IL SOUND DEGLI ABATON, PROVENIENTI DALL'EMILIA-ROMAGNA, E' IL RISULTATO DI UNA SPERIMENTAZIONE CONTINUA, CHE LI RENDE UNO DEI GRUPPI PIU' VALIDI DEL PANORAMA ITALIANO. ERA QUINDI DOVEROSO FARE UNA CHIACCHIERATA CON I MUSICISTI DI FORLI'.
1. Ciao ragazzi. Iniziamo l'intervista con una breve presentazione del gruppo? Indispensabile per chi ancora non conosce il nome degli Abaton.
- Il progetto Abaton nasce nel 2009 con il preciso intento di creare qualcosa di significativo a partire dalla sintesi dei singoli elementi che lo compongono. Ognuno di noi con un bagaglio specifico e unico ma che sommato al resto dona una personalità ben distinta al gruppo.
2. Potete raccontarci dei particolari sulla fase compositiva del vostro nuovo album?
- Visto il cambio di line-up affrontato, il nuovo album è stato composto in maniera differente da Hecate. Ci siamo affidati, però, come del resto abbiamo sempre fatto, al potere dell’improvvisazione che, essendo per noi un momento di grande ispirazione, permette di trovare ed estrapolare poi le componenti migliori e più in linea con l’armonia generale che vogliamo conferire al brano. Ciò partendo, in egual misura, da basso, batteria o chitarra. Ciò che ne risulta comprende l’impegno, tutte le idee e la soddisfazione di tutti i componenti.
3. Gli arrangiamenti sono abbastanza articolati... Cercate di mantenere le vostre idee aperte ad ogni tipo di soluzione?
- Tutti noi ci sentiamo a nostro agio mantenendo una certa flessibilità compositiva, senza gli schemi di un genere in particolare, ma rimanendo coerenti con la nostra idea del singolo brano all’interno dell’intero album.
4. Capita spesso che il secondo album di una band oltre ad essere di notevole importanza, è anche quello che mette in evidenza i migliori arrangiamenti e un maggiore controllo strumentale. Siete d'accordo?
- Siamo consapevoli che è stato un percorso evolutivo netto. Il nuovo album è estremamente diverso dal precedente, non per forza migliore, ma certamente più curato e complesso.
5. Come si è svolta la produzione dell'intero "We Are Certainly Not Made of Flesh"?
- Innanzitutto abbiamo dato ampio spazio alla creazione di un concept che ci soddisfacesse a livello concettuale. I testi, poi, hanno rappresentato l’espressione verbale delle idee sottostanti. Siamo così passati alla fase compositiva, musica e voce. E’ il modo più efficace per noi di lavorare al meglio. A questo punto siamo stati contattati dal Kreative Klan per la registrazione e dobbiamo riconoscere che il loro contributo è stato prezioso. Ricordiamo anche la partecipazione di grande valore di Sean Worrel (nel brano IV) che tutt’ora ci sentiamo di ringraziare.
6. Perché avete deciso di utilizzare dei titoli cosi particolari per identificare i brani?
- I titoli rappresentano l’esperienza interiore che il concept vuole descrivere. L’uomo parte dal piano materiale per giungere infine in quello spirituale. E’ una spirale omnidirezionale il cui nodo centrale è rappresentato da N, sorgente e frutto stesso del percorso. Ogni brano, dunque, rappresenta una fase specifica del viaggio, i cambiamenti di coscienza e le conseguenti riflessioni che l’uomo, sia in carne che in spirito, sperimenta e fa suoi. Gli interludi sono le porte di accesso tra la fase appena vissuta e la prossima, spazio di meditazione e profonda comprensione. Qui la mente non pensa ma vede.
[I] – L'uomo che si inebria dell'estasi della perfezione insita nella bellezza divina e programmata della natura, sentendosi un tutto con lei
[II] – L'uomo che accoglie il freddo atteso abbraccio della morte, che implacabile ma giusta consuma il corpo per liberarlo da pesi inutili
[N] – L'uomo che muove dubbiosi passi nel limbo tra I due universi: desiderio e dolore terreni o cima dorata del puro spirito?
[IV] – L'uomo che non è più uomo ma pura luce divina, spoglio del richiamo della carne, contempla la nuova e perfetta dimensione dell'essere
[V] – L'uomo che, ormai trasceso, estingue la sua forma fondendosi con il tutto... tornando ad essere il tutto
7. Molto spesso, la musica degli Abaton attinge linfa dal black/doom metal e dallo sludge, ma vorrei sapere quali sono stati i vostri punti di riferimento più importanti. Quali le formazioni che vi hanno influenzato maggiormente sul piano compositivo?
- Sul piano compositivo tutti gli artisti che ascoltiamo personalmente influenzano la nostra musica. Molte volte traiamo ispirazione dalle band con cui abbiamo condiviso il palco, ma vorremmo citare in particolare Nero di Marte, Stormo, Nurosis o Converge.
8. Oggigiorno, quanto è importante mantenere un sound riconoscibile? Come si può emergere dall'underground?
- Siamo dell’idea che oggigiorno sia di fondamentale importanza avere un sound ben distinto e con una personalità specifica. E’ ciò che permette di emergere dalla miriade di suoni possibili e di farsi strada con un corpo artistico ben determinato, più facile da identificare e ricordare. Chiaramente anche la costanza, sia nel calcare i palchi che nel mantenere il proprio spirito genuino sono di grande importanza.
9. Che rapporti avete con la scena metal italiana?
- E’ nostra abitudine stringere e mantenere ottimi rapporti con le band con cui suoniamo. Ciò ha prodotto occasioni incredibili di scambio (sia in ambito musicale che umano). Ricordiamo, a questo proposito, lo split con i Viscera e i tour con Lambs, Forgotten, Sedna e Viscera. Esperienze fantastiche avvenute proprio grazie all’approccio di condivisione e cooperazione che ci piace mantenere.
10. Progetti futuri? Grazie per l'intervista.
- E’ già in lavorazione qualcosa di nuovo, sia per quanto riguarda pezzi nostri che collaborazioni con altre band per cui consigliamo di tenere alta l’attenzione. Ti ringraziamo per l’opportunità e ne approfittiamo per salutare tutti quelli che ci supportano e ci ascoltano! Abaton
1. Ciao ragazzi. Iniziamo l'intervista con una breve presentazione del gruppo? Indispensabile per chi ancora non conosce il nome degli Abaton.
- Il progetto Abaton nasce nel 2009 con il preciso intento di creare qualcosa di significativo a partire dalla sintesi dei singoli elementi che lo compongono. Ognuno di noi con un bagaglio specifico e unico ma che sommato al resto dona una personalità ben distinta al gruppo.
2. Potete raccontarci dei particolari sulla fase compositiva del vostro nuovo album?
- Visto il cambio di line-up affrontato, il nuovo album è stato composto in maniera differente da Hecate. Ci siamo affidati, però, come del resto abbiamo sempre fatto, al potere dell’improvvisazione che, essendo per noi un momento di grande ispirazione, permette di trovare ed estrapolare poi le componenti migliori e più in linea con l’armonia generale che vogliamo conferire al brano. Ciò partendo, in egual misura, da basso, batteria o chitarra. Ciò che ne risulta comprende l’impegno, tutte le idee e la soddisfazione di tutti i componenti.
3. Gli arrangiamenti sono abbastanza articolati... Cercate di mantenere le vostre idee aperte ad ogni tipo di soluzione?
- Tutti noi ci sentiamo a nostro agio mantenendo una certa flessibilità compositiva, senza gli schemi di un genere in particolare, ma rimanendo coerenti con la nostra idea del singolo brano all’interno dell’intero album.
4. Capita spesso che il secondo album di una band oltre ad essere di notevole importanza, è anche quello che mette in evidenza i migliori arrangiamenti e un maggiore controllo strumentale. Siete d'accordo?
- Siamo consapevoli che è stato un percorso evolutivo netto. Il nuovo album è estremamente diverso dal precedente, non per forza migliore, ma certamente più curato e complesso.
5. Come si è svolta la produzione dell'intero "We Are Certainly Not Made of Flesh"?
- Innanzitutto abbiamo dato ampio spazio alla creazione di un concept che ci soddisfacesse a livello concettuale. I testi, poi, hanno rappresentato l’espressione verbale delle idee sottostanti. Siamo così passati alla fase compositiva, musica e voce. E’ il modo più efficace per noi di lavorare al meglio. A questo punto siamo stati contattati dal Kreative Klan per la registrazione e dobbiamo riconoscere che il loro contributo è stato prezioso. Ricordiamo anche la partecipazione di grande valore di Sean Worrel (nel brano IV) che tutt’ora ci sentiamo di ringraziare.
6. Perché avete deciso di utilizzare dei titoli cosi particolari per identificare i brani?
- I titoli rappresentano l’esperienza interiore che il concept vuole descrivere. L’uomo parte dal piano materiale per giungere infine in quello spirituale. E’ una spirale omnidirezionale il cui nodo centrale è rappresentato da N, sorgente e frutto stesso del percorso. Ogni brano, dunque, rappresenta una fase specifica del viaggio, i cambiamenti di coscienza e le conseguenti riflessioni che l’uomo, sia in carne che in spirito, sperimenta e fa suoi. Gli interludi sono le porte di accesso tra la fase appena vissuta e la prossima, spazio di meditazione e profonda comprensione. Qui la mente non pensa ma vede.
[I] – L'uomo che si inebria dell'estasi della perfezione insita nella bellezza divina e programmata della natura, sentendosi un tutto con lei
[II] – L'uomo che accoglie il freddo atteso abbraccio della morte, che implacabile ma giusta consuma il corpo per liberarlo da pesi inutili
[N] – L'uomo che muove dubbiosi passi nel limbo tra I due universi: desiderio e dolore terreni o cima dorata del puro spirito?
[IV] – L'uomo che non è più uomo ma pura luce divina, spoglio del richiamo della carne, contempla la nuova e perfetta dimensione dell'essere
[V] – L'uomo che, ormai trasceso, estingue la sua forma fondendosi con il tutto... tornando ad essere il tutto
7. Molto spesso, la musica degli Abaton attinge linfa dal black/doom metal e dallo sludge, ma vorrei sapere quali sono stati i vostri punti di riferimento più importanti. Quali le formazioni che vi hanno influenzato maggiormente sul piano compositivo?
- Sul piano compositivo tutti gli artisti che ascoltiamo personalmente influenzano la nostra musica. Molte volte traiamo ispirazione dalle band con cui abbiamo condiviso il palco, ma vorremmo citare in particolare Nero di Marte, Stormo, Nurosis o Converge.
8. Oggigiorno, quanto è importante mantenere un sound riconoscibile? Come si può emergere dall'underground?
- Siamo dell’idea che oggigiorno sia di fondamentale importanza avere un sound ben distinto e con una personalità specifica. E’ ciò che permette di emergere dalla miriade di suoni possibili e di farsi strada con un corpo artistico ben determinato, più facile da identificare e ricordare. Chiaramente anche la costanza, sia nel calcare i palchi che nel mantenere il proprio spirito genuino sono di grande importanza.
9. Che rapporti avete con la scena metal italiana?
- E’ nostra abitudine stringere e mantenere ottimi rapporti con le band con cui suoniamo. Ciò ha prodotto occasioni incredibili di scambio (sia in ambito musicale che umano). Ricordiamo, a questo proposito, lo split con i Viscera e i tour con Lambs, Forgotten, Sedna e Viscera. Esperienze fantastiche avvenute proprio grazie all’approccio di condivisione e cooperazione che ci piace mantenere.
10. Progetti futuri? Grazie per l'intervista.
- E’ già in lavorazione qualcosa di nuovo, sia per quanto riguarda pezzi nostri che collaborazioni con altre band per cui consigliamo di tenere alta l’attenzione. Ti ringraziamo per l’opportunità e ne approfittiamo per salutare tutti quelli che ci supportano e ci ascoltano! Abaton
CONTATTI:
abaton.bandcamp.com
facebook.com/Abaton
martiredischi.net
unquietrecords.com
drownwithin.wordpress.com
ABATON line-up:
Silvio Sassi - Voce
Marco Burbassi - Chitarra
Riccardo Petrini - Basso, Voce
Damiano Rogai - Batteria
RECENSIONE:
ABATON "We Are Certainly Not Made of Flesh" 2015