martedì 24 marzo 2015

Intervista: VANESSA VAN BASTEN - "UNA PURA DISINTEGRAZIONE"






E' UN'OPERAZIONE DA VIVERE, CONDIVIDERE E APPREZZARE, QUELLA MESSA IN ATTO DAI NOSTRANI VANESSA VAN BASTEN. RIPORTARE CIOE' ALLA LUCE QUATTRO CANZONI ESTRATTE DAL CAPOLAVORO "DISINTEGRATION" DEGLI INGLESI THE CURE, POSIZIONATO NELLA LISTA DEI MIGLIORI ALBUM DI TUTTI I TEMPI. A PRESENTARE L'EP PUBBLICATO DALLA TAXI DRIVER RECORDS E' MORGAN BELLINI.

1. Ciao Morgan. Grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. Lo apprezzo molto.

- Figurati, sono io a ringraziare te perché tra l'altro mi capita di leggere la tua webzine ogni tanto.

2. La vostra proposta è indubbiamente eterogenea, intensa, caratterizzata da componenti emozionali molto marcate. Quanto vi rappresenta veramente la definizione "post-rock band"? Che cosa significa, oggi, creare musica di un certo tipo in un paese come il nostro?

- Partendo dalla connotazione geografica, vivere e fare musica in Italia non è così terribile. Per tante cose siamo ancora messi bene. Però tutto sommato non è tanto rilevante, gran parte della mia attività è svolta in solitudine e potrei farlo ovunque. Non pretendo guadagni in termini di soldi, come saprai mi limito a produrre musica 'da studio' e il mio obiettivo è solo potermi mantenere questo vizio senza rimetterci. Inizialmente era diverso, lavoravo come DJ e facevo concerti; adesso tira comunque un'aria diversa. Non voglio proporti l'ennesima analisi negativa del momento che sta vivendo il paese. Forse una volta la mia tendenza a trascendere la realtà materiale con questa musica era una scelta estetica, ora è una vera necessità. La società in cui viviamo è corrotta e va evitata, mi rifugio volentieri nelle meraviglie del cosmo e nella solitudine.

3. Parlando proprio del nuovo "Disintegration": penso che le quattro canzoni dei Cure da voi scelte siano tra le più belle di quel disco e messe in successione sprigionano sensazioni uniche, toccanti e profonde. Perché avete deciso di riproporle in una chiave di lettura personale? Tutto questo è solo un omaggio ad una delle vostre fonti di ispirazioni principali?

- Le quattro canzoni scelte sono tra quelle che a conti fatti rendevano di più e sono tra quelle che preferisco dell'album originale, anche se avrei voluto includere anche 'Pictures of You' e 'Prayers for Rain'. Comunque non parlerei tanto di 'chiave personale'. I pezzi sono estremamente fedeli a livello di arrangiamento e questo disco voleva essere un tentativo di applicare il nostro sound pesante e atmosferico ad alcune delle più belle canzoni di sempre. Egoisticamente abbiamo goduto di questa bellezza in prima linea. Abbiamo suonato i Cure in tutto e per tutto, non c'è stata la minima volontà di cambiare nulla, ma non si tratta in realtà di una forma di fanatismo o idolatria, è stata un'occasione per proporre musica senza l'onere di doverla scrivere così bene, ammesso di esserne in grado.

4. I Vanessa Van Basten hanno sempre cercato di fare la differenza nel circuito musicale, e anche questo nuovo lavoro lo dimostra in maniera decisa! Possiamo considerare "Disintegration" come un vero e proprio album oppure è solo una parentesi a parte per ottenere una forma di gratificazione personale?

- Ti ringrazio, confermo che non abbiamo mai cercato di sfruttare mode o scene, noi siamo sempre andati per la nostra strada, fortunatamente non abbiamo mai sentito il peso di dover avere una personalità a tutti i costi o di dover accontentare qualcuno (cosa che capita se hai un pubblico più vasto del nostro ad esempio). Questo 'Disintegration' è una parentesi che chiude un percorso, ma si colloca bene nella nostra discografia e lo rifarei.



5. L'EP suona piuttosto naturale e spontaneo: vi siete lasciati andare all'improvvisazione? Dal punto di vista tecnico, come avete lavorato su queste quattro tracce alla luce di un'esperienza, ormai, decennale?

- La lavorazione è stata relativamente lunga e impegnativa. Potrà sembrarti quasi folle, ma dapprima ho registrato tutto l'album (intendo tutte e 10 le canzoni) con la drum machine e suonando più o meno a memoria (conosco molto bene il disco...). Ho sottoposto il tutto a Lorenzo Fragiacomo per il cantato e ho valutato dove la sua voce era più efficace. Per la cronaca Lorenzo avrebbe potuto cantare molto bene anche 'Plainsong' e 'Closedown'. A quel punto mi sono rivolto a Valente per la batteria e ci siamo fatti due o tre giorni in un buco fatiscente qua in centro a Trieste, dove in passato provavano i Thunderstorm (poi divenuti Rhapsody!). Non ti dico con quali mezzi abbiamo registrato i tamburi, sarebbe uno smacco alle tecnologie attualmente disponibili. Quattro microfoni in totale, attraverso un mixer che aveva solo tre canali funzionanti su otto (ho dovuto aggiungere un mixerino a parte), il tutto in una traccia stereo, senza poter intervenire successivamente sul mix. Ascoltavamo un paio di volte gli originali e poi Valente partiva. Poi il taglio di quasi tutto il disco, semplicemente perché non riuscivo a sentirlo piacevolmente tutto di fila anche (ma non solo) a causa della sua lunghezza, e la designazione dei cantanti per queste quattro canzoni. Le chitarre le ho registrate a un volume assurdo, con le cuffiette in-ear come monitor coperte da quelle da edilizia. Mixato tutto in casa in due giorni, l'ho mandato in Spagna perché mi piaceva il suono di un vinile dei Celeste che ho nella mia collezione, ho cercato il contatto sulla copertina del disco. Diciamo che l'improvvisazione è a zero, ma la spontaneità non manca.

6. Non avete mai avuto il timore di deludere i fan più esigenti della band di Robert Smith?

- Fin dall'inizio ero consapevole della diffusione limitata del disco e che sarei stato fedele all'originale in modo maniacale. Se lo facessero i Coldplay, che raggiungono milioni di fans e sicuramente gli stessi Cure, le cose sarebbero diverse, la responsabilità sarebbe stata molto maggiore...

7. La copertina è veramente splendida. Chi è l'artista che ha curato l'immagine?

- Si chiama Jessica Rassi, ha un laboratorio a Genova e si sta dando molto da fare tra poster e grafiche varie, sta crescendo moltissimo e adoro quello che ha fatto per noi. Tra l'altro suona nei Mope, dove milita anche il bassista dei Vanessa, Stefano, il loro disco di esordio è molto interessante.

8. Pensi che tra il sound dei The Cure e quello dei Vanessa Van Basten ci sia un legame?

- Beh si, sicuramente... I Cure sono uno dei gruppi più atmosferici e profondi che conosco, e hanno segnato un po' tutto il periodo tra i 18 e i 21 anni della mia vita. Inoltre essendo noi in gran parte strumentali, abbiamo sempre dovuto affidarci a melodie in primo piano che in pratica sostituiscono la voce, una tecnica da loro spesso usata nonostante Smith canti (e bene). A pensarci meglio ci accomuna anche un certo eclettismo di fondo, anche se loro hanno sempre cercato di declinare il Rock nel Pop, mentre a noi tutto ciò non verrà mai richiesto. A tutto questo possiamo aggiungere anche una visione un po' tragica della vita, la tendenza a mostrare l'oscurità attraverso lampi di luce.

9. Quanto sono cambiati i Vanessa Van Basten, in termini di suoni e produzione, in questi anni?

- Non moltissimo. Ho cercato di migliorare la strumentazione dove era quasi necessario, ma uso ancora più o meno le stesse apparecchiature de 'La Stanza di Swedenborg'. Quello che è migliorato nel tempo è il mio modo di usarle, ora sono più abile nel tirare fuori qualcosa di decente da questi rottami...

10. A questo punto della vostra carriera: quali sono le vostre ambizioni?

- Come Vanessa Van Basten, se avremo l'occasione di far coincidere musica e vita lavorativa, ci piacerebbe tornare sul palco per proporre il nostro materiale migliore in sede live. Al momento non penso a registrare con questo moniker. E' da un po' di tempo che sto scrivendo canzoni vere e proprie, mi piacerebbe portarle live e fare un disco. Forse farò tutto da solo, con delle macchine, cui aggiungerò chitarre cosmiche e voce. Vedremo, nel frattempo celebro questi 10 anni e la chiusura del cerchio.

11. Grazie per l'intervista. Buona Fortuna.

- Grazie a te, continua così.


CONTATTI:

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taxidriverstore.com


VANESSA VAN BASTEN line-up:

Morgan Bellini - Chitarra, Voce, Extras
Stefano Parodi - Basso
Roberto Della Rocca - Batteria


RECENSIONE:
VANESSA VAN BASTEN "Disintegration" 2015 - Taxi Driver Records