mercoledì 20 marzo 2013
HATEBREED "The Divinity of Purpose"
2013 - nuclear blast
HATEBREED atto sesto: Il gruppo americano ritorna a suonare a grandi livelli, lasciandosi alle spalle la prova opaca dell'omonimo album di quattro anni fa, ritornando sul "boxing ring" con quella collera tipica dei primi lavori, un condensato di rabbia hardcore/metal canalizzato in una musica spacca ossa e maledettamente mosh. Jamey Jasta e soci utilizzano i propri muscoli nel modo giusto, indossando guantoni pesanti rivestiti da taglienti spuntoni metallici. Una lotta selvaggia ha inizio con l'opener "Put It to the Torch"! La sostanza dell'impatto musicale non cambia, i nostri sono consapevoli dei propri mezzi e grazie a questa padronanza stilistica sanno come raggiungere buoni risultati con il minimo sforzo. Carichi di rabbia scagliano contro l'ascoltatore 12 tracce infuocate, aumentando il livello adrenalinico dell'esperienza uditiva. La strada è maestra per gli Hatebreed e l'intensità lirica si ricollega a questa sfaccettatura urbana. Sofferenza, disagio, reazione, speranza, perseveranza, attitudine, violenza, rivolta. Potrebbero essere questi i loro comandamenti, sempre presenti nei testi "in your face" del vocalist Jasta, un uomo determinato a tenere alto il suo orgoglio e quello del gruppo stesso. Si sa, che per questa band suonare dal vivo è il miglior veicolo promozionale, e poi, non c'è situazione migliore per godere appieno del groove poderoso sprigionato dai cinque (lo sottolineo avendoli visti due volte on stage). "The Divinity of Purpose" ha un suono grosso e d'impatto, cattivo e feroce. Hanno puntato nuovamente su una produzione iper-triggerata che gonfia il tutto, come sempre, rivisitato in chiave Hatebreed, un perfetto concentrato balistico messo in atto per sollecitare la sudorazione. L'album lo puoi ascoltare anche diverse volte di fila proprio perché concentra tutta la sua furia in poco più di mezzora. Insomma, posso ritenermi soddisfatto e dire di aver ritrovato una band carica e nuovamente ispirata. I fans possono iniziare a sbattere la testa contro il muro.
TRACKLIST: Put It To The Torch, Honor Never Dies, Own Your World, The Language, Before The Fight, Indivisible, Dead Man Breathing, The Divinity of Purpose, Nothing Scars Me, Bitter Truth, Boundless (Time To Murder It).