A DIFFERENZA DI QUANTO DICHIARANO ALCUNI SCETTICI IMPEGNATI A METTERE IN DISCUSSIONE LE QUALITA' SONORE DELL'UNDERGROUND METAL NOSTRANO, IO CONTINUO AD AFFERMARE CON CONVINZIONE CHE L'ITALIA PUO' VANTARE DELLE BAND CAPACI DI DARE FILO DA TORCERE A MOLTI MUSICISTI BEN PIU' BLASONATI ATTIVI OLTRECONFINE. A PRESCINDERE DAI CAMBIAMENTI RISPETTO AGLI ANNI '90, SONO IN TANTI A VEDERE E CONSIDERARE LA NOSTRA SCENA COME UNA DELLE MIGLIORI IN EUROPA, PERO' VA ANCHE DETTO CHE GRAN PARTE DEI FAN ITALIANI DEL METAL DOVREBBERO MODIFICARE UN PO' LA LORO MENTALITA' ALL'INTERNO DEI NOSTRI CONFINI, E NON HO BISOGNO DI ESTERNARE IL FALSO VISTA LA MIA ATTIVITA' PIU' CHE VENTENNALE IN QUESTO CIRCUITO MUSICALE; INSOMMA, A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE, COME SI USA DIRE IN CERTI CASI. QUINDI RIALLACCIANDOMI AL BREVE DISCORSO FATTO POC'ANZI, BASTA ASCOLTARE UN GRUPPO COME I BUNKER 66, NATI A MESSINA NEL 2007, PER CAPIRE IL CONCETTO. NUTRO GRANDE RISPETTO PER QUESTA BAND. E' STATO UN VERO PIACERE PARLARE CON I TRE MEMBRI COINVOLTI NEL PROGETTO.
Ciao ragazzi. Allora, che ne dite di fare un riepilogo degli ultimi anni come Bunker 66 e tirare le somme di quella che è stata la vostra carriera fino ad oggi? Siete soddisfatti dei risultati raggiunti nel circuito underground?
Mirko: Ciao Christian, grazie per lo spazio che ci concedi! Premettendo che i Bunker 66 sono nati come un divertissement in sala prove nei weekend (e lo è tuttora fondamentalmente) direi che possiamo essere più che contenti. Il gruppo esiste da 13 anni e l’entusiasmo è rimasto intatto, il che è semplicemente la diretta conseguenza della nostra lucida follia e passione per tutte queste “stronzate”… il metal, il punk e tanti altri generi musicali. Il punto è che noi non abbiamo mai cercato risultati, feedback o quant’altro, non abbiamo mai avuto chissà quali mete ed abbiamo semplicemente fatto quello che ci andava di fare, nel nostro piccolo mondo. Credo che è proprio questa nostra sorta di ingenuità e, suppongo, genuinità che spesso ci ha portato verso graditissime situazioni inaspettate.
Peppe: Ciao Chris! Assolutamente soddisfatti di quanto fatto fino ad adesso, siamo partiti con zero aspettative (come nella vita, ahah) per cui tutto ciò che è successo lo abbiamo accolto con entusiasmo. Finchè avremo la possibilità di fare dischi inutili e proporli live andrà bene. Unica cosa è il conto in banca che ancora tarda a crescere.
Fabio: Ciao Chris! Il mio bilancio, pur parziale, essendo “l’ultimo arrivato” , è decisamente positivo! Con Mirko e Peppe ci conosciamo da anni e, da amico e fan, potermi unire ai Bunker 66 è stata decisamente una fortuna! Ratificando quanto detto dai miei compari, non posso che ritenermi soddisfatto di quanto fatto finora. In questi anni abbiamo prodotto musica e fatto concerti spinti esclusivamente dalla passione e dalla necessità di vivere attivamente ciò che rende meno miserabili le nostre esistenze, ovvero la passione per la musica. Avere il medesimo modo di intendere la cosa non può che rendere l’esperienza ancor più positiva, anche dal punto di vista umano.
Un tratto caratteristico dei Bunker 66 è sempre stata la voce old school oriented del bassista cantante Damien Thorne, ma devo dire che nelle ultime tre uscite della band ho notato un leggero cambiamento rispetto al passato: oggi la sua timbrica sembra essere un po' più filtrata e maligna. Qualcosa da dire a riguardo?
Mirko: Esatto, il tocco “evil” nella sua voce lo abbiamo voluto dopo “Screaming Rock Believers”, volevamo tornare più o meno allo stile vocale di “Ouf of the Bunker” anche perché musicalmente siamo diventati più cattivi, credo. Una voce più malvagia ben si adatta al nostro mood attuale.
Peppe: Perché io sono il male incarnato! E’ notorio che mangio preti e suore a colazione dopo avergli bruciato la chiesa.
Quando avete iniziato a registrare i brani inclusi nei due split EP con Vuil e Whipstriker? Com'è nata la collaborazione tra le tre band? Siete stati voi a proporvi?
Mirko: Abbiamo iniziato a registrarli nel 2017. Sono in contatto con Victor dei Whipstriker da circa 10 anni, mi innamorai dei Whipstriker ai tempi del loro primo album “Crude Rock ‘n’ Roll” e con lui abbiamo iniziato a sentirci proprio per uno scambio transoceanico postale di dischi e maglie. Ho anche avuto la fortuna di vedere i Whipstriker dal vivo all’Atlantide a Bologna nel 2011. Con Victor c’è stata una sorta di telepatia, io stavo pensando già da tempo ad uno split con loro e dopo un po’ mi arriva una sua mail che mi chiede se appunto ci va di “splittare”, ottimo timing, direi! Anche con i Vuil ci conosciamo da un sacco di anni, credo sin dai nostri esordi. Peppe ha fatto il loro logo e alcune loro copertine. Mi piace tantissimo il loro 7” intitolato “Metal Claw” ed in generale siamo sulla stessa lunghezza d’onda attitudinale/musicale. David, il loro cantante/bassista, ci ha anche stampato la versione in cassetta di “Screaming Rock Believers” tramite la sua etichetta Hellfire Tapes. Abbiamo avuto anche il piacere di suonare due concerti coi Vuil, uno a Reggio Calabria e l’altro a Palermo. Insomma, un 7” era assolutamente da fare!
Chi vi segue fin dagli esordi sa che i vostri tre full-length sono stati pubblicati dalla label tedesca High Roller Records. Perché avete scelto questa etichetta e di che tipo di accordo si tratta?
Mirko: Sono stati loro a proporci la stampa di “Infernö Interceptörs” nel 2012, non potevamo chiedere di meglio in quanto già eravamo intrippati con la HR sia per i gruppi che stampava che per il suo meraviglioso ed impeccabile negozio online, al quale abbiamo “donato” interi stipendi nel corso degli anni! La cosa più bella della HR è che sono dei duri e puri appassionati dell’heavy metal, che abbiamo avuto il piacere di conoscere anche di persona qualche anno fa. Di base non c’è nessun accordo con loro, ci sentiamo ogni volta che abbiamo un disco nuovo, finora hanno sempre voluto occuparsi dei nostri full. Speriamo anche che per il prossimo sia così.
Peppe: Grande HR! Possiamo solo ringraziarli eternamente per aver scelto un pugno di perdenti come noi.
Perché non avete mai realizzato un video ufficiale per promuovere uno dei vostri brani? E' una questione di scelte personali oppure di una mancanza di budget?
Mirko: Hmmm non c’è un reale motivo, a volte ci abbiamo pensato, a volte ci hanno contattato e/o proposto qualcosa in merito ma nulla si è mai concretizzato. Di sicuro non abbiamo un budget da spendere per un video “serio” e sinceramente non è che ci veda tanto in un contesto “pro”… al limite potremmo fare un video come quello di “Too Old Too Cold”. Detto ciò, se qualcuno ci proponesse qualche idea interessante di sicuro la valuteremmo.
Peppe: Perché siamo molto brutti, non sarebbe un bello spettacolo.
Secondo quali criteri selezionate i brani da riversare in un disco?
Mirko: Finora non abbiamo mai scartato brani interi, sono tutti finiti su disco. Credo che ormai percepiamo immediatamente se un pezzo fila o meno. Non abbiamo mai fatto grandi riunioni per decidere cosa includere o meno in un disco. Faccio un po’ il colto e cito l’eracliteo “panta rei” per farti capire la nostra attitudine eheh. L’importante è che si percepisca sempre l’istintività.
Peppe: Gli unici brani che scartano sono quelli che propongo io, colgo infatti l’occasione per lamentarmi pubblicamente di questa cosa, prima o poi mi metto in proprio e formo una one man band.
Fabio: Finora tutto quello che abbiamo fatto in sala prove ci ha convinto, che siano brani dalla struttura ben definita o semplicemente riff sui quali abbiamo poi lavorato insieme, è finito su disco. Difficilmente siamo in disaccordo sulle rispettive proposte ed il processo compositivo è abbastanza spontaneo e democratico, fatta eccezione per i pezzi di Damien che vengono scartati a priori! :D
Come procede la vostra attività in sala prove? A che punto sono i brani per il prossimo album in studio? Cosa ci dobbiamo aspettare?
Mirko: Attualmente non procede per via di questo maledetto coronavirus… Speriamo che presto si potrà tornare in sala prove. Attualmente abbiamo otto pezzi nuovi, quindi ci siamo quasi. I nuovi brani sono più evil e blasfemi che mai, alcuni pezzi saranno anche tra i più “pretenziosi” che abbiamo fatto finora, dove si è oltrepassato pericolosamente il sacro patto di non fare più di due/tre riff a pezzo. Scherzo… ovviamente non siamo diventati i Dark Angel di “Time…” però in alcuni pezzi abbiamo osato un po’ di più rispetto ai nostri, poveri, standard.
Peppe: Eh, cazzo, procedeva bene! I pezzi nuovi viaggiavano “Like an Everflowing Stream”, eravamo molto contenti e questo deve aver fatto incazzare una qualche divinità che puntualmente ci ha bloccati (seguirebbe bestemmia).
Fabio: Sicuramente il nuovo materiale è più cattivo e variegato! Registrarlo sarà una sfida sotto alcuni aspetti, ma al solito cercheremo di farlo finire su disco così per come suona in sala prove e nelle nostre menti perverse. E’ un peccato che questo assurdo “Outbreak of Evil” ci abbia costretti a fermarci!
Qual è il momento che preferite durante la composizione dei brani?
Mirko: Credo quando si mettono gli ultimi dettagli, è il momento dove la mia mente viaggia di più. Un acuto di qua, un urletto di là... anche i cori sono sempre dei grandi momenti.
Peppe: Le pause, sono molto pigro nonché vecchio.
Fabio: Jammare in sala partendo da un riff e sentire nascere il brano dalla sua stessa “energia”. La parte meno “ragionata”, direi.
Avete mai pensato di inserire un secondo chitarrista?
Mirko: Solo per scherzo, a volte farebbe comodo durante i live per evitare il “vuoto” durante gli assoli ma poi pensiamo ai Venom o ai Motörhead e tutto va bene. Essere solo in tre è davvero ottimo, meno persone = meno problemi.
Peppe: Ma no, stiamo benissimo così, facciamo decisamente abbastanza rumore anche in 3!
Fabio: Per me sarebbe una pacchia, ma in 3 si sta davvero bene e la cosa dovrebbe avvenire in maniera assolutamente naturale, più che per reali necessità.
Oggi è difficile sopravvivere nel circuito dell'underground metal?
Mirko: Non saprei, ti darei più o meno la stessa risposta che ho dato alla prima domanda. Siamo una piccola band siciliana (isolana e di conseguenza isolata) che anche se fosse più grande non ragionerebbe in questi termini. Per noi suonare è una necessità avulsa da ogni voglia di emergere, facciamo semplicemente ciò che abbiamo bisogno di fare senza pensare di “sopravvivere”, essere “competitivi” o robe del genere. Ed in vista di ciò quello che è successo coi Bunker in questi 13 anni è grandioso, non ci avrei scommesso una lira eheh.
Peppe: Se per sopravvivere intendi ritagliarsi uno spazio per i live certo non è impresa facile, i posti e le occasioni non sono moltissime, cerchiamo di suonare dove ci chiamano.
Fabio: A prescindere dalle possibilità, credo continueremmo a fare ciò che facciamo, che è l’unica cosa realmente legata al concetto di sopravvivenza!
Ad ogni modo, visto che siete sempre rimasti legati ad una scena musicale ben precisa, cosa state ascoltando ultimamente?
Mirko: I nostri ascolti sono molto variegati. Ultimamente ho ascoltato i seguenti dischi:
Randy – The Complete Anthology
Declino – 1982-85: Come Una Promessa
Night – Raft of the World
Hällas – Excerpts from a Future Past
Visage – Visage
Hades – …Again Shall Be
Adam and The Ants – Kings of the Wild Frontier
Morbus Grave – Awakening of the Dead
Tagliamidettagli – L’Alieno in Viaggio
Kratos – Iron Beast
Vorrei spendere due parole sui Randy, secondo me sono uno dei gruppi più sottovalutati dell’hard ‘n’ heavy anni '80. Avevano un gusto per la melodia e per gli arrangiamenti straordinario.
Peppe: Io ascolto di tutto, vado a periodi, per ora sono fissato con Midnight, Enforcer, Viola Valentino (hail to the queen), DOLORE (hail to Giorgio Trombino) e i The Krushers.
Fabio: Mah, ultimamente Cerebral Fix, Rainbow, Midnight e gli immancabili Anathema di "The Silent Enigma", giusto per non lasciare che l’allegria prenda il sopravvento, visto il momento storico! :D
Come mai, secondo voi, dopo anni di cambiamenti stilistici nel circuito metal molti musicisti stanno riscoprendo il gusto di suonare musica vecchio stampo? Pensate sia solo un fenomeno momentaneo?
Mirko: Credo sia tutto molto relativo, alcuni magari hanno sentito il bisogno di rifarsi ai propri eroi di gioventù, altri invece si sono lasciati coinvolgere dalle mode del momento, non saprei… a posteriori si potrà (per chi avesse la voglia di farlo) vedere chi è stato genuino e chi no. Come dicono i Darkthrone “Let's see who stands when the smoke clears”.
Fabio: Sembra che in qualche modo il processo evolutivo si sia arrestato negli anni '90 e sia ricominciato un ciclo, partendo dalla riscoperta delle radici. Alcune band riescono ad essere convincenti, altre meno, a prescindere dalla loro originalità.
Perché credete che un qualsiasi appassionato di metal vecchia scuola debba ascoltare i Bunker 66?
Mirko: Non credo che ogni appassionato di vecchio metallo debba ascoltarci. Ci sono tanti infiniti dettagli che fanno in modo che un gruppo piaccia o meno. Chessò, magari alcuni pensano che siamo troppo punk per via del d-beat in ogni pezzo, altri invece per esempio possono pensare che ci siano troppi assoli… E’ una giungla là fuori…
Peppe: non so… magari perché trovano un nostro cd a prezzo bassissimo in qualche cesto degli autogrill in autostrada!
Che cosa vi hanno lasciato in eredità i vecchi gruppi della scena metal degli anni '80? Quanto è importante per i Bunker 66 restare fedeli allo spirito del metal tradizionalista?
Mirko: Ci hanno lasciato tutto, ma non solo i gruppi metal dell’epoca, anche roba tipo Discharge o Raw Power è fondamentale per noi, il punk/hc in generale. Noi non pensiamo mai di restare fedeli a qualcosa, quello che senti è quello che siamo, ci facciamo zero paranoie. Passiamo con disinvoltura da momenti mega metal a parti con cori Oi! o da sfuriate thrash/black (o che dir si voglia) a ritornelli con voce pulita.
Peppe: eh beh, senza loro non esisteremmo!
Fabio: Semplicemente sono il motivo per cui esistiamo, non solo come band. Non credo potrei essere la stessa persona senza tutto ciò che ho ascoltato durante la mia vita.
Vedete la musica come una cura o come una possibilità per evadere dalla realtà quotidiana? Oppure nulla di tutto questo?
Mirko: Sicuramente è sia una cura che un’evasione per noi, una droga salutare. Un qualcosa di speciale che buona parte delle persone non potrà mai capire.
Peppe: Direi un’esigenza, come mangiare, ruttare…
Fabio: E’ l’unica cosa che ha senso in questa vita fatta di obblighi e formalità.
Cosa vi rende orgogliosi di voi stessi?
Mirko: Nulla, siamo pessimi!
Peppe: Mmh, siamo dei perdenti assoluti, temo nulla!
Fabio: Il non avere orgoglio.
Se voi poteste scegliere una band storica da seguire in tour, quali sarebbe?
Mirko: Metallica, Black Sabbath, Motörhead, Iron Maiden, Sex Pistols, Ramones…troppe!
Peppe: KISS!
Fabio: Si farebbe prima a dire quali non seguirei, ma in definitiva qualsiasi mostro sacro degno della propria storia fino agli anni '90.
Quali sono i vostri programmi a breve, prima di entrare nuovamente in studio di registrazione? Grazie per l'intervista.
Mirko: Grazie a te Christian! Al momento siamo ibernati causa coronavirus, avevamo un Marzo ed un Aprile ricchissimo di concerti, quelli di Marzo in Calabria e Sicilia sono tutti annullati. Ad Aprile erano previste una data a Roma e la nostra prima volta in Romania, ma la vedo dura di sto passo… Spero che parte dei concerti si riprendano il prima possibile. La priorità a questo punto è il nuovo album che speriamo esca entro l’anno.
Peppe: A parte bestemmiare, nell’immediato, non mi viene nulla in mente.
Fabio: Aspettiamo con ansia la fine di questa situazione, sperando di riprendere i lavori sul nuovo disco e di poter fare almeno uno dei concerti in programma, anche se al momento “No Hope in Sight”! Grazie a te per l’intervista.
Contatti:
bunker66.bandcamp.com
facebook.com/Bunker66
instagram.com/bunker66official
BUNKER 66 line-up:
Peppe (aka D. Thorne) - Basso, Voce
Fabio (aka J.J. Priestkiller) - Chitarra, Backing Vocals
Mirko (aka Dee Dee Altar) - Batteria, Backing Vocals
Recensione:
BUNKER 66 / WHIPSTRIKER (Split) | BUNKER 66 / VUIL (Split) 2019
Ciao ragazzi. Allora, che ne dite di fare un riepilogo degli ultimi anni come Bunker 66 e tirare le somme di quella che è stata la vostra carriera fino ad oggi? Siete soddisfatti dei risultati raggiunti nel circuito underground?
Mirko: Ciao Christian, grazie per lo spazio che ci concedi! Premettendo che i Bunker 66 sono nati come un divertissement in sala prove nei weekend (e lo è tuttora fondamentalmente) direi che possiamo essere più che contenti. Il gruppo esiste da 13 anni e l’entusiasmo è rimasto intatto, il che è semplicemente la diretta conseguenza della nostra lucida follia e passione per tutte queste “stronzate”… il metal, il punk e tanti altri generi musicali. Il punto è che noi non abbiamo mai cercato risultati, feedback o quant’altro, non abbiamo mai avuto chissà quali mete ed abbiamo semplicemente fatto quello che ci andava di fare, nel nostro piccolo mondo. Credo che è proprio questa nostra sorta di ingenuità e, suppongo, genuinità che spesso ci ha portato verso graditissime situazioni inaspettate.
Peppe: Ciao Chris! Assolutamente soddisfatti di quanto fatto fino ad adesso, siamo partiti con zero aspettative (come nella vita, ahah) per cui tutto ciò che è successo lo abbiamo accolto con entusiasmo. Finchè avremo la possibilità di fare dischi inutili e proporli live andrà bene. Unica cosa è il conto in banca che ancora tarda a crescere.
Fabio: Ciao Chris! Il mio bilancio, pur parziale, essendo “l’ultimo arrivato” , è decisamente positivo! Con Mirko e Peppe ci conosciamo da anni e, da amico e fan, potermi unire ai Bunker 66 è stata decisamente una fortuna! Ratificando quanto detto dai miei compari, non posso che ritenermi soddisfatto di quanto fatto finora. In questi anni abbiamo prodotto musica e fatto concerti spinti esclusivamente dalla passione e dalla necessità di vivere attivamente ciò che rende meno miserabili le nostre esistenze, ovvero la passione per la musica. Avere il medesimo modo di intendere la cosa non può che rendere l’esperienza ancor più positiva, anche dal punto di vista umano.
Un tratto caratteristico dei Bunker 66 è sempre stata la voce old school oriented del bassista cantante Damien Thorne, ma devo dire che nelle ultime tre uscite della band ho notato un leggero cambiamento rispetto al passato: oggi la sua timbrica sembra essere un po' più filtrata e maligna. Qualcosa da dire a riguardo?
Mirko: Esatto, il tocco “evil” nella sua voce lo abbiamo voluto dopo “Screaming Rock Believers”, volevamo tornare più o meno allo stile vocale di “Ouf of the Bunker” anche perché musicalmente siamo diventati più cattivi, credo. Una voce più malvagia ben si adatta al nostro mood attuale.
Peppe: Perché io sono il male incarnato! E’ notorio che mangio preti e suore a colazione dopo avergli bruciato la chiesa.
Quando avete iniziato a registrare i brani inclusi nei due split EP con Vuil e Whipstriker? Com'è nata la collaborazione tra le tre band? Siete stati voi a proporvi?
Mirko: Abbiamo iniziato a registrarli nel 2017. Sono in contatto con Victor dei Whipstriker da circa 10 anni, mi innamorai dei Whipstriker ai tempi del loro primo album “Crude Rock ‘n’ Roll” e con lui abbiamo iniziato a sentirci proprio per uno scambio transoceanico postale di dischi e maglie. Ho anche avuto la fortuna di vedere i Whipstriker dal vivo all’Atlantide a Bologna nel 2011. Con Victor c’è stata una sorta di telepatia, io stavo pensando già da tempo ad uno split con loro e dopo un po’ mi arriva una sua mail che mi chiede se appunto ci va di “splittare”, ottimo timing, direi! Anche con i Vuil ci conosciamo da un sacco di anni, credo sin dai nostri esordi. Peppe ha fatto il loro logo e alcune loro copertine. Mi piace tantissimo il loro 7” intitolato “Metal Claw” ed in generale siamo sulla stessa lunghezza d’onda attitudinale/musicale. David, il loro cantante/bassista, ci ha anche stampato la versione in cassetta di “Screaming Rock Believers” tramite la sua etichetta Hellfire Tapes. Abbiamo avuto anche il piacere di suonare due concerti coi Vuil, uno a Reggio Calabria e l’altro a Palermo. Insomma, un 7” era assolutamente da fare!
Chi vi segue fin dagli esordi sa che i vostri tre full-length sono stati pubblicati dalla label tedesca High Roller Records. Perché avete scelto questa etichetta e di che tipo di accordo si tratta?
Mirko: Sono stati loro a proporci la stampa di “Infernö Interceptörs” nel 2012, non potevamo chiedere di meglio in quanto già eravamo intrippati con la HR sia per i gruppi che stampava che per il suo meraviglioso ed impeccabile negozio online, al quale abbiamo “donato” interi stipendi nel corso degli anni! La cosa più bella della HR è che sono dei duri e puri appassionati dell’heavy metal, che abbiamo avuto il piacere di conoscere anche di persona qualche anno fa. Di base non c’è nessun accordo con loro, ci sentiamo ogni volta che abbiamo un disco nuovo, finora hanno sempre voluto occuparsi dei nostri full. Speriamo anche che per il prossimo sia così.
Peppe: Grande HR! Possiamo solo ringraziarli eternamente per aver scelto un pugno di perdenti come noi.
Perché non avete mai realizzato un video ufficiale per promuovere uno dei vostri brani? E' una questione di scelte personali oppure di una mancanza di budget?
Mirko: Hmmm non c’è un reale motivo, a volte ci abbiamo pensato, a volte ci hanno contattato e/o proposto qualcosa in merito ma nulla si è mai concretizzato. Di sicuro non abbiamo un budget da spendere per un video “serio” e sinceramente non è che ci veda tanto in un contesto “pro”… al limite potremmo fare un video come quello di “Too Old Too Cold”. Detto ciò, se qualcuno ci proponesse qualche idea interessante di sicuro la valuteremmo.
Peppe: Perché siamo molto brutti, non sarebbe un bello spettacolo.
Secondo quali criteri selezionate i brani da riversare in un disco?
Mirko: Finora non abbiamo mai scartato brani interi, sono tutti finiti su disco. Credo che ormai percepiamo immediatamente se un pezzo fila o meno. Non abbiamo mai fatto grandi riunioni per decidere cosa includere o meno in un disco. Faccio un po’ il colto e cito l’eracliteo “panta rei” per farti capire la nostra attitudine eheh. L’importante è che si percepisca sempre l’istintività.
Peppe: Gli unici brani che scartano sono quelli che propongo io, colgo infatti l’occasione per lamentarmi pubblicamente di questa cosa, prima o poi mi metto in proprio e formo una one man band.
Fabio: Finora tutto quello che abbiamo fatto in sala prove ci ha convinto, che siano brani dalla struttura ben definita o semplicemente riff sui quali abbiamo poi lavorato insieme, è finito su disco. Difficilmente siamo in disaccordo sulle rispettive proposte ed il processo compositivo è abbastanza spontaneo e democratico, fatta eccezione per i pezzi di Damien che vengono scartati a priori! :D
Come procede la vostra attività in sala prove? A che punto sono i brani per il prossimo album in studio? Cosa ci dobbiamo aspettare?
Mirko: Attualmente non procede per via di questo maledetto coronavirus… Speriamo che presto si potrà tornare in sala prove. Attualmente abbiamo otto pezzi nuovi, quindi ci siamo quasi. I nuovi brani sono più evil e blasfemi che mai, alcuni pezzi saranno anche tra i più “pretenziosi” che abbiamo fatto finora, dove si è oltrepassato pericolosamente il sacro patto di non fare più di due/tre riff a pezzo. Scherzo… ovviamente non siamo diventati i Dark Angel di “Time…” però in alcuni pezzi abbiamo osato un po’ di più rispetto ai nostri, poveri, standard.
Peppe: Eh, cazzo, procedeva bene! I pezzi nuovi viaggiavano “Like an Everflowing Stream”, eravamo molto contenti e questo deve aver fatto incazzare una qualche divinità che puntualmente ci ha bloccati (seguirebbe bestemmia).
Fabio: Sicuramente il nuovo materiale è più cattivo e variegato! Registrarlo sarà una sfida sotto alcuni aspetti, ma al solito cercheremo di farlo finire su disco così per come suona in sala prove e nelle nostre menti perverse. E’ un peccato che questo assurdo “Outbreak of Evil” ci abbia costretti a fermarci!
Qual è il momento che preferite durante la composizione dei brani?
Mirko: Credo quando si mettono gli ultimi dettagli, è il momento dove la mia mente viaggia di più. Un acuto di qua, un urletto di là... anche i cori sono sempre dei grandi momenti.
Peppe: Le pause, sono molto pigro nonché vecchio.
Fabio: Jammare in sala partendo da un riff e sentire nascere il brano dalla sua stessa “energia”. La parte meno “ragionata”, direi.
Avete mai pensato di inserire un secondo chitarrista?
Mirko: Solo per scherzo, a volte farebbe comodo durante i live per evitare il “vuoto” durante gli assoli ma poi pensiamo ai Venom o ai Motörhead e tutto va bene. Essere solo in tre è davvero ottimo, meno persone = meno problemi.
Peppe: Ma no, stiamo benissimo così, facciamo decisamente abbastanza rumore anche in 3!
Fabio: Per me sarebbe una pacchia, ma in 3 si sta davvero bene e la cosa dovrebbe avvenire in maniera assolutamente naturale, più che per reali necessità.
Oggi è difficile sopravvivere nel circuito dell'underground metal?
Mirko: Non saprei, ti darei più o meno la stessa risposta che ho dato alla prima domanda. Siamo una piccola band siciliana (isolana e di conseguenza isolata) che anche se fosse più grande non ragionerebbe in questi termini. Per noi suonare è una necessità avulsa da ogni voglia di emergere, facciamo semplicemente ciò che abbiamo bisogno di fare senza pensare di “sopravvivere”, essere “competitivi” o robe del genere. Ed in vista di ciò quello che è successo coi Bunker in questi 13 anni è grandioso, non ci avrei scommesso una lira eheh.
Peppe: Se per sopravvivere intendi ritagliarsi uno spazio per i live certo non è impresa facile, i posti e le occasioni non sono moltissime, cerchiamo di suonare dove ci chiamano.
Fabio: A prescindere dalle possibilità, credo continueremmo a fare ciò che facciamo, che è l’unica cosa realmente legata al concetto di sopravvivenza!
Ad ogni modo, visto che siete sempre rimasti legati ad una scena musicale ben precisa, cosa state ascoltando ultimamente?
Mirko: I nostri ascolti sono molto variegati. Ultimamente ho ascoltato i seguenti dischi:
Randy – The Complete Anthology
Declino – 1982-85: Come Una Promessa
Night – Raft of the World
Hällas – Excerpts from a Future Past
Visage – Visage
Hades – …Again Shall Be
Adam and The Ants – Kings of the Wild Frontier
Morbus Grave – Awakening of the Dead
Tagliamidettagli – L’Alieno in Viaggio
Kratos – Iron Beast
Vorrei spendere due parole sui Randy, secondo me sono uno dei gruppi più sottovalutati dell’hard ‘n’ heavy anni '80. Avevano un gusto per la melodia e per gli arrangiamenti straordinario.
Peppe: Io ascolto di tutto, vado a periodi, per ora sono fissato con Midnight, Enforcer, Viola Valentino (hail to the queen), DOLORE (hail to Giorgio Trombino) e i The Krushers.
Fabio: Mah, ultimamente Cerebral Fix, Rainbow, Midnight e gli immancabili Anathema di "The Silent Enigma", giusto per non lasciare che l’allegria prenda il sopravvento, visto il momento storico! :D
Come mai, secondo voi, dopo anni di cambiamenti stilistici nel circuito metal molti musicisti stanno riscoprendo il gusto di suonare musica vecchio stampo? Pensate sia solo un fenomeno momentaneo?
Mirko: Credo sia tutto molto relativo, alcuni magari hanno sentito il bisogno di rifarsi ai propri eroi di gioventù, altri invece si sono lasciati coinvolgere dalle mode del momento, non saprei… a posteriori si potrà (per chi avesse la voglia di farlo) vedere chi è stato genuino e chi no. Come dicono i Darkthrone “Let's see who stands when the smoke clears”.
Fabio: Sembra che in qualche modo il processo evolutivo si sia arrestato negli anni '90 e sia ricominciato un ciclo, partendo dalla riscoperta delle radici. Alcune band riescono ad essere convincenti, altre meno, a prescindere dalla loro originalità.
Perché credete che un qualsiasi appassionato di metal vecchia scuola debba ascoltare i Bunker 66?
Mirko: Non credo che ogni appassionato di vecchio metallo debba ascoltarci. Ci sono tanti infiniti dettagli che fanno in modo che un gruppo piaccia o meno. Chessò, magari alcuni pensano che siamo troppo punk per via del d-beat in ogni pezzo, altri invece per esempio possono pensare che ci siano troppi assoli… E’ una giungla là fuori…
Peppe: non so… magari perché trovano un nostro cd a prezzo bassissimo in qualche cesto degli autogrill in autostrada!
Che cosa vi hanno lasciato in eredità i vecchi gruppi della scena metal degli anni '80? Quanto è importante per i Bunker 66 restare fedeli allo spirito del metal tradizionalista?
Mirko: Ci hanno lasciato tutto, ma non solo i gruppi metal dell’epoca, anche roba tipo Discharge o Raw Power è fondamentale per noi, il punk/hc in generale. Noi non pensiamo mai di restare fedeli a qualcosa, quello che senti è quello che siamo, ci facciamo zero paranoie. Passiamo con disinvoltura da momenti mega metal a parti con cori Oi! o da sfuriate thrash/black (o che dir si voglia) a ritornelli con voce pulita.
Peppe: eh beh, senza loro non esisteremmo!
Fabio: Semplicemente sono il motivo per cui esistiamo, non solo come band. Non credo potrei essere la stessa persona senza tutto ciò che ho ascoltato durante la mia vita.
Vedete la musica come una cura o come una possibilità per evadere dalla realtà quotidiana? Oppure nulla di tutto questo?
Mirko: Sicuramente è sia una cura che un’evasione per noi, una droga salutare. Un qualcosa di speciale che buona parte delle persone non potrà mai capire.
Peppe: Direi un’esigenza, come mangiare, ruttare…
Fabio: E’ l’unica cosa che ha senso in questa vita fatta di obblighi e formalità.
Cosa vi rende orgogliosi di voi stessi?
Mirko: Nulla, siamo pessimi!
Peppe: Mmh, siamo dei perdenti assoluti, temo nulla!
Fabio: Il non avere orgoglio.
Se voi poteste scegliere una band storica da seguire in tour, quali sarebbe?
Mirko: Metallica, Black Sabbath, Motörhead, Iron Maiden, Sex Pistols, Ramones…troppe!
Peppe: KISS!
Fabio: Si farebbe prima a dire quali non seguirei, ma in definitiva qualsiasi mostro sacro degno della propria storia fino agli anni '90.
Quali sono i vostri programmi a breve, prima di entrare nuovamente in studio di registrazione? Grazie per l'intervista.
Mirko: Grazie a te Christian! Al momento siamo ibernati causa coronavirus, avevamo un Marzo ed un Aprile ricchissimo di concerti, quelli di Marzo in Calabria e Sicilia sono tutti annullati. Ad Aprile erano previste una data a Roma e la nostra prima volta in Romania, ma la vedo dura di sto passo… Spero che parte dei concerti si riprendano il prima possibile. La priorità a questo punto è il nuovo album che speriamo esca entro l’anno.
Peppe: A parte bestemmiare, nell’immediato, non mi viene nulla in mente.
Fabio: Aspettiamo con ansia la fine di questa situazione, sperando di riprendere i lavori sul nuovo disco e di poter fare almeno uno dei concerti in programma, anche se al momento “No Hope in Sight”! Grazie a te per l’intervista.
Contatti:
bunker66.bandcamp.com
facebook.com/Bunker66
instagram.com/bunker66official
BUNKER 66 line-up:
Peppe (aka D. Thorne) - Basso, Voce
Fabio (aka J.J. Priestkiller) - Chitarra, Backing Vocals
Mirko (aka Dee Dee Altar) - Batteria, Backing Vocals
Recensione:
BUNKER 66 / WHIPSTRIKER (Split) | BUNKER 66 / VUIL (Split) 2019