martedì 17 luglio 2018

Recensione: SVARTKONST "Devil's Blood"
2018 - Autoproduzione




Quello di SVARTKONST è un debutto di tutto rispetto, un concentrato di riff acuminati e vocals rabbiose che non mancherà di incontrare i favori di tutti gli amanti del black/death metal scandinavo più veemente. Attivo da circa otto anni (originariamente il progetto era denominato Warg), lo svedese Rickard Törnqvist riesce a spingersi una spanna sopra alla media odierna pur presentando alcuni punti di contatto con alcune band storiche attive in terra scandinava. Ciò che fa la differenza in questa infuocata release non sono tanto le intuizioni, quanto l'attitudine corazzata di un unico polistrumentista. Si sente, eccome, che "Devil's Blood" è un album sentito, sanguigno, suonato con passione, e poco importa se il fattore "originalità" viene meno nei dieci brani. La dote principale di un bravo musicista non deve essere la perfezione ma il talento, saper posizionare i migliori arrangiamenti nelle tracce di propria composizione. Svartkonst sorprende per la precisione nelle sue partiture strumentali: glaciali, elaborate, compatte. "Devil's Blood" non è altro che il frutto di buone qualità in quanto a capacità esecutive e peculiarità artistiche. E questa espressività si ripete in ognuno degli episodi presenti nel disco. Tra i più validi talenti emergenti del 2018.

Contatti: 
svartkonst666.bandcamp.com/releases
facebook.com/Svartkonst

TRACKLIST: Black Light Burning, The Drought, Merciless Death, Devil's Blood, Taste of Bitterness, Flames of Salvation, I Am Nothing, Ashen Hunger, Cloven Hoof, En Sten Föll Från Mitt Bröst