Non per osannare la stranezza in sé, ma devo subito sottolineare come il carattere intimista del musicista A.K. (Vorkreist, Merrimack, Malhkebre, Neo Inferno 262 etc.) costituisce l'arma migliore per il progetto DECLINE OF THE I. Da premettere che nel 2012 avevo già recensito e intervistato l'artista francese, anno in cui venne pubblicato il suo "Inhibition" che, si dimostrò un album tra i più coraggiosi nella scena del Post-Black Metal. Oggi, se pur in una rivendicata continuità, "Rebellion" concede altro ancora. Ciò che rende speciale questa uscita è il peso schiacciante delle sue molteplici sfaccettature. Gli strumenti utilizzati da A.K. riempiono gli spazi di tempo sottratti al silenzio, azione che blocca sistematicamente ogni eventuale via di fuga verso la luce. L'afflizione si confronta direttamente con lo spirito e urla violentemente contro i fantasmi interiori, chiamati ad abbandonarsi al rapimento estatico. Il nuovo capitolo di Decline Of The I ci regala suggestioni lancinanti, rabbiose, e comunque non manca di stupire con apprezzabili passaggi riflessivi. A.K. è il rumore sordo degli ambienti abbandonati. A due anni di distanza dal precedente debutto "Inhibition", il transalpinio porta il black metal a nuovi estremi e lo fa con una classe davvero invidiabile.
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TRACKLISTING: Lower degree of God's might, Hexenface, Le rouge - le vide et le tordu, The end of prostration, Pieces of a drowned motion, Deus Sive Musica, On est bien peu de chose