sabato 31 agosto 2013

Recensione: FAUSTEN "Fausten"
12” EP (+ full CD in the sleeve) | CD | DIGITAL 2013 - Ad Noiseam




I demoni di una società logorata dal progresso asfissiante ci tagliano a pezzi per farsi spazio nel tunnel sonoro generato da FAUSTEN. Inquietanti immagini post-industriali definiscono severamente lo spazio ossessivo dei suoi brani, maledettamente cinici/apocalittici nelle atmosfere. L'odissea dei compositori scava nel dolore represso per seviziarlo lentamente, con maniacale verticalità. Le ferite sul tessuto cutaneo si riaprono per far stillare sudore e sperma, un mix denso che feconda violentemente l'intero grembo dei tormenti nascosti, dei sentimenti sprezzanti/evanescenti, che durante l'ascolto si ritorcono inevitabilmente contro noi stessi. Fausten annulla ogni moto esterno e fa emergere la colluttazione delle infinite, inesauste, rivoluzioni interne. La forza della musica, allontanandosi dalla logica razionale, qui conferma di essere il solo parametro di se stessa. Nessun altro metro di giudizio, nessuna chiave di lettura che non sia quella interna alla musicalità assassina. Il tiro dei due artisti è diretto, quasi istantaneo nella propria manifestazione, nella distruzione delle apparenze. Le loro qualità compositive sfamano l'universo malato che gli ruota attorno! Gesti e ritmiche experimental, noise, industrial davvero impressionanti, modi riconoscibili anche nei passaggi più strani, contorti. Il battito dannato di Fausten ordina una scansione di sequenza ben precisa che evoca formule di identificazione soggettiva. L'esecuzione maniacale è una lotta all'ultimo sangue: tutta l'opera lo dimostra dalla prima all'ultima nota. L'omonimo debut album è un elaborato 'capolavoro'! Già disponibile dal 23 Aprile 2013 per l'etichetta tedesca Ad Noiseam.

Contatti: facebook.com/pages/FAUSTEN/126026810749800 - adnoiseam.net

TRACKLISTING: Portal, Kranial, / A2. Punishment, / B2. Abort, / B1. Stahlblumen, / A1. Evisceration, Internal Dialogue, Punishment (Oyaarss Execution), Punishment & Evisceration (Dadub Remix), Evisceration (Ontal Remix), Scalpel Song.


venerdì 30 agosto 2013

Recensione: BLOODY HAMMERS "Spiritual Relics"
CD 2013 - soulseller records




Il fatto che molti gruppi stiano accarezzando le sonorità del passato è davvero innegabile anche se, per essere sincero, quando mi domando perché non rimango del tutto stranito. Le nuove generazioni di ragazzini viziati dovrebbero riflettere e cercare di approfondire la materia dei tempi già vissuti per capire le motivazioni che portano queste attuali formazioni a prendere determinate scelte, forse anche un po' condizionate dai fenomeni di massa attuali. Ma tutto sommato sono sicuro che certa gente continua a riproporre determinati generi perché veramente appassionata o legata agli albori dell'heavy sound. A certi geni non si può negare di emergere! I giorni, i mesi, gli anni, passano veloci, però è pur vero che prima o poi tutto ritorna all'origine, è questo il punto... Si, è sempre stato così. Ognuno prende le sue scelte suonando la musica che più gli piace, visto che la storia influenza costantemente l'essere umano e quindi lo stesso musicista. Gli americani BLOODY HAMMERS (provenienti dal North Carolina) li avevo recensiti in occasione del debut album omonimo uscito nel 2012 (pubblicato dalla Soulseller Records) e, devo dire riservai loro delle considerazioni più che positive, utilizzando termini come "coraggiosi", "arcani" durante la mia analisi generale. Le canzoni del nuovo "Spiritual Relics", se pur segnate dalle movenze di mostri sacri come Black Sabbath e Type O Negative (ancora una volta), sono potenti, groove, profonde ed emozionali. I Bloody Hammers dell'anno 2013 bagnano le nere coscienze nel sangue sacro degli 'Dèi' per rivelarsi al mondo dell'underground estremo. Non credo abbiano paura dei vostri giudizi e penso che il lavoro possa stuzzicare le attenzioni di molti appassionati. Questi quattro individui seguono il proprio istinto musicale per soddisfare prima di ogni cosa se stessi, poi, chi ascolterà. "Spiritual Relics" è un album duro che porta avanti una tradizione. I Bloody Hammers proseguono un cammino preciso ed evidente, niente di più. Resta il fatto che sono veramente piacevoli da ascoltare pur non inventando nulla. Ho ricevuto in anticipo la mia copia promozionale dalla Soulseller Records. Verrà pubblicato giorno 4 Ottobre 2013.

Contatti: bloodyhammers.com - bloodyhammers.bandcamp.com

TRACKLISTING: What’s Haunting You, At the Well of Nazareth, The Transit Begins, Shiver, Color Me Blood Red, Night of the Long Knives, The Source, Science Fiction, Flesh of the Lotus, Path of Sorrows.


giovedì 29 agosto 2013

Recensione: GOD IS AN ANSTRONAUT "Origins"
CD 2013 - rocket girl




Gli irlandesi GOD IS AN ANSTRONAUT fanno parte di una ristretta cerchia di "illuminati" concentrati a far crescere un messaggio/linguaggio sonoro ricercato, che attinge dalle più svariate/dense correnti stilistiche per toccare il cuore di chi ama gustare determinate sfumature esistenziali. "Origins" è il sesto album (strumentale) della band, un lavoro decisivo, che possiede quel fortissimo mood melodico (pulsante/vibrante) scatenato dal dna dei 5 musicisti. Un ritorno caratterizzato da un'inconfondibile feeling toccante.... Già le prime tracce si presentano nel migliore dei modi ("Calistoga" e "Transmission", due dei migliori esempi). Sono sempre stato molto affascinato dal potere delle loro note penetranti e dalle immagini evocate da esse, infatti, questa percezione soggettiva si fa ancora più marcata durante l'ascolto del nuovo cd. I God Is An Astronaut dipingono con pennellate 'decise' (...e forse anche 'decisive') un'altra tela astratta dalle grandi dimensioni, servendosi delle migliori tonalità calde/fredde. Gli opposti si attraggono spesso nell'universo del gruppo
e nel dramma di "Origins" tutto il loro sentire si eleva nella sconfinata bellezza. Ci sono tantissime influenze provenienti dai migliori The Cure (soprattutto nella scelta di certe melodie di chitarra), ma per questo aspetto, nessuno potrà giudicarli in maniera negativa. Appoggio la tesi dei fans che li vedono come una delle migliori creature del post / rock internazionale. Oggi, voglio elogiare, una formazione che davvero ha saputo crearsi un impero personale all'interno della scena. Emozionali!

Contatti: facebook.com/godiaa - superadmusic.com/god/?time=25042013

TRACKLISTING: The Last March, Calistoga, Reverse World, Transmissions, Weightless, Exit Dream, Signal Rays, Autumn Song, Spiral Code, Strange Steps, Red Moon Lagoon, Light Years from Home.


mercoledì 28 agosto 2013

Recensione: ULCERATE "Vermis"
CD | 2XLP | DIGITAL 2013 - relapse records




I devastanti ULCERATE si affidano alla rinomata Relapse Records per dare alle stampe il nuovo quarto album "Vermis", dopo il debutto "Of Fracture and Failure" del 2007 uscito per Neurotic Records e altri due full-length pubblicati dalla Willowtip: "Everything Is Fire" (2009) e "The Destroyers of All" (2011). La caratura del disco evidenzia la cattiveria di cui sono muniti questi tre musicisti neozelandesi. Passati 13 anni dai loro inizi (...fluendo nel tempo tiranno...), non hanno 'mai' attraversato periodi con cali espressivi/esecutivi. Tecnica ineccepibile e attitudine feroce sono le armi messe a lucido per uccidere i fans e gli appassionati di musica estrema (quella composta con inconfondibile maestria). Le note di "Vermis" si contorcono come un tronco epilettico per far trasparire la "miseria totale" o "completa scomparsa" di una realtà decadente, che muore giorno per giorno testando i nostri affanni. E' difficile evitare
i colpi degli Ulcerate per la velocità con cui vengono proiettati verso l'apparato uditivo. Ogni disco dei nostri ha generato delle onde d'urto spaventose, perché le masse stimolate dalle note distorte delle canzoni vengono totalmente convertite in energia cinetica, liberata è utilizzata per creare altre forze distruttrici più potenti delle irrisorie soluzioni comunemente conosciute. Il sound degli Ulcerate è la somma di una totale catastrofe. Un metodo voluto per identificarsi nell'underground mondiale. Senza mai eccedere in tecnicismi inutili, non hanno deluso le aspettative dei più esigenti.... di quanti odiano sentire dischi suonati in maniera approssimativa. Tutti i 'riff intricati' e le 'ritmiche tornado' vengono controllate a meraviglia per avere una totale visione d'insieme dei tanti elementi utilizzati. Disco dopo disco la notevole coesione del trio si è concretizzata in composizioni sempre vincenti, articolate, naturalmente brutali. Gli Ulcerate smuovono adeguatamente la propria essenza creativa, portandola al limite e, attraverso questa, danno dimostrazione di essere dei 'leader' in ciò che fanno. AMAZING ALBUM. Uscita: Settembre 2013.

Contatti: ulcerate-official.com - facebook.com/Ulcerate

TRACKLISTING: Odium, Vermis, Clutching Revulsion, Weight of Emptiness, Confronting Entropy, Fall to Opprobrium, The Imperious Weak, Cessation, Await Rescission.


martedì 27 agosto 2013

Recensione: ANGRENOST "Planet Muscaria"
CD 2013 - code666 records




Il black metal sta tornando a grandi livelli nelle terre d'Europa, grazie a tutte queste band che hanno raccolto gli insegnamenti del passato senza perdere di vista le più attuali / progressive forme sonore in campo metal . I portoghesi ANGRENOST sono un esempio convincente di questa differente scuola di pensiero e si presentano con un album di debutto ben fatto che getta delle solide basi per il loro futuro. Ascoltando attentamente le allucinate composizioni del full-length si potrebbero chiamare in causa
i più recenti Samael (non sul lato veloce delle composizioni). Alcune somiglianze (per certi versi) fanno breccia nelle sonorità futuristiche di "Planet Muscaria". Infatti la sua musica è chiaramente black metal,
ma è arricchita di imponenti soluzioni elettroniche / atmosferiche che pur non essendo inedite in tutto e per tutto, invadono l'intero lavoro di una sinistra malignità. Dall'iniziale "INferN(O)" all'ultima ")O(NrefNI", gli Angrenost mostrano di avere idee valide, articolate, che solo col tempo potranno essere messe del tutto a fuoco. Questo non è un album facile o che si limita a mostrare la buona produzione / perizia tecnica dei componenti, ma dimostra come i musicisti sanno attingere da altre fonti 'extreme' per creare qualcosa di personale, sconcertante. Bisogna riconoscere la professionalità della formazione a tre (si avvalgono di una drum machine). Certo non diventeranno il vostro gruppo preferito, ma ignorarli sarebbe un vero peccato, anche perché tra tante proposte del tipo almeno quelle degli Angrenost, risulta davvero trascinante e ben articolata. Sono già sulla strada giusta. Uscirà il 23 Settembre per Code666 Records.

Contatti:

reverbnation.com/angrenost
facebook.com/pages/aNgreNOST/177983112278888

TRACKLISTING: INferN(O), acIdShIVa, INTraVeNUS, SaTaNlOgOS, ScOrpIOSaUrUS, abSUMardUk, SchIzOphObOS, ajNagraMMaTON, )O(NrefNI.


lunedì 26 agosto 2013

Recensione: ITZOKOR "Alien Ant"
CD 2013 - 5YN7H records




Attraverso il lavoro svolto con la mia Son of Flies Webzine sono davvero fortunato a conoscere tanta gente/musicisti di talento perché ognuno di loro può dare un serio contributo alla scena musicale nostrana rendendo anche migliore la qualità generale (più di quanto lo è già attualmente). Detto questo, passo a presentarvi il lavoro dell'italiano Davide Synth (diplomatosi come Tecnico del Suono al CPM di Milano) influenzato dall' acid / hard techno, miscelato con oscuri/abissali elementi strumentali hiphop fortemente elettronici (come lui stesso li definisce). Da ragazzo ha mosso i suoi primi passi agli inizi degli anni '90 e dopo un periodo di gavetta nel 2003 si immerge totalmente nell'arte della Drum n Bass. Dal luglio del 2006 sotto lo pseudonimo Synth inizia a consolidare un percorso molto "personale" producendo diversi Ep pubblicati per valide etichette del genere in analisi: la Criminal Waves francese, Kindcrime Records, Dark Box Records, Subculture Recordings... L'artista conosce perfettamente i parametri su citati e li modella alla perfezione, a suo piacimento, scomponendoli e ricomponendoli mediante una malattia solida / letale. Ho ascoltato questo disco per molte volte prima di arrivare a scrivere una recensione obiettiva. "Alien Ant" spacca (nel vero senso del termine), generando un'assurda apocalisse sonora che seppellirà le vostre menti consumate, dimostrazione di quanta attenzione e compattezza ci sia stata nella scelta dei suoni/arrangiamenti presenti. Quindi il musicista Synth non è diretto a nessuno in particolare, ma quantomeno credo che i sui attacchi percussivi si adattino bene a qualunque essere/animale provi sentimenti devianti o simili a quelli che ho subito con "Alien Ant". Ad ogni modo il full-length suona bene e fa male. Sottolineo che negli anni di attività Davide ha diviso la consolle assieme a nomi noti: Asian Dub Foundation, The Panacea, Donny, Audio, Unknown Error, Matt M. Maddox e con tutti i maggiori esponenti della scena DNB italiana... suonando in posti come l'Alcatraz (Milano), il Maffia (Reggio Emilia), l'Horus e l'Init (Roma). ITZOKOR è tagliente e condizionerà sicuramente la vostra personalità. Ottima uscita, Ottima musica. Da non perdere per gli amanti di Drum n Bass, Dubstep, Techno. Dal vivo saranno dolori!

Contatti:

soundcloud.com/itzokor
facebook.com/ItzokorOfficial
booking.itzokor@gmail.com

TRACKLISTING: The Void, Damned, Shattered Beat, Eerie Backyard, Incubus, Ghost In A Factory, Dystopian Technology, Voodoo Machanics, Crossbreed Park, That Room, Fractal Flashback.


domenica 25 agosto 2013

Recensione: FANGS OF THE MOLOSSUS "Fangs of the Molossus"
CD 2013 - zoltan records




Una copertina esplicita focalizza bene la proposta di questa formazione debuttante, dal nome azzeccato e dall'impatto roboante. Si tratta degli italiani FANGS OF THE MOLOSSUS, provenienti dalla Toscana, attivi dal 2011. La loro proposta contribuisce a mantenere alto lo standard heavy del nostro paese in decadenza. Retaggi seventies emergono dalle cinque tracce del disco omonimo (i riff dei Black Sabbath hanno fatto scuola), fusi con un'energia fluttuante ed avvincente che rispecchia il carattere dei musicisti chiamati in causa. Le acide linee vocali rinvigoriscono la componente psychedelic/space, mentre il tracciato compositivo dei brani non è mai lineare pur tenendosi aggrappato alle più malsane derivazioni dello stoner/doom. La band sa inserire elementi distintivi con abilità (ascoltabili già nell'opener "Caligula"); preferendo prendersi qualche rischio, piuttosto che ripetere all'infinito la solita stancante litania. Perdendosi spesso in spazi angusti e roventi riescono a convincermi per gran parte della durata. Tutto ciò che distorce su questo "Fangs of the Molossus" è magnetico, aiuta a metabolizzare le qualità dei nostri, ma l'aspetto migliore è che la padronanza stilistica/strumentale ha sempre qualche bella sorpresa da riservarci. La collaborazione con Ain Soph Aour e JC Chaos dei Necromass ha chiuso il cerchio del primo capitolo. Quindi, è giusto non pretendere più del dovuto perché sul presente cd i Fangs of the Molossus sono stati implacabili. Attendo il prossimo passo, sperando di ascoltare ancora dell'ottima musica (...magari un po' più originale). Supportateli, lo meritano davvero.

Contatti: facebook.com/fangsofthemolossus

TRACKLISTING: Caligula, Cult Of The Witch Goddess, I Drink Your Blood, O Fera Flagella, Dead King Rise.


venerdì 23 agosto 2013

Intervista: SJELLOS - "UNA TERRIBILE DIMENSIONE ASTRATTA"




NEGLI ULTIMI GIORNI HO AVUTO LA POSSIBILITA' DI CHIACCHIERARE CON TIBOR KNOPF. IL COMPOSITORE SVEDESE E' LA MENTE PULSANTE DEL PROGETTO SJELLOS (UNA DELLE REALTA' PIU' INTERESSANTI NEL PANORAMA DARK AMBIENT). PERSONA DISPONIBILE, PROFONDA E DOTATA DI UNA IMMENSA CREATIVITA'. DIMOSTRAZIONE E' QUESTO ALBUM INTITOLATO "TRANSMISSION LOST" PUBBLICATO PER L'ETICHETTA CRYO CHAMBER DI SIMON HEATH (ATRIUM CARCERI, SABLED SUN). LA SUA VISIONE PARALIZZANTE RACCHIUDE SCENARI DANNATAMENTE OSCURI E RACCAPRICCIANTI. A LUI LA PAROLA...

1. Parliamo del tuo progetto Sjellos. Quando e come hai iniziato? La tua è stata una decisione spontanea oppure tutto questo doveva solo accadere un giorno?

- Ho iniziato circa 3 anni fa. Sono stato fortemente ispirato da molte releases di musica black metal con le loro rispettive intros/interludes strumentali. Perlopiù ho ascoltato questo, così ho pensato di iniziare, provando a comporre la mia musica (tutto ciò è stato il vero calcio per avviare il progetto, mentre le mie influenze musicali sono elencate più avanti nell'intervista). Iniziai a produrre qualcosa circa 5 anni fa, allora tutto girava intorno all'elettronica e altri generi che ho voluto sperimentare. Quindi, per me questo è stato un nuovo passo per scoprire
e produrre un nuovo genere (non vorrei limitarmi a un solo stile però). Direi che l'idea/motivazione era sempre nella mia testa (spontaneamente) nel momento in cui ho iniziato a creare i miei primi concept ;). Quando vengo ispirato da qualcosa, oppure se arrivano improvvisamente delle idee voglio usare quell'istante nella sua gloria per ottenere più concept possibili.

2. Hai avuto un educazione musicale o sei un autodidatta?

- Completamente autodidatta. A volte è molto difficile, ma l'aspetto più importante è che si è soddisfatti con le proprie cose e uscite. In questo momento potrei dirti che non avrei mai pensato di arrivare a costruire un tale progetto e conoscere lo stesso Simon Heath!

3. Quando hai messo in atto i tuoi primissimi esperimenti musicali? Era musica elettronica o più dark?

- Sì circa 5 anni fa, è stato molto vario l'approccio, ho mescolato un sacco di generi, sperimentato con tanti suoni e creato stili diversi, per lo più elettronici. Poi mi sono concentrato su generi minori, ho sempre fatto quello che volevo. Nel complesso direi che il mio sound è dark come io amo / intendo quelle note basse e atmosfere intense, ma c'è anche del materiale chillout all'interno del flusso sonoro in modo da godere di suoni meno scuri nelle mie creazioni. Non mi importa se qualcosa è buio, luminoso, dark ambient e così via. Non ho schemi. Dalla mia musica la gente può sentire che non seguo le regole.

4. Quanto di vita personale e di esperienze vissute utilizzi per la creazione della tua arte? Personalmente ritengo che comporre musica, la stessa scrittura o qualsiasi altra cosa giri intorno a questo siano le forme migliori per esternare le proprie frustrazioni, i problemi, ecc... Sei d'accordo con me? E' questo ciò che Sjellos significa per te?

- Questo è difficile da dire, in quanto penso che dipende dal musicista stesso, non voglio affermare che le emozioni dovrebbero essere false o alterate, ma non vorrei nemmeno dire che la musica deriva solo dalle proprie esperienze. Ovviamente tutto il mio sound è guidato da emozioni, sentimenti, ma non sempre da esperienze personali. A volte ho voglia di raggiungere qualcosa di specifico e quindi mettere in guardia la gente con un messaggio, con alcuni elementi nascosti nella musica; altre volte voglio creare dei suoni che si adattano all'atmosfera. Come per esempio comporre una possibile traccia elettronic dance. Insomma un altro scopo per ottenere qualsiasi altra cosa (ovviamente non con Sjellos).



5. Come fai a scrivere la tua musica? Hai bisogno di uno stato d'animo specifico, di determinate emozioni... assumi alcool, droghe?

- Sì, sicuramente non posso stare lì seduto senza alcuna intenzione per lavorare su una nuova traccia. Questo è molto raro, se non del tutto. Ho avuto un sacco di idee. Molte volte tutto inizia in un certo modo e alla fine si evolve in qualcosa di diverso. Quando accade ciò sono sempre molto soddisfatto. Non riesco a creare dark ambient, fare un soundscape
o completare una traccia se splende il sole in cielo, perché mi trovo in uno stato d'animo diverso allora, quindi sì, per me è molto importante lo stato d'animo per non imitare solo qualcosa. Ho bisogno di sentire il suono che si crea lì in quel momento. E' un aspetto importante per il sottoscritto. Deve piacermi quello che faccio e per questo io lavoro su alcune canzoni per molto tempo o addirittura le metto in attesa se non sono pienamente soddisfatto, in modo da poterci ritornare più tardi su di esse.

6. Ci puoi parlare un po' delle prime incisioni del progetto Sjellos? Quanto differiscono dal debutto "Transmission Lost"? Qual è la differenza principale rispetto al tuo passato?

- Come ho già detto precedentemente, la prima registrazione/release era influenzata principalmente dalle vecchie atmosfere che ho assimilato durante l'ascolto di black metal, black ambient e musica dark ambient. Non volevo solo copiare altri artisti o progetti musicali (anche se avevo poca esperienza/conoscenza), infatti penso che in quelle tracce, sulla mia prima uscita/demo, la gente possa sentire tutto questo. L'artwork era diverso, come la stessa denominazione e così via, ma con questo non vuol dire che io non farò più metal, folk, black ambient. Se sento un concept album completo e in continua evoluzione sono soddisfatto, per questo mi piace pensare a Sjellos come qualcosa che si adatta a ciò. In realtà io lavoro già così, come una "Chiamata dal basso". Molti avranno notato che Sjellos in precedenza era scritto con un "O" diversa, la svedese "ø". Simon mi ha consigliato di cambiarla (anche se in realtà anch'io stavo pensando a tale possibilità)... così l'abbiamo modificata.

7. L'intero "Transmission Lost" è caratterizzato da dense melodie oscure e atmosfere fluttuanti. Da dove arrivano le fonti di ispirazione per la sperimentazione di suoni ed effetti con tali sorprendenti risultati? Perché questa necessità di sonorità dark ambient in "Transmission Lost"? L'album ha una sua originalità...

- In primo luogo, grazie mille per il tuo grande commento! Le ispirazioni provengono da ogni cosa, non ci sono specifiche cause/fonti. Un aspetto fondamentale in questo stile musicale è che si può sperimentare molto di più che in altri generi. Sjellos è per lo più "dark ambient", ma non si lega ad un "solo" genere. Io voglio fare quello che mi piace, non esitare e pensare. Quindi, se mi piace un Rhythmic Drum Pattern lo adatto sulla traccia su cui sto lavorando. Finora ho avuto grandi risposte / feedback dagli ascoltatori, tanto che alcuni stanno già parlando di un nuovo genere sentendo alcuni dei miei brani ;).

8. Hai qualcosa da dirmi sul titolo dell'album?

- Mi piace essere misterioso, amo il misticismo in generale. A mio parere il titolo scelto si adatta perfettamente all'album, per il resto lascio all'ascoltatore la libertà di interpretarlo :)



9. Chi vorresti elencare come influenze musicali? Che musica ascolti in questo periodo? Hai eventuali nuovi o interessanti album da consigliarmi?

- La lista potrebbe essere molto lunga, sarebbe ingiusto elencare solo alcune persone. Quello che vi posso dire è che mi hanno influenzato tante cose diverse non solo provenienti dall'ambito dark ambient, ma da diversi generi ! Anche da film, giochi, vita reale e così via... Naturalmente sto' ascoltando nuove releases del genere Dark Ambient, ma anche un sacco di altro materiale in stili musicali vicini al mio animo: EBM/Industrial, Black Metal, Chiptunes, House, Psytrance etc... solo per citarne alcuni ;). Non ho comprato nuovi album di recente anche perché ne ho ancora tanti da ascoltare. La vita è troppo breve per stare dietro a tutto, purtroppo...

10. Come sei entrato in contatto con la Cryo Chamber Records di Simon Heath (Atrium Carceri / Sabled Sun)? Cosa pensi di lui?

- Lui è "impressionante", non avrei mai immaginato di poter avere questa possibilità, ha dato molta attenzione al mio progetto "Sjellos". Sono molto felice di aver avuto la chance per far ascoltare il mio materiale a più persone. Non è complicato, drastico o severo su nulla, questo è molto importante a mio parere per la musica. E' fondamentale che tutte le etichette/persone non ti ostacolino sulla tua arte/produzione. Simon è una degli individui più gentili e disponibili che io abbia conosciuto online, vorrei incontrarlo di persona un giorno, senza di lui non credo avremmo fatto quest'intervista e meno gente sarebbe entrata in contatto con Sjellos. Molti ringraziamenti vanno a Simon!

11. Mi piace il tuo attuale suono! Continuerai a seguire questa linea e direzione?

- Non posso promettere/dire se continuerò esattamente sullo stile di "Transmission Lost". Penso sia difficile esprimere qualcosa al riguardo perché questo album ha già una vasta gamma di diversi stati d'animo, molteplici strutture, sound design, che qualcuno potrebbe pensare si tratti solo di "dark ambient". Vorrei anche fare una release diversa se sentirò la necessità. Tutto quello che posso dire finora è che si dovrebbe sentire "Sjellos" perché si avvale di più tracce sperimentali ;)

12. Stai ascoltando dark ambient in questi giorni? Se si, potresti elencare gli album che hai approfondito ultimamente?

- Negli ultimi giorni il nuovo Neizvestija - Majak, Sephiroth - Draconian Poetry, Sabled Sun -2145.

13. Quali sono le tue aspettative personali per quest'anno 2013?

- Ottenere finalmente i miei altri concept fatti con "Sjellos"! Poi, poter collaborare con più persone là fuori, mi piace lavorare così e condividere idee musicali e quindi parlare di musica. Voglio provare cose nuove e lavorare sui miei altri progetti musicali.

14. Grazie per l'intervista! Un piacere parlare con te. Hai qualcosa da aggiungere?

- Grazie a tutti voi per l'ottimo feedback che ho ricevuto finora! Per me ogni supporter / fan / ascoltatore è molto importante. Sono anche arrivate critiche negative che mi hanno dato modo di valutare le diverse opinioni della gente. Sentitevi liberi di scrivermi e di diffondere la parola!

E un grande grazie anche a te Christian!



CONTATTI:

facebook.com/Sjellos?ref=stream
cryochamber.bandcamp.com/album/transmission-lost

SJELLOS line-up:

Tibor Knopf - compositore


RECENSIONE:
SJELLOS "Transmission Lost" DIGITAL ALBUM 2013 - cryo chamber



giovedì 22 agosto 2013

Recensione: ULVER "Messe I.X - VI.X"
DIGITAL ALBUM | CD | LP 2013 - jester records | kscope music




C'è solo un termine per definire i norvegesi ULVER: "Geniali"! Altro non si potrebbe dire ascoltando e riascoltando tutta la discografia dei 4 di Oslo. Superficiale potrebbe apparire ogni parola messa al suo posto per definire il loro stile e tecnologia di avanguardia. Kristoffer Rygg e i suoi compagni hanno proiettato nell'underground una mentalità creativa davvero stupefacente perché capace di segnare il ciclo degli avvenimenti ed del tempo all'interno dello stesso panorama musicale. Se anche per una sola volta avete ascoltato gli Ulver sarete sicuramente d'accordo con le mie valutazioni. Fate altrettanto se siete tra coloro che hanno osannato solo le prime releases: "Bergtatt - Et Eeventyr I 5 Capitler" (1995) o "Kveldssanger" (1996). Lavori differenti se paragonati all'immensità di album come "Blood Inside" (2005), "Shadows of the Sun" (2007), "Wars of the Roses" (2011). Gli Ulver sono da sempre imprevedibili ed eclettici. Un gruppo capace di estendere la propria personalità stilistica oltre ogni barriera. La dimostrazione diventa lampante guardando il live del 2012 "The Norwegian National Opera" immortalato su dvd dall'etichetta Kscope Music. Un cerimoniale autentico e sconvolgente, questo sono gli Ulver. Il nuovo full-length (descritto così: "Ulver with Tromsø Chamber Orchestra - Messe I.X-VI.X. Music commissioned for Tromsø Kulturhus in cooperation with the Arctic Opera and Philharmonic Orchestra), celebra una formazione splendente e che non ha bisogno di sforzarsi troppo per rendere partecipe l'ascoltatore (attento) di un'indiscutibile, radiosa, innata grandezza. Siamo di fronte a personaggi che hanno consolidato una storia tanto lunga tanto imponente, caratterizzata da rarissimi cali di forma. Il loro segreto è sempre stato quello di guardare avanti, di non voltarsi mai indietro. La 'madre musica' ha bisogno degli Ulver, come ogni essere vivente ha la necessità di nutrirsi e dissetarsi per vivere. "Messe I.X VI.X" è a vostra disposizione su Bandcamp (ascoltabile in streaming e disponibile per l’acquisto in formato digitale). Uscirà su disco il 23 Settembre per Kscope Music. ULVER: UN BENE IRRINUNCIABILE!

Contatti: ulver.bandcamp.com - jester-records.com/ulver

TRACKLISTING: As Syrians Pour in, Lebanon Grapples with Ghosts of a Bloody Past, Shri Schneider, Glamour Box (Ostinati), Son of Man, Noche Oscura del Alma, Mother of Mercy.




mercoledì 21 agosto 2013

Recensione: BEN LUKAS BOYSEN "Gravity"
LP + CD / CD / DIGITAL 2013 - Ad Noiseam




Quello che fluttua nell'Universo, deve rimanervi, sia pur trasformandosi; niente può nascere dal nulla, e nessuna cosa può completamente annullarsi . Ogni particella si trasforma, ma in definitiva, tutto rimane com'è. Le cose che si trasformano, ritornano poi, dopo una serie di evoluzioni, ad essere quello che erano in origine. Perciò il numero delle forme vitali è sempre uguale. I suoni del tedesco Ben Lukas Boysen diventano speciali se rapportati a questo concetto di base. La musica è necessariamente unica, ma essa ha un infinito numero di manifestazioni. Con questo nuovo album "Gravity" abbiamo la riprova dell'incredibile vitalità ed intelligenza compositiva del musicista su citato. Esso, è sovrano, ma essendo unico, non può esplicare la propria volontà che in se stesso. Egli comanda ai propri sentimenti, organi e sensi, influendo sui sentimenti degli esseri animati, che vivono intorno a lui, e che fanno parte integrante di questa realtà materiale. L'onnipotenza del suo strumento a 88 tasti è dunque perfetto su "Gravity", è la bellezza per eccellenza, è la sintesi di ogni emozione delicata ma struggente. Tutto quello che genera la sua estesa sensibilità, è incredibilmente bello, toccante. Il passato e il futuro sono altrettanti punti della stessa linea; perciò tutto quello che è passato ritornerà e ridiventerà presente, per tornare ad essere passato. Un album drammatico / commovente! Da ascoltare in solitudine.

Contatti: fadnoiseam.net - adnoiseam.net

TRACKLISTING: Only In The Dark, Nocturne 1, To The Hills, You'll Miss Us One Day, Gravity, Eos, Nocturne 2, The Behinian Gospel.


martedì 20 agosto 2013

Recensione: ATARAXIE "L'Être et la Nausée"
2 CD 2013 - weird truth productions




Cinque anni, tanto è stato necessario per vedere il ritorno dei francesi ATARAXIE. "L'Être et la Nausée" porta una ventata di rinnovamento e, il tempo impiegato dal gruppo per comporlo ha giovato alla riuscita finale, diventando così la cosa migliore composta fino ad oggi: ciò, mi ha fatto capire che questi musicisti stanno facendo la cosa giusta. Resta intatto l'approccio dei nostri! Sono sempre gli Ataraxie! Funeral doom / death metal ben architettato / arrangiato e che preserva tutta la fisionomia monocromatica delle atmosfere. In natura non esistono sorgenti luminose perfettamente monocromatiche, ma gli Ataraxie riescono a rendere l'idea di come potrebbe essere qualcosa del genere. Si possono ascoltare tanti riff / dissonanze importanti su questo full-length che racchiude cinque tracce lunghissime (tranne "Etats d'Âme" e i suoi 3:04) ma non stancanti. Penso per esempio alla bellissima seconda traccia "Face The Loss Of Your Sanity", nella quale certi lamenti funebri tipici degli Incantation di John McEntee emergono implacabili. C'è da affermare che tutto l'andamento death metal manovrato dai quattro è molto vicino allo stile distruttivo dei newyorkesi (sia gli spartiti lenti che quelli veloci). La differenza sostanziale è che gli Ataraxie riescono ad iniettare nel proprio sound delle componenti caratteristiche, particolari, lontane dall'estremismo fine a se stesso. Ecco cosa li rende diversi e speciali. Non ci sono brani che apprezzo più degli altri proprio perché la lunghezza di ogni singolo fa la differenza. Quando ascolto un album voglio emozionarmi e "L'Être et la Nausée" riesce a coinvolgermi, trascinandomi lontano dalla realtà. Ataraxie: artefici di un oscuro capitolo. A molti di voi faranno l'effetto dell'eroina. Grande band! Disco ineccepibile!

Contatti: facebook.com/pages/Ataraxie/16996636490

TRACKLISTING: Procession of the Insane Ones, Face the Loss of Your Sanity, Etats d'Âme, Dread the Villains, Nausée.


lunedì 19 agosto 2013

Recensione: FLESHGOD APOCALYPSE "Labyrinth"
CD 2013 - nuclear blast




Destabilizzanti e articolati, i romani FLESHGOD APOCALYPSE sono, l'unico ottimo esempio di Symphonic / Technical Death Metal della nostra nazione. Le loro composizioni sono sorrette da scenari apocalittici incredibili. Oggi, i cinque capitolini fanno ritorno con il nuovissimo "Labyrinth", termine che deriva dal greco labýrinthos (λαβύρινθος), utilizzato nella mitologia per indicare il labirinto di Cnosso. Significherebbe, quindi, "palazzo dell'ascia labrys". Qualcosa di antico, una visione complessa, che potrebbe anche identificare le difficoltà della nostra esistenza, un reticolato in cui le uniche due possibilità sono di giungere alla meta o di ritrovarsi al punto di partenza, cioè all'entrata. L'idea centrale del titolo permette di mettere bene a fuoco i concetti del disco. Penso sia importante avere una realtà estrema come questa sul suolo italico, visto l'attuale periodo di confusione e caos nell'underground. Fanno leva sulla sola 'musica' per rendere veritieri e rilevanti tutti i concetti alla base del progetto. La storia dei Fleshgod Apocalypse ha tracciato solchi profondi, mediante lavori assolutamente credibili come "Oracles" del 2009 e "Agony" uscito nel 2011 (ci tengo a precisare che l'ultimo "Labyrinth" è il secondo pubblicato dalla tedesca Nuclear Blast). Sfruttando di volta in volta diverse metafore evocate dal proprio immaginario, questi ragazzi hanno raggiunto livelli altissimi, materializzati su opere 'teatrali' davvero devastanti ed esemplari. "Labyrinth" si nutre del proprio siero per indagare sulla capacità dell'essere umano di controllare l'esistenza all'interno del labirinto (su citato). I nostrani Fleshgod Apocalypse potrebbero essere visti come un tributo a moltissime formazioni metal (passate / attuali) ma nello stesso tempo questo pensiero diretto viene spazzato via dalla furia inedita delle note stesse. I riff di chitarra e la sezione ritmica claustrofobica giocano nuovamente un ruolo importante all'interno del songwriting della band, collegandosi perfettamente alle allucinate linee / metriche vocali. Perseverare e fare del proprio genere musicale un punto di partenza positivo da cui andare avanti. Lasciarsi travolgere dalla negatività per dare linfa alla creatività. I Fleshgod Apocalypse guardano sempre oltre per espellere i demoni interiori. Così, un'altro passo è stato fatto. IN SAECULA SAECULORUM.

Contatti: fleshgodapocalypse.com

TRACKLISTING: Kingborn, Minotaur (Wrath of Poseidon), Elegy, Towards the Sun, Warpledge, Pathfinder, The Fall of Asterion, Prologue (instrumental), Epilogue, Under Black Sails, Labyrinth.


sabato 17 agosto 2013

SABLED SUN "Signals III"
2013 - cryo chamber


"Signals III" è il terzo passo di una serie di album 'numerati' composti e pubblicati sotto il nome SABLED SUN, un archetipo per il compositore: qui l'essere vivente è immerso totalmente nel nulla dell'infinito. Nell' album emergono elementi subordinati che caratterizzano la spiritualità poliedrica dello svedese Simon Heath, come l'impiego di precise dinamiche ambientali, la trasmutazione come ornamento indispensabile. Il linguaggio visionario di Sabled Sun trae i propri simboli, immaginario, dalle forme oniriche. Queste vibrazioni sonore inflessibili, sono il riflesso interno del subconscio che Simon ha reso parte integrante della propria visione del mondo e dello spazio circostante. E Heath, come pare, è animato solo dalle migliori intenzioni: La sua musica rappresenta la ricerca di una forma stilistica individuale e personale (anche il progetto principale Atrium Carceri ha consolidato il suo status). La psicologia esistenziale si sintetizza nella battaglia profonda tra oscurità e bagliore e l'opera dell'artista ne è permeata. Anche il senso di perdizione non manca di suscitare sensazioni uniche/nette/decise. Proiezione avvincente poiché traccia l'imponenza assoluta della materia matematica del dark ambient di fronte all'invisibile forza del destino. Lascive e provocanti le note si abbandonano all'abbraccio della dilatazione. Il seme nero di Simon Heath intimidisce l'ascoltatore. Una violenta rappresentazione dell'IO. Tutte le sollecitazioni generate attraggono in un ambiente evocativo, ignoto, che il musicista ha già penetrato consapevolmente da tempo. SABLED SUN è sicuramente uno dei migliori progetti in questo circuito musicale. Uscita Agosto 2013.

TRACKLISTING: Signals III.

venerdì 16 agosto 2013

WATAIN "The Wild Hunt"
2013 - century media


La furia malefica degli svedesi WATAIN si macchia ancora una volta del grande peccato per bagnare di sangue gli adepti nel loro tempio oscuro. Dominano l'altare dissacrato per straziare ogni parte/cm del corpo... pronto al sacrificio. Ciò che i Watain ci hanno insegnato negli ultimi anni è che si può suonare ancora black metal ad altissimi livelli (anche commerciali) senza perdere in qualità compositiva / espressiva. Lo hanno dimostrato sul precedente "Lawless Darkness" (2010), lo riconfermano nel nuovo e accattivante "The Wild Hunt" (che vede il passaggio da Season of Mist alla celebre Century Media). L'ispirazione straordinaria dei nostri si espone mediante un'analisi attenta, precisa ed efficace che raggiunge il culmine con l'epicità di brani come "They Rode On" (nella quale la voce pulita di Erik Danielsson ricorda la teatralità perversa di Tomas Pettersson cantante dei conterranei Ordo Rosarius Equilibrio - dediti al neofolk), oppure potrei menzionare la significativa title track, ardente di dannazione (i solos di chitarra e i rispettivi passaggi acustici sono veramente emblematici) come le sinistre/buie ambientazioni di "Holocaust Down". Altra song che merita attenzione è "Ignem Veni Mittere" per la lenta malvagità di fondo. E' terribile l'eruzione provocata dall'opera, tanto da coprirmi istantanemante di cenere vulcanica. Non si trova pace nell'universo demoniaco dei Watain, perché la loro glaciale essenza del Nord e la spiccata personalità musicale vanno costantemente a braccetto con il demonio e con alcuni dei grandi precursori / maestri del black metal (Bathory, Dissection, Celtic Frost, Venom su tutti). Questo è un album da assimilare nella sua interezza / bellezza, lasciando libera la propria mente, tenendo lontana ogni futile distrazione durante l'ascolto. Solo così si potrà cogliere la magnificenza dei Watain. Il male continua a diffondersi al di là dei cancelli dell'inferno. Un lungo viaggio senza ritorno. Erik e soci non hanno rivali nel genere. Per la quinta volta VINCENTI. Da non perdere! Consigliato.

TRACKLISTING: Night Vision, De Profundis, Black Flames March, All that May Bleed, The Child Must Die, They Rode On, Sleepless Evil, The Wild Hunt, Outlaw, Ignem Veni Mittere, Holocaust Dawn.

giovedì 15 agosto 2013

DAN SWANÖ | Witherscape - IL LUNGO CAMMINO VERSO LA LIBERTA'


OGGI E' FERRAGOSTO E MENTRE MOLTI SONO AL MARE A CUOCERSI SOTTO AL SOLE ROVENTE, IO MI RITROVO DAVANTI AD UN PC PER TRADURRE E PUBBLICARE QUESTA IMPORTANTE INTERVISTA PER SON OF FLIES WEBZINE. UNA BELLA SODDISFAZIONE PERSONALE QUELLA DI CHIACCHIERARE CON IL RINOMATO MUSICISTA / PRODUTTORE SVEDESE DAN SWANÖ. SONO DANNATAMENTE FELICE DI CIO' VISTA L'AMMIRAZIONE E STIMA CHE NUTRO NEI SUI RIGUARDI. IL SUO CONTRIBUTO ALLA SCENA METAL. E' STATO COSI' INFLUENTE NEGLI ANNI DA FARLO DIVENTARE UNA VERA LEGGENDA. UNA SCONFINATA CREATIVITA' / GENIALITA' CHE VIENE CELEBRATA ATTRAVERSO QUESTO INTERESSANTE NUOVO PROGETTO DENOMINATO WITHERSCAPE CONDIVISO CON L'AMICO RAGNAR WIDERBERG. L'ALBUM DI DEBUTTO E' "THE INHERITANCE". SWANÖ E' STATO IL LEADER INDISCUSSO DI NUMEROSE FORMAZIONI, TRA CUI LE PIU' IMPORTANTI SONO EDGE OF SANITY, NIGHTINGALE, PAN.THY.MONIUM, BREJN DEDD, UNICORN... HA TRASCORSO DEI PERIODI NEI KATATONIA DI JONAS RENKSE E NEI BRUTALI BLOODBATH. NEL SUO STUDIO PRIVATO "UNISOUND STUDIOS" HA PRODOTTO GRUPPI COME: MARDUK, DARK FUNERAL, KATATONIA, DISSECTION, MERCILLESS... ORA E' ARRIVATO IL MOMENTO DI LASCIARE A LUI LA PAROLA E A VOI QUESTA INTERESSANTE INTERVISTA.

1. Ciao Dan. E' un vero onore parlare con te! Vorrei iniziare chiedendoti quali sono state le emozioni che ti hanno portato a dare vita al nuovo progetto musicale Witherscape...

- Bene, un'emozione che mi viene in mente è la vendetta! Avevo bisogno di mostrare il lato del musicista e del cantautore, caratteristiche che sono in me da sempre e che ho avuto ancora "dentro" per comporre un album che spacca. In questa mia ricerca ho lasciato più indietro il musicista che
è in me, in modo da diventare il miglior tecnico del suono. Ora credo di essere venuto ad un punto con i miei sonics, perciò in questo progetto posso concentrarmi facilmente sulla scrittura e l'esecuzione della mia musica.

2. Perché il nome: Witherscape?

- Non siamo riusciti a trovare un buon nome che non fosse già stato preso da qualcun altro, così, alla fine abbiamo iniziato la ricerca portando delle buone idee al tavolo, e un giorno Ragnar mi suggerì due parole che penso siano perfette: "Wither" e "Scape" come Deathscape, Witherpriest... Davvero non ricordo come io e Ragnar mettemmo insieme le due parole, ma alla fine, non fu come affermare "hurrayyy... Witherscape..." è il nome migliore. Era più come "ok, chiamiamoci Witherscape da ora in avanti, fino a quando troveremo qualcosa di più fresco, in modo da non dover dire "Il progetto" tutto il tempo...". Così quel nome rimase e oggi non esiste nessun altra band con tale moniker. Dopodichè abbiamo creato il sito ufficiale witherscape.com ecc... che è anche cool!

3. Postresti parlarci un po' del debutto "The Inheritance"... Quali sono le tue aspettative?

- Beh, le mie aspettative sono già storia dal momento che la realtà ha dimostrato che l'album è riuscito bene più di quanto avrei mai potuto immaginare!

4. Il punto di forza della vostra musica è senza dubbio il bilanciamento armonioso tra elementi massicci, tipicamente metal, con quei riff oscuri ma drammaticamente accattivanti e melodici, malinconici, che sembrano "bagnare" la maggior parte delle composizioni... Perché questa vostra scelta? Pensi sia un punto di forza all'interno del songwriting?

- Volevamo che questo disco fosse musicalmente più oscuro e spaventoso. Liricamente è anche piuttosto malvagio :) Mi piace quando qualche nota tirare fuori il buio. Come il riff da "Black Sabbath" e cose del genere. Volevo che i nostri riff fossero come demoni striscianti nelle orecchie, e alcune parti composte hanno davvero funzionato in questo modo!

5. Nel vostro sound ascolto molte vibrazioni differenti (canzone per canzone). Sarebbe giusto dire che siete intenzionati a generare emozioni più profonde e articolate, piuttosto che le solite sensazioni che si sentono nella musica contemporanea? Mi piace molto il vostro approccio perchè risente di una spiccata personalità...

- Già. Mi annoio facilmente con la musica e di solito non ascolto più di 1:50 minuti per traccia sul mio iPod. Pochissime canzoni mantengono sveglia la mia attenzione in modo da ascoltarle per intero. Ho fatto in modo che non ci fossero momenti da "saltare" nell'album dei Witherscape. Ho tagliato l'eccesso di cose inutili in alcuni passaggi, così come in altro materiale della preproduzione, e sono arrivato ad un punto in cui il povero Ragnar non sapeva più che canzone fosse ;) Io mi rifiuto di pubblicare materiale che non mi gratifica pienamente!

6. Il tuo nome è uno dei più importanti nella storia della musica metal (underground) e per molte persone/fans Dan Swanö rappresenta una vera leggenda... Come riesci a suonare ed essere diverso rispetto a tanti altri musicisti/produttori del genere? Qual è la formula segreta della tua creatività? Mi piace il tuo stile perché molto vicino alle strutture progressive. Inoltre fai uso frequente di entrambi gli stili vocali: puliti e aggressivi.

- Grazie Christian! Si scalda il cuore a sentire queste parole! Beh, io scrivo col cuore. Questo album è venuto fuori dopo 3 anni di duro lavoro, non su una base quotidiana, ma quando abbiamo voluto lavorare su di esso, si sudava insieme nella sala prove, poi, ho fatto un serio editing del demos / preprod. nel mio studio per assicurarmi che avessimo il modello perfetto dell'album, prima di iniziare a registrare per davvero. Ho mantenuto "live" le canzoni e i riff, per molto tempo, succesivamente ho buttato i cattivi e tenuto quelli buoni. Molte band sono così stressate nel comporre nuovo materiale che alla fine utilizzano ogni loro riff, e questo significa che diversi "passaggi" saranno sicuramente noiosi in 45 min. di album. Io non lavoro così. Faccio qualcosa di vitale dal mixing, non dalla mia musica, quindi mi dà una certa "pace" interiore. Se avessi guadagnato €€€ mensili dalla mia musica, forse sarei stato costretto al compromesso, ci mancherebbe...

7. Come ci si sente ad avere una reputazione leggendaria nella scena musicale underground?

- Naturalmente è una sensazione impressionante! Ma ciò che mi impedisce di essere un megalomane è il fatto che preferirei di gran lunga avere questo status nel mondo del progressive rock, ma c'è di fatto che io sono praticamente un nessuno attualmente... ovviamente sto ancora combattendo per questo :)

8. Mi puoi dire quali sono i tuoi sentimenti e le opinioni che hai sull'attuale scena metal in generale?

- E' viva e vegeta. Ci sono un sacco di band interessanti là fuori, e non sembrano trasmettere nessuna cazzo di "depressione" nell'attuale/recente industria discografica. Tutto il metal sopravviverà! Mi piace il fatto che ci sia ancora un sacco di roba underground, su Internet e attraverso il mondo reale... il vinile è tornato... così come le fottute cassette ;)

9. Parlami un po' delle tue influenze, le più importanti... sia quelle del passato che le attuali. Insomma, ciò che ti piace ascoltare...

- Ho un sacco di influenze... se la maggior parte della gente guardasse la play-list del mio iPod direbbero "Che cosa!????" Ma io ascolto solo le melodie e le vere emozioni in musica, non me ne frega un cazzo di chi è l'artista e di qualsiasi altra cosa diversa abbia potuto fare rispetto a ciò che amo ascoltare di esso. Alcune band che hanno significato molto per me sono: Marillion, Rush, Queensryche, The Mission, Judas Priest, Kiss, Death, Giant, Gentle Giant, Genesis, FM e molti altri ancora...

10. Dan Swanö è un importante musicista e produttore! Qual è stato il motivo principale che ti ha spinto a seguire questa direzione/strada? Quali sono le più importanti lezioni da imparare, se qualcuno volesse seguire un tale percorso?

- Per ssere un produttore in questi tempi duri... io non saprei. Ho prodotto qualcosa solo quando ho dovuto, in modo che le band potessero essere pronte in tempo, ma non ho mai ragionato in € € £ £ $ $ $ per questo. Credo sia importante trovare la propria nicchia nella fase iniziale e ritagliarsi la propria identità. Non cercare di essere un clone di qualcuno e nello stesso tempo non clonare gli altri. Trovare
una direzione personale...

11. Raccontaci di te, Dan. Che tipo di persona sei? Solo poche parole per identificarti...

- Un duro! Credo che la maggior parte delle persone mi reputi amichevole. Cerco di trattare gli altri come io voglio essere trattato. Sono molto impaziente e odio quando le persone non ascoltano quello che ho da dire!

12. Dan, grazie per il tuo tempo e per la tua grande disponibilità. E' stato un vero piacere parlare con te. Buona fortuna per tutto!

- Sei il benvenuto! Buona fortuna con il tuo lavoro!

Dan


mercoledì 14 agosto 2013

GUANTANAMO PARTY PROGRAM "II"
2013 - autoprodotto


"II" è il secondo disco dei polacchi GUANTANAMO PARTY PROGRAM, formazione post/hardcore/metal che lavora sodo, con notevole spinta, per raggiungere determinati obiettivi. Con questo nuovo album, hanno riportato in auge un certo modo di suonare l'heavy sound, pur tenendosi fedeli al manuale dei generi su citati. Certo, non ci vuole genialità per materializzare musica potente come questa: occorre semplicemente buon gusto negli arrangiamenti e una spiccata padronanza strumentale (soprattutto). Dal 2007 fino ad oggi i ragazzi del gruppo sono andati avanti senza paura, convinti delle proprie potenzialità, urlando disagio e rabbia a tonnellate. La furia dei Guantanamo Party Program si risveglia dopo un anno dallo split con i We Are Idols. Più intransigenti rispetto al passato, più pesanti, ossessivi, queste le sensazioni che emergono ascoltando le scosse generate da "II". Sono certo che i musicisti del progetto non abbiano mai avuto la pretesa di snaturare il proprio modo di scrivere brani, fin dalle origini sono sempre stati al passo con la loro crescita compositiva e questo risulta determinante. A volte con i riff dissonanti di "II" si è succubi di un caos sonoro che molto deve ad un'entità rilevante come gli svedesi Cult of Luna, ma si sa, in ogni genere musicale si trova facilmente qualche punto di congiunzione tra le diverse band. E' un dato di fatto! Quello che mi preme dire ora, è che oggi i Guantanamo Party Program risultano più maturi, avvincenti, perché hanno affrontato nel migliore dei modi
il primo periodo dopo la nascita, per lanciarsi velocemente sul proprio sentiero, percorrendolo con le giuste/vere motivazioni. Il songwriting
è avvolgente, sentito e naturalmente più curato. Fondamentalmente rimane evidente la passione per tali sonorità. Ogni canzone presente nell'album evidenzia differenti aspetti e questa varietà rispecchia onestamente la creatività dei Guantanamo Party Program. "II" non scolpisce sentimenti speciali, però, segue fedelmente certe dinamiche di genere. Tutti gli appassionati potranno apprezzare. Il gruppo spero possa crescere ancora.

TRACKLISTING: Zapomniane twarze, Stare fotografie, Otwórz oczy, Na zachodzie bez zmian, Bez znaczenia, ...

martedì 13 agosto 2013

REZINWOLF "Corruption Kingdom"
2013 - killer metal records


Il background degli inglesi REZINWOLF (provenienti da Harwich cittadina della contea dell'Essex,) ruota intorno al thrash metal tecnico e veloce. Tutti i contenuti del debut album "Corruption Kingdom" hanno a che fare con questo genere musicale, costruito su precisi meccanismi metallici. Si, loro fanno thrash metal e, lo sanno fare ad alti livelli espressivi. Non c'è il bisogno di affibbiargli altre etichette inutili. I Testament sono senza ombra di dubbio la band dalla quale questi quattro musicisti prendono ispirazione per danneggiarci l'apparato uditivo. Fa un certo effetto ascoltarli a volume, anche perché la produzione pulita/panciuta
è azzeccata ed evidenzia perfettamente la prestazione dei nostri. Davvero interessante sentire tutte le canzoni del disco proprio perché sono ben suonate ed arrangiate. Vi daranno una bella sensazione. I Rezinwolf sanno prendere l'eredità dei vecchi mostri sacri ed è anche per questo motivo che difficilmente potranno essere ricordati a lungo (in futuro). Sono incazzati, motivati, duri, preparati e godono di una buona personalità. Queste caratteristiche, in qualche modo potranno aiutarli, quindi, farli conoscere meglio ai tantissimi seguaci/affezionati. Basterà? No, secondo il mio modesto parere. Pur essendo professionali, i Rezinwolf dovranno sempre sottomettersi alla volontà/attività longeva dei grandi nomi. Credo di essere stato abbastanza chiaro. Spesso, la perfezione può non bastare per risultare credibili. Comunque... ascoltate l'album e fatevi un'idea.

TRACKLISTING: Corruption Kingdom, Rage Against Us, Hail to Armageddon, Beyond the Rapture, Tomb of the Incarcerated, Flag Runs Red, To Arm the Rebels, Onset of Plagues, And Hell Followed With Him.

lunedì 12 agosto 2013

GOATMANTRA "Goatmantra"
2013 - autoprodotto


Da São Paulo giungono a noi i GOATMANTRA autori di un lavoro anormale ed eccentrico, dalle coordinate particolari, per certi versi da interpretare e capire con attenti ascolti. I musicisti coinvolti nel gruppo provano a fondere insieme le fangose predominanti dello sludge / doom metal più corposo con aperture melodiche che nella voce ricordano alcune sfumature tipiche di Chris Cornell dei Soundgarden (per esempio l'inizio essenziale della riuscita "Grey" potrebbe essere l'esempio giusto). La stessa linea melodica delle corde unita a quella aggressiva, detta le regole del gioco in questo disco deviato e fin troppo ambizioso (forse). Purtroppo devo ammettere che non risultano sempre vincenti le scelte dei nostri. I due generi musicali (assai differenti tra loro) si contrastano molto spesso, abbracciandosi e allontanandosi nello stesso momento. Ovviamente ci sono passaggi ben riusciti dove l'estro dei brasiliani prende un forte vigore, considerevole. Sicuramente, i Goatmantra non appaiono degli sprovveduti. Tutto sommato ci sanno fare. La mia impressione è che la formazione sia ancora in una fase prematura, quindi, ha bisogno di tempo per svilupparsi e far crescere bene ogni singola componente: riff, sezione ritmica, voci. Attualmente lo sludge doom partorisce velocemente troppe band simili in un arco temporale troppo corto. Questa la pecca principale! Riguardo i Goatmantra cosa aggiungere altro? Considerando i contenuti dell'omonimo album, si può ben sperare per il futuro. La giusta potenza, il groove, le potenzialità sono palesi. Manca solo personalità. Potrebbero raggiungere ottimi risultati ordinando attentamente le idee/influenze personali. Per ora, ascoltiamoli senza pregiudizi.

TRACKLISTING: Doomed, Grey, Plaster Saints, Pressure, The Sun, The Shining.

domenica 11 agosto 2013

INFANTICIDE "Misconception Of Hope"
2013 - willowtip


Negli ultimi mesi ho avuto il piacere di ascoltare diversi album grind veramente notevoli. Mi basta pensare al ritorno dei polacchi Antigama o degli svizzeri Mumakil, due formazioni di spessore, autentici punitori per ciò che concerne certe sonorità votate all'estremo e alla velocità dilaniante. Non sono da meno gli svedesi INFANTICIDE, giunti al loro terzo album in studio. Indiscutibili a livello tecnico/esecutivo, meno per freschezza compositiva. Anche se i quattro scandinavi non demordono, non si risparmiano, non sbagliano nessun colpo. L'intero lavoro è una miscela esplosiva. In undici anni di attività hanno saputo crearsi stima e seguito a livello internazionale per poi farli rientrare tra i confini nazionali. E' normale spendere buone parole per "Misconception Of Hope", un prodotto che, definirei valido per diversi motivi. L'impatto sonoro copre i periodi vecchi/nuovi della band e del grind stesso. L'alchimia tra i componenti ha contribuito a rendere il quadro ben chiaro. Perciò
il risultato finale appare tenace, ferreo, devastante. "Misconception Of Hope" è un'istantanea degli attuali Infanticide, tornati più forti che mai dopo tre lunghi anni dal precedente "From Our Cold Dead Hands". Per chiudere, obbligatorio sottolineare: "Se cercate qualcosa di originale potreste rimanere delusi da questo disco, ma se la vostra priorità è quella di farvi sottomettere dalla rabbia incontaminata, allora dategli più di un ascolto". Il grind è anche questo. Prendere o lasciare ragazzi! "Misconception Of Hope" è la rappresentazione di ciò che gli Infanticide sono stati e sono tuttora.

TRACKLISTING: Trial and Error, T.O.I.L., Utopia Landfill, End Result, W.M.D., Hallucinagenda, Downturn, 99 Percent Uncertainty, Final Unrest, Lacking Relevance, Nice Try, Monokrom Vardag, Perversity Excursion, 75, .44 Caliber Salvation, Religious Indoctrination, Barely Breathing, Opening Sky, Family Annihilator.

sabato 10 agosto 2013

THE HOWLING WIND "Vortex"
CD 2013 - autoprodotto


Sostanzialmente la storia degli americani THE HOWLING WIND si è evoluta in maniera naturale, come accade per la maggior parte delle band attive nell'underground musicale. Soltanto dopo i primi due album il songwriting cominciò ad essere un po' più interessante (infatti con "Vortex" il duo è arrivato a confezionare il quarto album in studio). Oggi questi blackster si avvalgono di una certa inventiva per dare vigore ad un sound affilato, maligno e distruttivo. Si sente che non c'è premeditazione nelle precise intenzioni dei due, tanto che i loro pezzi risuonano da subito completi
e ben articolati. Riconosco specifiche influenze nei riff di chitarra ma qui poco importa fare paragoni ed accostamenti di genere. I The Howling Wind prendono linfa dal vortice della loro tempesta per scagliarsi contro l'ascoltatore, abbattendolo frontalmente. E' incredibile la padronanza stilistica dei nostri! Certo alcune cose possono risultare già sentite, ma posso assicurare che non è da tutti riuscire a creare una varietà di atmosfere e percezioni con determinate idee, senza caricare le canzoni di inutili eccessi. Questo è quanto succede nella graffiante "Alignment Of Celestial Bodies" (ottimo esempio all'interno del disco). Fin dall'inizio tutti i segnali puntano ad un risultato "retrò". Devo aggiungere che i The Howling Wind hanno sempre fatto leva su suoni sporchi, mai raffinati (come nelle attuali produzioni)... A tratti sputano raw black metal, in altri, materiale più articolato (farcito con solos malati, adatti alle strutture generali). Il contrasto tra le parti sta a significare che non si sta parlando di un lavoro superficiale. I The Howling Wind danno una spinta decisiva alle valide potenzialità in modo da convincere i seguaci del genere. Interessanti.

TRACKLISTING: Tides, Force of the Maelstrom, Alignment of Celestial Bodies, At the End of the Earth, Destructive Salvation of Nature, Dissonance in the Atmosphere, Waves Come Crashing Down, Disturbances.

venerdì 9 agosto 2013

ZUGELLOS "Goathymns"
2013 - autoprodotto


Musicalmente parlando lo svizzero Zügellos segue la direzione dettata dalla scena 'primitive black metal' e si potrebbe discutere a lungo sulla reale validità della sua proposta. Risultano prevedibili i riferimenti a gruppi come Darkthrone, Craft, Khold etc. I Brani sono tipicamente nello stile su citato, ovvero composizioni grezze e quadrate, quelle che molti di voi definiranno 'black' (nel senso stretto del termine...). Anche la prima ondata del 'crust' appare evidente! Probabilmente per questo motivo l'album verrà giudicato e contestualizzato in modo netto/deciso. Comunque credo che i veri fan del black metal debbano solo schiacciare play sul lettore per non sentirsi troppo smarriti leggendo le mie considerazioni. Quindi direi che sono pezzi creati con giusta cognizione, mantenuta salda alla vecchia tradizione nordica. La passione genuina del nostro trasmette emozioni discrete, tenendo viva la nera fiamma. La musica black, la sua energia primordiale, rappresenta queste caratteristiche, ed il progetto Zügellos ne è la conferma. "Goathymns" deve essere ascoltato nell'insieme , dal momento che ogni episodio della tracklist ha un'aura particolare e la struttura è coerente nel suo oscuro schema. Scavare in un solo brano, può non dire nulla. Bisogna far fluire tutta la durata per coinvolgere i vari sensi. Zügellos appare 'vero' pur non avvalendosi di un songwriting eccezionale. La cattiveria e la sporcizia bruciano a fasi alterne e ci si ritrova a dover ascoltare una sufficienza intenzionale amalgamata con 'il mestiere'. Qualcuno apprezzerà, altri meno. Resta il fatto che in giro c'è sicuramente di peggio. Date un ascolto a questo debut perché ne vale la pena.

TRACKLISTING: Goathymn II, Corpsedrop, of Decay, Armageddon, Chaos, Empty Eyes, Perdition, Goatwar, Goathymn.

giovedì 8 agosto 2013

INFERA BRUO - "INVOCANDO LA DESOLAZIONE"


POCHE RIGHE PER INTRODURVI GLI AMERICANI INFERA BRUO. I QUATTRO MUSICISTI SONO GIUNTI AL SECONDO ALBUM E AD UN MOMENTO DI SVOLTA NEL LORO PERCORSO MUSICALE. "DESOLATE UNKNOWN" PRESENTA SICURAMENTE UNA BAND PIU' CONVINTA E COMPATTA CHE NON HA MANCATO DI ARRICCHIRE IL PROPRIO SOUND CON DELLE INFLUENZE VARIEGATE, APPORTANDO COSI' UNA MAGGIORE COESIONE DI FONDO A LIVELLO GENERALE. HO CHIACCHIERATO CON GALEN: CHITARRISTA/CANTANTE DELLA FORMAZIONE DI BOSTON.

Ciao Galen. Prima di tutto vorrei ringraziarti per questa intervista.

1. Quattro anni di carriera e due album pubblicati per gli Infera Bruo. Come siete riusciti a rimanere attivi attraverso i giorni?

- Beh, tutti noi abbiamo dei lavori normalissimi per tenerci in vita. Cerchiamo di trovare il tempo per la band e quindi provare abbastanza frequentemente per mantenere alto il nostro livello di musicisti. Questo gruppo non è un qualcosa che vogliamo trasformare in una vera e propria carriera artistica. Si tratta solo di sfogo creativo. Vedendola in questo modo non sarà mai troppo frustrante.

2. "Desolate Unknown" è un album incredibile... E' davvero emozionante ad ogni ascolto! I vostri fans cosa ne pensano?

- Grazie Chris, sono contento che l'album ti piaccia. Finora le persone sembrano prese bene dal nuovo lavoro. Siamo molto orgogliosi di questo disco e, in definitiva, è la cosa più importante per noi quattro. Non è adatto a tutti i tipi di persone. Ci piace essere una band di nicchia e continueremo ad esserlo.

3. Questo nuovo lavoro è stata una naturale evoluzione, oppure c'è qualcosa di più profondo nell'attuale processo compositivo?

- Penso che l'album è una progressione naturale del precedente. Cerchiamo di fare qualcosa di diverso ma non del tutto consciamente. Volevamo solo scrivere canzoni che ci piacesse ascoltare e suonare.

4. In qualche modo potresti descrivere il nuovo full-length?

- Io non sono bravo a descrivere la musica, ma se siamo apprezzati dagli ascoltatori, vuol dire che tutto il nostro flusso scorre bene e quindi fa diventare interessante l'intera esperienza sonora.

5. Perché il titolo "Desolate Unknown"? Qual è il significato che gli avete attribuito?

- In realtà il titolo proviene dal testo della song "A Path Unwritten" pubblicata sul nostro primo album omonimo. La linea è "Stray from the warming glow, and find solace in the desolate unknown...". Ha a che fare con la vera volontà di esistere in qualsiasi spazio che si occupa, anche se desolante.

6. Come avete fatto a concepire le idee per la copertina dell'album?

- La copertina è stata realizzata da Andrzej Masianis. Gli abbiamo dato alcuni testi chiave, poi con lui si è parlato su alcune sue opere che ci piacevano. Da lì ha iniziato a concepire tutto...

7. Quali pensi siano le principali differenze tra l'ultimo album e la prima omonima release?

- Sicuramente "Desolate Unknown" ha un po' più di variazioni. Ci sono maggiori dinamiche nel complesso. Canzoni come "Ritual Within" respirano delle novità e molti cambiamenti. Credo che ci stiamo avvicinando al nostro personale stile/suono.

8. Quali sono stati gli alti e bassi durante la vostra permanenza negli Infera Bruo?

- Per me i punti più alti sono stati quelli legati alla scrittura della musica e alla fusione delle nostre differenti visioni per creare il sound degli Infera Bruo. Anche il recente tour con gli Autolatry è stata una bella esperienza. Quei ragazzi sono impressionanti. Stare continuamente in tour è qualcosa che voglio fare più di ogni altra cosa. Il fattore negativo, è la frustrazione di cercare di creare un lavoro di gruppo in questo ambiente musicale attuale. Può essere veramente una sfida.

9. Pensi che i temi legati alla morte, alla guerra, all'odio e alla violenza potranno mai cambiare nel tempo all'interno del genere death o black metal?

- Questi argomenti sono piuttosto universali e, a meno che non ci sarà uno stravolgimento totale, penso che la gente continuerà a scrivere su di essi. Quindi no, non vedo alcuna ragione per cui dovrebbe cambiare questa linea di scrittura.

10. Quali sono i tuoi gruppi preferiti nella scena estrema?

- Per quanto riguarda il metal estremo io sono un fan della maggior parte delle vere band black metal della seconda ondata. Gruppi come Thorns, Mayhem, Dodheimsgard, Enslaved per citarne alcuni. Ascolto tanta roba diversa però, è davvero difficile scegliere dei preferiti. Anch'io faccio girare musica non-extreme, soprattutto per mantenere vivo l'interesse in ciò che faccio.

11. Cosa ti piace fare quando non sei impegnato con la musica?

- Passo il tempo da solo. Vado nella natura o bevo del tea in compagnia del mio gatto.

12. Vorresti aggiungere altro? Grazie per l'intervista!

- Grazie per il tuo supporto! Lo apprezziamo.

mercoledì 7 agosto 2013

CATHARIST "Ancestral : Origin : Celestial"
2013 - autoprodotto


Picchiano in maniera consistente gli inglesi CATHARIST e lo dimostrano già dalla seconda "The Orion Nebula", che ci riserva un attacco frontale tanto caro al thrash / death metal degli At The Gates e di alcune delle migliori entità svedesi vicine al genere. Sono giovani questi ragazzi, ma sembra abbiano già le idee chiare su come sviluppare le proprie sonorità. Sicuramente non potrei fare un paragone con il passato debut album "When Ancient Gods Return" (2012) perché non conoscevo la band prima di questo secondo lavoro. Perciò, mi affido totalmente alle dinamiche espresse su "Ancestral : Origin : Celestial" per captare le intenzioni dei Catharist. L'elemento 'melodic' è presente nella durata del disco, ed è certamente da interpretare come molti di voi sono abituati ad immaginare. Sono le trame delle chitarre a tirar fuori il meglio da questi brani e anche la prova vocale del singer Kriss Hart appare dinamica/determinata. Non da meno la propulsiva/veloce sezione ritmica. Tomas Lindberg e soci avranno scaldato per lungo tempo il cuore dei Catharist e lo si può sentire in canzoni ben suonate/arrangiate come "At The Gates" (casuale la scelta del titolo?), "Master of Cathars". Ovviamente riemergono gli attributi dei migliori In Flames, quelli ispirati di "The Jester Race" (1996). La pecca evidente è la poca originalità / personalità dimostrata nell'assemblaggio delle differenti strutture (l'inizio di "The Ancestral Essence" è un po' noioso). Attualmente, i Catharist non possiedono sfaccettature inedite. Comunque, avranno il tempo di ragionare meglio sul presente per trovare la strada giusta nel futuro. Le qualità strumentali / esecutive ci sono tutte ed è doveroso evidenziarle. Così "Ancestral : Origin : Celestial" ripercorre in modo "sentito" il percorso del death metal svedese degli anni novanta. Supportateli! Meritano il vostro appoggio.

TRACKLISTING: The Orion Nebula, At the Gates, Master of Cathars, The Ancestral Essence, Older Than God, Raise the Kingdoms, Kilrimont Burns, Visions (of Futures), The Arrival..., Older Than God.

martedì 6 agosto 2013

DEAD IN THE DIRT "The Blind Hole"
2013 - southern lord recordings


Voglio dare ai DEAD IN THE DIRT il giusto spazio che si meritano. E lo faccio in occasione dell'uscita dell'album di debutto "The Blind Hole". Già i due precedenti EP "Vold" del 2010 e "Fear" uscito nel 2011, hanno classificato in maniera decisa la violenza espressa dalla band americana, con sede ad Atlanta (Georgia). Ci sono delle novità positive sull'intero songwriting, ma c'è soprattutto l'ennesima riprova del peso specifico, considerevole, della loro musica. Ripropongono il vecchio feeling della scuola grind mantenendo quel tocco più contemporaneo che dona il giusto groove alle canzoni. I Dead In The Dirt ci puniscono severamente, con disciplina, calpestandoci senza tenere conto dei possibili danneggiamenti fisici e psichici. Così l'esigenza di mantenere una certa atmosfera è la conseguenza inevitabile/voluta. Le idee che caratterizzano questo genere musicale devono comunque rispettare un certo standard di base, infatti i tre musicisti coinvolti nel gruppo lo sanno molto bene. "The Blind Hole" possiede un sound profondo, crudele, sfracellante, ma non confuso. Creano dei brani capaci di diffondere odio e disperazione senza cadere mai nella banalità fine a se stessa. Carattere, cinismo, determinazione, sono le armi dei Dead In The Dirt. Spietati! L'album è stato pubblicato su CD | LP dall'attivissima Southern Lord Records.

TRACKLISTING: Suffer, The Blaring Eye, Swelling, Strength Through Restraint, Idiot Bliss, You Bury Me, Skullbinding, Mask, Cop, No Chain, Will Is the War, Baggar, One More Day, The Pit of Me, Caged, Starve, Vein, Pitch Black Tomb, The Last Nail, Two Flames, Knife in the Feathers, Halo Crown.

lunedì 5 agosto 2013

"Night Work" dei BLEACH EATER recensito su METALITALIA.com


Mi sono occupato della promozione italiana per i deathster newyorkesi BLEACH EATER. L'album di debutto "Night Work" è stato recensito positivamente da Claudio Luciani di Metalitalia. Ringrazio il caporedattore Luca Pessina e lo stesso Claudio per la grande disponibilità.

Christian Montagna Son of Flies webzine

QUESTO IL LINK DELLA RECENSIONE:

http://metalitalia.com/album/bleach-eater-nightwork/

VIDEO PROMOZIONALI:

DEATHRITE "Into Extinction"
2013 - per koro records


Il gigante tedesco DEATHRITE si tiene in forma su disco fisico ritornando con un full-length incredibile, intitolato "Into Extinction". A giudicare dalla musica, pare difficile che mollino la presa prima di aver coperto di morsi profondi ogni centimetro del nostro corpo. Sentire il loro vile impatto può essere considerato una forma di tortura. Hanno un'autentica venerazione per il grind/death metal potenziato da fraseggi crust, generi per eccellenza all'interno del circuito underground: tutti i riff del chitarrista Andy e le ritmiche forsennate scolpite nel sound dei nostri in qualche modo richiamano la furia dei Trap Them, Rotten Sound, ma anche l'attitudine cinica dei Dismember, vecchi Entombed e i più recenti Black Breath (casualmente le corde vocali di Tony ricordano la timbrica di Neil McAdams). La produzione del disco scava solchi molto profondi, risentendo l'influsso della scuola swedish! Una distorsione mentale che da un senso alla furia cinica e spietata dei quattro musicisti! La buona esperienza
e le influenze accumulate nei 7 anni s'incastrano nel puzzle distruttivo. Il carattere vincente e i muscoli espressi si contorcono per l'urto. Le ossa si frantumano scosse dalla botta. Chi sin da giovane pratica tale genere musicale, impara a gestirlo (quasi sempre) senza traumi sulla propria pelle. Oggi, il death/grind/crust colpisce con più efferatezza per questo continua a piacere tanto agli appassionati. Bisogna trovare
la giusta soluzione / motivazione, per dar vita a qualcosa di buono. I Deathrite possiedono tutto ciò che serve. Nessuna distrazione è concessa! A volte, le abitudini sono utili, rafforzano il carattere, aiutano la concentrazione. In questo modo ogni cosa andrà bene. Soprattutto perché alle eccellenti abilità il gruppo unisce doti tecniche straordinarie. Sono pronti per il grande salto. "Into Extinction" fa male. Album da non perdere.

TRACKLISTING: Forsaken Tombs, Breathing Doom, Kingdom, Born Under A Guilotine, Vicious Throne, Into Extinction, Revenge & Reperations, Failure Of Existence, Plagues, Deathbed, Infernal Void, The Golden Age.

DEBAUCHERY "Kings of Carnage"
CD 2013 - massacre records


"Kings of Carnage" fa riferimento al death metal più schietto, semplice, 'in your face', quello sporcato da riff ignoranti influenzati dall'hard rock della vecchia scuola. Se vi piacciono i Six Feet Under del longevo Chris Barnes o i finlandesi Torture Killer, potete tranquillamente dare un ascolto ai tedeschi DEBAUCHERY (giunti all'ottavo album in 13 anni di attività). Il sound da un certo punto di vista è anche più versatile (se mi concedete il termine) rispetto alle band su citate, ma nel contempo include le stesse classiche caratteristiche/sezioni groove. E' spedito, agevole, richiama molto spesso i grandi AC/DC (la title track, "Man In Blood" rappresentano alcuni esempi evidenti) oppure i più contemporanei Airbourne ("Blood God Kills"). Perdersi in un disco targato Debauchery potrebbe essere un'esperienza divertente per molti, a prescindere dai gusti personali, perché si sa che il death metal annovera spesso tra le proprie fila musicisti stravaganti, ognuno con le anormali peculiarità. Per questo motivo rimane soggettivo il giudizio finale. Questi cadaveri circensi convertono in musica sentimenti ed emozioni traducendo il loro universo estremo in una precisa visione sonora. I riff ritmati, fluiscono come scariche di corrente elettrica, condensandosi all'interno dei brani. Pur non arrecando nulla di speciale/nuovo all'economia del gruppo o del songwriting i Debauchery sanno come far girare certe idee bizzarre, dando così spessore all'intera corazza. Munitevi di cuffie professionali / di un buon impianto stereo, alzate il volume al massimo, stappate qualche birra ghiacciata, perché solo così "Kings of Carnage" potrà trascinarvi
e torturarvi i timpani. La spontaneità dei nostri emerge in fretta, per tale motivo mi diverto ad ascoltarli. Ognuno è libero di pensare quello che vuole, a me non fa differenza. Il gruppo conferma le proprie strambe caratteristiche votate alla violenza, semplicità, a volte anche banalità (il brano "Man In Black" di Johnny Cash parla da se...). Le cinque bonus tracks sono tutte cover di gruppi ben noti: WASP, Accept, Bodycount, Die Fantastichen Vier. Lavoro spassoso, a tratti noioso, ma che fa sorridere nella sua arretratezza. Insomma, nulla di impegnativo per la formazione tedesca!

TRACKLISTING: Coming of the Dragons, Demonslayer, Let There Be Blood, Killerbeast, Kings of Carnage, Man in Blood, Blood God Kills, Victory Awaits, Murder Squad, The Last Crusade, Debauchery Motherfuckin' Family.

sabato 3 agosto 2013

PALMS "Palms"
2013 - ipecac recordings


Questa è gente della quale ci si può fidare ciecamente. 'Veri Artisti' per natura, come tanti che li hanno preceduti e li seguiranno. E allora non resta che affidarsi/abbandonarsi ai PALMS, nelle cui fila militano nomi di tutto rispetto. Chino Moreno dei Deftones alla voce e tre membri degli Isis: il chitarrista Bryant Clifford Meyer, il bassista Jeff Caxide e il batterista Aaron Harris. Fatevi rapire dal loro talento di musicisti e performers. I quattro americani vanno oltre le apparenze, spingendosi al di là dei confini tracciati dalle band madri. Non è che il post rock più emozionale funziona a comando, perché bisogna possedere le giuste credenziali per risultare convincenti e forse qualche dubbio, purtroppo, è legittimo in qualche occasione. Fortunatamente non è il caso dei Palms. Di certo, però, c'è che non è mai casuale quando si parla di personaggi talentuosi come questi. Di fianco al loro nome ci si può solo mettere un punto esclamativo. Non esistono dubbi sul valore di ogni singolo. Quel che è assodato è che i Palms hanno grosse qualità, fuori dalla norma e forse anche specifiche ambizioni personali. Ed è in questo senso che il debut album rappresenta una buona occasione per cominciare a conoscere meglio il percorso intrapreso dal gruppo, togliendosi di dosso un po' di dubbi sul valore dell'opera (se pur condizionata dal background definito degli stessi membri coinvolti nel progetto). Ma qui è la musica a parlare nel migliore dei modi, infatti i Palms attraverso le note surreali delle bellissime canzoni e al particolare peso emozionale riescono sempre a raccontarsi, modellarsi, nel proprio universo surreale. Il disco, dal titolo omonimo era previsto inizialmente per il 2012, ma ha visto la luce solo nel giugno del 2013, pubblicato dall'etichetta discografica Ipecac, fondata dall'eclettico Mike Patton. "Palms" suona vibrante dalla prima all'ultima nota, è stato registrato e prodotto dagli stessi membri del gruppo. Da sottolineare che Aaron Harris ha assunto un ruolo chiave sulla produzione generale. Joe Barresi (già produttore di gruppi rinomati come Queens of the Stone Age, Kyuss e Tomahawk) si è occupato della rispettiva registrazione delle diverse parti di batteria di Harris al suo personale studio House of Compression, mentre Chino Moreno ha realizzato le parti vocali nella sua casa-studio. Dopo tanti anni di esperienza, arriva anche per loro il momento giusto di tracciare una linea su quanto fatto finora, ripartendo da nuovi stimoli. Chino, Aaron, Bryant, Jeff sono entrati nel dettaglio della propria anima, servendosi della grade creatività che li contraddistingue. Un disco DA AVERE e CONSUMARE nei momenti più INTIMI!

TRACKLISTING: Future Warrior, Patagonia, Mission Sunset, Shortwave Radio, Tropics, Antarctic Handshake.

venerdì 2 agosto 2013

PERVERSION "Pillars of the Enlightened"
2013 - blast head records


I PERVERSION hanno scritto questo album tentando di aggiungere un chiaro senso di equilibrio tra le canzoni, evitando di fossilizzarsi unicamente sulla brutalità fine a se stessa o nei ritmi folli e veloci. "Pillars of the Enlightened" risponde più che bene alle caratteristiche dirette del brutal death metal anche perché in grado di mettere in evidenza svariati particolari, a tratti discretamente fantasiosi. Non c'è tregua nel sound spinto dei tre musicisti provenienti da Dubai (uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti). I chiari riferimenti a gruppi come Suffocation, Immolation, Dying Fetus, Vile sono palesi, come inevitabili appaiono le parti slamming tanto care a Devourment o Dehumanized. Questo genere musicale estremo merita rispetto, ma purtroppo possiede un grande difetto: senza i giusti accorgimenti, la giusta dose di sana personalità, tende ad essere prevedibile e noioso. Fortuna che nel caso dei Perversion non siamo condannati alla resistenza forzata!"Pillars of the Enlightened" scorre piuttosto veloce, senza danneggiare o appesantire troppo l'ascolto complessivo (questo bisogna riconoscerglielo). Pur mantenendo esplicito il proprio linguaggio perfido, questi Perversion hanno dato alle stampe un debutto onesto/essenziale. Mi preme citare quattro tracce riuscite: "Aging the Unbirthed", la title track, "Ones of the Beyond", nella quale i riff portanti della chitarra devono molto ai maestri americani Cannibal Corpse, infine "Subconscious Mutation" caratterizzata da innesti poderosi di scuola Hate Eternal. Notevole la produzione. Voglio premiarli per la determinazione dimostrata. Avanti così.

TRACKLISTING: Through the Void (Intro), Aging the Unbirthed, The Great Deception, Pillars of the Enlightened, Subconscious Mutation, Gates of the Multiverse, The Origins of Horror, Ones of the Beyond, Dementia (Of Devourment).

giovedì 1 agosto 2013

EXHUMED "Necrocracy"
2013 - relapse records


Con le afose temperature di Agosto '13 si respira l'odore acre di morte e sangue sprigionato dai macellai americani EXHUMED. E' l'umido torpore che ci sovrasta a farci capire perché molto spesso l'estremismo musicale può avere effetti collaterali, diventando letale. Quando si fanno i conti con formazioni del genere non c'è possibilità di salvezza. Matt Harvey e soci fanno ritorno con l'inconfondibile sound affilato, tagliente e lacerante che li contraddistingue dal lontano 1990 (anno in cui la band ha mosso i primi passi). I 23 anni di carriera la dicono lunga sullo status ispirato della compagine californiana. Chiamiamola pure 'esperienza', ma resta il fatto che gli Exhumed non hanno mai sbagliato nessuna delle loro efferate coltellate inferte agli ascoltatori/fans. A questo punto la domanda nasce spontanea: cosa concede di nuovo l'ultimo "Necrocracy"? Strappa la carne in modo violento, riconsegnandoci dei musicisti incredibili, pur con un songwriting piuttosto diverso rispetto ai precedenti lavori in studio e soprattutto al precedente "All Guts, No Glory" (2011). Non fraintendetemi però! Gli Exhumed rimangono sempre gli Exhumed, però oggi fanno del loro groove un'arma contundente piuttosto fatale. I brani sono tutti sorretti dal solito martellamento spietato, ma questa volta i riffs contorti delle due chitarre si cuciono su pelli umane diverse, condizionati dal flusso viscerale delle atmosfere, cercate ed evocate dai componenti del gruppo (esempi lampanti potrebbero essere la seminale/allucinata "Carrion Call", "Dysmorphic" caratterizzata nella parte centrale da un passaggio acustico accattivante, oppure la funerea/strumentale "E Pluribus, Mortem"... una delle quattro bonus tracks aggiunte nella versione deluxe). La formazione mantiene alta la propria bandiera, tenendola a pugni stretti! Il feeling pachidermico tipico dei vecchi Carcass non è venuto meno su "Necrocracy", ma rimane inglobato nelle strutture dei brani (composti magistralmente) solo per ricordare a tutti quali sono stati i loro padri. Altro elemento da non ignorare sono i bellissimi solos! Ognuno di questi è perfettamente impiantato nell'ossatura robusta delle canzoni, creando armonizzazioni sorprendenti e maledettamente avvincenti. Proprio da questi si evince l'amore di Harvey per il classico heavy/thrash metal sound d'annata (chi non lo sapesse Matt milita anche nei Dekapitator). "Necrocracy" non dovrà mancare nella vostra collezione personale! Colpisce prepotentemente con questo connubio tra professionalità / attitudine underground e la genuina passione per il metal di vecchia tradizione. Gli Exhumed creano ancora musica fantastica che ogni cultore deve ascoltare. Li identifico con tre concetti precisi e forti: devozione, carisma e perseveranza. Una delle migliori band in campo death / grind. Non dimenticalo MAI!

TRACKLISTING: Coins Upon the Eyes, The Shape of Deaths to Come, Necrocracy, Dysmorphic, Sickened, (So Passes) the Glory of Death, Ravening, Carrion Call, The Rotting.

BONUS TRACKS (DELUXE EDITION): Not yet Dead Enough, E Pluribus, Mortem, Chewed up, Spit Out, Go for the Throat.