venerdì 27 marzo 2015

Recensione: SATOR "Sator"
2015 - Taxi Driver Records




Il doom metal/sludge non è solo l'esclusiva di Inghilterra o Stati Uniti, e questo lo si era già capito da tempo. Da diversi anni ormai, anche la nostra Nazione si trova ad accudire dei gruppi che hanno nel proprio DNA il seme drogato di certe sonorità; infatti, se si va a scrutare in maniera attenta nel ventre caldo della scena italiana la lista potrebbe risultare abbastanza lunga. Numerose le realtà nostrane degne di nota. I nuovi arrivati sono i liguri SATOR, nati a Genova nel 2013. Traendo ispirazione da alcuni mentori del genere come Black Sabbath, Eyehategod, Pentagram, Saint Vitus, Electic Wizard (i primi che mi vengono in mente), ma anche da formazioni molto più recenti, i Sator dimostrano fin da subito di essere determinati e concreti. La band ha curato tutto nei dettagli, a partire dal bellissimo artwork che campeggia sulla copertina. La produzione, come l'intero songwriting, fanno la differenza per potenza e dinamicità. Nonostante questo album omonimo sia quindi soltanto il loro debutto, merita attenzione. Il gruppo va tenuto in considerazione per un motivo ben preciso: rilegge il sound dei Mostri Sacri citati poc'anzi mettendoci tanta passione e una buona dose di carattere. L'impatto è efficace perché ci permette di ascoltare quello stile oggi 'ben noto' in una chiave molto emotiva. L'operato dei Sator è preciso, professionale, meritevole. Questa è la maniera giusta di suonare tale musica. Potete gustare il disco tramite la pagina bandcamp, oppure acquistando la tape messa in commercio dal 16 Febbraio. E come se non bastasse, il prossimo Maggio la Taxi Driver Records pubblicherà un'edizione limitata in vinile.

Contatti: 

taxidriverstore.bandcamp.com/sator
facebook.com/SATORdoom
taxidriverstore.com

TRACKLISTING: Sparrow Is Coming Back, Pneumonia, Last Breath, Erased