venerdì 15 febbraio 2013

AIDAN - "TRA LE BRACCIA DI PHINEAS GAGE"



AIDAN: TENETE A MENTE QUESTI GIOVANI RAGAZZI PADOVANI. HANNO DA POCO PUBBLICATO "THE RELATION BETWEEN BRAIN AND BEHAVIOUR", UN DEBUTTO MOLTO INTERESSANTE E RICCO DI BUONE IDEE. CHI AMA CERTE SONORITA' STRUMENTALI FARA' BENE A NON IGNORARLI. MICHAEL PACELLA HA RISPOSTO AD ALCUNE MIE DOMANDE.

1. Lo stile degli Aidan richiama un certo tipo di sludge doom strumentale contaminato da elementi psichedelici di trasmissione, ma nel contempo traspare anche il lato più contorto e oscuro del post metal. Parliamo di come sono nati gli Aidan e di come avete scelto questo nome...

- Gli Aidan nascono dalle ceneri degli Waxmoth, un progetto a 4 in cui proponevamo sonorità decisamente più soft, qualcosa di accostabile al famigerato post-rock. Poi siamo rimasti in 3 e abbiamo pensato che non avesse più senso riproporre lo stesso repertorio, volevamo cercare di cambiare rotta e ci siamo messi a buttare giù molte idee su uno stile piuttosto differente. La scelta del nome è stata piuttosto complessa e c’abbiamo messo parecchio tempo per scegliere quello definitivo. Il nome "Aidan" ci è venuto in mente ascoltando un brano ("Waltz for Aidan") dei Mogwai, che sono tra l’altro uno dei gruppi che più adoriamo. Non ci sono particolari significati dietro, confessiamo in tutta sincerità di aver scoperto dopo che Aidan è un’anglicizzazione del termine irlandese "Ahodàn", che significa "fuoco".

2. Il vostro album di debutto "The Relation Between Brain and Behaviour" è disponibile da Febbraio 2013, oltre alla versione in cd appena pubblicata avete intenzione di farne una in vinile?

- Ci piacerebbe molto fare una versione in vinile, ora vediamo un po’ come va la situazione poi decideremo.

3. Allora, vorrei sapere maggiori dettagli su questo album. Potete illustrarmi com'è nato, da dove sono venute fuori tutte queste idee e quanto tempo avete impiegato per scrivere tutti i brani...

- Un amico, chiacchierando del più e del meno, mi aveva parlato della storia incredibile di Phineas Gage, dalla quale sono rimasto immediatamente affascinato. Ne ho parlato con Luca e Davide e ci siamo subito detti: "ok, l’album sarà un concept su questa storia assurda". Dalla storia di Phineas derivano quindi il titolo del disco, i titoli dei brani e l’artwork. Già che ci siamo ne approfittiamo per ringraziare ancora il grandissimo Berlikete che ha fatto il disegno in copertina, Tonino Bosco degli Zippo che ha fatto il nostro logo e il mio amico Marco che ha curato tutto l’artwork del disco.

4. Mi ha colpito la produzione di "The Relation Between Brain and Behaviour", avevate un budget adeguato per le registrazioni? Ho visto che oltre al lavoro di Gianni Manariti presso i Red Sound Studio, c'è anche quello di James Plotkin che ha curato il mastering. Come siete venuti in contatto con loro due?

- Con Gianni siamo entrati in contatto perché abbiamo visto che cercava delle band da inserire nel roster della Red Sound Records e allora abbiamo deciso di provarci inviandogli un brano registrato alla buona in sala prove. Abbiamo avuto la fortuna di piacergli ed è così nata la bellissima collaborazione (ma soprattutto la bellissima amicizia) che ci ha portato in Molise a luglio dell’anno scorso per registrare il disco. Detto fuori dai denti, se non fosse stato per lui non so se avremmo avuto i mezzi economici per registrare l’album. Direi quindi che gli dobbiamo molto. L’idea di affidare il master a James viene sempre da Gianni, che era entrato in contatto con lui da qualche tempo. Sapere che un professionista del calibro di James abbia messo le mani sul nostro lavoro ci rende felicissimi e orgogliosi.

5. Ho apprezzato la vostra bravura nel saper bilanciare le diverse emozioni all'interno dei brani. Di solito come si sviluppa il songwriting? Siete diretti più verso la jam session, oppure partite sempre da un'idea chiara che vi gira in testa già prima di entrare in sala prove?

- Le idee che hanno portato allo sviluppo dei brani del disco sono nate molto semplicemente provando, provando e ancora provando. In sala prove suonavamo a ruota libera per parecchio tempo, partendo magari da un riff di chitarra che ci piaceva, ci registravamo e poi riascoltavamo tutto prendendo le parti migliori e facendo poi una specie di collage. Insomma, una cosa che fanno molti gruppi. I brani sono nati in maniera molto istintiva, raramente sapevamo dove saremmo andati a finire.

6. Siete una band molto giovane e credo lo siate anche nell'età. Vi faccio una domanda abbastanza diretta e tagliente! Gli Aidan hanno iniziato a suonare questo genere musicale perché è un qualcosa che attualmente va per la maggiore, oppure lo apprezzavate/suonavate da tempo?

- Guarda, come dicevo prima, l’evoluzione del nostro stile è avvenuta in maniera piuttosto naturale. Nessuno di noi è venuto in saletta dicendo "ok ragazzi, da questa prova facciamo sludge/post-metal/post-chissenefrega". Tra l’altro tutti sti sottogeneri ci sono piuttosto indifferenti, io non sapevo neanche cos’era lo sludge fino a qualche tempo fa’. E’ stata un’evoluzione spontanea , fatta semplicemente per il fatto che ci diverte suonare questo tipo di musica. Quando non ci divertirà più suoneremo altro o ci daremo alle parole crociate, chissà.

7. Qual è il vostro background e quali sono le band che vi hanno educato e avvicinato a tali sonorità?

- Il background musicale all’interno della band è estremamente variegato, quello che ci accomuna è la passione per la musica strumentale. Andiamo dall’elettronica di cui sono un patito, al jazz, al black metal e allo stoner, passando per il math, l’hardcore e Chopin. Credo che la varietà degli ascolti sia di grande aiuto nello sviluppo delle idee. Se dobbiamo fare dei nomi, le band che con ottime probabilità ci hanno avvicinato di più al genere sono i romani Lento e gli inglesi Latitudes. Ma ci sono un sacco di gruppi che, in un modo o nell’altro, ci influenzano. E ne approfittiamo per dire che in Italia ci sono un sacco di gruppi DELLA MADONNA, nell’ambito strumentale ma non solo. Chi sostiene il contrario penso dovrebbe spegnere la radio e mettersi a cercare con più attenzione.

8. Pensi che vi imbarcherete in qualche mini tour a supporto dell'album, oppure vi dedicherete solo a delle date singole?

- Il mini tour sarebbe una cosa fantastica, dobbiamo però cercare di conciliarlo con i nostri impegni lavorativi e di studio. Al momento stiamo quindi puntando alle date singole, ma magari cercheremo di organizzare qualcosa per l’estate.

9. Vorrei concludere chiedendoti, qual è la vostra maggiore ambizione come musicisti...

- Mmm, questa è una domanda complicata. Crediamo che la cosa più bella della musica sia la libertà di fare quello che ci piace, senza vincoli o imposizioni. Quindi quello che ci auguriamo è di continuare a divertirci suonando la musica che ci piace.

10. Grazie per l'intervista e buona fortuna.

- Grazie a te Christian e un saluto ai lettori di Son of Flies!