martedì 29 dicembre 2015

Recensione: DSA COMMANDO "Sputo"
2015 - Thriller Machine | Tannen Records




I savonesi DSA COMMANDO non hanno bisogno di particolari presentazioni. Se è vero che l'habitat influenza l'essere umano, questi 4 ragazzi non potevano crescere ed esprimersi in maniera differente. I loro brani (da sempre) possiedono un piglio severo, sincero, alimentato da una carica di dissenso che non passa inosservata. Quando ascoltai per la prima volta i DSA fui colto da una sensazione contraddittoria, ma poi, approfondendo attentamente, mi resi conto che il loro credo è la conseguenza di una freschezza creativa interessante. Era come un malessere per certi versi contagioso, avvolgente e che nel tempo non mi ha più abbandonato. Sono concreti senza cadere nelle solite categorie dell'hip-hop italiano, sono duri ma anche sperimentali, merito di Sunday (Thriller Machine), colui che costruisce il muro di suono del progetto. Non tutti sanno essere eccessivi (concettualmente), diretti e ispirati. Scrivere musica è per i DSA una sorta di terapia, di catarsi liberatoria che completa il loro percorso di guarigione e rinascita. Dopo l'abbandono di Heskarioth, il gruppo ligure è diventato molto più maturo di prima, pronto ad esplorare l'esperienza di un nuovo album in studio, pronto a lasciare ancora il segno. Perciò, se li conoscete già e avete una precisa idea di cosa sia il "vero" rap, vi sarà facile capire il contenuto di "Sputo". Un assalto all'arma bianca, una garanzia composta dai colpi letali inferti dalle metriche di Krin 183, Mac Myc, HellPacso, e dai bombardamenti al vetriolo dei beat che, tramortiscono non appena entrano in circolo. E' trascorsa una lunga decade di sangue e i DSA sono ancora integri e integerrimi. Dovevano passare degli anni affinché la gente capisse la loro presa di posizione. Grazie alla lunga gavetta, oggi potrebbero insegnare la giusta attitudine a tante realtà (vecchie e soprattutto nuove) attive in questa Nazione ormai decrepita. "Sputo" custodisce il materiale che pochi si aspettavano, ma che tutti agognavano dopo l'uscita di "Retox". E' il disco che racchiude più significati legati all'esistenza stessa della band. Ci sono dei momenti in cui mi pare di rivivere esperienze vissute e tutto ciò se da un lato è strano, dall'altro è certamente positivo per me, perché tanta vitalità finisce per essere purificatrice. E il medesimo discorso potrei farlo per le precedenti uscite dei nostri. Penso che le loro canzoni, comprese quelle più oscure e arrabbiate, celino messaggi di speranza, anche se, questa è una società che lascia poco respiro e tempo per sognare, che manipola le coscienze depredandone la libertà. Si può dire tutto dei DSA COMMANDO, ma nessuno potrà mai accusarli di essersi venduti al sistema. Fin dagli inizi sono stati anticonformisti e schiavi solo dei loro incubi interiori. E poi è inevitabile che una cultura come quella dell'hardcore/punk, simile per provenienza, eserciti una grossa influenza su di loro (i cori da gang presenti nelle tracce diventano una vera e propria chiamata alle armi). Davvero buone le prove degli artisti coinvolti nell'album: Danno (Colle der Fomento)
, Sad Vicious (Droogz Brigade), Zulù (99Posse)
. "Sputo" (completamente prodotto da Sunday) li riporta in vetta e con merito. 16 canzoni oneste, rabbiose, profonde e trascinanti, forti di un mood d'acciaio inossidabile. I DSA hanno spinto la musica hip-hop verso un livello superiore, scavalcando i soliti format commerciali. Acquistate la vostra copia su CD, visto che l'edizione in vinile stampata dalla Tannen Records (limitata e numerata a mano) è già sold out. Chiude il cerchio la copertina disegnata da Ed Repka. Da avere!

Contatti: dsacommando.com

TRACKLIST: Crazy train, Sputo, Carneficina, Children of dog, Coldwar 53, Terrorizers feat. Danno (Colle der Fomento), Fumo e merda, Drunken masters, Il giorno in cui oscurammo il cielo, La malasorte non perseguita feat. Zulù (99Posse), Sequestro feat. Sad Vicious (Droogz Brigade), Speedgasm, Nel nome di nessuno, Balaclava, Laserwolf, Fantasmi








giovedì 24 dicembre 2015

Recensione: THE HUMAN VOICE "Silent Heart"
2015 - Cyclic Law




Il nome THE HUMAN VOICE si annida nella dimensione più intimista delle sonorità strumentali, infondendo in esse la giusta dose di drammaticità. Capacità, questa, che eleva Herleif Langas (conosciuto come NORTHAUNT), al di sopra della media generale. Intendiamoci, "Silent Heart", secondo album scritto dal compositore norvegese, non apporta novità sostanziali al suo stile, tuttavia ne illustra con intensità i canoni, ponendo solide basi per il futuro di questo progetto parallelo. Qui si può cogliere la tristezza, la fragilità e qualsiasi altra sensazione legata all'artista. Lontano dalle manie intellettualistiche di molti colleghi attivi nella scena, Herleif riscopre il lato fosco più consono alla propria ricerca musicale, mettendo in atto intriganti paralleli con gli schemi del mondo spirituale. Creare note così profonde e toccanti è come un processo di drenaggio. "Silent Heart" non trattiene solo il tempo, ma anche l'anima. Adatto a chi desidera camminare in luoghi immaginari e sconosciuti.

Contatti: 

facebook.com/The-Human-Voice 
cycliclaw.com

TRACKLIST: Midnight, Early Hours, Silent Heart, Landscape Seen Through Tears, Deep Blue, Stay With Me - Until it's Over, Armchair Traveler, We Are All Alone


martedì 22 dicembre 2015

Recensione: FIRESPAWN "Shadow Realms"
2015 - Century Media Records




L'obiettivo del primo "Shadow Realms" è quello di rinfrescare la memoria a coloro che non conoscono bene il vero peso e la caparbietà di questi musicisti della scena death metal svedese. I FIRESPAWN, infatti, si sono formati per volontà di cinque individui coinvolti nei già noti Entombed, Necrophobic, Unleashed... L'intero LP ripercorre un po' tutte le sonorità toccate dai nostri nel corso degli anni. C'è tantissima violenza, messa al servizio dell'ascoltatore. Il carattere deciso del gruppo trova buona linfa attraverso la forza distruttiva delle canzoni. Il songwriting è dinamico, potente, con un'interpretazione vocale perfetta e un'atmosfera rabbiosa, come detto, dallo stampo prevalentemente retrò. "Shadow Realms" è una testimonianza di vitalità per una compagine che ha molto da dare e da insegnare alle nuove leve. Pur rimanendo fedeli alle origini di questo genere, sono riusciti ad ampliarlo ulteriormente nei vari significati. Alla base di tutto c'è comunque la voglia di suonare death metal senza compromessi. Notevole.

Contatti: facebook.com/firespawnofficial

TRACKLIST: The Emperor, Imperial Burning, Lucifer Has Spoken, Spirit of the Black Tide, Contemplate Death, All Hail, Ruination , Necromance, Shadow Realms, Ginnunga, Infernal Eternal




lunedì 21 dicembre 2015

Recensione: SWALLOW THE SUN "Songs From The North I, II & III"
2015 - Century Media




"Songs From The North I, II & III", triplo album dei nordici SWALLOW THE SUN, è un oggetto di valore tanto bello quanto prezioso come può essere un gioiello, e lo si può considerare tale proprio perché pochi musicisti sono stati in grado di concepire qualcosa di così imponente. E' un gruppo coraggioso ma, soprattutto, ispirato. E' stato concesso, infatti, uno spazio consistente a ricami malinconici e spartiti metallici di notevole spessore, senza snaturare però il classico trademark che li accompagna ormai da 15 anni. Ogni arrangiamento tende a fondersi in uno sconvolgente mélange stilistico che testimonia la natura eclettica dei nostri. Una differenza sostanziale deriva dal particolare approccio alla composizione che, in questo caso, si rivela più vario che in passato. Gli Swallow The Sun non si sono posti alcun limite, guardando in tutte le direzioni possibili, sfruttando le loro capacità tecniche ed espressive. Chiunque ascolti attentamente le tre parti del disco potrà confermare quanto dico. Si tratta senz'altro della loro miglior release di sempre, e non solo da un punto di vista prettamente esecutivo, ma anche emozionale. L'unione degli elementi costituisce una sorta di trasposizione in musica dello spirito nero della band finlandese. Solo pochi eletti sapranno apprezzare e amare quest'opera d'arte complessa e articolata. L'unica cosa che mi importa veramente è di essere coerente con me stesso, quindi, continuo a dare spazio e visibilità agli artisti meritevoli.

Contatti: 

swallowthesun.net 
facebook.com/swallowthesun 

DISCO 1: With You Came The Whole Of The World’s Tears, 10 Silver Bullets, Rooms And Shadows, Heartstrings Shattering, Silhouettes, The Memory Of Light, Lost & Catatonic, From Happiness To Dust

DISCO 2: The Womb Of Winter, The Heart Of A Cold White Land, Away, Pray For The Winds To Come, Songs From The North, 66°50´N,28°40´E, Autumn Fire, Before The Summer Dies

DISCO 3: The Gathering Of Black Moths, 7 Hours Late, Empires Of Loneliness, Abandoned By The Light, The Clouds Prepare For Battle




sabato 19 dicembre 2015

Recensione: SUNN O))) "Kannon"
2015 - Southern Lord Recordings




Nuovo full-length per i sacerdoti cosmici vestiti di nero. I SUNN O))) ci regalano un ennesimo, intenso viaggio spirituale, un turbine di emozioni ipnotiche che lasciano trasparire quel determinismo letale dal quale è molto difficile sfuggire. Il tutto è stato suddiviso in tre composizioni. L'approccio alla musica è decisamente personale, riconoscibile, ricco di contrasti e deciso a non chiudersi in quella nicchia di ostinazione fine a se stessa. Tutte le frequenze giocano un ruolo cruciale nel loro suono e le costruiscono in modo che funzionassero anche dal vivo (soprattutto durante le esibizioni live). "Kannon" si attiene ad un regitro definito, per questo motivo deve essere analizzato come un'opera olistica. Chi li conosce sa che i Sunn O))) cercano un impatto potente, un muro di suono, ma anche una certa drammaticità che rappresentasse un complemento davvero importante. Non c'è altro da aggiungere. Un intenzionale equilibrio tra follia, fedeltà, distacco, misticismo, autocelebrazione. I fanatici del gruppo americano non potranno che approvare.

Contatti: 

sunn.bandcamp.com/kannon
sunn.southernlord.com
facebook.com/Sunn-O 

TRACKLIST: Kannon 1, Kannon 2, Kannon 3


venerdì 18 dicembre 2015

Recensione: ALLSEITS "Chimäre"
2015 - Cyclic Law




In questo "Chimäre" la definizione sonora della musica viene assorbita e trasformata dallo spessore dell'atmosfera dipinta da Nina Kernicke, colei che si occupa di scrivere il materiale per ALLSEITS. L'ascoltatore potrà così abbandonarsi fino a smarrire la sua anima in un universo permeato di luci e ombre e mera desolazione. Il secondo disco, pubblicato da Frederic Arbour della Cyclic Law, è un lavoro vertiginoso tutto da scoprire. Ogni passaggio si nutre del caos interiore per alimentare un progetto dietro cui si cela un artista a tutto tondo. Nina è una compositrice esperta che merita attenzione. Sei brani sospesi tra ambient, drone, noise, martial e psichedelia. Non è un'opera di facile fruizione, ma se approfondita nel posto giusto e al momento giusto potrà dare delle belle soddisfazioni ai fan delle correnti stilistiche citate poc'anzi. Interessante.

Contatti:

facebook.com/All-Sides-Allseits
cycliclaw.com 

SONGS: Drown, In The Hills, Interlude, Monster, October, Sink In Sideways


giovedì 17 dicembre 2015

Statistiche: 232.052 visite su SON OF FLIES webzine




SON OF FLIES WEBZINE continua ad ottenere ottimi risultati. In tre anni e due mesi ho scritto e pubblicato 1.432 post. Il blog ufficiale della mia Webzine ha superato 232.000 visite.

Grazie per il SUPPORTO! Christian Montagna

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Recensione: DIRA MORTIS "Psalms of Morbid Existence"
2015 - Defense Records




La fermezza e l'intransigenza sonora rafforzano l'attitudine di questi DIRA MORTIS, abili a farsi largo tra tutte quelle formazioni old school che vivono nei meandri dell'underground. I quattro ritornano sulle scene con un secondo full-length corpulento che, tiene fede al loro marchio di fabbrica. Passano gli anni ma la sete di sangue resta sempre la stessa. "Psalms of Morbid Existence" è stato composto per soddisfare chiunque sia appassionato di tali sonorità. Se oggi siamo ancora qui a parlare di puro death metal lo dobbiamo a gruppi perseveranti come i Dira Mortis. Questa volta le canzoni suonano più sadiche e horror. Death metal significa, prima di tutto, essere scomodi, violenti e viscerali. Il nuovo capitolo potrebbe conquistare le luci della ribalta. Le coordinate stilistiche delle precedenti releases non sono cambiate, ma stavolta ogni cosa va per il verso giusto ed è elevata all'ennesima potenza. Il combo polacco è, sicuramente, una delle realtà più valide dell'Europa dell'Est.

Contatti:

facebook.com/diramortis
defensemerch.com 

SONGS: Filth Agonizing Echoes of Putrid Invocation, Humanity Enforcement Proceedings, Dawn of Psychotropic Ages, Transcendental Fleshless Incineration, Adoration of Transcended Essence, Self - Destructive Salvation, Cold Uncreation, Slavery


domenica 13 dicembre 2015

Intervista: ABATON - "IL RAPIDO DISFACIMENTO DELLA CARNE"






IL SOUND DEGLI ABATON, PROVENIENTI DALL'EMILIA-ROMAGNA, E' IL RISULTATO DI UNA SPERIMENTAZIONE CONTINUA, CHE LI RENDE UNO DEI GRUPPI PIU' VALIDI DEL PANORAMA ITALIANO. ERA QUINDI DOVEROSO FARE UNA CHIACCHIERATA CON I MUSICISTI DI FORLI'.

1. Ciao ragazzi. Iniziamo l'intervista con una breve presentazione del gruppo? Indispensabile per chi ancora non conosce il nome degli Abaton.

- Il progetto Abaton nasce nel 2009 con il preciso intento di creare qualcosa di significativo a partire dalla sintesi dei singoli elementi che lo compongono. Ognuno di noi con un bagaglio specifico e unico ma che sommato al resto dona una personalità ben distinta al gruppo.

2. Potete raccontarci dei particolari sulla fase compositiva del vostro nuovo album?

- Visto il cambio di line-up affrontato, il nuovo album è stato composto in maniera differente da Hecate. Ci siamo affidati, però, come del resto abbiamo sempre fatto, al potere dell’improvvisazione che, essendo per noi un momento di grande ispirazione, permette di trovare ed estrapolare poi le componenti migliori e più in linea con l’armonia generale che vogliamo conferire al brano. Ciò partendo, in egual misura, da basso, batteria o chitarra. Ciò che ne risulta comprende l’impegno, tutte le idee e la soddisfazione di tutti i componenti.

3. Gli arrangiamenti sono abbastanza articolati... Cercate di mantenere le vostre idee aperte ad ogni tipo di soluzione?

- Tutti noi ci sentiamo a nostro agio mantenendo una certa flessibilità compositiva, senza gli schemi di un genere in particolare, ma rimanendo coerenti con la nostra idea del singolo brano all’interno dell’intero album.

4. Capita spesso che il secondo album di una band oltre ad essere di notevole importanza, è anche quello che mette in evidenza i migliori arrangiamenti e un maggiore controllo strumentale. Siete d'accordo?

- Siamo consapevoli che è stato un percorso evolutivo netto. Il nuovo album è estremamente diverso dal precedente, non per forza migliore, ma certamente più curato e complesso.

5. Come si è svolta la produzione dell'intero "We Are Certainly Not Made of Flesh"?

- Innanzitutto abbiamo dato ampio spazio alla creazione di un concept che ci soddisfacesse a livello concettuale. I testi, poi, hanno rappresentato l’espressione verbale delle idee sottostanti. Siamo così passati alla fase compositiva, musica e voce. E’ il modo più efficace per noi di lavorare al meglio. A questo punto siamo stati contattati dal Kreative Klan per la registrazione e dobbiamo riconoscere che il loro contributo è stato prezioso. Ricordiamo anche la partecipazione di grande valore di Sean Worrel (nel brano IV) che tutt’ora ci sentiamo di ringraziare.

6. Perché avete deciso di utilizzare dei titoli cosi particolari per identificare i brani?

- I titoli rappresentano l’esperienza interiore che il concept vuole descrivere. L’uomo parte dal piano materiale per giungere infine in quello spirituale. E’ una spirale omnidirezionale il cui nodo centrale è rappresentato da N, sorgente e frutto stesso del percorso. Ogni brano, dunque, rappresenta una fase specifica del viaggio, i cambiamenti di coscienza e le conseguenti riflessioni che l’uomo, sia in carne che in spirito, sperimenta e fa suoi. Gli interludi sono le porte di accesso tra la fase appena vissuta e la prossima, spazio di meditazione e profonda comprensione. Qui la mente non pensa ma vede.

[I] – L'uomo che si inebria dell'estasi della perfezione insita nella bellezza divina e programmata della natura, sentendosi un tutto con lei

[II] – L'uomo che accoglie il freddo atteso abbraccio della morte, che implacabile ma giusta consuma il corpo per liberarlo da pesi inutili

[N] – L'uomo che muove dubbiosi passi nel limbo tra I due universi: desiderio e dolore terreni o cima dorata del puro spirito?

[IV] – L'uomo che non è più uomo ma pura luce divina, spoglio del richiamo della carne, contempla la nuova e perfetta dimensione dell'essere

[V] – L'uomo che, ormai trasceso, estingue la sua forma fondendosi con il tutto... tornando ad essere il tutto

7. Molto spesso, la musica degli Abaton attinge linfa dal black/doom metal e dallo sludge, ma vorrei sapere quali sono stati i vostri punti di riferimento più importanti. Quali le formazioni che vi hanno influenzato maggiormente sul piano compositivo?

- Sul piano compositivo tutti gli artisti che ascoltiamo personalmente influenzano la nostra musica. Molte volte traiamo ispirazione dalle band con cui abbiamo condiviso il palco, ma vorremmo citare in particolare Nero di Marte, Stormo, Nurosis o Converge.

8. Oggigiorno, quanto è importante mantenere un sound riconoscibile? Come si può emergere dall'underground?

- Siamo dell’idea che oggigiorno sia di fondamentale importanza avere un sound ben distinto e con una personalità specifica. E’ ciò che permette di emergere dalla miriade di suoni possibili e di farsi strada con un corpo artistico ben determinato, più facile da identificare e ricordare. Chiaramente anche la costanza, sia nel calcare i palchi che nel mantenere il proprio spirito genuino sono di grande importanza.

9. Che rapporti avete con la scena metal italiana?

- E’ nostra abitudine stringere e mantenere ottimi rapporti con le band con cui suoniamo. Ciò ha prodotto occasioni incredibili di scambio (sia in ambito musicale che umano). Ricordiamo, a questo proposito, lo split con i Viscera e i tour con Lambs, Forgotten, Sedna e Viscera. Esperienze fantastiche avvenute proprio grazie all’approccio di condivisione e cooperazione che ci piace mantenere.

10. Progetti futuri? Grazie per l'intervista.

- E’ già in lavorazione qualcosa di nuovo, sia per quanto riguarda pezzi nostri che collaborazioni con altre band per cui consigliamo di tenere alta l’attenzione. Ti ringraziamo per l’opportunità e ne approfittiamo per salutare tutti quelli che ci supportano e ci ascoltano! Abaton


CONTATTI:

abaton.bandcamp.com 
facebook.com/Abaton
martiredischi.net
unquietrecords.com
drownwithin.wordpress.com


ABATON line-up:

Silvio Sassi - Voce
Marco Burbassi - Chitarra
Riccardo Petrini - Basso, Voce
Damiano Rogai - Batteria


RECENSIONE:
ABATON "We Are Certainly Not Made of Flesh" 2015


venerdì 11 dicembre 2015

Recensione: WORDCLOCK "Self Destruction Themes"
2015 - Cryo Chamber




Ritengo che il nuovo album composto da Pedro Pimentel sia la release più intensa ed emozionale pubblicata dall'etichetta Cryo Chamber, soprattutto se si fa riferimento alle sue uscite del 2015, anno ormai agli sgoccioli. "Self Destruction Themes" è un'opera notturna, arricchita dalle vibranti note del violoncello suonato da Amund Ulvestad. Le 10 tracce possiedono quella dimensione corale che si ricollega spesso a certa magniloquenza del dark ambient. Ovviamente, solo alla fine dell'intero ascolto si può riconoscere anche come la musica di WORDCLOCK sia in grado di mostrare profondi sentimenti ed esempi da tenere fortemente in considerazione. Si scopre così che Pedro fa leva su una straordinaria capacità, quella di riuscire a levigare i suoni giusti senza l'ausilio di nessuna forzatura. E grazie a questa dote è stato in grado di sintonizzarsi con il proprio "io" interiore per parlare con la nostra anima indifesa. Un talento da tenere sott'occhio.

Contatti:

cryochamber.bandcamp.com/self-destruction-themes
facebook.com/wordclock

TRACKLIST: Here we'll be Gone, The Fever of our Waiting, It May Come, When Indecision Strikes, Something More, More often than not, Every Shade, Something Else, 32 Walls, Lack of Language


domenica 6 dicembre 2015

Recensione: INFECTION CODE "00​-​15: l'avanguardia industriale"
2015 - Argonauta Records




La Argonauta Records ha pubblicato il nuovo EP dei piemontesi INFECTION CODE, e lo fa uscire dopo aver dato alle stampe "La dittatura del rumore" (2014). Il gruppo di Alessandria, ha così deciso di festeggiare i suoi 15 anni di onarata carriera facendosi ascoltare e vivere in pieno mediante quattro tracce, nelle quali troverete un solo inedito. Per gli Infection Code, a distanza di tanti anni, vale ancora la stessa regola: "IL FUTURO E' ADESSO". Partendo da questo presupposto, è stato possibile decifrare le loro scelte, oggi, più attuali che mai. Il sound trasuda una cupezza che, pur riferibile a tutte le composizioni, non può essere giudicata crudele o insensata. La musica degli Infection Code esiste perché succhia linfa dal grigiore dei nostri giorni. "00​-​15: l'avanguardia industriale" ha un effetto molto più ipnotico e seducente. Dopo aver approfondito, non posso che ritenermi soddisfatto.

Contatti: 

infectioncode1.bandcamp.com/00-15-lavanguardia-industriale
facebook.com/infectioncode 
argonautarecords.com

TRACKLIST: Cupavanguardia, Martire, Origine, Grigio

sabato 5 dicembre 2015

Recensione: WAILIN STORMS "One Foot in the Flesh Grave"
2015 - Magic Bullet Records




"One Foot in the Flesh Grave", il primo full-length dei WAILIN STORMS, è un disco pieno di energia e ricco di idee interessanti. Il quartetto sa come far valere il proprio nome: la scrittura è dinamica e radicata nel punk. Le note sono spesso spigolose perché risentono dell'essenza ruvida del rock puro e del noise-core, e ciò crea un impatto notevole, tagliente e incisivo, un approccio guidato da un'inquietudine difficile da tenere a bada. Gli anni '80/'90 restano ben impressi nella mente dei musicisti del gruppo (formatosi a Corpus Christi, città del Texas). Gli spiriti del passato continuano a mietere vittime (accade nelle varie diramazioni del rock odierno). Analizzando l'aspetto compositivo, non si può criticarli in nessun modo. In pratica sette canzoni compatte che mischiano sostanza e concretezza. E scusate se è poco.

Contatti: 

wailinstorms.bandcamp.com
facebook.com/Wailin-Storms
magicbulletrecords.com 

TRACKLIST: Don't Forget The Sun, Ribcage Fireplace, Mystery Girl, Walk, Lost, Light as a Feather Stiff.. as a Board, German Fur Tails




giovedì 3 dicembre 2015

Recensione: SHINING (NOR) "International Blackjazz Society"
2015 - Spinefarm Records




Quando ascolto l'eclettismo ricercato e bizzarro dei norvegesi SHINING mi vengono in mente i vari John Zorn, Marilyn Manson, Mike Patton, NIN, Rob Zombie; artisti che, pur proseguendo su direzioni diverse, continuano a tener testa (chi più chi meno) mantenendo una posizione di privilegio all'interno del panorama musicale mondiale. Gli Shining hanno imparato le loro lezioni e lo dimostrano con "International Blackjazz Society". Il valore del disco ribadisce l'importanza dei musicisti scandinavi, bravi ad incastrare jazz, rock, metal, industrial. La solidità della tracklist svela un suono psicotico di rilievo. Superiore al precedente full-length, e capace di raggiungere risultati di tutto rispetto. Nonostante le buone intenzioni, che a tratti potrebbero sembrare volutamente artefatte, ci troviamo di fronte a un'opera riuscita e suonata da veri professionisti. Insomma, "International Blackjazz Society" unisce arte, estro, tecnica e tecnologia. Da provare.

Contatti: 

facebook.com/shiningnorway 
store.universalmusic.com/spinefarm/shining

SONGS: Admittance, The Last Stand, Burn It All, The Last Day, Thousand Eyes, House Of Warship, House Of Control, Church Of Endurance, Need


martedì 1 dicembre 2015

Recensione: SUBHEIM "Foray"
2015 - Denovali Records




Dopo cinque anni di trepidante attesa, Kostas Katsikas (aka SUBHEIM) tira fuori un altro strepitoso album pubblicato dalla nota Denovali Records. Il compositore greco, trapiantato a Berlino, non conosce limiti. Messe un po' da parte le atmosfere liquide e distese del debutto "Approach" (2008) e le oscillazioni orchestrali racchiuse nel secondo "No Land Called Home" (2010), ha preferito lasciare spazio agli aspetti più contrastanti del sound, senza danneggiare il suo stile, sempre in bilico tra trip-hop, electro, ambient e downtempo. Un modus operandi attento, meticoloso, che ha anche il merito e l'onestà di non porsi come un autocelebrazione fine a se stessa; un modo per guardare ad un orizzonte più ampio. E' giunto così ad una modalità espressiva che si collaca perfettamente nella musica contemporanea toccando temi e tempi differenti. Lo scenario proposto da "Foray" diventa la voce delle angosce dell'uomo moderno. Katsikas ha capito che è più facile e interessante esplorare nuovi luoghi, metaforici e non, piuttosto che affidarsi agli stessi e, in questo senso, i fatti hanno premiato le sue scelte. Per tutti gli amanti di tali sonorità è un acquisto OBBLIGATORIO.

Contatti: 

subheim.net 
denovali.com/subheim
soundcloud.com/subheim
facebook.com/subheimmusic

TRACKLIST: Bitter, Neon, Foray, Alone, Red Ridge, Night Walk, Forsaken, Silence, Arktos, Berlin