una delle migliori realtà metal sul suolo italico. Rimanendo fedeli al proprio marchio di fabbrica, i cinque ragazzi di Cremona ci presentano infatti una serie di composizioni che mettono in evidenza una spiccata dose di creatività, a dimostrazione del fatto che il progetto Embryo vuole spingersi oltre i confini nazionali per raggiungere un maggiore numero di pubblico. La tracklist si divide perciò tra momenti aggressivi e altri dove i toni si fanno più melodici, sinfonici, atmosferici, nei quali è ancora possibile ascoltare alcune soluzioni molto vicine a band quali Death, Strapping Young Lad o Fear Factory. Del progressive death metal i Nostri ne possiedono la ricchezza di contenuti, ma di riflesso, riescono a non perdere di vista l'obiettivo di riuscire ad emozionare, mantenendo il controllo e l'equilibrio. Dal mio punto di vista, una grande prova di carattere per il quintetto tricolore. Consigliati!

Contatti:
embryo-online.com
facebook.com/EMBRYO.DeathMetal

TRACKLIST: The Same Difference, Overwhelming Your Disgust, Vanguard for the Blind, Painting Death, Looking for the Divine, Solitaria, Leonardo, The Greatest Plan, Bastard of the Brood, Mouth of Shame, Witness of Your Life, The Horror Carved


lunedì 20 novembre 2017

Recensione: CRACKHOUSE "Be No One . Be Nothing"
2017 - Argonauta Records




Quella del doom/sludge/stoner è l'unica strada conosciuta dai francesi CRACKHOUSE, artefici di un primo full-length che trova una dimensione di compromesso tra il rumoroso impatto dei tre generi citati poc'anzi e la psichedelia pachidermica, quest'ultima capace di assumere una funzione ambientale di tutto rispetto all'interno del songwriting dei transalpini, quasi celestiale nell'opener "Burden" e nella conclusiva "Realm", tribale all'inizio di "Harva". I riff di chitarra sono ben cesellati, granitici, versatili per tonalità, intenti ad evocare le giuste atmosfere; mentre la sezione ritmica si dimostra propulsiva, stabile e precisa. I Crackhouse esplorano emotivamente il tracciato del proprio sentire, con l'ausilio di una serie di elementi cardine utilizzati per catturare le energie in movimento presenti tra cielo e terra. Vi sentirete rapiti dalla musica racchiusa in "Be No One . Be Nothing". I miei complimenti vanno anche alla nostrana Argonauta Records. L'ascolto è quindi obbligatorio.

Contatti: 
crackhouseofficialband.bandcamp.com/be-no-one-be-nothing
facebook.com/crackhouseband
argonautarecords.com 

TRACKLIST: Burden, Harva, Realm


venerdì 17 novembre 2017

Recensione: AMENRA "Mass VI"
2017 - Neurot Recordings




I belgi AMENRA sono tornati a concentrarsi sulle loro idee, che negli anni hanno comunque continuato a rinforzarsi e maturare nel post-metal. Il nuovo arrivato "Mass VI" ha una natura "aperta", non soggetta ad alcun tipo di limitazione, anche dal punto di vista tematico. Quando ascolto brani quali "Plus Près De Toi", "A Solitary Reign" o "Diaken", mi rendo conto di come, a dispetto di un tempo, siano diventati più flessibili e dilatati, merito anche dell'esperienza accumulata sul campo. Di "Mass VI" colpisce la sentita poetica, la cui struggente e raffinata bellezza supera ogni finalità commerciale. Qui, gli Amenra dipingono un quadro capace di catturare appieno il grigiore dei sentimenti dell'uomo moderno. Questo senso di sconforto è perfettamente reso dalla narrazione sonora del disco. Un altro passo in avanti è stato compiuto. Luce di verità.

Contatti:
amenra.bandcamp.com/mass-vi
facebook.com/churchofra

TRACKLIST: Children of the Eye, Edelkroone, Plus Près de Toi (Closer to You), Spijt, A Solitary Reign, Diaken




lunedì 13 novembre 2017

Recensione: ULVER "Sic Transit Gloria Mundi"
2017 - EP digitale




Qual è, in generale, la funzione degli elementi decorativi posti dagli ULVER nella musica? Semplici ornamenti? Ornamenti indispensabili? Questi artisti norvegesi continuano ad interpretare i significati della fragile esistenza per legarli al presente, introducendo nelle proprie opere, con notevole frequenza, suoni dotati di una specifica funzione evocativa. Oggi siamo in grado di comprendere che, nonostante l'attenzione decorativa, queste melodie, visioni, emozioni, vanno a costituire il perfetto equilibrio formale di una band unica nel suo genere. Le tre canzoni non aggiungono soltanto preziosità cromatica alla struttura compositiva di "Sic Transit Gloria Mundi", ma hanno, al contempo, la funzione di elevare la potenza di alcuni particolari concetti, attraverso un linguaggio ispirato e denso di pathos. Due gli inediti + "The Power Of Love", cover dei Frankie Goes To Hollywood del 1984. L'EP è disponibile via bandcamp, spotify, iTunes, etc. In copertina il dipinto "Studio dal ritratto di Innocenzo X" (Francis Bacon - 1953). L'arte si trasforma sempre in qualcosa di diverso. Siate liberi di emozionarvi.

Contatti: 
ulver.bandcamp.com/sic-transit-gloria-mundi
jester-records.com/ulver
facebook.com/ulverofficial

TRACKLIST: Echo Chamber (Room of Tears), Bring Out Your Dead, The Power of Love (Frankie Goes To Hollywood cover)


sabato 11 novembre 2017

Recensione: CANNIBAL CORPSE "Red Before Black"
2017 - Metal Blade Records




Gli storici CANNIBAL CORPSE non solo non hanno perso un grammo della loro fiammante brutalità, ma sono tornati addirittura più voraci e determinati che mai. L'atteso "Red Before Black" (il quattordicesimo capitolo in studio) non deluderà assolutamente le aspettative, soprattutto di chi ha amato la seconda metà della carriera del gruppo statunitense, e in tutto questo, bisogna anche rendere merito all'esperto produttore Erik Rutan per aver curato fino allo spasmo ogni dettaglio durante la lunga fase di registrazione, a partire dal suono. E' un disco che, pur seguendo una precisa direzione, sfodera una brillante varietà. Viene così delineato un unico e autentico disegno sanguinario. In un certo senso, lo spirito che ha animato "A Skeletal Domain" (2014) è lo stesso che vive in "Red Before Black". Una scelta di riff che senz'altro influenzerà anche i fan dei loro vecchi album. Qui c'è l'esigenza di comprovare la profonda fede per il death metal tecnico ed efferato; perché nonostante il sound dei Cannibal Corpse sia cambiato notevolmente rispetto al passato, si deve comunque riconoscere il valore leggendario di una band che ha scritto pagine indelebili nella storia della musica estrema. Vi piaccia o no, è la verità. Da ascoltare con molta attenzione.

Contatti: 

cannibalcorpse.net
cannibalcorpse.bandcamp.com/red-before-black
facebook.com/cannibalcorpse

TRACKLIST: Only One Will Die, Red Before Black, Code Of The Slashers, Shedding My Human Skin, Remaimed, Firestorm Vengeance, Heads Shoveled Off, Corpus Delicti, Scavenger Consuming Death, In The Midst Of Ruin, Destroyed Without A Trace, Hideous Ichor




giovedì 9 novembre 2017

Intervista: KONTATTO - "ASSALTO FRONTALE"






DOPO I POSITIVI RISCONTRI OTTENUTI CON I PRECEDENTI ALBUM, GLI ITALIANI KONTATTO RIPRENDONO LA LORO MARCIA CON "FINO ALLA FINE", DISCO CHE MOSTRA UNA BAND COESA E AGGUERRITA, FEDELE AL PROPRIO TRADEMARK. I SEGUACI DEL D-BEAT NON POTRANNO CHE RINGRAZIARE. HO CONTATTATO GIANFRANCO COPPA PER UNA CHIACCHIERATA APPROFONDITA.

1. Ciao Gianfranco. Partiamo facendo il punto sull'attuale stato delle cose nella band...

K) Ciao. Al momento il gruppo sembra godere di discreta salute. Dopo anni di diaspora in cui ognuno viveva distante dall'altro, siamo di nuovo tutti nella stessa città (Bologna) e addirittura nello stesso quartiere. Abbiamo da poco fatto uscire il nostro terzo LP e siamo reduci da un breve tour nella cosa Ovest americana, insomma, non ci si lamenta.

2. "Fino Alla Fine" è il vostro terzo album. Vi ho sempre apprezzato per un discorso di coerenza musicale. A tal proposito vorrei chiederti come funziona (in generale) il processo di composizione dei vostri brani. Puro istinto, oppure avete le idee chiare già prima di entrare in sala prove?

K) Ma, non siamo dei musicisti, quindi non c'è chissà quale gran processo di composizione dietro ad ogni pezzo che abbiamo registrato in vita nostra. Normalmente uno arriva con un riff e con delle idee per le parti melodiche che l'altra chitarra deve suonare. Poi da lì in avanti ognuno ci mette del suo e il pezzo è pronto. Idem per i testi, di solito si arriva in sala prove già col pezzo pronto per evitare di perdere tempo e soldi.

3. A proposito di motivazioni, sono le stesse che alimentavano le vostre origini?

K) Certo, anzi, ne abbiamo anche di più rispetto a quando ci siamo formati. Il mondo non ha iniziato a girare meglio, anzi, sempre peggio, quindi ogni giorno che passa, la nostra insofferenza nei confronti di un sistema che non funziona come dovrebbe non può che accrescere.

4. Parlando di concerti, dal punto di vista del pubblico: cambia tra Europa e America?

K) Si, cambia parecchio. In generale in America c'è più energia ai concerti, il pubblico si caga di più i gruppi e li supporta in maniera più consistente al banchetto del merch rispetto a quanto accade in Europa.

5. Avete già pianificato qualche data all'estero per promuovere il nuovo album?

K) Oltre alle nove date in America, faremo dei concerti a fine anno in Europa, poca roba: una data al Bloodshed Festival in Olanda più qualche data in Germania e Svizzera sulla via del ritorno a casa. L'anno prossimo spero riusciremo a trovare il tempo per fare un tour europeo di almeno tre settimane.

6. Tanti anni di attività nell'underground, tre dischi pubblicati, tanti concerti e, soprattutto, tanti ricordi. Quali sono quelli che ti sono rimasti più impressi nella mente?

K) Abbiamo vissuto talmente tante situazioni (belle e brutte), che trovarsi su due piedi a ricordare quali sono state le più significative mi viene difficile. Abbiamo suonato a dei gran bei festival in giro per il mondo (Play Fast Or Don't in Repubblica Ceca, Manic Relapse in California, Kopi's Birthday Party a Berlino, Scum Fest a Londra, Punk Illegal in Svezia, K-Town a Copenhagen ecc) ma abbiamo anche fatto tante tante tante belle date in Italia o in Europa che non erano festival rinomati. Una cosa che mi torna alla mente è stato un concerto di Sabato pomeriggio all'ABC NO RIO di New York. Data stupenda in un posto storico per il punk DIY americano. La stessa sera avevamo un'altra data a un paio d'ore di distanza, nel New Jersey, nel basement di una casa. Al nostro arrivo scopriamo che il pubblico, giovanissimo di universitari, non c'entrava nulla con l'hc, crust, punk e nessuno degli altri cinque o sei gruppi che suonavano si avvicinavano lontanamente al nostro suono. Pensavamo ci avessero preso a bottigliate e invece, finito il nostro set, c'era la fila al banchetto e si è rivelata una delle date economicamente più proficue del tour.

7. Qual è l'obbiettivo principale cui mirano i Kontatto? Cosa alimenta la vostra rabbia?

K) Continuare a suonare finchè ci reggeranno le gambe e cercare di girare il più possibile il mondo usando la musica come veicolo. L'ignoranza e il qualunquismo della gente è forse la cosa che mi spinge di più a continuare a fare quello che faccio.

8. Vi considerate una band punk, hardcore o crust? Te lo chiedo perché questi tre generi musicali sono ben presenti nel vostro sound.

K) Non diamo molto peso alle etichette. Magari in passato ci tenevamo ad identificare il nostro suono e a limitare le nostre esistenze all'interno di alcuni parametri, ma a quarant'anni te ne freghi abbastanza, o per lo meno, spero sia così... Comunque i tre generi che hai citato sono tutti presenti nella nostra musica perché alla fine è quello che abbiamo ascoltato per anni o stiamo ancora ascoltando.

9. Qual è invece il vostro rapporto con le altre band della scena italiana. Che siano metal, punk, hardcore, crust... Pensi che l'underground musicale italiano sia in salute?

K) Ci sono gruppi con cui andiamo molto d'accordo perché ci accomunano ideali, suoni, vecchi amicizie, età ecc. e altri che ignoriamo per distanza, approccio differente alle situazioni ecc. I nostri amiconi numeri uno sono senza dubbio i Kalashnikov di Milano, coi quali condividiamo spesso palchi e sventure. Poi ci sono i Drunkards coi quali facciamo coppietta dal lontano 1998. Molti di noi suonano anche in altri gruppi (Motron, Pioggia Nera, Doxie, Horror Vacui) quindi la famiglia si allarga.

10. Per concludere, come giudichi "Fino Alla Fine" rispetto alle precedenti releases?

K) Non credo che debba essere io a giudicare un mio disco. Diciamo che mi piace parecchio.

11. Progetti futuri? Grazie per l'intervista.

K) Come ti dicevo stiamo per andare a fare qualche data in Europa, poi vorrei ri-registrare le canzoni che apparvero sullo split CD coi PHP (la prima cosa che abbiamo mai registrato) in maniera più appropriata con l'inserzione di qualche effetto tipo chorus, flanger e riverberi (i Kontatto non hanno mai usato nessun effetto che non fosse la distorsione naturale delle nostre testate) per cercare di ricreare quel suono che sento nei dischi hardcore del periodo 1984/1987 e che ultimamente mi piace tanto (tipo La Tua Morte Non Aspetta dei Wretched, Soltanto La Morte Potrà Fermarci dei Disperazione, i 12" degli AOA, il mini LP degli Anti Cimex ecc). Grazie a te per l'intervista.

CONTATTI:
facebook.com/Kontatto 
kontatto.bandcamp.com/fino-alla-fine


KONTATTO line-up:

Mario - Voce
Koppa - Chitarra, Voce
Febo - Chitarra
Ago - Basso
Marzia - Batteria


RECENSIONE: 
KONTATTO "Fino Alla Fine" 2017 - Agipunk




mercoledì 8 novembre 2017

Recensione: NATVRE'S "Early Cvlts"
2017 - Argento Records




Continua ininterrotta la rielaborazione del black metal sound, così oggi mi trovo a parlare dei greci NATVRE'S che due anni fa esordirono con il debutto "Wrath", album capace di far intravedere la loro bravura in fase di scrittura, tracciando un solco marcato sul terreno battuto dalle nuove leve del genere succitato. Le tracce di "Early Cvlts", oltre a bissare l'incisività delle precedenti, presentano delle interessanti novità: la complessità strutturale ha preso maggiore consistenza, come dimostrano i frequenti cambi di tempo, messi in atto da una band ancora più affiatata e convinta dei propri mezzi. I tre musicisti ellenici vogliono osare senza fallire, anche a costo di correre il rischio di risultare un po' "ostici" (concedetemi il termine, N.d.R). E direi che il risultato finale va ben oltre ogni immaginazione. I Natvre's non hanno perso tempo per illustrare lo spazio cupo e contaminato racchiuso in "Early Cvlts". Questo può bastare per rafforzare una posizione di tutto rispetto all'interno dell'attuale scena estrema. Davvero meritevoli.

Contatti: 
argentorecords.bandcamp.com/early-cvlts
facebook.com/natvres

TRACKLIST: Tundra, Night Of The Sun, Death Of The Earth, Early Cvlts, Geometrical Confuse, Prototype II, Something Deeper That Grows, Prehistoric Technology, Speleogenesis


lunedì 6 novembre 2017

Statistiche: 350.212 visite e 1.751 post su SON OF FLIES webzine




A distanza di cinque anni dall'apertura del blog della mia webzine, ho pubblicato 1.751 post. Il blog ufficiale ha superato 350.000 visite.

Grazie per il SUPPORTO! Christian Montagna

SON OF FLIES WEBZINE celebrates more than 350.000 visitors from around the World and 1.751 post.

Thanks for your SUPPORT! Christian Montagna

domenica 5 novembre 2017

Recensione: ARCHGOAT "Eternal Damnation Of Christ"
2017 - Debemur Morti Productions




Facendo bene i calcoli nella mia mente, i finlandesi ARCHGOAT sono nel giro death/black metal da quasi 30 anni. Il loro EP d'esordio "Angelcunt (Tales of Desecration)" risale al lontano 1993, e come i cultori del genere sapranno già, venne stampato su vinile dalla Necropolis Records. Tutto questo successivamente all'uscita dei primi due demo. Ovviamente parliamo di storia dell'underground estremo. A distanza di così tanto tempo da quelle prime releases, gli Archgoat hanno mantenuto la stessa identità, lo stesso legame con un sound criptico e primordiale (il nuovo 7" "Eternal Damnation Of Christ" ne è una dimostrazione più che chiara). E' una musica funerea da cui strisciano fuori forze malevole nuovamente capaci di celebrare l'inizio di un'altra mortifera pestilenza. Ora non ci resta che aspettare il quarto full-length in arrivo il prossimo anno.
Blessed In Beast's Blood!

Contatti: 

archgoat666.bandcamp.com/eternal-damnation-of-christ
facebook.com/archgoat.official 

TRACKLIST: Black Mass Mysticism, Eternal Damnation of Christ


giovedì 2 novembre 2017

Intervista: INCANTATION - "VIAGGIO ALLE PORTE DELL'INFERNO"






L'ANNO 2017 HA VISTO I LEGGENDARI INCANTATION TAGLIARE UN TRAGUARDO IMPORTANTISSIMO NELLA LORO LUNGA CARRIERA. SONO INFATTI DIECI GLI ALBUM UFFICIALI PUBBLICATI IN QUASI 30 ANNI DI ATTIVITA' NELL'UNDERGROUND. "PROFANE NEXUS" E' IL TITOLO DELL'ULTIMO FULL-LENGTH DELLA FORMAZIONE AMERICANA. IL BASSISTA CHUCK SHERWOOD HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE.

1. Ciao Chuck. Mi fa piacere che tu abbia deciso di rispondere alla mia intervista per Son of Flies webzine. La prima domanda è questa: trovi differenze tra "Profane Nexus" e i precedenti lavori degli Incantation?

- La nostra discografia ha un suo seguito. Ci sono fan che apprezzano il nostro materiale più vecchio e quelli che sono più legati alle ultime releases; ma anche i nostri nuovi ascoltatori hanno le loro personali preferenze. Per quanto mi riguarda, sono soddisfatto degli ultimi tre anni trascorsi con la band, anche e soprattutto sul piano compositivo. Siamo felici di come sia venuto fuori "Profane Nexus", e le critiche sono state finora positive.

2. Qual è il significato che si cela dietro il titolo del disco?

- Volevamo qualcosa che racchiudesse le storie raccontate all'interno dell'album. Il titolo "Profane Nexus" sintetizza tutti i significati delle nuove canzoni. E' un disco intenso, blasfemo; ma abbiamo dato spazio anche ad antiche storie medievali, a temi riguardanti pratiche ritualistiche, al subconscio.

3. Quale delle nuove canzoni è la tua preferita e perché? C'è una traccia di "Profane Nexus" che senti più vicina alla tua personalità?

- Le atmosfere dei brani lasciano trasparire le nostre differenti personalità. Tutti gli elementi: velocità, doom, death, thrash, rock, ecc ecc... sono il risultato delle varie idee espresse in questo album. Musicalmente la mia preferita è "Horns of Gefrin", anche perché ho avuto abbastanza spazio durante la scrittura della canzone. Liricamente, quella che preferisco è "Visceral Hexahedron". Nel testo si parla di un sogno che feci tempo fa.

4. Chi ha avuto l'idea per l'immagine di copertina?

- Ho preso i temi espressi in ogni singola canzone e ho lavorato insieme all'artista Eliran Kantor. Con la sua arte ci ha permesso di raggiungere un maggiore impatto, partendo dai contenuti lirici e musicali del disco. Ha creato un'opera da incubo e siamo molto orgogliosi del suo incredibile lavoro. A lui va il riconoscimento più grande per la sua disponibilità, dedizione e pazienza. Ci ha fornito ciò che volevamo, senza opporre nessuna resistenza. Sick Artist.

5. Parlaci di te, come bassista. Cosa puoi dirci al riguardo?

- Suono da 28 anni. Sono stato coinvolto in vari progetti, ma ho trascorso quasi un decennio con gli Incantation. Ricordo di aver consumato "Onward to Golgotha" quando uscì nel 1992, e 20 anni dopo sono diventato parte del gruppo. Ancora oggi è qualcosa di surreale. Non mi sono mai trovato in una situazione così creativa e produttiva. Grazie ad interessi e influenze comuni, sono riuscito a scrivere tante linee di basso con il resto della band. Negli ultimi anni abbiamo accumulato un gran quantitativo di materiale che non aspetta altro che di essere utilizzato. Ahahah

6. Siete uno dei primi gruppi death metal nati sul territorio americano, e questo aspetto è sicuramente motivo di orgoglio. Che effetto fa a voi essere considerati una "cult band"?

- Ho vissuto quell'era come fan. Non ho la capacità di rispondere a questa tua domanda. Non ero nemmeno un musicista quando vennero create le fondamenta della scena. Ma noto che c'è molto rispetto nei confronti degli Incantation, come per altre band storiche nate in quegli anni.

7. Grazie per l'intervista. Vuoi aggiungere qualcos'altro per concludere?

- Grazie a te per l'intervista. Spero di vedervi durante i nostri prossimi concerti. Schiacciate le anime con la stregoneria, schiacciate i teschi con il Death Metal!

CONTATTI: 
incantation666.bandcamp.com/profane-nexus
facebook.com/IncantationOfficial


INCANTATION line-up:

John McEntee - Chitarra, Voce
Sonny Lombardozzi- Chitarra
Chuck Sherwood - Basso
Kyle Severn - Batteria


RECENSIONE: 
INCANTATION "Profane Nexus" 2017 - Relapse Records