giovedì 19 marzo 2015

Recensione: KALIYA "Kaliya"
2015 - Independent




I texani KALIYA ritornano più spietati che mai con il loro nuovo album omonimo autoprodotto. La formazione di Dallas aveva già fatto sentire la propria efferatezza sul precedente "Annihilator" (2011) e oggi, complice una maggiore padronanza strumentale, ci bastonano per la seconda volta dimostrando di non avere nessuna pietà. Il suono di "Kaliya" è grumoso, dannatamente heavy e si attorciglia come un rettile velenoso sulle devastanti strutture ritmiche concepite dai nostri. Le undici canzoni del disco sono piuttosto variegate e ricordano il marchio di fabbrica dei finlandesi Rotten Sound, spostandosi con agilità da feroci esplosioni di brutalità a rocciosi mid-tempo, indispensabili per imprimere il groove perfetto al songwriting. Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro, questo è certo, ma la compattezza e la spinta travolgente dei brani annichiliscono severamente. Se volete ascoltare del grindcore/death metal suonato con cognizione di causa dovete fare vostro "Kaliya", vedrete che non ve ne pentirete.

Contatti: kaliyamusic.bandcamp.com - facebook.com/kaliyamusic

TRACKLISTING: Resistance/Response, Left for Dead, The Hunter/The Prey, Human Meat, Sins of the Father - Passed to the Son, Altered By the Mind of Another, To Spite the Face, The Exiled, Blind Are the Men to the Siren, All Will be Forgotten, All Will be Forgiven, Descent to Dystopia