lunedì 29 aprile 2013

COLLAPSE UNDER THE EMPIRE "The Silent Cry"
2013 - sister jack


Chris Burda e Martin Grimm sono le menti di COLLAPSE UNDER THE EMPIRE, provenienti da Amburgo. Reputo l'EP "The Silent Cry" molto più bilanciato rispetto ai precedenti "Systembreakdown" (2009), "Find a Place to Be Safe" (2010), "Shoulders & Giants" (2011), "Fragments Of A Prayer" (2012). Ovviamente quei lavori non erano da meno in quanto a personalità e originalità. I nostri con il passare degli anni hanno accumulato buona esperienza trasportandola sull'attuale processo compositivo, che si differenzia per la grande singolarità. Insomma, c'è qualcosa in più all'interno del sound di "The Silent Cry", c'è una profonda tensione visibile e tangibile dall'esterno. Ascoltando tonnellate di band simili
a questa, si mette subito a fuoco che i C.U.T.E. si concentrano sulla bellezza della propria musica per esplorare scenari diversi e sentiti, forse non in modo così estremo come potreste pensare voi, però i due musicisti affrontano un altro passo decisamente importante e fanno di tutto per venirne fuori in maniera vincente. Fortunatamente ci riescono. Chris e Martin hanno avuto il coraggio di farsi strada da soli, con forza, investendo sulla propria creatività, senza sfruttare l'attenzione nei confronti di un genere già consolidato. Delle sei song dell'EP le mie preferite sono l'opener "We Are Close As This", "Infernal". Gli amanti del post rock strumentale vicino a God Is An Astronaut, Explosions In The Sky, Mogwai, apprezzeranno. Complimenti COLLAPSE UNDER THE EMPIRE.

TRACKLIST: We Are Close As This, Stjarna, The Silent Cry, Infernal, Ashfall, Shut Off The Lights.

sabato 27 aprile 2013

MY GRANDE FINALE "Ocean Heart"
2013 - autoprodotto


Questo MY GRANDE FINALE è il solo project del finlandese Markus Grönfors, un'affascinante nuova realtà emersa dalle grandi onde tempestose del Nord Europa. La linea seguita dal musicista compositore si spinge avanti con le correnti violente generate dal freddo vento polare. L'inizio del disco affidato alla title track è caratterizzato da un andamento riflessivo, glaciale e le note sembrano adagiarsi con la giusta causa sulle raffiche flagellanti della seconda "They'll Come". Il tratto di oceano molto vasto dove i forti venti di tempesta hanno potuto spirare con continuità, si placa all'improvviso, per centinaia e centinaia di miglia, anche se nelle melodie turbolente di "Moscow River Cruises" è possibile ascoltare la forza del mare osservato dai grandi gabbiani bianchi. "Long Road,No Home" si ricollega alla precedente traccia nei suoi primi due minuti, per poi travolgere l'ascoltatore con una vigorosa carica elettrica. Qui le ondate si accompagnano in modo frenetico, arrivando a raggiungere grandi altezze durante la loro propagazione verso le coste rocciose a picco. Nonostante l'apparenza, le onde generate da "Ocean Heart" non traspostano materia ma solo energia, efficacia che si diffonde fino ala finale "For Salvation". Probabilmente per Markus la 'salvezza' significa liberazione dai mali più diversi, materiali e spirituali. Album toccante improntato su post-rock, post-metal, shoegaze. Ben fatto.

TRACKLIST: Ocean Heart, They'll Come, Moscow River Cruises, Long Road - No Home, For Salvation.

venerdì 26 aprile 2013

MOGWAI "Les Revenants"
2013 - rock action records


Non hanno bisogno di presentazioni gli scozzesi MOGWAI, uno dei gruppi più longevi del movimento post-rock, autori di ottimi lavori pubblicati nel corso della lunga carriera, un cammino intenso, unico, vissuto sul filo delle emozioni più profonde ed evocative. Oggi li troviamo in una nuova veste, più 'intimista' se vogliamo entrare nel merito di questa nuova rappresentazione audio/visiva intitolata "Les Revenants". Dopo essersi immersi nella costruzione della soundtrack per il film "Zidane:
A 21st Century Portrait", i Mogwai accettano un'altra sfida, dipinta con tinte tenui, quasi pastello. "Les Revenants" è un telefilm della francese Canal+ (adattamento del film omonimo), che narra la storia di morti viventi ritornati fra i vivi, per rimpossessarsi del posto che era stato loro. Decisamente interessante la trama! Così la band in questo capitolo della discografia decide di accompagnare il passo lento e faticoso degli esseri su citati con una colonna sonora cupa, triste, drammatica nella sua inconsueta particolarità. C'è inquietudine sotto queste note, c'è qualcosa di oscuro mentre la pioggia cade giù e i morti continuano ad avanzare nella cittadina. Il disco si mantiene sempre struggente, tanto da allontanare le visioni horror per avvicinare quelle 'noir'. Posso sottolinearne le note del pianoforte impiantato su "Jaguar", "The Huts", oppure l'eco dello xilofono presente in "Fridge Magic", assolutamente travolgenti. Non sono da meno "Whisky Time" e la toccante "This Messiah Needs Watching", quest'ultima sembra uscita dalla mente visionaria di Angelo Badalamenti (nel periodo Twin Peaks firmato David Lynch). "What Are They Doing In The Afternoon?" (unica cantata), "Wizard Motor" alzano il tiro nel finale. "Les Revenants" contagia ad ogni ascolto, proprio perché possiede energia nella propria dimensione musicale. Questo disco va gustato penetrando il buio di una stanza.

TRACKLIST: Hungry Face, Jaguar, The Huts, Kill Jester, This Messiah Needs Watching, Whisky Time, Special N, Relative Hysteria, Fridge Magic, Portugal, Eagle Tax, Modern, What Are They Doing In The Afternoon?, Wizard Motor.

KING BONG "Space Shanties"
2013 - moonlight records


I milanesi KING BONG nuotano nelle profondità della mente, dimora delle loro liquide composizioni sonore. Un lavoro elettrico, ostico, diluito con acidi allucinogeni. Queste sostanze, indispensabili per raggiungere determinati stati mentali, mantengono amplificate le buone idee, evidenti già nella prima traccia "Even 50 Feet Hamsters Have Feelings". I nostri fanno leva su un sound ovattato per rendersi protagonisti all'interno di "Space Shanties" (terzo album). Le tonalità si disperdono facilmente in componenti "drogate" dall'istinto viscerale, come fosse una folle jam session trascinata da tempeste invisibili ("Of Bong And Man", "Inhale On Main Street"). Difficile trovare dei punti di riferimento stabili nel flusso delle note e delle ritmiche, perché ogni processo tracciato dal trio muta frequentemente ("Kilooloogung"). Poi il groove ritorna lento, opprimente, psichedelico, sfociando volutamente nel magma incandescente ("A.B. Ong", "Cthulhu"). I King Bong dimostrano personalità, così, i diversi elementi cromatici generati invadono tutta l'area dello spazio, riflettendosi ed impastandosi col tono del fondale. L'intero percorso strumentale marca l'atmosfera del disco grazie all'intimità vera di questi musicisti. Interessanti.

TRACKLIST: Even 50 Feet Hamsters Have Feelings, Of Bong And Man, Inhale On Main Street, Kilooloogung, A. B. Ong, Cthulhu.

giovedì 25 aprile 2013

BENCHPRESS "Controlled by Death"
2013 - autoprodotto


Quanti di voi hanno bisogno di vera "adrenalina" per sopravvivere in ogni giorno che passa? Attualmente siamo tutti nella stessa fottuta situazione sociale, schiacciati da una classe dirigente corrotta e ladra, molti di voi condizionati da una società chiusa ancora su falsi dei, miti, dogmi
e illusioni, siamo ancora privi di un lavoro dignitoso che possa donare speranza a noi e alle nostre famiglie, ai nostri figli, tutto va a puttane... Ormai l'unica legge è Sopravvivere! Per questi motivi ogni individuo alimenta dentro di se degli istinti violenti da sputare verso altri simili ignoranti, accecati, privi di coscienza. Tutto questo male ardente spesse volte deve essere tirato fuori, serve solo il giusto propellente capace di espellerlo. Se cercate qualcosa per incanalarlo verso l'esterno, la soluzione potrebbe essere "Controlled by Death" degli americani BENCHPRESS (Lewistown, Pennsylvania). Hardcore agguerrito ed efficace. La scuola è quella dei Terror (con chiari riferimenti agli Slayer sul riffing) perciò chi ama tali sonorità non farà fatica a identificarsi all'interno del sound esplosivo dei nostri. Brani brevi, potenti, diretti, senza fronzoli. Si viaggia su velocità sostenute con dei riff monolitici costruiti per far male, molto male! Naturale non aspettatevi particolari novità quando si ascolta una band dedita all'hardcore metallizzato. Se vuoi far parte del gioco devi attenerti alle sue regole e le regole del genere non possono essere modificate. Vuoi essere preso in considerazione dai seguaci? Devi esprimere ciò che senti con la massima fedeltà, perseveranza, attitudine. I Benchpress stimoleranno i vostri muscoli affinché possiate essere pronti nel loro moshpit furibondo. Questo disco possiede una produzione distruttiva! Quando ascolto ad alto volume "Disgusted with the World", "Pressure",
"No Place Like Home", "Out of my Mind", "Misery" dentro di me si scatena una collera dannatamente primitiva. "Controlled by Death" è un disco spacca ossa, da ascoltare e riascoltare.

TRACKLIST: Intro//Exist, Splitting Heads, Disgusted with the World (featuring Dion Barrella of Rock Bottom), Silver Spoon, Pressure, No Place Like Home, Hellbound, Out of my mind, Better, Grudges, Misery, Stay hated.

mercoledì 24 aprile 2013

THE PSYKE PROJECT "Guillotine"
2013 - bloated veins | black lake | brain crushing | swarm of nails


"Guillotine" si pone il fermo obiettivo di affrontare la propria impronta musicale in maniera incisiva. Le spaventose visioni ricercate nell'album vertono ad offrire colpi decisi. La potenza del sound, i riff sporchi, la velocità controllata della sezione ritmica e la voce lacerante, fanno dei danesi THE PSYKE PROJECT una bomba al tritolo. Puntano sulla concretezza e qualunque colpo decidono di mettere in pratica risulta letale. Grazie alla produzione caotica, i cinque donano maggiore forza e vigore ad ogni song della tracklist. C'è una cinica essenza nei contenuti, ed è sempre caratterizzata in maniera personale, lasciando solo pochissimi spazi a sperimentazioni varie. "Guillotine" è dedicato ad un pubblico settoriale, ma non preclude frangenti più particolari, riflessivi. Il muro metallico generato dai The Psyke Project abbatte ogni regola possibile. Undici brani nei quali si respira un'aria apocalittica. Non so se definirlo post/metal, ma quanto ascoltato su questo lavoro colpisce nel segno con profonda cattiveria. "Guillotine" calpesa se pur privo di originalità.

TRACKLIST: Guillotine, Death Sight, The End, Partisan, The Mute, Empire, Ghost Fight, Hell is Other People, When Man Became God, Good for Nothing, Menneske.

martedì 23 aprile 2013

GAMA BOMB "The Terror Tapes"
2013 - afm records


Se dovessi accostare i GAMA BOMB (attivi dal 2002) ad una band simile
per attitudine, ironia e naturalmente sound, direi senza ombra di dubbio: Municipal Waste. Si, questi pazzi thrasher irlandesi hanno molti punti
in comune con il gruppo del potente drummer Dave Witte (ex Human Remains, Burnt By The Sun). Volontà sfrontata, abbastanza sbruffona e una forte presa di coscienza nei confronti del genere musicale proposto. Quello che apprezzo dei veloci Gama Bomb è la sincerità con cui si pongono dinanzi all'ascoltatore e si percepisce da molto lontano che questi musicisti puntano alla sostanza senza nemmeno prendersi troppo sul serio. Tale attitudine ignorante aiuta a dare maggiore credibilità alla proposta, proprio perché non ci sono pretese o obbiettivi da raggiungere. Suonano così per pura passione! Un album come "The Terror Tapes" deve solo essere inserito nel lettore cd della vostra auto, metterlo a volume, abbassare
i finestrini e spingere a tavoletta sul quell'acceleratore metallico. Meglio ancora se il tutto viene accompagnato da una bottiglia di birra ghiacciata e una sigaretta fumante. Io ho agito in questo modo per aiutarmi ad assimilare meglio l'intero lavoro prima di recensirlo sulla mia Son of Flies webzine. Ha funzionato talmente bene che ho scolato più di una bottiglia, tornando a casa completamente sbronzo. "Legend of Speed", "Backwards Bible", "Beverly Hills Robocop", "The Cannibals are in the Streets", "Matrioshka Brain", "Metal Idiot" o "Shitting Yourself To Live" con i suoi 17 secondi, ti prendono a schiaffi sulla faccia. Unico modo per tenerti sveglio dopo la sbronza. Ahahah. Questo quarto disco è davvero divertente, poco impegnativo, bello da ascoltare. Ottima la prova strumentale e del vocalist Philly Byrne. Gli intenditori apprezzeranno. L'ondata del thrash avanza. Avanti così Gama Bomb!

TRACKLIST: The Wrong Stuff, Legend of Speed, Backwards Bible, Beverly Hills Robocop, Smoke the Blow with Willem Dafoe, We Started the Fire, Terrorscope, The Cannibals Are in the Streets - All Flesh Must Be Eaten, Shitting Yourself to Live, Matrioshka Brain, Metal Idiot, Wrecking Ball.

ESSENCE "Last Night of Solace"
2013 - noiseArt records


I thrasher danesi ESSENCE mi avevano bastonato per bene con il precedente "Lost In Violence" (2011), album decisamente valido e pieno di ottime idee (nonostante la loro giovane età). Nel 2013 si ripresentano più agguerriti che mai con un altro full-length in linea con lo stile già dimostrato precedentemente, la differenza sostanziale si manifesta nel curatissimo songwriting (oggi più completo, mozzafiato e variegato). Di gruppi thrash metal ne ho sentiti tanti negli ultimi anni, ma pochissimi hanno la stoffa di questi quattro ragazzi. Il sound adrenalinico in "Last Night of Solace"(prodotto da Peter Tägtgren) non mente e tira dritto come un treno spinto a folle velocità. Pur attingendo dalla vecchia scuola (americana e teutonica) gli Essence riescono a mantenere incredibilmente brillante il processo compositivo, grazie ad una notevole perizia tecnica mescolata alla dote di saper inserire influenze che arrivano da generi disparati del metal. Tra tutte le canzoni, mi viene in mente l'opener "Final Eclipse" avvelenata dal sensazionale virtuosismo chitarristico e dai solos veramente ispirati, la quarta song "For The Fallen" aperta da una dinamica tipica degli Hypocrisy, demonizzata poi (dopo il primo minuto) con un adrenalinico riff thrash metal d'impatto. "Children of Rwanda" scatena una furibonda tempesta sonora alimentata da riff/ritmiche figlie dei migliori Nuclear Assault/Anthrax (belle anche le parti grind inserite all'interno), "Dark Matter" e "Opium" si sporcano nuovamente di cupe atmosfere esplosive, vicine allo stile di Mr.Tägtgren e soci, mentre la bonus track "Fractured Dimension" (presente nella versione limitata) deve molto alle strutture portanti dei tedeschi Kreator. Spicca la voce pungente del cantante/chitarrista Lasse Skov. I punti di riferimento espressi nella mia recensione non devono farvi pensare alla solita proposta "copia e incolla". Assolutamente No. Questi Essense divertono, diversamente da tanti altri gruppi, dimostrando personalità e notevole carisma, pur girando intorno ad un riffing già conosciuto. Piacevole riconferma!

TRACKLIST: Intro, Final Eclipse, Arachnida, For the Fallen, Children of Rwanda, Gemstones, Dark Matter, Last Night of Solace, Opium, Fractured Dimensions (Bonus Track).

lunedì 22 aprile 2013

GREG HAINES "Where We Were"
2013 - denovali records


Greg Haines è un musicista/compositore inglese con una certa esperienza alle spalle, autore di cinque album solisti, se si esclude questo nuovo "Where We Were" che verrà pubblicato a Maggio dalla Denovali Records, insieme ad un boxset contenente tre precedenti lavori ristampati su vinile. Mi piace quando la musica riesce a creare paesaggi immaginari così raffinati e luminescenti, ed è come guardare l'immensità del cielo mentre ti lasci cadere nella sua infinita profondità. Greg ci regala un'altra lunga possibilità, o se preferite, un'ulteriore "parallelismo possibile". Un viaggio dolente incatenato su di una spirale immaginaria snodata nel subconscio dell'artista. I ritmi sono a tratti delicati e riflessivi (bellissima "So It Goes" oppure "Trasiemo"), in altri si concedono la libertà di mutare in qualcosa di più percussivo, tribale, come per esempio su "Something Happened", "Habenero". Possedendo solo il promo di "Where We Were" (ricevuto dall'etichetta) non saprei dirvi se si tratta di un concept album, ma anche se non lo fosse, questo full-length possiede tutte le caratteristiche dominanti saldate sulle congiunture dei brani. Haines dispone di un grande numero di variazioni e le mette a disposizione dell'ascoltatore più esigente. Io vi consiglio l'ascolto del cd perché ne vale davvero la pena. Elettronica, ambient, experimental sound e molto altro troverete all'interno dell'interessante "Where We Were". Se la musica è soprattutto "evoluzione" allora bisogna tenere in considerazione l'operato di Greg Haines. La sua professionalità non si discute. Gradevole e Seducente.

TRACKLIST: Intruder, Something Happened, So It Goes, Trasimeno, Whole, Wake Mania Without End II, Habenero, Habenero (Version).

ROB ZOMBIE "Venomous Rat Regeneration Vendor"
2013 - roadrunner | roud & proud


Chiudetevi a chiave ROB ZOMBIE è tornato! Ancora terrore, sangue e delirio per un uomo che nasconde troppi segreti, orrori e cadaveri. Negli ultimi anni salito alla ribalta grazie ai suoi horror movie nei quali ha riversato la stessa personalità/creatività eclettica messa già in atto nei grandi White Zombie (negli anni '90), e successivamente rivisitata nella pirotecnica carriera solista. Impossibile resistere al fascino macabro di questo artista: nella prima opera cinematografica del 2002, "La Casa dei Mille Corpi", se ne venne fuori con questa leggenda sul "dottor satana" e su una famiglia di psicopatici dedita al cannibalismo misto a rituali demoniaci (senza dimenticare il pazzo Capitan Spaulding), nel 2005 fu la volta della sanguinosa pellicola "La Casa del Diavolo" dove diede vita alla spietata famiglia Firefly, decise poi di andare oltre, ridimensionandosi sulla strada del remake con i due capitoli sul terrificante Michael Myers: "Halloween - The Beginning" (2008) e "Halloween II" (2009). Quattro feroci incubi visionari nei quali Rob Zombie scatena una scia di orrore e morte indescrivibile. Nell'attuale 2013 fa il botto con l'uscita nelle sale del nuovo film "Le Streghe di Salem" e la pubblicazione dell'ultimo album "Venomous Rat Regeneration Vendor", entrambi in arrivo ad Aprile. Fin dalla sua nascita Zombie mette in luce una natura malefica ma nello stesso tempo distintiva, e ancora oggi elabora la sua ricerca mediante il male della contemporaneità. La caratteristica principale che lo rende unico è la sua talentuosa unicità. Nessuno suona allo stesso modo! Lui è fiero della sua arte perché è "sua" a tutti gli effetti, è inedita, mai noiosa. Se un pagliaccio diverte la propria platea, Zombie è l'esatto riflesso opposto indossando lo stesso sporco vestito sbiadito dagli anni (lui viene davvero da una famiglia circense). La maschera del cantante/regista è inquietante, ambigua, disegnata su tratti marcati. La forza di "Venomous Rat Regeneration Vendor" è quella di incarnare visioni distorte, acide, attraverso un groove perforante. Per spiegare la sua follia omicida, Rob si serve di alcuni brani ben riusciti come l'opener "Teenage Nosferatu Pussy" (sempre lenta, diretta e d'impatto, perfetta per aprile l'album), la ballabile "Revelation Revolution" (caratterizzata da un'energia decisa, suggestiva e coinvolgente), la squilibrata "Gong Gang Gong De Do Gong De Laga Raga", "Rock And Roll (In A Black Hole)" forgiata su atmosfere electropunk, metal, bombastic è "White Trash Freaks", mentre la veloce "Lucifer Rising" si rivela con riff/solos che spazzano via ogni dubbio sulle qualità compositive del gruppo americano. Oltre al notevole lavoro vocale di Zombie, emerge la bravura del suo braccio destro (il chitarrista John 5). Ad ogni brano si può accedere con una differente chiave di lettura. Bella la cover dei Grand Funk Railroad ("We’re An American Band"). Pur muovendosi in un contesto mainstream, Rob Zombie dimostra nuovamente la sua grande visione d'insieme, uno scenario sonoro drogato dall'ossessione macabra per freak, clown, donne seducenti e pervertite, personaggi privi di arti, immagini deliranti; consumando così l'armamentario industrial- rock, fumettistico e cinematografico 'proibito' tipico degli anni '70. Questo controverso personaggio è un folle squinternato intelligente nel reinventarsi ad ogni nuova occasione. Il male è qui. Cammina tra noi.

TRACKLIST: Teenage Nosferatu Pussy, Dead City Radio and the New Gods of Supertown, Revelation Revolution, Theme for the Rat Vendor, Gong Gang Gong de Do Gong de Laga Raga, Rock and Roll (in a Black Hole), Behold! the Pretty Filthy Creatures, White Trash Freaks, We're an American Band, Lucifer Rising, The Girl Who Loved the Monsters, Trade in Your Guns for a Coffin.

domenica 21 aprile 2013

SJELLOS "Transmission Lost"
2013 - cryo chamber


Nella desolante dimensione astratta di SJELLOS le anime rimaste respirano collegate a delle macchine arrugginite alimentate con polveri tossiche, quelle disperse nell'Universo in cui noi tutti siamo purtroppo costretti a consumare la nostra breve esistenza. Ogni movimento eretto dal sound del tedesco Tibor Knopf viene paralizzato da una naturale conseguenza negativa. "Transmission Lost" è un tuffo all'interno di un involucro buio sorretto dalla volontà cubitale dello stesso compositore. Sjellos si scompone su vari strati rigidi, privi di pelle, piani sui quali viene spalmato il veleno stagnante della malata umanità. La sua capacità di distaccarsi dalla realtà circostante, gli permette di creare oscure trame musicali, caratterizzate da elementi soggettivi davvero inquietanti. Un modus operandi preciso, indispensabile per garantire la manifestazione del terribile spazio fluttuante, senza provocarne il dissolvimento. Su "Transmission Lost" agisce l'assurda e paradossale persistenza di una regola ben definita. Un effetto d'intensissima frequenza, una sorta di emanazione psichica concretizzatasi in qualcosa di deforme tramite un processo sensitivo ed ossessivo. Provate a spegnere le luci ascoltando "Chamber of Reflections", "Broken", "Life Left"... Sentirete i brividi scavare sulla vostra spina dorsale. Complimenti a Tibor per la sua buona personalità nel manovrare suoni e immagini evocative. Un album dark ambient sperimentale di notevole qualità.

TRACKLIST: Excavation, Chamber of Reflections, Awakening, Flesh Spirit, Past Recognition, Broken, Necrobiosis, Life Left, Struggling, Her Dark Shadow, All Hope Gone.

SODOM "Epitome of Torture"
2013 - steamhammer


Cosa non è stato ancora detto sui leggendari SODOM? Credo nulla! Solida costola del "Teutonic thrash metal", quello che ha dato le basi a molti musicisti arrivati negli anni a venire. La band di "Angelripper" a differenza dei connazionali Destruction e Kreator, ha mantenuto sempre una costante inossidabile, nello stile e nell'attività. Ovviamente, come succede a tante formazioni attive da moltissimo tempo, anche i Sodom hanno attraversato periodi difficili nei quali la creatività e la freschezza del songwriting è venuta meno, ma questi rari cali periodici non hanno minimamente intaccato la loro attitudine, perseveranza e irruenza metallica. "Epitome of Torture" è Sodom all'ennesima potenza! Fucking thrash metal! E' ignorante al punto giusto, ha riff motosega inarrestabili, un batterista che percuote come un dannato (il nuovo Markus "Makka" Freiwald ex Despair, Voodoocult ) e l'inconfondibile cantato abrasivo di Thomas Such saldato alla perfezione sulle vibranti corde del suo basso. Vorrei capire perché nel 2013 molti continuano a paragonare le nuove uscite della band tedesca con le vecchie produzioni. Questo gruppo non ha più nulla da dimostrare a nessuno data l'esperienza trentennale accumulata. Quindi, cosa dovremmo rimproverargli? Nulla, secondo il mio punto di vista. Continuerò a ripetere che tra i mostri sacri del genere, solo Sodom (per l'Europa) e Testament (per l'America) continuano ancora oggi a rappresentare al meglio la scena thrash metal mondiale, tenendo alta la bandiera del genere, la qualità e la violenza mai fine a se stessa, l'orgoglio. I Sodom appartengono alla vecchia stirpe, quella più saggia, selvaggia e coerente. Ogni qualvolta si posizionano dietro agli strumenti riescono ad ammutolire e stupire, nonostante l'età. "S.O.D.O.M.", la titletrack "Epitome of Torture", "Stigmatized", "Shoot Today Kill Tomorrow", "Into The Skies of War" mi hanno entusiasmato notevolmente. I brani dei Sodom non sono fatti per essere ricordati in eterno attraverso un bel ritornello melodico, al contrario, le loro attuali composizioni vengono create per smuovere intere masse all'interno di moshpit animaleschi. Nell'atmosfera live solo i pugni/calci (dati e subiti) diventeranno indelebili! LUNGA VITA MAESTRI! Inesauribili.

TRACKLIST: My Final Bullet, S.O.D.O.M., Epitome of Torture, Stigmatized, Cannibal, Shoot Today - Kill Tomorrow, Invocating the Demons, Katjuscha, Into the Skies of War, Tracing the Victim.

sabato 20 aprile 2013

BURIALKULT "A Call From Beyond The Grave"
2013 - blood harvest records


Dopo l'EP d'esordio "Evil Antichrist Hordes"(2012) i canadesi BURIALKULT ci vomitano l'odio accumulato nel corso dell'anno trascorso a comporre questo primo full-length. Brani assassini emergono da un micidiale mix blasfemo, tra riff e ritmiche demoniache. Old-school death/black metal. Gruppo feroce e No Compromise. L'assalto imposto dal sound non rasenta mai la monotonia, ed è così che la sanguinosa rivolta dei Burialkult prende il sopravvento. Colpi mortali vengono inferti all'ascoltatore!
Già l'esordio su EP mise in guardia diversi appassionati, addetti ai lavori, e mai nessun titolo come quello del nuovo album risulta più appropriato: "A Call From Beyond The Grave". C'è un filo conduttore tra passato e presente di questa band d'oltreOceano, innegabile se si vanno ad ascoltare consecutivamente i due lavori. Forse i nostri compongono d'istinto ma riescono ugualmente ad unire "controllo e impatto". Nella loro guerra violentissima non prevale mai questo o quell'altro strumento, tutte le forze del male messe in atto sono complici nell'assalto. Buone le tonalità graffianti e velenose del vocalist che ricordano molto Pete Helmcamp (Angelcorpse, Feldgrau, Kerasphorus, Order From Chaos), ma anche l'approccio musicale non si distacca da quella scuola di pensiero. Brani come "Blasphemous Infuneral", "I Am Torment", "Necrotormentor" pugnalano il ventre con gran forza, ma tutte le song del lavoro sono maledettamente killer. Pur rimanendo legati alla tradizione del genere, senza ostentare a tecnicismi o novità, i Burialkult fanno davvero male. Chiamateli pure mestieranti, comunque non vi deluderanno. Non perdetelo.

TRACKLIST: Hossana in the Depths, By Satan Possessed, Blasphemous Infuneral, Throne of Disease, Eternal Satan, Filth, A Call From Beyond The Grave, I am Torment, Spell of Black Vomit, Provocations, Necrotormentor, Desecrate the Temple.

EIBON "II"
2013 - aesthetic death


Dalla Francia ritorna a farsi sentire il respiro pesante della morte. Lo scenario di distruzione e desolazione edificato dagli EIBON crolla sulla nostra coscienza sgretolandosi sotto un cielo color porpora. Tutto cade a pezzi davanti ai nostri occhi. Quello che colpisce a primo ascolto è la devastante produzione dell'album... Suoni dissacranti, marci, malvagi, lasciano intravede la malattia spirituale presente nel nero involucro creativo dei musicisti. Analizzando attentamente il nuovo full-length "II" non si può rimanere indifferenti. Una sinistra cover ci trascina di prepotenza nella musica ossessiva del gruppo, autentici crociati di un universo oscuro e privo di speranza. Non esiste pietà in tale opera! Basso e batteria tracciano solchi profondi sotto un riffing massacrante, ben calibrato, accompagnati dai vocalizzi estremi del singer, degni della migliore tradizione (modulazioni tortuose strisciano tra black e death). Gli Eibon se puntano sulla velocità sono deflagranti, mentre quando escono dalla mattanza con rallentamenti ritmici claustrofobici fanno emergere il cadavere degli Incantation ("The Void Settlers"). La lenta marcia, rende tutto più soffocante e abominevole. Se amate le perversioni sonore ed ideologiche del death, black, doom, non farete nessuna fatica ad addentrarvi nell'estremizzazione sonora dei nostri. "II", autentico trionfo esaltato da cupe atmosfere infernali. Il limite, in questo disco, si fossilizza solo sulla lunga durata delle due tracce presenti. Comunque un valido assalto sonoro. I loro seguaci lo consumeranno.

TRACKLIST: The Void Settlers, Elements of Doom.

venerdì 19 aprile 2013

Statistiche: 30.584 visite / visitors per SON OF FLIES webzine


Sono trascorsi sette mesi dalla nascita di SON OF FLIES.
Scritti e pubblicati 442 post (tra recensioni, interviste, live report).
Il blog ufficiale della webzine è stato visitato da più di 30.000 utenti da tutto il mondo. Grazie per il SUPPORTO!

Christian Montagna


Contatti:
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ULTRA-VIOLENCE "Privilege to Overcome"
2013 - punishment 18 records


I torinesi ULTRA-VIOLENCE sono una grandissima "nuova" realtà che cade sul mio cranio come un fulmine a ciel sereno. Questi ragazzi si abbattono sull'underground con una forza disarmante, con un destabilizzante thrash metal album intitolato "Privilege to Overcome", segno tangibile di una formazione al debutto pronta a dare filo da torcere ai tanti musicisti più blasonati. Il suono degli Ultra-Violence spazza via ogni dubbio attraverso l'heavy guitar riff da brividi, la terremotante/chirurgica sezione ritmica e potenti linee vocali che richiamano la bay-area dei tempi d'oro. In apertura di recensione posso già affermare che i quattro giovani thrasher non potevano scegliere nome migliore per identificarsi all'interno della scena estrema nostrana ed internazionale, infatti un nome come questo non può non far pensare ai violenti contenuti musicali presenti nel disco. Il thrash metal è il genere che ha sfamato la mia adolescenza ribelle e l'educazione stradaiola dei tempi mi fu insegnata dai Testament, Metallica, Exodus, Anthrax, Nuclear Assault, Megadeth, S.O.D., Kreator, Destruction, Dark Angel, Vio-lence e altri nomi poco noti, gli Slayer (almeno per quanto mi riguarda) arrivarono molto dopo. Strano ma vero! Con un titolo come "Privilege to Overcome", l'intenzione, è volta sicuramente a porre interrogativi inerenti all'attuale "dura" realtà odierna, mentre l'immagine posta in copertina (dipinta dal grande Repka), la si può vedere come il simbolo di una società incattivita dalle menzogne della classe dirigente (l'uomo calpestato dai loschi figuri di "Arancia Meccanica" altro non è che una testimonianza dei reati che questo ha commesso nel corso dei decenni). La band riesce a dare il meglio di sé su ogni traccia, incidendo e suonando il genere che meglio risponde alle loro esigenze/aspettative. Ovviamente negli anni '80/'90 era tutto diverso, ma mi emoziono quando ascolto giovani realtà che assorbono l'irruenza di quegli anni riproponendola oggi con notevole carisma, carattere e personalità. E' importante non vivere solo di ricordi e guardare, invece, sempre avanti. Questo è quello che fa la formazione italiana, attingere dal passato per affrontare con carattere un futuro incerto e pieno di insidie. Il thrash metal non è solo un genere musicale, ma per molti è un vero e proprio stile di vita, e gli Ultra-Violence appartengono sicuramente a questa fetta di appassionati. Oltre a proporre un sound onesto, impetuoso, sono in grado di sorprendere soprattutto per il loro impatto e per l'energia che riescono a comunicare durante l'ascolto del disco. Tecnicamente spaventosi, attitudinalmente ineccepibili! Grazie a questa immensa padronanza stilistica si esprimono al meglio, riversando su brani come "Spell of the Moon", "Stigmatized Reality" o "10.000 Ways To Spread..." una dose letale di accelerazioni a tratti grind (come abbiamo gustato sull'ultimo lavoro targato Testament). Non c'è una singola canzone che abbia cali di tono, tutto il blocco risulta compatto, accattivante e maledettamente emozionante. Credo che la rabbia degli Ultra-Violence non è destinata ad esaurirsi. Non posso che dargli il massimo dei voti per la notevole determinazione e convinzione. Ora, dovete assolutamente supportarli al massimo, metterli su di un palco per testare l'impatto live e spero che qualcuno li faccia seriamente emergere nel migliore dei modi. "Privilege to Overcome" è un album DURO, ISPIRATO, PERFETTO e IMPERDIBILE! Comprerò la mia copia direttamente dalla band. Grandi ragazzi, continuate così! Io sono dalla vostra parte.

TRACKLIST: Spell of the Moon, L.F.D.Y., Order of the Black, Stigmatized Reality, Restless Parasite, Turn into Dust, The Voodoo Cross, You're Dead!, The Beast Behind Your Back, 10,000 Ways to Spread My Hate, Metal Milizia (Ira cover), When Future & Past Collide (instrumental), Ride Across the Storm.

giovedì 18 aprile 2013

FISTER - "PROSPETTIVE NEGATIVE"


GLI AMERICANI FISTER ALIMENTANO CATTIVERIA PURA! UN GRUPPO PESANTISSIMO, RUVIDO, DISTORTO, OPPRESSIVO. ELEMENTI CHE FUSI INSIEME VANNO A FORMARE IL LORO SOUND TRAVOLGENTE. SIAMO DI FORNTE AD UN ALLUCINATO E DILANIANTE SLUDGE/DOOM . IL NUOVO ALBUM "GEMINI" NE E' LA DIMOSTRAZIONE. CHI ADORA TALI SONORITA' NON DEVE ASSOLUTAMENTE FARSELI SCAPPARE. QUESTA LA BREVE MA SODDISFACENTE INTERVISTA CON IL CANTANTE/BASSISTA KENNY SNARZYK.

1. Iniziamo con una piccola biografia della band...

- Siamo in tre nella line-up. Suoniamo insieme dal 2009 e componiamo la musica che si sporge maggiormente verso il genere doom metal. Siamo tutti e tre degli ottimi baciatori :)

2. "Gemini", musicalmente, è piuttosto aggressivo. E' questo il modo in cui vi piace esprimervi? Perché?

- Già è questo, ma non so il perché. Ci piace suonare pesanti e ad alto volume. A volte suoniamo canzoni lente, in altre suoniamo brani molto lenti. Qua e là le canzoni accelerano con dei mid-tempo e suonano come se stessimo andando più veloci, ma in realtà non andiamo molto veloci.

3. "Gemini" è il vostro secondo full-length. Qual è il significato di questo nuovo lavoro?

- Il film DEADRINGERS (il titolo in italiano è "Inseparabili" /Ndr!). Noi amiamo il regista Cronenberg.

4. Come si svolge il processo di scrittura per un album dei Fister?

- Di solito Marcus ed io scriviamo le parti in modo indipendente, poi portiamo la nostra musica in sala prove per cercare di dare un senso a ciò che scriviamo. Di solito strutturiamo in questo modo le canzoni, partendo da lì. Alcune delle cose che effettivamente componiamo in studio vengono poi suonate in modalità live.

5. La musica dei Fister richiama chiaramente molte influenze tra una vasta gamma di soluzioni, derivanti dallo sludge/doom... Quali sono state le vostre principali fonti di ispirazione? Quando ascolto i vostri riff c'è qualcosa che mi ricorda i Crowbar e gli Eyehategod... Pensi che queste band abbiano influenzato il vostro approccio alla chitarra? Vi piacciono questi due gruppi di New Orleans?

- Certo. Mi piacciono quelle band, ma non vorrei necessariamente dire che sono un'influenza diretta o qualcosa del genere. Però stiamo valutando la possibilità di fare una cover degli Eyehategod.

6. Il materiale oppressivo è uno degli elementi che avete maggiormente utilizzato nel vostro sound. Pensi che ciò sia diventato parte del vostro "marchio di fabbrica"? Sentite di aver sviluppato un vostro personale stile?

- Io non sono molto sicuro di ciò. Onestamente stiamo solo continuando a scrivere canzoni che ci piacciono. Penso che la roba precedente era un po' troppo grezza e meno seria, e dal suono meno originale. In realtà, credo che da qualche parte lungo la nostra linea abbiamo raggiunto qualcosa di più interessante, per ciò che riguarda i Fister.

7. Qual è stato il motivo che vi ha spinto a creare questo tipo di artwork?

- DEADRINGERS!

8. Che tipo di concetto si nasconde dietro il titolo dell'album?

- DEADRINGERS!

9. Hai qualcosa da dirmi circa i vostri testi? Ci sono dei temi portanti?

- Non c'è un tema portante, non proprio. Cerchiamo di avere diverse canzoni che parlano di argomenti diversi, ma tutti hanno una sorta di punto di vista negativo su quello che sta succedendo nel mondo.

10. Progetti per il futuro?

- More writing. More touring. More beer. Less drugs.

IFOTS "Who Will Help Me Wash My Right Hand"
2013 - cold spring


Lee Howard, mente del progetto IRON FIST OF THE SUN partorisce il suo nuovo album "Who Will Help Me Wash My Right Hand", un selvaggio mix di chaos letale, industrial e power electronics. La chirurgica manipolazione meccanica messa a disposizione dal compositore inglese assume la forma
di un parassita androide destinato ad impiantarsi nell'indifeso apparato uditivo. L'asfissiante componente "noise" generata dalle sue mani diventa il mezzo con cui questo personaggio ci azzanna prepotentemente. E' vorace l'attitudine di Howard, come la sua fame di creatività contorta. Le onde percussive del disco sono disturbanti, solide, precise e riflettono tutta l'essenza dell'inquietudine mentale, amplificandone il volume e la massa che l'alimenta. Se avete bisogno di un album corrosivo questo "Who Will Help Me Wash My Right Hand" vi soddisferà. Dopo pochi minuti la vostra pelle colerà come melma rovente. Sarete costretti a subire tale tortura. Un lavoro destinato agli amanti del genere, disponibile in CD e su vinile giallo limitato a 200 copie.

TRACKLIST: For You I Will, This Dog Has No Master, Be Forever Green, Saltpulse, Who Will Help Me Wash My Right Hand.

DEUIL "Acceptance/Rebuild"
2013 - autoprodotto


Il casolare decadente e abbandonato messo sulla copertina di "Acceptance, Rebuild" lascia trasparire un'angosciante atmosfera priva di colore, un edificio dipinto a tinte scure (in bianco e nero), consumato dalla muffa del tempo tiranno. Gli spettri maligni dei belgi DEUIL si servono dell' immaginario desolante per atterrare l'ascoltatore più fragile. Le due lunghe tracce presenti sul disco echeggiano nelle stanze vuote affinché l'anima di ogni dannato si possa distaccare dal corpo per intrappolarsi successivamente all'interno di quel blocco roccioso edificato da perverse entità sconosciute. La band agisce coscientemente sul proprio dolore, mentre le profonde ferite iniziano a sanguinare sotto i colpi taglienti del drone, black metal, sludge. Non esiste via di fuga al martirio, tutto il male giace lì e ci divora fino all'ultimo stato carnale. Questa musica ha il marchio del genere, quello che tutti noi conosciamo molto bene, ma i Deuil attraverso la loro insana volontà danno forma ad una dimensione raccapricciante. Ci sono violente riverberazioni a troneggiare nella permanente oscurità, vibrazioni condizionate dagli stessi musicisti. "Acceptance/Rebuild" non ha nulla di speciale, ma i suoi 30 minuti sono saturi di inquietanti presenze. Sarete voi a giudicarli.

TRACKLIST: Acceptance, Rebuild.

mercoledì 17 aprile 2013

EMME YA "Chthonic Transmission (Abysmi Vel Daath)"
2013 - cold spring


Il colombiano Edgar Kerval ci apre nuovamente le porte dell'imponente cattedrale oscura per farci pregare in ginocchio, mentre il suo rituale apocalittico ci calpesterà lentamente. Non esiste ossigeno all'interno dello spazio messo in agitazione dal su citato compositore. Dark ambient cupo, distorto e premonitore, a tratti fortemente influenzato dai primi inquietanti vagiti di Atrium Carceri (soprattutto da "Seishinbyouin"), similitudine assai evidente in un brano come la title track "Chthonic Transmission (Abysmi Vel Daath)". La chiave per accedere al mondo di EMME YA è nascosta nelle note stesse del nuovo album, una chiave difficile da trovare se non si ha piena coscienza di ciò che si andrà ad esplorare mediate tale tormento audio/visivo. Edgar Kerval conosce bene le proprie potenzialità, le sa utilizzare meticolosamente per inchiodarci alle mura cementate della sua mente malata. Sicuramente "Chthonic Transmission (Abysmi Vel Daath)" non è un disco che fa gridare al miracolo, non ha particolari strutture originali, ma è pur sempre un binario agibile per chi volesse avvicinarsi al folle immaginario messo in moto da Emme Ya.

TRACKLIST: The Vortex Ov Primigenian Sun, Chthonic Transmission (Abysmi Vel Daath), The Light That Is Not (Consecration Rite), Reversed Kundalini (Transmutation Rite), Descending To Astral Void (Solve Et Coagula), Emerging From The Grey Egg (Encircled In A Thousand Lanterns).

HALGRATH "Out of Time"
- cryo chamber | cold meat industry


Nuovo album per la russa Agratha, mente e cuore pulsante del progetto dark/ambient/drone HALGRATH. Il disco ha preso vita ad ottobre 2012,
ma solo qualche giorno fa sono riuscito a concedergli un attento ascolto, avendo ricevendo il promo da Simon Heath (Atrium Carceri, Sabled Sun, Cryo Chamber Records). Halgrath sa come afferrare gli elementi sedativi della realtà per trasformarli in trame surreali, un esperienza vissuta al limite della tragedia sonora, articolazioni complesse nella loro precoce singolarità, complessità informi che si tramutano in immagini nascoste tra gli alberi di una fitta foresta schiacciata dal peso del crepuscolo. Agratha scava il manto umido sottostante per nutrirsi dei vermi che alimentano il sottosuolo, quei microrganismi invisibili all'occhio umano ma visibili a chi li cerca per rigenerarsi nell'anima. Essa sente le varie infinite sollecitazioni ambientali, le divora, le assorbe, le agita attraverso calde convulsioni sonore, recepite più o meno consapevolmente, o perse negli strati profondi della coscienza. "Out of Time" spurga linfa allucinogena attraverso brani assuefatti dal dramma interiore: ad esempio "Deep Underwater", "Lethal Injection", "He led me through the Dark Caverns". La consapevolezza espressa in musica si adagia sulle profondità dimenticate dell'essere. L'album ti coinvolge pesantemente complice il complesso sensitivo dell'azione esecutiva. Una sconvolgente esperienza percettiva. Disponibile digitalmente sul bandcamp dell'etichetta Cryo Chamber, mentre il cd fisico (con una differente veste grafica) è stato stampato da Cold Meat Industry.

TRACKLIST: Summoning of the Goddess, Out of Time, Down - Here, Deep Underwater, Horoathea Mass of Aegorath, Lethal Injection, Follow Eternity, The Resistance, Dark Dusty Corner, He Led Me Through the Dark Caverns, We'll Go Through Sorrow - Holding Each Others Hands, The Light of the Earth's Spheres.

SATORI JUNK "Doomsday"
2013 - autoprodotto


I milanesi SATORI JUNK afferrano i propri strumenti per dare sfogo ad un heavy doom metal collegato per riff e ritmiche ai tanto osannati Black Sabbath del passato (soprattutto). Anche questi ragazzi non nascondono l'amore per il sound generato da Tony Iommi e soci (d'annata) e lo si intuisce da subito nelle quattro tracce dell'EP "Doomsday". Partendo dal presupposto che la band è ancora giovane e sicuramente acerba, non voglio sbilanciarmi più di tanto. Cosciente su quanto espresso poco fa, posso solo mettere in evidenza la passione espressa dalla formazione, ma devo anche sottolineare le evidenti lacune emerse dal flusso delle canzoni. Purtroppo non mi convince molto la voce di Luca, spesse volte povera di intensità ed espressività. Tale carente dinamismo consuma velocemente la poca buona energia sprigionata dai pezzi, spesse volte scontati, troppo ripetitivi e a tratti imprecisi. I Satori Junk essendo derivativi già in fase prematura non aiutano l'ascoltatore durante tutto il processo di assimilazione. Un consiglio? Per il futuro bisogna spingere maggiormente sulla personalità. Alla prossima ragazzi.

TRACKLIST: Monsters, The Green Beautiful (I. Abduction, II. Birth, III. Consacration), Blessed are the Bastards, Lord of the Pigs.

martedì 16 aprile 2013

AGE OF WOE "Inhumanform"
2013 - suicide records | give praise records


Questo è un periodo veramente prolifico per la musica estrema! Stanno emergendo continuamente tante ottime e promettenti band, tanti musicisti di spessore che giorno per giorno si danno battaglia per emergere dal fondale dell'Underground. Oggi vi voglio parlare degli svedesi AGE OF WOE provenienti da Gothenburg, nati nel 2010. La Svezia è sempre stata culla per grandissime formazioni che hanno letteralmente colpito, sconvolto e condizionato l'intera storia della musica pesante, si pensi ai leggendari Nihilist, Entombed, Dismember, Unleashed, Dissection, At The Gates....(per citarne alcuni), o ai più contemporanei Meshuggah, Disfear, Breach, Nasum, Rotten Sound, Burst, Gadget, Terra Tenebrosa (tra i tanti). La scena di Gothenburg poi, non ha mai deluso, e per questo motivo sono motivato a cucirne le lodi in sede di recensione. Gli Age of Woe hanno imparato egregiamente la lezione degli Entombed di "Morning Star" e non lo nascondo nelle validissime tracce del debut "Inhumanform". Perché dovrebbero? Ogni discepolo ha avuto un maestro di riferimento! Anche se gli Age of Woe non mancano di personalità, prediligendo ritmiche più lente, compresse o crust (a seconda dei momenti). Qui non si parla di plagio, ma ovviamente le similitudini tra questi due gruppi sono evidenti e letali. I cinque ragazzi picchiano duro con una musica granitica, d'impatto, dissonante, articolata, eseguita a dovere, che mantiene la sporcizia di fondo tipica del marchio swedish. Il disco è stato prodotto da Lennart Östlund ai Polar Studios (Led Zeppelin, Candlemass) e Carlos Sepulveda (No Hawaii, Joe Baresi, Psycore), mentre il mastering curato da Brad Boatright agli AudioSiege (Sleep, High on Fire, Off!, Tragedy, From Ashes Rise). Queste canzoni suonano come un caterpillar imponente che distrugge ogni cosa al suo passaggio, lasciandoci respirare una densa coltre di polvere. "Inhumanform" è fitto di ottime emozioni, perciò impossibile da dimenticare dopo averlo assimilato. Gli Age of Woe sono Cinici e Spietati. Uscirà il 31 Maggio. La versione su LP curata dalla Suicide Records, quella su CD è affidata alla Give Praise Records.

TRACKLIST: Like Embers, The King of Thieves, The Antagonist, Black Rain, At First Light, Red Eyes, Cold Cycle, A Rite of Passage.

TALBOT "Scaled"
2013 - autoprodotto


Spesse volte dai luoghi meno prevedibili arrivano delle band decisamente valide. Un esempio? Questi TALBOT (attivi dal 2003) provenienti dalla capitale dell'Estonia, Tallinn. Il gruppo è una vera sorpresa, merito della loro proposta decisa, rigenerante, incorniciata a meraviglia dal songwriting dinamico ed elastico. Se pur legati a sonorità scolpite sulla roccia vulcanica dello stoner, doom, sludge, i nostri esplodono sotto la crosta lavica con un terremotante gusto compositivo degno di nota! Eh Si, proprio così. I Talbot meritano attenzione, assolutamente, soprattutto in merito alla palpabile abilità/personalità con cui generano note in grado di precipitare velocemente nella percettiva soggettività dell'ascoltatore più attento. Con abilità hanno cercato di tirar fuori qualcosa di grande, diverso, e anche per quanto riguarda le parti vocali tutto gioca a loro favore, infatti sono viscerali, aggressive, capaci di saltare da profondi growl cavernosi a urla tese al massimo e trascendentali. Basta ascoltare le vibranti "Ego Mine" o "Hallelucinogen" per fasi un'idea. Bellissima "Delta" dove i versi sussurrati del singer sporcano il liquido lisergico della musica con un inchiostro nero come la pece. L'incedere è pesante, lento, a tratti ricercato in atri minimale, andamento polverizzante che fa salire la tensione presente nelle sei tracce. Validissimo il lavoro delle chitarre e della martellante sezione ritmica, che a volte risentono dei tormenti deliranti degli americani Tool ("Scaled"). Spero solo che i Talbot non vengano confusi tra le tante band del genere e soprattutto mi auguro che non vengano ignorati, perché questi ragazzi hanno grandi qualità. Volete un consiglio? Comprate a scatola chiusa questo secondo full-length. Ottima band, Ottima Musica.

TRACKLIST: Spectral Express, EgoMine, Delta, Shadowbird, Scaled, Hallelucinogen.

lunedì 15 aprile 2013

HELA "Broken Cross"
2013 - marchalenta records


Gli spagnoli HELA nascono per esplorare i territori dello stoner/doom metal, quello vicino a numerosi nomi più blasonati. Il sound della band si affida quasi sempre a queste sonorità fangose per immergersi in un terreno paludoso, il songwriting efficace e di buon impatto rende tutto il lavoro piacevole da ascoltare. La matrice "psych" è evidente nel fluire dei minuti, appoggiata su uno scheletro "heavy" molto solido.
Le chitarre hanno in grembo lo spettro dei riff Sabbathiani, ed è questo elemento ad emergere prima di ogni altra cosa (in maniera abbastanza prevedibile). Nel disco degli Hela troviamo due brani (dei sei in totale) che superano i dieci minuti ("Horns of God" e "Flesh Ceremony"), dove si possono assimilare tutte le lunghe dilatazioni ambientali concepite per attrarre in un unico rituale diversi fantasmi d'annata. Le atmosfere utilizzate sono sfuggenti, suggestive e i suoni più hard-psichedelici; però in tutto questo c'è un profondo rispetto per la forma canzone. Veramente particolare la voce della singer Isabel Sierras, brava ad abbracciare il flusso sonoro e portarlo con se su livelli oltre la media. Oltre ad essere una cantante piuttosto creativa, è una che sa gestire le sue potenzialità per metterle a servizio dei pezzi: credo che questo si senta nel suo personale modo di cantare. Sicuramente l'attuale scena Underground è satura in questo campo musicale, ma in tale calderone devo ugualmente inserire la buona proposta degli Hela. "Broken Cross" è valido pur non essendo molto originale. Band da supportare.

TRACKLIST: Horns of God, The Wicked King, Slave of the Witch, March of the Minotaurs, Black Eagle, Flesh Ceremony.

TORTURE KILLER - "IL GROOVE ASSASSINO"


NEL PANORAMA DEATH METAL INTERNAZIONALE CI SONO MOLTI GRUPPI CHE SCELGONO L'APPROCCIO MUSICALE PIU' VELOCE E TECNICO, ALTRI INVECE, DECIDONO DI COLPIRE CON RIFF PESANTI, PIU' CADENZATI E DIRETTI. TRA QUESTI CI SONO I TORTUTE KILLER, UNO DEI GRUPPI PIU' INTERESSANTI E INTRANSIGENTI CHE LA SCENA UNDERGROUND POSSA VANTARE. NEL LORO SOUND ESTREMO DIVERSI ELEMENTI LASCIANO INTRAVEDERE UNA BUONA QUALITA'/DINAMICA/CRESCITA COMPOSITIVA. GLI ARGOMENTI CHE PREDILIGONO HANNO SEMPRE A CHE VEDERE CON LA MORTE, L'ORRORE, LA VIOLENZA... AVRETE CONOSCIUTO QUESTO GRUPPO ANCHE PER LA COLLABORAZIONE PASSATA CON CHRIS BARNES DEI SIX FEET UNDER (CHE RITORNA NUOVAMENTE IN UN BRANO DEL NUOVO ALBUM "PHOBIA"). QUESTA LA PIACEVOLE INTERVISTA CON IL CHITARRISTA DELLA FORMAZIONE FINLANDESE: JARI LAINE.

1. Ciao Jari. Prima di iniziare con le domande voglio ringraziarti per la tua disponibilità, per questa intervista e per dare la possibilità ai vostri fan italiani di conoscere meglio il nuovo album dei Torture Killer...

- Sei il benvenuto, grazie a te fratello per l'intervista.

2. Che genere di cose influenzarono le origini dei Torture Killer?

- Ovviamente l'old school death metal dalla fine degli anni '80 ai primi e metà dei '90, questa è la roba che amo di più. I Torture Killer hanno iniziato come un semplice progetto con il quale nei fine settimana suonavamo cover di Six Feet Under e Obituary. Inizialmente portavamo avanti il gruppo per divertimento, ma da subito ciò che stavamo facendo sembrava veramente buono rispetto alle nostre precedenti band, dove suonavamo materiale molto più veloce, perciò questo nuovo approccio diventò più facilmente accessibile. Ho sempre amato i ritmi pesanti più di un semplice riff veloce, brutale, e tale volontà esecutiva rappresentò una boccata d'aria fresca. Successivamente un nostro amico organizzò un metal weekend e ci chiese di partecipare con una serie di cover, così accettammo e portammo on stage dei pezzi dai primi 3 album dei Six Feet Under, ovviamente una cover band doveva avere anche un nome, così scegliemmo Torture Killer. Dopo quel live decidemmo di scrivere alcune nostre canzoni con un approccio simile. Più tardi aggiungemmo altri elementi vicini ad altre band che mi piacciono: Asphyx , Death, Slayer, Vader etc... early death metal vibes...

3. Sono passati quattro anni dalla pubblicazione di "Sewers" ed ora c'è un nuovo album targato Torture Killer, intitolato "Phobia". Avete avvertito alcun tipo di pressione mentre lavoravate sul nuovo materiale?

- No, non proprio, perché la band non è qualcosa che ci da il pane per vivere (ovviamente). Questo è solo quello che voglio scrivere e suonare, e lo faccio perché mi fa sentire bene. La scrittura di tale materiale è cibo per la mia anima, non siamo mai stati costretti a pubblicare qualcosa con delle scadenze, ma solo quando sentivamo di avere alcune nuove idee abbastanza forti da mettere on tape. Il precedente EP "I Chose Death " è venuto fuori davvero bene, quindi non volevamo deludere con il successivo lavoro, per questo ci siamo presi il tempo che serviva per ottenere qualcosa di forte.

4. Sul materiale dei Torture Killer, la voce, le ritmiche, i riff pesanti, il basso, sono sempre stati caratterizzati da un approccio ben definito e se devo essere sincero sono sorpreso dal nuovo album "Phobia". A mio parere questo è il miglior album dei Torture Killer. Siete soddisfatti della registrazione e della produzione? Puoi descriverci brevemente questo lavoro?

- Si sono felice di esso. Non è perfetto, ma penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Confrontiamo sempre il nostro materiale con il meglio del genere (che si sente in giro) e naturalmente non possiamo mai essere totalmente sconvolti dalla nostra roba. Finalmente siamo riusciti ad ottenere il giusto suono già dall'Ep "I Chose Death" e penso che dopo la sua uscita abbiamo continuato sulla stessa strada. Ho sempre bisogno di "sentire" il riff e la canzone, e dopo tutti i milioni di volte che ho ascoltato i pezzi durante le prove, registrazioni e mixaggio - ancora suonano bene. Il trucco è quello di scrivere un semplice riff che ti afferra. Scrivere una buona canzone è davvero difficile, la scrittura di un buon album completo è dieci volte più complesso. Comunque grazie, mi fa piacere sentire la tua buona opinione su "Phobia".

5. Quali sono i principali messaggi che volete far passare attraverso "Phobia"?

- Quello che voglio fare è cercare di scrivere un riff orecchiabile, quindi completare una canzone nel modo migliore. E' tutto incentrato sulla musica, principalmente. I testi hanno un approccio diverso, prendono passi dal gore violento e dall'horror psicologico, tuffandosi così nelle motivazioni di un potenziale assassino, argomento principale su quelle che considero le nostre lyrics più forti (su alcune canzoni)... Si, non passa giorno senza essere irritato da qualcosa, da qualche news, questo ispirava a scrivere tali testi, ho provato ad uccidere qualcuno attraverso essi, scrivere parzialmente pensieri spingendoli oltre...

6. "Phobia" è veramente un album fantastico, unisce alcuni dei migliori elementi della vecchia scuola del Death Metal con riff pesanti che realmente creano un groove incredibile. È corretta la mia opinione?

- Di sicuro, questo era il nostro obiettivo... quindi anch'io la penso come te. Per me tutto gira intorno al groove e all'atmosfera.

7. Riguardo la scena Death Metal: Sembra che tutti siano coinvolti nella composizione di brani sempre più veloci e tecnici, come una competizione, mettendo in secondo piano le atmosfere morbose e groove di tale genere...

- Ci sono un sacco di band in giro e sono ovviamente libere di fare tutto ciò che le rende felici. Come ti dicevo prima, dal mio punto di vista è necessario solo un riff/canzone orecchiabile. Per me tutto è incentrato su questo. Si può anche suonare super veloci e avere un riff tecnico ma nessuno si ricorderà di questo tra un anno. Non direi che lo fanno tutti, ma un sacco di gruppi utilizzano questo metodo. I vecchi gruppi non sono stati mai coinvolti così tanto in questa gara di velocità, hanno incorporato più atmosfera ed è per questo che ci ricorderemo sempre di "Cause of Death", "Leprosy", "Clandestine", "The Rack" e "Warmaster" e di nessun album che uscirà quest'anno.

8. Pensi che il Death Metal è destinato a continuare a crescere nei futuri anni a venire?

- Per me il picco del genere è stato all'inizio degli anni '90. Questo è accaduto quando ero un ragazzino e tutti quegli album erano dannatamente sorprendenti... Esisteva il tape trading e le fanzines... Quell'epoca possedeva magia. Penso che in futuro andrà avanti tra alti e bassi, ma nessuno potrà dire che il death metal salirà a nuove altezze da ogni punto di vista... Cioè probabilmente si potrà portarlo verso alcune nuove aree, nuove idee, evolvendo tutto in qualcosa di diverso. La mia idea di death metal è abbastanza specifica. I dischi si vendono sempre meno, penso che siamo al limite di un'era, qualcosa di nuovo accadrà... Un nuovo approccio su come gestire un gruppo e come mettere fuori la propria musica. Le etichette lo faranno presto, a parte le major, e naturalmente questo può avere i suoi lati positivi e negativi.

8. Quando si tratta di death metal in generale, quali pensi siano gli argomenti più adeguati per il contenuto lirico?

- Orrore, morte, violenza, odio, guerra, zombie, l'aldilà, religious rants... Gran parte della società collegata questi argomenti al death metal. Si può mai scrivere di lasciarsi con la propria ragazza?

9. La nuova copertina è sorprendente. Guardi film horror o zombie movie? Quali sono alcuni dei tuoi preferiti del genere?

- Mi piace molto quell'immaginario, ma io non guardo più tanti film. Non sono mai stato un fanatico di film horror, ma mi piace godere di un buon film... Quando ero bambino, Halloween mi metteva una fottuta paura, mi sono piaciuti molto il primi due della serie (in modo strano), anche Venerdì 13 è stato spaventoso. Mi è piaciuto il remake di The Texas Chainsaw Massacre, lo trovo migliore rispetto all'originale. Questa mia dichiarazione potrete vederla come una blasfemia, se volete, ma il remake di Leatherface ha veramente messo in evidenza la cattiveria di questo ragazzo, mentre nell'originale era solo un ritardato che continuava a dire oink-oink... anche se mi ha ugualmente turbato. Riguardo la copertina del disco, posso dirti che in generale mi piacciono alcuni artwork di diversi album, perciò per questo nostro nuovo cd volevo una grafica fresca per il package, così dopo il primo album ho insistito affinché si potesse prestare maggiore attenzione su tale aspetto. L'artwork è importante quasi quanto la musica, il lay-out trasmette un certo umore quando si prende in mano l'album e lo si ascolta.

10. In futuro continuerete a collaborare con Chris Barnes (Six Feet Under)? Lo avete fatto in passato ma anche sulla nuova canzone "Written in Blood". Il connubio vocale tra Pessi e Chris è pazzesco! Trovo che le due voci siano micidiali in questo mix. Ti piace il loro ultimo album "Unborn"? Quali sono gli album dei Six Feet Under che preferisci?

- Se collaboreremo ancora con lui? Forse, chi lo sa? Yeah "Written in Blood" è venuta fuori davvero bene, è un brano sperimentale per noi che ha uno stato d'animo ben definito, lui ha scritto questi versi davvero catchy e personalmente sono lusingato che abbia partecipato a questa nostra canzone. Il mio album preferito dei Six Feet Under è una lotta tra "Haunted" e "Maximum Violence", non riesco a scegliere il mio preferito tra i due, entrambi sono i migliori in tutto il genere death metal. Considero i loro due ultimi lavori "Undead" e "Unborn", come due gemelli... hanno i loro momenti, ma posso anche dire che se si dispone di quattro diversi scrittori nella band e nessuno di loro sa che cosa sta facendo , si ottiene solo un miscuglio... Ho notato che avevano bisogno di scuotere un po' le cose, magari i blast beats non sono esattamente quello che stavo cercando nel loro sound, ma hey, che facciano ciò che li rende felici e sono contento con questo.

11. Vorrei conoscere le tue opinioni sui tre seguenti gruppi, con poche parole per ognuno di loro. Six Feet Under, Obituary, Autopsy.

- Six Feet Under: il primo materiale è fenomenale. Essi possono ancora offrire tanto.
- Obituary: La migliore band del mondo. Il groove più pesante sul pianeta è il loro.
- Autopsy: Non mi sento coinvolto da essi, avrei voluto, ma qualcosa proprio non fa scattare la scintilla in me.

12. Farete un tour a sostegno di "Phobia"?

- Stiamo suonando degli spettacoli in Finlandia, il tour non è un'opzione in questo momento. 3 su 5 di noi hanno dei bambini appena nati, oltre alla vita reale, quindi gli orari di lavoro rendono impossibile una tale possibilità. Anche noi non paghiamo per suonare, quindi significa che in nessuno dei tour più grandi potrete vederci... ma siamo stati sempre aperti a suggerimenti e cerchiamo di far funzionare tutto, se tale opportunità dovesse arrivare.

13. Grazie Jari, per il tempo in più che mi hai concesso. E' stato un vero piacere parlare con te. Buona fortuna con tutto! Lunga vita ai Torture Killer!

- Grazie per il sostegno fratello, davvero una bella intervista. Keep it metal and be safe!

domenica 14 aprile 2013

PRAYED AND BETRAYED "Manifestig Reality"
2013 - autoprodotto


Luci e ombre su questo Ep di debutto dei finlandesi PRAYED AND BETRAYED. "Manifestig Reality" altro non è che l'ennesimo colpo messo a segno da un'altra comune death metal band influenzata da riff di scuola thrash. L'opener "Altar of Lust and Lies" mi aveva fatto sperare in qualcosa di più convincente, ma purtroppo dopo qualche ascolto dell'intero lavoro mi son dovuto ricredere. I nostri sono sicuramente dotati di una discreta padronanza strumentale, ma nel totale, le loro sonorità non concedono molto e ciò che ci viene catapultato contro è l'ennesima discreta prova da mestieranti. Soliti riff incastrati tra l'incudine e il martello, la solita doppia cassa sparata ed una voce piuttosto comune. Il risultato finale è un Ep aggressivo, a tratti melodico, e che tutto sommato si fa ascoltare senza particolari affanni. Siamo comunque lontani da canzoni veramente incisive e personali. Una maggiore esperienza li aiuterà a focalizzare meglio l'obiettivo.

TRACKLIST: Altar of Lust and Lies, Legacy, Cryptic Cell, The Offering, Invoking the Art, Manifesting Reality.

INTER ARMA "Sky Burial"
2013 - relapse records


Questo è uno degli album più INTERESSANTI che abbia ascoltato di recente, un'opera d'arte accattivante, sconfinata, evocativa, un condensato di genialità compositiva mista a caratteristiche "inedite", affrontate nei reparti insani della mente degli stessi individui coinvolti nel progetto. Oggi, diventa quasi raro trovarsi di fronte a gruppi del genere, dotati di tanta personalità o così esperti nel manovrare i propri sentimenti contrastanti verso un eterno distacco. Risulta scontato invece il fatto che la Relapse Records li abbia messi sotto contratto. Gli INTER ARMA (dopo il debut "Sundown" - 2010) ripartono da dove molti loro colleghi
si sono fermati, riuscendo ad iniettare nel corpo dei brani quell'aspetto visionario che pochi sono in grado di rendere possibile, ed è anche per questo motivo che si parla di "genio". Chi ascolterà "Sky Burial" potrà contorcersi dal dolore, grazie ai suoi immensi contenuti, evidenziati da una produzione indirizzata verso un suono compatto e maturo, una volontà esecutiva in grado di andare oltre le semplici manifestazioni sonore, un approccio determinato a bilanciare tutti gli elementi che vanno a formare la loro musica e che trovano la giusta dimensione su ogni trama generata, assemblata meticolosamente. Gli Inter Arma hanno curato a meraviglia ogni parte strumentale, ogni suono, ogni arrangiamento, elementi fondamentali quanto le percussive strutture vocali. E' inutile fare paragoni con altre band, perché risulterebbe scontato o meglio ancora superfluo. Si viaggia a 360° nella dimensione della creatività, intenta a catturare il meglio del post rock, post metal, black, sludge, shoegaze, inserti acustici e tanto altro ancora. L'obiettivo degli Inter Arma è quello di tramortire l'ascoltatore e rappresentare una visione estrema dove musica e arte si bilanciano tra loro. Un album da comprare e custodire gelosamente nella propria collezione. "Sky Burial" si candida già come uno dei dischi del 2013! AMAZING BAND!

TRACKLIST: The Survival Fires, The Long Road Home (Iron Gate), The Long Road Home, Destroyer, 'sblood, Westward, Love Absolute, Sky Burial.

sabato 13 aprile 2013

GHOST "Infestissumam"
2013 - loma vista recordings | universal


Ancora non riesco a capire perché quando usci il precedente album "Opus Eponymous" (2010) molti addetti ai lavori e ascoltatori di musica metal gridarono al miracolo ascoltando gli svedesi GHOST. Eppure io non trovai nulla di speciale nella loro proposta. All'improvviso arrivò l'esplosione mediatica del combo! Tonnellate di merchandise da dare in pasto ai tanti fan e vendite oltre la media. Si sa che nei tempi moderni avere una buona immagine estetica (forte) aiuta sicuramente a vendere la propria musica (o il proprio culo?!?), perciò bisogna sempre andare oltre le apparenze per capire se i contenuti di un disco/gruppo brillano davvero di una luce singolare. I Ghost altro non sono che una formazione condizionata dalle sonorità del passato, quelle dei vecchi Mecyful Fate (soprattutto) e da un'immaginario occulto costruito a dovere per rendere la proposta più appetibile. Con "Infestissumam" mantengono inalterato il proprio stile, messo in atto da un songwriting tenuto su livelli standard, come se i nostri non volessero allontanarsi dalle basi che gli hanno riservato la sicurezza/posizione di cui godono oggi. Infatti è proprio tale limite ad amplificare quanto detto fino a questo punto. Nella tracklist ho trovato alcuni brani ben riusciti, come "Per Aspera Ad Inferi", "Monstrance Clock", "Idolatrine", ma non mi aiutano ugualmente a convincermi. Molti di voi mi contraddiranno, però la mia opinione rimarrà la stessa.

TRACKLIST: Infestissumam, Per Aspera Ad Inferi, Secular Haze, Jigolo Har Megiddo, Ghuleh / Zombie Queen, Year Zero, Idolatrine, Body And Blood, Depth Of Satan's Eyes, Monstrance Clock.

KHEPHRA "L'Arcano del Mondo"
2013 - malEventum productions


Era il 1993 quando gli italiani KHEPHRA presero vita, portando in stampa il primo debut EP omonimo nel 1998. Poi fu la volta dello split assieme ad Al-Azif, Vedar Gal, intitolato "Rituals of the Black Hordes" (2010) e nello stesso anno pubblicarono l'album "Resurrecion". Oggi a distanza di tre anni ritornano con "L'Arcano del Mondo", un lavoro più maturo, con una maggiore varietà di idee che a seconda del punto di vista da cui uno le legge vi si possono trovare diverse interpretazioni. E' un vessillo nel quale si manifestano diversi argomenti personali: insomma una summa del concetto vero e proprio di ciò che è il black metal, ossia una commistione di temi che emergono tutti dalla stessa fonte e che sfociano in un ampio bacino malefico. I Khephra sono influenzati da vari elementi del genere, ma questo è assolutamente normale. Il nuovo full-length raggiunge uno stile più sentito, curato, e un brano come "Eko Eko (Parte 1)" parla da sé (le chitarre acustiche intrecciano melodie veramente accattivanti tanto da avvicinarli a certe atmosfere edite dagli svedesi Shining). Musicalmente, i musicisti coinvolti nel progetto hanno le idee ben chiare sulle proprie intenzioni, aspirando così a creare la loro peculiare identità. Tutta l'essenza di "L'Arcano del Mondo" parte dal desiderio di esprimere una maggiore armonia a livello di feeling, e per riuscire in questo, i Khephra optano per delle soluzioni precise che gli permettono di costruire dei brani articolati, più vari. Anche il cantato in italiano (su alcuni pezzi) e la produzione del disco hanno una grande importanza in tal senso. E' un gruppo che potrà interessare ai seguaci della fiamma nera. Bentornati Khephra!

TRACKLIST: La Danza Delle Streghe, Sotto Il Noce, Malleus Haereticorum, Eko Eko (parte 1), Eko Eko (parte 2), Teresa 1400, Michaela Angiolina Damasius, La Notte Delle Streghe, Triora, Outro.

venerdì 12 aprile 2013

GEEZER "Handmade Heavy Blues"
2013 - autoprodotto


I GEEZER grondano sudore da tutti i pori sotto un sole cocente bloccato nel cielo di Kingston (New York). L'andamento della loro musica si secca sotto temperature calde e maledettamente umide, un sound assuefatto dal veleno di riff blues/stoner e da una voce decisa, arida, disidratata dalle alte temperature che fanno da cornice a questo interessante album. Ci sanno fare i Geezer, riversando nei loro brani tutta l'energia necessaria affinché l'ascoltatore possa rimanere incollato ad apprezzare, risentire e metabolizzare. C'è un'adrenalinica connessione tra questi tre individui, e lo si può percepire da subito gustando l'intero lavoro ad alto volume. Passione, qualità e un'ottima scrittura consentono a "Handmade Heavy Blues" di scaldare velocemente i vostri padiglioni auricolari... penetrarli molto velocemente. Difficile trovare punti di riferimento stabili sulle note composte, perché i Geezer amano muoversi come un avvoltoio vorace e impazzito, sebbene le soluzioni utilizzate nel sound portano spesso alla mente molti gruppi del passato. Comunque si respira un'aria viscerale in questo debutto! Brani che ti tengono sveglio, positivo, carico per tutta la durata del viaggio. Un'esperienza da provare. Complimenti.

TRACKLIST: Planes - Trains & Automobiles, Do It In The Road, Pony, Rain On The Highway, Underground, Full Tilt Boogie, Eyes Like Laserbeams, I'm Coming Home, I Just Wanna Get High With You, Still A Fool.

THE AMENTA - "EVOLUZIONE DISTRUTTIVA"


GLI AUSTRALIANI THE AMENTA RAPPRESENTANO UNO DEI GRUPPI PIU' INNOVATIVI, AGGRESSIVI DELL'INTERA SCENA METAL MONDIALE. OGNI LORO ALBUM E' UN PASSO IN AVANTI, UNA FORZA DISTRUTTIVA CAPACE DI ABBATTERE I POSSIBILI LIMITI, BARRIERE. HO AVUTO IL PIACERE DI CHIACCHIERARE CON TIMOTHY PAPA, MEMBRO FONDATORE DELLA BAND. RINGRAZIO STEFFIE GIROT DELLA LISTENABLE RECORDS, ETICHETTA CHE HA PUBBLICATO NEL 2013 IL DEVASTANTE "FLESH IS HEIR".

1. Parlaci del nuovo album, "Flesh Is Heir". Cosa vi eravate riproposto di realizzare?

- Per noi "Flesh Is Heir" è un album molto interessante. Tutti i nostri lavori sono la rispettiva progressione dal nostro passato, come fosse un rifiuto di ciò che è stato precedentemente, e "Flesh Is Heir" non è diverso in questo. Come sempre, abbiamo voluto allungare le nostre ali, provare nuove idee e suoni. Siamo stati costantemente considerati come una band "industrial", molto fredda e clinica. Penso che questo album sarà un modo per far cambiare tale percezione, è un disco più organico e umano. Non sono un vero fan dell'industrial tag e credo che su questo full-length sia stato molto più difficile applicarlo. Ci sono ancora un sacco di parti elettroniche nel nostro sound, ma abbiamo cercato di mettere in evidenza il lato umano della nostra musica, con tutti i difetti e le stranezze associati all'essenza umana, appunto.

Il tema dell'album è molto personale, quindi la musica doveva rifletterlo. Penso che questo disco continui il viaggio dei The Amenta. E' un album oscuro ed estremo, ma mostra anche un nuovo e più fiducioso lato della band. In questi anni abbiamo sperimentato molto le nostre tecniche e la nostra visione è sempre in crescita e più raffinata. Io penso che "Flesh Is Heir" è un eccellente introduzione ai The Amenta, soprattutto per chi non ha mai sentito parlare di noi, mentre ai vecchi fan farà vedere una nuova svolta, sorprendente nel suo corpo. Questa è una dichiarazione originale e unica. Questa è vera arte. Credo davvero che sia il miglior album che la gente possa ascoltare nel 2013.

2. Come descriveresti l'approccio alla scrittura del nuovo album? Come si è evoluto il songwriting nel corso degli anni, dal primo "Occasus"?

- Non ci sono stati cambiamenti significativi nei nostri processi compositivi successivi a "Occasus". Siamo costantemente alla ricerca di nuovi stimoli per mantenerci ispirati durante la scrittura di un nuovo album. Noi, più precisamente, vogliamo trasmettere agli ascoltatori tutto ciò che ci ispira, le nuove idee, come una sfida su tutto ciò che si conosce. Abbiamo scoperto questo per caso, trascorrendo cinque anni a scrivere "Occasus". A quel tempo imparammo molto dalle nostre registrazioni e dal sound design. Poi, andammo in tour molto presto per promuovere "Occasus", ma purtroppo tutta la nostra roba venne rubata dal retro di un locale. Perdemmo un sacco di strumenti, tra cui alcuni synth importanti per riprodurre il sound di quel disco. Mentre accadeva tutto questo, si accumulava esperienza e penso che alla fine sia stato anche un cambiamento molto positivo. Tale esperienza ci ha costretto a stare lontani dall'utilizzo di certi suoni per il secondo album, "n0n". In pratica, ricominciammo da capo e imparammo ad utilizzare nuove attrezzature, utilizzammo pochi strumenti per "n0n", perché lo realizzammo con soft-synth e plugin per computer, sostituendo così gli effetti a pedali ecc... Insegnammo molto a noi stessi sulla programmazione complessa e penso che tutto ciò ebbe un effetto molto positivo sul quell'album .

Arrivando alla scrittura per "Flesh Is Heir", cercammo ancora qualcosa di nuovo. Per rimanere onesti con noi stessi, la motivazione fu quella di evitare il lavoro/l'impegno necessari per creare un album della densità di "n0n". Infatti, per quel disco spendemmo mesi e mesi sugli effetti e fu molto sfiancante. Quindi, per il nuovo full-length, volevamo sperimentare idee più immediate e veloci, mettere a fuoco/catturare la magia di un'idea per poi farla divenire, senza pensare più di tanto ad essa, senza aggiungere tante modifiche, lasciarla spontanea per non seppellire l'idea originale. Tutti i nostri pezzi sono stati creati con quest'idea di immediatezza. I miei samples e le parti effettate, per esempio, sono state registrate quanto più "live" possibile, mentre con "n0n" avevo programmato meticolosamente ogni piccolo effetto/distorsione, trascorrendo mesi per costruire la giusta densità su ogni canzone. Questa volta invece, sono arrivato nella sessione di registrazione con una vasta gamma di campioni ottenuti con materiale più spartano, piccoli frammenti di registrazioni di alcuni compositori moderni. Usando il mio live setup ho creato questi samples e quindi programmato tutto tramite il controller della tastiera per disporre i vari effetti. Così ho suonato in modalità live, tenendo sotto controllo gli effetti come: distorsione, time stretch, pitch e delay. Penso che il risultato finale sia un sound molto più umano e biologico. Credo che abbiamo catturato (e mantenuto) la magia dell'ispirazione originaria.

3. Che cosa rappresenta per voi "Flesh Is Heir"? Come si collega al concept generale dei The Amenta?

- "Flesh Is Heir" è un altro passo in avanti nel nostro cammino. Noi, come artisti, siamo impegnati a spingerci oltre i nostri limiti e testare ciò che siamo capaci di fare. Tutti i nostri album hanno rappresentato un'istantanea perfetta del modo in cui le nostre menti hanno lavorato in quel preciso momento. Non siamo più le stesse persone di un tempo, quando abbiamo scritto "Occasus". Ovviamente la nostra musica ha bisogno di cambiare per riflettere tutto questo. Il ruolo dell'arte è quello di mappare il subconscio dell'artista nella sua forma più pura, ciò che sta realmente facendo, mostrando le crepe e i difetti, quindi il lato umano dell'essere.

Questo è uno dei motivi per cui amo l'espressione estrema dell'arte. E' molto più difficile tenere tutto insieme, come assolutamente imprevedibile; ed è così che successivamente le crepe cominciano ad emergere. È possibile ottenere una migliore comprensione dei difetti dell'essere umano. Il nostro obiettivo è quello di continuare a spingerci oltre, cercando di rompere ogni controllo, per far venir fuori la nostra umanità e farla risplendere. Dopo aver familiarizzato con i suoni e le modalità di "n0n" abbiamo richiesto a noi stessi qualcosa di nuovo e spaventoso, al fine di, ancora una volta, spingerci al limite. Attualmente, "Flesh Is Heir" è quel limite. Il nostro prossimo album sarà ovviamente un lavoro completamente diverso da questo e sarà una fotografia del subconscio futuro, così come "Flesh Is Heir" ci rappresenta ora.

4. "Flesh Is Heir" è una progressione molto naturale da "nOn". Come pensi che la band sia cambiata/progredita dall'ultimo album?

- E' cambiata come siamo cresciuti e cambiati noi, così è cambiato anche il nostro subconscio. L'essere umano è una creatura piuttosto notevole in quanto può abituarsi a tutto. Se metti enormi quantità di stress sulla tua mente alla fine la mente si adatterà e abituerà allo stress. Così abbiamo ri-arrangiato il nostro cervello con "n0n", proprio come ora abbiamo fatto con "Flesh Is Heir". I nostri metodi sono cambiati, come sempre devono tenersi freschi. Prima lucidavamo e perfezionavamo le nostre idee per essere perfetti, questa volta abbiamo lasciato brillare le idee nella loro ruvida gloria. Il cervello fa cose notevoli quando si permette di esprimere l'inconscio, diverse idee vengono fuori con la comprensione della mente. Questa è la parte interessante. Questo è l'umanità dell'individuo.

"Flesh Is Heir", musicalmente, mostra una band più fiduciosa. Con i nostri album precedenti abbiamo registrato senza una line-up, senza testare una line-up da tour. Con questo disco invece, siamo stati in tour con l'attuale line-up, girando per alcuni anni prima ancora di cominciare a scrivere. Ci conosciamo molto bene, anche nella personalità e, soprattutto, siamo a conoscenza dei reciproci punti di forza e debolezza. L'album racchiude su misura questi punti di forza, consciamente o inconsciamente. Trascorrendo abbastanza tempo con i nuovi ragazzi, sono stati in grado di capire l'etica e l'estetica che giace dietro i The Amenta, così, quando abbiamo iniziato a scrivere, erano tutti consapevoli di quanto ci si aspettava. Le idee , le prestazioni dovevano funzionare per creare un album migliore. In tal senso è stato un lavoro molto facile da creare.

5. Il vostro sound è molto intenso. Già dall'inizio della composizione volevate fare qualcosa di diverso, piuttosto che limitarvi a strutture death, black, industrial?

- Sì e no. Non abbiamo mai deciso di rifiutare deliberatamente le strutture death e black metal o anche il genere chiamato "industrial". Ascoltiamo una vasta gamma di musica diversa e siamo ispirati da innumerevoli artisti così non abbiamo voluto impostare delle regole. Ma d'altra parte, le idee che sono eccitanti le utilizziamo. Tutto ciò che sembra interessante o originale è fonte di ispirazione per noi. Quindi, da un processo di selezione quasi naturale, abbiamo iniziato il nostro lavoro, qualcosa di più unico rispetto al semplice "death metal" o "black metal". Come ho detto prima, è il ruolo dell'arte a mappare il subconscio dell'artista. Noi non siamo deathster e non siamo dei blackster. Siamo persone che amano la musica estrema in tutte le sue forme, così, ovviamente, quando cerchiamo di mappare la nostra mente i suoni saranno sempre un po' più disparati.

Penso che se effettivamente decidi di essere una band "death metal", allora sarai gravemente limitato. Perché impostare questo tipo di norme e regolamenti nella vita artistica? Non è meglio creare solo ciò che sembra giusto e buono per le proprie orecchie? Quest'ultimo è il nostro pensiero comune. Meglio che siano altre persone a fornire una descrizione del nostro genere. Solo chi ascolta deve definire, mentre il ruolo dell'artista è di creare.

6. Come descriveresti il vostro stile musicale?

- L'unica descrizione che si adatta è "musica estrema". Noi non suoniamo in un particolare stile, quindi non ha senso cercare una descrizione di genere. Ogni volta che una recensione cerca di descrivere la nostra musica si finisce sempre in qualcosa di ridicolo, ingombrante. Abbiamo elementi del death e black metal, certo, e ci sono elementi elettronici che si potrebbero confondere con l'industrial, ma c'è ancora molto di più. C'è atmosfera, ci sono percussioni rituali, è musica concreta. Come artista, non spetta a me dirvi come dovrebbe chiamarsi il genere da noi proposto. Se nella musica c'è qualcosa che urla “Industrial-Cyber-Grind-Death-Apocalyspo”, allora va bene. Your ears, your rules. Naturalmente per "estrema" non intendo "più veloce o più tecnica di qualcun'altro". Estrema in quanto è costantemente spinta oltre i confini attraverso la ricerca di nuove idee. Questa è vera musica estrema.

7. "nOn" è stato pubblicato nel 2008. Perché una lunga attesa tra questi due album?

- Ci sono sempre stati lunghi ritardi tra i nostri album. E' qualcosa che stiamo costantemente cercando di ridurre al minimo, ma ci sono alcuni fattori che lo rendono necessario. Il primo è che, come con "Occasus", eravamo davvero fulminati dalla scrittura e il processo di registrazione di "n0n". Ci vuole un sacco di tempo ed energia per creare un album di tale complessità/densità e, dopo che fu completato, l'idea di tornare in fase di scrittura è stata sufficiente a guidare la nostra pazzia. Quindi ci siamo concentrati su altri aspetti della band. Abbiamo intrapreso una lunga attività live, girando tutta l'Australia per quattro o cinque volte, l'Europa tre volte, Nord America una volta e due viaggi (credo) in Nuova Zelanda. Noi non siamo il tipo di band che può scrivere materiale stando in tour. La nostra musica ha bisogno di attenzione e impegno. Se qualche volta abbiamo cercato di scrivere delle linee di chitarra sul retro del nostro tour bus, penso che la nostra musica sarebbe finita nel generico. La sperimentazione e l'innovazione richiede tempo, quindi non abbiamo potuto iniziare a scrivere fino a quando avevamo finito il tour di "n0n".

L'altro ritardo è dovuto al fatto che componiamo solo se siamo ispirati. Le uniche idee che ci ispirano sono quelle innovative, appunto. Tutto ciò che suona come qualcosa che abbiamo già registrato in precedenza non viene utilizzato. Il primo passo per scrivere buona musica è avere l'idea giusta. Ci vuole più di tempo a rompere le abitudini dopo aver passato anni a scrivere/registrare album e suonare le canzoni per centinaia di spettacoli. Perciò bisogna insegnare alle mani a fare cose diverse. Noi sperimentiamo molto nel nostro processo di scrittura. Questo ha l'effetto di rottura per creare nuove idee. Solo una volta che il processo produce una scintilla possiamo iniziare a scrivere nuovo materiale. Dopo "n0n" questo processo è arrivato. Spero che in futuro possiamo accelerare la fase di composizione. Ho già iniziato a scrivere testi sulla base di nuove idee e spero che avremo le musiche sulle quali inserirli.

8. Che temi avete affrontato sui nuovi testi?

- I testi di "Flesh Is Heir" raccontano della lotta tra le due facce della psiche umana. Ogni essere umano ha questi due aspetti nella propria personalità. La prima è quella che abbiamo chiamato The Obliterate. Questo è l'aspetto dell'umano che vuole distruggere il sé, diventando un qualcosa di più grande del sé. Trattandosi di un'entita, "io", porta con sé tutta una serie di problemi e guai. The Obliterate cerca di sfuggire al sé, e quindi i problemi vengono seppelliti nella droga, l'alcol, la religione, la violenza o il sesso. L'altro aspetto della psiche umana è quella che noi chiamiamo The Realist. Il "Realista" è l'aspetto che cerca di distinguere "sé stessi" e "gli altri". Legato a questo aspetto è la lotta per la sopravvivenza. Questo comprende i diversi problemi dei singoli, perciò, cercare di superarli e di conseguenza, ritagliarsi una nicchia di esistenza. Come ho già detto prima, tutti possiedono questi due aspetti, questi impulsi. I testi di "Flesh Is Heir" racchiudono diversi aspetti della vita moderna.

9. Quali sono state alcune delle vostre principali influenze nel corso degli anni?

- Non siamo ovviamente influenzati da altre band. Una band davvero originale e unica non è mai "influenzata" da altri gruppi, ma solo ispirata da loro. Ci sono migliaia di band che troviamo interessanti ma non hanno influenzato la nostra musica, perché non abbiamo mai provato a suonare come loro. La musica, e tutte le altre forme d'arte, devono esprimere il subconscio dell'artista. Non si può esprimere l'unicità della propria mente usando il linguaggio di qualcun altro. Devi trovare il tuo linguaggio. Siamo ispirati da qualsiasi artista che ha trovato la propria strada. Questo potrebbe essere per chiunque, da una band metal ad un regista di film. Ogni artista che ha trovato questo modo unico di esprimere se stesso sarà avvantaggiato nell' ispirazione. Le uniche cose che ci influenzano sono i tanti fattori esterni. La nostra musica è stata anche influenzata dal furto subito durante il tour dopo "Occasus". Siamo stati costretti ad imparare nuovamente come lavorare partendo da zero. La nostra musica è influenzata dalla distanza tra i membri del gruppo. Queste cose sono le influenze, quindi non altre band musicali.

10. Qual è il tuo brano preferito dal nuovo album e perché?

- Al momento è probabilmente "Ego Ergo Sum". Ha un sound piuttosto nuovo per tutti noi e penso che abbia alcuni grandi ganci. Ci sono alcune trame interessanti che la fanno diventare un mostro vivente. E' stata anche molto divertente da registrare. Gli effetti coinvolgono parti di violino acustico e percussioni. Mi piace lavorare su questi suoni molto strani e decontestualizzati. Per me è emozionante il fatto che si può prendere un violino e rendere il suo suono sporco e coinvolgente. Ho ancora i brividi ogni volta che sento quella traccia.

11. "Flesh Is Heir" ha una copertina molto aggressiva. Come ti è venuta l'idea per l'artwork?

- La foto è stata concepita da un nostro amico, Jess Mathews. Negli ultimi anni Jess ha collaborato costantemente con la band. Ha ideato, diretto, girato e montato i nostri filmati per "Vermin" e più di recente per "Teeth". Ha realizzato la foto per la copertina dell'EP "Chokehold" e ha scattato un sacco di foto promo del nostro vocalist Cain [Cressall], ed è così che si è ottenuto il concetto e le idee per la band. Cain e Jess vivono nella stessa città isolata. Abbiamo descritto a Jess le idee per l'album lasciandogli leggere alcuni testi. Lei se ne uscì con l'idea di immortalare una persona mentre vomita queste catene che poi diventeranno il mezzo per strangolarsi. Proprio come tutti noi conteniamo i semi della nostra distruzione, questa persona sta generando tutti suoi problemi. Sta cercando di distruggere se stesso, ma allo stesso tempo è in lotta per rimanere in vita. Penso che sia la perfetta rappresentazione della lotta che emerge dai nostri testi. Siamo davvero felici del lavoro di Jess . Ha catturato l'essenza dell'album, la copertina è molto suggestiva e da l'impressione della musica contenuta nell'album.

12. Come sono state fin'ora le recensioni del nuovo "Flesh Is Heir"? Le critiche da parte degli appassionati? Cosa vorresti che la gente notasse più di ogni altra cosa?

- Finora le recensioni sono state fenomenali. Siamo abbastanza abituati a confondere la gente. Di solito l'opinione ad un nostro album è sempre diversa, oscilla tra quelli che ci amano e chi ci detesta. Per qualche ragione specifica questo album ha ottenuto recensioni positive, quindi siamo molto soddisfatti della risposta degli ascoltatori/addetti ai lavori. Le persone stanno riconoscendo il nuovo passo in avanti della band e credo che la tavolozza più organica sia stata in grado di sorprendere le persone stesse. Stiamo ricevendo un sacco di complimenti per il songwriting che è davvero assassino. Diverse persone sono state molto entusiaste della prestazione di Cain. Il ragazzo è il miglior frontman che abbia mai visto. In lui abitano alcuni personaggi piuttosto bizzarri. Oltre alla musica proposta, l'altra cosa che vorrei è che la gente notasse di più i nostri testi. Purtroppo in questa epoca digitale le persone non prestano più attenzione alle lyrics. E' un peccato perché un sacco di significati della band sono contenuti nei testi. Certo, non mi sto lamentando. In realtà stiamo diffondendo questa musica per noi stessi. Se qualcun altro cerca di scavare più affondo per qualsiasi motivo, allora questo è solo un ulteriore bonus.

13. I The Amenta sono emersi come una delle più importanti band metal del mondo. Quali sono i tuoi pensieri sullo stato attuale della scena estrema?

- Mi fa piacere sentirtelo dire. Non credo che siamo leader mondiali nelle vendite, ma credo che siamo sicuramente uno dei pochi gruppi che sono realmente interessati a spingere questa musica in avanti. Il metal estremo è come qualsiasi altro genere o movimento artistico. C'è un piccolo gruppo di pionieri che stanno cercando di trovare nuove direzioni e introdurre qualcosa di interessante nella musica. Il resto sono band che esistono solo per placare l'ego di certi idioti. La maggior parte dei gruppi non ha bisogno di esistere. Il metal quando è eccezionale è trascendentale. Le Bband dovrebbero concentrarsi di più sull'essere personali. Il metal ha un sacco di potenziale in crescita. Come artista non me ne frega un cazzo di quello che altre band stanno facendo, ma come ascoltatore lo trovo molto triste. E' raro che io mi senta soddisfatto ascoltando un album. Tutto quello che voglio è sentire la musica che mi piace per introdurmi a nuove idee. Non credo stia chiedendo troppo.

14. Hai qualche pensiero finale che vuoi aggiungere?

- Vorrei raccomandare "Flesh Is Heir" a chi non è ancora spento dalla mia arroganza. Ci sono due possibilità. La prima è che io sono pieno di merda e, se non altro, si arriva a ridere di mia illusione. L'altra è che questo album è veramente rivoluzionario e rivelerà i suoi segreti nel corso del tempo. Che questo sia il miglior album del 2013. Perciò, personalmente credo che sia la seconda possibilità. Sarete voi a decidere.

15. Grazie per l'intervista!

- Grazie a te per il tuo interesse nei The Amenta e per avermi fornito queste domande.

giovedì 11 aprile 2013

ARREAT SUMMIT "King of the Dead"
2013 - autoprodotto


E' passato solo un anno dal precedente demo 2012, ma gli svedesi ARREAT SUMMIT non hanno cambiato nulla nella loro proposta. Le esigenze sembrano essere le stesse di un anno fa. Oggi, l'unico elemento che rafforza un po' il sound è una certa ricercatezza in fase di songwriting, anche se nel totale non sembra esaltare la struttura dei tre pezzi portati sull' Ep. Se proprio devo esprimere qualche riferimento, potrei accostare la band a certe dinamiche del death/core, quelle più moderne e dirette. Personalmente non sono mai stato un fan di tali sonorità, quindi la mia opinione su questo breve lavoro risulterà abbastanza ovvia, prevedibile. I riff si focalizzano quasi sempre sulle stesse soluzioni, perciò nulla di speciale, la sezione ritmica si lega discretamente al contesto mentre la voce graffia tutto il sistema sonoro presente. Non so a quanti di voi potranno piacere gli Arreat Summit, ma soggettivamente penso che l'unica cosa da fare è cercare qualcosa di più accattivate affinché l'ascoltatore possa godere fino in fondo.

TRACKLIST: King Of The Dead, Bomb Vibrator, Jeffrey Gain.

HIGH PRIEST OF SATURN "High Priest Of Saturn"
2013 - svart records


I norvegesi HIGH PRIEST OF SATURN appaiono alla vista da molto lontano, attraversano la lunga distanza con un passo molto lento in grado di rendere visibile sia il diametro equatoriale che quello polare, due opposti consolidati nella stessa lisergica forma musicale. Questa forma rappresenta il risultato della loro palpabile rotazione, un movimento armonico che tende facilmente a deformarsi nel tempo. La musica gassosa proposta dal trio si riassume attraverso una densità che ottura le vie respiratorie durante l'ascolto. L'esperienza concessa dall'omonimo "High Priest Of Saturn" si potrebbe ricordare a lungo, ed è necessario un ascolto attento per poter distinguere i tanti particolari e il materiale dal quale è costituito. Gli stessi musicisti ruotano intorno al proprio asse a seconda della quota in cui le note e le ritmiche si posizionano; levigando gli strati superiori, mentre la massa vocale della singer Merethe si dirige sulla stessa lunghezza. L'atmosfera del disco mostra grande personalità, un immensa capacità compositiva e una sostanziale differenza interposta tra le tante bande (chiare e scure). Sono molto evidenti i richiami al passato, soprattutto nei riff, ma l'esistenza della magnetosfera degli High Priest Of Saturn è stata accertata dalle singolari radiazioni presenti nella loro splendida musicalità. Chi ama
il doom metal psichedelico e fugace non deve farseli scappare. Davvero Interessanti.

TRACKLIST: Protean Towers, Kraken Mare, Crawling King Snake, On Mayda Insula.

mercoledì 10 aprile 2013

UNBORN "Awaken To Reality"
2013 - autoprodotto


Da diversi anni il thrash metal sta vivendo una nuova giovinezza e sono veramente tante le band coinvolte in questo genere musicale. Oggi mi ritrovo a recensire il terzo full-length degli UNBORN (attivi dal 1996), provenienti dall'Europa dell'Est (Repubblica Ceca). Senza ombra di dubbio i nostri hanno un buon impatto anche se nella loro proposta ci sono tanti riferimenti presi un po' in ogni dove (non mancano soluzioni più aperte). Le canzoni hanno delle discrete strutture, quindi gli elementi base non vengono meno. C'è da dire che spesse volte la differenza la fanno coloro che mixano e producono dischi come "Awaken To Reality". Gli Unborn si impegnano al massimo per resuscitare un impatto aggressivo legato ad un periodo in cui i gruppi si creavano un suono ben preciso e una certa identità, ma ovviamente tale volontà riportata ai giorni nostri risulta meno originale e incisiva. Se si va a vedere, questo è esattamente ciò che molti musicisti facevano più di vent'anni fa. Il feeling non manca in tutta la durata del lavoro, però i suoni troppo puliti rendono il disco un po' sterile. Nemmeno la voce di Alexandr Sember mi ha convinto molto. Rispetto al precedente "Six Ways of Suffering" (2011) un'evoluzione c'è,
ma niente di più...

TRACKLIST: Intro, Burn Inside, Chemotherapy of the Government, Walls of Madness, Part of Machinery, Threat of Death, Trapped Between Two Words, Under Control of Pain, Faces in the Mirror, Till My Last Breath.

KEN MODE "Entrench"
2013 - season of mist


Non scherzano i canadesi KEN Mode (prodotti da Matt Bayles). L'atmosfera schizzata a cui il nuovo album allude si riferisce all'alchimia che si è venuta a creare in fase di registrazione, ma anche durante il pesante e potentissimo processo di composizione dei brani. I KEN Mode si muovono come un'unica bestia direzionata a folle velocità contro un grande muro costituito da corpi in attesa di contrasto fisico e mentale. "Entrench" trova campo fertile in quelle sonorità assassine che hanno reso celebri grandi gruppi come Burnt By The Sun, Botch, The Dillinger Escape Plan o Converge. In questo viaggio agganciato ad una pazzesca nevrosi, veniamo guidati dalla perizia tecnica dei nostri (sicuramente invidiabile), ma anche da un songwriting variegato ed esplosivo, una rabbiosa reazione per un dolore che si manifesta nel nucleo stesso del disco, sviscerando così l'adrenalina in tutte le sue forme possibili. Tutti i brani sono legati da un filo sottile: ognuno riconduce all'altro, alterando alcuni aspetti, mettendone in primo piano altri, ma soprattutto c'è la volontà di tenere la musica aperta e non chiusa a se stessa. Un movimento 'in divenire'. "Entrench" è un album distorto, viscerale, evoluto, portato fino alle estreme conseguenze. In fondo, è proprio grazie alle band su citate e al loro successo se oggi molte nuove leve come i KEN Mode godono di questa libertà d'espressione. Sicuramente risulteranno piacevoli agli amanti del genere.

TRACKLIST: Counter Culture Complex, No; I'm in Control, Your Heartwarming Story Makes Me Sick, The Terror Pulse, The Promises of God, Romeo Must Never Know, Secret Vasectomy, Figure Your Life Out, Daeodon, Why Don't You Just Quit?, Monomyth.

KOKOMO "Kokomo"
2013 - dunk records | i.corrupt.records


Quello dei tedeschi KOKOMO è un post/rock esteso su lunghe dissoluzioni strumentali, accordi che si diramano ad alta quota attraversando il riflesso di nubi grigie, cupe, permanenti. Non c'è gravità in questo spazio temporale, il peso del corpo viene colpito dalla tempesta dei suoni mentre la violenza del vento si insinua nella carne per modificare gli stati d'animo interiori. I Kokomo si affidano ad una semplicità latente, fatta di emozioni che risuonano nel gusto di certe proiezioni sonore, si amplificano nel tempestivo mutamento dei riff, ma in tutto questo c'è anche da evidenziare una ripetitività che purtroppo non aiuta durante l'intero ascolto. L'album riesce a mantenersi vivo in gran parte dei minuti, con melodie ricercate a cui però ormai in tanti ci hanno abituato. Manca quel mordente che certe soluzioni devono possedere per non cadere nello scontato.

TRACKLIST: Kaputt Finker, They Seem To Be Dead Set, Tauben Im Gras, Ein Dachs Hat Zweifel, Deconstructure, Le Trieste.

martedì 9 aprile 2013

HOW TO DESTROY ANGELS "Welcome Oblivion"
2013 - columbia


Il fascino di Trent Reznor non si concede nessuna pausa, lui che nel corso degli anni ha donato tanto ai Nine Inch Nails (capaci di catturare tantissimi amanti della musica di spessore), non vuole arrestare la sua creativa corsa. Oggi l'anima mutante del cantante ritorna a reincarnarsi nel progetto HOW TO DESTROY ANGELS, partorito e cullato con la moglie Mariqueen Maandig, Rob Sheridan e Atticus Ross. Ciò che viene presentato in "Welcome Oblivion" cattura non solo per minimalismo, ma soprattutto per una diffusa riverberazione di fondo intenta a distorcere l'ampio crepuscolo adagiatosi sulle note elettroniche dell'album. Così, Trent si rifugia nei meandri della sua anima, guardandoci dall'interno con occhi attenti, disillusi, provocatori. Ascoltando gli How To Destroy Angels si percepisce come un muro dinanzi ai nostri corpi dispersi nel vuoto, uno spazio che i musicisti decidono di custodire gelosamente, come se volessero rimanere distaccati da tutto ciò che gli sta intorno, pur concedendosi attraverso il flusso delle note. Il ritmo del disco, sembra saltare su diverse linee verticali e parallele, ognuna con un suo colore accecante, con la sua destinazione frammentata. C'è un clima di alienante desolazione all'interno dei brani, caratteristica ossessiva, incanalata in una precisa percezione del cono d'ombra. Questa band, in definitiva, coglie la vera espressione della disarmonia catalizzante, per stabilire un rapporto ancora più intimo con i suoi fruitori, diventando così: sfocata, sbiadita, fuori fuoco, come l'immagine disturbata che emerge dall'artwork di copertina. Appare evidente una certa espressività su alcune scelte sonore, ma forse ciò che manca all'insieme è la compattezza song by song. Comunque un lavoro da ascoltare e respirare nella penombra di una stanza.

TRACKLIST: The Wake-up, Keep It Together, And the Sky Began to Scream, Welcome Oblivion, Ice Age, On the Wing, Too Late, All Gone, How Long, Strings and Attractors, We Fade Away, Recursive Self-Improvement, The Loop Closes, Hallowed Ground.