lunedì 17 dicembre 2012

MY DYING BRIDE "A Map Of All Our Failures"
2012 peaceville records


La potenza del senso empatico è talvolta così grande da attirare a sé l'ascoltatore e renderselo schiavo. Quando la musica è profonda, intensa, tenace, suonerà all'orecchio meglio di qualsiasi altra cosa, meglio di qualsivoglia profezia. I MY DYING BRIDE si ergono dalle tenebre con onore, con quell'esperienza che li ha resi unici portabandiera in un genere e grandi messaggeri agli occhi di molti loro seguaci. La loro ricchezza è interamente basata sulla coerenza espressiva, su un filo conduttore tragico che di album in album li ha portati sul trono dove tutt'ora dimorano e, da dove nessuno potrà mai smuoverli. "A Map Of All Our Failures" rappresenta l'undicesimo comandamento, quindi un privilegio ed un esempio per tutti, un qualcosa che tocca nel profondo dell'anima, quel senso di perdizione che si può provare solo ascoltandoli in silenzio e con l'unione dei sensi. Nelle stanze buie di questo disco ci sono letti arrugginiti sui quali da tempo sono incatenate anime dannate, malvagi, odiatori, malati e grazie a tale meraviglia sonora queste anime turbate troveranno la pace arrivando nell'Aldilà senza carne e ossa. Non c'è necessità di essere materia al di là della soglia terrena, li tutto potrà funzionare solo quando l'involucro si sarà disfatto totalmente. I My Dying Bride dimorano oltre quella linea e attraverso la loro musica notturna dipingono sentimenti che esasperano il senso dell'amore, della pietà, del disprezzo, del dolore, dell'odio, presente in ogni essere vivente/morente. L'energia che sprigiona "A Map Of All Our Failures" è tale da ammutolire anche i corvi più affamati e nevrotici... Questa band incarnata e disincarnata dentro se stessa, sente il bisogno di creare, emozionare, per aspirare alla conquista effettiva della vostra anima sconfitta e persa. Aaron Stainthorpe è il traghettatore Caronte, così che sulla sua vecchia barca a remi non esistono distinzioni tra uomini e donne, tutti sono segnati, oppressi, condannati allo stesso modo e con lui navigano nelle sconfinate acque di coscienza, che eternamente si dispiegano su se stesse portando verso l'assenza, la contemplazione del nulla. Un grande ritorno, un album che li riposiziona su livelli straordinari! Anche la copertina è da brividi!

TRACKLIST: Kneel Till Doomsday, The Poorest Waltz, A Tapestry Scorned, Like A Perpetual Funeral, A Map Of All Our Failures, Hail Odysseus, Within The Presence Of Absence, Abandoned As Christ.