lunedì 25 marzo 2013

PLASTIC VIOLINS OF DARKNESS
"SIMBOLO DI RESURREZIONE"


IL POLISTRUMENTISTA TEDESCO MARC E' L'UNICA MENTE DI PLASTIC VIOLINS OF DARKNESS. UN PROGETTO ISPIRATO, RAGGIANTE, CHE FONDE POST ROCK, STONER, PSICHEDELIA. L'INCARNAZIONE PERFETTA DELLA SUA ANIMA CREATIVA. A LUI LA PAROLA...

1. Per favore, puoi raccontarci la storia di Plastic Violins Of Darkness e perché hai deciso di dare vita a questo progetto? Da dove deriva il nome?

- Alla fine del 2011 un profondo interesse per la musica si è scatenato nuovamente in me, ho iniziato a esplorare diversi tipi di suoni, ascoltavo un sacco di sludge, doom, stoner, post rock, rock psichedelico e cose del genere. Rispolverai la mia chitarra perché non la suonavo da molti anni, acquistai un multi effetto stompbox e iniziai a suonare nuovamente nella primavera del 2012. Imparai a collegare il pedale al mio PC e come potevo registrare quello che stavo componendo. Ovviamente registrai i miei brani. I risultati divennero sempre migliori e così decisi di pubblicare un album per quest'anno. Il nome Plastic Violins Of Darkness è composto da parole che allora giravano nella mia mente, si materializzarono proprio quando stavo cercando disperatamente un nome per il progetto. "Violins" perché alcuni suoni atmosferici di chitarra nel background suonano come dei violini. "Plastic" perché nella mia musica ci sono degli aspetti artificiali, "Of Darkness" si riferisce ad alcune atmosfere buie e malinconici del sound. Questo è il significato del nome, ma non deve essere preso troppo sul serio.

2. "Plastic Violins Of Darkness" è un grande album... La musica è un post rock davvero suggestivo, pieno di sensazioni astratte. Sei d'accordo? Come si potrebbe descrivere la tua musica?

- Grazie... sì, l'album è molto atmosferico e si può incorporare nel post rock, space rock, rock psichedelico, qualunque sia tra questi. Le sensazioni astratte nella mia musica dipendono in larga misura dalla percezione di chi ascolta, il che significa che non funziona per tutti in questo modo, ma è bello quando si materializza. Vorrei descrivere la mia musica in questo modo: lenti riff ipnotici combinati con suoni atmosferici, liberi, galleggianti.

3. Che tipo di attrezzatura utilizzi per creare le diverse texture e toni nella tua musica?

- Ho utilizzato la mia chitarra, il mio multi effetto stompbox e vari effetti strani , ovviamente ho inserito dei plug-in nel mio software di registrazione per creare tutto questo. I suoni dei synth sono solo fortemente alterati da quelli della chitarra, non scherzo. E' divertente mutilare gli accordi di chitarra con effetti di riverbero oscillanti, filtri, modulazioni e così via. Utilizzo un registratore audio portatile per ottenere vari suoni ambientali. Ho acquistato un basso poco tempo fa.

4. Quanto tempo è durato il processo di songwriting e di registrazione?

- L'intero album è stato realizzato tra il luglio 2012 e il gennaio 2013. Le canzoni sono state scritte e registrate una alla volta. Il tempo per il songwriting è stato vario, a volte mi ci vogliono otto settimane per scrivere una canzone, in altre scrivo e registro in una sola settimana. La song "Oculus non vidit, nec auris audivit" era quasi finita nella mia testa quando ho iniziato la registrazione, è stata registrata un po' in fretta ma ci è voluto molto tempo per scriverla.

5. Plastic Violins Of Darkness mescola un sacco di suoni/stili differenti e non si limita ai soli elementi post rock. Trovi difficile avere un buon equilibrio tra le diverse parti? Oppure ti viene naturale?

- Si, è naturale per la maggior parte del tempo. A volte vorrei ottenere una canzone più pesante e più sporca, ma poi va a finire che diventa sempre bella, melodica, lucidata. Altre volte, quando sto sperimentando con un certo tipo di suoni, devo essere prudente per non esagerare con questi elementi. Comunque incorporando un po' di tutto è anche un buon modo per mantenere le cose in equilibrio.

6. Che cosa volevi ottenere con "Plastic Violins Of Darkness"?

- La maggior parte delle persone che conosco non credo facciano musica strumentale con brani più lunghi di 10 minuti, questo è anche uno dei motivi per cui ho pubblicato il mio materiale, per avere un riscontro dalla gente che ama questo tipo di sonorità. Registrare musica solo per me non era abbastanza, soprattutto da quando ho creduto nella qualità delle mie canzoni. Un sacco di buone cose sono successe da quando ho pubblicato la mia roba, alcune persone l'hanno ascoltata intensamente e ho ricevuto buone recensioni da parte di gende specializzate nella musica. Si tratta di una grande ricompensa per i miei sforzi e mi tiene motivato. In questo momento sto lavorando su nuovo materiale, provando a fare qualche progresso per vedere come funziona. Non ho intenzione di vivere di musica.

7. Far parte di una one-man band permette di creare musica in maniera indipendente. Suonare, provare... Organizzandosi. Quali sono secondo te i punti a favore per una one-man band? Quali le difficoltà?

- I punti a favore per una one-man band sono diversi: Si ha il controllo su tutto, non c'è bisogno di confrontarsi con i punti di vista e gli obiettivi di altri individui, quindi, aumenta anche la versatilità. È possibile modificare qualsiasi cosa, per tutto il tempo, senza chiedere a nessuno. Questo significa maggiore libertà artistica. Un altro punto a favore è che si può lavorare con un budget molto basso, è necessario avare poco spazio di lavoro e poca attrezzatura, senza sala prove e così via. Non c'è bisogno di organizzarsi in base agli orari degli altri e si può lavorare ogni volta che si vuole. È possibile registrare e pubblicare un album (rendendolo accessibile alle persone) in qualsiasi punto del pianeta, senza dover uscire di casa, cosa molto strana. Dall'altra parte si perdono gli effetti sinergici che possono arrivare quando si suona con altri musicisti, cioè non c'è una sorta di spirito di gruppo. Per esempio: io non sono un batterista e ho dovuto trovare una soluzione anche per questo. Essere una one-man band è bello per chi è solitario o misantropo, permette di isolarsi ancora di più dal resto del mondo, in quanto è necessario passare un sacco di tempo da soli nella fase di registrazione e missaggio. La maggior parte delle one-man band non suonano dal vivo (come me), quindi non c'è l'incontro diretto con il pubblico. Devo solo avviare il computer per controllare le reazioni al mio lavoro e quando l'ho spento niente di tutto questo sembra reale.

8. E' giusto dire che Plastic Violins Of Darkness rappresenta la tua totale visione su tutto? Hai deciso di essere una one-man band per necessità o per scelta?

- E' per necessità. Io non ho conosciuto nessuno con il quale ho potuto creare una visione comune e per di più non ho abbastanza tempo per una band, al momento. Nessun altro è coinvolto in questo progetto.

9. Come hai scelto la copertina di "Plastic Violins Of Darkness"?

- Ho preso solo una foto, modificandola un po'. E' stata scattata a Lipsia, in un negozio specializzato nella vendita di mobili di seconda mano. Hanno uno showroom pieno di campioni, pezzi anatomici e altre oscurità. Quando ho visto la lucertola, ho capito che sarebbe diventata la mia copertina. Così ho preso lo scatto. Per me contiene un po' di simbolismo. La lucertola è ovviamente morta, ma una lucertola è anche simbolo di resurrezione, in quanto le lucertole tornano in vita ogni primavera dopo la catatonia invernale. Il nome del progetto contiene la parola "darkness", l'immagine invece contiene una fonte di luce. C'è molto di più, ma che è un po' inverosimile.

10. Saresti interessato a collaborare con altri musicisti/artisti?

- Perché no? Attualmente non sono in contatto con nessuno.

11. Hai progetti per il futuro? Sia personali che creativi...

- Sto lavorando sul nuovo materiale per il mio secondo album.

12. Grazie per l'intervista!

- Grazie!