mercoledì 31 dicembre 2014

Intervista: GALE - "L'UNIONE FA LA FORZA"






OGGI E' IL TURNO DEGLI AMERICANI GALE, GRUPPO PROVENIENTE DALL'ARIZONA E DEDITO AD UN TERREMOTANTE SLUDGE METAL CHE SAPRA' SFAMARE I PIU' ESIGENTI APPASSIONATI DI QUESTO GENERE MUSICALE. HO CHIACCHIERATO CON IL DRUMMER MARCUS BRYANT.

1. Ciao Marcus. Sono felice di darvi il benvenuto sulle pagine di Son of Flies webzine e di presentarvi ai lettori...

- E' un piacere per noi essere nella tua webzine! Sono onorato di avere l'opportunità di parlare con te.

2. I GALE hanno una buona e potente ispirazione e l'album "Vol. 1" ne è una certezza! Com'è stato lavorare per questo disco? Come si è svolto il processo di registrazione?

- Grazie per le belle parole riservate al nostro full-length. Siamo molto contenti di questo disco; considerando il fatto che abbiamo registrato l'album dal vivo in studio. Eravamo lì e suonavamo tutti insieme, uno di fronte all'altro, sviluppando così una canzone alla volta. La chimica tra noi era buona, così siamo stati in grado di inchiodare bene tutti questi brani. L'intero album è stato registrato e mixato in un solo giorno in uno studio chiamato Audio Confusion qui in Arizona, gestito da un nostro amico di nome Jalipaz. E' stato fantastico lavorare con lui perché in grado di cogliere e far emergere ciò che era necessario per questo disco. Volevamo un album che catturasse l'energia di quattro ragazzi che suonano insieme con passione e credo che questo si possa sentire dalla nostra musica. Non potremmo essere più felici del risultato finale.

3. Quanto bisogna andare in profondità per trovare il vero significato delle vostre canzoni?

- Non saprei con certezza. Penso che la cosa migliore è quando la musica è aperta all'interpretazione di chi ascolta. Naturalmente io so cosa significa la nostra musica per me stesso, considerando il fatto che sono un membro di questa band, ma non riesco a dirti cosa significhi per gli altri ragazzi del gruppo. La musica è un qualcosa di incredibilmente personale. Suono quello che riflette la mia visione del mondo e le mie canzoni riproducono il mio modo di pensare o sentire. Perciò ogni canzone racconta una storia, sia musicalmente che liricamente. Non dovrebbe solo rafforzare l'ascoltatore, ma dovrebbe anche sfidarlo.



4. In termini di songwriting, i Gale sono riusciti a dare potenza alla loro arte: la musica. Potresti gettare un po' di luce su ciò che questo album ha significato per te?

- Noi tutti proveniamo da altre band, da diversi backgrounds musicali e influenze. Ogni singolo pezzo di ogni canzone ha accontentato i diversi membri del gruppo. Anche se noi abbiamo vari gusti, siamo in grado di creare qualcosa di speciale. Quello che facciamo può significare qualcosa di diverso per ognuno di noi. Per me questo album è un punto di partenza, ma dannatamente buono. Ci siamo conosciuti meglio durante la scrittura di queste canzoni, e tale lavoro riflette ciò che siamo come band. Questa musica è reale e cruda. Abbiamo registrato dal vivo per catturare la nostra essenza e il nostro modo di suonare. L'energia e l'emozione è lì per chi volesse ascoltare.

5. Quali sono i principali messaggi che state tentando di trasmettere con l'abum "Vol. 1"?

- If we have any message at all it would be that we play honest music, loud as fuck.

6. A giudicare dal vostro mix musicale ... Che tipo di pubblico sarà meglio collegato con questa musica?

- La mia speranza è che il nostro pubblico sia vario, differente, come i componenti di questa band. Qui non si cavalca una o due sole influenze. Attingiamo da tanti diversi stili di musica e gruppi. Spero che la gente possa sentirlo mentre ci ascolterà.

7. Come sono i rapporti all'interno della band?

- Fin ora tutto bene! Nobody has slept with anyone’s dog or cat or anything.. Anche se, Nick è abbastanza stronzo...

8. C'è qualcosa che vorresti aggiungere?

- La nostra musica è disponibile per il download gratuito sul sito: gale.bandcamp.com. Mentre, potete aggiornarvi sulla band dal nostro facebook.com/officialgale. Cercate di condividere la nostra merda con i vostri amici e la vostra famiglia e date dei soldi alle persone senza una fissa dimora.

9. Grazie per il vostro tempo!

- Grazie!



CONTATTI: gale.bandcamp.com - facebook.com/officialgale



GALE line-up:

Brandon - Chitarra, Voce
Marcus - Batteria, Voce
Wilson - Chitarra, Voce
Nick - Basso, Voce


RECENSIONE:
GALE "Vol. 1" 2014 - DIY


martedì 30 dicembre 2014

Recensione: INFESTUM "Monuments Of Exalted"
2014 - Lacerated Enemy Records




Cosa hanno in più gli INFESTUM rispetto a tante altre entità presenti nel circuito del black metal contemporaneo? ..Basta far girare il loro nuovo "Monuments of Exalted" per rendersene conto. I quattro, provenienti dalla Bielorussia, preferiscono venerare un demonio privo di ali, cibernetico, industriale e "aggiornato", anziché il solito Caprone Cornuto racchiuso nelle cinque punte del pentagono rovesciato. La musica dei nostri è un ottimo esempio di come, attualmente, non serve dover per forza di cose rimanere fedeli alle origini, per risultare vincenti. Gli Infestum sanno suonare davvero bene e, il loro operato porta una ventata di aria fresca all'interno di un genere musicale sempre più straziato dalla ripetitività ossessiva. Penso che una caratteristica che li contraddistingue sia la grande coesione in fase di scrittura, dalla quale emerge quel buon gusto compositivo che non è assolutamente frutto dell'apparenza, ma qualcosa che si può realmente 'sentire', qualcosa di 'tangibile', sfuggente dalle leggi 'primordiali' degli '80/'90, per seguire una corrente allucinata e sperimentale. Anche se, bisogna ammettere che, pur avvalendosi di suoni prodotti con maniacalità, questi giovani musicisti non vengono mai meno in impeto iconoclasta e soprattutto in elasticità (prendete come esempio le travolgenti "Void of Nebulae", "Iron Hammer Upon The Skull Of Slave"). Se preferitè l'epicità alzate il volume sulla title track o durante "Ordo Infestum", "Temple of Mirrors". All'interno di "Monuments Of Exalted" ci sono anche dei momenti in cui alcuni elementi elettronici donano maggiore corpo e vigore alle tracce, rendendo l'ascolto dannatamente avvincente ed emozionante. Risulta interessante la song "The Evil One", cover dei Venom estratta dal disco del 1997 intitolato "Cast in Stone". Oggi, giunti al terzo album in studio in quattordici lunghi anni di gavetta, non posso che promuoverli a pieni voti. Se continueranno ad esprimersi così, molti di voi si ricorderanno di questo nome. Complimenti.

Contatti:

laceratedenemyrecords.bandcamp.com/infestum-monuments-of-exalted
facebook.com/ordo.infestum/timeline
infestum.com


TRACKLISTING: Void of Nebulae, Ordo Infestum, Iron Hammer upon the Skull of Slave, Temples of Mirrors, The Art of the Beast, The Evil One (Venom cover), Zero Beyond, Obsidian Exile, Renaissance, Monuments of Exalted


Recensione: DOPERUNNER "DopeRunner"
2014 - Blasthead Records




Grind Doom Powerviolence da Denver, Colorado! I DOPERUNNER ci prendono a calci con la loro arroganza ed è un vero piacere sentirsi maltrattati da colpi insistenti che vanno a percuotere la superficie arrossata delle due chiappe. Secondo il mio punto di vista sia il nome della band americana che la copertina del full-length, rappresentano in maniera molto scarna, il mondo in cui viviamo. In un certo senso, riflettono la corruzione, la disonestà che sta annientando l'attuale condizione sociale. Forse il vero significato del messaggio confezionato dai nostri può essere visto meglio osservandolo da una prospettiva personale ma attenda, dove ognuno di noi, schiacciato da questo malessere odierno, può fare i suoi conti e decidere da che parte stare. Dischi come questo "DopeRunner" aiutano a riflettere, a capire perché certi musicisti dell'underground sono così arrabbiati con il sistema! ...e soprattutto, capire perché ci sappiamo riconoscere nella rabbia manifestata senza nessuna vergogna! Alla fine.. siamo tutti sulla stessa barca... o no?!? Doveroso, quindi, cercare di cogliere nel giusto modo questa attitudine letale, cinica e spogliata da ogni compromesso. I DopeRunner trattano il sociale tenendo stretta tra i denti la discordia, e tale pratica serve a far capire a tutti noi che certe idee di base non sono mai cambiate, gli obiettivi nemmeno. Niente di nuovo, comunque ciò che si ascolta nell'album di debutto è vero e marcio fino al midollo!

Contatti: doperunner.bandcamp.com - facebook.com/doperunner

TRACKLISTING: Dead Alive, Business As Usual, The Beginning, Smutpeddler, Bioengineering Disease, Mechanical Separation, Specific Gravity, Knuckledragger, Worthless, Relentless, Seek Refuge, Vegan For Status, Scandalous, Eat. Work. Sleep. Shit.


lunedì 29 dicembre 2014

Recensione: HERETICAL "Dæmonarchrist - Dæmon Est Devs Inversvs"
2014 - Beyond... Prod. | Paragon Records




Dall'etichetta italiana Beyond... Prod. mi giunge il nuovo full-length dei siciliani HERETICAL (attivi nella città di Caltanissetta). Il gruppo siculo formatosi nel lontano 1996 e dedito ad un feroce black metal di stampo sinfonico, ha fatto passi da gigante nello scorrere del tempo e
su questo "Dæmonarchrist - Dæmon Est Devs Inversvs" lo dimostra a pieni polmoni. I nostri, facendo leva su una buona padronanza strumentale si scagliano contro l'ascoltatore come un treno impazzito lanciato a folli velocità. Non è solo la rapidità di esecuzione a farla da padrone perché gli Heretical mettono in mostra un'interessante abilità compositiva che, si rafforza con ottimi riff di chitarra e ritmiche che non vengono mai meno in intensità e versatilità. A tutto questo si aggiunge la prova del singer Orias (munito di un timbro vocale incisivo e dannatamente oscuro). Pur non considerandola in maniera 'tipica' la formula scelta dai quattro musicisti arriva immediatamente al dunque, sommando delle varianti che danno spessore e profondità armonica anche semplicemente con un tocco di tastiera. L'intento della band è quello di rendere omaggio ad un genere musicale violentissimo sia musicalmente che liricamente, fortunatamente senza risultare monotoni o peggio, scontati. Io ho sempre affermato e lo riaffermo ancora oggi, che: il Sud Italia vanta delle formazioni estreme competitive e professionali, capaci di far rabbrividire diverse compagini presenti nella scena metal più blasonata. Può bastarvi? Consigliati.

Contatti: facebook.com/HERETICALOFFICIAL

TRACKLISTING: VICarIVS fILII DeI (Inductio), Averno Resvrrectvris, Der Monarchristvs, I Bleed Black, Devastate E Liberate (Libro Primo), The Gift, Lemegeton, Lvzifer Démasqvé, Res Satanæ Creata, Cvm Clave Diaboli, Demonmetal, Mediator Dei (Conclusio)


domenica 28 dicembre 2014

Intervista: DESECRAVITY - "LA TEMPESTA ASSASSINA"






I GIAPPONESI DESECRAVITY SONO GIUNTI AL SECONDO ALBUM DELLA LORO CARRIERA INIZIATA NELL'ANNO 2007. SONO ARTEFICI DI UN DEATH METAL VIOLENTO, VELOCE E TECNICO CHE NON MANCHERA' DI MIETERE LE SUE VITTIME. E' IL BATTERISTA / COMPOSITORE YUICHI KUDO A PRESENTARCI IL NUOVO "ORPHIC SIGNS", PUBBLICATO DALLA WILLOWTIP RECORDS.

1. Ciao Yuichi. Che succede dalle tue parti? Come è la vita in questo momento?

- Abbiamo appena concluso il nostro tour in Giappone in questo dicembre e siamo contenti di aver pubblicato il nostro nuovo lavoro "Orphic Signs". Quindi tutto va per il meglio.

2. Possiamo iniziare con questa nuova release intitolata "Orphic Signs"? Cosa puoi dirmi su queste nuove canzoni?

- Penso che siamo stati in grado di creare delle buone canzoni in questo nuovo full-length. Più varie, più tecniche, più brutali e veloci. Abbiamo espresso ciò che volevamo.

3. Cosa ispira la vostra crescita musicale?

- E' difficile da spiegare ciò, sicuramente noi abbiamo sperimentato per scrivere delle canzoni interessanti. Una delle mie opinioni è che la mia musica non è solo influenzata da altra musica, ma anche dalla vita stessa ...da ciò che si vede, da ciò che si sente... e così via. Io di solito non ascolto molta musica nel periodo in cui scrivo le mie canzoni, perché non voglio essere influenzato da qualsiasi altra cosa esterna. Voglio solo provare ad ottenere di più da me stesso e quindi lascio crescere la mia creatività.

4. Come è possibile suonare in modo diverso rispetto ai tanti musicisti impegnati nella scena death metal?

- Scrivo tutte le canzoni e immagino ciò che voglio dal mio suono. Ho solo chiesto agli altri che tipo di suoni desiderassero ed è anche per questo motivo che loro stessi mi hanno dato alcune idee di base. Lavoro seguendo le mie e le loro idee. Nel caso dei vari concerti dal vivo, mi concentro soprattutto sul suono dei kick triggers, del bass EQ e delle chitarre. E' molto importante trovare una buona frequenza di base per ogni strumento. Al pubblico voglio fornire un buon suono, equilibrato, fatto nel miglior modo possibile.

5. Puoi descriverci il concept reale che sta dietro i testi dell'album?

- Se leggete i testi delle canzoni, potrete trovare i significati di ciò che abbiamo scritto. I temi comuni parlano di miti, di storia, di cose enigmatiche e qualcos'altro di simile. Mi piace questo tipo di tematiche e sono sempre state parte della nostra scrittura e del nostro suono.

6. Quali sono le vostre considerazioni sulla scena death metal di oggi? Sono sicuro che hai visto alcuni cambiamenti rispetto al passato; pensi che tutto questo sia cambiato per il bene?

- Non penso che sia peggiore oggi... ma spero che ancora più gente si interessi al death metal, al black metal e in generale alla musica metal dell'underground. Spero anche che la gente non si soddisfi solo guardando Youtube a casa, penso che farebbero meglio a venire agli spettacoli dal vivo e sentire il suono vero. Tutte le band vivono per questo. Io credo che si ottenga un sacco di atmosfera di fronte ad un suono portato dal vivo, qualcosa che non si può sentire da un CD o da Youtube.

7. Qual è il prossimo passo per la band?

- Pensiamo solo a come distruggere la gente con la nostra musica.



CONTATTI:  desecravity.net - willowtip.com


DESECRAVITY line-up:

Yuichi Kudo - Batteria
Daisuke Ichiboshi - Basso
Shogo Tokita - Voce, Chitarra


RECENSIONE:
DESECRAVITY "Orphic Signs" 2014 - Willowtip Records



sabato 27 dicembre 2014

Recensione: ISOLE "The Calm Hunter"
2014 - Cyclone Empire




Gli svedesi ISOLE (attivi da 10 anni) hanno saputo conquistarsi una buona reputazione all'interno del movimento Doom. Quello composto dal gruppo è un sound epico, accattivante, a tratti molto malinconico, ma soprattutto intenso e farcito con tanti elementi devoti alla desolazione ambientale. Questi musicisti (giunti al sesto album), tengono vive le fiamme delle loro candele per dare uno spiraglio di luce nel grigiore che avvolge le nostre anime corrotte. I toni si fanno meno aggressivi rispetto ai primi dischi, tendendo verso atmosfere che molto devono ad alcuni dei Mentori del genere (su tutti My Dying Bride, Candlemass e primi Anathema). Quindi niente di meglio che riesumare vecchie sensazioni e proporle nel migliore dei modi all'ascoltatore, con quella dedizione rassicurante che colpisce nel segno. Un lavoro solido, articolato, ben prodotto che, tra cambi di tempo decorati con maestria e vibranti fraseggi emozionali riesce a fare rivivere i fasti del passato. Tutto questo crea un puzzle nel quale ogni pezzo è disposto nella giusta posizione. Cos'è dunque il doom metal per una band come gli Isole? Probabilmente scrivere della sacrosanta buona musica che possa rapire le attenzioni di chi acquisterà questo "The Calm Hunter". Un ritorno più che convincente.

Contatti: 

cycloneempire.bandcamp.com/the-calm-hunter
forevermore.se
facebook.com/Isoleofficial


TRACKLISTING: The Calm Hunter, Dead to Me (The Destroyer Part I), Into Oblivion, The Eye of Light, Perdition, Alone in Silence, My Regret (The Destroyer Part II)


venerdì 26 dicembre 2014

Recensione: SOULBURN "The Suffocating Darkness"
2014 - Century Media Records




...Gli ex-Asphyx, Eric Daniels (chitarra) e Bob Bagchus (batteria) fanno ritorno con un altro assalto sonoro targato SOULBURN. La band olandese a distanza di 16 anni dal precedente CD "Feeding on Angels" mette in moto tutta la grinta di cui è munita facendo scintille sul piano compositivo. Old school death/doom metal, questo continuano a proporre i nostri, una formula piuttosto classica e riconoscibile, tanto nella musica quanto nella produzione; quest'ultima adatta al genere suonato dal gruppo. A colpire duro sono delle canzoni selvagge, destinate a tutti quelli che non riescono a privarsi di certe sonorità legate ai tempi che furono. L'anima del disco fuoriesce affamata e aggredisce senza pietà. Nulla di nuovo, ma il lavoro ci viene presentato molto bene, vista l'esperienza dei membri coinvolti nel progetto. "The Suffocating Darkness" tende ad attrarre a sé l'architettura di un processo basato sugli schemi generali di funzionamento più diffusi nel settore, facendolo esplodere in tutta la sua potenza distruttrice. L'incedere dei Soulburn risulta concentrato, compatto e autorevole. Un full-length nel quale i tecnicismi non hanno importanza quanto l'impatto dei riff e della sezione ritmica. In questi 11 brani è la tensione a farsi minacciosa, minuto dopo minuto. L'eco dei Celtic Frost risuona spesso nelle fosche atmosfere di "The Suffocating Darkness". La produzione di Dan Swanö mette il punto sulla resa finale.

Contatti: facebook.com/official.soulburn

TRACKLISTING: Apotheosis Infernali (Intro), Under the Rise of a Red Moon, The Mirror Void, In Suffocating Darkness, Absinthesis, Hymn of the Forsaken II, Black Aura, I Do Not Bleed from Your Crown of Thorns, Wielding Death, Claws of Tribulation, Eden's Last Sigh (Outro)


Recensione: AC/DC "Rock or Bust"
2014 - Columbia Records




Probabilmente questa è la più GRANDE delusione dell'anno 2014! Gli AC/DC avrebbero dovuto concludere la loro carriera stellare già prima del poco convincente "Black Ice" del 2008. Questa è una band che ha scritto pagine indelebili nella storia del Rock e vederla precipitare così in basso.. è cosa davvero triste. Lo scolaretto pazzo Angus Young e soci continuano a produrre musica tenendo fede all'inconfondibile marchio di fabbrica che li ha consacrati nel Tempio dei Giganti, ma oggi, purtroppo, la scarsità di idee messe al servizio del nuovissimo "Rock or Bust" lasciano l'amaro in bocca. Dove sono finiti i veri AC/DC? Quelli che generarono i grandi classici, capolavori quali.. "High Voltage" (1976), "Let There Be Rock" (1977), "Powerage" (1978), "Highway to Hell" (1979) oppure il primo con Brian Johnson alla voce, "Back in Black" (1980). Dove è andata a finire la verve creativa di questi autentici Mostri Sacri del Rock'N'Roll? Fa male al cuore ascoltare un disco veramente fiacco, zoppicante e privo di momenti memorabili. Non c'è più la grinta di un tempo, non ci sono più i brani 'ADRENALINICI' che fanno cantare a squarciagola e, cosa ancora più amara, non c'è più il pilastro Malcom Young a dare volume al sound degli australiani (costretto a gettare la spugna perchè affetto da demenza). A creare altri disagi al gruppo ci ha pensato l'instabilità del batterista Phil Rudd. Insomma, è pur vero che il peso degli anni si fa sentire sulle spalle, però, conoscendo il valore autentico dei musicisti, non mi sarei mai aspettato che succedesse tutto ciò. Non ho altro da aggiungere. Un vero peccato!

Contatti: acdc.com

TRACKLISTING: Rock or Bust, Play Ball, Rock the Blues Away, Miss Adventure, Dogs of War, Got Some Rock & Roll Thunder, Hard Times, Baptism by Fire, Rock the House, Sweet Candy, Emission Control


giovedì 25 dicembre 2014

Recensione: IRON LAMB "Fool's Gold"
2015 - High Roller Records




Attivi già da diversi anni, gli svedesi IRON LAMB potrebbero accontentare quanti tra voi amano schiacciare sull'acceleratore ascoltando del potente rock'n'roll avvelenato con forti connotazioni punk che, molto devono allo spirito indiavolato dei mostri sacri Motörhead (quelli dei '70). La band, fondata nel 2009 e fuoriuscita dalle ceneri di alcune formazioni rinomate del metal estremo (Repugnant, General Surgery, Dismember e Bombstrike); non si risparmia, dimostrando un buon affiatamento e questo nuovo album intitolato "Fool's Gold" (pubblicato ancora una volta dalla High Roller Records) rappresenta al meglio le intenzioni dei nostri. Non aspettatevi nulla di clamoroso, ma se volete tamponare alcune delle vostre ferite con un disco schietto e sincero, troverete quello che vi serve per alleviare il dolore interno. Gli Iron Lamb picchiano con energia, confezionando un concentrato di riff/ritmiche d'impatto e linee vocali graffianti che sono adatte alla causa. Nonostante il sound sia derivativo, si percepisce da subito che al gruppo di Stoccolma piace fare musica dura, senza fronzoli e soprattutto poco articolata nell'ossatura. Sicuramente va aggiunto che questo è un lavoro adatto ai più nostalgici, un disco elettrizzante, ben composto e suonato da musicisti preparati e all'altezza della situazione. Gli Iron Lamb vanno dritti per la loro strada. Prendere o lasciare! Verrà pubblicato il 30 Gennaio 2015.

Contatti: facebook.com/Iron-Lamb

TRACKLISTING: One Way Track, Smile Now Cry Later, Feed the Fire, Backstabbers, Leave me be (guest vocals: Rob Coffinshaker), Pink Mist, Mockingbird, Center of the Universe, Rip it up, Deadend Blues



mercoledì 24 dicembre 2014

Recensione: MACMYC VS SUNDAY "Skinwalkers"
2014 - DIY




Dopo sette anni MACMYC dei DSA COMMANDO esce dalla sua tana con un nuovo album solista e un suono che più vero non si può. Ce n'è già abbastanza per alzare un bel po' di polvere nel desolante panorama hip-hop nostrano (a parte pochi validi esemplari). Questo è un musicista che sa cosa vuole da se stesso e soprattutto sa dove colpire con le proprie strofe per fare male. Fatte le doverose premesse, posso affermare con certezza che MacMyc (supportato dai potentissimi e originali beat del fido compagno di "gang" SUNDAY) può vantare un sound distintivo, vero, fatto di grondante groove hardcore che sprizza aggressività da ogni poro. L'MC savonese offre una versatilità viscerale da vero fuoriclasse e questo aggiunge punteggio al già consolidato status di cui gode nel circuito underground. Sicuramente la gavetta lo ha aiutato ad acquisire professionalità, l'esperienza live ha fatto il resto per rafforzare la sua reputazione e credibilità (!). A differenza del precedente CD "13" nel quale MacMyc si confrontava con la morte e col destino in una dura partita a scacchi, in questo autoprodotto "Skinwalkers" affila gli artigli e comincia a prendersi qualche rischio, raggiungendo risultati notevoli in brani quali "Cane Randagio", la title track, le autocelebrative "Deadkid", "Mac VS Myc", "Classe 1983"; oppure "Donato Bilancia" (ft HELLPACSO), "Nessuna Cura" (ft HELPACSO, KRIN 183), "Ghost & Goblin" (ft KRIN 183). "Tempesta Perfetta" e "Isaiah 14.12" (ft DJ ARGENTO) completano il quadro. Oltre al saper osare, MacMyc ferisce con il suo "flow" affilato, veloce, insistente, pachidermico, che mette in piena evidenza lo stile di chi è cresciuto a pane e fango di strada. Quella di Myc non vuole assolutamente essere una visione politicizzata a livello ideologico, ma se la società ha sempre partorito nuovi mostri e nuove forme di schiavitù nascoste e dunque ancora più pericolose, allora lui le analizza in ogni complessa sfaccettatura. La copertina (realizzata da Francesco Gallo), rappresenta nel migliore dei modi ciò che la musica vuole esprimere, e anche le liriche scritte per il lavoro in questione vogliono essere crude/sincere per indurre alla riflessione. "Skinwalkers" violenta il torpore che ci circonda e diventa come un inno alla battaglia dinanzi al lato oscuro dell'umanità fatto di prevaricazione, ingiustizia, manipolazione e violenza. L'intera opera è stata completamente prodotta da Sunday. Fatevi un buon regalo in questo fottutissimo Natale 2014. Mac Myc Merita Rispetto.

Contatti:

dsacommando.com
facebook.com/MAC-MYC
contact@dsacommando.com

TRACKLISTING: Full Moon / Intro, Skinwalker, Deadkid, Donato Bilancia - Prestupnik pt.2 (feat. HellPacso), Canerandagio, Night Creature / skit, Ghost & Goblin (feat. Krin183), Mac vs Myc (skyzophrenya), Nessuna Cura (feat. HellPacso / Krin183), Tempesta Perfetta, Isaiah 14.12 (feat. DJ Argento). Classe 1983, The Light / Outro








sabato 13 dicembre 2014

Recensione: SATANIC WARMASTER "Fimbulwinter"
2014 - Werewolf Records




Rimango dell'idea che il black metal e le sue tematiche occulte non sono cose per tutti e non credo che i numerosi musicisti dediti al genere si siano mai preoccupati di piacere o di essere apprezzati dalla massa. Ci sono individui che decidono per "volontà personale" di portare avanti il proprio credo in perfetta solitudine, senza l'aiuto di altri membri. Uno tra questi è il finlandese Werwolf, attivo nel circuito underground da ben sedici lunghi anni. Il guerriero scandinavo chimatato in causa è una di quelle poche persone che possono realmente vantare uno status davvero invidiabile, anche perché risulta rilevante il numero di releases messe in commercio dal '98 (oltre ai suoi 5 album ufficiali... tanti gli split editi da varie etichette minori: Darkland Rec., Satanic Terror, Nightmare Prod., Niessedrion Rec., Hammerbund Division Vinland etc.). Il curriculum vitae parla da sé. Le aspirazioni, le sue radici musicali e gli 'impulsi creativi' rimangono più o meno inalterati nel tempo. Lo scopo rimane uno, cioè, quello di spingersi oltre in velocità d'esecuzione e di migliorare nel songwriting. Va detto che dal nuovo "Fimbulwinter" non emerge nessun cambiamento sostanziale, ma solo tanta, e dico "tanta" violenza messa al servizio dei suoi fan più fedeli. Werwolf ha dimostrato che si può dare il meglio, e tutto ciò all'interno della summenzionata struttura sonora, nel nome della bestia. Nella tracklist troverete la cover dei blackster Vornat, estrapolata dal loro demo del '94 "The Flame of Satan". Il culto dei SATANIC WARMASTER è ancora vivo!

Contatti:

satanicwarmaster.bandcamp.com/fimbulwinter
facebook.com/satanic.war.terror
neuntoter.org

TRACKLISTING: Fimbulwinter's Spell, Funeral Wolves, Korppi (Vornat cover), When Thunders Hail, Dragon's Egg, Nuin-Gaer-Faun, Winter's Hunger, Silent Call of Moon's Temples


venerdì 12 dicembre 2014

Recensione: SARKOM "Doomsday Elite"

2013 - CD version: Dark Essence Records
2014 - TAPE version: Bylec-Tum Productions




Testimoni del nero culto per eccellenza i norvegesi SARKOM (attivi dal lontano anno 2002), sono considerati una delle migliori band del vecchio continente; plotone d'esecuzione ben rodato e che ha saputo esprimere il meglio per ottenere ottimi consensi dalla scena radicata nel black metal. Facendo leva sulla propria proposta bestiale, i nostri hanno cosparso di sangue le pendici della loro essenza senza risparmiarsi. Sono già tre gli album dati alla luce dal gruppo capitanato da Erik Unsgaard (attivo nei So Much for Nothing). Come molti appassionati sapranno già, il disco in questione ("Doomsday Elite") venne pubblicato nell'ottobre del 2013, ma se oggi mi trovo a scrivere queste righe non è per una mia dimenticanza personale o per un ritardo accidentale. No, nulla di tutto questo! Ora
mi trovo in sede di recensione perché il lavoro dei blackster su citati potrà godere di una elegante ristampa su cassetta (limitata a 333 copie), curata dalla label italiana Bylec-Tum Productions (fondata dal pugliese Giancarlo Gelormini). Per chi ancora non li avesse mai ascoltati prima,
i Sarkom spingono sull'acceleratore facendo leva su tutta la cattiveria interiorizzata nei dodici anni trascorsi nel sottosuolo, macinando riff blasfemi e ritmiche al cardiopalma che portano alla memoria alcuni dei pilastri del genere (potrei citare i grandi Urgehal!). Tuttavia l'opera risulta vincente grazie alla varietà dei suoi contenuti che riescono a contraddistinguerla dalle tonnellate di materiale "scarso" pubblicato negli ultimi tempi. Avevo già conosciuto la band con il seminale secondo atto "Bestial Supremacy" del 2008, e devo dire che rimasi molto colpito dall'impatto forsennato di quel CD e dall'efferatezza delle parti vocali. Ma, se devo essere sincero, l'odio che alimenta il successivo "Doomsday Elite" ha dell'incredibile. Mai un momento di fiacca, mai una perdita di concentrazione da parte dei membri coinvolti nel progetto. Il full-length riuscì a sfamare i numerosi adepti del male, ed è per questo motivo che non dovreste farvi scappare la presente versione su tape. Di seguito troverete i contatti per possedere la vostra copia. Non perdete tempo!

Contatti: 

sarkomsect.com
bylec-tum.com 
bylec-tum@libero.it 
darkessencerecords.no


TRACKLISTING: Doomsday Elite, I utakt med Gud, No Loose Ends, Inside a Haunted Chapel, Predators in Disguise, Solemn Disorder till Human Extinction, Cosmic Intellect, Stigma






giovedì 11 dicembre 2014

Recensione: N.K.V.D. "Hakmarrja"
2014 - Avantgarde Music




Questa potrebbe essere la perfetta colonna sonora mentre un nuovo giorno muore e la notte apre il suo sipario agli incubi e deliri annidati dentro ognuno di noi. Nonostante il debutto "Vlast" (2011) avesse annunciato il sopraggiungere di un talento straordinario e originale, erano incerte le modalità secondo cui a quel lavoro (lasciando per un attimo da parte l'EP dell'anno 2007 "Diktatura") sarebbe stato consentito di sviluppare o di rintracciare il proprio ruolo in un'industria musicale sempre più votata al riciclaggio, finanche a livello indipendente. Seguire il sentiero ben tracciato precedentemente poteva essere la scelta giusta. E così avvenne. Ecco come presumibilmente L.F. è riuscito a far trascorrere i successivi anni nel tentativo di dar vita a un'altra delle sue crude allucinazioni, totalmente personali e di grandissimo trasporto emotivo!!! Il contatto perverso e inevitabile tra queste ossessioni genera una luce accecante, all'interno di una visione malata e dannatamente industriale. Tutte le creazioni presenti nel nuovo "Hakmarrja" (edito dall'italiana Avantgarde Music) sono emanate da un'entità intrappolata in un luogo sconosciuto, collocato al di là della paura, della solitudine, del disprezzo. Per la maggior parte del minutaggio dei brani ho respirato il soffio acido di numerose anime dannate e condannate all'ultimo supplizio, il peggiore
che potessi immaginare. Ciò che ritengo fondamentale è che tutto passa attraverso un singolo scenario apocalittico, sconvolgente ed effimero. E' un disco realizzato per spingersi ancora più verso l'oscurità, scavando nelle piaghe dell'inconscio, avvicinandosi il più possibile a quella che è la fonte da cui il progetto francese N.K.V.D. trae ispirazione e linfa vitale: "Il tormento"! Gli arrangiamenti orchestrati fanno la differenza, nel senso che ogni strumento/rumore utilizzato ha un proprio eco e un contrappunto, come le disturbanti metriche vocali messe al servizio del sonwriting da Cod.5111 e da Arthur Von Darkwood (quest'ultimo presente solo su "Za Krajla", "Travail Famille Patrie", "U.C.K"). Lo scorrere del tempo porta in evidenza un immaginario molto violento, ricco, complesso, dettagliato, espressivo, paragonabile ad un dipinto dalle tinte cupe ed inquietanti (come la copertina curata dall'artista Juha Arvid Helminen); insomma un linguaggio che diventa più contorto e raffinato dopo svariati ascolti... un flusso maligno tra Industrial e Black Metal che incatena la carne del corpo al muro della stanza per farla sanguinare fino all'ultima goccia. Ora "Hakmarrja" ha ripreso a girare per la quarta volta... la mia penna ha arrestato il suo movimento... la cenere della sigaretta cade giù e in un attimo viene spazzata via dall'onda d'urto del suono. N.K.V.D. torna con un'altro capitolo che sarà altrettanto destinato ad amplificare i connotati del genere. Consigliato!

Contatti: 

avantgardemusic.bandcamp.com/hakmarrja 
avantgardemusic.com
facebook.com/nkvdmetal

TRACKLISTING: Exordium, Hakmarrja, Wolfsschanze, Za Krajla, The Invisible Empire, Travail Famille Patrie, Batallion Vostok, U.C.K, Red Silence, Excipit


mercoledì 10 dicembre 2014

Intervista: SINMARA - "L'INFERNO TRA I GHIACCI"






BJARNI EINARSSON, BATTERISTA DEI SINMARA E' FIERO DELLA SUA BAND E DELLE SUE CONVINZIONI. QUESTI BLACKSTER ISLANDESI HANNO PUBBLICATO DA POCO UN ALBUM INTENSO, ELABORATO E DANNATAMENTE INFERNALE, INTITOLATO "APHOTIC WOMB" (MESSO IN COMMERCIO DALLA TERRATUR POSSESSIONS). I SINMARA NON VI LASCERANNO SCAMPO, SONO SPIETATI E NON RINUNCIANO ALLA LORO VERA IMMAGINE GUERRIERA, AL LORO AMORE PER IL BLACK METAL CHE NON AMA LE CONTAMINAZIONI PROGRESSIVE. CONOSCIAMOLI MEGLIO IN QUESTA BREVE INTERVISTA.

1. Ciao Bjarni. E' stato pubblicato il vostro album di debutto intitolato "Aphotic Womb". Personalmente lo trovo intenso, oscuro, violento. Lo puoi approfondire per i lettori di Son od Flies webzine?

- Il nostro obiettivo era quello di creare un'opera del tutto avvincente capace di unire diversi elementi, tra i quali quelli estetici, e con essi attirare l'attenzione dell'ascoltatore. Ovviamente è più oscuro e intenso rispetto al nostro precedente EP "Spiritus Sankti". Tutti siamo cresciuti a livello individuale e soprattutto come musicisti, quindi le sensazioni sono decisamente migliori. Ora eseguiamo la nostra musica nel migliore dei modi.

2. Buona parte del suono dei Sinmara sembra influenzato da gruppi estremi come Dissection, Watain, Unanimated ... ma la vostra musica riesce anche ad essere fresca e personale. C'è qualche verità in questo? Come siete arrivati ad ottenere il vostro approccio musicale?

- Infatti, siamo stati influenzati dalla scena ortodossa dei nostri primi periodi. Oggi, preferiamo concentrarci sulle caratteristiche individuali per dare vigore all'immagine emblematica della band; ma senza sentirci condizionati da qualcosa che proviene dal di fuori. Il nostro suono si cocretizza in maniera naturale. Ogni componente arriva ad esprimersi seguendo le proprie condizioni personali.

3. Quando scrivete la musica, partite dal concept che caratterizzerà ogni canzone, oppure preferite sviluppare il sound analizzando le varie idee individuali o i riff portati in sala prove? Puoi dirci qual è il vostro modus operandi? Vi concentrate prima sul tappeto musicale e poi adattate i testi su di esso?

- Le canzoni, di solito, sono scolpite da singoli riff e da vari passaggi portati in sala prove dai chitarristi della band. Anche il nostro singer scrive la musica e alcuni dei riff. Concretizziamo uno sforzo collettivo e ognuno porta qualcosa sul tavolo. Di solito i testi vengono scritti dopo aver completato la musica, ma a volte può succedere che abbiamo l'idea su di un concept lirico mentre stiamo lavorando su di un brano.



4. Quanto tempo avete passato in studio? Potresti parlaci della fase di composizione e produzione...

- La registrazione dell'album è stata fatta tra maggio 2012 e dicembre 2013. E' stato un lungo processo di scrittura anche per avere il tempo di discutere e studiare i dettagli. La musica è stata registrata prima di scrivere i testi, quindi un anno è trascorso per completare le liriche e per registrare le parti vocali. E' stato un processo lungo e terribile ma alla fine siamo rimasti tutti soddisfatti del risultato ed ogni cosa nel lavoro rispecchia le nostre aspettative.

6. Come descrivereste voi stessi musicalmente?

- Suffocating yet Spellbinding.

7. Giunti a questo punto, cosa vi piacerebbe migliorare della band o del vostro sound?

- Siamo abbastanza soddisfatti della direzione intrapresa. Di giorno in giorno stiamo crescendo musicalmente, e vorremmo suonare molto di più al di fuori del nostro paese. Solo il tempo ci porterà delle risposte.

8.Quali saranno i prossimi passi per la band?

- Per lo più suonare dal vivo e scrivere nuovo materiale.

9. Grazie per l'intervista! Vi auguro il meglio!

- Grazie per il supporto!



CONTATTI: 

sinmara.com 
facebook.com/sinmaraofficial 
sinmara.bandcamp.com/releases



SINMARA line-up:

Ólafur Guðjónsson - Voce
Garðar S Jónsson - Chitarra
Bjarni Einarsson - Batteria (Slidhr, Wormlust)
Þórir Garðarsson - Chitarra (Svartidauði)
Stephen Lockhart - Bassp (Rebirth of Nefast)


RECENSIONE:
SINMARA "Aphotic Womb" 2014 - Terratur Possessions



martedì 9 dicembre 2014

Recensione: SORDIDE "La France a peur"
2014 - Avantgarde Music




La musica dei SORDIDE, per eccelenza figli della madre Francia, somiglia inquietamente alla Nazione che li ha generati. Sa essere fredda, piena di forti contrasti, ma anche maestosa e per certi versi provocante. La loro fortuna è quella di potersi avvalere della promozione di una label seria come la nostrana Avantgarde Music che, come molti sapranno, dal lontano 1994 è riuscita a dare vetrina e supporto a numerose band di spessore (tra le quali Katatonia, Abigor, Alternative 4...). E mentre la società di oggi si porta in casa quantità "vergognose" di m**** confezionata nel circuito mainstream, i Sordide aprono il cerchio alla bestia appoggiati dall'etichetta (su citata) fondata da Roberto Mammarella (Monumentum ed ex-Cultus Sanguine). A primo ascolto l'album d'esordio "La France a peur" mi ha riportato alla brutalità lacerante della prima ondata del black m. (quello esploso nei primi anni '90), ma già al secondo giro, i Sordide mi hanno rapito, proprio perché non si sono limitati a creare un prevedibile copia/incolla sui soliti vecchi esponenti del genere. Il gruppo evidenzia la componente live seguendo la propria chiave di lettura, in modo da far risultare l'intero approccio molto più spontaneo e diretto. I brani si presentano carichi di rabbia, con una buona varietà di registro ed anche le vocals vengono utilizzate come un vero e proprio strumento. Il sound riserva delle piacevoli sorprese in canzoni quali "Ni nom ni drapeau" (fantastica nella sua parte centrale), "Gloire", la ruvida title track, la conclusiva "Violence" (nella quale il cantante si soffoca a mani nude raggiungendo picchi elevati di disperazione). Una voce graffiante che in certi passaggi morde con le stesse tonalità strazianti utilizzate dalla frangia più depressiva tra i blackster. C'è da considerare il fatto che non mi trovo di fronte alla solita trasposizione di gratuita blasfemia e di stucchevole frastuono. Dalle tracce del disco emerge la personalità di tre musicisti che oltre a gettare litri di benzina sulle fiamme ardenti, vogliono carbonizzare l'attenzione dell'ascoltatore. Un inizio davvero promettente.

Contatti: 

avantgardemusic.bandcamp.com/la-france-a-peur
avantgardemusic.com
facebook.com/sordideband

TRACKLISTING: Ni nom ni drapeau, Blâme, Gloire, L'innocence, La France a peur, Pauvre Histoire 01:50 , Violence


lunedì 8 dicembre 2014

Recensione: CADAVERIA "Silence"
2014 - Scarlet Records




...E' stato pubblicato "Silence"! Uno dei dischi più attesi del 2014 sul suolo italico. Ovviamente sto parlando di CADAVERIA, musicista piemontese che ha già scritto il suo nome nella storia del metal nostrano e che ha saputo far parlare di se oltre confine. Traguardo importantissimo se si tiene in considerazione che, la band ha già all'attivo cinque album in tredici anni di carriera e un'attività live davvero invidiabile. Il nuovo disco dei nostri non segue nessuna formula nordica e non prende riff già triti e ritriti per raggiungere la vetta. "Silence" assorbe influenze che arrivano dal gothic, dal thrash, dal doom e dall'horror metal; sonorità che mescolate insieme non stonano affatto all'interno di questo ensamble dalle tinte cupe. Credo che i Cadaveria abbiano raggiunto una maturità artistica di tutto rispetto per poter lavorare sui loro brani senza dover per forza sentirsi legati al "paradosso" di uno stile. Ciò che conta è la qualità e devo dire che nell'album in questione di idee interessanti ce ne sono veramente parecchie. Prendete come esempio le varie "Carnival of Doom" (impreziosita dalle parti pulite di voce) o "The Soul That Doesn't Sleep" (attraversata da una tormenta gelida che trascina l'anima sui sentieri sterrati degli inferi). Da "Death, Again" sgorgano fontane di lava incandescente, riversate sui nostri corpi umidi e decadenti. Altra song da menzionare è la lenta "Loneliness" con quei rintocchi di campana iniziali che festeggiano la crescita del gruppo e annunciano la morte dell'umanità. Questi sono solo alcuni pezzi estrapolati da "Silence". Mi ha colpito l'utilizzo della voce e l'abilità con cui la singer riesce a strisciare tra le diverse atmosfere. Bravi i restanti componenti perché danno vigore al concept. Purtroppo, al giorno d'oggi, chiunque, persino un dilettante, può prendere una composizione e ficcarla in un disco. Per me è fondamentale quando un brano non se ne sta solamente lì appiccicato ad una tracklist. Deve possedere degli ingredienti che siano adatti a far parte della trama. Se non lo avete ancora capito, i Cadaveria possiedono e custodiscono la giusta pozione magica. Disco da ascoltare abbandonando ogni forma di futile pregiudizio. Convincenti per la quinta volta.

Contatti: cadaveria.com - scarletrecords.bandcamp.com/silence

TRACKLISTING: Velo (The Other Side of Hate), Carnival of Doom, Free Spirit, The Soul That Doesn't Sleep, Existence, Out Loud, Death - Again, Exercise1, Almost Ghostly, Loneliness, Strangled Idols




Intervista: THANATOS - "L'ORA DELLA PURIFICAZIONE"






E' UN ONORE PER ME DARE SPAZIO AD UN GRANDE MUSICISTA COME STEPHAN GEBEDI CHITARRISTA CANTANTE DEI THANATOS (OLTRE CHE COMPONENTE DI ASPHYX E HAIL OF BULLETS), UNO DEI GRUPPI STORICI DEL DEATH METAL EUROPEO. 30 ANNI DI ONORATA CARRIERA LA DICONO LUNGA SU QUESTA FORMAZIONE. IL NUOVO "GLOBAL PURIFICATION" E' UNA MAZZATA IN PIENO VOLTO E SONO CERTO FARA' LA GIOIA DI TUTTI I DEATHSTER PIU' INTRANSIGENTI.

1. Ciao Stephan. Come va in questo periodo?

- Ciao, beh se devo essere sincero, negli ultimi due mesi ho avuto alcuni momenti difficili a livello personale, ma in questo momento è tutto ok.

2. Prima di tutto, congratulazioni per il vostro nuovo lavoro "Global Purification". Lo sto consumando da quando è uscito nel mese di novembre. Quanto tempo è stato impiegato per scrivere e registrare i brani?

- Grazie Christian, è sempre bello sentirsi dire queste parole. In realtà la scrittura e la registrazione di questo lavoro sono andate abbastanza lisce. Abbiamo iniziato a scrivere le canzoni nell'aprile / maggio 2013.
I brani erano tutti pronti nel gennaio di quest'anno. Le riprese della batteria sono state fatte in Germania nel mese di febbraio. Poi, ci siamo ritagliati un po' di tempo libero per mettere a punto gli accordi delle chitarre e i testi. Nel mese di aprile registrammo le chitarre e il basso nello studio a casa del nostro chitarrista (Paul), mentre nel mese di maggio ho registrato le parti vocali in uno studio qui a Rotterdam. Dan Swanö si è occupato del mix e del mastering nel mese di luglio. L'album era pronto a fine di luglio, mentre l'intera opera è stata completata in agosto.

3. Sei contento di come è venuto fuori il disco? Ha soddisfatto le vostre aspettative/aspirazioni? "Global Purification" rispecchia quello che un disco dei Thanatos dovrebbe essere in questo particolare periodo storico?

- Sì, sono soddisfatto e lo stesso vale per l'intera band. Il risultato finale rispecchia ciò che volevamo. In questo momento non c'è niente che cambierei dell'album o del suono.

4. Sei ancora entusiasta di far parte di questa band dopo 30 lunghi anni di attività?

- Diciamo che mi sono emozionato ancora una volta ascoltando questo bel disco uscito a 30 anni di distanza dalla nascita della band. Si, sono davvero entusiasta di far parte dei Thanatos. Ci sono stati dei momenti in cui volevo staccare nuovamente la spina da questa band, anche perché molte volte ci siamo ritrovati a combattere una battaglia senza fine con le merdose etichette discografiche, poi, si è aggiunta la sfortuna e la cattiva promozione riservata alla band ecc. Ma io sono molto contento che abbiamo perseverato e sono felice che finalmente siamo riusciti a trovare una buona etichetta discografica, capace di supportare adeguatamente la band. ...Naturalmente i ricordi che vanno alla pubblicazione del nostro primo disco rimarranno sempre speciali...



5. Hai mai pensato di scartare del materiale sonoro nel periodo in cui stavate scrivendo le canzoni per questo "Global Purification"? Intendo dire qualcosa che ritenevi poco efficace o che non poteva adattarsi sul disco...

- Non proprio, se avessimo avuto dei riff poco efficaci o idee non buone le avremmo sicuramente buttate via. Dopo aver scritto 10 buone canzoni, ci siamo fermati con il processo di composizione e abbiamo iniziato a registrarle. Non c'è stato tempo sprecato.

6. I Thanatos hanno avuto una lunga storia nella scena del metal estremo e il nome della band è ormai conosciuto in tutto il mondo... molta gente vi segue e vi supporta. Avresti mai immaginato di arrivare fino a qui con i Thanatos? Siamo nel 2014 e sono trascorsi 30 anni. E' incredibile!

- Haha, credo che nessuno che inizia a suonare in una band potrebbe mai pensare a 30 anni in avanti. A quei tempi volevamo solo suonare musica veloce e pesante ed essere più estremi di tutte le altre band olandesi attive in quegli anni... Ci siamo ispirati agli Slayer, ai Venom, alle prime demo di Possessed, Mantas, Hellhammer / Celtic Frost etc.. Volevamo fare qualcosa di altrettanto estremo. In Olanda ci sono stati un paio di gruppi estremi che suonavano un po' più veloce di noi, ma nessuna vera thrash / death / metal band.

7. Il vostro sesto album "Global Purification" è uscito nel novembre del 2014 e sembra stia piacendo molto ai fan della band ma anche ai magazine di settore. Che differenze riscontri tra queste nuove canzoni e quelle presenti sui vostri album precedenti?

- Penso che il nuovo disco sia più o meno la continuazione del precedente "Justified Genocide", ma questa volta un po' tutto ha funzionato meglio; le canzoni sono più forti e più compatte e nel complesso anche i suoni dell'album. La produzione è migliore, l'artwork di copertina è davvero ottimo. Tutto è al posto giusto. "Realm Of Ecstasy" del 1992 è sempre stato il mio album preferito dei Thanatos, ma con "Global Purification" sono abbastanza sicuro che abbiamo finalmente superato quel lavoro...

8. Quali band hanno influenzato la musica di Thanatos?

- Per lo più gruppi come Venom, Slayer, Dark Angel, Possessed, Death e Celtic Frost... ma se si guarda un po' oltre credo siamo anche stati influenzati dai Mercyful Fate o dai vecchi Iron Maiden. In linea di massima sono fondamentali tutte le band con cui siamo cresciuti.

9. Quando hai capito che il Death Metal era il genere che ti avrebbe rappresentato meglio?

- Quando l'ho ascoltato per la prima volta, haha!

10. Grazie Stephan. Grazie per la tua disponibilità. Buona fortuna per tutto!

- Grazie a te e spero di vederti in uno dei nostri prossimi concerti. Cheers!



CONTATTI: thanatos.info - facebook.com/thanatos333


THANATOS line-up:

Stephan Gebédi - Voce, Chitarra
Paul Baayens - Chitarra
Yuri Rinkel - Batteria
Marco de Bruin - Basso


BAND picture by Erik Wijnands


RECENSIONE:
THANATOS "Global Purification" 2014 - Century Media


domenica 7 dicembre 2014

Recensione: GALE "Vol. 1"
2014 - DIY




Prima release ufficiale per questa band proveniente da Phoenix (Arizona). I GALE pur essendo una nuova formazione nata nel 2014, può vantare un sound veramente maturo. Usciti dalla bolgia dello sludge metal odierno,
i nostri (a differenza di altri) vanno a delineare i tratti marcati del loro carattere con risolutezza. I quattro musicisti non utilizzano degli arrangiamenti artefatti o particolarmente indecifrabili per rafforzare
la propria inventiva, piuttosto, costruiscono un muro sonoro al cemento armato, innalzato da ritmiche pesantissime, da riff ficcanti, immediati, a tratti "dissonanti", e da una voce sofferta che leviga l'intero blocco monolitico senza accusare nessun calo performativo. Vanno subito al sodo. L'esordio intitolato semplicemente: "Vol. 1", trasmette tutta l'Angoscia di questi individui, spinti all'aggressione da sentimenti intensi e da istinti primordiali. Nonostante si possano paragonare ad altre entità blasonate del settore, i Gale ne escono ugualmente a testa alta, grazie alla bravura con cui esternano certi deliri interiorizzati. Nella musica concepita per il disco non mancano gli influssi drogati dello stoner e sfuriate black abbastanza inaspettate (come nella song conclusiva "Burn Your Person"). Insomma, un suono ricco di energia che, concede più di una chance a questa band americana. "The Counseled" è la mia preferita del lotto. Spero che otterranno quello che meritano anche perché si stanno dando un gran da fare sul fronte dei concerti (hanno supportato nomi di tutto rispetto quali EyeHateGod, Today Is The Day, Corrections House...). Un esordio convincente. Potete ascoltarli su bandcamp.

Contatti: gale.bandcamp.com - facebook.com/officialgale

TRACKLISTING: To Be Free, The Counseled, To Build a Fire, Unsung, Burn Your Person


sabato 6 dicembre 2014

Recensione: CRETIN "Stranger"
2014 - Relapse Records




Il cammino dei californiani CRETIN li ha spronati a sviluppare il proprio stile, espandendolo verso direzioni diverse. Sicuramente tutto questo è un bene, a prescindere dai gusti oggettivi di ogni ascoltatore. Rispetto al precedente "Freakery" (2006) i toni si sono maggiormente estremizzati. Al contrario, invece, le parti vocali di Marissa Martinez-Hoadley hanno mantenuto le stesse graffianti connotazioni pur risultando migliori negli arrangiamenti (come è giusto che sia dopo 8 anni di silenzio). Le radici musicali del gruppo si trovano nel grindcore/hardcore degli anni '90, ma il tutto è rivisitato alla luce di un modus operandi più contemporaneo ed evoluto. Ed è così che emergono gli assalti frontali di "It", "The Beast and the Drowning Bucket", "We Live in a Cave" oppure la devastante title track. Da non sottovalutare altre 2 valide mazzate sul piano strumentale: "Honey and Venom" e "They Buried the Lunchbox", entrambe impiantate nella coda della tracklist. Fanno un gran rumore i Cretin e fortunatamente lo sanno anche controllare bene. Nulla da rimproverare ai quattro musicisti coinvolti nel progetto (per chi non lo sapesse: la line-up è formata da una coppia di donne e una di uomini). Il livello tecnico-compositivo è degno di nota. I Cretin di "Stranger" hanno osato, ed è quello che conta per me. Quando gli strumenti vengono suonati con la passione e sudore il risultato finale è sempre più che soddisfacente. Implacabili!

Contatti: cretin.bandcamp.com/album/stranger - facebook.com/Cretanic

TRACKLISTING: It, Ghost of Teeth and Hair, The Beast and the Drowning Bucket, Knights of the Rail, We Live in a Cave, Sandwich for the Attic Angel, Stranger, Mister Frye - the Janitor Guy, Mary Is Coming, Honey and Venom, Freakery, They Buried the Lunchbox, Husband?, How to Wreck Your Life in Three Days.


Intervista: GHOST BRIGADE - "IL VERO SENSO DELLA VITA"






I FINLANDESI GHOST BRIGADE NON HANNO BISOGNO DI PARTICOLARI PRESENTAZIONI ANCHE PERCHE' LA LORO MUSICA NON HA FATICATO A TOCCARE IL CUORE DI TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO ABBANDONARSI IN ATMOSFERE PROFONDE, OSCURE E A TRATTI MALINCONICHE. IL MESE SCORSO LA SEASON OF MIST HA DATO ALLE STAMPE "IV: ONE WITH THE STORM", PER QUESTO NE HO APPROFITTATO PER CONTATTARE WILLE NAUKKARINEN, UNO DEI DUE CHITARRISTI DELLA BAND.

1. Ciao Wille. Grazie per aver trovato il tempo per rispondere alle mie domande.

- Nessun problema, sono felice di avere la possibilità di risponderti.

2. I Ghost Brigade sono progrediti molto nel corso degli anni. Agli inizi eravate una band più vicina a sonorità doom mentre oggi il vostro sound si è evoluto in qualcosa più vicino al rock e al post-metal. Puoi dirci cosa ha ispirato questo cambiamento nel sound e nello stile?

- Beh, ad essere onesto, non vedo un cambiamento drastico. Voglio dire, ci sono delle canzoni sul nostro primo demo che avremmo potuto facilmente inserire sul nuovo album e viceversa. Naturalmente, il nostro songwriting progredisce lungo il percorso ed è per questo motivo che il suono passa anche attraverso piccole modifiche. Ci sono più varianti e il contenuto è molto più ragionato e dettagliato. In realtà non c'è stato alcun discorso consapevole o alcuna decisione per cambiare il nostro modo di suonare. Per noi la cosa principale è quella di scrivere delle buone canzoni nel miglior modo possibile.

3. Che differenze riscontri tra il songwriting del nuovo "IV: One with the Storm" e quello per i vostri precedenti album? Come si è svolto il processo di scrittura e la conseguente registrazione del disco?

- In passato la scrittura era molto diversa. Per gli album precedenti ho sempre riportato le canzoni su demo e dopodiché inviavo uno scheletro del materiale agli altri ragazzi del gruppo. Questa volta ho lasciato che le mie idee maturassero nella mia testa per ben sei mesi prima di registrare qualche demo. Ecco come sono nate le prime sei canzoni per questo album. Inoltre, abbiamo anche un nuovo bassista e un tastierista permanente, e questo oltre a dare un contributo fondamentale, ha fatto la differenza. Avevo delle idee davvero interessanti per alcune parti dell'album. Il processo di registrazione è stato molto stressante. E' stato un disco difficile da produrre ma per fortuna abbiamo registrato in uno studio vicino alla nostra città natale insieme ad un nostro amico, quindi non abbiamo dovuto fare le cose di fretta.

4. A che punto del processo compositivo avete deciso di utilizzare il titolo dell'album? Qual è il suo significato?

- Il titolo dell'album è fondamentalmente un enorme dito medio verso tutte le difficoltà che abbiamo avuto in studio durante le sessions di registrazione. Racchiude il significato di come si devono superare gli ostacoli.



5. Sono incuriosito dal concept dei testi. Qual è il vostro processo di scrittura? Che tipo di ispirazioni e influenze abitano la vostra mente prima di comporre il lato lirico delle canzoni?

- Per questo album Manne ha scritto circa la metà dei testi mentre io ho curato la restante. La mia ispirazione principale è sempre stata la vita in generale e le esperienze che attraversano un essere umano. Spesso i testi che scrivo sono molto personali, come fossero pagine di un diario. Credo che le fonti di ispirazione di Manne siano simili alle mie, anche se scriviamo da angolazioni completamente diverse. Io sono quello più positivo nella scrittura, credo.

6. Avete mai pensato all'influenza che i Ghost Brigade hanno avuto sulle altre band del genere nel corso degli anni? Anche perché è giusto dire che avete un eclettico mix di influenze. Quali sono le vostre diverse muse ispiratrici durante la scrittura della musica?

- Come ho già detto precedentemente, la vita è la mia principale fonte di ispirazione e ovviamente lo è anche per la musica che scrivo. Per quanto riguarda le influenze musicali, è davvero difficile da dire, perché come hai detto tu stesso, è un mix eclettico di cose diverse. Nel gruppo tutti abbiamo vari gusti musicali, non ci fermiamo in un genere specifico. Se cominciamo a parlare di musica, potrebbe riguardare qualsiasi genere, dai Canned Heat ai Massive Attack, dai Breach al death metal dei primi anni '90. Siamo anche amanti del vinile e collezioniamo tanta musica. Se la musica è buona non abbiamo pregiudizi di genere.

7. C'è un luogo o città in cui non avete ancora suonato dal vivo o che desiderereste raggiungere?

- Christian, il mondo è pieno di posti in cui ci piacerebbe andare a suonare. Un giorno desidererei raggiungere posti come l'Islanda o l'Alaska e vedere com'è la scena laggiù.

8. Quali sono i vostri progetti per il prossimo anno?

- I Ghost Brigade celebreranno 10 anni di attività nel 2015, inoltre abbiamo un nuovo album è ciò significa un sacco di tour. Cercheremo di suonare il più possibile. Nessun altro piano al momento.

9. Grazie mille per l'intervista. Vi auguro il meglio per la vostra carriera.

- Anch'io ti auguro il meglio Christian. Grazie per l'intervista, lo apprezzo davvero.



Contatti:

ghostbrigade.bandcamp.com/album/iv-one-with-the-storm
facebook.com/ghostbrigade



GHOST BRIGADE line-up:

Manne Ikonen
Wille Naukkarinen
Tommi Kiviniemi
Veli-Matti Suihkonen
Joni Saalamo
Joni Vanhanen


RECENSIONE:
GHOST BRIGADE "IV: One with the Storm" 2014 - Season of Mist





venerdì 5 dicembre 2014

Recensione: FEROSITY "Blasphemous Verses"
2014 - Let It Bleed Records




Ancora death metal europeo, questa volta dalla Polonia. I FEROSITY fanno ritorno sulle scene con il nuovo "Blasphemous Verses" che riconferma la grinta del combo di Varsavia. Come da manuale il songwriting è rafforzato da robusti stop and go capaci di dare slancio all'incedere del gruppo. La valanga di riff messi in moto dai chitarristi Habib e Marro sono dinamici e abbastanza flessibili, ed è per questo che si fondono alla perfezione con la trapanante sezione ritmica tenuta in piedi da Sebek e Tobek. Non è da meno il lavoro svolto dall'ex singer Pavulon, munito di un timbro che ricorda Glen Benton dei Deicide. Anche la formula adoperata dai Ferosity è simile a quella consumata negli anni dagli americani citati poc'anzi, tanto che, durante l'ascolto del disco la mia mente ha disegnato un ponte che mi ha riportato al meno influente "Serpents of the Light" uscito nel 1997. Nulla di originale ma comunque efficace per chi si sa accontentare. La prassi è sempre la stessa! Chiunque di voi sia un fan del genere, può immaginare che da gruppi come i Ferosicy non ci si può aspettare nulla di memorabile sul piano compositivo. Insomma, l'intera proposta tiene fede alle regole imposte nel settore. Senza compromessi, nel bene e nel male!

Contatti: ferosity.bandcamp.com - facebook.com/Ferosity

TRACKLISTING: Ritual, Blood Red Sodomy, They Rise, Damned, Master Of Suffering, Black Cassock, Empire Of Death, This Is The End, Dawn Of Hell On Earth, Addicted To Kill

giovedì 4 dicembre 2014

Recensione: IDES OF GEMINI "Old World New Wave"
2014 - Neurot Recordings




L'ultimo album dei californiani IDES OF GEMINI viene nuovamente dato alle stampe dalla rinomata Neurot Recordings; lavoro che, si espone alla luce del sole mantenendo una certa distanza da tutto ciò che vive e respira al di fuori del sottosuolo. Questa è una creatura davvero particolare nella sua natura apparentemente normale. La musica composta dal gruppo guidato dalla cantante / bassista Sera Timms ondeggia tra fosche atmosfere doom e spazi disagevoli in cui cresce una flora secca, deturpata e morente. Si, "La vita è un pendolo che oscilla tra gioia e dolore". Le 9 canzoni del disco si trascinano su di un minutaggio consistente, proprio perché il tempo assume un valore fondamentale: dilata ogni granello del suono e mette in scena una teatralità arrangiata con grande accuratezza. Gli Ides of Gemini non sono di facile assimilazione, soprattutto se non avete una certa dimestichezza con tali sonorità, spesso ripetitive. Viene spontaneo sottolinearvelo. Le buone idee di questi musicisti fluttuano in maniera costante nell'ampiezza del mistero e dell'ignoto per scrutare le più cupe profondità dell'anima. Un processo di ricerca interiore fondamentale per espellere sensazioni distanti da quelle che dominano il mondo che ci sta intorno. "Old World New Wave" manifesta degli scenari molto avvolgenti e caratterizzati da un'energia indomabile. Ho apprezzato la proposta della band anche se in alcuni momenti lo sbadiglio è stato inevitabile.

Contatti: idesofgemini.com - facebook.com/IdesofgeminI

TRACKLISTING: Black Door, The Chalice & the Blade, Seer of Circassia, White Hart, May 22, 1453, The Adversary, Fememorde, Valediction, Scimitar



mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione: BUNKER 66 "Screaming Rock Believers"
2014 - High Roller Records




Che i nostrani BUNKER 66 vadano contro corrente è cosa già risaputa e non è un caso se numerosi appassionati del Blackened Thrash Metal li stanno apprezzando e supportando senza riserve (tra i tanti, un certo Fenriz dei Darkthrone... ma questa è un'altra storia che, pur essendo positiva, non aggiunge nulla al valore intrinseco della proposta dei tre messinesi). E che una volta per tutte sia chiaro a quanti si sono avvicinati a loro per questo motivo. I nostri hanno già confezionando diversi lavori: l'EP "Out of the Bunker" (2009), Alive & Melting EP (live album) del 2011, lo split con i Barbarian (2012) e il debutto "Infernö Interceptörs" dello stesso anno (quest'ultimo, consumato a dovere prima di recensirlo sulla mia Son of Flies webzine). I Bunker 66, tenendo i piedi saldi a terra e facendo leva sulla forza della musica, fanno capire che in tale genere qualcuno prima o poi dovrà fare i conti con loro. Il nuovo disco "Screaming Rock Believers" mette in luce il carattere, l'attitudine, la perseveranza di questi musicisti, legati a quella coerenza stilistica che può essere anche vista come un tributo a quei gruppi riconducibili alla cosiddetta New Wave of British Heavy Metal scene degli '80. I riff di chitarra e la struttura generale delle sonorità si muovono in linea con quella scuola di pensiero; brani semplici, istintivi, immediati che, colpiscono subito al cuore. Compatti e ruvidi come sempre, i Bunker 66 tornano in pista con un CD teso, sfrontato, sincero, senza fronzoli; piacevole da ascoltare e riascoltare mentre si stappano una serie di birre ghiacciate o tenendo tra le mani una buona bottiglia di whisky d'annata!! A questo punto della carriera del gruppo, non è che mi aspettassi una particolare rivoluzione o innovazione. "Screaming Rock Believers" ci trascina in un vortice di sensazioni velenose e dirette, alimentate da quella tipica irruenza punk, ormai marchio di fabbrica di D. Thorne (Basso / Voce), B. Incinerator (Chitarra / Backing Vocals) e D. Altar (Batteria / Backing Vocals). Non posso che gioire per il ritorno di questi ragazzi siciliani. Un lavoro adatto a chi cerca soluzioni ben lontane da quelle tipiche del metal di oggi. Apre le danze "Seduce Me Tonight" cover dei Celtic Frost. Avanti così!

Contatti: bunker66.bandcamp.com - facebook.com/Bunker66

TRACKLISTING: Seduce Me Tonight (Celtic Frost cover), Another Victim, Ghetto Dwellers, Screaming Rock Believers, On the Prowl, Cannons of Satan, (She's Got) Demon Eyes, Rulin' Like a Tyrant, Nightdemon