mercoledì 31 luglio 2013

RAMMING SPEED "Doomed To Destroy, Destined To Die"
2013 - prosthetic records


Tra i tanti dischi ascoltati di recente in campo thrash metal, quello dei RAMMING SPEED mi ha particolarmente entusiasmato. E' la realtà! La band, pur strizzando l'occhio a molte formazioni del passato, riesce ugualmente a spingere sull'acceleratore con un ottimo songwriting, tenendo così su di giri un motore potente e perfettamente oleato. I riff calibrati e la sezione ritmica fottutamente ruggente diventano la spinta rotativa di un meccanismo alternativo a combustione interna. Sicuramente la composizione del loro sound deve tenere presente diversi fattori, quali, l'importante determinazione nell'atto esecutivo e i rispettivi arrangiamenti nei brani che ne possono variare le caratteristiche di base, infatti gli americani Ramming Speed hanno una temperatura incandescente, che nella sua parte metallica esterna può raggiungere alte temperature. Questa differenza di componenti viene dilatata dal mix tagliente di: thrash metal, crossover, hardcore. Le vibrazioni, sono soggette a una sollecitazione maggiore per via della combustione. Importante sottolinearlo ancora. I cinque thrasher provenienti da Boston (Massachusetts) non scherzano affatto, dimostrando tutte le buone potenzialità mediante canzoni adrenaliniche come "Doomed To Destroy, Destined To Die", "Grinding Dissent", "Ministry Of Truth", "The Rhetoric Of Hate And Other Examples Of Wildly Unchecked Ignorance". Altro perno importante è la voce graffiante del singer Peter Gallagher. Chiunque sia un appassionato, abituato a dimenarsi violentemente, non dovrà per nessun motivo ignorare la rabbia dei Ramming Speed (attivi dal 2005). Il disco è stato pubblicato dalla Prosthetic Records.

TRACKLISTING: Doomed to Destroy - Destined to Die, Anticipating Failure, Grinding Dissent, Gorgon's Eye, Cretins and Coward, Anthems of Despair (Summer Jam), Ashes, Ministry of Truth, The Rhetoric of Hate and Other Examples of Wildly Unchecked Ignorance, Extinction Event, Under the Monolith, Hollow Giants, Dead Flags.

martedì 30 luglio 2013

VAREGO "Blindness of the Sun"
2013 - Argonauta Records | Masterpiece Distribution


Il loro primo album, intitolato "Tvmvltvm", aveva già fatto presagire 'lo stato artistico' di questo personalissimo gruppo ligure denominato VAREGO . I musicisti del progetto, sono impegnati a coltivare un nuovo/organico modello sonoro in grado di abbattere ogni futile condotta musicale, e non si risparmiano, nemmeno sul flusso intenso dell'EP "Blindness of the Sun" (come il debutto, pubblicato da Argonauta Rec./Masterpiece Distribution). Durante il processo di metabolizzazione del notturno esordio, speravo che un secondo lavoro potesse arrivare in breve tempo. Fortunatamente così è stato! I Varego si avvalgono nuovamente dei neuroni malati del produttore Billy Anderson per materializzare su supporto audio le viscide visioni generate nelle quattro canzoni. Le disfunzioni dissonanti presenti nel breve spazio temporale concesso dall'EP si intrecciano costantemente con la torbida follia geniale che alimenta / caratterizza ogni singolo membro della line-up. Qui il pensiero diventa sfuggente e non si ha nemmeno la possibilità di essere pienamente razionali... L'intera opera diventa da subito avvolgente, minuto dopo minuto, penetrando l'udito del fruitore partendo da un'angolazione nascosta, posizionata nella più cupa penombra. "Blindness of the Sun" è venuto fuori seguendo le idee particolari della formazione, sviluppate nel corso di questi quattro anni. Non hanno uno stile particolare i Varego anche se la base di partenza è l'heavy sound. Niente di prevedibile. Hanno tastato uno spettro musicale ampio che rende tutto inclassificabile. A dare vigore al feeling generale ci pensa anche l'eclettica performance dell'affascinante e intoccabile Jarboe (presente sul brano conclusivo "Of Drowning Stars"). I Varego devono solo essere orgogliosi, perché non c'è nulla di sbagliato nel loro 'straordinario' modo di interpretarsi e interpretare le proprie allucinazioni. Fanno la musica che vogliono, senza limiti, senza puntare a regole preconfezionate o 'trendy'. Perciò, la libertà di espressione vince ancora grazie alla forza di ogni strumento utilizzato. Prendo ad esempio la terza song "The Flight of the I" (nella quale gli strumenti a fiato sembrano respirare i fantasmi degli sperimentali The Mount Fuji Doomjazz Corporation, The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble). Sto parlando di emozioni forti, sentite, incredibili, indelebili! Perciò, dopo il vostro attento ascolto, potrete definirli come più vi aggrada. L'EP sarà disponibile dal 2 Settembre '13.

TRACKLISTING:Hesperian, Secrets Untold, The Flight of the I, Of Drowning Stars.

lunedì 29 luglio 2013

WITHERSCAPE "The Inheritance"
2013 - century media


Il grande Dan Swanö è una delle colonne portanti nel circuito 'extreme' e sono certo rimarrà impresso a lungo nella mente di molti, grazie ai tanti anni di attività come musicista e produttore. La dimostrazione della sua inesauribile creatività è questo nuovo progetto denominato WITHERSCAPE, nel quale il compositore svedese mette in luce le sue tante contrastanti sfaccettature. Sonorità mature, composte egregiamente, messe a fuoco mediante ampie vedute musicali, già coltivate precedentemente nei vari Edge of Sanity, Nightingale, Pan.Thy.Monium, Unicorn, Infestdead, Route Nine. La mappa dei Witherscape segna un tracciato diverso, che muta per agevolare il movimento delle note architettate da Swanö, proprio perché lui è quel tipo di artista che ha bisogno di rinnovarsi continuamente affinché la propria essenza possa raggiungere l'eternità. Ci riesce in gran parte del debut "The Inheritance", forte della sua straordinaria esperienza in campo. Non dimentichiamo che è stato anche membro dei Katatonia (per i quali ha suonato la batteria) e dei Bloodbath, quindi siamo tutti d'accordo sulla pregevole essenza del personaggio. L'opener "Mother Of The Soul" oppure "Astrid Falls", "Dead For A Day", "Dying For The Sun" si alimentano su questa palpabile energia. E' venuto fuori un gruppo interessante capace di alternare emozioni varie, sezionate dalle lame dei momenti duri e le spine pungenti dei passaggi più melodici, a tratti classicheggianti. Mi sono venuti in mente Opeth, King Diamond, Porcupine Tree, ultimi Iron Maiden... Ora per forza di cose i Witherscape devono essere considerati una vera e propria band, nonostante Dan Swanö si porti sulle spalle il peso del glorioso passato. Merita attenzione perché all'altezza delle sue indiscutibili doti artistiche.

TRACKLISTING: Mother of the Soul, Astrid Falls, Dead for a Day, Dying for the Sun, To the Calling of Blood and Dreams, The Math of the Myth, Crawling for Validity, The Wedlock Observation, The Inheritance.

Video: HELLPACSO - DSA COMMANDO "Summer in Hell"
2013 - prod. Sunday


CONTATTI: dsacommando.com


domenica 28 luglio 2013

BLACK TUSK "Tend No Wounds"
2013 - relapse records


Le ghiandole sudoripare sono organi ausiliari ripartiti su tutta la pelle umana e ci pensano gli americani BLACK TUSK a stimolarli nel migliore dei modi. Il trio è il neurotrasmettirore principale all'interno del proprio sistema nervoso, una scarica accecante non indifferente. È comunque noto che tale esplosione cerebrale, oltre che nella parte inconscia, viene sprigionata anche a livello prettamente strumentale. La sintesi diretta dell'adrenalina avviene quasi sempre in alcuni individui e questo rende tutto più speciale. I Black Tusk ci sanno fare, grazie ad una padronanza stilistica diventata nota a chiunque si cibi di determinate sonorità. Un percorso consolidato in 8 anni di intensa attività. Questo recente guitar sound è più potente e arrabbiato, è migliore dei precedenti, colpisce in faccia senza remore. Il flusso sul precedente full-length "Set the Dial" (2011) era buono ma in questo nuovo EP "Tend No Wounds" si avverte un distacco meno evidente dal resto del tappeto ritmico. Ora i Black Tusk hanno acquisito in durezza, versatilità e in capacità di colpire duro in maniera diretta/sintetica. L'attitudine Punk'n'Roll non molla la presa, diventando determinante all'interno del loro songwriting. Nessuno sforzo profuso è andato fuori strada. L'intero blocco messo in moto risulta trascinante, scagliandosi velocemente contro l'ascoltatore. Nulla di particolarmente speciale ma pur sempre essenziale e dinamico. Insomma capaci di farsi gustare ed apprezzare.

TRACKLISTING: Cold Embrace, Enemy of Reason, The Weak and the Wise, Internal/Eternal, Truth Untold, In Days of Woe.

sabato 27 luglio 2013

MONACHUS "Below"
2013 - alerta antifascista records


I MONACHUS si sono formanti a Gothenburg nel 2010 e in breve tempo hanno dato alle stampe due dischi veramente validi / ispirati, l'ultimo è il recente "Below" pubblicato da Alerta Antifascista Records. Il songwriting attuale presenta molti punti in comune con quello espresso sul debut "Out of the Blue" del 2011, anche se la band ha fatto passi da gigante durante il processo di 'raccolta input'. La differenza principale (se così si può dire) è proprio questa. I nostri presentano quattro lunghe tracce per un totale di 38:47 da assimilare interamente abbandonandosi nella tempesta dei suoni stessi. Inevitabile trovare dei punti di connessione con altre formazioni dell'Atmospheric Sludge/Post-Metal, proprio perché i gruppi del genere mantengono spesso certi schemi di base che li accomuna. Forse gli Shrinebuilder dell'accoppiata Scott Kelly / Wino potrebbero essere chiamati in causa durante la fruizione di "Below" e non è difficile darmi ragione sul paragone espresso. Per questo motivo, sono certo che i fan più legati alle movenze atmosferiche lasceranno il full-length in play senza saltare un solo secondo. Non voglio utilizzare delle terminologie particolari per identificare il sound dei musicisti scandinavi. E' solo 'musica' alla maniera dei Monachus. Chi li segue dal primo valido cd non farà fatica a riconoscerli. Inoltre, trovo che il contrasto tra i diversi modi di cantare abbia giovato notevolmente al risultato finale. Perciò, "Below" rappresenta un'ottima opportunità per conoscere la band svedese.

TRACKLISTING: Waves, Curse, Circles, Onward.

venerdì 26 luglio 2013

GORGUTS "Colored Sands"
2013 - season of mist


Anche gli storici GORGUTS fanno ritorno sulla scena estrema dopo svariate vicissitudini compromettenti (non dimentichiamo la triste morte di Steeve Hurdle ex. chitarrista dei deathster canadesi). Emozionanti furono album del calibro di "Considered Dead" (1991), "The Erosion of Sanity" (1993), come il complesso e altrettanto valido "Obscura" del 1998. La maestria della formazione d'oltreoceano emerge nuovamente dalle profondità degli abissi generando uno tsunami di dimensioni catastrofiche. Genio, tecnica, velocità, potenza e furia devastatrice sono il biglietto da visita dei Gorguts. Il loro impatto poderoso si stratifica perfettamente su livelli qualitativi emblematici. Nelle nove tracce del nuovo "Colored Sands" non esistono limiti, a dimostrazione che più il tempo passa e più il gruppo riesce ad affinare la tecnica, ed in questo modo tradurre in musica ogni oscuro sentimento. Non ho mai ascoltato nulla di simile! ...Dall'inizio alla fine l'intero full-length emana vibrazioni inedite, assolutamente intoccabili (provate a sentire le raccapriccianti note di "The Battle of Chamdo"). Insomma, sto parlando di 'veri' ARTISTI. Veramente stupefacenti e difficili da definire con semplici parole. "Colored Sands" rappresenta quasi la perfezione nella sua immensità! E' sicuramente importante avere sempre un modello ideale da raggiungere, in quanto è proprio quella la molla che permette di andare avanti, andare oltre, e di provare, in ogni nuovo disco, a raggiungerlo. I Gorguts hanno assimilato questo metodo da molti anni e lo dimostrano. Qui la musica da sola è in grado di spiegare totalmente la creatività di questi musicisti dandoci un riflesso del loro spessore. "COLORED SANDS" E' SUPERIORE IN TUTTO! Uscita: 30 Agosto 2013 su Season of Mist.

TRACKLISTING: Le Toit du Monde, An Ocean of Wisdom, Forgotten Arrows, Colored Sands, The Battle of Chamdo, Ennemies of Compassion, Ember's Voice, Absconders, Reduced to Silence.

giovedì 25 luglio 2013

PHILIP H. ANSELMO & THE ILLEGALS
"Walk Through Exits Only"
2013 - housecore records | season of mist


Sicuramente non mi interessa se la gente pensa che il progetto Philip H. Anselmo & The Illegals sia da identificarsi solo nella sua solida figura. D'altronde è inevitabile visto che lui ha contribuito pesantemente nello sviluppo della musica metal, inoltre da diversi anni si occupa della Housecore Records (oltre che dei tanti gruppi paralleli)... Quindi è il personaggio che meglio può spingere sé stesso e le band underground che gli girano intorno. Si, credo che il termine 'ribelle' ben si adatti alla sua personalità carismatica e a quello che Phil continua a rappresentare all'interno di una scena abbastanza stantia. Mr. Anselmo (a suo modo) ha sempre cercato di muovere le acque stagnanti di questo genere musicale, ormai troppo legato ai soliti schemi e non alla pura forma artistica come dovrebbe invece essere. Purtroppo a volte questa sua battaglia non ha avuto buoni esiti, condizionata anche dai vari problemi con le dipendenze (droga, alcool...). Diciamo che il muscoloso singer della Louisiana non ha sempre centrato il bersaglio, ma spero solo che i suoi fans capiscano quale è la vera essenza del suo pensiero e lasciar perdere quelle band finte che vogliono solo guadagnare il più possibile seguendo le mode del momento. Penso che Phil sia migliorato enormemente, anno dopo anno, dal punto di vista umano e lirico. Lui ha un preciso stile personale che è immediatamente riconoscibile. La sua voce rimane comunque da brividi pur essendo consumata dal tempo. I messaggi volgari legati ai suoi sentimenti contrastanti non vengono mai meno su "Walk Through Exits Only" e anche la musica secondo il mio punto di vista rappresenta quello che è Anselmo nel 2013: Il solito fottuto bastardo di sempre! Logicamente non sono molto soddisfatto della troppa scontata ripetitività, ma questa è la scelta, prendere o lasciare, anche perché non credo che le nostre eventuali/varie critiche negative/positive, possano fargli cambiare idee ed opinioni. Tutto l'album non ha particolari cali di intensità (nell'energia retrò), da altra parte Phil non punta su un vero e proprio singolo trainante per l'opera, ma piuttosto ha preferito che ogni canzone nel suo complesso risultasse vincente. Forse le idee a tratti risultano un po' scollegate tra loro... ma sempre meglio di altre sue uscite passate. Fortunatamente la produzione incollata su "Walk Through Exits Only" non è proprio alla moda, finta. Riconosco la bravura dei musicisti coinvolti e questo per me vuol dire stare sulla strada giusta. L'integrità di Anselmo, non accetta mai particolari compromessi. Penso che proprio grazie a questa sua dura integrità sia così rispettato e amato da tanti. Mi auguro che in futuro il cantante americano continui ad avere rispetto infinito per i seguaci cercando di offrire loro la migliore musica possibile. Ora, ognuno di voi si faccia la propria idea sul disco solista. Un lavoro che comunque vale la pena ascoltare.

TRACKLIST: Music Media Is My Whore, Battalion of Zero, Betrayed, Usurper Bastard's Rant, Walk Through Exits Only, Bedroom Destroyer, Bedridden, Irrelevant Walls and Computer Screens.

mercoledì 24 luglio 2013

VIOLATOR "Scenarios of Brutality"
2013 - kill again records


Un ritorno sulle scene in grande stile quello dei violentissimi thrasher VIOLATOR, sulla breccia da ormai undici anni. Grazie ad un album che non mancherà di soddisfare i cultori dell'old-school, questi brasiliani sono decisi a dettare le loro regole nel panorama underground internazionale. Le affermano a volumi elevati! I Violator rappresentano bene le origini, l'energia delle produzioni passate, glorie e memorie di un tempo che fu. Se trent'anni fa erano poche le band che infiammavano i palchi del mondo, con il passare del tempo abbiamo assistito ad una vera e propria ondata. Così, l'America del Sud, giorno per giorno, è diventata una delle terre più fertili per il thrash. Questo fatto non può che far bene alla scena estrema e credo che i Violator siano fieri di farne parte. Il valore del gruppo è confermato dal nuovo "Scenarios of Brutality" (terzo album), un giro vertiginoso sulle montagne russe... dove non esiste possibilità di frenata. In primo piano c'è sempre la musica, senza interferenze esterne. I Violator mantengono la stessa costante, infatti il loro sound è rimasto praticamente immutato, anche se stavolta hanno scartavetrato maggiormente la produzione per ottenere un impatto più dinamico, curato, e soprattutto adatto ai nuovi brani. Dal vivo saranno dolori! "Scenarios of Brutality" è ben fatto e corredato da un'artwork adeguato. Consigliati ai maniaci del thrash metal. Pure Adrenaline!

TRACKLISTING: Echoes of Silence, Endless Tyrannies, Dead to This World, Respect Existence or Expect Resistance, Waiting to Exhale, Death Descends (Upon this World), Colors of Hate, No Place for the Cross, Unstoppable Slaughter.

martedì 23 luglio 2013

ARMED FOR APOCALYPSE "The Road Will End"
2013 - ironclad recordings


I californiani ARMED FOR APOCALYPSE sono una band decisamente convinta
e caratterizzata da un sound duro, all'altezza delle loro potenzialità. Un'attitudine basata sulla passione per determinate strutture musicali che puntano al sodo. Lo avevano già dimostrato sul precedente "Defeat" del 2009. Lo spazio temporale di quattro anni non li ha certo indeboliti, vista la cattiveria che sprigiona un lavoro come il nuovo "The Road Will End". Il songwriting odierno ha influito in positivo (questo è sicuro) e lo si può ascoltare nelle dieci tracce composte. Chiamatelo sludge metal o come meglio credete... per me è solo "hard music", voglia di far male. Ecco come sintetizzare in poche parole l'espressione grezza / sanguigna degli Armed For Apocalypse e forse il titolo scelto dagli americani segue in maniera logica i contenuti del disco. Onesti e diretti! Il loro suono è accostabile a grandissime formazioni come Superjoint Ritual (la voce di Kirk Williams ricorda spesso l'intoccabile Phil Anselmo), EyeHateGod, Crowbar, Integrity... quindi, fa leva sulla violenza più cieca. Questa "crociata" ha l'unico scopo di rafforzare il carattere dei nostri e forse quello dei rispettivi sostenitori. Odio: questo espelle "The Road Will End". Tonnellate di riff monolitici / ritmiche robuste messe insieme per spaccare ogni cosa. Non bisogna essere dei visionari o lavorare tanto d'immaginazione per addentrarsi nella dimensione asfissiante dei quattro. Tutto rimanda naturalmente alla visione ossessiva delle band su citate,
e forse, è proprio questo il grande limite degli Armed For Apocalypse. Molti potrebbero etichettarli come dei bravi mestieranti. Secondo la mia opinione, serve solo maggiore personalità, ma gli attributi ci sono!

TRACKLISTING: The Starting Line Is a Trip Wire, Better Worlds, The Well, Open Wound, Built to Kill, The Road Will End, Worth the Weight, Drawing a Line, Happy Our (Disciple of Death), Ends Meet.

domenica 21 luglio 2013

GLACIAL FEAR "Equilibrium Part. II"
2013 - autoprodotto


Parlare dei calabresi GLACIAL FEAR significa scomodare una band longeva e
veramente importante nell'underground nostrano (attivi dal lontano 1992). Quindi parto dal presupposto che il rispetto per Gianluca Molè e compagni è doveroso. La formazione sudista nel corso dei tanti anni vissuti per la musica ha saputo mantenere inalterato il proprio carisma, evidenziandolo con delle releases di assoluto spessore qualitativo, non da meno, la loro determinante coerenza / perseveranza. Sto parlando di storia! Musicisti fondamentali per la crescita della nostra scena estrema (passata/futura), considerando l'inedita essenza che li ha costantemente contraddistinti dalla sterile massa. Assieme a Schizo, Sinoath e altri sono (stati) tra
i pochi ad avere una differente visione d'insieme, caratterizzata da un genio fuori dal comune (appunto). Lo si poteva già ascoltare ai tempi del bellissimo secondo EP "Atlasphere: the Burning Circle" pubblicato dalla ormai defunata Nosferatu Records nel 1995 (in quell'anno ebbi anche la fortuna di vederli dal vivo in provincia di Lecce). Ora (forse) capirete le mie considerazioni ferme, motivate e coscienti. Gianluca percorrendo la strada maestra ha stretto il suo coltello tra i denti e accompagnato da diversi componenti (vecchi e nuovi) ha minato il percorso di una band meritevole! Infatti, la fortuna dei calabri è quella di avvalersi di un chitarrista come lui: potente, versatile, innovativo, personale (senza togliere meriti a nessuno dell'attuale line-up). Adesso che il nuovo EP "Equilibrium Part. 2" è realtà, ho avuto la possibilità di riaffondare
le mie attenzioni nei tanti elementi proposti, per sondare i riferimenti alle origini e quelli più contemporanei. Sembra che il motore dei Glacial Fear non vada mai in riserva. Basta ascoltare tutte le cinque canzoni (compresa la cover dei Killing Joke) per percepire le grandi motivazioni dei nostri. Nessuno suona come i Glacial Fear e non posso far altro che applaudire tanta bravura. Voglio precisare un'altra cosa: il sound dei quattro non ha bisogno di descrizioni perché non codificabile. E' musica con la "M" maiuscola, sentita, originale, un flusso intenso, a dir poco coinvolgente! "Equilibrium Part. 2" si posiziona con fermezza ai piani alti dell'underground italiano, mentre la band resta ben salda sulla sua 'rocciosa' vetta. LUNGA VITA GLACIAL FEAR!

TRACKLISTING: Civil Failure, Adrenaline of the Night, Upload Your Life, Ghost City, Asteroid (original by KILLING JOKE).

"Night Work" dei BLEACH EATER recensito su METALLIZED.it


Dopo essermi accordato con il rapper americano Gore Elohim (Goretex) di Supercoven Records, mi sto occupando della promozione italiana per i deathster newyorkesi BLEACH EATER. L'album di debutto "Night Work" è stato ottimamente recensito da Enrico Latino di metallized.it | Ringrazio il caporedattore (Redazione B) Andrea Trecarichi e lo stesso Enrico per la grande disponibilità/professionalità.

Christian Montagna Son of Flies webzine

QUESTO IL LINK DELLA RECENSIONE:

http://www.metallized.it/recensione.php?id=9079


CONTATTI:
goreelohim.com
facebook.com/bleacheater

sabato 20 luglio 2013

INHUMATE "Expulsed"
2013 - autoprodotto


Gli INHUMATE forti di una lunga gavetta/storia, affrontano l'ascoltatore con un death metal - grindcore onesto e maledettamente aggressivo. L'aver realizzato un platter competitivo non li posizionerà nel dimenticatoio. I fans del gruppo potranno raggiungere l'eiaculazione precoce dinanzi alle sonorità taglienti lanciate a folli velocità. Probabilmente in "Expulsed" l'elemento che ricorre maggiormente è quello dell'immoralità.... sia in termini esistenziali che concettuali, perciò è difficile contraddire le opinioni decise di questi musicisti francesi. Se l'obiettivo era quello di punirci, beh, direi che ci sono riusciti senza avere nessuna pietà. Purtroppo il songwriting non è molto originale, ma nonostante ciò, riesce ugualmente a scolpire composizioni discrete e immediate. Non possiamo di certo chiedere troppo ad una formazione insolente come questa. La realtà dei fatti è ben chiara dinanzi ai nostri occhi! Le linee guida seguite dalla band sono evidenti, come trasparenti appaiono gli schemi proposti. Ogni emozione offre una fedele fotografia degli Inhumate del 2013. SICK!

TRACKLISTING: We Are Inhumate, The Dragon, Darmok, I Am the Beast, Sun, The Traveller, Ashes, The Scale, Archer, Rosebud, Cendres, Willing, Freaks, The Room, Voices, Atropos, Faster Than Thoughts.

"Night Work" dei BLEACH EATER recensito su ROCK HARD Italy


Dopo essermi accordato con il rapper americano Gore Elohim (Goretex) di Supercoven Records, mi sto occupando della promozione italiana per i deathster newyorkesi BLEACH EATER. L'album di debutto "Night Work" è stato ottimamente recensito da Paolo Sola nella rubrica 'disembowelments' del nuovo numero di luglio/agosto della rinomata rivista Rock Hard Italy. Ringrazio il caporedattore Barbara Francone e Paolo Sola per la grande disponibilità/professionalità.

Christian Montagna Son of Flies webzine

BLEACH EATER "Night Work" - artwork
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facebook.com/bleacheater

venerdì 19 luglio 2013

ONIRICOUS "Ritos Diabolicos"
2013 - razorback records


Tonnellate di materiale metallico franano sul mio cranio ascoltando il riffing / drumming degli spagnoli ONIRICOUS (attivi dal 2011), una band che fa della pesantenza incontaminata un vero marchio di fabbrica. Non è tutto: l'immaginario grezzo e marcio rappresentato dal sound tratteggia perfettamente il carattere dei quattro musicisti. La riuscita discesa di circa trentacinque minuti dimostra quanto la caduta libera, a un certo punto, finisce per puntare ad un obiettivo: raggiungerci per travolgerci. Le 10 tracce del disco (escludendo l'intro) composte con il dovuto ritmo serrato e senza inutili ambizioni da podio, servono soprattutto per non archiviare le caratteristiche del 'true death metal'. Una veloce caduta verticale molto pericolosa. Lo spirito è solido mentre percuote sugli strumenti, era così in passato e per alcuni individui lo è anche oggi.
Il vero metal estremo non è morto e gruppi come questo servono a tenerci svegli o rinfrescarci la memoria sulle origini del genere! Se siete tra quelli che hanno una predilezione / predisposizione per certe sonorità assassine o per gli artwork minimali e orridi, certamente non vi farete sfuggire gli Oniricous. Adesso è tempo di schiacciare 'play' sul vostro stereo affinché il sound purulento dei nostri possa scatenarsi nelle vostre orecchie putrefatte. Ci tengo a precisare che i testi sono tutti cantati in lingua madre. Nei contenuti del debut "Ritos Diabolicos" la semplicità espressiva corre in parallelo con l'efficacia. L'essenza dell' old school death metal non muore mai. Supportateli.

TRACKLISTING: Intro, El Amuleto, Astrofobos, Reanimador, La Sombra Exterior, Laberinto Astral, Atrapado en un Mundo Onírico, La Abominación de Las Almas, El Fuego Verde, Ritos Diabólicos, El Terror Supremo.

giovedì 18 luglio 2013

UNKIND "Pelon Juuret"
2013 - relapse records


Questo è un album KILLER! Fa venire i brividi, lo ammetto. Io che sono cresciuto con gruppi come Tragedy, From Ashes Rise, Victims non potevo sottrarmi a tale violenza sonora ed è una vera goduria ascoltare "Pelon Juuret" a volumi elevati. Già al primo giro il disco contagia con la sua spinta 'propulsiva' manifestata su composizioni medio-lunghe di ottima fattura. Il risultato è notevole, anche perché si sente che le canzoni sono state composte da musicisti affiatati e preparati. Un full-length fresco, ispirato, abrasivo con la giusta istintività / varietà nelle dinamiche. Non credo che gli appassionati del crust - hardcore potranno lamentarsi, perché "Pelon Juuret" si mantiene sempre su livelli elevati, infatti la musica dei finlandesi UNKIND non cede mai nell'aggressività sputandoci addosso una varietà di cambi ritmici / riff da capogiro (non sottovalutate i rallentamenti di "Valtakunta", "Viallinen", "Kehtoon Tapetut", nelle quali la formazione rimette in luce sfumature tipiche dei Breach di "Kollapse" del 2001). Oggi i nostri lavorano su idee molto più fresche e la loro tenacia celebra gli sforzi fatti fin dal lontano 1998. La produzione è grandiosa! Ad ogni riascolto risultano avvincenti. TRACKLISTING: Pelon Juuret, Vihan Lapset, Valtakunta, Laki, Viallinen, Olemisen Pelko, Kehtoon Tapetut, Saattokoti.

Video: THE FRANCESCO FONTE BAND "Flames"
2013 - autoprodotto


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mercoledì 17 luglio 2013

DARK MATTER "How Cold is the Sun"
2013 - cryo chamber


Il progetto DARK MATTER messo in atto dalla tedesca Ann Jachec trasforma a suo modo lo stadio espressivo del dark ambient più tenebroso. In questo album "How Cold is the Sun", il rapporto tra la compositrice (destinata ad essere parte della tragedia generale) e i suoi suoni è regolato da un preciso rapporto di distinzione, come se le allucinazioni dell'artista fossero imprigionate in una serie di elementi forgiati per levigare il bilanciamento tra le parti. Nelle canzoni di Jachec si concentrano ottime intuizioni compositive, fulminee e violente. La musica del disco fluisce con densa scioltezza affrontando il contrasto espressivo da un livello presumibilmente interiore. Non è difficile individuare i pilastri sui quali vengono collocate le basi del sound. Ritmi e ambientazioni donano con vivezza i tratti salienti di una personalità complessa. Le mie sono impressioni sentite, meditate attentamente. Tutte le deformità contorte rappresentate da Ann elevano il carattere della sua immensa creatività. L'opera nell'interezza tocca il centro della vitalità dell'individuo. Apprezzo la forte personalità con cui la musicista modella la propria identità, denudando la natura essenziale dell'esistenza. I contenuti di "How Cold is the Sun" sconvolgono il reale nella forma, facendo emergere la capacità di penetrazione dell'essere. Dark Matter è consigliato a chi vuole dissolversi nel buio. Esaustivo!

TRACKLISTING: Be Yourself for Me, Creature Called Human, Obscured by Clouds, Something Like.. Home, Reality is just an Illusion, Of Fractured Light and Void, Every Empty Evening, Psychomachine.

Video: DSA COMMANDO "Futuregasm"
2013 - autoprodotto


CONTATTI: dsacommando.com


martedì 16 luglio 2013

LUSTMORD "The Word As Power"
2013 - blackest ever black


Ritorna uno dei maestri per eccellenza del dark ambient: Brian Williams aka LUSTMORD! Nessuna parola/frase potrà mai definire l'immensa genialità del compositore inglese. La sua musica supera i limiti dell'esperienza sensibile e della realtà tangibile. Ogni opera prodotta da Brian diventa parte del buio e va assimilata in silenzio, attentamente, venerando così l'oscuro verbo e le note che stuprano l'ambiente circostante! "The Word as Power" apre nuovamente i cancelli della percezione per una terribile catarsi. Il sound di Lustmord è correlato ad un procedimento dalle forti connotazioni psichiche e, a impatto, lo si può evincere in pochissimi minuti, raggiungendo il culmine del senso poetico dell'abbandono totale. La forza della condotta sonora, impressa nelle composizioni dallo sforzo doloroso dell'esecuzione, risulta l'esito di un sentire non comune, della reazione straziante di un esilio dannato dipinto con meticolosa malattia. Lustmord raggiunge piena conoscenza di sé e delle cose secondo un volere preciso, la proprietà 'divina' di essere il nucleo del tormento. Il suo passo emana una sensazione fortemente spirituale, ancorata sul fondale dell'anima. Il movimento lento è l'esito di una forte energia surreale, determinante che, attuandosi, suscita un conseguente conflitto di forze opposte che ti trascinano via. Tutto questo avviene nel suono, a ridosso della monocromia straziante, entro uno straordinario complesso di accordi tra tonalità basse e grevi. Brian Williams ci condanna alla sofferenza, ci costringe a sanguinare. L'effetto compositivo è simile ad un 'mantra', ad un'espressione sacra indirizzata verso l'ascoltatore, ad una formula mistica o magica, ad una preghiera, ad una pratica meditativa/religiosa, ad un passo biblico inglobato nell'atmosfera del disco. Le diverse voci utilizzate su ogni traccia diventano indispensabili per garantire la manifestazione delle sue rappresentazioni visionartie. Lustmord continua a respirare con una profondità traumatica. PURA GENIALITA'!

TRACKLISTING: Babel, Goetia, Chorazin, Grigori, Andras Sodom, Abaddon, Y Gair.

ACHERONTAS - "LE SALE DI AMENTI"


VENGONO DALLA GRECIA E GIA' ERANO ESPLOSI CON IL PRECEDENTE TERZO LAVORO "VAMACHARA". ORA QUESTI SACERDOTI FANNO RITORNO CON UN ALBUM DA BRIVIDI INTITOLATO "AMENTI", CHE PORTA IL LORO BLACK METAL SU LIVELLI SUPERIORI, ANCORA PIU' VISIONARI E DESCRITTIVI. LA PAROLA VA AL CANTANTE CHITARRISTA ACHERONTAS V.PRIEST

1. Quando ha iniziato a suonare la band?

- Siamo nati nel 1996 come Worship e poi nell'autunno del 1997 il nome cambiò in Stutthof. Dopo un decennio il moniker diventò Acherontas.

2. Ora che "Amenti" è stato pubblicato potresti spiegarmi il significato del titolo dell'album?

- Il nuovo album è intitolato "Amenti". Con questo nome, abbiamo voluto riversare sulla nuova release le vibrazioni di un glorioso simbolismo egiziano, per indicare il percorso del lavoro e rivelare un elemento in più della quintessenza della Congrega. Le sale di Amenti sono state un vortice di energia illimitata secondo il Papiro di Ani, il centro del mondo - un luogo di giudizio e di liberazione. La forza di Drakonian regna sovrana in modo da offrire un potenziale tocco di iniziazione nelle sue acque. Le catacombe hanno una forte simbologia, la grande ascensione spirituale, la forgiatura di un dio. Le sale sono stimate, consentendo l'ascesa spirituale per procedere e unirsi all'onniscienza degli antichi dei. All'interno di questo significato, possiamo trovare l'essenza di Amenti, album che corona l'ascensione per la congrega e l'enorme passo in avanti, un passaggio ad un livello superiore che viene battezzato e celebrato in quest'opera musicale, lirica e filosofica. Non rivelerò altro, questo disco dovrebbe essere considerato come un viaggio che l'ascoltatore deve affrontare, e scoprire da sé l'essenza che si tuffa nelle acque dello Stige, e la rispettiva testimonianza dei misteri. Le stanze di Amenti sono ora aperte per gli adepti del sangue, una chiamata per l'individuo che deve essere iniziato - o un veleno per l'ignorante.

3. Parliamo del nuovo album. E' sicuramente intenso, oscuro e più arrabbiato di qualsiasi altro lavoro degli Acherontas. Sei d'accordo?

- Il nuovo album ha molti elementi diversi nella sua forma musicale. Dal ritual dark ambient a suoni tradizionali dell'Oriente, provenienti da strumenti fisici utilizzati da Scorpios Androctonus... Poi: Arditi, Naas Alcament da Nightbringer, Edgar Kerval, Jhon Longshaw. Sono tutti davvero speciali nella loro essenza/creatività ed hanno offerto il loro Prana in maniera differente, in modo che Amenti potesse scatenarsi nelle masse come arte esoterica molto complicata...

4. Come si è svolta la produzione dell'album? Potresti descrivere il processo? Dové stato registrato il disco?

- Abbiamo registrando l'album provando anche per i nostri futuri Ritual Shows. Un periodo stancante, una sfida nel Fuoco. Tutto ha avuto luogo presso l'Eleventh Tower studio, tranne il mastering effettuato ai Place in Sitra Ahra Studios. Le voci di Naas Alcameth sono state fatte negli Usa, la batteria in Italia da Gionata. Penso sia il lavoro più completo che abbiamo fatto finora.

5. Che cosa è cambiato nella band dalla pubblicazione del precedente album? Oggi il sound sembra molto organico! Come descriveresti lo stile di "Amenti"?

- Consideriamo la mancanza di evoluzione come un ristagno, una forma di morte. Ogni passo intrapreso con le nostre creazioni a livello musicale
e spirituale è un obiettivo molto importante che ci siamo posti da tempo, perciò continueremo a cercare per raggiungerlo. Ogni opera della band è espressione di esoterismo. Così, Amenti è stato un passo più profondo e più vicino la quintessenza della nostra arte e spiritualità. Siamo più soddisfatti del lavoro musicale e filosofico che si è manifestato attraverso il risultato finale di Amenti. E 'stata una sfida per noi,
o meglio, una prova di volontà da gestire per dare carne alla nostra esperienza spirituale attraverso l'arte. Non abbiamo mai creato senza l'espressione del nostro vuoto interiore. La nostra missione è una sola, ed è per quelli che hanno "occhi per vedere" oltre il velo della materia.

6. La musica degli Acherontas attinge influenze da una vasta gamma di soluzioni, non solo legate al black metal... Quali sono state le tue fonti? Quali band vi hanno influenzato, per quanto riguarda il vostro songwriting? "Amenti" è un album davvero aggressivo e oscuro, dalla musica alle parti vocali, dai riff di chitarra agli effetti dark...

- La mia vita quotidiana potrebbe essere parte del nucleo delle mie Influenze. Quelle musicali vanno dagli inizi del death / black metal degli anni '90, alla Musica Classica, Martial e Ritual Dark Ambient...

7. Gli Acherontas si possono considerare un'entità anti-cristiana? Quali sono le vostre convinzioni filosofiche?

- Non sono anticristiano. Godetevi pienamente il cristianesimo e tutte le mentalità religiose che manipolano e schiavizzano le masse. Io sono per l'apertura mentale individuale. Studio tutto... e il cristianesimo ha molti elementi utili per capire certe cose sulla propria pelle.

8. Da dove arriva la vostra ispirazione per i testi?

- Dalle mie esperienze come ho detto prima. Non abbiamo mai scritto qualcosa senza aver vissuto esperienze. Il nucleo della nostra esistenza abbraccia la Luce del Cosmo attraverso l'Arte... la nostra Arte.

9. Pensi che il Black Metal sia destinato a crescere/evolversi?

- Non mi preoccupo se il Black Metal crescerà... Io sono interessato solo ad alcuni individui speciali che uniscono l'esoterismo con l'Arte musicale e non alla maggior parte delle band del genere.

10. Quali sono i tuoi progetti per questo 2013?

- Per il momento nessun piano futuro tra i mortali.

sabato 13 luglio 2013

DISRAPE "Disräpe"
2013 - uncross your arms


Il suono che si erge dall'omonimo "Disräpe" è determinato, organizzato, meticoloso nella sua grezza violenza. Una collisione devastante! Oltre a tenere visibile il proprio cartellino d'ingresso, il gruppo raggiunge lo scopo di far male grazie a un'emulazione musicale ben definita che, non ha bisogno di particolari presentazioni. Al di là delle doverose premesse , gli schemi e le strategie scelte si rivelano vincenti, diventando così imprescindibili in funzione del songwriting. La consapevolezza di essersi buttati sulle folli velocità del crust / punk / hardcore / thrash metal d'annata, diventa una sorta di sfida da superare. La cosa potrebbe dare buona visibilità al progetto. Progetto che, nero su bianco, definirei "un vortice di emozioni distorte senza compromessi". Dalla buona riuscita di "Disräpe" si evince oggi quanto siano state importanti certe formazioni del passato per questi ragazzi canadesi. L'ascesa dei Disräpe è culminata nei 25 minuti del disco. La band non è adatta a chi ascolta le attuali produzioni estreme, ma è destinata agli amanti dell'old school, agli autolesionisti del mosh pit più animalesco, quello che lascia ecchimosi visibili, violacee, causate da impatto, nelle quali il travaso ematico è limitato. Potrebbero anche essere ascoltati ad alto volume mentre si sta viaggiando in auto con lo sguardo fisso/perso sul degrado urbano, oppure, ancora meglio, mentre - consapevoli - si sta prendendo una sbronza con degli amici alcolizzati. Non troverete nulla di innovativo nei Disräpe, ma sarete bastonati senza pietà da un'attitudine sfrontata e furiosa.

TRACKLISTING: Descending Into Darkness (Intro), Dis Nightmare Continues, Vulture's Feast, Death By a Sentence of Death, Scorched Earth, Disaster Strikes, Icy Grave, Dethriders, Watch It Rot, World of Shit, Stoned to Death, Grim and Frostbitten, Abra Cadaver, Mercy of a Swift Death, Population Bomb.

venerdì 12 luglio 2013

REPROACHER "Nothing to Save"
2013 - foreign room records


Quando guardo artwork come questo mi pare già di sentire la musica nella mia testa. Ancora una volta non mi sbagliavo! Quello dei REPROACHER è un album 'soffocante' e 'visuale'. Mi piace sentire la gente che si dedica
a 360° a questo stile, che si lascia assorbire da esso, toccare la follia che alcuni musicisti riescono a materializzare frantumando tutte le note, sentendomi così coinvolto nel totale. E' una combinazione di cose che fa funzionare alla perfezione certe line-up. Molti di voi, troveranno poco interessante il delirio sonoro di "Nothing to Save", ma secondo la mia opinione è un disco valido, tormentato ed oscuro. E' incredibilmente perverso, ma anche accessibile nella sua immediata spinta! I Reproacher dimostrano come si possa suonare post hardcore (se così si può definire) mantenendo vivo e fresco il lato aggressivo della proposta. Non è facile accostare il gruppo a delle formazioni specifiche, ma una cosa è certa,
i nostri hanno precisi punti di riferimento: Cursed, Converge, -(16)- e Neurosis, i primi nomi che mi vengono in mente. Difficile individuare il pezzo migliore di "Nothing to Save", visto che la buona corporatura di un po' tutti i brani renderebbe ostica la scelta definitiva. Probabilmente "Crippled Wolves" è tra le mie preferite.I passaggi veloci sono veramente 'fast', mentre i diversi midtempos risultano davvero crudeli. Non saranno degli innovatori, ma di sicuro i Reproacher danno la giusta importanza a quello che fanno. "Nothing to Save" possiede ciò che un album del genere deve avere. C'è violenza, l'atmosfera morbosa e l'aggressività. Decidete voi se appoggiare questi americani provenienti dallo stato del Wyoming.

TRACKLISTING: Intro, Casemate, Sophists, Averse Arrest, Ballast, Marginal Being, Repose, The Champion is Fucked, A New Dark Age, Crippled Wolves, New Skin.

giovedì 11 luglio 2013

THROAT "Manhole"
2013 - kaos kontrol


Cinici! Così si presentano i finlandesi THROAT. Violenti, affondano le radici nello sludge metal / noise rock più disturbante e inquieto. Questi nove brani sono talmente intensi / voraci che aggiungerne altri sarebbe stato eccessivo. Siamo di fronte a composizioni nervose e ancor più nella qualità. Sono molto entusiasta ascoltando e accusando le influenze della formazione scandinava: Fudgel Tunnel, Unsane, Swans etc..... Si, proprio questi diventano alcuni dei pilastri all'interno del songwriting dei Throat. Potrebbe essere un buon punto di partenza quello di creare il proprio suono richiamando i primi periodi dei generi su citati, anche se i nostri non si risparmiano nello scrivere focalizzandosi sul presente. Compongono canzoni che 'spaccano', che non hanno bisogno di un'analisi singolare, brani a tratti tirati in altri lenti, ricchi di 'rumore' ma altrettanto groove e 'torcibudella'. Vedere dal vivo questo gruppo non potrà lasciare indifferenti. "Manhole' è entusiasmante nel suo incedere
e assume un ruolo decisivo nella storia della band (nata nel 2009 e con all'attivo diversi split ed Ep). Una cosa è certa: i Throat non si curano di ciò che gli accade attorno, tirando dritti senza mezze misure. Siamo di fronte all'ennesima provocazione che si muove controcorrente. Letali.

TRACKLISTING: Gift Gas, Asbestos, Katoye, Holey, Soft White Walls, New Pest, Perfect Teeth, Euthanasia Coaster, Bad Heat.

mercoledì 10 luglio 2013

SETH "The Howling Spirit"
2013 - season of mist


Dopo esser svaniti tra le nebbie dell'inferno per ben nove anni, pochi si sarebbero aspettati un ritorno dei francesi SETH, invece no, Heimoth e i suoi diabolici soci si riaffacciano sulla scena per terremotare le nostre orecchie con un album simbolo che, seppur ancorato a certe regole tipiche del black metal non manca di ottimi spunti. Non è semplice descrivere la nuova proposta della band, soprattutto riferendomi a questo "The Howling Spirit", che ritengo senza ombra di dubbio il loro migliore full-length. Una cosa è certa, i Seth possiedono una forte personalità contorta e lo dimostrano su queste dieci tracce allucinate. La musica è assolutamente l'aspetto fondamentale per il gruppo, ma devo dire che anche l'immagine di copertina ha la sua ampia importanza: aiuta ad entrare nel concept del lavoro e ad esprimere ulteriormente le sensazioni che il sound diffonde. L'immagine di "The Howling Spirit" dà un tocco ancora più drammatico e misterioso ai Seth e ci rende partecipi di qualcosa di raccapricciante. Quelle teste mozzate di uccello potrebbero essere parte integrante di un tetro 'dreamcatcher' che probabilmente ai musicisti serve per allontanare sogni dannosi o che comunque non aiutano la loro crescita spirituale. Qui il ciclo vitale si interrompe velocemente per dare spazio ad un'angoscia persistente. Il mantra presente su "In Aching Agony" o l'incedere maligno di "One Ear to the Earth, One Eye on Heaven", riassumono alla perfezione un po' tutte le tematiche / caratteristiche musicali della formazione, a dimostrazione che si può essere parte di forze oscure/malvagie senza per forza calpestare la propria genialità compositiva. Il telaio strumentale del disco e costruito con meticolosa maestria! I riff compositi partoriti dall'accoppiata Heimoth/Cyriex si annodano sul drumming preciso, crudele e scioccante di Alsvid (con precedenti nei belgi Enthroned e attualmente in forza ai deathster Ad Patres) e al basso tremolante di Helldryk. Tutto questo approccio sistematico diventa inevitabilmente il tappeto perverso sul quale si sguinzaglia la performance talentuosa del vocalist Black Messiah (tra fraseggi estremi e altri di carattere epico). "The Howling Spirit" si svincola da futili legami con atteggiamenti preconfezionati e dalle imposizioni che il sistema della musica estrema sta applicando da diversi anni. I cinque francesi seguono la strada individuale in totale libertà esprimendo tutto lo slancio, impeto, inventiva di cui sono in possesso. Se il black metal avesse sempre dalla sua parte album di questa portata sarebbe cosa grandiosa per l'evoluzione del genere. Imponenti!

TRACKLISTING: In Aching Agony, Killing My Eyes, One Ear to the Earth - One Eye on Heaven, Howling Prayers (Act I), He Whose Heart Is Heavy with Sin, Ten Barrels (A Scourge for the World, a Plague for His Soul), Scars Born from Bleeding Stars, Howling Prayers (Act II), Mort-Luisant, Dicing with Death

martedì 9 luglio 2013

INFERA BRUO "Desolate Unknown"
2013 - autoprodotto


Gli INFERA BRUO si separano dal comune concetto di musica estrema, ma non dimenticano la maestosità e l'ingegnosità dei loro mentori. Spesse volte le tradizioni e i valori del passato preparano il terreno per costruire un futuro radioso, concetto questo, da abbinare a basi musicali robuste, affinché possa risultare veritiero. Questo nuovo album ha la funzione di espellere tutta l'energia in eccesso della band, risultando dispotico e violento, solerte e variegato, una vera sorpresa positiva. Niente rimane tale in eterno, tutto è destinato a cambiare e gli Infera Bruo sono ben coscienti di ciò, quindi, non trovo niente di strano nel fatto che anche i gusti musicali diversi di certi esseri possano influenzarsi a vicenda. L'azione degli Infera Bruo non si pone alcun limite e la competenza di ogni membro si esprime sotto forme variegate: fondamentalmente, rimangono ancorati a certi antenati del Nord Europa (Scandinavia), proiettandosi in contemporanea verso nuovi orizzonti creativi. "Desolate Unknown" è duro, complesso, imponente, ha un sound estroso, e grazie alla buona produzione mantiene intatta la sua particolare identità/corporatura. Voci aggressive si alternano a timbriche ricercate e solenni, mentre l'impeto furente dei tanti riff si orchestra a meraviglia su ritmiche serratissime, disposte perfettamente. Gli opposti si attraggono in tale universo e si susseguono sul filo conduttore disposto dai musicisti chiamati in causa. Evolversi rimanendo sé stessi non è impresa facile! Resto convinto che il materiale composto per "Desolate Unknown" sia davvero buono, eclettico, emozionante , ben eseguito, insomma all'altezza della situazione. L'album si illumina di luce propria, dimostrandosi competitivo per la maniera in cui riesce a sprigionare estro, tecnica, arrangiamenti raffinati. Mette in evidenza le due facciate contrapposte dell'animo degli elementi coinvolti. Spesso per ottenere risultati decisivi basta essere muniti di versatilità stilistica e iniettare un certo ricambio nel feeling di ognuno dei pezzi. "Desolate Unknown": un grande episodio heavy, pesantissimo, visionario, avvolgente, che ha dalla sua l'incedere ossessivo e delirante. Chiunque di voi voglia confrontarsi con idee particolari, si faccia avanti. Notevole black/death metal da Boston (United States).

TRACKLISTING: Visions of the Inner Eye, Oblivion, Segue I, Ritual Within, Dust of Stars, Segue II, Invoking Collapse.

lunedì 8 luglio 2013

Statistiche: 41.545 visite / visitors per SON OF FLIES webzine


Sono trascorsi dieci mesi dalla nascita di SON OF FLIES.
Scritti e pubblicati 526 post (tra recensioni, interviste, live report).
Il blog ufficiale della webzine è stato visitato da più di 40.000 utenti da tutto il mondo. Grazie per il SUPPORTO!

Christian Montagna


WHELM "A Gaze Blank and Pitiless as The Sun"
2013 - autoprodotto


I danesi WHELM hanno dato alle stampe un disco eccezionale sul quale si
è sperimentato al meglio per ottenere qualcosa di veramente accattivante. Ogni singolo brano è caratterizzato da un atmosfera definita come fosse la continuazione di quello precedente, le melodie sulfuree proposte sono spesso le medesime. I componenti del gruppo si concentrano sul versante più dark della musica e alla luce dei fatti, raggiungono l'obiettivo. Composizioni ragionate, mature, complesse e difficili da scoprire, ma in fondo dischi del genere devono conquistare velocemente l'ascoltatore per evitare di annoiarlo. Le caratteristiche peculiari dei nostri lasciano trasparire ampie qualità compositive in grado di raffinare tematiche tese che riguardano l'inconscio e le profondità gravi dell'anima. Ascoltando attentamente l'album non si può non farci caso. Le sonorità decadenti dei Whelm sgorgano direttamente in vena per rendere visibili/tangibili alcuni sentimenti nascosti. E' normale, quindi, associare immediatamente le loro alterazioni a qualcosa di sentito. Le distorte ambientazioni proposte dalla band diventano sempre più complesse/affascinanti con lo scorrere dei minuti. "A Gaze Blank and Pitiless as The Sun" segna il presente e
il futuro di una formazione motivata, dalla quale non si può prescindere se si vuole capire il significato concreto del termine "doom". Ogni brano è in grado di spiegare in maniera molto efficace il significato simbolico del sound e, dello stesso pensiero dei nostri. Notevole la prova di ogni singolo, mentre è assurda la versatilità delle due voci, sempre teatrali e potenti. Se desiderate immergervi nel flusso lisergico dei Whelm dovete farlo in fretta perché l'esperienza sarà da brividi. "A Gaze Blank and Pitiless as The Sun" è un cd che riesce a condensare diverse influenze e, se oggi è possibile parlare ancora di doom metal o funeral doom, questo è in parte dovuto a realtà ingegnose come questa. La metà oscura continua a lasciare il segno nel bagliore del crepuscolo! Grande gruppo! Album da avere! Le scosse risonanti di "From The Trenches of Perception", "Ghosts in The Undergrowth", "Perpetual Blindness" etc... spingono all'acquisto.

TRACKLISTING: Tann Døkka Jørð, The Brazen Bull, From the Trenches of Perception, Perpetual Blindness, Delphine La Laurie, The Wrecked Orchestra, Ghosts in the Undergrowth, Event Horizon.

sabato 6 luglio 2013

WARHEIM "Storm"
2013 - autoprodotto


La Svezia! La solita terra scandinava a partorire alcune delle formazioni più interessanti della scena metal mondiale. Troppi sono i gruppi che nel fluire della storia underground hanno reso celebre quello stato di quasi dieci milioni di abitanti. Inutile stare qui a ripetere/rinfrescare nomi ed esponenti, anche perché sarebbero veramente troppi da citare. Oggi nel mio stereo fanno scintille i WARHEIM, autori di un death / black metal di buona fattura, destinato ad una larga fetta di appassionati del genere. Una band disposta a colpire in maniera energica, con un album devoto allo swedish sound e che risponde al titolo di "Storm". Il titolo del lavoro rispecchia bene la musica proposta. Dissection, Lord Belial, Unanimated sono ben presenti nello scheletro delle composizioni e, non credo sarà un problema per gli stessi Warheim (avendo scelto di suonare così), perciò sono certo sia stato un processo naturale e quindi una sorta di necessità per loro. Non appartengono alla stirpe minimale di gruppi death / black, nel senso che, gli svedesi possiedono diverse variazioni all'interno del songwriting, anche se i riferimenti alla scuola su citata non vengono mai meno. Pur essendo influenzati dalle band esposte precedentemente cercano ugualmente di ottimizzare un personale approccio. In fin dei conti lo scopo è sempre quello di suonare quello che ti piace, a prescindere dal giudizio altrui, forse perché quando inizi a comporre musica hai sempre
i gruppi preferiti e vorresti suonare come loro. In un certo senso accade tutto ciò ascoltando i riff di "Devil Within" (la migliore song del cd a tratti sfumata su tonalità cupe tipiche dei Watain),oppure quelli di "Hem I Krig", "Holocaust".I Warheim sono bravi a trattare la materia in causa, risultando efficaci, ma anche agili nel dare rilievo ai diversi dettagli, sprigionando magniloquenza ed epicità. Tutte le sei canzoni si fondono armonicamente, senza risultare nettamente separate. Forse per il futuro serve maggiore personalità, ma al momento siamo già su grandi livelli di intensità. Meritano attenzione.

TRACKLISTING: Devil Within, The Burning Ones, Holocaust, Storm, Hem I Krig, Ondska.

venerdì 5 luglio 2013

MANIAC "Black Legion"
2013 - discos me cago en dios


Considero gli spagnoli MANIAC (nati nel 2011) come un qualcosa di forte, grezzo e schietto. Apprezzo lo spirito old school dei componenti, messo in atto con un songwriting essenziale e determinato, tipico degli anni '80. La band sembra avere solide fondamenta provenienti dalla scuola punk/heavy/thrash metal ed è così che le influenze manifestate nelle canzoni riconducono a mostri sacri come Venom, Hellhammer, Motorhead... Niente male se consideriamo la spontaneità con cui esprimono le proprie idee, andando in linea con quello stile ed estetica. Si percepisce da subito che i madrileni Maniac hanno una visione molto specifica che punta alla sostanza e non alla forma. La struttura generale delle composizioni predilige vecchi riff/ritmiche, intrappolando così l'ascoltatore in uno spazio temporale distante dall'attuale contemporaneità. E' tutto spalmato sulla base di quelle linee guida, un modus operandi ben definito anche se minimale. La cosa che mi piace è il potere della semplicità nelle cinque composizioni registrate: Infatti, i Maniac preferiscono emergere così, senza fronzoli, come tutte quelle formazioni che suonavano extreme music agli inizi. Probabilmente non hanno nessun obiettivo preciso, ma grazie all'EP "Black Legion" rispondono perfettamente a certe caratteristiche. Se riuscite procuratevi pure il demo 2011 e lo split con i Tempesta del 2012. Attendo il full-length!

TRACKLISTING: Hellish Void / Lobotomicide, Corrupted Moon, Black Legion, Society of Morbids, Terror Priest.

giovedì 4 luglio 2013

Recensione: COFFINS "The Fleshland"
CD | LP 2013 - relapse records




Ai giapponesi COFFINS non è mai importato nulla della tecnica fine a sé stessa e ce lo ricordano nuovamente con l'ultimo album "The Fleshland" (pubblicato dall'americana Relapse Records). Hanno suonato per 27 anni alla stessa maniera, fottendosene delle delle progressive immissioni nel circuito death metal. Loro restano compiaciuti del feedback dei fan più fedeli e underground, quelli che li hanno sempre appoggiati/supportati senza farsi troppe domande sulla validità della proposta! Puoi essere bello fuori e marcio dentro o l'esatto contrario: lì dipende dal tuo stile di vita quotidiano. I Coffins, sono rimasti marci dentro e fuori,
a riprova che questo stile musicale non è creato per la massa, ma solo per veri cultori. Il recente putridume doom/death metal proposto dalla band sarà il pane quotidiano per moltissimi di voi e, "The Fleshland" è il disco che descrive a pieno un certo verbo. Mi sento libero di pensarla in questa maniera, proprio perché considero fondamentale il loro apporto alla scena, quindi devo dargli i giusti meriti. Non è sicuramente facile assimilare l'intero album, ma resta comunque un ottimo viaggio per capire le intenzioni/motivazioni dei quattro musicisti nipponici. La dedizione dimostrata nel tempo ha trasformato tutte le incisioni dei Coffins in dei master al cardiopalma. Questa viene riproposta su "The Fleshland" senza snaturare o smarrire le peculiarità basilari del songwriting. Una solida testimonianza lasciata dalla formazione. Bentornati!

Contatti: coffins.jp

TRACKLISTING: Here Comes Perdition, Hellbringer, The Colossal Hole, No Saviour, The Vacant Pale Vessel, Rotten Disciples, Dishuman, The Unhallowed Tide, Tormentopia.


mercoledì 3 luglio 2013

DØDSFALL "Djevelens Evangelie"
2013 - obscure abhorrence productions


Ciò che rende speciale il sound dei norvegesi DØDSFALL non è la musica in se, ma quell'attitudine primitiva tipica del black metal delle origini. L'intensità che caratterizza il nuovo "Djevelens Evangelie" è esasperata ulteriormente da una malignità voluta e incondizionata. Le nuove canzoni sono più efficaci rispetto al passato e, nonostante l'aggressività che incarnano, la loro qualità è indubbiamente oltre la media, evidenziata dalla produzione retrò di cui godono. Credo sia un album istantaneo, che non risponde ai canoni delle produzioni recenti/moderne... E' spontaneo, realizzato secondo specifiche coordinate, per queste ragioni suona così determinato e deciso allo stesso tempo. Sicuramente i Dødsfall non sono degli sprovveduti, si affidano alla loro esperienza in modo da intuire come eseguire al meglio le proprie composizioni. Certe emozioni oscure bisogna viverle su pelle, affinché risultino 'credibili', ma va aggiunto che al musicista basta saperle interpretare con una certa attendibilità. Questo combo è sinonimo di garanzia per chi vuole abbracciare determinate vibrazioni, magari "Djevelens Evangelie" rimarrà solo una rivisitazione aggiornata di qualcosa di vecchio, già sentito, ma sapete com'è... il tempo per alcuni gruppi sembra essersi fermato e a molti seguaci potrebbe andar bene anche così. Il risultato finale, anziché deludere, corre su brani più sentiti/ispirati, dalle ritmiche/riff ragionate con criterio, ove le sensazioni suggestive del freddo nordico vengono enfatizzate con notevole passione. Toccare il fuoco spirituale della terra scandinava fa parte di un processo naturale per questi musicisti. Uscita: Agosto 2013.

TRACKLISTING: Azerate, En Hymn til Døden, Slangens Kall, I Et Endeløst Kaos, Djevelens Evangelie, Svart Magi, Stemmer Fra Tidens Skapelse, I Djevelens Tegn, I Det Lyset Går Ned.

martedì 2 luglio 2013

WACO JESUS "Mayhem Doctrine"
2013 - sevared records


Ritornano a farci visita i perversi WACO JESUS (dall'Illinois) pronti a massacrarci le orecchie con il brutal death metal del delirante "Mayhem Doctrine", un album altamente violento che ci viene raccontato in nove tracce velocissime e detonanti. Un lavoro molto interessante, se andiamo a considerare lo scheletrico debut "The Destruction of Commercial Scum" del 1999 (non dimenticherò mai la repellente copertina). Si, i Waco Jesus hanno fatto passi da gigante nel corso di tutti questi anni, raggiungendo una maturità degna di nota. Se proprio devo accostarli a qualcuno, direi senza ombra di dubbio i vecchi Dying Fetus, quelli dell'accoppiata Jason Netherton / John Gallagher (intendiamoci). Un'estrema mistura di elementi death e grind combinati con tecnica virtuosa e strutture catchy / heavy breakdowns. L'adrenalina messa in moto dai quattro è talmente avvincente da spingere a riascoltare nuovamente tutto il quinto disco dopo la fine del primo giro completo. Non c'è bisogno di approfondire più di tanto il full lenght in analisi, perché in parte, parla da sé. Diciamo che è un perfetto mix tra elementi devastanti e concetti pornografici ben definiti (chi conosce il gruppo sa di cosa sto parlando). E' conturbante il peso della loro potenza metallica e lo si subisce durante l'ascolto di "Mayhem Doctrine". Una presa di posizione diretta quella partorita dalle varie "Going Viral", "Conspiracist", "Genital Grinder". Non penso possa essere ritenuta una release di punta all'interno del panorama death metal, ma i Waco Jesus si riconfermano solidi e maledettamente validi in tutto e per tutto. Una vera e propria devastazione sonora prossima ad abbattervi le mura di casa. Gli appassionati più intransigenti devono comprare questo cd perché regala grosse soddisfazioni. Avanti così Waco Jesus!

TRACKLISTING: Mayhem Doctrine, Going Viral, Public Animal #1, Instant Gratification, Conspiracist, Genital Grinder, Hyper Dominant, The Destruction of Commercial Scum, So Many Ways to Kill.

MENTAT "Antagonistas"
2013 - autoprodotto


C'è una tensione costante nell'impeto irremovibile di questi brani, come se gli stessi musicisti coinvolti volessero dare un forte senso alla loro esistenza/identità generando così inquietudini pulsanti e catalizzanti. "Antagonistas" porta alla luce cinque episodi sepolti nell'anima degli stessi componenti e questa è una buona guida alla conoscenza del gruppo. Un'esplosione dai tratti disinibiti, è 'materia' molto sentita, come lo può essere un film 'noir' a tinte forti. Gli spagnoli MENTAT (provenienti da Valencia, attivi dal 1998 e con all'attivo diverse releases) sono puro istinto unito a concentrazione e ricerca. I collegamenti tra un brano e l'altro nel processo di songwriting hanno reso tutto il full-length molto simile ad un concept... Infatti sono le diverse sfaccettature delle song a consegnarci qualcosa di unico, lavorato su una vasta gamma di emozioni, soluzioni, strumenti, sonorità. Coesi sprigionano il meglio che la scuola "post metal/rock" abbia potuto concepire negli ultimi dieci anni con riff ritmiche che richiamano spesso i maestri Neurosis, contrapposti alle cupe atmosfere dei Godspeed You! Black Emperor. "Antagonistas" è un album 'sui generis' e dal sapore dark, uno spettro sonoro ampio. Indubbiamente un disco complesso che entra lentamente. I Mentat cercano di proporre musica che sia emozionante ed intelligente e lo fanno bene servendosi anche di una certa perizia strumentale, un fattore, questo, di cui molti gruppi di oggi sono purtroppo sprovvisti. Ho ascoltato diverse volte quest'opera, rimanendo entusiasta dell'esperienza nel suo complesso. Album del genere hanno bisogno di una produzione adeguata per rendere al meglio, fortuna che "Antagonistas" la possiede! Meritano attenzione.

TRACKLISTING: Antagonistas (XVII), La Sangre Del Más Débil (XIX), Sólo Humo (XVIII), Una Senda, Nunca Se Fueron (XX).