domenica 30 agosto 2015

Recensione: FORCED ORDER "Vanished Crusade"
2015 - Revelation Records




La Revelation Records si gioca la sua carta vincente con i californiani FORCED ORDER, che con questo "Vanished Crusade", tirano fuori una grinta disarmante rivolta ai seguaci dell'hardcore metallizzato, quelli sempre pronti allo scontro con mazze ferrate e cazzottiere da combattimento. Si parte a pugni chiusi con "New Forms", song che rispecchia appieno l'anima agguerrita dei Forced Order, decisi e viscerali come da tradizione. Un attacco frontale consumato in poco più di un minuto. Seguono canzoni propulsive quali "Unexist", "Turn The Knife", "Sence Walker" e "The Pain Enclosed". In successione la furia cieca di tre episodi al cardiopalma: "Blind To Trust", "Forced Order", "Retribution". Non sono assolutamente da meno le restanti tracce. Se aggiungiamo poi una voce davvero incazzata e alcuni brevi assoli assassini, direi che l'impatto assume una forma più letale. Questo è un album consigliato a chi desidera ascoltare materiale concreto, suonato con attitudine e passione. "Vanished Crusade" è stato registrato e mixato da Taylor Young, mentre il 'guru' Alan Douches ha curato la masterizzazione presso i West West Side Music. Non serve altro da aggiungere!

Contatti:

forcedorder.bandcamp.com
revelationrecords.com

TRACKLIST: New Forms, Unexist, Turn The Knife, Sense Walker, The Pain Enclosed, Blind To Trust, Forced Order, Retribution, Ischys, Seven Realms Of Fear, Disintegrate, March Of The Diseased, Dechrau, Allanfa


sabato 29 agosto 2015

Recensione: FRANK CARTER & THE RATTLESNAKES "Blossom"
2015 - International Death Cult




L'inglese Frank Carter (ex-Gallows, ex-Pure Love), decide di mettere a ferro e fuoco il panorama dell'hardcore/punk con il suo nuovo progetto musicale denominato FRANK CARTER & THE RATTLESNAKES. Il cantante dimostra di avere gli attributi, ma anche i requisiti giusti per far presa su chi ascolta un certo tipo di sonorità adrenaliniche. E pensare che tutto ha preso forma dal nulla con la pubblicazione del singolo 'Fangs', messo in rete nell'anno corrente. L'impeto con cui vengono suonate queste tracce è più che soddisfacente. Risulta normale quindi che questo primo vagito della formazione britannica fosse attesissimo tanto dai fan del frontman, quanto dai più curiosi. E la band ha soddisfatto le attese con stile, lasciando trasparire le buone potenzialità. Un lavoro che mette in scena dei riffoni arrembanti e una sezione ritmica solida che picchia duramente e senza timore di procurare dolore sul corpo del fruitore. Non mancano nemmeno gli omaggi al Rock'n'Roll. Nella tracklist sono meno irriverenti 'Beautiful Death' e la song conclusiva 'I Hate You'. I Frank Carter & The Rattlesnakes realizzano una prova elettrizzante che pur non avendo nulla di innovativo, risulta comunque piacevole da gustare ad alto volume.

Contatti:

andtherattlesnakes.com
facebook.com/frankcarterandtherattlesnakes

TRACKLIST: Juggernaut, Trouble, Fangs, Devil Inside Me, Paradise, Loss, Beautiful Death, Rotten Blossom, Primary Explosive, I Hate You




venerdì 28 agosto 2015

Recensione: ANTISOCIAL ALL STARZ "Army Of The Darkness"
2015 - DIY




In Italia di gente arrabbiata ce n'è tanta e tra i musicisti underground che utilizzano la nostra madre lingua spiccano gli ANTISOCIAL ALL STARZ, proprio perché il genere musicale utilizzato dai nostri, nasce come veicolo di protesta e quindi non fa fatica a raggiungere le orecchie di chi ama i suoni di strada. Johnny Hellgast, Fottawan, Shiver e Kanaglia pur essendo giovani, riescono a mettere in piedi un lavoro interessante che sprigiona una buona dose di dissenso. Il flow e l'incisività delle loro liriche, presentano punte degne di nota e questo va sottolineato in sede di recensione. Basta comunque schiacciare play per fare il punto della situazione, per provare a rispecchiarsi in strofe ben disposte e abbastanza coinvolgenti. C'è una puntualizzazione da fare: chi si aspetta un disco originale non rimarrà pienamente soddisfatto, mentre posso affermare che in quanto a contenuti, questo "Army Of The Darkness" è il più sentito e professionale pubblicato dopo le esperienze soliste dei vari MC coinvolti nel progetto. Bravi. Vedremo cosa accadrà in futuro.

Contatti:

antisocialallstarz.it
facebook.com/Antisocial-all-starz

TRACKLIST: Intro, Frequenza Mortale, Self Made, Disorder Task Force, Search And Destroy, Hell's Memories, Army Of The Darkness, Rhazes, Blizzard, Poisoncity




mercoledì 26 agosto 2015

Intervista: UFOMAMMUT - "GLI ESPLORATORI DELLA PSICHE"






PER ESSERE MUSICALMENTE ATTUALI E' DETERMINANTE AVERE UNA MENTE APERTA: SE VUOI ESSERE DAVVERO UNICO, DEVI CORRERE DEI RISCHI MA E' IMPORTANTE NON SBAGLIARE. GLI UFOMAMMUT SONO ANCORA OGGI UNO DEI PILASTRI DELLA MUSICA HEAVY NAZIONALE, UNA FORMAZIONE CHE HA SAPUTO GUADAGNARSI STIMA E RISPETTO ANCHE OLTRECONFINE, A DIMOSTRAZIONE CHE LA PERSEVERANZA PAGA SEMPRE. QUESTO IL RESOCONTO DELLA NOSTRA CHIACCHIERATA.

1. Ciao Ragazzi. Dopo sedici anni di carriera viene spontaneo chiedervi cosa rappresenti, per voi, un ennesimo album: un evoluzione da rafforzare oppure nuove sensazioni ed emozioni da veicolare?

Ufo: Ogni disco è una storia a sé, nonostante si nasca dalle esperienze precedenti. E’ una nuova sensazione, un nuovo cosmo di emozioni, un universo che cresce e si evolve. Quindi direi che un nuovo album è sia un evoluzione da rafforzare che una nuova sensazione da veicolare.

2. Qual è la giusta chiave di lettura per analizzare questo nuovo album intitolato "Ecate"?

Ufo: Ognuno è libero di vivere la nostra musica in maniera personale. Sebbene Ecate sia nato da un concetto e idee precise, vogliamo che ogni ascoltatore sia libero di pensare questo disco nella massima libertà. Quindi la chiave di lettura dovrete cercarvela voi :-)

3. Non avete mai lasciato passare troppo tempo, fra un disco e l'altro. Sembra che la vostra ispirazione sia davvero inesauribile. Hai qualcosa da dire al riguardo?

Ufo: Più che altro siamo molto veloci nel comporre nuova musica. Solitamente un disco nasce in pochi mesi. La parte più difficile è il post registrazioni, quando dobbiamo farlo nostro, quindi provarlo per portarlo live.

4. Nonostante il vostro sound non sia di facile assimilazione, si può affermare che ogni vostro brano tenda ad avere un impatto emotivo molto marcato. Sono incuriosito da come avviene la vostra interazione...

Ufo: Abbiamo sempre pensato di essere stati molto fortunati ad incontrarci, tra noi c’è un’alchimia perfetta, ogni strumento completa l’altro e quello che ne esce alla fine diventa Ufomammut. Ecate è nato da alcuni riff che avevamo composto e che poi, tutti assieme, abbiamo imbastito e sviluppato in sala prove. Nel momento delle registrazioni, comunque, il processo continua. Con Lorenzo Stecconi, con cui realizziamo i nostri dischi da Idolum, c’è un’intesa perfetta e assieme, riusciamo a capire come sviluppare le registrazioni. A volte nascono nuove parti, sviluppi differenti e così via, proprio durante le takes in studio.

5. Mi sembra di capire che nell'ultimo album la vostra poetica sia meno legata alla sfera personale. Mi sbaglio?

Ufo: Non credo che Ufomammut abbia mai avuto una sfera personale, i nostri album e i nostri testi non riguardano mai argomenti della nostra vita privata. L’ultimo disco è un omaggio a Ecate, il precedente all’alchimia e quello prima ancora a Eva. Andando a ritroso nel tempo ci troviamo sempre innanzi ad argomenti generali, mai personali :-)

6. Al di là delle questioni artistiche, quanto è difficile per voi continuare a dedicarvi a un gruppo come gli Ufomammut? E' cambiato qualcosa rispetto ai primi anni?

Ufo: E’ sicuramente cresciuto il numero degli impegni e i giorni in cui siamo in tour. Ma non è difficile fare qualcosa che si ama. Ufomammut è una parte di noi, della nostra vita.



7. E degli elementi psichedelici della vostra musica, cosa potete dirci? Mi sembra che i solchi di "Ecate" ne siano pieni, nonostante l'impatto generale del sound sia molto heavy. Dal punto di vista tecnico, come lavorate alle vostre composizioni alla luce di un'esperienza più che decennale? Che rapporto avete con la tecnologia in generale?

Ufo: La tecnologia è molto importante. Ho sempre pensato che chi si è fermato alla strumentazione degli anni settanta non ha capito molto... a quei tempi, i synths che si usavano erano il massimo della tecnologia. Oggi, dopo quasi cinquant’anni, l’evoluzione è andata avanti e ci sono molte più possibilità. Il computer non è altro che un’estensione della nostra mente, come lo può essere un moog o un qualsiasi altro strumento. L’importante è potere usare ogni cosa nella maniera giusta. In fase di composizione e registrazione usiamo synths e tastiere reali. Da queste ricaviamo poi i campioni che lanciamo grazie a pedaliere midi, durante i nostri live. Siamo in tre e le uniche parti del corpo che ci avanzano sono i piedi e quindi perché non sfruttarli?

8. Ripensando al songwriting di "Godlike Snake" (anno 2000) o del successivo "Snailking" (anno 2004) e paragonandolo a quello di "Ecate", credete ci siano maggiori somiglianze o più differenze?

Ufo: Beh, sicuramente ogni disco è diverso, cerchiamo sempre di cambiare il modo di scrivere e comporre musica, sarebbe noioso fare sempre la stessa cosa. Anche il modo in cui registriamo varia ogni volta, cerchiamo di imparare sempre cose nuove. Riascoltando GLS oggi, suona diverso, c’è Ufomammut, ma è ancora immaturo, bambino :-)

9. Quali sono state le considerazioni dell'intero staff della Neurot Recordings nel momento in cui hanno ascoltato per la prima volta le recording sessions del vostro nuovo disco? Penso sia una bella soddisfazione potersi avvalere di un'etichetta così prestigiosa...

Ufo: Steve Von Till ha ascoltato il master finale del disco. Credo sia sbagliato condividere le tracce di un disco finché non sono finite. Non saranno mai come quelle definitive. Lavorare con Neurot è molto semplice, noi ci fidiamo di loro e viceversa, sanno chi siamo e si aspettano qualcosa di qualità. Steve ha apprezzato molto Ecate.

10. L'artwork di copertina è davvero stupendo e ancora una volta siete stati voi ad occuparvene. Da dove avete preso l'ispirazione? Come procede il lavoro con Malleus?

Ufo: La copertina è la rappresentazione di Ecate, nelle sue tre forme. Nel booklet abbiamo voluto immaginare ogni pezzo in una visione grafica. Malleus sono Poia e Urlo assieme a Lu (la mente dietro i visual della band) ed è un’entità che è nata assieme a Ufomammut, le due cose si sono sviluppate assieme, come è logico che sia. Malleus si occupa soprattutto di serigrafie manuali e, fortunatamente, tutto procede per il meglio, riusciamo tra un tour e l’altro, a tenere in mano la situazione :-)

11. Come è andando il vostro tour in Europa e il successivo in Nord America? Siete soddisfatti del feedback ottenuto? Speranze per il futuro?

Ufo: Al momento stiamo viaggiando verso Barcelona per un minitour di tre date in Spagna e Portogallo. Il giro in Europa ad Aprile è stato molto bello, ci siamo divertiti parecchio. L’America è stata una sorpresa, un tour di un mese assieme agli Usnea (ottima band e ragazzi fantastici) che ci ha consentito di girare tutti gli Stati Uniti e parte del Canada, incontrando una realtà che ci era sconosciuta. Speriamo l’esperienza si ripeta presto. Ad Ottobre invece ci aspetta nuovamente l’Europa, saremo anche in Scozia e Irlanda che non abbiamo mai visitato prima, quindi l’emozione è grande.

12. Grazie per l'intervista e buona fortuna. Lascio a voi le ultime parole...

Ufo: Grazie a te per la pazienza che hai avuto a starci dietro per le risposte all’intervista: -) A presto e grazie.


CONTATTI:

ufomammut.com
facebook.com/pages/UFOMAMMUT
neurotrecordings.com


RECENSIONE:
UFOMAMMUT "Ecate" 2015 - Neurot Recordings












martedì 25 agosto 2015

Recensione: AEGRI SOMNIA "Monde Obscure"
2015 - Cryo Chamber




La copertina di questo disco rappresenta al meglio le atmosfere decadenti concepite dal compositore croato Jurica Santek, motore del progetto AEGRI SOMNIA. Come dice il titolo stesso del lavoro, la situazione del mondo ci permette di scorgere un abisso senza fondo e l'Artista in questione mette in atto un approccio compositivo che seppellisce qualunque perplessità a riguardo. "Monde Obscure", pubblicato dalla Cryo Chamber, è qualcosa di difficilmente definibile attraverso l'utilizzo delle solite frasi fatte. Bisogna addentrarsi con la massima cautela, approfondirlo attentamente per poi trovare le risposte necessarie alla stimolazione della ragione. Ogni traccia possiede la sua identità a prescindere se si possa parlare di concept, eppure il risultato finale è davvero omogeneo e avvolgente, un flusso continuo e penetrante. Santek si serve di una visione "potente" per scrivere musica di grandissimo effetto. "Monde Obscure" è un istinto indomabile di sfogare il rancore nei confronti della realtà. Brani come "Les Temps Ont Changé", "Culture Aveugle", "Obscurite Totale", oscuri e affascinanti, rappresentano la quintessenza del dark ambient odierno.

Contatti:

cryochamber.bandcamp.com/monde-obscure
facebook.com/Aegri-somnia
cryochamberlabel.com

TRACKLIST: Naissance, Esoterique, Les Temps Ont Changé, Noir et Blanc, Culture Aveugle, Faux Prophete, Obscurite Totale, Vitesse D'évasion, Sortie I, Sortie II, Portal I, Portal II


lunedì 24 agosto 2015

Recensione: FUCK THE FACTS "Desire Will Rot"
2015 - Noise Salvation




Nuovo disco e cambio di etichetta discografica per i FUCK THE FACTS (si è passati dalla Relapse della Pennsylvania, alla canadese Noise Salvation). Due colpi in uno. Era l'anno 1999 quando il gruppo mosse i suoi primi passi e in 16 lunghi anni non hanno perso un'oncia della loro cattiveria. "Desire Will Rot" riconferma l'ottimo status di cui godono questi grinder del Québec, capitanati dalla ruggente Mel Mongeon. Ciò che impressiona maggiormente è la loro capacità nello scrivere dei pezzi si bastardi e veloci, ma anche articolati e ben arrangiati, un fattore rilevante quando si tira in ballo un genere diretto come il grindcore. I Fuck The Facts vanno dritti al bersaglio con una carica che farebbe impallidire anche i Mostri Sacri del genere. Ascoltando canzoni quali l'opener "Everywhere Yet Nowhere" e a seguire, le varie "Shadows Collide", "The Path of Most Resistance", "Prey", "Solitude", "False Hope" ci si può rendere conto di quanto i nostri siano migliorati tanto sul piano compositivo. A tutta l'urgenza strumentale, si aggiungono episodi più ragionati e ricercati che concedono un po' di respiro ("La Mort I", l'oscura traccia ambientale "Circle" o "Nothing Changes", posta in chiusura del lavoro). Il vortice in cui vanno a finire le note di "Desire Will Rot" gira ininterrottamente in modo tale da far esplodere le percezioni dei fan più accaniti... e non solo. Un album che vi entrerà in testa già dal primo ascolto. Garantito.

Contatti:

fuckthefacts.bandcamp.com/desire-will-rot
fuckthefacts.com
facebook.com/FuckTheFacts
soundcloud.com/noise-salvation

TRACKLIST: Everywhere Yet Nowhere, Shadows Collide, The Path of Most Resistance, La Mort I, La Mort II, Prey, Storm of Silence, Solitude, False Hope, Circle, Nothing Changes




domenica 23 agosto 2015

Recensione: PUTRIDITY "Ignominious Atonement"
2015 - Willowtip Records




Gli italiani PUTRIDITY ritornano all'attacco con il loro terzo album, il secondo pubblicato dall'etichetta americana Willowtip Records. Questi ragazzi piemontesi si cimentano in un brutal death metal mozzafiato che, non mancherà di mietere le sue vittime all'interno della scena estrema. Un sound pesantissimo e maleodorante, già conosciuto grazie ai precedenti lavori in studio usciti tra il 2007 e il 2011 ("Mental Prolapse Induces Necrophilism" e "Degenerating Anthropophagical Euphoria"). Chiunque di voi sia un appassionato del genere, probabilmente conoscerà molto bene la band di Ivrea, attiva da 10 anni e munita di armi ben affilate. Il nuovo "Ignominious Atonement" taglia la carne con precisione e non lascia nulla al caso quando si tratta di smembrare il corpo dell'ascoltatore fino ad arrivare all'osso. Ogni minuto che passa assume sempre più i contorni di un'autentica carneficina. Una prova convincente dove violenza, brutalità, cinismo lasciano ferite profonde e sanguinanti. Insomma, un ritorno di buon livello che rispecchia appieno l'immaginario truculento dei nostri. Che vi piacciano o meno, i Putridity vanno supportati senza riserve.

Contatti:

willowtip.bandcamp.com/ignominious-atonement
facebook.com/PUTRIDITY.OFFICIAL
twitter.com/Putridity_band
willowtip.com

TRACKLIST: Conceived Through Vermination, Portrait of a Soiled Innocence, Dead Festering Drainage, The Bone Sculpture, Obstinacy to Heal the Malformed, Mortifying Carnality, Repugnance Enshrined in Deformity, Ignominious Atonement


mercoledì 19 agosto 2015

Recensione: KRENG "The Summoner"
2015 - Miasmah




Il musicista belga Pepijn Caudron, padroneggia le suggestioni strumentali al punto da impossessarsene con la totalità del proprio linguaggio, ampio e multidirezionale. La sua sensibilità piega le note in maniera decisa per farle andare in traiettorie differenti. Una illuminante precisione che estende il motivo della definizione spaziale alla globalità della musica e finisce per coincidere con il sentire dell'ascoltatore, quello più attento ed esigente. Nessuna delle emozioni riportate nel suono vive in uno spazio preordinato. Una sorta di emanazione psichica concretizzata tramite un processo sensoriale soggettivo. L'effetto complessivo tende a tonalità sbiadite ma dannatamente affascinati. Nelle sei tracce agiscono vibrazioni uniche che sono in grado di varcare la soglia della logica. "The Summoner" di KRENG è da brividi!

Contatti:

last.fm/music/Kreng
soundcloud.com/miasmah/kreng-the-summoner

TRACKLIST: Denial, Anger, Bargaining, Depression, The Summoning, Acceptance


lunedì 17 agosto 2015

Recensione: SHE SPREAD SORROW "Rumspringa"
2015 - Cold Spring Records




Il modus operandi della compositrice piemontese Alice Kundalini emana una sensazione fortemente corporale, ai limiti dell'animalesco. Nel debutto "Rumspringa" le allucinazioni immaginare si identificano prepotentemente in un'unico flusso sonoro al culmine del senso dell'abbandono della scena reale da parte della musicista stessa. La sua è una reazione straziante che prende forma molto lentamente, come una scultura di grandi dimensioni levigata e rimodellata dalla selezione naturale. All'origine dell'Opera, probabilmente, c'è il desiderio di ricercare una possibilità di salvezza in un contesto sociale sempre più critico. E' un grido lancinante ridotto alla sua forma brada, così eccessivo da diventare letale. Questo è il suo materiale, nient'altro che l'esperienza di un vissuto che trasforma le infinite sensazioni, in tragica vicenda esistenziale. Ritual, industrial, power electronics di grande effetto. SHE SPREAD SORROW merita attenzione.

Contatti:

facebook.com/shespreadsorrow
soundcloud.com/she-spread-sorrow
shespreadsorrow.wordpress.com
coldspring.co.uk

TRACKLIST: Spring Of Regret, Herself Denial, Red Rumspringa, Inertia Malaise, Chastity, Seven Daughters


domenica 16 agosto 2015

Recensione: KAMMARHEIT "The Nest"
2015 - Cyclic Law




A 10 anni di distanza dal precedente "The Starwheel", Pär Boström ritorna con "The Nest", il suo settimo sigillo, celebrato dall'etichetta canadese Cyclic Law come l'ennesimo capolavoro del compositore svedese, attivo in quel di Umeå (capoluogo della contea di Västerbotten). In effetti, non è difficile sostenere questa tesi, perché il clima gelido e il cielo grigio che ricoprono l'intera Opera, rendono l'effetto decisamente maestoso. C'è da dire che, l'esperienza accumulata nel corso degli anni ha inchiodato la consapevolezza di Boström nell'abisso della follia. I livelli emotivi sono più che ottimali. La sua è una mente che ribolle, che si alimenta nutrendosi dei propri deliri. "The Nest" è il regno dell'ombra, la landa desolata, la metamorfosi definitiva. Quando la potenza della visione è così esageratamente sentita, l'intensità sonora assume un valore mistico. Questa sensibilità esacerbata ha dell'incredibile. L'Arte di KAMMARHEIT mi riempie di ammirazione. Uno dei pilastri della scena dark ambient. Da non perdere.

Contatti:

kammarheit.com
facebook.com/kammarheitofficial
cycliclaw.com

SONGS: Borgafjäll, Unsealed, Lower Halls, The Howl, Sphaerula, Hypogaeum, The Nest, Sung In Secret, Aeon


sabato 15 agosto 2015

Recensione: MAKE "The Golden Veil"
2015 - Independent




"The Golden Veil" dei MAKE è una piccola perla nell'attuale panorama del progressive sludge/doom metal/post-rock, creato per tutti coloro che sono predisposti a perdersi negli spazi strumentali ampi e profondi. I tre ragazzi della Carolina del Nord (Chapel Hill), sviluppano il loro sound su delle trame abbastanza orecchiabili e su una bella voce altisonante che sa invocare le energie della Terra e dell'Universo. Nel nuovo disco non mancano i passaggi in cui le tonalità di voce si fanno più gutturali e penetranti ("The Absurdist"). Una potenza espressiva che si traduce in scenari tendenzialmente orientati su vere e proprie cavalcate lisergiche ricche di manifestazioni psichedeliche ("We Are Coiled", "The Architect", "In the Final Moments, Uncoiling"). La musica racchiusa in questo "The Golden Veil" merita attenzione proprio perché è in grado di stemperarsi istantaneamente dinanzi ai nostri occhi per renderci parte della materia. L'anima "sperimentale" dei Make prevale su qualsiasi tecnicismo e non accetta insegnamenti da nessuno. Interessanti.

Contatti:

thebandmake.bandcamp.com/the-golden-veil
facebook.com/thebandmake

TRACKLIST: I Was Sitting Quietly - Peeling Back My Skin, Breathe, The Immortal, We Are Coiled, The Absurdist, The Architect, In the Final Moments, Uncoiling




venerdì 14 agosto 2015

Recensione: SEPULCHRAL ZEAL "Open"
2015 - Terratur Possessions




Due lunghe tracce compongono il primo demo dei tedeschi SEPULCHRAL ZEAL, autori di un black/death metal funesto e nero come la pece. E' raro che un progetto di tale natura riesca a tenere desta la mia attenzione. Bene questo mi succede ogni volta che riascolto l'essenza di "Open". Il nastro è un combattimento martellante e ipnotico, in cui i tre musicisti danno sfogo a tutta la loro insana creatività, alternando tempi e temi diversi e intersecando strutture sonore di discreta efficacia. La musica è quindi volutamente oscura, schiacciante, sempre ricca di atmosfere tenebrose. Ed è questa mescolanza di stati d'animo, che provoca l'effetto di caducità. Vi sono miriadi di input che contribuiscono a provocare, nei Sepulchral Zeal, il processo di songwriting. Ci sarebbe ancora da lavorare su alcuni riff un po' troppo sequenziali ("The Womb Opens"). Insomma, niente male come debutto. Consigliati ai patiti del genere.

Contatti:

metal-archives.com/Sepulchral_Zeal
terraturpossessions.com

TRACKLIST: Open Ye Core, The Womb Opens


mercoledì 12 agosto 2015

Recensione: EMBRACED BY HATRED "Time Waits"
2015 - GSR Music




Ogni fottuto giorno è sempre più importante lottare col coltello affilato tra i denti per sopravvivere in questa società... Lottare duramente per rendere migliore la propria vita... Lottare per abbattere le menzogne che generano l'odio! Nessun perdono per chi sbaglia! I tedeschi EMBRACED BY HATRED puniscono severamente l'ascoltatore con il nuovo "Time Waits", il quale va dritto in faccia come una scarica di pugni diretti. Per questi musicisti, Hatebreed e Biohazard sono le fonti certe da cui attingere la cattiveria necessaria per consolidare un determinato hardcore muscoloso e metallizzato. Non sono necessari ulteriori margini di paragone perché il loro terzo album parla chiaro. Gli 11 brani potrebbero essere la colonna sonora adatta per uno scontro all'ultimo sangue su di un ring tirato a lucido. Sono certo che i due contendenti al titolo se le darebbero di santa ragione ascoltando queste note così cariche di rabbia. Sicuramente derivativi, prevedibili, ma pur sempre efficaci. Prendere o lasciare.

Contatti:

embracedbyhatred.blogspot.de
facebook.com/embracedbyhatred
gsrmusic.com

TRACKLIST: Time Waits for No One, W.O.T.W., Dehumanize, On the Grind, Fool Me, Trife Life, Limits, Harder They Fall, Chronos, Peacemaker, Beyond Time


lunedì 10 agosto 2015

Recensione: DAEMONIAC "Lord of Immolation"
2015 - Xtreem Music




L'Italia continua ad essere terreno fertile per i seguaci del death metal e fortunatamente, nella nostra scena, ci sono ancora dei veterani che manifestano enorme entusiasmo nel proporre queste sonorità. I DAEMONIAC non sono certo un gruppo che ha da dire qualcosa di nuovo, ed il primo EP "Lord of Immolation" lo testimonia apertamente, però tenete ben presente che non sto parlando di novellini, ma di tre musicisti rodati: Max e Matt (entrambi ex-membri degli Horrid) e Pier dei Koza Noztra. Con soli cinque brani + una cover dei Crematory (Chunks of Flesh), corrodono ogni forma di trend per alimentare l'adrenalina dei maniaci tradizionalisti. Questo è DEATH METAL catramoso, che punta sull'atmosfera crepuscolare. Il lavoro piacerà a chi di voi ha un cuore che batte per lo stile svedese delle origini, quello onesto e glorioso. Si tratta di un debutto distante dalle produzioni attuali, molte delle quali destinate al dimenticatoio (!!!). I Daemoniac sono nati nell'ombra per marciare sul sentiero sterrato della coerenza stilistica in nome del vero old school. Tutto ciò ha un senso. Disponibile via Xtreem Music.

Contatti:

xtreemmusic.bandcamp.com/lord-of-immolation
facebook.com/DAEMONIAC666
twitter.com/daemoniacband
xtreemmusic.com

TRACKLIST: Intro, Away from Christ, Demonic Possession, Chunks of Flesh (Crematory cover), Desecration of Christianity, Lord of Immolation


domenica 9 agosto 2015

Recensione: THEN COMES SILENCE "Nyctophilian"
2015 - Novoton




La fredda Svezia non è solo sinonimo di death o black metal! Con questi THEN COMES SILENCE di Stoccolama capirete come godervi tutta la bontà e la varietà di un nuovo disco (il terzo in studio) che, nel suo genere, potrà fare la differenza. Il sound dei nostri ondeggia vertiginosamente tra scenari darkwave, post punk, gothic rock e i vari generi musicali vengono elaborati con una teatralità tale da segnare indelebilmente ogni singolo ascolto dell'Opera. Il gusto elegante per gli arrangiamenti c'è ed è enfatizzato da una produzione curata nei dettagli. "Nyctophilian" riesce a congelare in un unico blocco dorato una vasta gamma di emozioni sorprendenti. I Then Comes Silence ci sanno fare, per questo motivo si muovono con grande scioltezza su diversi territori, scrivendo dei brani energici e senza tempo. Perciò solo l'orecchio più allenato potrà godere pienamente dinanzi a tanta conoscenza. Nel music business odierno, troppo spesso la superficialità viene data in pasto alla massa, mentre i quattro musicisti scandinavi preferiscono andare controcorrente per cercare di ingraziarsi i favori di pochissimi eletti. La dimostrazione che il buio può accendersi anche a riflettori spenti. Accattivanti.

Contatti:

thencomessilence.bandcamp.com
facebook.com/thencomessilence
novoton.se

TRACKLIST: Strangers, She Loves the Night, A Living Soul Should Know, Spinning Faster, Feed the Beast, Demon's Nest, Animals, Death Rides, Wendy, Everywhere and in My Head, All Strange




sabato 8 agosto 2015

Intervista: DISORDER - "RESISTERE O MORIRE"






ARRIVA DA UNO DEGLI STATI DELL'AMERICA CENTRALE IL MUSICISTA COINVOLTO NEL PROGETTO DISORDER, PRECISAMENTE DA EL SALVADOR. MORBID E' UNA PERSONA MOLTO CORDIALE E DETERMINATA, UNO CHE HA LE IDEE CHIARE E CHE NON ACCETTA COMPROMESSI. HO DECISO DI INTERVISTARLO PERCHE' APPREZZO LA SUA TENACIA E IL SUO STILE MUSICALE, UN THRASH/DEATH METAL RUVIDO E POTENTE.

1. Ciao Morbid. Come stai? Grazie per l'intervista!

- Ciao amico mio, io sto abbastanza bene. Attualmente sono attivo con un sacco di cose. In qualche modo si deve andare avanti. Spero anche tu stia facendo bene!

2. Sicuramente non tutti i lettori di Son of Flies sono al corrente che il progetto Disorder è nato nel lontano 1994. Cosa puoi dirci della tua carriera?

- Iniziai a comporre musica per questa band intorno al 1994, anno in cui comprai la mia prima chitarra. Inizialmente scrivevo i testi in inglese, ma poi passai allo Spagnolo. Cercai dei membri per la band, ma ai tempi, si rivelò molto difficile perché in quel periodo storico la maggior parte delle persone erano coinvolte dal grunge e dal rock alternativo. Mi ci sono voluti anni per concretizzare il mio suono. Ricordo che iniziammo velocemente ad imparare le nostre prime canzoni, ma senza farci mancare alcune cover dei vari Dismember, Unleashed, Black Sabbath, Benediction, ecc. Nei primi periodi non esisteva nessun sostegno in termini di denaro da parte di qualche etichetta, perciò registrammo i nostri 2 demo a casa dei miei genitori e li stampammo con il mio marchio PUS RECORDS. Dopo un po' di tempo mi accorsi che gli altri ragazzi del gruppo iniziavano ad atteggiarsi da rockstar e così le prime incomprensioni tra noi rovinarono tutto. Dovetti mettere a riposo il progetto e decisi di formare un nuovo gruppo: i Conceived by Hate.

3. Come sei arrivato ad appassionarti a questo stile musicale? Qual è la prima band estrema che hai ascoltato o che ti è piaciuta fin da subito?

- Ho ascoltato metal fin dalla giovane età. I miei cugini, che erano dieci anni più grandi di me, avevano alcuni nastri Metal e dopo averli ascoltati e riascoltati per tante volte, iniziai a mettermi in gioco in questo circuito musicale, forse ai tempi avevo 11/12 anni. Penso siano stati i Bathory a colpirmi davvero. Nonostante avessero uno stile grezzo, ero ossessionato da qui riff. Così iniziai a collezionare tanto materiale del genere.

4. In che modo scrivi le tue canzoni?

- Non ho un metodo particolare, il più delle volte inizio a registrare delle parti di drum machine oppure dei riff di chitarra, successivamente, unisco tutti i pezzi, come per un puzzle. La musica viene prima di tutto e successivamente scrivo i testi. Di solito compongo di notte perché in quelle ore trovo il tempo per sedermi e concentrarmi sul mio materiale.

5. Che tipo di attrezzature utilizzi?

- Ho imparato tutto da solo, perciò mi ritengo un autodidatta. Da quando suono il basso e la chitarra mi piace usare pick-up attivi perché li sento molto più potenti. Uso chitarre a 6 corde e un basso a 5. Penso che le chitarre a 7 corde siano più adatte per il deathcore, per questo non mi piacciono.

6. E' arrivato il momento di parlare del nuovo "En el río del olvido". In che periodo hai registrato le tracce del disco?

- Negli anni '90 ho collaborato con uno dei miei cugini per creare la pagina web dedicata alla scena metal della città di El Salvador. Si chiamava "The El Salvador Metal Web Page" e in essa cercammo di includere molte band attive in quel periodo. Quando decisi di bloccare le attività per Disorder nel 2002 iniziai a ricevere tante mail di persone che erano interessate ai miei demo, così decisi di rimettere in moto il progetto e far vedere le mie vere potenzialità. Da quel momento cominciai a darmi da fare seriamente. Il processo di composizione per Disorder è stato lento all'inizio, per questo motivo l'album è stato pubblicato solo nell'ottobre del 2014.

7. Mi parli dei testi di "En el río del Olvido"?

- Parlano di esperienze personali, della guerra civile nella città di El Salvador, alcuni toccano tematiche sociali, altri si scagliano contro i politici e perciò denunciano la situazione che viviamo nel nostro paese.

8. Che significato ha per te il termine Disorder?

- Disorder per me significa Caos, Entropia. Naturalmente il nome è molto vecchio ed è stato scelto quando ero molto giovane. Forse non è adatto a quello che sto suonando oggi, ma non importa, in generale, fa riferimento al caos che circonda questo fottuto mondo.

9. Se dovessi scegliere dei gruppi con cui partire in tour?

- Domanda interessante. Io sceglierei dei gruppi con uno stile un po' differente da quello dei Disorder. Forse direi i DECEASED, gli EXCITER o i REVEL IN FLESH.

10. Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro?

- Sicuramente la pubblicazione di altre buone releases. Attualmente sto completando un nuovo album che dovrebbe vedere la luce entro la fine dell'anno. Inoltre, sono impegnato in un altro progetto con un amico del Sud America.

11. Lascio a te le ultime parole... Grazie per l'intervista!

- Grazie mille a te per l'interesse nella mia band e spero che il disco ti sia piaciuto. Ringrazio tutti i lettori della tua webzine e spero di vedervi in tour con una delle mie formazioni. Continuerò a lavorare duro per il prossimo anno. Saluti a tutti!!!


CONTATTI: 

facebook.com/disorderelsalvador 
morbidskullsv@gmail.com


DISORDER line-up:

Morbid - Polistrumentista


RECENSIONE:
DISORDER "En el río del olvido" 2015 - Morbid Skull Records


venerdì 7 agosto 2015

Recensione: BARSHASKETH "Ophidian Henosis"
2015 - Blut & Eisen Productions | World Terror Committee




Molto spesso non è solo la bravura dei singoli musicisti di un gruppo a fare la differenza, ma il tipo di sintonia musicale che si crea tra loro, quell'energia invisibile necessaria per creare qualcosa di invitante, a prescindere dal genere trattato. I neozelandesi BARSHASKETH, passata la prima fase artistica durata cinque anni, si preparano a fare il salto di qualità e si servono del terzo album "Ophidian Henosis" per oltrepassare il regno di tutti quei musicisti che rimangono costantemente nell'ombra, soprattutto oggi, con il sovraccarico di formazioni emergenti provenienti da ogni angolo del globo. L'evoluzione dei quattro di Wellington è ormai tangibile, nonostante siano ancora black metal in tutto e per tutto. La fulminante sezione ritmica e le chitarre contorte e precise, rimangono prominenti per l'intera durata del disco; mentre il cantante/chitarrista Krigeist ha trovato la giusta poetica per star dietro ai suoi compagni. Numerosi, dunque, i momenti da tenere fortemente in considerazione: si passa da quelli della traccia di apertura "I", dove fanno bella figura suoni virili, avvolgenti e ricchi di pathos, alle aperture dal taglio più classico offerte sul secondo e quinto capitolo ("II/"V"). Il tormento si incendia con la diabolica "III", per poi diventare cenere tra le fiamme travolgenti che consumano l'abominevole "VII"; la più adatta per negare pertinacemente le futili illusioni dei seguaci di Dio. Davvero Notevoli.

Contatti:

wtcproductions.bandcamp.com/ophidian-henosis
facebook.com/Barshasketh
barshasketh.bigcartel.com
blutundeisenprod.de
w-t-c.org

TRACKLIST: Ophidian Henosis I, Ophidian Henosis II, Ophidian Henosis II, Ophidian Henosis IV, Ophidian Henosis V, Ophidian Henosis VI, Ophidian Henosis VII


giovedì 6 agosto 2015

Recensione: FEAR FACTORY "Genexus"
2015 - Nuclear Blast Records




Da quando il chitarrista Dino Cazares è rientrato nella line-up dei nuovi FEAR FACTORY, le cose sono migliorate di molto, soprattutto sul piano strutturale. Aperta e chiusa velocemente questa breve parentesi, va anche aggiunto che lo stesso vocalist Burton C. Bell sta dimostrando di avere ancora tanto da dire, infatti, la sua performance personale all'interno del nono album è da applausi. Metal cibernetico e sonorità industriali la fanno da padrone nel sound architettato dai musicisti di Los Angeles, uno stile inconfondibile che alla metà degli anni novanta diede un forte scossone al panorama della musica heavy più rinomata (indimenticabile il bellissimo "Demanufacture" pubblicato vent'anni fa). Nonostante i tanti anni accumulati sul groppone e i conseguenti problemi interni, Burton non ha gettato la spugna e ha fatto in modo che i suoi Fear Factory non cambiassero pelle. Oggi si ripresentano con un disco fresco e pregno di idee multiformi e funzionali. Vi sembra poco dopo ben venticinque anni di onorata carriera? Valutate bene e mi raccomando, mettete da parte i pregiudizi, sappiate approfondire i dieci brani che vi vengono regalati, perché "Genexus" è uno dei loro migliori lavori di sempre, forse quello che per originalità, dinamiche e impatto più si avvicina al secondo disco citato poc'anzi. Insomma, tanta e dico tanta 'esperienza' da trasmettere a chi li ascolta con vera passione, una componente indispensabile per riaccendere quella scintilla da cui far iniziare qualcos'altro. Per tutti coloro che amano la buona musica amplificata con una costante tensione all'innovazione e alla ricercatezza.

Contatti:

fearfactory.com
facebook.com/fearfactory
nuclearblast.de

TRACKLIST: Autonomous Combat System, Anodized, Dielectric, Soul Hacker, Protomech, Genexus, Church Of Execution, Regenerate, Battle For Utopia, Expiration Date




mercoledì 5 agosto 2015

Recensione: SYNAPSES "Devoutness"
2015 - Cimmerian Shade Recordings




Un'altra valida realtà italiana ritorna in scena per colpirci severamente sul capo con un bel death metal tecnico, ossessivo e ben articolato. Sto parlando dei bresciani SYNAPSES, nati dalle ceneri degli Underhate. Dopo il debutto dell'anno 2012 intitolato "Expiation" e pubblicato dalla label americana Deepsend Records, il gruppo lombardo ha firmato per una nuova etichetta attiva oltreconfine: l'indipendente Cimmerian Shade Rec. che, ha puntato attentamente sulle loro ottime qualità compositive e quindi, sull'ultimo arrivato "Devoutness", uscito il 4 Agosto 2015. Non ci sono assolutamente momenti di fiacca nell'intero disco e questo è già un punto a favore dei Synapses, audaci nel sapersi destreggiare nei meandri della musica più estrema e intelligente (il riffing ha tanti punti in comune con quello dei Maestri svedesi Meshuggah, non solo nei passaggi cadenzati e claustrofobici). I brani sono heavy, sperimentali, ricchi di melodie, e racchiudono la forza detonatrice del songwriting; contaminazioni che hanno contrassegnato indelebilmente la ricerca musicale dei 4 ragazzi, efferati ma mai banali. I Synapses spaccano e con erudizione analizzano le sonorità del nuovo millennio. "Devoutness" reinterpreta in maniera efficace gli stilemi di tutte quelle soluzioni avanguardiste utilizzate per il raggiungimento di certi obiettivi artistici. Con questa chiave di lettura riescono a risultare vincenti. Bravi. Consigliati.

Contatti:

cimmerianshaderecordings.bandcamp.com/devoutness
facebook.com/Synapses.official
synapses.bigcartel.com
cimmerianshaderecordings.com

TRACKLIST: Intro, Spiral of Devoutness, Legates of Tyranny, Force-fed with Gore, A Place Will Be Forgotten, Hybrid Soul, Phoenix Condemnedm, Day of the Pest, Expiation, Sacrilegious, Sickening Runes, The End


martedì 4 agosto 2015

Intervista: VIOLENTOR - "CRUDI E SINCERI"






PER L'ENNESIMA VOLTA C'E' UNA TRISTE VERITA' DA SOTTOLINEARE: ANCORA OGGI MOLTI DI VOI SI OSTINANO AD OSANNARE E SUPPORTARE SENZA RISERVE I SOLITI GRUPPI DA 'COPERTINA' PROVENIENTI DA OLTRECONFINE, SENZA MAI GUARDARVI INTORNO SU CIO' CHE IL NOSTRO PANORAMA UNDERGROUND HA DA PROPORRE. APRITE GLI OCCHI E LE ORECCHIE PERCHE' IN ITALIA I GRUPPI VALIDI E POTENTI CI SONO E L'ESEMPIO SONO PROPRIO I VIOLENTOR DI LUCCA. A CASA LORO SI SUONA ALLA VECCHIA MANIERA FIN DAL 2009 E IL THRASH METAL CHE NE VIENE FUORI E' UNA TRIVELLA PRONTA A SFONDARVI  IL CULO. ALESSIO, CANTANTE/CHITARRISTA DELLA BAND, CI PARLA DEL NUOVO ALBUM INTITOLATO "MANIACS".

1. Ciao Alessio. Che ne dici se iniziamo tracciando una breve biografia dei Violentor? Voi tre siete impegnati in altri progetti musicali? Se si, quali?

- Ciao Christian, prima di tutto ti ringrazio per l'opportunità che ci hai dato e grazie per la bella recenzione che hai fatto al nuovo disco. Non è facile avere il "privelegio", se così lo posso definire, di essere recensiti o intervistati dalle webzine o dai giornali del settore, anche dopo tre dischi e un'attività live come la nostra. Abbiamo iniziato ufficialmente nel 2009 scrivendo il nostro primo e omonimo full che ha visto la luce nel 2011, nel 2012 uscì il 2° album "Rot", fino ad arrivare al nostro ultimo "Maniacs" uscito a luglio di quest'anno. Nel corso degli anni abbiamo fatto molti live in Italia ma anche all'estero, come ti accennavo prima, cercando di portare in giro i nostri dischi, sgomitando e faticando molto per trovare gli spazi... sempre con grande passione. Smetteremo di suonare solo se un giorno non dovesse più piacerci quello che facciamo. Abbiamo avuto qualche cambio di line-up negli anni, varie persone hanno fatto parte del progetto Violentor, tutta gente da noi stimata e che ha dato un contributo notevole alla nostra crescita. Al momento, io e Riccardo, il bassista, siamo gli unici membri fondatori rimasti. Da circa un anno e mezzo, Iago si è unito a noi alla batteria e il risultato lo potete ascoltare in questo nuovo "Maniacs". Riccardo faceva parte dei Devastator, ormai sciolti, Iago suona con i Tuchulcha (formazione death metal di Volterra) e con me, oltre che con i Violentor, mentre con la storica band australiana Hobbs Angel of Death, io suono il basso e lui la batteria.

2. Il nuovo album "Maniacs" è stato pubblicato da poco dall'etichetta Go Fuck Yourself Productions, a te dunque la totale libertà di presentarcelo nel migliore dei modi.

- Credo che per i fan del thrash, "Maniacs" sia una piccola perla. E' un disco senza compromessi, estremo, puzzolente, insolente; ma di certo non è una novità, musicalmente parlando. Questi siamo noi! I tre dischi che abbiamo fatto sono per gli amanti del genere. Siamo fieri di non piacere a tutti, ecco!

3 Quanto tempo avete passato in studio? Parlaci della produzione.

- Tre giorni in tutto. In sala prove abbiamo registrato in presa diretta: batteria, basso e chitarra e sovrainciso la seconda chitarra, mentre la voce è stata fatta dopo. Gli studi di registrazione non ci piacciono, preferiamo la sala prove e il palco. Non abbiamo la concezione odierna degli studi di registrazione dove tutti i suoni devono essere perfetti, a nostro parere siamo più portati a registrare in questa maniera.

4. Dal vostro sound odierno emerge una violenza non indifferente. A prevalere non sono le singole canzoni, ma il senso di compattezza che le caratterizza. Quali pensi siano le differenze principali rispetto ai brani che animavano i precedenti lavori dei Violentor?

- Poche, i nostri tre dischi sono molto simili tra di loro, credo si riconosca sia il nostro sound che lo standard nella composizione, seppur il suono dei primi due lavori non sia dei migliori. Il nuovo disco è superiore perché chi ci ha lavorato è un vero tecnico professionista, lo saluto tra l'altro: Lorenzo Bellia (Noia, Barbarian, Murk, Nightshock, questi i gruppi in cui suona). Sicuramente questo album è molto più maturo, ci è venuto bene, abbiamo fatto presto a scriverlo, probabilmente questo è dovuto al fatto che negli ultimi anni siamo stati molto in giro a suonare con Violentor, ma anche con gli Hobbs Angel of Death. Tutto ciò ci ha sicuramente aiutato.



5. Quali sono i principali messaggi che state tentando di trasmettere con la vostra musica?

- I dischi parlano di noi, di quello che non ci piace, della stupidità e dell'ipocrisia delle persone, ma anche delle nostre passioni. "Maniacs" è un po' più profondo, non ci sono solo le classiche tematiche alla "Fuck off and die" dei primi due dischi. Abbiamo fatto un viaggio introspettivo nella mente del più feroce serial Killer italiano, il mostro di Firenze, che ci è vicino di casa, cercando di far venire fuori la malvagità degli atti compiuti dal mostro, ma anche la drammaticità della vicenda, i capri espiatori, le vittime innocenti colpite, ma anche quelle implicate nei processi (i compagni di merende non c'entravano nulla). Abbiamo fatto varie ricerche e siamo stati sui luoghi dei fatti. Il mostro di Firenze è una nostra passione.

6. Immagino siate cresciuti con i primi 'veri' dischi del thrash metal e quindi questa mia nuova domanda nasce spontanea: Oggi ci troviamo in un mondo completamente distorto, in cui la singola canzone di un disco ha assunto un ruolo rilevante (per non dire fondamentale) rispetto alla forma album; inoltre, tantissimi gruppi e tante etichette discografiche si concentrano solo ed esclusivamente sul lato commerciale ed estetico di un prodotto. Almeno per la massa questa è la prassi. Quali sono le tue considerazioni al riguardo?

- Quando il metal è entrato nelle masse era chiaro che il destino di questa musica sarebbe stato segnato. Il metal di oggi fa schifo. Solo il revival, l'old-school, tiene in vita la purezza del metal, non esploderà mai, nessuno farà successo, ma così il metal non morirà mai.

7. Attualmente, quali sono le vostre maggiori influenze quando si tratta di scrivere musica per i Violentor?

- Sempre le stesse da anni: Venom, Motorhead, primi Slayer, primi Sodom. Il thrash/black metal in generale, i Judas Priest, gli Iron Maiden...

8. Come sono i rapporti all'interno della band?

- Ottimi.

9. Come procede sul fronte live?

- Faremo un tour in Europa a settembre e durerà un mese intero, mentre a giugno/luglio del 2016 faremo un tour in USA.

10. Progetti per il futuro? Grazie per l'intervista.

- Suonare, suonare, fare dischi, suonare, suonare, fare dischi. :) Grazie a te. 666


CONTATTI: 

violentor666.bandcamp.com/maniacs
facebook.com/VIOLENTOR666
gfyp.de


VIOLENTOR line-up:

Alessio - Voce, Chitarra
Riccardo - Basso, Backing Vocals
Iago - Batteria


RECENSIONE:
VIOLENTOR "Maniacs" 2015 - Go Fuck Yourself Productions


lunedì 3 agosto 2015

Recensione: KAVE "Ominousium"
2015 - Cyclic Law




Il cuore che batte nel corpo scheletrico dell'olandese Bram Gollin ha un colore grigio antracite, lo stesso che campeggia sulla copertina del suo album pubblicato dalla label canadese Cyclic Law Records. "Ominousium" si diffonde nall'aria molto lentamente mentre un lamento costante riecheggia al canto disperato di centinaia di uccelli in volo. Il sole è ormai morto dietro le nubi dense e minacciose e le acque del lago mormorano languide. Mi lascio impregnare, lavare dall'energia di un orizzonte contratto, dal silenzio accentuato, dalla pioggia che cade giù, una purificazione che cerca di sopprimere tutto ciò che è reale, tutto ciò che fa male. Ogni composizione dipinta da KAVE invade la mia notte e mi unisce a lei, mi culla e mi dà voglia di annusare la bocca dei vulcani. La mia mente è tagliata fuori da quel mezzo di introspezione che troppi esseri viventi utilizzano per narcisismo. "Ominousium" agita apertamente il volume dello spirito. Da provare.

Contatti: facebook.com/kaveambient - cycliclaw.com

TRACKLIST: A House Amongst The Weeds, The Tribes Of Nyx, Stuporous, Wind Apathia, Alter Terra, Ominousium


domenica 2 agosto 2015

Recensione: STEVE CONE "1 of 3"
2015 - Independent




Fa scintille il sound dell'americano STEVE CONE e questo mi stimola ad alzare il volume del mio stereo durante l'ascolto. La spinta strumentale è ben calibrata, coesa, mentre l'interpretazione vocale non fa altro che suggellare il carisma di un autentico fuoriclasse dell'hard rock/heavy metal. Steve sa come far girare i suoi fugaci riff di chitarra, ma ciò che colpisce maggiormente, è la facilità con cui il musicista riesce a mescolare il meglio di questi due stili musicali. L'ottimo affiatamento tra i restanti componenti della band è da manuale. I pezzi si inseguono in un vortice di curve pericolose e ogni ingranaggio utilizzato per la corsa è oliato a meraviglia. Basta schiacciare 'play' sulla prima "A Better Way" per respirare la polvere dell'asfalto rovente. Il gruppo non si perde dietro false apparenze; qui si fa sul serio e soprattutto, si suona alla vecchia maniera come da manuale. Il dirompente "1 of 3" ci ricorda che certe vibrazioni sono ancora vive e coinvolgenti. L'artista continua ad essere un punto di riferimento per gli appassionati, uno dei migliori attualmente in circolazione.

Contatti:

facebook.com/steveconeofficial
reverbnation.com/stevecone

SONGS: A Better Way, No Way, I Dont Need, Sword and Gun, Lose Control, No Pain No Gain, Until the End of Time, Iron Horse, Nothing You Can Do, Remember




sabato 1 agosto 2015

Recensione: NECROPSY "Buried in the Woods"
2015 - Xtreem Music




Dave Rotten, storico vocalist degli spagnoli Avulsed e boss della Xtreem Music (ex-Repulse Records), ancora oggi continua a mostrarsi interessato al panorama death metal, un vero veterano, di quelli veramente caparbi e dalla pellaccia dura. Oggi è proprio lui a mettere sotto la propria ala protettrice i finlandesi NECROPSY, attivi fino al 1994 e riformatisi nel 2009. Sembra strano che in tanti anni di attività questo gruppo abbia pubblicato solo due album (il secondo è il nuovo arrivato "Buried in the Woods"), ma chi li conosce già da tempo sa che ai due lavori di lunga durata bisogna aggiungere ben 7 demo, un paio di EP e lo split con i Demigod del 1992. Il sound dei Necropsy aggredisce fin dai primi minuti e le coltellate inferte arrivano a trafiggere gli organi vitali con una cattiveria che non lascia scampo. E' Old-school death metal suonato su velocità moderate e comunque carico di groove assassino. Non sto parlando di un full-length memorabile, però la loro compattezza e la potenza della produzione sono inoppugnabili, perciò colpiranno a morte chi è abituato a farsi del male con tali sonorità. A livello personale, mi sembra che il lavoro sia il più completo e bastardo che abbiano fatto fino a questo momento, soprattutto in termini di composizione. Le canzoni di "Buried in the Woods" hanno l'unico scopo di trascinare l'ascoltatore attraverso un ampio spettro di emozioni malsane e completamente devote alla causa.

Contatti:

xtreemmusic.bandcamp.com/buried-in-the-woods
necropsy.fi
facebook.com/NECROPSY
xtreemmusic.com

TRACKLIST: Buried in the Woods, Cold Fart Morbidity, Just Sharpen My Knife, Dead Inherit the Land, Full Moon Catlin, Pages of Flesh, Best Day Ever, Father Heresy