venerdì 30 novembre 2012

SAILLE "Ritu"
- code666


I belgi SAILLE dopo il buon debutto "Irreversible Decay" (2011) si ripresentano a noi con questo "Ritu", un full-lenght inondato di black metal sinfonico di indubbia potenza, arricchito dalla notevole caratura compositiva. Sicuramente Limbonic Art, ultimi Emperor sono riferimenti importanti per questi musicisti e non si può certamente sottovalutare l'operato in un disco vestito con una produzione eccezionale. Questa gioca un ruolo fondamentale nello scorrere dei minuti perché in grado di elevare la maestosità delle tracce, che oscure si dissolvono nelle gelide tempeste nordiche. Le cupe vibrazioni emanate da "Fhtagn", "Sati", "A Titan's Sacrifice" ti fanno precipitare nelle incandescenti profondità della terra dove non esiste ossigeno per potersi risollevare. Il riffing è sempre compatto, ispirato, riuscendo a trasmettere forti melodie ad ogni passaggio, mentre la sezione ritmica quando si tiene su velocità sostenute risulta assolutamente inafferrabile, convincente l'utilizzo delle tastiere perché mantengono alta l'epicità. Apprezzo l'operato del cantante Dennie Grondelaers, convincente mentre tesse la sua grande ragnatela su tutto questa apocalisse sonora. Consiglio "Ritu" a tutti gli amanti di queste sonorità.

TRACKLIST: Blood Libel, Subcutaneous Terror, Fhtagn, Upon the Idol of Crona, Sati, A Titan’s Sacrifice, Haunter of the Dark, Runaljod, Ritual Descent.

FEN "Dustwalker"
- code666


Il terzo album degli inglesi FEN è veramente un lavoro interessante se si pensa alla media abbastanza standard di molte black metal band odierne. Spesse volte la tendenza a seguire determinate soluzioni scontate risulta stancante, ma non è il caso di questo gruppo. Così, una cortina di striature eccezionalmente luminose invade la maggior parte di "Dustwalker", qui il nero dell'animo riflettendosi e impastandosi col tono del fondo musicale marca l'atmosfera stessa come un pulviscolo cromatico, variante dal nero al grigio. Questo tratto cromatico traversa, con la propria materia penetrante, le forme materiali, così come le sensazioni più intime dell'intero disco. Un urlo poetico si innalza prepotente ed è proprio la costante tensione dei brani a tenere alta l'attenzione dell'ascoltatore nei confronti di un disco che raramente si concede a momenti noiosi... Certo, i brani sono molto lunghi ma la maestosità delle note non credo annoierà chi è abituato ad ascoltare tali sonorità. I Fen padroneggiano uno stile suggestivo al punto da impossessarsene con la forza di un linguaggio proprio, intraprendenti direzioni di sviluppo che rendono meno immediata l'assimilazione generale. Un album all'avanguardia, personale, evocativo ed immaginario.

TRACKLIST: Consequence, Hands of Dust, Spectre, Reflections, Wolf Sun, The Black Sound, Walking the Crowpath, Epilogue (bonustrack).

giovedì 29 novembre 2012

BLUTMOND "The Revolution Is Dead!"
2012 - code666


Gli svizzeri BLUTMOND sono veramente bizzarri, strani, nel loro mondo di scrivere musica, assolutamente fuori dal normale se si pensa alla quantità di soluzioni contorte incorporate nelle canzoni. Questo è un metal d'avanguardia che si mette in gran mostra grazie ad una produzione pulita e ben calibrata, sonorità impreziosite anche da strumenti a fiato (sassofono) incanalati in parallelo alle diverse progressioni distorte. E' complesso gestire una recensione razionale dinanzi a questi Blutmond perché se pur io non impazzisca per tali sonorità, così pulite, riconosco ugualmente al gruppo una certa particolarità in fase di songwriting. Ci si imbatte spesso in corporature difficili da assimilare che oscillano tra black, thrash, death, jazz, elettronica, ambient, industrial; non c'è una costante nella loro dimensione, nessuna regolarità, tutto è irregolare. Veramente particolari nel modo di destrutturare il nucleo della forma canzone. In evidenza metterei: "Pas De Deux", "Stop the Rain, Neuzeit Jesus", " Breakdown 2012". "The Revolution Is Dead!" (terzo album della band) è un'opera stravagante. Sarete voi a giudicare.

TRACKLIST: Putting Hearts Together, Regret, Pas de Deux, Stop the Rain, Neuzeit Jesus, Absolution Lies in Evolution, Moonlit Chair (TM), Breakdown 2012, Birds of Prey, One World - One Feature, Attention Whore! (Lost in Bliss), If I Could Reach the Stars..., 21st Century Prophets.

VOID OF SLEEP
"Tales Between Reality and Madness"
- aural music


Come si fa a non parlare bene di una band come i ravennati VOID OF SLEEP, autori di un debut album a dir poco esaltante! Questa è musica "sentita" concepita per dare rilievo a determinate emozioni capaci di sviluppare la muscolatura del collo... Eh si, l'energia sprigionata è tanta e vi stimolerà per un continuo headbanging! Questi quattro musicisti su certe soluzioni potrebbero tranquillamente essere la risposta italiana ai britannici Orange Goblin, ma senza nulla da invidiargli (doveroso sottolinearlo), anche perché i nostri riescono a riempire il loro sound con soluzioni molto varie e determinate. L'opener "Blood on my Hands" è arrogante, tipicamente southern nella struttura, mentre la seconda traccia "Wisdom of Doom" parte sostenuta, spigolosa, portandosi nella parte centrale per evidenziare dei momenti più progressivi tipici dei migliori King Crimson, Opeth, Porcupine Tree, Steven Wilson. "The Great Escape of the Giant Stone Man", "Lost in the Void" pur tenendo una base stoner/rock fanno trasparire atmosfere più ricercate che inevitabilmente riportano ai Mastodon degli ultimi due album. Oltre ad avvalersi di uno strepitoso tappeto musicale i Void of Sleep alimentano visioni veramente accattivanti grazie alle potenti tonalità vocali di Burdo (stupefacenti le sue estensioni). "Ghost of Me", "Mirror Soul Sickness" e la conclusiva "Sons of Nothing" esaltano al meglio le capacità compositive di questo gruppo... Tre brani che si sviluppano su incastri strumentalmente personali ma emotivamente legati a certi sentimenti che abbiamo sentito provenire solo dai Tool. Tenete conto che i Void of Sleep sono attivi da soli due anni (nel 2011 pubblicarono il primo EP "Giants & Killer", anche questo registrato magistralmente dal bassista Paso presso gli Studio73), quindi immaginate un po' cosa potrebbero scatenare nel prossimo futuro. Fate vostro questo "Tales Between Reality and Madness"! Ringrazio la Aural Music per avermi inviato il promo dell'album.

TRACKLIST: Blood on my Hands, Wisdom of Doom, The Great Escape of the Giant Stone Man, Lost in the Void, Ghost of Me, Mirror Soul Sickness, Sons ofNothing.

mercoledì 28 novembre 2012

VAREGO - "UN VELENO CURATIVO"


QUANDO LA BRAVURA DI OGNI SINGOLO MUSICISTA VIENE CENTRIFUGATA IN UN'UNICO PROGETTO MUSICALE C'E' DA AVERE I BRIVIDI. ACCADE OGGI NEI LIGURI VAREGO, CINQUE MUSICISTI ECLETTICI DOTATI DI UNA PERSONALISSIMA VISIONE D'INTENTI EMERSA CON QUESTO BELLISSIMO PRIMO FULL-LENGHT "TVMVLTVM". NE HO PARLATO CON GERO LUCISANO CHITARRISTA DEL GRUPPO.

1. "Tvmvltvm" è il vostro album di debutto. Si è trattato di un disco difficile da realizzare?

- Non userei il termine "difficile", ma diciamo che è stato un disco che ha avuto una sua gestazione e che ha richiesto una cura particolare, principalmente dovuta al fatto che siamo una band meticolosa che non vuole lasciare nulla al caso. Con i tempi che ci siamo dati ed il giusto metodo di approccio, siamo riusciti ad arrivare ad un risultato che ci soddisfa pienamente e che a conti fatti non è stato caratterizzato da difficoltà particolari.

2. In questo disco ardono numerose influenze. Pensi che queste differenti componenti/soluzioni siano state un'inevitabile conseguenza del diverso background dei vari componenti della band?

- Decisamente sì, siamo cinque elementi ognuno con il suo proprio background musicale e bagaglio culturale. Pur partendo da alcune linee di ispirazione che accomunano tutti noi, è indubbio che le nostre varie influenze abbiano contribuito a generare un nostro particolare sound, primitivo, lunatico e solenne al tempo stesso, che rispecchia le nostre personalità. Molto probabilmente è l'immensa commistione di generi musicali di cui ognuno di noi si ciba a creare questo platter sonoro che si ramifica in diverse direzioni. Dati per scontati alcuni capisaldi come determinate correnti Doom Metal e un certo modo di intendere lo Stoner (quello più psichedelico e lisergico), tra i nostri ascolti vi sono anche tonnellate di Prog Rock settantiano e molto Post Metal, arrivando poi fin'anche a lambire i territori del Dark Ambient più intimista e il Black Metal più iconoclasta. Insomma un autentico "maelstrom" di influenze e atmosfere.

3. Il guru Billy Anderson ha fatto un' ottimo lavoro dietro la consolle. Come siete entrati in contatto con lui? Pensi che Billy abbia catturato al meglio la vostra essenza ed il vostro sound? Se sei d'accordo raccontami un po' questa esperienza in studio...

- Tutto è nato circa un paio di anni fa. Avevamo una manciata di pezzi demo che facevamo girare tra noi della band in modo da confrontarsi per trovare la migliore direzione stilistica. Guardandoci negli occhi ci siamo detti perchè non provare a contattare un produttore che ha lavorato con la maggior parte delle nostre bands preferite e che ha curato album enormi come quelli di Melvins, Swans o EyeHateGod (tanto per citarne alcuni). Così è stato deciso di provare il grande salto, inviando questi brani demo a Billy Anderson il quale, con molta naturalezza e semplicità, ci ha poco dopo ricontattato dicendosi molto interessato a lavorare con noi. A conti fatti, il suo modo di lavorare, totalmente amichevole e improntato sulla totale sinergia tra produttore e artista, ha generato l'atmosfera perfetta per poter poi dare la forma definitiva al nostro album. Il suo pregio principale è stato proprio quello di valorizzare e sviluppare nel modo giusto le nostre idee e il nostro approccio musicale. E' stata davvero una grossa soddisfazione avere a che fare con un autentico "guru" della scena tant'è che lavoreremo ancora con lui per i nostri prossimi pezzi.

4. La vostra formula compositiva è veramente notevole e si rivela vincente all'interno del movimento Underground nostrano, oltre che per la band stessa (ovviamente). Siete felici di come tutti i vostri ascoltatori (compresi gli addetti ai lavori) vi stiano riservando buoni consensi?

- Sì, abbiamo decisamente avuto degli ottimi riscontri, sia in Italia che all'estero. E proprio gli addetti ai lavori hanno salutato la nostra uscita come qualcosa di nuovo e particolarmente intrigante nel panorama underground. La cosa ci fa molto piacere, anche se la nostra indole ci fa rimanere con i piedi per terra, perché in quanto band giovane dobbiamo ancora lavorare e faticare molto.

5. Come nasce una song dei Varego? E' un lavoro di squadra oppure ognuno di voi arriva in sala prove con le idee ben chiare su qualcosa da suonare?

- Generalmente è proprio il lavoro di squadra che ci porta a costruire almeno la struttura base di ogni singolo pezzo. Successivamente ognuno di noi dà il suo contributo interpretando o sviluppando determinati momenti del brano.

6. Cos'è che si cela dietro al nome del gruppo e al titolo del disco?

- Volevamo un nome che fosse semplice da pronunciare e da ricordare, ma che al tempo stesso racchiudesse l’essenza della nostra proposta musicale. "Vàrego" è nella nostra accezione un termine in disuso del dialetto ligure che sta ad indicare piante tipiche delle nostre alture, le cui caratteristiche sono quelle di essere curative o venefiche, in base all'intento con cui le si usa. E così sono esattamente i Varego come band, una cura per l’anima attraverso le nostre note velenose. Per quanto riguarda il titolo invece, il caos primordiale a cui fa riferimento assume un significato ciclico di nuove realtà, con nuovi inizi in divenire. In questo percorso è necessario dare ad ogni avvenimento che trattiamo la giusta collocazione nell'arco temporale che andiamo a coprire lungo tutto il nostro concept. In questo senso il termine Tvmvltvm rappresenta una chiave di lettura da cui è possibile prendere spunti da sviluppare in più direzioni.

7. Ho l'impressione che in "Tvmvltvm" siano marcate le influenze di un certo sound dei '90. Se devo dire due nomi mi sbilancerei su Aliche in Chains per "Horror in the Sky"e " Cataclysm and Mutation" (per esempio), oppure i Tool sull'inizio di "Soul to Devour" e "The Threatening Horizon". Ovviamente è una soggettiva opinione ma non deve essere vista come una dichiarazione provocatoria, perché reputo molto personale il vostro suono. Pensi che in qualche modo queste due band da me citate siano state rilevanti ?

- Non sei l’unico che ci fa notare questa caratteristica e devo ammettere che ci fa immensamente piacere. Abbiamo vissuto in pieno il periodo di massimo splendore degli Alice in Chains durante gli anni ’90, una band unica, soprattutto nella seconda parte della loro carriera, quando hanno posto l’accento su tratti più intimisti e notturni. La nostra versatile voce, che si adatta caparbiamente al dinamismo e alle atmosfere create dai nostri brani, pesca quindi anche nell'ombrosità e nell'emotività della band di Staley. Dei Tool invece quasi faccio fatica a parlarne tanta è la nostra venerazione verso questa band, capace di creare un sound e atmosfere uniche.

8. Essendo io un pittore/illustratore sono rimasto colpito dalla bellissima copertina. Come vi è venuta questa idea?

- Intanto ti ringrazio per il complimento che mi fa particolarmente piacere in quanto ho curato personalmente tutta la grafica. Il polpo della copertina, così come l’ho rappresentato, mettendo in evidenza determinati particolari, vuole essere un mostro terrorizzante che abita le profondità degli abissi, ma anche al tempo stesso un’entità proveniente da ancestrali porte spazio-temporali. Ecco quindi che questa immagine diventa parte integrante del nostro stesso concept.

9. Cinque persone in una band come la vostra trovano difficoltà a stare insieme e trovare il giusto compromesso per creare musica che possa soddisfarle?

- Siccome siamo innanzitutto un gruppo di amici non abbiamo particolari difficoltà nel gestire il tempo che ci vede impegnati nella stesura dei pezzi. Certo ognuno di noi ha i suoi propri gusti in fatto di arrangiamento e direzione musicale, però l’affiatamento è tale che ormai basta uno sguardo per far scattare l’intesa giusta.

10. Leggendo i titoli dei vostri brani alcuni di questi sono veramente intriganti: "Centauro d'Abisso", "Cataclysm and Mutation", "Odyssey"... Quali sono gli argomenti che trattate e se avete particolari ispirazioni...

- Lo svolgimento degli eventi narrati in Tvmvltvm si snoda attraverso linee guida ben definite, tre assi portanti di un oscuro processo alchemico che passa attraverso gli stadi della creazione, della distruzione e della rinascita. Ecco quindi che i quattro elementi naturali (acqua, terra, fuoco, aria) ritornano ciclicamente nella nostra narrazione e vengono messi, come vuole la tradizione filosofica, in correlazione con i regni del cosmo. Diciamo che in linea indicativa siamo fortemente influenzati da un certo tipo di letteratura gotica del XVIII secolo ed evoluzioni successive, che abbiamo voluto omaggiare spargendo vari indizi all'interno del nostro lavoro, senza dimenticare inoltre autori immortali come Doyle o Stevenson e leggende a noi contemporanee come Dick, Matheson e Asimov, che in un contesto fantascientifico racchiudono nei loro scritti, seppur in modi e forme diverse, il gusto per l’esplorazione dell’oscurità e quindi dell’ignoto. Siamo anche molto legati ad un certo cinema di Cronenberg, quello degli inizi e della sua trattazione della "nuova carne", come ad esempio Brood, Rabid o Il Demone sotto la pelle, e al Carpenter più apocalittico.

11. Come ultima domanda cambio argomento: Secondo te qual'é il più grande insegnamento che ci viene dalla difficilissima situazione sociale, politica ed economica italiana?

- L’insegnamento che ci viene da questa situazione è che non bisognerebbe mai attendere che siano gli altri a dirci cosa fare, quando e come, ma attivarsi in prima persona, focalizzare un risultato e ottenerlo con tutti i mezzi leciti che si hanno a disposizione. Per troppo tempo come italiani abbiamo lasciato che fosse "il vicino" a gestire i nostri problemi e ora che ci siamo accorti che era meglio rimboccarsi le maniche forse è troppo tardi e la sensazione è che il peggio debba ancora arrivare.

12. Via auguro il meglio e complimenti per la vostra splendida musica...

- Grazie a te Christian per questa bella chiacchierata e lo spazio che ci hai offerto sulla tua webzine. La tua recensione al nostro album è davvero ottima, per cui invitiamo tutti i lettori a continuare a seguirci su www.facebook.com/varego e sul sito della nostra etichetta www.argonautarecords.com

NATRON - "PERSEVERANZA CONCRETA"


AD OGNI RITORNO I PUGLIESI NATRON CI DANNO SEMPRE GRANDI EMOZIONI CON IL LORO BRUTAL DEATH METAL DI ALTISSIMA QUALITA'. UNA BAND CHE OGGI FESTEGGIA VENT'ANNI DI ONORATA CARRIERA PUBBLICANDO "GRINDERMEISTER". TRAGUARDO IMPORTANTE SE SI PENSA CHE QUESTO GRUPPO DAL PROFONDO SUD HA SAPUTO FARE LA DIFFERENZA, ED ESSERE UN PUNTO DI RIFERIMENTO IMPORTANTE IN ITALIA E IN EUROPA. IL DRUMMER MAX MARZOCCA HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE...

1. Ciao Max. Dopo tanti anni,nella vostra musica pur mantenendo vivi gli aspetti del death metal avete sempre incorporato qualcosa di nuovo e diverso. E' un modo per stupire chi vi ascolta o l'obiettivo è quello di trarre soddisfazione personale?

- Si tratta del nostro personale modo di suonare death metal, è talmente spontaneo che non potrei immaginarlo in nessun altro modo. Le coordinate del nostro sound sono quelle di sempre, magari oggi suoniamo un pochettino meglio rispetto a 20 anni fa, ehehhe.

2. I Natron oltre ad essere storici, sono una delle migliori death metal band sul campo nazionale. Siete rimasti fedeli alla vostra causa... Pensi sia questo il motivo per cui molti vi considerano e rispettano?

- Credo di si, oltre alla coerenza c'è il fatto di aver comunque continuato a produrre musica di qualità nel tempo e di aver continuato ad essere presenti sulla scena con tour, festival e promozione in generale. Non siamo quel genere di band che vuole ottenere credito e rispetto basandosi solo sul fatto di essere in giro da due decadi. A noi piace vivere nel presente, anche se non siamo stati la band più prolifica di questo mondo ,siamo più o meno riusciti a pubblicare qualcosa mediamente ogni tre, quattro anni.

3. Tu e Domenico siete gli elementi che hanno dato vita a questa band e ancora oggi continuate a tenere alta la vostra bandiera. Come si fa ad essere così uniti e affiatati (tu e Domenico) dopo vent'anni di carriera?

- Domenico si è unito alla band verso la fine di agosto del 1994, ci ho messo solo due anni per trovare un chitarrista con le palle ed una persona con il quale intendermi a livello creativo e per questo mi ritengo abbastanza fortunato. Ad ogni modo c'è sopratutto amicizia alla base. Suoniamo insieme e ci vediamo regolarmente al di fuori della band da 18 anni, siamo completamente diversi a livello caratteriale, anzi siamo esattamente l'opposto e a volte questi due caratteri cozzano tra di loro ma credo che sia anche abbastanza normale. Per quanto riguarda la dedizione alla band però non ci sono dubbi, entrambi a modo nostro abbiamo preso la cosa come un vero e proprio impegno, e ciò è rimarchevole sopratutto per Domenico che ha un lavoro a tempo pieno e una figlia.

4. Max, difficile la vostra situazione di affrontare numerosi cambi di line-up nel corso del tempo, ma nello stesso tempo siete stati in grado di superare ogni ostacolo. In una band c'è sempre un "portavoce" (comunemente chiamato leader), questa persona agli occhi di molti, ma anche in una band stessa, può essere vista antipatica o addirittura risultare scomoda. Mi spiego: Spesse volte è l'unica figura che più degli altri componenti tiene testa alle situazioni difficili e cerca di farle quadrare in modo che si risolvano presto (anche in maniera drastica se ce ne il bisogno). Io sono assolutamente d'accordo che il leader di una band ci debba essere, soprattutto se ha fondato un gruppo, ed è giusto che si prenda le responsabilità di far sentire la sua voce (non da dittatore ovviamente), altrimenti un progetto musicale non potrà mai crescere e soprattutto andare avanti. Sei d'accordo con me?

- Come non essere d'accordo con quanto dici? Per quanto ci riguarda, generalmente i problemi vengono sempre affrontati democraticamente, solo che al solito spetta sempre al sottoscritto l'ultima parola. Questo non per rimarcare la mia posizione di "leader" ma solo perché il più delle volte serve che uno prenda una decisione veloce e definitiva. Personalmente ho agito sempre nell'interesse della band e il risultato delle mie decisioni è sotto gli occhi di tutti. Gli altri si sono sempre fidati di me perché ho portato dei risultati concreti alla fine.

5. Io non ti ho mai nascosto il fatto di essere rimasto molto legato al periodo con Mike Tarantino alla voce e "Negative Prevails" con "Bedtime for Mercy" sono gli album che più ho consumato (nulla da togliere agli altri). Ogni cambio di line-up può essere un trauma , ma penso che perdere un cantante di qualità potrebbe essere una botta più complessa da smaltire. Quando Mike si è allontanato hai mai pensato che il futuro dei Natron poteva essere compromesso?

- Certo che l'ho pensato! Mike – oltre ad essere stato uno dei migliori death metal singer underground in circolazione - era molto importante per l'immagine della band ed e' tutt'ora molto amato dai nostri fan. C'è chi ancora lo rivuole sul palco ma noi sappiamo per certo che questo non accadrà mai più nella storia della band. Quando Mike ha lasciato la band l'ha fatto con cognizione di causa e profonda convinzione. Le sue motivazioni erano inconfutabili e a lui va il massimo del rispetto da parte nostra perché ha dato sempre il massimo fino alla fine. A Nicola è toccato l'arduo compito di sostituirlo ma oramai è nella band da cinque anni quindi la gente comincia ad accettarlo come il nuovo frontman dei Natron. Il passaggio da un vocalist all'altro ha di sicuro segnato la fine e l'inizio di un epoca.

6. Quali sono le principali differenze tra le death metal band americane e quelle europee?

- Io direi piuttosto che c'è una bella differenze tra l' old school e il modern death metal. Un tempo potevi notare la differenze tra la scena della Florida e quella scandinava ad esempio ma oggigiorno è tutto massificato, una band di NY può suonare esattamente come una proveniente dalla Germania o dalla Svezia.

7. Qual'è la tua considerazione sul vostro nuovo materiale rispetto al vecchio uscito per Holy Records? Come mai è finito il rapporto collaborativo con loro? Non avevano più interesse in voi?

- Non c'era più interesse da parte di entrambi a proseguire, poi la Holy Recrods si è trasformata nel distributore EMP France e non hanno prodotto più tanto dal 2005 in poi, anno in cui abbiamo estinto il contratto che è stato onorato fino all'ultima opzione. Siamo comunque rimasti in ottimi rapporti con loro a di tanto in tanto ci sentiamo. Sostanzialmente siamo sempre la stessa band anche se e' cambiato il cantante e forse suoniamo musica un po' più lineare rispetto al passato

8. Siete riusciti ad ottenere un sound davvero distintivo, nel futuro pensi ci possano ancora essere margini di crescita ed evoluzione per i Natron? Domenico Mele è un chitarrista che stimo moltissimo perché ha un stile molto personale , versatile e aggressivo. Credi che parte della vostra fortuna sia anche dovuta a lui? Io dico di si...Non so tu...

- Domenico è dotato di creatività e capacità tecnica proporzionali al suo livello di umilta' e questo a volte lo porta ad essere un chitarrista sottovalutato. Personalmente credo che meriti più riconoscimento da parte degli operatori del settore, ultimamente ho visto chitarristi meno capaci e meno attivi di lui ottenere accordi per endorsement e sponsorizzazioni. Indubbiamente ha un suo stile molto personale, il suo modo di suonare è chiaramente un marchio di fabbrica della band ma non dimenticare che a livello compositivo il nostro sound deve molto alle idee di entrambi sia a livello compositivo che concettuale. Credo infine che l'evoluzione sia sempre stata parte integrante del Natron sound.

9. L'astrazione e l'immaginario sono parte dei tuoi testi... Quanto del tuo essere c'é in ogni singolo titolo, parola, frase, strofa...

- I testi sono chiaramente la trasposizione su carta dei miei pensieri e del mio punto di vista sulla vita, la morte e la fine del mondo, non c'e' molto altro da aggiungere! In fin dei conti non amo troppo commentare quello che scrivo.

10. In questo "Grindermeister" avete sentito l'esigenza di ri-registrare alcuni brani del passato (l'ep "Umpure" e qualcosa dal full-lenght "Hung,Drawn & Quartered"), farli rivivere oggi... Perché? Quel cd uscito per l'italiana Headfucker Records (RIP) nel 1997 fu un passo importante per la vostra carriera, il rivedere oggi cere cose, risuonarle meglio, credo sia anche un qualcosa che riempia di orgoglio. Un po come ritornare al grembo di una madre... Alla fine quei brani ancora oggi risultano dannatamente attuali e d'impatto....

- E' molto semplice, volevamo dare giustizia a dei brani che non hanno ricevuto una produzione e un sound ottimale all'epoca. Quindi abbiamo colto l'occasione di ri-registrare gran parte di quel materiale per celebrare il ventennale con un uscita speciale tenendo anche conto che il primo album del 1997 e il mini del 1996 sono sold out da tempo immemore.

11. Un pregio e difetto della tua personalità....

- Pregio: la coerenza. Difetto: la consapevolezza delle proprie capacità , che in molti chiamano "presunzione".

12. Hai dei ricordi particolari sui vostri passati tour in Europa? Qualche band che ti ha colpito on stage?

- Ho tantissimi ricordi, tra qualche tempo non sarebbe male riassumerli in un libro di memorie ma credo che sia troppo presto ancora, eheheh. Un nome che ho sempre in mente? Suffocation!

13 Quali sono le tue influenze personali? Quali di queste confluiscono nel tuo modo di approcciarti al tuo strumento?

- John Bonham, Tommy Lee, Tim Alexander, Dave Lombardo, Gene Hogland, Mike Smith, questi batteristi di sicuro mi hanno influenzato sopratutto agli inizi. Mi piace poi spiare i batteristi delle altre band con cui vado in tour, vedi John Longstrenght degli Origin, Dave Culross dei Suffo, in questi giorni sto invece "osservando" con attenzione Dave Haley dei Psycroptic e Donal Tardy degli Obituary. Il mio approcio è quello di uno studente che segue attentamente la lezione e poi va a casa e mette in pratica con i "compiti e gli esercizi" quello che ha imparato a scuola.

14. Ci sono band italiane che apprezzi nell'ambito della scena estrema?

- Hour of Penance, senza dubbio. "Paradogma" mi piace molto! Anche l'ultimo "Sedition" è rimasto nel mio stereo per diverse settimane. Fleshgod Apocalypse sono un'altra band da ammirare per la professionalità e la dedizione che ci mettono nelle cose che fanno. Ho avuto modo di lavorare con queste due band a lungo in tour e apprezzo molto il loro approcio al genree. Mi piacciono anche gli Undead Creep, old school death metal dalla Sicilia!

15. Se dovessi definire con una parola il tuo percorso musicale?

- Una strada in salita, dura ma ricca di sodisfazioni anche se non mi sento ancora di aver raggiunto quello che desidero...

16. Ti ho menzionato nell'intervista fatta con Enrico Giannone dei Buffalo Grillz, puoi dirmi qualcosa sulla tua presenza temporanea in quel progetto... So che tu ed Enrico da tanti anni siete anche amici...

- Siamo amici da oltre venti anni. Buffalo Grillz era la band grind core parallela ad Undertakers e Natron, io stesso sono l'artefice del monicker e del concept originale della band. Proposi il progetto ad Enrico per la prima volta più o meno nel 2003-2004 poi la cosa è slittata fino a qualche anno fa. Purtroppo dopo alcune prove con Cinghio in quel di Bari , la cosa logisticamente non è stata più fattibile per via della distanza e anche dei miei impegni in altri progetti quindi loro hanno preferito continuare senza di me, ed hanno fatto benissimo visti i risultati. In parte mi sento il loro "mentore" e mi fa piacere che abbiano continuato su quella linea. Uno dei prossimi progetti è un split EP Natron/Buffalo Grillz , giusto a sugellare il grado di "parentela" che ci unisce, ahahahah.

17. Max ti ringrazio per questa intervista e sono felice di continuare a supportarvi , tirando le somme anche noi due ci conosciamo da quindici anni (ai tempi faceste parte della mia vecchia Morgue Views 'Zine). Il tempo vola... Ancora complimenti per il disco "Grindermeister" e un augurio affinché i Natron continuino a sfornare album sempre più estremi. Ciao e Buona Fortuna.

- Grazie a te Chris per il supporto continuo negli anni, conservo ancora gelosamente qualche copia di quella fantastica zine. A presto.

martedì 27 novembre 2012

PAGANIZER
"Carve: Stillborn Revelations and Revel in Human Filth"
2012 - vic records


L'urlo di Rogga Johansson ci aggredisce con la release dal lungo titolo "Carve: Stillborn Revelations and Revel in Human Filth". Gli svedesi PAGANIZER sono caratterizzati da un sound martellante, ancorato all'old school death metal, uno stile putrido che prende come riferimento le vecchie compressioni chitarristiche, inossidabili, disturbanti e marce. La vecchia scuola non cede! Ritmiche lente, groove, pesanti... Oggi a distanza di tanti anni, otto dischi registrati, li ritroviamo in questa generosa compilation. In realtà la storia racconta che i Paganizer nel 2002 si presero una breve pausa, ma Rogga e compagni tra il 2001/2004 fecero uscire con il nome CARVE due demo ("Hunters Rise from Turmoil" - 2001, "Promo" - 2002), due album ("Stillborn Revelations" - 2002, "Revel in Human Filth" - 2004 quest'ultimo registrato da Dan Swano). Questi ultimi due dischi (fuori catalogo da molti anni) vennero pubblicati dalla sconosciuta label brasiliana Black Hole Productions, quindi, credo sia questo il motivo per cui la Vic Records ha deciso di rendere giustizia alle releases, facendole uscire a nome Paganizer. Buona scelta! "Carve: Stillborn Revelations and Revel in Human Filth" si manifesta per i cultori del genere anche perché nel suo interno sono presenti tre bonus tracks esclusive. Fedeli dell'old school fatevi avanti! L'album esce il 7 dicembre 2012, però ho avuto il piacere di ascoltarlo in anteprima grazie alla gentile concessione dell'etichetta.

TRACKLIST: Millenium, Darker skies, ...As wolves are fed, Imhotep, Flatline, Creatures with wings, Burn the dead, Circle of damnation, Operation re-crucifixition, Hunters rise from turmoil, As wolves (bonus track), The One True Hate (bonus track), Cold as fear (bonus track), Across a Dead Planet, Hatred Unbound, DimView To Afterlife, Soulrape Unleashed, Amongst the Ruins, Humanity Delete, Fall from Disgrace.

WEAPONS TO HUNT "Blessed In Sin"
2012 - vic records


Nei WEAPONS TO HUNT suonano Ron Van De Polder (chitarra), Adrie Kloosterwaard (voce), Bastiaan Brusssaard (chitarra solista) e Paul Beltman (batteria) già membri degli olandesi Sinister. Avrete perciò intuito che qui siamo di fronte ad una band di puro death metal, influenzato da un riffing molto old school. Questi quattro deathster (veterani) si propongono sulla stessa linea ideologica dei primi anni '90, riproponendo in musica il feroce passato senza compromessi, servendosi di una base thrash molto semplice, diretta, che fa dell'aggressività la sua forza. "Blessed In Sin" è un album abbastanza efficace, ma purtroppo soffre di troppe parti prevedibili ed una produzione molto grezza (forse una scelta voluta)... A parte ciò, in alcune song si possono anche ascoltare dei riffs discreti sia nelle melodie che nell'impatto. I Weapons To Hunt portano su disco una miscela di violento thrash/death metal come si concepiva anni fa, ne più ne meno. Magari a molti appassionati piaceranno. Ringrazio la Vic Records per avermi inviato la versione promo del cd.

TRACKLIST: The Hell Room, Blessed In Sin, Corpse Field, The Smell of Victory, Bullets For The Assassin, Merciless Impact, False Positive System, Strike Face.

lunedì 26 novembre 2012

ANTIMATTER "Fear of a Unique Identity"
2012 - prophecy production


L'uomo musicista ha bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno di amare, odiare, adorare, rinnegare. E sia pure! Nessuno ha il diritto di soffocare le emozioni altrui, nessuno potrà mai affogare nelle anime umane questi sentimenti e tendenze. Credere al falso è una cosa e credere al vero è un'altra. Amare le proprie note in tutto ciò che rappresentano, amare tutto ciò che è vivo, il più alto dei sentimenti; amare ciò che non c'è più, o ciò che è defunto nella carne non è un sentimento naturale, sano, ma una morbosità che fa male. "Fear of a Unique Identity" alimenta un flusso di lacrime che bagnano la memoria, i ricordi, le gioie, dolori... Ascoltarlo ad occhi spenti pregando un dio vivo, grande, visibile solo in ognuno di noi, perché ogni essere vivente è dio di se stesso. L'essere "IO" in ogni istante dell'esistenza, dipendere solo dalla propria vita, a cui si è legati anima e corpo. Gli inglesi ANTIMATTER (fondati nel 1998 da Mick Moss e Duncan Patterson ex. Anathema) hanno alimentato un altro disco intimo che emoziona in maniera viscerale come il più caro dei nostri desideri. L'immensità di questa musica in grado di toccare l'animo umano con delicatezza, attraverso sonorità esistenziali, vissute; capaci di donarci degli input per poterle ammirare nella loro grandezza, là dove realmente dimorano. Gli Antimatter sono progrediti notevolmente in tutte le trame dei loro suoni. Mick Moss con la sua voce malinconica si offre ai suoi ascoltatori ed al suo pubblico per sconfinare nell'invisibile/incomprensibile universo dell'anima. All'interno di questo CAPOLAVORO c'è Post Rock, Elettronica, Trip Hop, Acoustic Music, Ambient... ci sono SENTIMENTI PROFONDI. Ogni brano è scolpito perfettamente per rapirvi, portarvi lontano, quindi, non c'è il bisogno di codificarli o interpretarli con futili parole. Album come "Fear of a Unique Identity" vanno comprati, custoditi gelosamente. Un EMOZIONANTE VOLO ETERNO! IMMENSI! La versione limitata contiene delle bellissime bonus tracks.

TRACKLIST: Paranova, Monochrome, Firewalking, Here Come The Men, Fear Of A Unique Identity, Uniformed & Black, Wide Awake In The Concrete Asylum, The Parade, A Place In The Sun.

domenica 25 novembre 2012

INCANTATION "Vanquish in Vengeance"
2012 - listenable records


Il trono mortale del nazareno è nuovamente sotto attaccato dalla blasfemia degli INCANTATION, autentica istituzione dell'old school death metal. Un marchio inconfondibile si dirama su toni neri come la pece, aggressioni che conservano un certo modo di suonare questo genere estremo, espresso con intensità magistrale. Una band da sempre audace nell'architettare la propria inconfondibile visione infernale; nessuna mezza misura, gli Incantation di "Vanquish in Vengeance" macchiano le proprie sonorità con il sangue dei peccatori cristiani, quelli che si ostinano a pregare un falso dio, padre di mali incurabili... Non cambiano gli esseri umani, nulla cambierà, perchè sono loro stessi a diffondere il seme malato, a difendere la chiesa inginocchiandosi ai piedi di ogni altare piangente. Basta menzogne! Sono trascorsi ventitre anni di onorata carriera per la band di John McEntee, tempo in cui hanno scagliano contro il cristianesimo l'odio represso, una cattiveria che penetra la carne come i ferri arrugginiti inchiodarono dio alla croce. La bellezza del nuovo full-lenght sta nel fatto che gli Incantation sembrano tornare indietro al 1998 rioccupando un ruolo di spicco con brani veramente ispirati come furono quelli pubblicati nel capolavoro "Diabolical Conquest" (ascoltate "Ascend into the Eternal" o "Haruspex"). L'album contiene molte parti caratteristiche, i riffs di John e Alex Bouks rimangono sempre supremi ma allo stesso tempo melodici, maligni come le corna del capro, la voce indemoniata di McEntee si immerge nelle profondità degli inferi bagnandosi nel liquido seminale della sezione ritmica partorita da Kyle Severn, Chuck Sherwood. Come nella loro tradizione i brani sono lunghi evocando al meglio il male interiore ed è risaputo che non si può pretendere diversamente dagli Incantation. Le creature di un antico impero rivivono in musica, questo si manifesta già nell'opener "Invoked Infinity" che pone le basi per tutto ciò che seguirà. Non mancano i momenti lenti, evocativi, tipicamente doom ("Profound Loathing", "Legion of Dis"). "Vanquish in Vengeance" è un album immenso e riconferma il valore di una band incredibile! Il vero Death Metal vive ancora! VENERATE GLI INCANTATION! KISS THE GOAT!

TRACKLIST: Invoked Infinity, Ascend into the Eternal, Progeny of Tyranny, Transcend into Absolute Dissolution, Haruspex, Vanquish In Vengeance, Profound Loathing, The Hellions Genesis, From Hollow Sands, Legion of Dis.

sabato 24 novembre 2012

AMBASSADOR GUN "Golden Eagle"
2012 - prosthetic records


Questi si che fanno male! Gli AMBASSADOR GUN suonano grindcore ma di quello fatto bene e mai fine a se stesso. Finalmente si sentono dei riffs interessanti, ispirati, su ritmiche disumane assolutamente killer. Un sound infiammato pronto a sovrastarvi nelle continue accellerazioni.
Di brano in brano questi tre criminali del Minnesota fanno piazza pulita sfoderando una prova convincente grazie alla bravura in fase di songwriting... Fa impressione il fatto che questo gruppo non mette mai in primo piano solo l'aspetto efferato della propria proposta, quindi, tutto diventa più appetibile e gustoso. Sicuramente gli Ambassador Gun avranno dei punti di riferimento importanti nel genere grind (Nasum?!?!), da loro hanno saputo prendere il necessario per poi rafforzare una propria identità/personalità espressiva. Le sensazioni dei momenti più groove sono amalgamate a dovere e poste inevitabilmente al servizio dei brani si spingono oltre, iniettano forza deflagrante, impatto dirompente! “Golden Eagle” penetra i tormenti di ognuno di noi raschiando agevolmente il fondo di ogni angoscia. Un disco da ascoltare a volumi alti.

TRACKLIST: Wounded Knee, Christbastard, Slowbled, Warpainted, Sunshine Acid, Cover Tracks/Sever Ties, Crack Ikon, Chris Brown, Unleashed, Circle the Lord of Flies, No Suffering.

DAWN OF WINTER "The Skull of the Sorcerer"
2012 - cyclone empire


Il buco nero dei tedeschi DAWN OF WINTER risucchia mente e corpo in una zona magnetica, misteriosa... Le tonalità presenti nella loro muica sono offuscate da nebbie esistenziali fitte e impenetrabili, cristalli di ghiaccio che bagnano il terreno umido vestito con muschio maleodorante. Fantasmi del passato rivivono con i Dawn of Winter e si posizionano in boschi, foreste desolate, dove le anime dimenticate vagano solitarie. La band attiva dal 1990 ha accumulato numerose esperienze, produzioni che gli hanno dato possibilità di ritagliarsi uno spazio importante nell'Underground doom metal internazionale. Gerrit P. Mutz (Sacred Steel) è un cantante con esperienza, voce coinvolgente, vibrante e sentita, peculiarità le sue che giovano al risultato generale dell'Ep. Quattro brani estesi su venti minuti di traiettorie verticali penetrano la musica stessa con influenze classiche (Candlemass, Pentagram)... Risulta discreta la densità sulla loro durata abbastanza lunga, quindi, se pur interessante bisogna interpretare queste dinamiche in modo da non appesantirsi durante l'ascolto. I Dawn of Winter hanno idee e "The Skull of the Sorcerer" lo dimostra nei contenuti. Lavoro buono ma che a tratti oscilla intorno alla media del genere. Lo spirito drammatico è comunque vivo.

TRACKLIST: Dagon's Blood, The Skull of the Sorcerer, By the Blessing of Death, In Servitude to Destiny.

venerdì 23 novembre 2012

GROAN "The Divine Right of Kings"
2012 - soulseller


I britannici GROAN ci presentano un secondo album che sprigiona delle torbide frequenze distorte. Una band efficace che ha bisogno di particolari attenzioni per destabilizzare la vostra percezione... Lo fanno attraverso onde sonore prigioniere di una allucinata concatenazione di brani fascinosi. I Groan seguono il sentiero intrapreso da altre band predisposte a portare avanti un certo messaggio nottambulo ai confini del doom, quindi, niente di particolarmente nuovo o differente, ma la loro particolare predisposizione a tali sonorità li rende alquanto risonanti. Una musica che ibrida si scioglie in liquide sostanze stupefacenti, mentre la scarna produzione rivive nella drammaticità dei '70. Tutti questi elementi messi insieme danno a "The Divine Right of Kings" un'energia del tutto ipnotica. Piaceranno agli amanti del genere.

TRACKLIST: Weeping Jesus, Sacrificial Virgins, Magic Man, Dissolution, Atomic Prophets, Gods Of Fire, How Black Was Our Sabbath, Let’s All Have A Pint At The C, Black Death, The Divine Rights Of Kings.

giovedì 22 novembre 2012

NOMINON - "PER SEMPRE UNDERGROUND"


HO AVUTO LA POSSIBILITA' DI INTERVISTARE UNA DELLE FORMAZIONI STORICHE DELL'UNDERGROUND SVEDESE. I NOMINON SONO DEI VERI VETERANI E FANNO
PARTE DI UNA LEGIONE FEDELE AL DEATH METAL PIU' ESTREMO, SENZA COMPROMESSI. IL NUOVO ALBUM "THE CLEANSING" (USCITO DA POCHISSIMO) SCATENA L'INFERNO NELLA SUA CATTIVERIA SONORA. E' UN PIACERE PARLARE CON GENTE COSI' PERSEVERANTE, DETERMINATA, CONVINTA DELLA PROPRIA ATTITUDINE. HANNO RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE: PERRA KARLSSON (BATTERIA OV DEATH), ANTI-CHRISTIAN (CHITARRA), JUHA SULASALMI (BASSO).


1. Vi ringrazio per avermi dato l'opportunità di intervistarvi. Vorrei far conoscere meglio i Nominon!

- PERRA (risp.) -: Di niente Chris, è un piacere rispondere alle tue domande. Cerchiamo di illuminare un po' il mondo dei Nominon.

2. Quindi, diciannove anni di carriera, cinque full-lenght album e molte altre uscite (demo, split, mcds ...) giusto? Come siete riusciti a rimanere in vita nel corso degli anni?

- JUHA (risp.) - Nominon è diventata un'entità dotata di vita propria. Diventa combustibile per la mortalità e per tutte le cose. Tutti i tipi di tendenze vanno e vengono, ma questo gruppo si basa sulla dedizione per il death metal come deve essere suonato. Ogni nuova tendenza, ogni cambio di formazione o battuta d'arresto momentanea non farà che rafforzare questa entità. Perché dovremmo smettere o cambiare qualcosa di ciò che abbiamo avviato?

- AC (risp.) - Sono nella band da tempo e tutto grazie al potente dio-liquido, e, naturalmente, per il mio odio verso l'umanità!

- PERRA (risp.) - Rimanendo fedeli a noi stessi e non preoccuparsi troppo di quello che sta succedendo nel mondo che ci circonda. Come si dice di solito, continueremo a suonare questa musica anche senza un contratto discografico. Lo facciamo e basta, suoniamo Death Metal, perché adoriamo l'inferno vivente nella musica e all'esterno di essa. Questo è il fattore base!

3. "The Cleansing" è un album incredibile... Sono molto contento di questo vostro ritorno! Gli altri fans cosa ne pensano?

- PERRA (risp.) - Sono trascorsi solo due anni da quando abbiamo pubblicato il nostro album precedente. Qualunque cosa si dica va bene, non si può sempre sapere tutto giusto?! Finora abbiamo letto solo opinioni positive circa il nuovo "The Cleansing" (quinto lavoro). L'album è stato pubblicato da un paio di settimane, quindi al momento stiamo lavorando molto con la promozione. Ne sapremo di più circa il responso e supporto di esso a tempo debito, ovviamente.

- AC (risp.) - Sono sicuro che la gente adorerà questo pezzo di eccellente odio.

4. Questo nuovo album è stata una naturale evoluzione o c'è qualcosa di più profondo?

- PERRA (risp.) - Abbiamo scelto di registrare il nuovo album in un piccolo studio locale a differenza degli studi che abbiamo utilizzato prima di prendere tale decisione, quindi è stato tutto più facile, sia la pianificazione di ogni cosa che la successiva registrazione (per i precedenti quattro album si andava a Stoccolma). Non siamo mai stati costretti a fare tutto in due week-end o cose simili, si poteva registrare i pezzi quando si voleva, andando avanti/indietro senza problemi. Era tutto ottimo. Nessuna reale pressione, solo alla fine del processo di registrazione abbiamo avuto alcune parti vocali, soluzioni chitarristiche che dovevano essere aggiunte, ri-registrate (in quanto il mix/mastering stava per avvenire in Spagna), comunque abbiamo risolto i problemi nei tempi, così, alla fine delle giornate il risultato non era affatto male.

- AC (risp.) - Totale Evil-ution. Siamo i Nominon e abbiamo sempre fatto ciò che ci piace! Non seguiamo le tendenze. Siamo ben radicati nelle fondamenta del DEATH METAL!

5. Descrivetemi il nuovo album...

- PERRA (risp.) - Dieci canzoni nella versione Lp, nove brani in quella su cd. Contiene del Death Metal che una volta per tutte vi prenderà a calci nella carne.

- AC (risp.) - Musica "In Your Face"! Totale "Fuck Off"!

6. Perché il titolo "The Cleansing"? Qual'è il significato dietro di esso?

- PERRA (risp.) - L'influenza principale e il significato di "The Cleansing" è l'odio che proviamo verso la maggior parte degli esseri umani che camminano su questa terra (in generale), per la gente finta che vive questo mondo... simile alla spazzatura di plastica. A loro non importa di nulla, tranne, gli ultimi episodi in TV di "American Idol"... Rispecchiano un modo di vivere senza nulla in cui credere, cercando solo di inserirsi in questa società disfunzionale. La gente che non ha il coraggio di dire "NO". Fanculo tutti.

- AC (risp.) - Il significato potete scoprirlo voi.

7. Chi ha disegnato la copertina dell'album?


- PERRA (risp.) - L'idea è venuta al nostro bassista Juha... Successivamente l'artista Juanjo Castellano ha preso le nostre visioni e ha realizzato l'opera d'arte per "The Cleansing". La resa è incredibile. Tutto è al punto giusto, l'artwork si adatta perfettamente alla musica dell'album.

8. Potete dirmi le principali differenze tra l'ultimo album e le vostre precedenti produzioni?

- PERRA (risp.) - Più intensità, più brutalità, molte più variazioni rispetto agli album precedenti.

- AC (risp.) - Nuovi componenti. Come sempre!

9. Dopo tanti album, l'attuale processo di scrittura dei brani e la fase di registrazione vi stimolano come nei primi anni di attività?

- JUHA (risp.) - Io vivo per questo. Scrivere musica è respirare, registrare è generare tutto ciò.

- PERRA: Sì, certo che siamo stimolati allo stesso modo. Noi continuiamo come band perché in realtà ci piace creare questo tipo di musica malata. Se le cose fossero diverse non avremmo continuato anno dopo anno, questa è passione non è che noi ci arricchiamo suonando Death Metal.

- AC (risp.) - Io non sono uno dei membri originali, sono in questa band da sette anni. Amo questo gruppo da quando ci sono entrato, e sarà così. A volte è difficile, ma ne vale fottutamente la pena!

10. Quali sono stati i vostri alti e bassi durante la permanenza nei Nominon?

- PERRA (risp.) - Il punto più alto è stato il primo tour europeo che abbiamo fatto nel 2004 insieme ai Benediction, dato che fare un giro con loro era un po' come un sogno che si realizzava. Il punto più basso è stato quando abbiamo firmato con Relapse RDS nel 2001, ma, ci siamo fatti indietro in tempo prima di registrare qualcosa per loro perché si permisero di dire che eravamo solo un gruppo di facinorosi che non riuscivano a tenere insieme una band. Beh, senti chi parla!

- AC (risp.) - Basta essere un membro dei NOMINON e tutto è fottutamente grande! I punti più bassi sono stati quando abbiamo perso alcuni componenti, ma il reclutamento di nuovo sangue è stato fantastico. Il punto più alto è lo stare in tour.

11. Nel corso degli anni la band ha avuto numerosi cambi di line-up. Perché?

- PERRA (risp.) - Perché non siamo interessati a lavorare con persone che non sono interessate a suonare con i Nominon, punto.

- AC (risp.) - Essere un membro di questa band è una cazzo di sfida, non tutti sono in grado di gestire questo fottuto disordine. Questa è la sola strada per stare nei Nominon. Se non sei un Nominon dentro, non lo puoi diventare! Perdenti.

- JUHA (risp.) - Non ci sono sempre persone facili con cui lavorare. I Nominon non sono destinati alle classifiche. Alcuni sono andati via scegliendo di suonare uno stile più vendibile e di tendenza. E 'difficile distinguere queste persone da quelle vere.

12. Per la maggior parte delle band death metal i temi principali sono: morte, guerra, odio e violenza... Pensi potranno mai cambiare nel corso del tempo?

- PERRA (risp.) - Se sarà così, io non voglio ascoltare.

- AC (risp.) - Io non la penso così. Se non si parla di questi argomenti non è più death metal. I testi con questi temi sono molto più profondi di quanto si pensi e se non si capiscono vuol dire che chi ha letto è stupido! Stronzi. Death metal è death metal. Se si suona questo tipo di musica senza quei testi sei solo una fottuta sanguisuga! ... E tutti dovrebbero essere FOTTUTAMENTE DISTRUTTI! NON FARSI FOTTERE DAL DEATH METAL!?! FOTTUTI BUCHI DI CULO!

13. Quali sono i tuoi gruppi preferiti? Nella scena estrema...

- PERRA (risp.) - MALEVOLENT CREATION, ROOT, INCANTATION, ROTTREVORE, MORBID ANGEL, NIFELHEIM, IMMOLATION, KOMMANDANT, TORMENTED, VENOM, IMPALED NAZARENE, CRUCIFYRE, HELLWITCH, EXMORTIS, AUTOPSY, MERCILESS and NUNSLAUGHTER.

- AC (risp.) - AUTOPSY, IMMOLATION.

14. Cosa ti piace fare quando non si sta suonando o lavorando per la musica?

- PERRA (risp.) - Se si tratta di Lunedì avrei messo su un po' di Heavy Metal, o una bella cena e rilassarsi. In un Martedì avrei fatto girare del Doom Metal sorseggiando dei drinks. Mercoledì avrei messo dello Speed Metal, di Giovedì tutto più veloce, perché il Giovedì ascolto sempre Thrash Metal classico stappando una dozzina di birre. Venerdì, di solito, non so perché mi sento sempre appeso ascoltando Post-Black Metal, odiando me stesso. Di Sabato e Domenica sono per un po' di valido Death Metal... Uscendo poi con la mia ragazza. Sì, una settimana del genere sarebbe successa! Nei miei sogni, ah!

- AC (risp.) - Ubriacarmi.

15. Ultime parole per i lettori di SON OF FLIES webzine?

- AC (risp.) - Supportateci! Abbiamo bisogno di comprare il nostro materiale in modo da poter andare in tour e uscire con tutte le legioni dei Nominon. E soprattutto cercate di APRIRE GLI OCCHI!

- PERRA (risp.) - Supportate l'Underground. Uccidete tutti i posers. Ascoltate SADUS. Adorate l'oscurità. Salute alle orde. Comprate il nostro merchandise su: www.nominon.com e Grazie per tutto!

(A)TOLL "With Clenched Teeth"
2012 - mother ship records


Unsane & Fudge Tunnel sono i maggiori punti di riferimento per gli italiani (A)TOLL (nati nel 2009). Un gruppo dirompente che esplode a nervi tesi. Una spietata lucidità su un incedere nevrotico. "With Clenched Teeth" ti spezza le articolazioni e ti obbliga a subire tenendoti bloccato in trazione, soffrire nel dolore lancinante minuto dopo minuto per annientarsi totalmente. L'urlo primordiale degli (A)Toll si amplifica attraverso queste sette tracce (escludendo l'intro) assestate su ritmiche perforanti, imbastardite da un sound provocante, dilaniante, figlio delle band di Chris Spencer e Alex Newport. Un massiccio noise core che accoltella alla schiena nel vicolo buio della nostra anima indifesa. C'è rabbia, sofferenza nella timbrica generata da Riccardo Murtas (voce/chitarra), mentre l'accoppiata Federico Mazzoli (basso), Valerio Spaccini (batteria) frantuma ogni cosa. "First Plague" rappresenta il cedimento emotivo per eccellenza causato da una instabile malattia mentale, "Unsaved Son", "Poor Dead Boy" sono proiettate in una prorompente atmosfera disturbante che sale lentamente fino a strozzarti, "Black Sour Sour Black" (a tratti con rintocchi blues) ti calpesta nell'ombra prima di consumarti trascinandoti sull'asfalto rovente. "Leak" ci rimette in piedi per poi punirci nuovamente. Gli (A)Toll sono artefici di vere e proprie torture sonore capaci di infliggere colpi letali sulla torsione muscolare. "B is for Broken" ti sputa senza rispetto... Non c'è più tempo per ritrovare i sensi perché la lama appuntita di "Second Plague" ritorna a insistere nella piaga aperta. "With Clenched Teeth" è veramente ottimo anche se risente di una forte somiglianza con i su citati gruppi, ma, a parte questo non posso nemmeno negare che i tre ragazzi perugini hanno suonato un album ispirato, capace di prendere a martellate! Questo debutto registrato negli HD Studio da Alberto Travetti (Ouzo,Any Good Reason )esce il 7 Dicembre su Mother Ship Records. La copertina disegnata dal fumettista Ratigher. Supportateli e metteteli su di un palco!

TRACKLIST: 1_23_00avarija, First Plague, Unsaved Son, Poor Dead Boy, Black Sour Sour Black, Leak, B Is For Broken, Second Plague.

mercoledì 21 novembre 2012

LOTHORIAN "Welldweller"
2012 - autoprodotto


Dal Belgio emerge la bestia denominata LOTHORIAN. Una forza oscura che assorbe linfa nel luogo in cui vengono condannate le anime malvagie e colpevoli. Il fuoco infernale brucia con "Welldweller"! Materiale solido quello contenuto in questo disco... Un flusso di nevrotiche intenzioni si diffonde lentamente sulla roccia sottostante. "Witchhunt" apre la crosta terrestre provocando un degassamento del magma dal quale prende forma la densa title track. Sventra la superficie più dura lo Stoner, Sludge, Doom dei nostri! "Atmosphere" è granitica nei riffs cadenzati che ricordano i vecchi grandi Black Sabbath, mentre la successiva song "Doomsday Calling" frana sul cranio con movimento in caduta veloce e disastroso. C'è groove allucinato nello scorrere dei minuti. ..."Cult" rappresenta un'erosione letale dove non c'è nessuna possibilità di salvezza. Tutto trema, così
il nostro corpo è pronto a farsi risucchiare velocemente nelle viscere della terra. "Shallow Ground" ci porta alla fine del tempo dove ogni essere vivente è stato deturpato. "Welldweller" è un debutto spietato.

TRACKLIST: Witchhunt, Welldweller, Atmosphere, Doomsday Calling, Cult, Shallow Ground.

SUNPOCRISY "Samaroid Dioramas"
2012 - autoprodotto


Il sole degli italiani SUNPOCRISY è sorto nell'anno 2007. Da allora brilla ardente nello spazio immenso di un cielo tridimensionalmente irregolare. "Samaroid Dioramas" (preceduto dall'Ep 2008) traspare in tutta la sua bellezza senza interferire minimamente con le scelte dei musicisti stessi, questo è un disco che si erge in volo con un'autonomia compositiva unica distaccandosi velocemente dalla materia trasformando ogni nota in una visione che lascia campo libero all'immaginazione, viste le tantissime emozioni cubitali ("Apoptosis"). Basta chiudere gli occhi per attraversare lo spirito di tale grandezza espressiva, sarà la musica stessa a non abbandonarvi mai durante lo scorrere del tempo ("Aphopenia"). Lo stile potente, visionario, calza a pennello sulle loro idee contrastanti, tanto che è impossibile arrivare ad una conclusione razionale, questo è il bello dei Sunpocrisy... Avrete la possibilità di assimilare un quantitativo enorme di fotogrammi nella grande opportunità che vi viene concessa! Un viaggio da non perdere perché questo è l'album in cui potersi perdere e scegliere di non tornare più indietro ("O-Phi", "Vertex"). Il nostro corpo morirà li, in quel posto lontano dove gli esseri umani non possono avere accesso, dove l'anima uccide la carne per reincarnarsi in uccelli multiformi e dalle grandi ali notturne ("Trismegistus"). "Samaroid", "Samaroid/Dioramas" si raccontano con profonda aggressione interiore che pulsa instabile mentre si manifesta attraverso la liquida cascata di elementi inconsci. La conclusione del viaggio è dettata da "Dioramas" in grado di regalarci un ultimo abbraccio prima di rimanere bloccati in quel parallelo di desolazione eterna. "Samaroid Dioramas" è stato composto tra il 2010/2011, registrato alla fine del 2011 nello Studio 73 con il produttore Riccardo Pasini (Ephel Duath, The Secret, Amia Venera Landscape, Slowmotion Apocalypse). I testi della band sono alimentati da un concept scritto per evidenziare un parallelismo tra l'umano e il divino in una chiave profonda. Musicalmente i Sunpocrisy sono speciali, personali ed emozionanti! Quindi comprate questo disco a scatola chiusa. Se proprio dovessi scomodare qualche nome per darvi dei riferimenti direi Tool, Cult of Luna, Neurosis, Isis, Meshuggah, A Storm of Light, Battle of Mice. I Sunpocrisy hanno dato alle stampe una delle uscite italiane più interessanti di questo 2012.

TRACKLIST: Apoptosis, Apophenia, O- Phi, Vertex, Trismegistus, Samaroid, Samaroid / Dioramas, Dioramas.

DEFORMITY "When Tomorrow Comes"
2012 - metalism records


Sicuramente "...And Justice For All" e il "black Album" dei Metallica hanno segnato pesantemente i russi DEFORMITY. Strumentalmente lo si percepisce già dall'opener "Burn Them" che risentono in modo evidente di questi influssi. Onestamente anche il cantante/chitarrista Alexandr Garchine si ispira spudoratamente alle tonalità vocali di James Hetfield (riuscendo a risultare abbastanza simile). Purtroppo questo tipo di thrash metal languido e derivativo, inizia ad annoiare dopo poche tracce... Non che la proposta sia da scartare in toto, ma questo sound tributo non ha la benché minima originalità. Perché uscirsene ancora oggi con album simili? In "When Tomorrow Comes" c'è un rincorrersi di monotone soluzioni e somiglianze. Non basta saper suonare discretamente i propri strumenti per colpire nel segno, quindi spero che i Deformity si prendano del tempo per riflettere sul loro futuro. Sicuramente nell'Underground circolano uscite migliori di queste!

TRACKLIST: Burn Them, When Tomorrow Comes, Alone, Reflection of the World, The Life Is Better Than Love, Liars, Get a Life, The Clone, The Lost Man, Total playing time.

LOST IN ALASKA "Time of Solution"
2012 - headXplode records


I russi LOST IN ALASKA potrebbero essere alla portata degli estimatori di certe sonorità modernizzate, però c'è anche da dire che attualmente gruppi del genere sembrano fatti in modalità copia e incolla. Propongono un death/core (con alcune sfuriate saltuarie) che pur essendo ben prodotto non riserva contenuti stimolanti. Il problema principale è la qualità delle idee nella scrittura dei tre brani, tutto risulta appiattito dalla povertà in fase di partenza quindi questo non aiuta i Lost In Alaska. Per quanto ben assemblate e suonate le songs dell'Ep mi lasciano stordito nella noia. La mia soggettiva visione non credo possa cambiare qualcosa, ma questi ragazzi si limitano a suonare in maniera alquanto prevedibile. Dopo il debutto "Zodiac" del 2010 purtroppo ritornano con poca sostanza in musica.

TRACKLIST: The Inevitable Changes, Time of Solution, Pursuit of Happiness.

martedì 20 novembre 2012

GRAND SUPREME BLOOD COURT
"Bow Down Before the Blood Court"
2012 - century media


Già dalla prima song "All Rise!" mi sono chiesto: "Ma sono gli Asphyx?", oppure una insensata fotocopia? No, sono proprio loro (ma sotto altro nome)! Infatti dopo un attento approfondimento sul progetto mi ritrovo a leggere che ci stanno coinvolti Theo Van Eekelen (Hailof Bullets), Alwin Zuur, Bob Bagchus e Martin Van Druned degli Asphyx ed Eric Daniels ex. membro della band olandese. La storia vuole che quest'ultimo elemento tempo fa si allontanò dalla scena per suoi motivi personali (credo di salute), ma destino ha voluto che oggi riprendesse il suo posto da chitarrista. Accompagnato dai suoi ex. compagni di battaglia da sfogo di se in questi GRAND SUPREME BLOOD COURT fedeli ad un death metal granitico come solo loro sanno concepire. Molto simili agli stessi Asphyx (anche se la produzione ha suoni più grezzi), ma cosa si pretende quando si ha a che fare con personaggi di questo calibro? Il marchio non cambia! La cosa strana è rappresentata dal fatto che Eric non rientra negli Asphyx ma forma questa band con membri degli Asphyx, suonando spudoratamente alla Asphyx (mi concedo lo scioglilingua). Chiamatemi nostalgico, però questo disco a me è piaciuto anche perché Daniels riempie ogni fottuta canzone con dei riffs veramente belli. E quella voce poi... Van Druned è una goduria! Quindi nel totale la sorpresa arriva più dalla inaspettata line-up e non certamente sul lato musicale. Per essere un debutto "Bow Down Before The Blood Court" è già marchio di GARANZIA.

TRACKLIST: All Rise!, Bow Down Before the Blood Court, There Shall Be No Acquittance, Veredictum Sanguis, Behead the Defence, Grand Justice Grand Pain, Fed to the Boars, Circus of Mass Torment, Public Castration, Piled Up for the Scavengers, ...And Thus the Billions Shall Burn.

UNREST "Lake of Misery"
2012 - headXplode records


I tedeschi UNREST senza troppi giri di parole se ne vanno su territori votati al più arrogante crust/grind vecchia scuola sostenuto da ritmiche, suoni anni '80 / '90 che fanno fuoco e fiamme. Ascoltandoli la mente va subito ai vari Capitalist Casualties, Disrupt, Despise You, Yacopsae, Ekkaia... Potrebbero essere queste le loro basi anche se gli Unrest reinterpretano il tutto in maniera decisamente più violenta nella produzione (ingrassata da un basso dirompente). Il suono è grezzo ma letale, la voce urlante sa interpretare bene la propria rabbia, mentre chitarra, basso, batteria scateneranno un mosh pit muscolare e pieno d'ira. "Tooth And Nail", "Hypocritical", "Authority", "Kill-Feed", "Slave's Pride" sono tra i migliori momenti dell'album. "Lake of Misery" (che segue il debut 7" del 2011) è senza ombra di dubbio un'istintivo mezzo di distruzione incontaminata pur non aggiungendo nulla di nuovo a questo genere "no compromise". Gli Unrest rimangono un gruppo essenziale ma mi costringono a schiacciare nuovamente "play" ogni volta che il cd finisce la sua prima corsa. Una ventata d'odio senza compromessi.


TRACKLIST: Oro, Lookism, Tooth And Nail, Hypocritical, Authority, Crimson Horizon, Kill-Feed, Double Standard, Slave´s Pride, Pressure To Perform, XI.

PLECTOR "Punishment Day"
2012 - discouraged records


I PLECTOR, musicalmente parlando, picchiavano duro già nel loro primo album "Dark & Spiteful" (2009). Ora, eccomi alle prese con il nuovo "Punishment Day"! Thrash/death metal melodico che spruzza un bel po di polvere nei nostri occhi! Il trio svedese deve molto alle origini incattivite della bay area ma si avvicina anche al sound figlio dei connazionali The Haunted (delle origini) e ultimi At The Gates. Provate a sentire "Insularity", "No Reward" oppure "To Be Punished" (molto Pantera nelle strutture) poi venitemi a dire se questi musicisti non scatenano una certa adrenalina. I Plector pur muovendosi nella media del genere hanno quel groove che sa prendere a calci in culo. La voce del chitarrista/cantante Erik Engbo è pungente sulle note di tutti i brani e nelle metriche detta le sue regole. Ho ascoltato della buona musica, ma dovranno pur sempre cercare di seguire la propria strada, non quella già segnata da chi ha macinato prima del loro arrivo. Se così sarà, i Plector si faranno giustizia.

TRACKLIST: Overthrown, Insularity, No Reward, Dishonesty, To Be Punished, Postal, Take the Hit, The Ending, Devotion, Total Playing Time.

lunedì 19 novembre 2012

ANTROPOFAGUS "Architecture of Lust"
2012 - comatose music


L'organico cambiato di 3/4 negli ANTROPOFAGUS non ha scalfito la loro integrità brutale. Sono trascorsi tredici anni da quel micidiale "No Waste of Flesh", quando a capitanare questi macellai c'era il carismatico cantante Argento (successivamente leader degli Spite Extreme Wing). Dopo quell'album fondamentale la line-up del gruppo ligure si dimezzò così che i rimasti Argento/Void nel 2001 diedero alle stampe "Alive is Good, Dead is Better" mcd dal sound più marziale e disumano (complice un drum programming maniacale). Passato quel periodo il progetto purtroppo si perse nel dimenticatoio. Oggi anno 2012 il chitarrista fondatore Meatgrinder decide di rimettere nuovamente in piedi la band annoverando altri tre elementi Tya (Voce)
, 
Jacopo (Basso)
, Davide "Brutal Dave" Billia (Batteria). L'ottima preparazione degli attuali musicisti coinvolti diventa fattore dominante, così hanno raggiunto un elevato livello compositivo architettando nove songs che recidono la pelle, spolpando le carni fino all'ammasso osseo dell'involucro. La furia del quartetto non accenna a placarsi, non conosce pause. Se siete appassionati di quel death metal suonato con maestria/tecnica dovete procurarvi questo "Architecture of Lust" (un album che soddisferà appieno anche i palati più esigenti). Diventa irrilevante analizzare ogni singola traccia perché gli Antropofagus sono migliorati molto nel songwriting quindi fanno ancora parte di quella ristretta cerchia di band nostrane dedite a valorizzare in modo estremo il death metal in Italia e soprattutto all'Estero. Supporto e Rispetto per questi ragazzi.

TRACKLIST: Architecture Of Lust
, Sanguinis Bestiae Solum
, Demise Of The Carnal Principle
, The Lament Of Configuraton
, Exposition Of Deformities, Eternity To Devour, Sadistic Illusive Puritanism
, Blessing Upon My Redemption
, Det Helgerån Av Häxor (Outro).

ALUK TODOLO "Occult Rock"
2012 - anja offensive


C'è voluto un po' ad assimilare il terzo album dei francesi ALUK TODOLO, d'altronde, la loro musica non è di facile metabolizzazione. Questo gruppo osa in qualcosa di molto ostico, difficile, soprattutto per ciò che riguarda l'approccio alla scrittura dei brani (molto lunghi) messi a fuoco da innumerevoli variazioni stilistiche accentuate da una base folle e poco ordinaria. In ottantacinque minuti suonati rendono impegnativo l'ascolto per chiunque voglia avvicinarsi a questo album impossibile da catalogare. Nei contenuti "Occult Rock" mescola numerose forme invasive: black metal, ambient, avanguardia, post rock, noise disturbante... I brani sono appoggiati su un fondale pieno di idee e questo materiale in eccesso spesse volte li rende troppo esasperanti nella proposta (anche se alcuni passaggi sono da considerare). Forse gli Aluk Todolo stanno ancora lavorando su se stessi in modo da scegliere che linea seguire. Attualmente mi risultano stancanti nella loro interezza. Vedremo in futuro.

TRACKLIST: Occult Rock I, Occult Rock II, Occult Rock III, Occult Rock IV, Occult Rock V, Occult Rock VI, Occult Rock VII, Occult Rock VIII.

ELECTRIC WIZARD "Legalise Drugs & Murder"
2012 - rise above records


"Legalise Drugs & Murder" è il nuovo 7" degli ELECTRIC WIZARD messo in commercio dalla Rise Above Records. Le stregonerie dei nostri sono sempre oscurate dalla notte più sinistra... Sotto di essa il demonio ricomincerà a danzare assuefatto da donne nude, acidi e marijuana. Gli effetti allucinogeni non verranno meno. Jus Oborn fondatore del gruppo inglese ha pensato bene di tenere accesa la fiamma dopo l'ottimo "Black Masses" e se pur con sole due tracce le premesse al nuovo album fanno già gola. Cult!

TRACKLIST: Legalise Drugs And Murder, Murder And Madness.

domenica 18 novembre 2012

BLOODY HAMMERS "Bloody Hammers"
2012 - soulseller


I BLOODY HAMMERS dal North Carolina mostrano una particolare predilezione per le criptiche sonorità doom costruite su di un mosaico fatto di tanti pezzi che si incastrano tra loro dando forma ad immagini tetre e raccolte. Come molte band del settore dimostrano una discreta perizia esecutiva, posta su immaginari occulti, forgiando così una serie di tracks mutevoli nelle loro ambigue componenti (a tratti devote ai Type of Negative di Peter Steele, anche per l'utilizzo della voce). I Bloody Hammers mantengono la tradizione del genere riciclandosi con astuzia e senza mai perdere l'oscuro fascino (pur non avendo ancora uno stile ben definito). Quando l'heavy/doom mantiene inalterata la propria ruvida depravazione degli anni '70 / '80 ma ha il coraggio di allargare l'ottica, probabilmente si può ottenere un buon risultato. Questo connubio è presente in "Bloody Hammers"! La band dimostra carattere nelle putride "Fear No Evil", "Black Magic", "The Last Legion of Sorrow"... Intoccabili nella loro forza evocativa! "The Witching Hours", "Witch of Endor" con tutte le altre ne sono la degna continuazione. C'è un perverso gusto gothic nei loro contenuti, c'è tutta l'aura maligna, come se il presente cercasse rifugio nel passato malato. Non so se la presente veste sarà quella definitiva per il gruppo, ma se avranno il coraggio di osare ancora e definirsi maggiormente nel loro stile daranno un buon esempio alla concorrenza dell'occult rock. Arcani ma coraggiosi, i Bloody Hammers sono un gruppo da seguire attentamente. Per ora il mio giudizio è positivo! Ringrazio la Soulseller Records per avermi dato la possibilità di recensire il disco prima della sua uscita il 23 novembre.

TRACKLIST: Witch of Endor, Fear No Evil, The Last Legion of Sorrow, Say Goodbye to the Sun, The Witching Hour, Black Magic, Trisect, Beyond the Door, Souls On Fire, Don't Breathe A Word.

ENTRAPMENT "The Obscurity Within"
2012 - soulseller


In attività dal 2009, Michel Jonker della one man band olandese ENTRAPMENT debutta con "The Obscurity Within" che segue la pubblicazione di tre demo e un 7". Un disco d'impatto dai nostalgici rimandi Swedish Death Metal (Entombed, Nihilist su tutti). Le atmosfere oscurate da alcune interessanti soluzioni sfiorano quasi sempre il buon vecchio old style, composto anche da parti lente che fanno subito presa su chi ascolta, il livello compositivo/strumentale non si distacca da un tocco ancorato al passato risultando quindi buono ma abbastanza standard... appunto! In tutta onestà, debbo ammettere che questo cd è piacevole proprio perché riporta alla mente certe dinamiche indimenticabili. Apprezzo il tentativo di Michel di rimanere fedele al suono dei '90, però così restando forse non farà altro che soddisfare solo una schiera di adepti legati a tali sonorità. Un album da ascoltare.

TRACKLIST: Intro/Catatonic Rites, Shallow Breath, Feast of AtonemenT, The Obscurity Within, Dead and Cold, Infernal Blasphemies, Anxiety, Eternal Bliss, Mentally Deranged, Soul Entrapment.

sabato 17 novembre 2012

DAMOKIS "Grinding Mother Whore"
2012 - grundar productions


Questo disco è veramente brutto! Non saprei neppure da dove cominciare. Dalla copertina si puo' ben intuire che i DAMOKIS (provenienti dalla Malaysia) suonano Brutal Death Metal, ma di quello scontato fino al midollo. Purtroppo non potrei definirli diversamente, questo gruppo si ostina a riscaldare un sound che scivola nelle orecchie senza procurare emozione alcuna: tutto troppo minimalista, scialbo, prevedibile; con riffs e ritmiche riciclate fino allo sfinimento! Una produzione veramente mediocre. Che dire altro? I Damokis sono l'ennesima band che infila diciassette pezzi duri da digerire. Non sono capaci di lavorare sulle dinamiche, né tanto meno sulla creazione della giusta linea da seguire. "Grinding Mother Whore" è un album da dimenticare!

TRACKLIST: Return Of The Goldilocks, Crime Watch, To Know U Is To Kill U, Fundamentalists, Strengthen The Weakness, Highway Chaser, Grinding Motherwhore, Lantai Enam, Habitat For Humanity, Zeal In Obidience, Proclaim The Victory, Doomed To Stay, Stay Infested, Night Of The Ultimate Dracula, Goldilocks Strikes Back, That's Hell, Decomposed, Brutal Existance Radio Edit.

TSUBO "Con Cognizione di Causa"
2012 - Eclectic Productions


Gli italiani TSUBO attaccano i loro strumenti e colpiscono seriamente l'ascoltatore. In questo "Con Cognizione di Causa" (registrato, mixato da Giuseppe Orlando presso i suoi The Outer Sound Studios, masterizzato da Scott Hull dei Pig Destroyer) la sostanza è quella di un death/grind serrato, sfibrante, adrenalinico. I riffs, la sezione ritmica e le voci sono pari ad una sparatoria che trivella in pieno volto. Gli Tsubo, stilisticamente, si avvicinano molto al trademark dei cattivissimi Lock-Up ed Hateplow, quindi immaginate cosa ne viene fuori. I Nostri sono carichi, intensi, con venti tracce caratterizzate da un'istintività nervosa e tagliente. Tutto il lavoro si dimostra ben suonato, a parte qualche passaggio un po' ripetitivo e statico. Gli Tsubo riescono ad essere quello che sono: una bastardissima band di death/grind con testi che rivendicano la loro natura senza compromessi (né più, né meno). Solo voi capirete se questo potrà fare al caso vostro. Nella tracklist spiccano due cover, una degli Assuck e l'altra dei Torrorizer, oltre agli ospiti presenti nelle tracce (Jason Netherton dei Misery Index, Enrico Giannone dei Buffalo Grillz, Giuseppe Orlando dei Novembre e altri loro amici). Un primo valido full-length.

TRACKLIST: Matricidio, Cicatrici, Vermi, L'odio, Nel Bene e Nel Mal, Come Pensi Così Sarai, A-narcogrind, Non Trovo Pace (Sessosessione), Terapia d’Urto, Reminiscenza, Fellatiocrazia, La Quiete e la Tempesta, Salt Mine (Assuck cover), TV (Tara Volontà), Un Nuovo Taglio, Avvezzamento Ciclico, Storm of Stress (Terrorizer cover), Furia Procace, Riflessi d’Evidenza, Colto da Disperazione.

venerdì 16 novembre 2012

BEHEADED "Never To Dawn"
2012 - unique leader


Superba nuova opera per questa incredibile band proveniente da Malta che incide per la rinomata label americana Unique Leader. I BEHEADED sono tornati ed erano in tanti ad attenderli! Musicalmente propensi a fondere il più viscerale retaggio del brutal death metal con la propria distintiva personalità, questo fa di loro una band indiscutibile. Pur trascorsi sette anni dal precedente "Ominous Bloodline" i Beheaded non hanno perso nulla della loro furia. Quindi come suona questo "Never To Dawn"? Per prima cosa devo lodare l'ottimo lavoro in fase di songwriting, ed è con questo che hanno dato vita ad un tornado capace di radere al suolo tutto, ogni struttura cede dinanzi a questa onda d'urto pazzesca! Un album che mi ha letteralmente spazzato via dalla prima all'ultima nota, nove songs che mettono in primo piano la bravura di questi quattro musicisti. Il riffing del primo brano "Elapsed In The Vortex of Extinctiontiene" ha una costante cruda che infligge colpi profondi senza nessuna pietà... Dinamiche veloci, tecnicamente perfette, con un taglio molto aggressivo si lasciano cadere nel finale mozzafiato. Nemmeno il tempo di riprendersi, arriva "Lament of a Sordid God" a spezzarti le gambe in due... Il drumming è selvaggio, tiratissimo, asfissiante... Chris Brincat picchia poderoso e queste sue articolazioni fanno da collante su tutto. David 'Cejca' Cachia sul basso è impetuoso, come dominanti sono tutti i riffs di Omar Grech. Oggi dietro al microfono c'è Frank Calleja, voce potente come poche, capace di fondere growl e screaming con una versatilità allucinante, ed è anche il suo grande lavoro a rendere speciale questo "Never to Dawn". Il riff portante di "Where Hours Etch Their Name" ha qualcosa che ricorda i Deicide dei '90, ma il tiro dei Beheaded ha personalità da vendere... "Perished Into Inexistence" è da collasso, con un'iniziale melodia chitarristica che si strappa su ritmiche catchy... Veramente incisiva nelle ripartenze! E' il momento di "Never to Dawn" e qui si sente l'amore per i padri Morbid Angel, tutto spinto a folli velocità mentre divengono epici ed ardenti. In "Dead Silence" c'è schizofrenia, "Towards An Abducted Sun" è sulfurea, claustrofobica. Sono diventati più ambiziosi i Beheaded consapevoli del fatto di avere i mezzi adatti per poter fare la differenza. Anche "Descent Into Sanguinary Seas" trasmette devastazione, disagio, sino a quel finale cronico che uccide lentamente. La conclusiva "The Ancient Acumen" è granitica in alcuni fraseggi tipici degli ultimi Cannibal Corpse. Siamo di fronte ad una band che sa fondere con gran gusto: tecnica, ricercatezza, versatilità. Deathsters che sanno attingere dalla vecchia scuola per riproporsi in uno stile personalissimo. "Never To Dawn" è pieno di cattiveria terrorizzante. Finalmente un album BRUTAL DEATH METAL come aspettavamo da anni. MASTODONTICI!

TRACKLIST: Elapsed In The Vortex Of Extinction, Lament Of A Sordid God, Where Hours Etch Their Name, Perished Into Inexistence, Never To Dawn, Dead Silence, Towards An Abducted Sun, Descent Into Sanguinary Seas, The Ancient Acumen

BAUDA "Euphoria… of Flesh, Men and The Great Escape"
2012 - atmf


"Euphoria… of Flesh, Men and The Great Escape" è il secondo full-lenght dei cileni BAUDA, autori di una musica elegante che pur mantenendosi molto legata alla dottrina del post rock (non strumentale) si arricchisce di altri spunti ben curati e arrangiati. Le emozioni palpitano costanti mentre la tensione generale recita un ruolo di spicco già dall'iniziale "Ghosts of Panthalassa", che nel suo scorrere ha dei tratti folk simili ai Rome. Segmenti acustici, romanticismo vellutato fanno bella mostra in brani ben sfumati come "Silhouettes", "Oceanía", "The Great Escape", "Crepuscular" arricchiti di chitarre straripanti per inventiva e incantevoli basi melodiche. Le bellissime tonalità di voce pulita riescono a sedurre, attrarre chi ascolta, adattandosi alle diverse situazioni interne delle canzoni stesse. Nelle note rarefatte dei Bauda si percepisce l'impulso compositivo per esorcizzare alcuni sentimenti repressi ed evitare così di essere travolti dai tumulti psicologici. Ci sono tipi di musica che sono un atto purificatore, infinitamente superiore all'uomo stesso. Non si sa perché! Nessuno può dirlo o saperlo. I Bauda si muovono ermetici e sono indotto a pensarlo data la concatenazione degli otto pezzi presenti nel disco. Quest'opera maestosa esce per l'etichetta italiana ATMF! Consigliati agli amanti di David Gilmour, Porcupine Tree, Steven Wilson, Novembre, Rome.

TRACKLIST: Ghosts of Panthalassa, HumAnimals, Silhouettes, Oceanía, The Great Escape, Ascension, Crepuscular, …Mare Nostrvm? (el llanto de Quintay).

giovedì 15 novembre 2012

BEDEMON "Symphony of Shadows"
2012 - svart records


C'è anche del drammatico dietro la storia dei BEDEMON. Fondati dal chitarrista Randy Palmer (morto tragicamente in un incidente stradale nel 2004) ed altri ex. Pentagram. A riportare alla memoria queste tracce registrate intorno al 2002 e venute alla luce nel 2005 ci ha pensato la Svart Records. Credo che anche la morte di Randy abbia dato la spinta per dare la possibilità a molti seguaci di rispolverare questo gioiello che abbaglia di un sound heavy/doom tipico dei '70 (Black Sabbath in prevalenza). Ora finalmente, l'attesa è finita! La storia è qui davanti a noi con una produzione speciale che se pur grezza impreziosisce l'album nella sua interezza dandogli un tocco dannatamente ombroso. Non esiste altro suono per elevare canzoni di questo calibro... Le emozioni, sensazioni, allucinazioni entrano in vena bruciando come veleno ardente, e ci si rende conto da subito che si è in possesso di qualcosa di speciale, sentito. Se esiste il termine doom, i Bedemon lo incarnano in maniera perfetta. Tutti i componenti sono in grado di creare incredibili trame, dimostrando come si raggiungono ottimi risultati quando si suona con il cuore... Quel cuore oscuro ma raffinato. Ogni strumento è sempre in sicura evidenza, esponendo brillanti episodi che battono sulla cadenza funebre di un sound sorretto da tanta maestosità. Questi tappeti di chitarra, basso, batteria sono un piacevole ricordo dei tempi che furono e la voce dà un ulteriore tocco old fashion al tutto. L'album possiede nove momenti indescrivibili nella loro bellezza. Cercate di possedere questo "Symphony of Shadows" perché ciò che vi perdereste è probabilmente uno dei migliori dischi di genere usciti nel corso della storia dell'heavy, doom. Onore e Gloria!

TRACKLIST: Saviour, Lord of Desolation, Son of Darkness, The Plague, D.E.D., Kill You Now, Godless, Hopeless, Eternally Unhuman.

NOMINON "The Cleansing"
2012 - deathgasm records


DEATH METAL! Non ci sono altre parole per descrivere questo nuovo album degli svedesi NOMINON, cataclismica band giunta al quinto capitolo in studio. "The Cleansing" è un vero assalto sonoro, quaranta minuti (circa) di speed-massacre, riffs affilati come lame d'acciaio, sostenuti da un drumming intenso e un basso che schiaccia. I Nominon possono piacere molto ai più nostalgici ma anche a chi divora l'old school death metal di qualità. Gente che in quanto a violenza e capacità non deve imparare nulla da nessuno ne tanto meno dalle band oggi tanto in voga. Il loro approccio è devoto ai Morbid Angel di "Altars of Madness", "Covenant" (anche per la scelta dei suoni) ma non solo. Quando ho ascoltato per la prima volta questo nuovo cd mi sono detto: "che mazzata bestiale!". Date un ascolto al caos selvaggio di "In The Name of Gomorrah", "Unholy Sacrifice", "Hellwitch", "Son of Doom" e poi venitemi a dire se i vostri padiglioni auricolari hanno retto l'urto! I Nominon trovano il giusto modo per mantenere viva la fiamma di un genere senza compromessi. In un'epoca dove le band sono motivate ad incorporare nuove soluzioni al proprio sound, fortuna vuole che esistono ancora realtà ispirate, assassine come i Nominon. Dovete acquistare questo album!

TRACKLIST: Satanical Incubation (Intro), In The Name Of Gomorrah, Mausoleum, Unholy Sacrifice, The Cleansing, Abhorrent Parasites, Hellwitch, Obliteration, Son Of Doom, Infernal Rites.

A THEORY OF JUSTICE "Athena"
2012 - autoprodotto


La base degli italiani A THEORY OF JUSTICE è un tipo di hardcore che deve molto al sound di Snapcase e Biohazard (in particolare). La scena di New York sembra un punto di riferimento abbastanza importante per questi ragazzi (scontato nominare Sick of it All, Agnostic Front...). I nostri dimostrano discrete capacità esecutive, si evidenzia un guitar working abbastanza vario ed una sezione ritmica nel complesso convincente. In fin dei conti è il risultato finale quello che fa testo, e purtroppo gli A Theory of Justice sono un po' scontati per lasciar segno nella memoria di chi ascolta. Insomma questo album (tutto sommato sincero) potrà andare bene agli amanti di queste sonorità, ma personalmente lo ritengo poco entusiasmante nella sua palese forma derivativa. Niente di nuovo, ma ascoltateli voi per farvi un idea.

TRACKLIST: Deep Lane, The Lane, Fuck You Call Me Heretic, Tomorrow, Do You Think, Planet Terror, Blablabla, Forever, Lighthouse to Collapse Your Abostance Will , Bur Your System From Inside

mercoledì 14 novembre 2012

AD PATRES - "ISTINTI OSSESSIVI"


DAL TERRITORIO FRANCESE ARRIVANO I BRUTALI AD PATRES PROMETTENTE DEATH METAL BAND CHE VEDE TRA LE PROPRIA FILA MEMBRI DEI SETH, UNBREATHABLE, EVIL SPELLS. IL LORO ESORDIO "SCORN AESTHETICS" E' UN ALBUM VERAMENTE ISPIRATO E DEVASTANTE. NE HO PARLATO CON IL CHITARRISTA CANARD...

1. Riportami una piccola biografia della band.

- Gli Ad Patres sono nati alla fine del 2008, quando Arnaud, Julien (il nostro primo cantante), Alsvid hanno deciso di collaborare per formare una band death metal. Passate un paio di prove è stato arruolato Olivier, aggiungendo così altra tecnicità e un suono più compatto. Dopo un po', Julien si trasferì a Parigi e per lui è stato difficile continuare con la band, così arrivò Axel ed in quel periodo registrammo il nostro primo promo cd. Abbiamo fatto alcuni concerti per ottenere consensi mentre stavamo ancora scrivendo il nostro primo full-length registrato poi lo scorso anno. L'etichetta Kaotoxin era davvero entusiasta della nostra band così abbiamo fatto uscire per loro "Scorn Aesthetics", pubblicato lo scorso settembre.

2. "Scorn Aesthetics" prende a pugni con dinamiche tipiche del death metal ma possiede anche passaggi veramente tecnici. Mi potete dire di più sulle vostre canzoni?

- Noi in realtà non cerchiamo di essere tecnici a tutti i costi, facciamo solo ciò che deve essere fatto per la forma canzone, nel modo e suono giusto. Se rallentiamo un po' o dobbiamo aggiungere della tecnica lo facciamo tranquillamente. Siamo una band death metal ed è naturale che suoniamo in questo modo nel corso del disco sia per spezzare il nostro collo che quello dell'ascoltatore.

3. Come si fa ad andare avanti con questo suono senza compromessi?

- Droghe e alcool per lo più he he he. Scherzi a parte, non è uno sforzo, ci piace suonare così! E' sempre un piacere provare con la band o meglio salire su di un palco, dare tutto quello che hai a 250 bpm per trenta minuti, scendere dal palco esausto, sudato, con le gambe tremanti pensando "dannazione"! Oppure "non lo farò ancora"! ...Poi qualcuno del gruppo dice "facciamolo di nuovo domani " e la risposta è "yeah"! OK! Bello!

3. Quali sono i messaggi principali che cercate di trasmettere con "Scorn Aesthetics"?

- Non vi è alcun messaggio particolare in "Scorn Aesthetics", è una raccolta di istantanee della mente umana con tutte le sue fobie, ossessioni, devianze. La maggior parte delle canzoni parlano di questi temi oscuri, ognuno di noi ha a che fare con gli aspetti su citati e appena si presentano, per un motivo o un altro si finisce per crollare.

4. Perché il nome Ad Patres?

- Ad Patres in latino significa "ai padri", che è anche il titolo di una delle nostre canzoni. Al nome si possono attribuire significati diversi, ma nel nostro caso il più importante è la nozione per morire. E' anche un modo per dimostrare il nostro rispetto nei confronti dei "padri" del death metal perché siamo tutti appassionati delle band anni '90 come Suffocation, Morbid Angel, Monstrosity e molti altri. Il nome esalta queste influenze. Inoltre, a mio parere sembra davvero bello.

5. Qual'è stata la ragione per ideare un artwork dal colore rosso sangue? Qual'è l'idea che sta dietro al titolo dell'album?

- L'artwork è di Svartwerk, cantante del gruppo australiano Ne Obliviscaris. Lui in realtà ha lavorato a questa immagine dopo aver letto il testo di "Scorn Aesthetics" che parla del suicidio nella mente collettiva del genere umano. La scelta del colore principale era soprattutto estetica sia per Svartwerk che per noi, fin dall'inizio ci ha inviato l'artwork di colore rosso e non abbiamo neanche pensato di cambiarlo. Così doveva essere!

6. In origine che genere di cose influenzarono gli Ad Patres?

- Gli Ad Patres sono stati creati per un solo motivo. Volevamo suonare death metal. Non ci siamo prestabiliti nulla in particolare all'inizio, in realtà quando abbiamo iniziato non sapevamo cosa stavamo andando a fare di specifico, ma dopo una prova la nostra comune passione per il death metal americano degli anni '90 si è presentata naturalmente. Il miscuglio delle nostre influenze individuali ha portato il suono degli Ad Patres che senti oggi.

7. Hai suonato in altre band prima di entrare negli Ad Patres?

- Sì, tutti noi abbiamo un background alle spalle. Io, Arnaud e Julien abbiamo suonato in un gruppo death grind: I.O.S.T ., Olivier ha avuto la sua esperienza con gli Unbreathable (in cui Alsvid suonava la batteria), inoltre per anni Alsvid è stato nella scena suonando per un lungo periodo con gruppi come Seth, Enthroned, Griffar, Fornication, e altri.

8. La scena death metal è cambiata dagli anni '90?

- Ovviamente sì, ci sono molti sotto generi al giorno d'oggi ed è difficile classificare qualcosa. Nel "death metal" si sono incorporate altre influenze, facendolo diventare "death metal tecnico", "death core" o qualsiasi altra cosa. Si tratta di un processo naturale, se suoni lo stesso genere per molti anni si potrebbe sentire l'esigenza di scegliere di incorporare altre soluzioni. Questo ha alcuni lati positivi, perché in qualche modo farai partecipare un pubblico più ampio agli show. Quello che mi ricordo degli anni '90 è che per uno spettacolo buono ci saranno state trecento persone al massimo e tutti sapevano che andava così. Oggi con questi diversi generi si ottengono svariati tipi di pubblico, da gruppo a gruppo le cose cambiano, ogni stile ha i suoi seguaci.

9. Com'è la scena estrema in Francia?

- La scena estrema in Francia è buona. Ci sono alcuni gruppi rinomati che hanno qualche grande riconoscimento all'estero, altri sono stati in giro per anni e stanno spaccando ancora oggi come Loudblast, mentre alcune band non molto conosciute dell'attuale scena death metal come i nostri amici Insain, Antropofago di recente hanno firmato un contratto con Kaotoxin, Savage Annihilation e così via. Anche nel grindcore e nella scena black metal si sta scalciando molto (il recente ritorno dei Seth con Alsvid alla batteria). In Francia ci sono molte cose da tenere d'occhio, ed è bello perché non è generalmente un paese noto per la sua scena estrema.

10. Quali sono le prospettive per gli Ad Patres?

- Un sacco di cose, non vediamo l'ora di salire su di un palco per promuovere "Scorn Aesthetics". Potremmo venire nella vostra zona per suonare in qualche festival (la prossima estate) perciò fate in modo di rimanere informati! Abbiamo già iniziato a scrivere nuovo materiale per una futura release, quindi in futuro suoneremo qualche nuovo brano dal vivo.

11. Ultime parole...

- Grazie per questa intervista e per il supporto! Spero che il nostro album ti sia piaciuto. Un grazie anche a tutti coloro che ci sostengono, a chi viene ai nostri concerti e indossa il merchandising! Tenetevi informati sui vari progetti del membri degli Ad Patres: Seth, Unbreathable ed Evil Spells. Grazie ancora e rimanete brutali!

DECLINE OF THE I "Inhibition"
2012 - agonia records


I DECLINE OF THE I sono un gruppo francese destinato a far parlare di se, grazie alla loro grande personalità presente all'interno di sonorità agghiaccianti. Il culto è quello di espansioni cupissime che sarei minimalista a definire black nel senso più stretto del termine. C'è molto di più in queste tracce basate essenzialmente sulla potenza evocativa delle atmosfere, sui giri di chitarra spessi come muraglie. Sono questi gli ingredienti basilari del sound heavy messo in primo piano da "Inhibition". Musica tormentata, complessa, non comune, piena di picchi e valli. Qui è sfogato in musica il lato più malato, ricercato dell'animo; l'oscillazione è lenta e sono le note stesse a legarsi alla tradizione di un certo modo di esprimersi. Poter fare un paragone non sarebbe impresa semplice perché in questo album tutto è l'opposto di tutto, ma nello stesso tempo ogni cosa si compensa perfettamente con l'insieme. I Decline of the I non conoscono limiti, la loro volontà apre la ricerca verso particolari emozioni che respirano in cunicoli nascosti e bui. In "Inhibition" il post metal incontra il black più malefico, strozzato da parti elettroniche rovinose nella decadenza. "Où Se Trouve la Mort?", "Mother and Whore", "Keeping the Structure" sono dei veri diamanti neri. Veramente inquietanti, inarrestabili ed originali!

TRACKLIST: Où Se Trouve la Mort?, The End of a Sub-Elitist Addiction, Art or Cancer?, The Other Rat, Mother and Whore, Static Involution, L'Indécision d'Être, Keeping the Structure.

AN AUTUMN FOR CRIPPLED CHILDREN
"Only The Ocean Knows"
2012 - aeternitas tenebrarum music foundation (atmf)


"Only The Ocean Knows" è il nuovo monumento monolitico di questa band. Opera d'Arte che si espande su forme irregolari dalle quali traspaiono gli alienanti esperimenti sonici multiformi. Gli olandesi AN AUTUMN FOR CRIPPLED CHILDREN sembrano partire da una base depressive black metal ma in realtà è il mezzo utilizzato per rompere qualunque pregiudizio musicale o di genere. L'opener "Past Tense" apre le danze sinistre con un andamento pungente che funge da prologo all'imminente disturbo innescato nella successiva "Yes I Know... Love and Death... Always"... Sulle nostre teste si poggia una minacciosa nuvola nera che scaglia vere e proprie saette con il mortifero riffing condannato a precipitare nel vuoto dell'esistenza. Strepitosi su "This Garden These Trees" con un arpeggio iniziale sdoppiato da un delay ermetico, danno vita ad una sorta di passaggio solenne... Sulla stessa scia "In February" che mischia l'oscurità con la struggente tradizione dei nuovi Katatonia portati però all'esasperazione disturbante. In "Only The Ocean Knows" sono capaci di lasciare il segno, dissetando chi ha bisogno di acque emozionali... Bellissima! Si prosegue con "The First Snow This Year" dove la musica della band non è solo estasi, ma anche dolore glaciale. Si, perché spesso il dolore è una condanna che sfigura il nostro viverci. "Uncureable" inizia da un tappeto post rock/new wave arioso, melodico come a dare un po' di respiro, mentre la voce è sempre tipicamente slabbrata in tipico black style. Chiude "The Rising Tide" la quale gioca su ambigue dinamiche tra The Cure e Bauhaus, un movimento perverso portato poi a trasferirsi su di una continua, inarrestabile ondata psych-depressive. Un album MAGNIFICO e PERSONALE!

TRACKLIST: Paste Tense, Yes I Know…Love and Death…Always, This Garden, These Trees, In February, Only the Ocean Knows, The First Snow This Year, Uncureable, The Rising Tide.

martedì 13 novembre 2012

DEHUMANIZED "Controlled Elite"
2012 - comatose music


Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quel "Prophecies Foretold" uscito nel lontano 1998. I DEHUMANIZED sono tornati per tanti seguaci dello slamming brutal death metal! L'obiettivo della band newyorkese è evidente: elaborare dei pezzi per mettere a tappeto l'ascoltatore. Il quintetto ci riesce in virtù di una buona dose ritmica impostata per essere perforante durante le parti tirate e quelle mosh più ortodosse... Con una mitragliata di riffs diretti, ritmiche pari ad una frana i Dehumanized si pongono come buona risposta alla media (bassa) dei molti cloni presenti in natura. Si apprezzano per la loro genuinità dopo svariate fruizioni e anche se nessuno di voi ci troverà qualcosa di particolarmente originale, loro sono comunque stati capaci di confezionare un album che va dritto nel segno con attitudine spaccaossa, con chitarre nervose, interessanti solos, sezione ritmica battente ed una voce capace. "Controlled Elite" è una mazza chiodata tra i denti! Un gruppo da provare ma senza particolari pretese. Concreti!

TRACKLIST: Body Colonizers, Man vs. Man, Soiled, Immorally Reborn, None Shall Remain, Root Of Evil, His Burden, Set In Stone, Controlled Elite, Bloodties, Condemned.

ACID COSMONAUT RECORDS
"I VIAGGI ACIDI DELL'ESISTENZA"


ANDIAMO A CONOSCERE GLI IDEATORI, FONDATORI DELLA ACID COSMONAUT RECORDS. LUCA CAVALLO (CLASSE '87) STUDIA SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE, NEL CORSO DEGLI ULTIMI ANNI HA COLLABORATO CON LE ASSOCIAZIONI "THA PIAZA", "SUM" E PER QUEST'ULTIMA SI E'IMPEGNATO AD ORGANIZZARE NUMEROSI CONCERTI OLTRE CHE CONDURRE LA TRASMISSIONE RADIO "THIS IS RADIO SUM"... STEFANO LEONE (CLASSE '85) GIA' AI TEMPI DEL LICEO ARTISTICO SI AVVICINA AL MONDO DEL FUMETTO, OGGI E' UN AVVIATO ILLUSTRATORE CAPACE DI REALIZZARE BELLISSIME LOCANDINE PER DIVERSI LIVE SHOW OLTRE CHE L'INTERO ARTWORK DEL DISCO DI DEBUTTO DEI DSW. DALL'UNIONE DI QUESTI DUE AMICI EMERGE UNA DELLE PIU' PROMETTENTI ETICHETTE INDIPENDENTI CHE L'UNDERGROUND PUGLIESE PUO' VANTARE. INCROCIAMO LE DITA PER LORO PERCHE' SE LO MERITANO!

1. Cominciamo subito ad introdurre la Acid Cosmonaut ed analizzare le motivazioni che vi hanno spinto a dare il via a questo progetto...

- Luca (risp.) - Semplicemente, dopo parecchio tempo passato a collaborare con SUM e a esplorare la scena musicale indipendente salentina, ho pensato di passare ad occuparmi del genere che mi appassiona di più in assoluto, ovvero l'heavy psichedelia e i generi ad essa collegati. Perciò fondare una piccola etichetta mi è sembrata la scelta migliore per trasformare in qualcosa di più professionale una passione che mi accompagna ormai da molto tempo.

2. Sicuramente mettere su una piccola etichetta indipendente è una scelta motivata da vari fattori, ma credi che questa attività possa essere anche uan fuga dalla realtà quotidiana?

- Stefano (risp.) - In realtà è un po' l'opposto, nel senso che attraverso la collaborazione coi DSW prima e il concretizzarsi di Acid Cosmonaut poi, ho avuto la possibilità di mostrare ad altri i miei lavori. Insomma, questo progetto incide tantissimo sulla mia realtà quotidiana, è uno strumento con cui mi ci interfaccio.

3. La vostra collaborazione si è allargata maggiormente negli ultimi tempi? So che siete amici, ma che cosa c'è di così particolare che vi unisce?

- Luca | Stefano (risp.) - Beh, dopo che abbiamo deciso di fondare l'etichetta, il tempo passato insieme si è notevolmente allargato, visto che, a parte i momenti in cui ci ritroviamo per cazzeggiare come amici, adesso ci sono anche i pomeriggi in cui ci dedichiamo esclusivamente alla label. Magari per parlare di possibili progetti futuri, o soltanto per relizzare la locandina di qualche evento. Ovviamente poi adoriamo entrambi alla follia lo stoner, ma condividiamo anche tante altre passioni, come i film visionari, i fumetti, i videogames, Lovecraft...

4. Acid Cosmonaut è un etichetta che focalizza le sue attenzioni su un determinato stile musicale. Perché? Vuoi parlarne?

- Luca (risp.) - Come ho detto nella prima domanda, stoner, sludge e doom sono in assoluto i generi che costituiscono la maggior parte dei miei ascolti. Una volta sentiti i Queens of the Stone Age e scoperti conseguentemente i Kyuss, c'è voluto molto poco per rimanere folgorato da tutto il relativo sottobosco musicale e dalla miriade di gruppi di cui fino a quel momento ero totalmente all'oscuro. Si tratta quasi di una sorta di dipendenza, gran parte della mia giornata è passato a scoprire nuovi gruppi e a tenermi aggiornato su tutto quello che ruota intorno a questo ambiente. Ogni nuova uscita è attesa come il Natale...

5. In base a cosa tu e Luca avete scelto di puntare su una band come i DSW? La prima uscita per un'etichetta è sempre un biglietto da visita importante... Pensi che con il loro debutto in digipack "Dust Storm Warning" siete riusciti ad esordire come volevate?

- Stefano (risp.) - Per me tutto è cominciato un po' prima, quando ho disegnato la copertina del primo EP dei DSW (all'epoca Dawn Storm Watchers). Dal fare le locandine a un gruppo di amici, quando Luca mi ha proposto la storia dell' etichetta discografica, mi sono ritrovato a coprodurre il loro disco, per me è stato un passaggio abbastanza spontaneo. Sul digipack posso confidarti che quando è arrivato il pacco e ho visto per la prima volta i miei bambini ho pensato “oh cazzo, ma perché sono così scuri!?”, però si, a parte quello sono molto contento del prodotto!

6. Il sound dei DSW mantiene determinati richiami classici dello stoner, infatti nel loro approccio è ben evidente l'influenza dei Kyuss. A parte questi riferimenti i DSW adottano una chiave musicale molto personale e ricercata. Sono queste loro qualità ad avervi colpito?

- Luca (risp.) - Io e Stefano ci conosciamo con i vari membri dei DSW da ancor prima che il progetto fosse in stato embrionale. Abbiamo visto questa creatura crescere piano piano, attraversare varie fasi, come l'estenuante ricerca di un batterista e l'esplorazione di possibili sale prove. La maturazione da loro avuta, sia dal punto di vista compositivo che da quello di coesione come band, è stata davvero impressionante e, una volta giunti al primo LP, è significato molto per me fare in modo che la loro musica raggiungesse tutti i potenziali ascoltatori. I brani su cui stanno attualmente lavorando rappresentano un ulteriore passo avanti, ce ne sono alcuni che, pur nel loro stato embrionale, promettono davvero bene...

7. Il tuo ruolo nella Acid Cosmonaut assume una doppia natura, tenendo conto che ti occupi di graphic design e sei l'artefice dell'intero artwork del disco dei DSW. Un arte molto bella la tua. Come hai elaborato la storia (se così si può dire) delle tavole rappresentate? Pensi che in futuro ti occuperai ancora delle grafiche di altre vostre produzioni?

- Stefano (risp.) - La mia idea era di imprimere anche la mia impronta nel lavoro, tra noi diciamo per scherzare che io nei DSW “suono le matite”, per cui con Dust Storm Warning volevo creare un'occasione di guardare qualcosa mentre stai ascoltando il CD. L'idea dei tarocchi mi è venuta durante una chiaccherata con (l'altro) Stefano, il bassista dei DSW, si parlava dell'idea di mettere un disegno per ogni traccia dell'album, e alla fine l'idea dei tarocchi ci è sembrata la scelta giusta, per la loro capacità di creare un po' di mistero essendo immagini piene di simboli. Per quanto riguarda il futuro, se ai gruppi andrà di collaborare con me io sarò sicuramente felicissimo, il bello di questo progetto è che possiamo permetterci di promuovere i gruppi che ci piacciono, e in questo clima disegnare è sempre bello. Però non vorrei nemmeno avere il monopolio dell'immaginario di Acid Cosmonaut, il mio sogno nel cassetto è quello di creare un piccolo collettivo di artisti con cui collaborare e con cui creare l'immaginario delle nostre produzioni.

8. Molti musicisti del circuito stoner, sludge, drone parlano spesso di spiritualità trasmessa alla musica e viceversa. Qual'é la tua idea di spiritualità?

- Luca (risp.) - Per me si tratta più di astrazione mentale. L'ascolto di questi particolari generi crea tutta una serie di immagini nella mia mente, è una sorta di genesi spontanea, senti la musica e pensi a determinate cose... lo spazio, il deserto, le foreste...

- Stefano (risp.) - ho avuto la fortuna, negli ultimi anni, di assistere a concerti in cui la spiritualità si tagliava con il coltello. Per esempio l'esperienza del Desert Fest di Berlino è stata qualcosa di incredibile, una di quelle cose nella vita che segnano un “prima” e un “dopo”. Era incredibile! Un esercito di persone barbute che ondeggiavano in rispettoso silenzio davanti agli Ufomammut (orgoglio nazionale!), tutte quante immerse nel loro mondo interiore... immagino che spiritualità sia la somma di tutti quei mondi interiori.

- Luca (risp.) - Un rituale collettivo.

9. Di sicuro per certe etichette conta molto la particolare cura sugli artworks, sulle confezioni dei dischi, edizioni limitate... Pensi che in futuro come Acid Cosmonaut sarete in grado di favorire maggiormente questo tipo di ottica?

- Stefano (risp.) - Lo spero davvero! Il mio sogno è di fare qualche bel vinile prima o poi. I vinili sono più veri dei CD, poi sono grandi... Ci si può sbizzarrire su uno spazio del genere!

10. Che tipo di caratteristiche deve avere una band per attirare il vostro interesse?

- Stefano (risp.) - quello che secondo noi conta è l'alchimia che si crea tra degli artisti e il loro pubblico. Se un gruppo è in grado di trasportarci sulle loro onde, allora perché non crederci fino in fondo e proporli alla scena?

- Luca (risp.) - Grosse distorsioni, una ritmica incalzante, un buon cantante... questi elementi costituiscono un buon presupposto. Poi la grossa differenza la fa la potenza evocativa della musica. Se riescono a squarciare il mio immaginario, allora meritano tutta la mia attenzione!

11. Come vedi te stesso in questo periodo storico così decadente?

- Stefano (risp.) - Che dire? Aspetto il Meteorite...Scherzo!

- Luca (risp.) - Alla fine, nonostante stiamo attraversando un periodo storico abbastanza critico, l'attività con l'etichetta è una sorta di isola felice, un ottimo motivo per andare avanti nonostante la grossa ipocrisia di questi tempi. Dice bene Steve Von Till parlando della Neurot quando afferma che è qualcosa che fai per la tua anima... non potrei essere più d'accordo.

12. Saranno diversi i tuoi ascolti quotidiani ma quali band ricorrono più spesso e perché?

- Stefano (risp.) - ultimamente Lights Out, il nuovo disco dei Graveyard, è il mio pane quotidiano. Bellissimo.

- Luca (risp.) - Di sicuro non mancano mai i grandi classici, come i Black Sabbath, i sopracitati Kyuss, gli Sleep... per quanto riguarda prodotti più recenti, direi Truckfighters, Ancestors, Ufomammut, Graveyard... dipende dai momenti.

13. Una curiosità: C'è un significato specifico dietro la scelta del nome dell'etichetta? Ci sono delle connotazioni simboliche?

- Luca (risp.) - Il nome dell'etichetta è stato il primo passo, ha praticamente catalizzato i miei pensieri durante l'estate 2011. Mi erano venuti in mente un sacco di nomi, con grossi animali preistorici e buchi neri, ma erano già tutti presi. Acid Cosmonaut mi è sembrata una buona definizione per il tipico ascoltatore di stoner... uno pronto a vagare nell'immensità di questo universo musicale, magari non sempre in condizioni mentali lecite, fluttuando a gravità zero.

14. Pensi che internet e la pratica del free download stiano uccidendo l'industria musicale e la musica stessa? Ormai sembra che la gente ascolti i dischi senza dare più valore ai contenuti : booklet, artworks, testi...

- Luca (risp.) - Assolutamente no. Ovviamente ci sono sempre due risvolti della medaglia: magari il supporto fisico sta attraversando indubbiamente una fase calante (anche se nel nostro genere il vinile è in assoluto il formato più apprezzato e, auspicabilmente, cominceremo ad utilizzarlo presto anche noi). Dopo averci propinato orrende e minuscole confezioni in plastica a prezzi esorbitanti, l'industria musicale dovrebbe accettare che è finita l'epoca delle vacche grasse. Bisogna far tornare l'ascoltatore al centro della propria attività, visto che è egli stesso il maggior promotore di ciò che gli piace. Il bello di occuparci in prima persona della distribuzione è proprio il rapporto diretto che si crea con gli ascoltatori... alla fine, quando ordinano il nostro disco ci sono sempre dei piccoli extra: miniposter, locandine, spillette... Piccole cose, ma alla fine fanno la differenza.

- Stefano (risp.) - Internet lo vedo come il modo migliore di diffondere i propri messaggi, e questo vale anche per la musica. Se tu metti qualcosa su internet, per magia quella cosa viene vista da qualcuno, e quelli lo mostrano ad altri, e così via. É un meccanismo che sfugge a qualunque tentativo di controllarlo, ma in fondo è anche un po' il bello di internet. Personalmente, nonostante sia (ahimé) un downloadatore cronico, quando vado a qualche concerto cerco sempre di comprare il disco, e magari qualche bella maglietta o una stampa, che poi è un modo di supportare le band che mi piacciono.

15. La psichedelia in passato è stato un elemento importante per determinati movimenti musicali e stilistici, ma anche parte di mutamenti sociali. Come la vedi oggi?

- Luca | Stefano (risp.) - Penso che l'ottimo momento attraversato dalla psichedelia sia anche segno dei tempi che corrono. Si tratta di un modo per non fermarsi alla realtà circostante, permette di creare un proprio spazio ideale in cui è possibile trovare anche per un breve lasso di tempo rifugio dal mondo circostante.

16. Progetti futuri per Acid Cosmonaut? Un saluto a voi ragazzi... Non mollate!

- Luca | Stefano (risp.) - Al momento, stiamo valutando varie possibili opzioni per la nostra prossima produzione. Ci piacerebbe molto anche cominciare ad organizzare qualche concertino da queste parti, per diffondere un po' di sana psichedelia e far conoscere i tanti validissimi gruppi che animano la scena del nostro paese.

Grazie mille per l'intervista Christian, è stato davvero un grandissimo piacere essere intervistati da te per la tua webzine.