venerdì 31 ottobre 2014

Recensione: AVEPARTHE "Landscapes Over the Sea"
2014 - cryochamber records




Dietro al nome AVEPARTHE si celano le forze spirituali di tre artisti russi (Sadon, Astral & Shit) che, unendosi insieme hanno architettato
una struttura sonora potentissima e davvero suggestiva (lo stesso artwork di copertina ci dona l'input). E' musica gelida come i venti provenienti
da Nord, spogliata dalle connotazioni pittoresche ed evocative che non lasciano scampo durante l'intero ascolto. All'origine dell'opera, molto probabilmente, c'è il desiderio di rendere tangibile qualcosa che non è sicuramente visibile ad occhio nudo, una visione collaterale, astratta, nella sua integrità figurativa. Il passo dei suoni utilizzati emana delle sensazioni fortemente emotive, ai limiti della realtà metafisica (!!). E, conseguentemente, raggiunge il culmine del senso poetico dell'abbandono. Non è possibile distinguere i diversi piani dello spazio perché il flusso presente in "Landscapes Over the Sea" paralizza istantaneamente il corpo e la mente. Un flusso indispensabile per garantire la manifestazione di tale scenario. Consigliato agli amanti del dark ambient e del drone più viscerale.

Contatti: 

facebook.com/aveparthe 
cryochamber.bandcamp.com/landscapes-over-the-sea

TRACKLISTING: Nimbostratus, Fog Machine, Full of Sun, 1600, Turn.


mercoledì 29 ottobre 2014

Recensione: GUST "Gust"
2014 - Southern Lord Recordings




L'ira degli svedesi GUST si alimenta per mezzo di radici robuste e vive che attingono linfa avvelenata dal terreno coltivato da band come Cursed, Converge, From Ashes Rise, Tragedy ma anche dai più contemporanei Trap Them (si poterebbe estrapolare la traccia "Always The Same" per rendere attendibile l'affermazione). Il gruppo originario di Trollhättan (Sweden) esplode senza mezze misure con dei crushing D­beat rhythms prepotenti che provocando su pelle ematomi violacei simili a quelli derivanti da traumi contusivi. Come tutte le formazioni coinvolte nel genere, anche il sound dei Gust, presente nell'album omonimo di debutto messo in commericio da Southern Lord Recordings (dopo il demo "Fuck Life" uscito nel 2012 per mano di Iron Plague Records & Monument Records), è caratterizzato da una manifestazione diretta e sfrontata, a tratti melodica nei riff della 5 corde. Ma questo non toglie che il versamento provocato dalle 10 canzoni non viene mai riassorbito. Non vi sono cure o trattamenti particolari per curare la negatività repressa dal gruppo svedese. Qui il tutto si subisce tenendo la lama del coltello stretto tra i denti! Non aspettatevi nulla di eclatante ma questo disco presenta tutti gli attributi per fare colpo su chi ascolta tali sonorità. Brad Boatright (From Ashes Rise, Warcry) è presente nella traccia "Humility In Disguise". Disponibile solo su vinile color rosso sangue.

Contatti: facebook.com/gustswe - gustsl.bandcamp.com/releases

TRACKLISTING: History Repeats, Always The Same, Reality Chokes, Unease, Crack The Skies, From Cradle To Grave, Humility In Disguise, Hollow Faces, No Concern - No Remorse, Restless Hands


martedì 28 ottobre 2014

Recensione: SCOTT WALKER & SUNN O))) "Soused"
2014 - 4AD Records




Il musicista sperimentale inglese SCOTT WALKER (americano di nascita) e il gruppo drone per eccellenza SUNN O))) hanno collaborato alla scrittura di quest'opera che stordisce fin dalle prime note, un lavoro bizzarro, capace di espandersi negli abissi dell'inconscio unendo classicismo e spirito avanguardistico. I brani si muovono con passo lento intercalato da alcuni colpi più fulminanti che non accelerano mai in velocità; ma al contrario, si alimentano con una proverbiale e cronica lentezza perché è l'unico modo per rapire l'attenzione dell'ascoltatore. Come ben si sa, in casa Sunn O))) il fattore dominante rimane la stranezza, utilizzata come unico mezzo (necessario) per diffondere un certo messaggio che, nella sua follia riesce sempre a penetrare la materia. A tutto questo si unisce la voce profonda di Walker, la sua interpretazione maniacale e poetica. Lui, come ogni calamita, attira a se le strutture allucinate di una musica mai tanto contorta e sovraccarica di oscuro romanticismo. Grazie a tutto ciò l'energia diventa magnetica, palpabile, dannatamente funzionale. "Soused" trasmette fortissime emozioni se ascoltato con la giusta predisposizione mentale. Un'esperienza da provare!

Contatti: 4ad.com/releases/22344

TRACKLISTING: Brando, Herod 2014, Bull, Fetish, Lullaby.




lunedì 27 ottobre 2014

Intervista: DESIDERII MARGINIS - "IL LATO OSCURO DELL'ANIMA"






DA TEMPO DESIDERAVO UN'INTERVISTA A JOHAN LEVIN, MENTE E CUORE PULSANTE DEL PROGETTO DESIDERII MARGINIS. PER UNA SERIE DI COSE, SOLO DI RECENTE SONO RIUSCITO A METTERMI IN CONTATTO CON IL RINOMATO COMPOSITORE SVEDESE PER RISERVARGLI QUALCHE BUONA DOMANDA. L'ARTISTA HA APPROFONDITO ALCUNI CONCETTI DEL NUOVO "HYPNOSIS", PUBBLICATO DA POCO DALLA CANADESE CYCLIC LAW.

Ciao Johan. Voglio prima tutto ringraziarti per la tua disponibilità, per avermi dato l'opportunità di intervistarti in modo da dare ai tuoi fan italiani la possibilità di conoscere qualcosa in più sul tuo nuovo album "Hypnosis".

1. Parliamo del progetto Desiderii Marginis. Quando hai iniziato i primi esperimenti musicali? E' stata una decisione spontanea la tua oppure era qualcosa che doveva accadere in un determinato giorno?

- Beh, ho iniziato la mia sperimentazione musicale nel 1986, quando decisi di vendere il mio motorino per comprare il primo sintetizzatore, ma solo nel 1993 iniziai a fare musica come Desiderii Marginis. Credo che sia stata una mossa necessaria, iniziando come progetto solista. Facevo già parte di una band, ma un po' della musica che creavo a quei tempi non rientrava nel nostro concept, oppure doveva essere ampiamente rielaborata per incontrare l'approvazione degli altri membri del gruppo. Ecco, questo è fondamentalmente il motivo, ho voluto la totale libertà di fare le cose a modo mio, senza compromessi. Ho registrato un paio di demo e alla fine trovai Roger Karmanik della Cold Meat Industry che da subito si dimostrò interessato a pubblicare il mio materiale.

2. Come fai a scrivere la tua musica? Hai bisogno di uno stato d'animo specifico, di particolari emozioni...

- Non faccio affidamento sull'ispirazione del momento, ho solo bisogno
di mettermi a lavoro sulle mie cose e tutto va più o meno da solo. Ma naturalmente non parto da zero, raccolgo un sacco di varie o differenti idee, strutture, disegni, esperimenti sonori, concept... Quando ho tutto abbastanza chiaro, comincio a perfezionarlo, metterlo insieme, espanderlo o contrarlo. Tutto ciò fa parte dell'inizio del mio lavoro e anche se il processo è largamente intuitivo, richiede sempre un senso preciso in modo da raggiungere l'obiettivo. Si tratta di un flusso.

3. Ci puoi parlare del nuovo album "Hypnosis"? Quanto è diverso rispetto al tuo debutto "Songs Over Ruins" (1997)? Qual è la differenza principale dal tuo passato?

- Credo, che il nuovo materiale sia più invitante per l'ascoltatore, vi
è una maggiore quantità di sostanza per vivere l'esperienza, spinge a riflettere, ci sono maggiori particolari e più strati. Questo accade principalmente perché negli ultimi tempi ho cercato di comunicare messaggi più complessi, immagini o scene più complete. In precedenza si trattava di trasmettere una grande e intensa commozione, ora la tavolozza è più varia e il soggetto più intricato.

4. Il nuovo "Hypnosis" è costruito su dense melodie oscure e atmosfere galleggianti. Da dove è arrivata questa profonda fonte di ispirazione
e la rispettiva sperimentazione di suoni ed effetti così sorprendenti? L'album ha una propria originalità...

- Le idee e i soggetti utilizzati per questo nuovo album hanno un sacco di dettagli specifici. Delle persone mi avevano mandato le descrizioni dei loro sogni - alcuni dei quali molto descrittivi. Io ho cercato di visualizzare questi sogni e il risultato è stato quasi come osservare dei filmati o racconti, ognuno con un ambiente distinto e una cronologia precisa, quanto mai strano. Così la maggior parte delle volte ho avuto un obiettivo abbastanza dettagliato e chiaro su cui lavorare... Le domande che mi ponevo erano: Come sarebbe questo suono in relazione ad una determinata atmosfera? Come faccio a ricreare questa sensazione? Come posso fare, musicalmente, ad interpretare e presentare questa catena di differenti eventi?



5. Ho apprezzato l'artwork in quanto il simbolismo / impatto di esso è perfetto per il tuo suono...

- Sì, l'icona in copertina è una sorta di fusione simbolica delle antiche divinità greche Hypnos (sonno) e Thanatos (morte). Essi erano in realtà fratelli, e spesso nel simbolismo dell'arte appaiono sempre insieme. Molte persone nel corso della storia hanno fatto tanti paragoni tra il sonno e la morte perché questi due precisi stati possono apparire simili. L'immagine del teschio o un teschio come maschera è una raffigurazione molto potente. Le ali piumate sono il simbolo del volo del pensiero e dell'anima durante il sonno o nel trance. Volevo fare riferimento anche agli uccelli come messaggeri o simboli di ascensione e di pace. Inoltre se riflettete bene facciamo anche riposare le nostre teste su cuscini di piume quando dormiamo...

6. Desiderii Marginis si distingue da ogni altro progetto coinvolto nella scena dark ambient. Qual è la tua forza motrice?

- Io non lo so. Ma ho sempre visto la musica come un mezzo di espressione personale, per cui c'é una grande quantità di me stesso presente in tutto quello che faccio. Spero che sia quella presenza che in qualche modo lo distingue. Anch'io ho fatto questo tipo di musica per un bel po' di tempo, ed è qualcosa che a me è sempre venuto molto naturale. Non ho mai sentito la necessità di adeguarlo o renderlo conforme a qualche preciso preconcetto su ciò che dovrebbe essere 'ideale' o 'tipico' della musica dark ambient.

7. Hai ricevuto qualche buona reazione in questo periodo? Prima della pubblicazione del disco da parte della canadese Cyclic Law...

- Finora ho riscontrato recensioni molto favorevoli. Sono sicuro che ci sarà una maggiore risposta su di esso in un prossimo futuro. Di solito vanno così le cose. E' anche una release molto più massiccia e quindi la gente potrebbe impiegare un po' più di tempo per metabolizzarla.

8. Che musica stai ascoltando in questi giorni? Hai degli eventuali o nuovi interessanti album da suggerirci?

- Sì. Principalmente ascolto delle band che hanno pubblicato materiale principalmente su nastro e vinile per etichette più piccole, come Æther, Trepaneringsritualen, Altar of Flies, Roll the Dice, Dag Rosenqvist, e molti altri. Quella scena è molto viva e fiorente in questo momento.

9. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

- Prima di tutto concluderò un paio di tracce esclusive su cui sto ancora lavorando, poi continuerò a raccogliere materiale per il prossimo album, ho già diverse cose interessanti per esso. Devo anche aggiungere che sto dando il tocco finale al nuovo artwork per le riedizioni dei miei vecchi album che verranno ripubblicati nel 2015.

10. Grazie per l'intervista!

- Grazie Christian!



Contatti: facebook.com/Desiderii-Marginis - cycliclaw.com


DESIDERII MARGINIS line-up:

Johan Levin - Compositore


RECENSIONE:
DESIDERII MARGINIS "Hypnosis" 2014 - cyclic law


domenica 26 ottobre 2014

Recensione: ABYSMAL DAWN "Obsolescence"
2014 - Relapse Records




Originari di Los Angeles - California, gli ABYSMAL DAWN (formatisi nel 2003) pubblicano il quarto album in studio (il terzo uscito per Relapse Records). L'ultimo "Obsolescence", nella forma e nella sostanza, non si distanzia molto dal precedente "Leveling the Plane of Existence" (2011) arrivando a colpire in maniera decisa con un death metal belluino che punta all'impatto veloce e su cambi di tempo repentini. La proposta dei cinque musicisti pur non riservandoci momenti memorabili, racchiude dei passaggi riusciti o forse è meglio dire "efficaci", attacchi serrati al cardiopalma influenzati da molteplici elementi succhiati con astuzia ad altri gruppi più blasonati della scena; delle influenze riconoscibili che in un primo momento possono sembrare indirette, in un secondo, vanno a completare il quadro di un puzzle già visto. Non c'è nulla all'interno del disco che faccia gridare al miracolo anche se il lavoro non risulta del tutto fiacco. Parlando con totale sincerità: questi Abysmal Dawn si limitano a raggiungere un risultato discreto investendo il minimo sforzo. Poca farina del proprio sacco. Quanti come loro continuano a seguire il medesimo registro? Può bastarvi? Potrebbero piacere ai fan di Nile, Hate Eternal, ultimi Misery Index. Chiude la tracklist del disco la cover di "Night's Blood" dei leggendari Dissection.

Contatti: relapse.com/abysmal-dawn-obsolescence

TRACKLISTING: Human Obsolescence, Perfecting Slavery, Inanimate, Devouring the Essence of God, One Percent Incomplete, Loathed in Life / Praised in Death, By My Demons, Laborem Liberat Te, The Inevitable Return to Darkness, Night's Blood (Dissection cover).




Recensione: AT THE GATES "At War with Reality"
2014 - Century Media Records




Nonostante io non abbia mai appoggiato la causa delle numerose reunion tanto in voga negli ultimi anni, oggi, posso tranquillamente affermare e con una certa fermezza che, il ritorno dei tanto chiacchierati AT THE GATES non deluderà le aspettative e lascerà il segno in ogni fan della band svedese, osannata a dismisura ai tempi del seminale "Slaughter Of The Soul" (1995). Sicuramente, da tempo, erano in molti ad aspettare con "l'acquolina in bocca" questo disco e finalmente le loro attese possono essere ripagate nel modo migliore. Naturalmente, non mi sottraggo alla lunga lista degli aficionados. La line-up del 2014, formata dal ruggente Tomas Lindberg (voce), Anders Björler (chitarra), Jonas Björler (basso), Martin Larsson (chitarra) e Adrian Erlandsson (batteria) dimostra anche ai più scettici (durante il minutaggio del lavoro) che l'esperienza può riservare sempre delle belle sorprese, soprattutto se utilizzata nel giusto modo. L'aggressione sprigionata dal nuovo "At War with Reality" è convincente, potente, raffinata e strappa via con impeto risoluto i dubbi che potevano annidarsi in ognuno di noi, dopo aver atteso così a lungo in silenzio. Quanti si aspettavano qualcosa di buono? Forse pochi. Invece no, gli At The Gates ripartono da dove si sono fermati vent'anni fa per costruire un uragano sonoro che frantuma ogni ostacolo gli si presenti davanti. Nelle cellule muscolari di questi musicisti il quantitativo di energia è ancora notevole e i brani parlano chiaro! Lindberg è in piena forma, c'è più varietà nei riff, nelle dinamiche della sezione ritmica, nelle orecchiabili soluzioni melodiche, ma non si può nemmeno mettere da parte l'eventuale possibilità che ad un'ampia frangia di metallari le idee riservate per il full-length in questione possano risuonare come "scontate" / "riciclate". Alquanto ovvio, visto che il battito cardiaco che anima i cinque elementi del gruppo non poteva mutare o rallentare la sua corsa. E' la forza del carattere che colpisce nel segno. Spesso il tenere fede alle proprie origini aiuta a non perdere il contatto con la realtà e su questo gli At The Gates ci hanno visto giusto.

Contatti: atthegates.se - facebook.com/AtTheGatesOfficial

TRACKLISTING: El Altar Del Dios Desconocido, Death And The Labyrinth, At War With Reality, The Circular Ruins, Heroes And Tombs, The Conspiracy Of The Blind, Order From Chaos, The Book Of Sand (The Abomination), The Head Of The Hydra, City Of Mirrors, Eater Of Gods, Upon Pillars Of Dust, The Night Eternal.




sabato 25 ottobre 2014

Recensione: OBITUARY "Inked In Blood"
2014 - Relapse Records




Da un'icona del death metal come gli OBITUARY non mi sarei mai aspettato un'operazione di poco gusto come quella del crowdfunding! Mi sembrava doveroso sottolinearlo in apertura di recensione. E che nessuno mi venga a fare la morale! Per arrivare al punto: Era necessario raccogliere più di 60.000 dollari sfilandoli dalle tasche dei propri fan? Mah... Rimane un grosso mistero, visto che si sta parlando di un gruppo che ha preso parte alla nascita di un certo sound estremo e che ha fatto storia nel fluire del tempo! L'Altra novità (se così vogliamo chiamarla) è il nuovo contratto per l'americana Relapse Records. Se tutto questo denaro è stato veramente utilizzato ed investito, non è praticamente possibile accettare un disco che suoni così mediocre (per non dire peggio). E' difficile e duro da affermare, considerando il fatto che gli Obituary sono stati una delle formazioni più amate dai deathster legati alla vecchia scuola. Non c'è paragone con i primi quattro album della loro discografia. La band non ha snaturato il marchio di fabbrica (basta ascoltare la prima song "Centuries of Lies"), ma i suoni scelti per rivestire "Inked In Blood" non danno il giusto corpo all'impatto generale. Ci sono anche dei brani che stentano (e non poco) all'interno della tracklist. Mentre un applauso va fatto a Kenny Andrews, chitarrista che sostituisce il vecchio membro Ralph Santolla.. il ragazzo è decisamente più efficace e diretto in fase di songwriting rispetto al suo predecessore. Tirando le somme, dico che non sono rimasto affatto soddisfatto di "Inked In Blood", nemmeno dopo ripetuti ascolti. Quindi lascio a voi il compito di analizzare l'ultimo capitolo dei floridiani. Nessuna amarezza soprattutto perché si sapeva già che gli Obituary non hanno più la freschezza degli anni '90.

Contatti: obituary.cc

TRACKLISTING: Centuries of Lies, Violent by Nature, Pain Inside, Visions in My Head, Back on Top, Violence, Inked in Blood, Deny You, Within a Dying Breed, Minds of the World, Out of Blood, Paralyzed with Fear .




venerdì 24 ottobre 2014

Intervista: LIQUIDO DI MORTE - "IL PROCESSO DI DISAMBIGUAZIONE"




DAVVERO INTERESSANTE LA PROPOSTA MUSICALE DEI NOSTRANI LIQUIDO DI MORTE. NON CI SONO SCHEMI O REGOLE PRECISE NELLA LORO MUSICA E LO CONFERMANO IN UN ALBUM OMONIMO MOLTO PARTICOLARE, USCITO NEL GIUGNO DELL'ANNO CORRENTE. HO AVUTO IL PIACERE DI CHIACCHIERARE CON S. BATTERISTA DELLA BAND.

1. Lo stile dei LIQUIDO DI MORTE richiama un certo tipo di sludge doom strumentale ma nel contempo traspare anche il lato più lisergico e oscuro della psichedelia. Parliamo del vostro sound di come è nata la band e perché la scelta di questo nome...

- La band non nasce come band ma come esercizio/esperimento a mezza strada fra l’enogastronomico, l’astronomico, laperformance art e non da ultimo il metal. L’attività dei Liquido Di Morte può essere riassunta con l’antico termine greco, da noi coniato, Psicopeptomachia. La parola indica la particolare stasi a livello neurogastrico e percettivo durante la quale il cardias si apre e chiude a un ritmo molto veloce, oltre i
600 cicli al minuto. Una sorta di fase R.E.M. dell’anima, se vogliamo, indotta però meccanicamente. Coincide con la necessità di processare quantità nutrizionali importanti. Uno stato estremamente peculiare, ottenibile solo con pratica e pazienza, che esige un allenamento costante e una sensibilità particolare. Il nome del gruppo ha un’origina difficile da spiegare, invece. L’episodio che l’ha generato è raccontato per filo e per segno in un manoscritto racchiuso in una piccola cassaforte consegnata ormai sette anni fa a un notaio del centro di Milano, situato in una via nella quale proprio oggi, leggiamo, è stato commesso un altro omicidio. Risale a una frase che qualcuno di noi ha urlato in occasione di un incidente che tuttavia, al momento, non può essere reso pubblico per questioni di tutela legale. Nella cassaforte c'è un filmato di circa 15 secondi di quell'avvenimento, i nostri nomi reali e un lingotto d'oro. Il notaio ha istruzione di consegnare lo scrigno all'ultimo membro dei Liquido Di Morte che rimarrà in vita. Sarà lui a decidere se il contenuto verrà reso pubblico o meno. Spiacenti di non poter dire di più, ora.

2. Se non erro il vostro album omonimo è disponibile dal 17 giugno 2014 via bandcamp. Oltre alla versione digitale ne avete fatta una in vinile. Perché avete optato solo per questo formato e non per il CD?

- Il CD è in arrivo proprio in questi giorni. Anch’esso sarà una creazione particolare, curata nel dettaglio. Sarà certamente disponibile per l’acquisto o il furto al nostro primo concerto, Sabato 8 Novembre alla Solo Festa, i cui dettagli trovi qui. Nessuna scelta di campo sul formato quindi, solo una particolare difficoltà nello star dietro alle scadenze.

3. Allora, vorrei sapere maggiori dettagli su questo album. Potete illustrarmi com'è nato, da dove sono venute fuori tutte queste idee e quanto tempo avete impiegato per scrivere i brani...

- Come dicevamo nella prima domanda, la band non nasce come puro, semplice e volgare “gruppo musicale”. C’era un intento più profondo, che mischiava le nostre passioni più intime. Ci siamo isolati completamente in un seminterrato vicino a via Melchiorre Gioia, a Milano, con provviste e tutto quello che serve per fare un disco. Abbiamo suonato davvero ininterrottamente (letteralmente) per alcune settimane, arrivando a brani della durata di circa 9 ore. Da una di queste jam è uscito l'intero album. L’editing è stato successivamente affidato a un collettivo di artisti di Guangzhou, conosciuti durante il nostro primo tour nel continente asiatico, dove in realtà non suonammo, ma girammo semplicemente con un ghettoblaster che sparava il nostro demo a volume incomprensibile. Gli artisti del collettivo si sono ascoltati tutte le registrazioni (poco più di 300 ore) e hanno, in completa autonomia, segnalato quali fossero i migliori 37 minuti. La scelta del numero 37 non è casuale: è l’anno in cui è stato lapidato il primo martire cristiano, una ricorrenza che ci sta particolarmente a cuore.



4. Ho apprezzato la vostra abilità nel saper bilanciare le diverse emozioni all'interno dei brani. Di solito come si sviluppa il songwriting? Partite da un'idea chiara che vi gira in testa già prima di entrare in sala prove?

- Grazie. Mai avuto un’idea chiara in vita nostra, però. Soprattutto perché tutti i gruppi con le idee chiare fanno generalmente schifo. L’unica cosa che ci interessa è non suonare sempre la stessa cosa, perché ci rompiamo i coglioni. Corriamo più volentieri il rischio di essere troppo eterogenei piuttosto che sempre uguali. Il processo di rifinitura funziona così: se una cosa l’abbiamo suonata due volte nello stesso pezzo, la seconda se ne va affanculo. Infatti se ci fai caso nel disco non ci sono motivi che si ripetono. E’ un processo di sottrazione, insomma.

5. Qual è il vostro background e quali sono le band che vi hanno educato o avvicinato a tali sonorità?

F: Motorpsycho, Godspeed You! Black Emperor, Alice In Chains.

C: Master Musicians of Bukkake, perché hanno un nome (quasi) migliore del nostro. Neurosis perché hanno un nome (quasi) migliore del nostro e perché si drogano più e meglio di noi.Swans perché noi abbiamo un nome migliore, probabilmente ci droghiamo di più e nonostante tutto sono più bolliti di noi.

Z: Prostitute Disfigurement, il coro alpino di Abbiategrasso, Impaled Northern Moonforest.

S: Motorpsycho, Motorpsycho, Napalm Death.

6. Vorrei concludere chiedendoti, qual è la vostra maggiore ambizione come musicisti...

- Non essere Musicisti. Sembra una risposta provocatoria, ma non lo è affatto. I Musicisti, intesi come quelli che SANNO SUONARE, sono fra le persone più noiose del pianeta, e certamente fra le meno adatte a parlare di musica, specialmente se altrui. Più sei Musicista, più perderai tempo a osservare dettagli tecnici, capacità performative, a cercare errori e imprecisioni. Una noia mortale, la negazione del concetto stesso di musica, se chiedi a noi. E certamente potresti anche fare un affare migliore chiedendo a qualcun altro. Ma la verità ultima è che il Musicista non si diverte quasi mai ai concerti. Il punto, come diceva il profeta, è salire in cima alla montagna, trasportando faticosamente gli strumenti, trovare un affaccio verso la valle, buttare tutto di sotto e mettersi a rincorrerlo. Se arrivate a valle insieme, vittoria.

7. Grazie per aver trovato il tempo di rispondere alle mie domande. Buona fortuna.

- Figurati, non abbiamo un cazzo da fare.



CONTATTI: liquidodimorte.bandcamp.com/releases


LIQUIDO DI MORTE line-up:

F
C
Z
S


RECENSIONE:
LIQUIDO DI MORTE "Liquido Di Morte" 2014 - sstars



mercoledì 22 ottobre 2014

Intervista: HOPESEND - "SANGUE ARDENTE"






OGGI SULLA MIA SON OF FLIES W. HO IL PIACERE DI PRESENTARVI I SALENTINI HOPESEND, UNA FORMAZIONE "DURA E PURA" CHE FA LEVA SULLA TRADIZIONE DEL METAL D'ANNATA PER ESTERNARE CERTE SENSAZIONI ESTREME. ATTIVI DAL 2000 I RAGAZZI DEL GRUPPO HANNO PORTATO AVANTI UNO STILE CHE NEL CORSO DEL TEMPO NON HA MAI SUBITO CAMBI DI ROTTA. DA POCO E' USCITO IL NUOVO ALBUM E IN QUESTA INTERVISTA CI VIENE PRESENTATO DAL CHITARRISTA FONDATORE ILARIO SUPPRESSA.

1. Ciao Ilario. Il vostro nuovo disco ha titolo "Bloody Twilight.. And Other Visions". Quale concetto c'è alla base del lavoro?

- Il disco non è stato pensato come un vero e proprio concept, ma in molti dei testi si parla di come vediamo tutto ciò che ci circonda, si passa dalle visioni distorte date da particolari stati emotivi come in Twilight Vision, alla cruda e violenta realtà che vediamo e viviamo quotidianamente come in Bloody Vision o The World In The Mirror, fino a momenti molto più introspettivi come in The Seer... in realtà poi tutto ciò non è neanche un caso, credo semplicemente che se continuiamo a vedere e pensare in un certo modo dopo diversi anni la coerenza del nostro inquieto vivere abbia un valore più che rilevante... non che la coerenza sia sempre una cosa positiva!

2. Il vostro sound risente di innumerevoli influenze provenienti dalla vecchia scuola... Anche se si tratta di un disco con sonorità pesanti, non si limita solo a questo... Comporre in questo modo è un'esigenza oppure una necessità?

- Per quanto mi riguarda nè l'una, nè l'altra! Comporre in questo modo
è quello che ci viene naturale! Abbiamo ascolti e influenze diverse all'interno della band, ma alcune sonorità ci accomunano e ci viene naturale buttare giù un riff su cui lavorare... comunque per quanto riguarda le musiche per la maggior parte sono state partorite da me e
da Mirco, e i nostri ascolti hanno molti punti d'incontro, non solo sul thrash ma su tutta la scena metal degli anni '80, e con un background del genere come dicevo prima ci viene naturale comporre quello che facciamo.

3. Come riuscite a trovarvi d'accordo su così tante strutture sonore differenti, preservando la vostra coerenza stilistica?

- Non è facile... ci vuole tempo e perseveranza, non per niente ci abbiamo messo tanto, anzi, troppo tempo per tirare fuori questo disco... porca puttana! Ma se alla fine tu che hai ascoltato il disco e ci conosci da tempo parli di "coerenza stilistica" posso ritenermi estremamente soddisfatto!

4. Parliamo del titolo dell'ultimo disco: Come mai avete scelto "Bloody, Twilight... And Other Visions"?

- Qui ci tengo a fare una premessa: il termine "twilight" (come qualcuno ha molto erroneamente pensato) non ha niente a che vedere con certe storie di vampirelli emo che vanno a scuola e vestono alla moda, tanto in voga negli ultimi anni tra cinema e televisione americana di basso ordine e discutibile gusto! La zona del crepuscolo esisteva da molto prima, e anche il nostro brano Twilight Vision!!! Comunque sia il titolo del disco ci è sembrato un buon modo per rappresentare ciò di cui parlavo nella prima domanda a proposito dei testi.



5. Ritieni che questa line-up abbia trovato la giusta connessione mentre componeva il nuovo album? L'energia sprigionata dai brani mi sembra davvero buona...

- Questa line-up è resistita a troppe intemperie e troppi urti, quindi se siamo resistiti fino ad ora sopportandoci più che supportandoci l'un l'altro, direi che una connessione c'è... personalmente non so se e quanto sia giusta, ma se come dici l'energia sprigionata è davvero buona abbiamo segnato un'altro punto a nostro favore.

6. Credi che oggi ci sia più libertà di esprimersi artisticamente all'interno del panorama estremo? Senza per forza rintanarsi in un genere specifico... Rispetto al passato il concetto di ibridazione nella musica è molto più marcato. Voi come la vedete?

- Nel nostro paese parlare di libertà d'espressione artistica, specialmente in un panorama musicale estremo credo che sia alquanto utopico! Menomale che l'underground esiste, e nonostante piccola rimane pur sempre una realtà in cui la libertà d'espressione artistica non ha limiti di spazio, tempo e luogo. Sicuramente rispetto al passato c'è sempre più sperimentazione, questo perchè si è sempre alla ricerca, spesso anche affannosa e inutile, di qualcosa di originale e innovativo, ma questo non credo che abbia un connubio con la libertà d'espressione artistica... per me il fattore fondamentale è fare qualcosa di veramente valido che vada a toccare l'anima di chi ascolta, a prescindere se si tratti di una fusione tra generi diversi mai provata prima, oppure una roba che sa di già sentito, ma efficace! Personalmente le sperimentazioni tra suoni e generi musicali attirano spesso la mia attenzione, ma sono anche un vecchio bastardo nostalgico, e se per esempio mi capita di ascoltare un quattro quarti cadenzato degli AC/DC lo preferisco di gran lunga, perchè arriva dritto a toccare qualcosa in me!

7. Ci sono delle band, in particolare, che hanno segnato la vostra crescita musicale? Qualcuno che vi ha aperto gli occhi e la mente portandovi su una specifica ottica di fruire e concepire musica...

- Direi che ce ne sono tantissime! Come Hopesend nel corso di questi anni abbiamo suonato dal vivo diverse cover di alcune di quelle bands che ci hanno folgorato, chi per un motivo e chi per un'altro: Slayer su tutti, ma anche Kreator, i Death dell'ultimo periodo, Sepultura, Annihilator, Bulldozer... e queste sono solo alcune delle band che ci hanno segnato e che quindi abbiamo voluto tributare specie nei concerti. Ma ci sono anche molte altre band di generi diversi che fanno parte del nostro bagaglio culturale, e che davvero ci hanno proiettato in una dimensione diversa nel "vivere" la musica... ce ne sarebbero davvero troppe da nominare, ma non posso non citare i Black Sabbath, anche perchè abbiamo avuto la fortuna e soprattutto l'onore di partecipare ad una compilation/tributo alla band di Birmingham insieme ad altri validissimi gruppi tutti provenienti dall'underground italiano, il brano che abbiamo reinterpretato è stato "Children Of The Grave".

8. Oggi quali possono essere gli obiettivi e le speranze degli Hopesend con un disco come "Bloody Twilight... And Other Visions"?

- Essendo che non abbiamo più vent'anni non è che ci aspettiamo di entrare nella Hall of Fame del rock, e in questo momento credo che obiettivi e speranze si coniugano su un semplice "non fermiamoci qui"... in realtà il mio personale obiettivo, nonchè speranza, sarebbe di fare un disco migliore di questo appena pubblicato, poi un'altro migliore del prossimo, e continuare così finchè respiro... e naturalmente spero che il nostro disco piaccia, e spero di poter fare ancora tanti live... in fondo è quella la cosa che mi piace di più, lo faccio per passione pura più che per arrivare ad un obiettivo vero e proprio!

9. Grazie per l'intervista. Buona fortuna...

- Grazie a te per lo spazio concessoci, e un enorme in bocca al lupo per il lavoro che continui a portare avanti con la tua 'zine: SON OF FLIES RULES!!!



CONTATTIfacebook.com/Hopesend


HOPESEND line-up:

Giuseppe De Benedittis - Basso, Voce
Ilario Suppressa - Chitarra
Mirco Minosa: Chitarra
Gianni Lezzi: Batteria


RECENSIONE:
HOPESEND "Bloody, Twilight..." 2014 - autoprodotto

martedì 21 ottobre 2014

Recensione: PHURPA "The Magic Rituals Of The BON Tradition"
2014 - Cyclic Law




Il russo Alexey Tegin è la mente principale che si cela dietro al nome PHURPA. Il personale processo di composizione del progetto non viene mai intaccato da nessun effetto aggiunto, ma viene amplificato solo da varie sovrapposizioni di suoni prodotti con il fiato e l'anima. La meditazione per eccellenza che include ogni metodo che abbia come ultimo/unico fine l'illuminazione o lo sviluppo mentale. Ascoltandolo con attenzione in una stanza silenziosa, senza una quantità di oggetti che possano distrarre o in un ambiente crepuscolare vi darà i brividi. In questo nuovo "The Magic Rituals Of The BON Tradition" (pubblicato da Cyclic Law) il battito del tempo ha una profonda importanza, diventando qualcosa di sacro. In primo luogo c'è la mutevolezza, l'eterno processo dell'inizio e della fine al quale tutte le cose sono sottoposte, il costante movimento del contenuto della mente, che può essere piacevole o spiacevole, ma non si ferma mai. In secondo luogo, c'è il distacco istantaneo dalla vita terrena. Phurpa reagisce alle innumerevoli forze della natura facendo leva sul cammino della Visione Profonda e ci permette di entrare in connessione con le energie dell'Universo. Una puntualizzazione è doverosa: Bisogna avere la giusta predisposizione per poterlo assaporare al meglio. Il nuovo album
è accompagnato da un DVD contenente una performance dal vivo a Mosca.

Contatti: http://www.cycliclaw.com/phurpa

TRACKLISTING: Long Life, Lta Zor, Mi Dud

domenica 19 ottobre 2014

Recensione: TeHÔM "Lacrimae Mundi"
2014 - cyclic law




Arriva dalla Croazia il progetto TeHÔM, fondato alla metà dei '90 e riportato in vita negli ultimi anni dal membro originario Miljenko Rajakovic, dopo la morte per cancro (nel 1997) dell'uomo fondatore Sinisa Ocurscak. I primi due lavori vennero dati alle stampe dalla Twilight Command mentre oggi ci pensa Frederic Arbour della canadese Cyclic Law Rec. a riservargli le giuste attenzioni pubblicando questo stupefacente "Lacrimae Mundi" che, dalle prime note, traumatizza la superficie dell'anima. Sul flusso di base, mosso dalle contrastanti emozioni della vita, accade l'azione dell'artista, impegnato in una lotta interiore che scatena forze viscerali e istintive. Rajakovic va al cuore della questione. Scompone ogni misura intermedia, e affronta in modo diretto la tipologia dei suoi sentimenti. Queste ultime 9 composizioni contengono qualcosa di cruciale, sintesi di un'oscurità permanente e mai fine a se stessa. E' il miscuglio delle atmosfere cupe e maestose che dona vigore all'opera. Probabilmente lo schema spaziale serve per mettere a fuoco la ragione durante quel cataclisma inventivo che strangola ogni turbamento per farlo diventare qualcosa di assoluto. TeHÔM merita un posto d'onore all'interno della scena dark ambient. Una nota di merito va anche a Dehn Sora (Treha Sektori) autore del bellissimo artwork di copertina.

Contatti: tehom.org - cycliclaw.com

TRACKLISTING: Perilous Depth, Darkness Cosmogony of Myths, Abyss, Amorphous Structure, The World Ended, Lacrimae Mundi, The Magnitude of Shaking, Atum, Modality of Cosmic Matter




sabato 18 ottobre 2014

Recensione: GODFLESH "A World Lit Only by Fire"
2014 - Avalanche Recordings




Gli inglesi GODFLESH per vari motivi sono stati e sono tutt'ora tra gli esponenti principali di un sound ben definito meglio conosciuto come "industrial" o "industrial-metal" (fate un po' voi) influenzato da gruppi di un certo calibro come Swans, Killing Joke, Throbbing Gristle.. Formatisi nel 1988 per volontà di Justin Broadrick (voce, chitarra, programming) e G. C. Green (basso, batteria), si sciolsero nel 2002 per poi ritornare in piena attività nel 2010. I Godflesh tra la fine degli anni '80 e inizi '90 divennero una delle formazioni più seminali e influenti della musica underground internazionale, forti di tre album corrosivi come il capolavoro "Streetcleaner" (uscito nel 1989), "Slavestate" (1991) e "Pure" del 1992, che misero in evidenza l'essenza della produzione lo-fi nell'ambiente estremo. Finalmente, dopo una lunga attesa durata 12 lunghi anni, ritornano con questo nuovo lavoro dal titolo raccapricciante ma dannatamente realista... "A World Lit Only by Fire"! Traendo nuovamente ispirazione dal power electronic e dal noise-rock i nostri sono riusciti a mettere in piedi dieci tracce potentissime e ben calibrate che ridanno vigore al loro marchio, visti gli ultimi passi falsi pubblicati prima dello strappo. La produzione incandescente e risoluta, non deluderà quanti di voi li adorano fin dagli esordi, come non vengono meno tutti quei passaggi apocalittici che diedero uno scossone pesante al mondo della musica. Mr.Broadrick succhia linfa dalle proprie devianze e da quelle esterne al suo corpo, mettendo in scena l'ennesimo teatro degli orrori fatto di immagini che appaiono/scompaiono tra i fumi tossici di una realtà sempre più crudele nei confronti dell'individuo sacrificato al centro di una dimensione astratta e deforme. «La Storia non ci insegna mai nulla. Ciò che è accaduto continuerà a ripetersi in piccole e grandi situazioni. Non dimenticatelo mai». "A World Lit Only by Fire" merita di essere ascoltato e riascoltato! Questa la mia opinione personale.

Contatti: godflesh.com

TRACKLISTING: New Dark Ages, Deadend, Shut Me Down, Life Giver Life Taker, Obeyed, Curse Us All, Carrion, Imperator, Towers of Emptiness, Forgive Our Fathers




venerdì 17 ottobre 2014

Recensione: DR.GORE "Viscera"
2014 - coyote records




Il DR.GORE ha riaperto la sala operatoria per renderci partecipi di una nuova mattanza (l'artwork di copertina anticipa ogni possibile immaginazione). Il sound dei romani non è mai cambiato nel corso degli anni e continua ad appoggiarsi su strutture solide fedeli al brutal death/gore/grind più truculento. I vari riff di chitarra sono ancora una volta acuminati come lame di coltello e penetrano la cute con precisione chirurgica, mentre la sezione ritmica ultra violenta e la voce cavernosa del singer vanno a percuotere severamente il ventre procurando ferite che difficilmente potranno essere rimarginate. Non c'è nessuna possibilità di salvezza dinanzi a tanta cattiveria! Il Dr.Gore non concede momenti di respiro perché la sua volontà è quella di fare molto male all'ascoltatore, torturarlo. E' così che funziona in determinati ambiti musicali e non si può fare altro che subire ed accettare la lezione di chi il genere lo vive su pelle. Proprio per questa sua concretezza, il disco non possiede uno o più brani che si impongono sugli altri, ma ogni pezzo fa storia a sé. Troppo efferati? Stantii? E' plausibile, ma quando farete scorrere nel vostro condotto uditivo insanguinato le note disumane di questo full-length capirete che tutto ha un senso e che anche le cose fedeli a delle regole ben precise vanno prese in considerazione. Una prova di tutto rispetto.

Contatti:
coyoterecords.bandcamp.com/viscera
drgore.net 
coyoterecords.ru

TRACKLISTING: Viscera, Grotesque Corpse Sculpture, Hordes of Dead Flesh, Diseased Altered Corpse, Embalmer, Fast Death, Freezer Full
of Flesh, In Your Rotten Cavity, Time to Kill, Born in Corpse, Postmortem Blood Ejaculation, Zombie Brutalized Mankind, Back from the Grave to Kill Again.


Recensione: HORSEHUNTER "Caged In Flesh"
2014 - autoprodotto




Attualmente la tradizione dello stoner/doom metal viene alimentata giorno per giorno da numerosissime formazioni, molte delle quali si danno battaglia nell'underground. Tra tutte queste realtà ne escono abbastanza vincenti gli australiani HORSEHUNTER (attivi dal '12 nella città di Melbourne, Victoria) che, con la loro attitudine schietta e velenosa danno sfogo ad un sound ruggente, senza fronzoli, devoto a tutti quei gruppi che hanno fatto storia nel genere su citato. Non aspettatevi nulla di innovativo nel songwriting che delinea il disco in questione, ma se siete assetati di acque paludose questi musicisti sapranno come dissetare la vostra xerostomia. Il debutto autoprodotto "Caged in Flesh" è massiccio, dotato di suoni panciuti, melmosi, un ritratto a tinte fosche che non mancherà di colpire le attenzioni di una certa frangia di ascoltatori. Purtroppo a giocare a loro sfavore è la prevedibilità che, come si sa, in questo filone musicale è cosa abbastanza risaputa. Un lavoro denso che darà la giusta vetrina all' esperienza degli Horsehunter (..come dimostrano nella più articolata "Witchery"). Vedremo cosa accadrà in futuro. Per il momento mi posso comunque accontentare.

Contatti: horsehunter.bandcamp.com

TRACKLISTING: Stoned To Death, Caged In Flesh, Nightfall, Witchery.


mercoledì 15 ottobre 2014

Recensione: TREPALIUM "Voodoo Moonshine"
2014 - klonosphère




I francesi TREPALIUM dopo due album per Holy Rec. si sono accasati presso la prestigiosa Season of Mist (per la quale hanno pubblicato "XIII" nel 2009) per poi giungere su Klonosphère che, oggi li riporta in superficie con questo nuovo EP "Voodoo Moonshine". I 5 musicisti provenienti da Poitou-Charentes si impegnano al massimo al progetto, senza disprezzare qualsiasi forma di innovazione musicale potesse in qualche modo destinare su livelli superiori la loro creatività. Lo dimostrano ancora una volta, confezionando un prodotto che oltre ad essere piacevole da ascoltare è scolpito con precisione e gusto. I Trepalium si muovono su territori che regalano frutti di vario genere e colore, quel terreno su cui si animano gruppi più coraggiosi come Gojira, Atheist, Fear Factory, Coroner (solo per citarne alcuni di quelli che mi vengono in mente) mentre a volte giocano a ricordare il groove che ha reso celebri mostri sacri degli anni '90 (Faith No More e Pantera?!?). "Voodoo Moonshine" è un ulteriore passo in avanti, un passo che non è mai troppo invadente o fuori contesto. I sei brani inclusi nell'EP si presentano con molteplici sfaccettature e suonano alla grande grazie alla buona produzione. L'estro compositivo viene amplificato dall'utilizzo dei fiati che si intrecciano a meraviglia sul tessuto di alcuni fraseggi strumentali. I Trepalium scelgono di modellare al meglio ciò che gli è affine e cercano di armonizzarlo in una nuova sintesi. Mike Patton dovrebbe portarseli sulla sua Ipecac Recordings.

Contatti: klonosphere.com/trepalium - facebook.com/TREPALIUMBAND

TRACKLISTING: Moonshine Limbo, Damballa's Voodoo Doll, Possessed by the Nightlife, Guédé Juice, Fire on Skin, Blowjob on the Rocks.


Recensione: TODAY IS THE DAY "Animal Mother"
2014 - southern lord recordings




Animal Mother segna il ritorno dei TODAY IS THE DAY di Steve Austin, un musicista che ha sempre avuto le idee chiare sul proprio percorso musicale iniziato nei primi anni '90 insieme a Brad Elrod. Questo disco rappresenta a pieno titolo la conferma assoluta per una band tornata a far parlare di se; un full-length camaleontico e violento, diretto e sicuramente meno "noise" nel vigoroso songwriting odierno. Basterebbe paragonarlo al disturbante "Sadness Will Prevail" (2001) per capire le differenze che oggi danno benzina alla composizione di Austin e soci. Nonostante la crescita creativa abbia sterzato verso soluzioni più scarne/scheletriche, il suono dei Today Is The Day è rimasto ugualmente spietato e selvaggio ("Sick Of Your Mouth"). Il loro approccio, infatti, si ciba dell'istinto animalesco del passato, rimanendo saldamente ancorato al presente, riprende e rilegge alcuni frammenti persi lungo il tragitto per riadattarli alle scelte prese negli ultimi anni (fin dal cerebrale "Axis of Eden" uscito nel 2007). Steve a suo modo è un fottuto genio e lo considero tale anche perché a differenza di molti artisti è stato in grado di dare un'identità "unica" alla sua creatura. Non sono solo gli arrangiamenti riusciti ad alzare il punteggio di "Animal Mother"... Nei brani dei Today Is The Day si annusa/respira il malessere della società contemporanea ed è questo stato di disagio interiore a turbarmi pesantemente. Se io dovessi tirare in ballo un gruppo che mi trasmette simili sensazioni, direi gli Unsane di New York, pur navigando in acque differenti ma ugualmente torbide e profonde. E quando tutto sembra buio, disperato, decadente, ecco un brano che inaspettatamente riporta nello sguardo un filo di speranza (la malinconica "Bloodwood" posizionata alla fine della tracklist). Chiunque abbia letto alcune delle mie numerose recensioni pubblicate su Son of Flies webzine avrà capito che a me non piace analizzare le singole traccie dei diversi album trattati. Quello che realmente mi interessa è vivere l'interezza di un'opera (a prescindere dal genere)... l'esperienza che si può vivere attraverso le note. Detto questo, posso affermare che "Animal Mother" è senza ombra di dubbio una delle migliori uscite del 2014. Voi continuate a venerarli!

Contatti: todayistheday.us - facebook.com/todayisthedayofficial

TRACKLISTING: Animal Mother, Discipline, Sick of Your Mouth, Imperfection, Law of the Universe, Outlaw (Acoustic), Godcrutch, Divine Reward, Masada, Heathen, Mystic, The Last Strand, Outlaw, Bloodwood.




lunedì 13 ottobre 2014

Recensione: INTER ARMA "The Cavern"
2014 - relapse records




Arrivano da Richmond, Virginia (United States) gli INTER ARMA. Una band con gli attributi, competitiva e artefice di un sound roccioso ma dannatamente accattivante che ebbi modo di esplorare adeguatamente un anno fa, ai tempi del bellissimo secondo full-length intitolato "Sky Burial" (uscito per Relapse Records). Oggi a poca distanza da quel disco se ne vengono fuori con un EP di 45 minuti abbondanti che continua sulla linea tracciata dal loro esordio "Sundown" del 2010 (Forcefield Records), una proiezione rettilinea che sfonda in maniera decisa le barriere dell'atmosfera, proiettandosi nell'ampiezza del cosmo come un meteorite in caduta libera ed inversa. Gli Inter Arma si mettono in gioco senza attenersi a delle regole/schemi precisi ed è questo desiderio di creare musica poco convenzionale a renderli "differenti" dalla massa che affolla l'attuale movimento estremo. Nonostante passi il tempo, continuo a non trovare le giuste parole per definirli, anche se, chiunque porti attento orecchio alla loro musica percepirà delle similitudini con varie componenti tipiche dello sludge / post-metal contemporaneo. Con "The Cavern" gli Inter Arma fanno riemergere quella destrezza che li fa apparire preparati
e (perché no) credibili.

Contatti: facebook.com/INTERARMA

TRACKLISTING: The Cavern




Recensione: SICK OF IT ALL "Last Act of Defiance"
2014 - century media




I grandi SICK OF IT ALL fondatisi nel 1986 nel Queens sono una vera e propria istituzione della scena musicale americana (e non solo). Nel loro passato hanno scritto pagine fondamentali della storia del punk hardcore appartenente alla città di New York. Nel loro presente c'è un nuovo album che, sono certo verrà osannato da molti di voi. "Last Act of Defiance" è sinonimo di qualità assoluta! Nulla viene alterato all'interno del sound a dimostrazione che 'squadra che vince non si cambia e non cambia pelle'. I fratelli Koller, Craig Setari, Armand Majidi sanno perfettamente dove e come colpire per mantenere viva la fedeltà dei fan. Ad un vissuto così granitico c'è poco da aggiungere e infatti quello che i Sick Of It All continuano a proporre è musica di ottima portata, forgiata con passione e dedizione verso il genere suonato. I riff di chitarra, i giri di basso, le ritmiche di batteria e la voce graffiante di Lou sono ancora legati agli anni che furono, ma la testa e il cuore dei quattro musicisti sembrano guardare sempre più in là. Questo è il giusto modo per portare avanti una carriera radiosa che non sembra subire momenti di fiacca. La vecchia scuola comanda! Chiunque sia un loro sostenitore potrà acquistare "Last Act of Defiance" a scatola chiusa. Qui è la sostanza a "dettare legge".

Contatti: sickofitall.com

TRACKLISTING: Sound The Alarm, 2061, Road Less Traveled, Get Bronx, Part Of History, Losing War, Never Back Down, Facing The Abyss, Act Your Rage, Disconnect Your Flesh, Beltway Getaway, Sidelined, Outgunned, DNC.




sabato 11 ottobre 2014

Recensione: THAW | ECHOES OF YUL "Split"
2014 - one louder




Il 9 Ottobre (due giorni fa) ho avuto il piacere di parlare del nuovo album dei polacchi THAW che, vuoi un po' per coincidenza, un po' per destino, sono artefici insieme ai connazionali ECHOES OF YUL (ottimo progetto musicale gestito dal compositore Michał Śliwa) dello slip album in questione, uscito nell'agosto del 2014. Entrambe le entità coinvolte hanno già avuto spazio all'interno di Son of Flies webzine e anche questa volta non potevo mancare nel dargli la vetrina che meritano a pieno titolo. Le sonorità lisergiche che fanno respirare questa release si diramano su due lunghe tracce (14:13 per "Earth Grounded" dei Thaw e 25:02 per la song "Asemic" degli Echoes of Yul) capaci di scuotere le pareti del vostro spazio d'ascolto. I primi aprono il disco preferendo dei tempi / ritmiche che martellano con ripetitività catastrofica e con delle dissonanze / arpeggi che non intendono mutare la deforme ossatura della canzone, mentre Michał (accompagnato da T.Śliwa impegnato dietro le pelli) si sottrae dalla forma standard del doom/post metal per incanalarsi a suo modo verso ambientazioni oscillanti che si muovono nelle profondità interiori senza seguire una rotta precisa. Il risultato finale è un'esperienza da vivere a luci soffuse o spente. Da non perdere.

Contatti: facebook.com/THAWnoise - facebook.com/echoesofyul

TRACKLISTING: Thaw "Earth Grounded", Echoes of Yul "Asemic".




venerdì 10 ottobre 2014

Recensione: BODDICKER "Crime Upheaval"
2014 - DIY




Gli americani BODDICKER puntano al sodo colpendoci in faccia con un crust/hardcore/grind che non si piega a nessun compromesso. La furia nichilista della band di Detroit (MI) fa molto male e influisce sulle parti del corpo più vulnerabili, quelle che faticano ad attutire il dolore più lancinante. Attualmente, molti di voi sono proiettati su gruppi di punta come Trap Them, Nails, Black Breath etc... ma provate a dare un ascolto a questi quattro pazzi furiosi e capirate che anche nell'underground ci sono delle armi dannatamente letali che possono provocare danni irreparabili. La violenza non manca e l'attitudine è quella giusta perciò non potrete che subire una severa punizione! La tape in questione (disponibile anche su bandcamp) prosegue sulla via dei precedenti lavori, omaggiando principalmente il suono degli anni '80/'90. Nessuna raffinatezza, ma suoni basilari, schietti e sinceri (come da tradizione). Se è questo quello che cercate affidatevi al loro bandcamp per un attento ascolto.

Contatti: boddicker13.bandcamp.com/crime-upheaval

TRACKLISTING: Crime Upheaval, Rise Of The Downtrodden, Halo Of Bullets, Bath Salt Baptism, Vigilante, Executive Decision, The Isolationist, Drygulch, Social Control, We Are Watching You, Energy Blackmail.


Recensione: ELECTRIC WIZARD "Time To Die"
2014 - spinefarm records




Ventuno anni di onorata carriera per gli inglesi ELECTRIC WIZARD. Un ultimo album (l'ottavo in studio) che perpetua la buona vena creativa di una band eccezionale, che ha votato la sua musica al nero verbo del doom / stoner più sinistro ed evocativo. Ed è su questa scia di grande onestà stilistica che si colloca anche "Time To Die", composto nuovamente dal membro fondatore Jus Oborn (voce/chitarra), dalla sua compagna Liz Buckingham (alla chitarra) entrata in line-up nel 2003 e dai nuovi soci Simon Poole (batteria), Clayton Burgess (basso). Un lavoro decisamente palpitante, che non delude le aspettative e mette nuovamente in evidenza la caratura di questa creatura, un gruppo che non necessità di ulteriori presentazioni o parole particolari. Gli Electric Wizard hanno sempre fatto parlare le note dei loro dischi e il presente album non fa eccezione. Una novità c'è: i nostri dopo un lungo periodo sotto l'ala protettrice della Rise Above hanno deciso di aggrapparsi alla finlandese Spinefarm Rec. Il cambio di etichetta non ha stravolto i piani e le ambizioni degli Electric Wizard. Non poteva essere diversamente conoscendo i personaggi coinvolti nella formazione. Perseveranza, dedizione e onestà sono gli elementi che mantengono elettrizzante il suono di "Time To Die". Gli strumenti si contraddistinguono nel loro ruolo portante con un suono molto ruvido e marcio, più grezzo rispetto a quello scelto per "Black Masses" del 2010, insomma un impatto sporco ma coeso e soprattutto mai ritoccato, anche se il registro utilizzato non devia dal passato (di certo non aspettatevi stravolgimenti o innovazioni di nessun genere). Chiunque sia un fedele sostenitore di questi adepti delle tenebre non rimarrà deluso.

Contatti: electricfuckinwizard.com - electricwizarddorsetdoom

TRACKLISTING: Incense for the Damned, Time to Die, I Am Nothing, Destroy Those Who Love God, Funeral of Your Mind, We Love the Dead, SadioWitch, Lucifer's Slaves, Saturn Dethroned.


giovedì 9 ottobre 2014

Recensione: THAW "Earth Ground"
2014 - witching hour productions




Avevo già avuto la possibilità di parlare bene dei polacchi THAW in occasione del loro album di debutto pubblicato dalla label italiana Avantgarde Music nel 2013. In sede di recensione mi lasciai andare in un fiume in piena riservando delle considerazioni di grande elogio, dopo aver approfondito i contenuti di quel lavoro che riuscì a farmi emozionare per tutta la sua durata. La medesima esperienza si ripete oggi con questo "Earth Ground", full-length che riconferma la fede dei Thaw per certe trame che si snodano servendosi di elementi black metal cupi / avvolgenti e ruvide fibrillazioni noise (vorrei fare leva sulla song "Second Day", perché si insinua nella tracklist in modo invasivo ma letale) che macchiano di rosso il tessuto cucito dalla band dell'Est Europa. Questi ragazzi regalano con gusto e sapienza canzoni composte ed eseguite con apprezzabile padronanza strumentale, completate da oscillazioni sonore accattivanti e nere come la pece. Gli echi minacciosi espulsi dalle note del disco si amalgamano alla perfezione con le ruvide parti vocali del singer, poste nei giusti momenti, senza nessun affanno. Non mancano i colpi più diretti sparati con velocità assassine (come dimostrano nella terremotante "Afterkingdom" o nella lugubre ed ossessiva "No Light"). Volete acquistare un ottimo disco di metal oscuro ed estremo? Puntate ad occhi chiusi su "Earth Ground". Basta la sola "Sun" per sentire il freddo glaciale sulla spina dorsale.

Contatti: thaw.bandcamp.com - thaw.8merch.com

TRACKLISTING: First Day, Afterkingdom, Sun, No Light, Second Day, Soil, Winter’s Bone, Last Day




mercoledì 8 ottobre 2014

Recensione: LIQUIDO DI MORTE "Liquido Di Morte"
2014 - sstars




I nostrani LIQUIDO DI MORTE partono dal centro dell'anima, penetrano il disco lunare e passano per i centri del Sole e della Terra... Il tutto servendosi della propria personale creatività. Il loro suono è complesso, articolato, fatto di sostanze fuse, comprensivo anche di altri fluidi e materiali gassosi in esso disciolti, capaci di creare profonde crepe all'interno del sistema nervoso. E' difficile trovare dei punti di riferimento musicali se si ascolta attentamente l'ampio raggio su cui fanno affidamento questi musicisti di Milano. Una cosa è certa: il flusso siderale tra post metal/doom e suoni psichedelici è di ottima fattura. Spesse volte il non avere punti di riferimento stabili aiuta a viaggiare verso territori mai prevedibili ed è per questo motivo che i Liquido Di Morte raggiungono velocemente la parte più buia e nascosta delle anime in pena. Non è di facile ascolto il disco omonimo in questione (costituito da 3 lunghe suite) registrato presso il Groove Studio in Casale sul Sile (TV) per mano di Tommaso Mantelli e Nicola Manzan (Bologna Violenta). Se però siete muniti di giusta percezione e dell'apertura mentale verso tali scenari, potrete godere di una colonna sonora perfetta per l'abbandono definitivo!!! Lavoro che merita la vostra attenzione, nonostante a tratti sia un po' ripetitivo. De gustibus: Nel senso che tutti i gusti sono gusti, ognuno ha i propri. Di seguito il bandcamp della band.

Contatti: liquidodimorte.bandcamp.com/releases

TRACKLISTING: Ozric Pentacles, In Death Of Space / Of Death In Space, 144


Intervista: INTERNAL BLEEDING - "RECRUDESCENZA DELL'ODIO"






I DEATHSTER AMERICANI INTERNAL BLEEDING, RITORNANO SULLE SCENE CON UN ALBUM DEVASTANTE E FRESCO DI PUBBLICAZIONE (USCITO PER UNIQUE LEADER RECORDS). IL TITOLO "IMPERIUM" RACCHIUDE PIU' DI QUALCHE SIGNIFICATO, MENTRE LA MUSICA IN ESSO CONTENUTA RICONFERMA IL VALORE DI QUESTA BAND, CHE, NEL CORSO NEGLI ANNI HA LOTTATO DURO PER RIMANERE VIVA E ATTIVA. HO AVUTO IL PIACERE DI PARLARE CON IL CHITARRISTA FONDATORE CHRIS PERVELIS. A LUI LA PAROLA...

1. Ciao Chris. Per iniziare è naturale chiederti dell'ultima release "Imperium"... un assalto selvaggio di death metal. Lo considero un album incredibile e ben suonato! È intenso e veloce. Sei d'accordo?

- Beh, prima di tutto, grazie mille per le tue parole gentili. Sono d'accordo sull'affermazione che "Imperium" sia più veloce e più intenso se paragonato alle precedenti releases. L'album è così intenso perché è nato da uno sforzo collettivo molto più mirato. Siamo più maturi ora e prestiamo maggiore attenzione alle nostre composizioni rispetto a quanto fatto in passato. Siamo anche molto più preparati sui nostri strumenti, il che rende le cose molto più lucide. Inoltre, abbiamo preso il giusto tempo durante il processo di scrittura e credo che ciò abbia dato alle canzoni un risultato più tagliente e definito.

2. Puoi dirmi di più su "Imperium"? Qual è la tua sensazione su di esso?

- "Imperium" è quello che chiamerei un album completo. Partendo dalla confezione, ai testi, alla musica, tutto si completa sotto un tema comune; che è il decadimento della società e della guerra perpetua. Abbiamo lavorato duramente per assicurarci che tutto funzionasse all'interno del concept che avevamo sviluppato. Tutti, siamo davvero orgogliosi di questo album e pensiamo che racchiuda il migliore materiale mai composto dagli Internal Bleeding. Si tratta di una vera e propria pietra miliare per noi e non potremmo essere più felici del responso ottenuto fin'ora.

3. Il nuovo album rappresenta un ulteriore sviluppo nel vostro sound! L'approccio estremo è stato perfezionato e sono stati introdotti nuovi elementi all'interno del songwriting. Sei della mia stessa opinione?

- Sì, sono d'accordo. Come ho detto prima, l'album è più nitido e mirato e suona in questo modo proprio perché abbiamo introdotto alcuni nuovi elementi nel classico suono degli Internal Bleeding. Abbiamo sperimentato con la melodia, con l'atmosfera, con diversi tempi, con gli assoli di chitarra, con le parti acustiche, ma questi nuovi elementi non hanno sminuito il nostro suono. Li abbiamo usati per migliorare e aumentare il dramma e la suspense all'interno di ogni canzone, ed è così che i riff slam colpiscono di più.

4. Il suono della chitarra su "Imperium" è più caldo e organico. Una decisione intenzionale la vostra?

- Sicuramente. Abbiamo lavorato duramente sul suono di chitarra quando eravamo in studio. Forse i nostri album precedenti non hanno avuto molto spessore, per quanto riguarda il suono di chitarra che desideravamo. Abbiamo passato un sacco di tempo a provare con diversi amplificatori, setup per chitarra ed effetti vari, tutto questo per ottenere quello che volevamo. Oggi il suono ottenuto è molto puro... utilizzando un Peavey e un Ampeg. Il risultato è brillante.

5. Cosa ha ispirato il titolo dell'album? Puoi descrivere il concept generale dietro i testi di "Imperium"?

- Beh, da quando è stato rilasciato "Invocation Of Evil", molti della stampa musicale ci hanno considerato semplicemente come un altro gruppo death metal generico. Ma in realtà sapevamo che non era così, i nostri fan sapevamo che era diverso e la stessa stampa underground sapeva che non era così... perchè hanno capito che offrivamo qualcosa di fresco e unico nel genere: un death metal che si concentrava sui pit-friendly grooves, orecchiabilità e su passaggi che si potevano ricordare. Al momento, abbiamo chiamato questo approccio al death metal 'Total Fucking Slam'. E se abbiamo raccolto una grande quantità di responso positivo dall'underground, lo dobbiamo a noi stessi per aver avuto la forza di combattere una dura battaglia contro i critici, gli scettici e gli elitisti che non facevano altro che buttarci un sacco di merda addosso riempiendo le loro bocche alle nostre spalle o sulla stampa. Li abbiamo sempre ignorati e tenuti alla larga, ma noi non dimenticheremo mai...

Per aggiungere la beffa al danno, i nostri primi due album hanno sofferto di produzioni orrende che senza dubbio hanno faticato a convincere la gente nel capire veramente la nostra musica. E quando il nostro terzo e quarto album vennero pubblicati, non avevamo nessuna etichetta alle spalle e non potevamo contare su di un
tour di supporto o risorse necessarie per mantenere in piedi le cose che erano in corso. Dai primi anni 2000 a metà, eravamo una unità spezzata e scoraggiata e alla fine precipitammo in una inevitabile inattività e disordine. Alla fine il nostro termine - Slam - era stato raccolto da centinaia di gruppi underground e un nuovo genere di death metal venne generato. I semi che avevamo piantato erano finalmente venuti a fiorire ma siamo stati in grado di godere ancora di un minimo di riconoscimento per questo. Passarono vent'anni frustranti. Avevamo dato il nostro meglio, ma alla fine, eravamo a corto dei nostri obiettivi.

Queste esperienze, più altre battute d'arresto personali e tragedie, sono state l'impulso che ci ha portato al nostro titolo: "Imperium". Significa dominio del potere assoluto. E' una dichiarazione verso coloro che hanno causato del male, che hanno offeso qualcuno, mancato di rispetto o tormentato e abusato di qualcuno / qualcosa. E' un vibrante appello alle vittime di questi aguzzini, ai bambini abusati, alle bands che lottano e arrivano in breve, agli emarginati, è un forte appello alle popolazioni che sono state schiacciate sotto lo stivale del totalitarismo - un invito a sollevarsi, unirsi a noi e prendere un posto legittimo sul trono del potere. Con "Imperium", è finalmente arrivato il momento di schierarsi contro gli aguzzini e farli soffrire. L'artwork è anche profondamente significativo. Volevamo creare un ambiente che fosse buio e minaccioso e siamo rimasti davvero colpiti dal lavoro creato da Mircea Gabriel Eftemie. He nailed it almost immediately.

Al centro della cover c'è è una creatura metà aliena, metà umana in possesso di un teschio avvizzito. Questa creatura rappresenta il nuovo padrone, che è salito al potere. La metà della figura è aliena, perché come i nostri fan sanno, fin dal primo giorno abbiamo portato avanti una tradizione nell'utilizzare temi alieni sui nostri album. Essa rappresenta anche coloro che sono emarginati o trattati come degli alieni nella propria razza. Questo alieno sta tenendo il cranio del suo aguzzino passato, che rappresenta la variazione di potenza e l'ascesa del nuovo "Imperium". Ci sono un sacco di cose interessanti che vanno nel background della copertina, particolari che preferiamo lasciare aperti all'interpretazione. E poi c'è la musica...



6. C'è molto della società contemporanea nelle vostre canzoni! Qual è il messaggio per i vostri fan?

- Veramente non credo che stiamo dando un messaggio ai nostri fans, ma stiamo dipingendo un quadro di ciò che vediamo intorno a noi, ciò che accade negli angoli più oscuri della società moderna. Sappiamo quello che stiamo cercando di dire, ma ci piace che sia l'ascoltatore a formulare le proprie opinioni su ciò che è il messaggio nei testi. Il messaggio dell'album è: "Non importa cosa pensa la gente sulla natura umana, al centro di tutto c'è una libidine animalesca di potere... Se tale potere viene accumulato con la forza, la ricchezza o qualsiasi altro mezzo.

7. La musica estrema è cambiata dai primi anni '90. Che cosa ti fa pensare tutto questo?

- Certamente mi piace la progressione della musica estrema attuale, ma penso anche che un sacco di band estreme hanno dimenticato l'arte di scrivere canzoni. Quello che voglio dire con questo è che alcune delle canzoni estreme che sento oggi sono solo un insieme di riff con poco o nessun contrasto, nessun valore dato alla composizione e soprattutto nessuna attenzione al riffing. A tre minuti di chitarra un assolo di batteria non fa una canzone, se sai cosa voglio dire. Credo di essere ispirato dalla "vecchia scuola", e preferisco canzoni che siano orecchiabili, ritmicamente interessanti e drammatiche. E' questo quello che manca oggi. Eppure, nel complesso, è stata davvero una buona progressione.

8. Quanto è importante per voi essere considerati come una death metal band?

- E' importante per me, certamente, ma sono sicuro che la gente ci definisce in molti modi a causa del modo in cui ci approcciamo alla nostra musica. Siamo una band death metal vecchia scuola e sono orgoglioso di questo. Tuttavia, se qualcuno ci considera in maniera differente, per noi è ok. Ci penserò io a correggerli quando li incontrerò on the road hahah. Sono anche sicuro che alcuni cosiddetti elitisti del death metal ci chiamerebbero con termini dispregiativi, ma non me ne frega un cazzo di loro perché ho suonato e registrato death metal fin da prima che nascessero questi idioti.

9. Perchè la decisione di collaborare con la Unique Leader Records?

- Tutto è venuto giù per una questione di fiducia. Conosco Erik da molti anni ed è sempre stato un grande fan della band. I nostri rapporti con lui erano semplici, onesti e amichevoli. Lui ci ha offerto un grande budget. Sembrava molto naturale per noi scegliere la sua etichetta.

10. Per quanto tempo hai ancora intenzione di andare avanti con Internal Bleeding?

- Finché posso ancora suonare! Ho 46 anni adesso, e non ho intenzione di fermarmi. Grazie per l'intervista! Grazie mille per il tuo tempo! Buona fortuna con tutto. Grazie fratello! Apprezzo il tempo che hai investito per intervistarci. Grazie a tutti i nostri fans in tutto il mondo. Speriamo di essere nel vostro angolo di mondo nella primavera del 2015! Mettete un "mi piace" sulla nostra pagina Facebook.



CONTATTI: internal-bleeding.com - facebook.com/InternalBleeding


INTERNAL BLEEDING line-up:

Bill Tolley - Batteria
Chris Pervelis - Chitarra
Brian Hobbie - Chitarra
Jay Liff - Basso
Keith DeVito - Voce


RECENSIONE:
INTERNAL BLEEDING "Imperium" 2014 - unique leader