sabato 21 marzo 2015

Intervista: EMBRYO - "IL GENE DELL'AUTODISTRUZIONE"






CON IL LORO NUOVO ALBUM I CREMONESI EMBRYO CI REGALANO EMOZIONI DAVVERO INTENSE, UN DEATH METAL VIOLENTO, ISPIRATO E SUONATO CON GRANDE MAESTRIA. HO CONTATTATO IL SINGER ROBERTO PASOLINI PER UNA PIACEVOLE CHIACCHIERATA.

1. Ciao Roberto. Prima di tutto vorrei ringraziarti per la disponibilità. Riascoltavo il vostro nuovo album omonimo mentre preparavo l'intervista. Una bella mazzata.

- Piacere mio. Grazie a te per l'opportunità. E' sempre piacevole sentire che anche altri apprezzano quello che abbiamo fatto.

2. Cosa vi ha portato a formare la band?

- Credo fosse la voglia di fare musica più "pesante" rispetto a quella che avevamo fatto fino a quel momento: Eugenio e gli altri venivano da un progetto heavy metal/power, io ero in un gruppo heavy-thrash, ma tutti apprezzavamo sonorità e gruppi della scena death metal (sia scandinava che americana) e volevamo suonare e comporre musica che potesse avere lo stesso impatto e la stessa "forza".

3. Gli Embryo, in 14 anni di attività, hanno pubblicato dei dischi validi e ben suonati. Dopo tanto tempo passato nell'underground, cosa vi spinge a continuare più determinati che mai?

- Fondamentalmente siamo dei pazzi scatenati... ahahahah a parte gli scherzi, credo che la passione sia alla base di tutto, la passione e la voglia, nonostante tutto e tutti, di inseguire un sogno adolescenziale, che non ci ha mai abbandonati. A questo aggiungi anche una certa dose di "sana presunzione", se mi passi il termine, che ci fa pensare di riuscire a comporre ottima musica e che questa possa trovare un posto di rilievo anche tra le migliaia di band e di album che escono attualmente.

4. Parliamo di questo nuovo "Embryo" uscito per "logic(il)logic". Vi ritenete soddisfatti? Hai carta bianca per presentarlo ai lettori di Son of Flies Webzine.

- Assolutamente soddisfatti, anche perché possiamo permetterci (non avendo pressioni esterne) di far uscire un album solo quando siamo completamente convinti della sua bontà e quando siamo pienamente soddisfatti della sua riuscita. "Embryo" è un album importante perché rappresenta la maturità: dopo aver capito con "No God Slave" qual era la direzione giusta per noi, oggi abbiamo focalizzato meglio le nostre energie, mantenendo quanto di buono avevamo fatto, ma correggendo quelle che potevano essere delle ingenuità. Abbiamo sviluppato alcune peculiarità del nostro suono e allo stesso tempo lo abbiamo portato in avanti inserendo novità tecniche, sia a livello di accordatura delle chitarre che a livello di suono. Per la prima volta, poi, grazie all'ingresso di Nicola, abbiamo un suono di basso potente e "presente" che ha contribuito a dare maggiore spessore anche al resto della musica, facendo risaltare ancora di più il lavoro fatto da Simone con degli arrangiamenti di tastiera semplicemente spettacolari. Come avrai capito, nonostante i pezzi siano scritti da Eugenio, ognuno ha contribuito a far sì che "Embryo" fosse un album di cui andare fieri.

5. Sono d'accordo, l'album rappresenta un ulteriore sviluppo nel vostro sound! L'approccio estremo è molto più raffinato rispetto al passato e nuovi elementi sono stati introdotti. Quale pensi sia stata la difficoltà maggiore da affrontare durante le sessioni di registrazione?

- Sinceramente durante le registrazioni non credo ci siano stati particolari problemi e/o difficoltà: come per il precedente "No God Slave", ci siamo affidati alle sapienti e abilissime mani di Simone Mularoni, che oltre a essere bravissimo da un punto di vista puramente tecnico, è anche una persona che riesce a metterti nelle condizioni migliori per poter registrare con la tranquillità necessaria a farti rendere al meglio. Considera anche che, come al solito, ci siamo presentati in studio preparati, sapendo perfettamente quello che avremmo dovuto fare e qual era il risultato che volevamo ottenere; diciamo che il lavoro più duro è stato fatto prima di arrivare in studio, in fase di composizione, per cercare di raggiungere quello che ti dicevo prima, mantenere un certo trademark, ma inserire elementi che ci permettessero di evolvere ancora.

6. Perché il titolo omonimo "Embryo"? Riassume bene il significato di ogni testo dell'album? Lo considerate un concept?

- "Embryo" semplicemente perché rappresenta alla perfezione quello che è la band, la musica che proponiamo, la convinzione di ognuno di noi nel percorso che stiamo facendo insieme, insomma quello che si sente nel disco è quello che siamo. Da un punto di vista lirico non parlerei di concept nel senso classico del termine: non c'è una storia da raccontare, non ci sono personaggi, ruoli o altro, c'è un feeling che lega tutti i brani, quello si. I testi sono riflessioni personali sul percorso che mi ha portato ad essere la persona che sono adesso, ci sono le illusioni, le disillusioni, la rabbia, la frustrazione, l’odio per quello che ci circonda, per certe derive che stanno distruggendo quanto fatto in miliardi di anni di evoluzione. Ci sono le mie emozioni e le mie sensazioni, il mio punto di vista e il mio percorso, ma mi piace pensare che i testi siano abbastanza aperti a differenti interpretazioni e che chiunque voglia leggerli possa trovare degli spunti per riflettere sulla propria condizione.



7. Ci sono delle band alle quali vi sentite particolarmente legati?

- Questa è una domanda la cui risposta occuperebbe pagine e pagine se dovessimo rispondere singolarmente... Comunque credo che alcune band ci mettano tutti d'accordo, e penso a Meshuggah, Fear Factory, Strapping Young Lad/Devin Townsend e Behemoth; sono band che amiamo e rispettiamo molto perché ognuna rappresenta anche degli aspetti della nostra musica. Poi visto che sono io a rispondere, ti dico che i Death sono e rimarranno una grandissima fonte d’ispirazione per me.

8. Cambio totalmente argomento: Secondo te, cosa bisognerebbe fare per superare la difficilissima situazione sociale, politica ed economica italiana? Te lo chiedo perché tutto questo malessere, in un modo o nell'altro, penalizza anche tutta quella gente creativa della nostra Nazione, tutti quei ragazzi che faticano a coltivare i propri sogni. Risulta sempre più frustrante sorreggere il peso delle tante difficoltà giornaliere, la carenza di denaro, la mancanza di prospettive per il futuro...

- Purtroppo sono estremamente pessimista riguardo il futuro dell'Italia (la i minuscola è voluta...): una Nazione che non impara MAI dai propri errori e continua imperterrita a perseverare nella corruzione, nel nepotismo e nella difesa dell’interesse personale è destinata a morire. Parafrasando un famosissimo film, questo è un paese per vecchi, ma per pochi avidi (di potere, di soldi, di popolarità...) vecchi che non sanno farsi da parte e che lasciano la grande maggioranza dei loro coetanei a "godersi" la misera pensione che percepiscono continuando a mantenere figli e nipoti senza un lavoro, senza prospettive e con un futuro tutt'altro che roseo davanti. Stante le colpe di chi ha governato e governa, c'è una grossa fetta di italiani che preferisce piangersi addosso, incolpare gli altri e rimanere "immobili" ad aspettare l’aiuto di qualcuno; questa è un'altra ragione del declino inesorabile che abbiamo imboccato. L'Italia vera si vede solo nelle difficoltà e nelle tragedie (spesso e volentieri causate da noi stessi, vedi frane e allagamenti conseguenze di un dissesto idrogeologico di cui siamo i soli responsabili...), ma non si può pensare di far crescere le future generazioni nell'angoscia per mostrare loro il lato migliore di questo paese. La ricetta più efficace per uscire da questa situazione è un cambio profondo di mentalità, di pensiero e di azione che possano ridare fiducia alle persone facendo sì che "chi sbaglia paga", che chi si comporta onestamente non viene calpestato e deriso, che i soldi delle tasse siano spesi per migliorare le condizioni di vita di tutti e non dei soliti noti. Ho evitato volontariamente di entrare nel merito economico-finanziario della questione perché prima vanno poste solide basi "sociali" e solo in seguito si può pensare di sviluppare un discorso "monetario"; senza le fondamenta le case sono destinate a crollare, ed è quello che sta succedendo in questo momento. Probabilmente verranno messe delle "pezze", come si è sempre fatto in questo Paese, e ci saranno momenti meno claustrofobici, ma senza una radicale (e non nel senso del partito...) trasformazione mentale, per l'Italia (e anche per le altre nazioni più o meno "sviluppate") non ci sarà futuro.

9. Tornando alla band: Come procede sul fronte live? Riuscite a suonare in Italia e oltreconfine?

- Diciamo che non essendo una tribute band non suoniamo tutti i fine settimana, ma qualche locale che ancora rischia facendo suonare gruppi che propongono musica propria c'è. Il problema principale è che tutti si lamentano dell'assenza di locali disposti a dare spazio a band originali (da intendere come band che non fanno cover/tributi), ma quando qualcuno ci prova, immancabilmente, la maggior parte di quelli che si sono lamentati fino al giorno prima, se ne stanno a casa/avevano già un altro impegno/erano malati/ecc. e di conseguenza le serate (organizzate spesso e volentieri con la massima serietà e professionalità, alla faccia della solita disorganizzazione italica) finiscono per essere lontanissime dalle aspettative di band e gestori. All'estero la situazione sembra essere migliore (non ovunque, ovviamente), ma come da noi, devi conoscere "le persone giuste" che possono darti la possibilità di dimostrare il tuo valore, altrimenti non hai la minima possibilità di "entrare nel giro". Prossimamente avremo alcune date in Italia (il 3 aprile a Calenzano (FI) l’Arrogante Brutal Fest III con Coram Lethe, Unison Theory, Screaming Banshee, Strangers In Death e l'11 aprile al Vampyria Gothic Cafè di Reggio Emilia con i Nyarlathotep) prima di partire per un tour europeo con Melechesh, Keep Of Kalessin e Tribulation che ci vedrà impegnati per 25 date in 30 giorni nel mese di maggio. Alla fine non è così drammatica la situazione dai.

10. Come siete entrati in contatto con il batterista Francesco Paoli dei Fleshgod Apocalypse?

- Mi piacerebbe poterti raccontare qualche aneddoto divertente e intrigante, ma la verità è che Eugenio gli ha scritto un messaggio su Facebook e Francesco... ha risposto! Ci ha detto di inviargli la pre-produzione dei pezzi e che, nel caso gli fossero piaciuti, ci avrebbe aiutato con le parti di batteria. Gli sono piaciuti! Ahahahah pur tra mille impegni è riuscito a preparare i brani e registrarli alla grande rimanendo costantemente in contatto con noi durante tutta la fase di preparazione e registrazione, veramente gentilissimo ed estremamente disponibile... oltre che mostruoso, ma quello già si sapeva.

11. Che obbiettivi vi siete prefissi per il nuovo anno 2015? Grazie per l'intervista.

- Vogliamo riuscire a promuovere l’album nel migliore dei modi, suonando il più possibile e portando la nostra musica al maggior numero di persone. Ci piacerebbe riuscire a suonare in regioni in cui non siamo mai stati (e sono moltissime, specialmente al sud) e incontrare tutte quelle persone che ci hanno dimostrato, nel corso degli anni, il loro sostegno e il loro apprezzamento, bevendoci una birra insieme dopo il concerto e facendoci quattro risate. Grazie ancora Christian per l’opportunità e per la bellissima recensione, speriamo di poterci vedere presto per un'ottima birra (o vino, o altro... ahahahah). Un saluto a tutti i lettori di SON OF FLIES WEBZINE, a presto!!! Di seguito troverete tutti i link a cui potete trovarci e gli indirizzi mail tramite cui contattarci.


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EMBRYO line-up:

Roberto Pasolini - Voce
Eugenio Sambasile - Chitarra
Nicola Iazzi - Basso
Simone Solla - Tastiere
Enea Passarella - Batteria
Francesco Paoli - Session Drums sull'album "Embryo"

RECENSIONE:
EMBRYO "Embryo" 2015 - logic(il)logic Records