martedì 12 marzo 2013

RQTN "Passenger"
2013 - autoprodotto


Mi piace che "Passenger" sia pieno di riferimenti emozionali. Prima di tutto nell'approccio agli strumenti. Il musicista parigino sembra emergere da una jam-session latente, un'esplorazione poco comune, fatta di fantastiche idee, permanenti ed eterogenee. Lui comunica forti vibrazioni, isolate dallo spazio materiale, una comunicazione assorbita dagli abissi delle differenti sfaccettature. Frammenti di memoria, dove il simbolismo delle note sfugge alla razionalità. Le nubi disegnate dal pianoforte di Mathieu Artu sono efficaci, risonanti, specialmente quando si allontanano dal dispositivo complesso e sofisticato degli altri mezzi utilizzati. Questo congegno nascosto alimenta bagliori pulsanti, visibili dall'esterno, capaci di alimentarsi autonomamente comunicando meglio di quanto sappia fare io con queste mie parole. Sia la dinamica fluttuante della produzione, che la disposizione perfetta delle sonorità classiche, post rock, sono importanti perché corrispondono spesso e in un modo piuttosto preciso. RQTN riesce ad adattare bene i frammenti immaginari a quelli di una realtà piangente. Lo spirito prima della materia. L'originalità è una virtù oramai rara, ma fortunatamente Mathieu ne possiede tanta. Notevole.

TRACKLIST: Three Weeks, Ignition, White Noise, Late Celebration, Passenger, Long Enough, Suddenly, Forever Made Sense.