lunedì 30 luglio 2018

Recensione: ABJECTION RITUAL " Soul of Ruin, Body of Filth"
2018 - Malignant Records




Il nuovo capitolo scritto da ABJECTION RITUAL segna il passaggio ad una fase estremamente intimista che lascia intravedere ampie voragini pronte a modificare la struttura portante della sua poetica. Veniamo subito al dunque: "Soul Of Ruin, Body Of Filth" è un disco convulso, innegiante al potere nero, carico di fraseggi accattivanti, caratterizzato da continui cambi di tempo e registro sino ad arrivare a quella volontà desiderosa di cercare una differente fuga per raggiungere la cavità infernale. E quindi ampio sfogo per le peculiari esigenze di questo musicista proveniente dalla Pennsylvania. E' un dramma carico di tensione che aiuta a dare la giusta rilevanza alla spinta prodotta dai sette brani. La sua musica non è sinonimio di sperimentazione fine a se stessa, sia ben chiaro. Un mix allucinato di ambient, drone, harsh noise, sludge, doom, black e post metal. In "Soul Of Ruin, Body Of Filth" vivono demoni che invadono anche il nostro mondo: non ha nessuna importanza in quale regione della terra (o della mente) vadano a finire. Abjection Ritual ci dona una dimensione di deliri a lungo rimasti in incubazione nell'inconscio, lentamente li fa venire a galla, trova loro una voce e un volto. Perché i suoi turbamenti - anche quando sembrano invisibili o nascosi - parlano. Si sbarrano gli occhi di fiamma. L'artwork è stato curato da Jef "Wrest" Whitehead (Leviathan).

Contatti:
abjectionritual.bandcamp.com/album/soul-of-ruin-body-of-filth
facebook.com/Abjection-Ritual

TRACKLIST: Lamentations, Body Of Filth, Blood Mother, Deathbed Conversion, Ruin, Carnassial Passage, Old Sins


sabato 28 luglio 2018

Recensione: THE LION'S DAUGHTER "Future Cult"
2018 - Season of Mist




Seppur criticata da molti dopo il post sulle band italiane pubblicato da Michael Berberian, la francese Season of Mist annovera tra le sue fila alcune tra le migliori realtà odierne in campo metal. Penso che almeno su questo punto siamo tutti d'accordo. Oggi arriva il turno dei THE LION'S DAUGHTER! Questi musicisti americani tornano a far parlare di sé con un grande disco di extreme music come pochi altri in circolazione, pronti ad innescare soluzioni pregne di un'odissea pluridimensionale. Ecco spiegato il motivo per cui l'eloquente "Future Cult" ha la capacità di piacere ad un'audience esigente, quindi più ampia possibile. C'è una cura certosina nel confezionare l'irruenza e la complessità del post metal, accoppiando le molteplici prospettive visionarie al battito incessante di sonorità elettroniche marcate e propulsive, in un costante oscillare tra luce e ombrosità, tensione e rilascio. Le vocals del chitarrista/cantante Rick Giordano hanno spazio libero per esprimersi in tutta la loro singolarità e dominante magnificenza. I The Lion's Daughter sono tornati in uno stato di assoluta grazia che merita una notevole attenzione, un'evoluzione che va oltre il già sentito, trascinando le nostre percezioni in un imponente flusso sonoro, pervaso da una vertiginosa poetica futuristica. Il fatto di essere imprevedibili gli permette di sorprendere chiunque si presti all'ascolto dell'opera. Non ho dubbi sul fatto che "Future Cult" sarà considerato come uno degli album più interessanti del 2018. L'identità della band del Missouri è ormai affermata.

Contatti: 
thelionsdaughter.bandcamp.com/album/future-cult
facebook.com/thelionsdaughter 

TRACKLIST: Future Cult, Call the Midnight Animal, Die Into Us, Suicide Market, The Gown, Grease Infant, Galaxy Ripper, Tragedy, Girl Autopsy, In the Flesh


giovedì 26 luglio 2018

Recensione: GRAVEVIEW "Demo '18"
2018 - Autoproduzione




I floridiani GRAVEVIEW debuttano con il "demo 2018", autoproduzione che mira a presentare una band motivata per riportare in auge quel death metal retrò tanto caro a molti ascoltatori assetati di sangue. Questo principio di potenzialità espressiva mette in risalto la personalità arrembante dei musicisti coinvolti nel progetto. Solo tre brani, quanto basta per essere efficaci senza risultare artefatti. E non c'è nulla di nuovo, niente di così speciale, ma quello che ci fanno ascoltare colpisce crudelmente nel segno. Una buona prova, dunque, valorizzata per giunta da una produzione adatta al genere. Il limite principale del demo è quello di essere di breve durata (12 minuti). Rimane la compattezza complessiva della proposta dei Graveview, primo passo fondamentale nella costruzione del loro trademark. Aspettiamo il primo full-length.

Contatti:
graveview.bandcamp.com/album/demo-18
facebook.com/Graveview

TRACKLIST: Selective Mortality, Grotesquery, Descent Into Filth


sabato 21 luglio 2018

Recensione: AD HOMINEM "Napalm For All"
2018 - Osmose Productions




Ecco un altro ritorno discografico di rilevante importanza. Quello dei francesi AD HOMINEM che con "Napalm For All" rinvigoriscono il vertice espressivo del loro sound. Il mastermind del progetto è sempre lo stesso, e risponde al nome di Kaiser Wodhanaz. Il musicista in questione torna all'attacco per impartire una severa lezione di stile a tanti gruppi che si spacciano per nichilisti senza sapere il significato di tale termine. "Napalm For All" non finisce mai di stupire anche dopo ripetuti ascolti, mescolando al meglio black'n'roll, black metal tradizionalista e vecchio thrash metal; seguendo una chiave di lettura personale, cinica, esplicita e provocatoria. L'atteggiamento di Wodhanaz è quello di un vero ribelle che partendo dalla sua stabile posizione nella scena europea, si scaglia senza mezze misure contro la passiva accettazione di idee e comportamenti convenzionali. Gli Ad Hominem hanno un loro modo di intendere il black metal, rimaneggiando una dimensione apocalittica in cui le regole della consuetudine non esistono. Questa è l'ennesima dichiarazione di guerra di un uomo ostinatamente fedele alle proprie convinzioni. Se è guerra, che guerra sia. Fatelo vostro al più presto.

Contatti:
osmoseproductions.bandcamp.com/album/napalm-for-all
facebook.com/adhominemofficial 

TRACKLIST: AMSB, I am Love, Consecrate, Napalm For All, Goatfucker, V. is the Law, Imperial Massacre, Bomb The Earth, You Are My Slut, Vatican Gay




giovedì 19 luglio 2018

Recensione: IMMORTAL "Northern Chaos Gods"
2018 - Nuclear Blast Records




Se l'oscuro verbo del black metal continua a bruciare incessantemente il merito è soprattutto di gruppi come gli IMMORTAL, devoti alla causa fin dai primi anni novanta. Il duo norvegese Demonaz/Horgh, si impone con i fatti pubblicando il nuovo testamento intitolato "Northern Chaos Gods". Mai come oggi si erano sentiti degli Immortal così implacabili, ispirati, capaci di riassumere nel migliore dei modi le caratteristiche che fanno parte del loro "riconoscibile" marchio di fabbrica. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi a tanta maestria. Ma la cosa più stupefacente è che in questo "Northern Chaos Gods" si respira l'aria malsana degli esordi ("Pure Holocaust", "Battles in the North"). Un disco colossale prodotto dalle mani esperte di Peter Tägtgren (Abyss Studio, Hypocrisy, Pain). Gli Immortal faranno godere tutti i seguaci di un suono che ha fatto storia nel circuito estremo.

Contatti: 
immortalofficial.com
facebook.com/immortalofficial

TRACKLIST: Northern Chaos Gods, Into Battle Ride, Gates To Blashyrkh, Grim And Dark, Called To Ice, Where Mountains Rise, Blacker Of Worlds, Mighty Ravendark




martedì 17 luglio 2018

Recensione: SVARTKONST "Devil's Blood"
2018 - Autoproduzione




Quello di SVARTKONST è un debutto di tutto rispetto, un concentrato di riff acuminati e vocals rabbiose che non mancherà di incontrare i favori di tutti gli amanti del black/death metal scandinavo più veemente. Attivo da circa otto anni (originariamente il progetto era denominato Warg), lo svedese Rickard Törnqvist riesce a spingersi una spanna sopra alla media odierna pur presentando alcuni punti di contatto con alcune band storiche attive in terra scandinava. Ciò che fa la differenza in questa infuocata release non sono tanto le intuizioni, quanto l'attitudine corazzata di un unico polistrumentista. Si sente, eccome, che "Devil's Blood" è un album sentito, sanguigno, suonato con passione, e poco importa se il fattore "originalità" viene meno nei dieci brani. La dote principale di un bravo musicista non deve essere la perfezione ma il talento, saper posizionare i migliori arrangiamenti nelle tracce di propria composizione. Svartkonst sorprende per la precisione nelle sue partiture strumentali: glaciali, elaborate, compatte. "Devil's Blood" non è altro che il frutto di buone qualità in quanto a capacità esecutive e peculiarità artistiche. E questa espressività si ripete in ognuno degli episodi presenti nel disco. Tra i più validi talenti emergenti del 2018.

Contatti: 
svartkonst666.bandcamp.com/releases
facebook.com/Svartkonst

TRACKLIST: Black Light Burning, The Drought, Merciless Death, Devil's Blood, Taste of Bitterness, Flames of Salvation, I Am Nothing, Ashen Hunger, Cloven Hoof, En Sten Föll Från Mitt Bröst


venerdì 13 luglio 2018

Recensione: CRAFT "White Noise and Black Metal"
2018 - Season of Mist




I discorsi che si potrebbero fare sul black metal sono molti, come tanti sono i fan concentrati nel seguire il "nuovo corso" del genere. I CRAFT rappresentano un valido esempio di cosa sia il black metal di oggi, una band che fin dal lontano 1998 partecipa attivamente allo sviluppo di uno scenario musicale ben definito, molto spesso maestoso e maligno, ma anche crudo e radicato al passato; dando sfogo ad uno stile di vita che per anni ha concesso poco ai compromessi. I Craft sono indubbiamente una delle più autentiche realtà emerse nell'ultimo ventennio dal sottosuolo scandinavo. Questo è un dato di fatto. La loro musica è tutt'altro che scontata. Ascoltare "White Noise and Black Metal" significa cogliere la sostanza di una formazione che ha saputo distinguersi rispetto a quanto proposto da altri blackster, facendo evolvere le proprie sonorità senza perdere di vista le vecchie radici nordiche. Sarà perché i Nostri hanno dimostrato qualità e spessore artistico producendo materile di ottima fattura, piuttosto che vendersi alle riviste di settore solo per farsi pubblicità. Nel corpo di "White Noise and Black Metal" c'è qualcosa in più, qualcosa di vero, apprezzabile e personale. I Craft odierni animano con efficacia la scena estrema internazionale, facilitando il rapporto tra chi fa musica e chi la fruisce. Una garanzia.

Contatti: 
craftofficial.bandcamp.com/album/white-noise-and-black-metal
craftblackmetal.com
facebook.com/craftblackmetal

TRACKLIST: The Cosmic Sphere Falls, Again, Undone, Tragedy Of Pointless Games, Darkness Falls, Crimson, Shadow, White Noise


martedì 10 luglio 2018

Intervista: LIK - "IL SECONDO MASSACRO"






GLI SVEDESI LIK STUPISCONO ANCORA USCENDO CON UN DISCO DAL FEELING MOLTO RETRO', UN LAVORO CHE FARA' FELICI TUTTI I FAN DELLO SWEDISH DEATH METAL. CON "CARNAGE" L'HEADBANGING E' ASSICURATO! IL BATTERISTA CHRIS BARKENSJO HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE.

1. Ciao Chris. Sono trascorsi tre anni dal precedente album di debutto ma il vostro sound non ha subito cambiamenti rilevanti. Avete dimostrato coerenza e passione per il death metal di stampo svedese, ecco perché oggi si può dire che "Carnage" è un lavoro solido che presenta lo stesso feeling dei primi album del genere. Sei soddisfatto delle nuove canzoni? Pensi siano migliori di quelle presenti in "Mass Funeral Evocation"?

- Siamo orgogliosi e soddisfatti di "Mass Funeral Evocation" perché è un disco molto solido. Ovviamente, in maniera naturale, abbiamo cercato di scrivere un nuovo album che potesse essere migliore del precedente, e penso che "Carnage" lo sia.

2. Quali sono gli aspetti del nuovo disco che preferisci maggiormente?

- Sicuramente il suono, ma anche la struttura delle canzoni. È un album potente, e la copertina è semplicemente fantastica. Riddick è un artista incredibile, per non dire altro.

3. I Lik mi hanno sempre impressionato per la capacità di combinare tutti gli elementi dello swedish death metal, creando una convincente rilettura di ciò che venne fatto tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90. A tal proposito volevo sapere cosa hai da dire sul processo compositivo che ha portato alla creazione di "Carnage". Ci sono canzoni che preferisci nel nuovo album?

- Il processo compositivo è stato simile a quello per il precedente album in studio. L'unica differenza è che per questo disco Lawrence Mackrory ha lavorato con il produttore Daniel Bergstrand presso il Dug Out Studio, e siamo stati fortunati di questa importante collaborazione. Batteria e chitarre ritmiche sono state registrate dal vivo, poi abbiamo aggiunto il basso, gli assoli e le voci. Quello che si può ascoltate sugli album dei Lik è ciò che potrete ascoltare in un nostro live. Per quanto riguarda le mie canzoni preferite, posso dirti che variano di volta in volta. Citerei "To Kill", "The Deranged" e "Celebration of the Twisted".


4. Ho apprezzato il video musicale per la song "Dr. Duschanka". Ho subito pensato che il riff di apertura sia in perfetto stile Entombed/Dismember. Sicuramente una scelta voluta come tributo ai vecchi classici!

- La canzone è senza ombra di dubbio in stile Dismember. Ma sì, ogni cosa che facciamo è un omaggio alla vecchia scuola del death metal svedese, e non lo abbiamo mai negato. Cerchiamo solo di tenere più in alto possibile la "bandiera dell'odio".

5. Ti ha mai infastidito il fatto che molta gente abbia considerato i Lik come una "band clone" di gruppi storici come Entombed e Dismember?

- No, per niente. Come ho detto poc'anzi, la nostra musica è tutt'ora un tributo a band quali Dismember ed Entombed. L'amore e il rispetto per i Dismember sono i motivi principali per cui abbiamo deciso di iniziare a suonare come Lik.

6. Pensi che la vostra proposta musicale possa in qualche modo evolversi nel futuro prossimo?

- No. Ci piace il modo in cui suoniamo, quindi perché cambiare? Creare la nostra musica è una grande soddisfazione, anche perché possiamo metterla in relazione con i nostri eroi di sempre, per così dire. È difficile da spiegare, ma non vorremmo essere diversi da ciò che siamo.

7. Quali batteristi ti hanno ispirato nell'arco della tua carriera?

- Le mie influenze principali sono Dave Lombardo, Nicke Andersson, Eric Carr e Per Möller Jensen. Mi ispiro anche a molti altri batteristi, ma questi sono i miei preferiti. Batteristi fantastici.

8. Qual è stato l'ultimo album che hai acquistato? Che cosa hai ascoltato di recente?

- L'ultimo album che ho comprato è "The Satanist" di Behemoth, se ricordo bene. So quello che mi piace e gran parte degli album che preferisco li ho acquistati negli anni '90, quindi tutto è al suo posto. Hahahahaha! Recentemente ho ascoltato gli ultimi dischi di Cannibal Corpse, Immortal, Twelve Foot Ninja, FKU, Judas Priest, Dreadful Fate, Gruesome...

9. Cosa ti piace della musica estrema?

- L'aggressività, la passione, la forma d'arte e gli aspetti brutali di essa. Ci sono tanti modi per esprimere la musica estrema, ed è per questo motivo che diventa un flusso in continua crescita. ;)

10. Grazie per l'intervista! Ti auguro il meglio!

- Grazie per l'interesse dimostrato nei confronti dei Lik.


CONTATTI:  
likofficial.bandcamp.com/album/carnage
facebook.com/LIKofficial

LIK line-up:

Chris Barkensjö - Batteria, Voce
Tomas Åkvik - Voce, Chitarra
Niklas "Nille" Sandin - Chitarra, Basso

RECENSIONE: 
LIK "Carnage" 2018 - Metal Blade Records




venerdì 6 luglio 2018

Recensione: YOB "Our Raw Heart"
2018 - Relapse Records




"Our Raw Heart" è caratterizzato dal suono di un respiro affannato che si fa sentire più vicino, sempre più incessante, ascolto dopo ascolto. Ed è a passi pieni di drammatico esistenzialismo che il leader Mike Scheidt si trascina, lungo i solchi scavati dall'intero album. Traendo linfa da una brutta esperienza personale (nel 2017 il musicista era stato colpito da una grave diverticolite intestinale), Scheidt mette insieme dei brani evocativi nati dalle profondità multidimensionali del suo animo, e la cui struttura narrativa si basa sui ritmi/riff incisivi del doom, quello meno convenzionale. Le inquietudini represse trovano terreno fertile in una vasta dimensione viscerale perfettamente funzionale allo scopo. "Our Raw Heart" alimenta movimenti ciclici che si sovrappongono per evidenziare l'abilità di una formazione che in qualsiasi momento lascia il segno, sostenendo una "imprescindibile" sensibilità artistica. Sette le tracce, tra le quali spicca la fascinosa "Beauty in Falling Leaves". Grandi YOB. Da acquistare a scatola chiusa, come spesso si usa dire.

Contatti: 

yobislove.bandcamp.com/album/our-raw-heart
yobislove.com 
facebook.com/quantumyob

TRACKLIST: Ablaze, The Screen, In Reverie, Lungs Reach, Beauty in Falling Leaves, Original Face, Our Raw Heart




mercoledì 4 luglio 2018

Intervista: SHE SPREAD SORROW - "IL LENTO DIVENIRE"






NON E' SEMPLICE DESCRIVERE IN POCHE PAROLE L'UNIVERSO CHE RUOTA INTORNO ALL'ARTISTA NOSTRANA ALICE KUNDALINI, COMPOSITRICE PER IL PROGETTO SHE SPREAD SORROW. UNA COSA E' CERTA: L'INTENTO DI TRASPORTARE L'ASCOLTATORE IN LUOGHI SCONOSCIUTI PUO' DIRSI RAGGIUNTO TOTALMENTE. "MIDORI", IL TERZO ALBUM DELLA SUA CARRIERA, E' UN LAVORO CHE MERITA PIU' DI UN ATTENTO E APPROFONDITO ASCOLTO.

1. C'è una evidente continuità tra "Midori" e i tuoi precedenti lavori in studio, ma l'atmosfera che si respira oggi è più "drepressiva". Che ne pensi?

- Sicuramente direi più intima. Midori è per me un album radicato molto profondamente, certamente connesso a elementi molto scuri del mio essere, ma anche liberatorio e catartico. Questo a livello strettamente personale. Per chi lo ascolta credo risulti meno aggressivo, ma più narrativo dei precedenti.

2. Vita personale e musica sono due mondi differenti? Cerchi di tenerli separati, oppure no?

- Direi che la musica è parte integrante della mia vita personale. Non interpreto le due cose come sconnesse, anche se ovviamente mi dedico anche ad attività non inerenti alla musica e frequento molte persone davvero distanti da questo mondo. Direi che tutto fa parte di un unicum che poi si declina sotto varie sfaccettature.

3. Qual è la vera dimensione di Alice Kundalini? Ti riconosci più nella vita reale o nel mondo parallelo dell'arte?

- Sicuramente sono maggiormente a mio agio in quelle che sono le attività di natura più espressiva ed artistica, ma non ritengo che vita reale e arte siano realtà parallele. Sono sempre collegate fortemente tra loro attraverso il modo di esperire le cose, di relazionarsi con le persone, di comunicare e di percepire quello che è altro da noi. Ciò che si fa è solo una declinazione ed espressione di ciò che si è, e quello è costante e crea quel tessuto fitto che lega il parlare con il barista sotto casa a scrivere un testo per quello che potrà essere un futuro brano. Non ritengo che siano mondi paralleli in cui ci si trova, ma uno stesso mondo, una stessa persona, che semplicemente fa cose differenti in momenti differenti. Alcune cose sono più "confortevoli" altre meno. Alcune più piacevoli, altre meno.

4. Come si è evoluto il concetto di ambient music nella tua proposta? Com'è cambiato il tuo approccio nel corso del tempo?

- Maggior cura nel suono e attenzione per i dettagli, sia nei live che nelle registrazioni. E un progressivo percorso di interiorizzazione per cui ho messo sempre più qualcosa di me, di vivo, di personale e di profondo in quello che faccio. Dal punto di vista sonoro, il suono segue quello che è necessario per me esprimere e semplicemente veste un tipo di stato emotivo in cui mi trovo. E' sempre molto poco meditato e molto istintivo. In alcuni album più carnale, in altri più razionale, in altri brani più cinematografico, in altri ancora soffuso e delicato, intimo e personale.

5. Qual è il tuo principale obiettivo?

- Essere felice, insieme alle persone che amo, facendo le cose che amo.

6. Come sei entrata in contatto con la Cold Spring? Soddisfatta del loro operato?

- La Cold Spring rappresenta tantissimo per me. E' l'etichetta che mi ha cresciuta musicalmente. Ed è stato ad un festival a Londra della Cold Spring a cui partecipavo come pubblico che mi è venuta voglia di iniziare il mio progetto solista. Quando ho terminato Rumspringa, il mio primo lavoro solista, dopo qualche intoppo con delle piccole label italiane, ho pensato che volevo provarci. Ho inviato il mio demo alla Cold Spring e dopo qualche giorno Justin mi ha risposto che aveva ascoltato molto il mio lavoro e che gli piaceva davvero. E che voleva provarci. Con loro ho cominciato il mio percorso in maniera differente e gli devo tantissimo. Soddisfatta non è la parola corretta, gli sono grata, immensamente, per aver creduto in quello che faccio e per tutto il supporto e la motivazione che mi hanno dato in questi anni con la loro presenza.

7. E se ti chiedessi di esprime un'opinione sull'attuale scena musicale italiana?

- Mi sembra sempre molto vivace. Con mille sfaccettature e mille personaggi, tra i più preparati, a quelli che ci provano e basta, tanto per divertirsi o sentirsi parte di qualcosa. Tra collezionisti di dischi, collezionisti di strumenti, persone dedite solo a field recordings e pedali con distorsioni, altri a sintetizzatori intrasportabili o strumenti costruiti a casa, tra quelli socievoli e simpatici e i soliti depressi, pessimisti e eternamente insoddisfatti, direi che il panorama è vario, vivo e attivo. Ovviamente lamentoso ...."in Italia non si fa mai nulla"....ma non sono d'accordo. Ci sono tante realtà, piccole e grandi, in cui io ho visto un sacco di passione e voglia di continuare a fare, a impegnarsi, per organizzare eventi, suonare, collaborare, produrre. Poi ovviamente c'è l'altra faccia della medaglia, l'Italia pigra, che organizza e non partecipa, che fa suonare solo gli amici, che va avanti a conoscenze, l'Italia autocelebrativa, in cui sono bravi solo quelli che mi dicono che sono bravo, l'Italia fallocentrica, invidiosa, indolente. Tendenzialmente io ho trovato molto più supporto all'estero per quello che faccio, sia come etichetta che come live. Però non per questo dico che l'Italia fa schifo e qui non succede nulla.

8. Pensi che la musica contemporanea possa ancora essere qualcosa di rivoluzionario?

- Certo che sì. "E' già stato fatto tutto" è solo la scusa delle persone che seguono in attesa che arrivino quelli che anziché seguire cambiano la rotta. Facendo il meglio che si può, si prepara sempre la strada alla prossima rivoluzione.

9. Progetti per il futuro? Grazie per la tua disponibilità.

- Sto lavorando a nuove uscite e organizzando live che riprenderanno ad Ottobre in Europa. Sto anche lavorando ad una collaborazione per un nuovo progetto con sonorità abbastanza differenti da quelle che ho come solista. Per il resto, semplicemente fare il meglio che posso e stare bene.


CONTATTI: 
coldspring.bandcamp.com/album/midori-csr251cd
facebook.com/shespreadsorrow 


SHE SPREAD SORROW line-up:

Alice Kundalini - Compositrice


RECENSIONE:
SHE SPREAD SORROW "Midori" 2018 - Cold Spring