"HIDDEN HISTORY OF THE HUMAN RACE" HA GARANTITO AGLI STATUNITENSI BLOOD INCANTATION UN SEGUITO SEMPRE CRESCENTE NELLA SCENA DEATH METAL INTERNAZIONALE. PASSO DOPO PASSO LA BAND DI DENVER E' DIVENTATA UNA DELLE PIU' FORTI E AMATE DAI TANTI SEGUACI DEL GENERE, ARRIVANDO ALLA PROPRIA CONSACRAZIONE ARTISTICA NEL NOVEMBRE DELLO SCORSO ANNO. E NONOSTANTE I LORO CONTINUI IMPEGNI SUL FRONTE LIVE, IL BATTERISTA ISAAC FAULK HA TROVATO IL TEMPO PER RISPONDERE AD ALCUNE MIE DOMANDE.
Ciao Isaac. Per iniziare l'intervista sono curioso di sapere come hai conosciuto gli altri membri dei Blood Incantation. Quando vi siete resi conto che questa band avrebbe dato vita ad una vera e propria carriera musicale?
- Paul ed io ci siamo conosciuti nel 2011 mentre suonavamo in altri progetti musicali. Ai tempi ero un chitarrista e mi chiese di fare una jam con lui per formare un gruppo funeral doom che col tempo sono diventati gli Abysmal Dimensions. Successivamente è venuto a conoscenza del fatto che ero anche un batterista e mi chiese di mettere in piedi una band death metal. Dopo un po' di tempo reclutammo il chitarrista Morris e nel 2015 il bassista Jeff.
Congratulazioni per il vostro ultimo album "Hidden History of the Human Race". Devo dire che ogni singola canzone inclusa in questo lavoro è incredibilmente ben fatta. È uno dei miei dischi preferiti usciti lo scorso anno. C'è stato qualcosa di diverso nel processo di registrazione rispetto al precedente "Starspawn"?
- Grazie per le tue belle parole. Siamo davvero felici del risultato finale. In linea di massima il processo di registrazione è stato uguale a quello di “Starspawn”: stesso studio, stesso produttore e tutto registrato dal vivo su nastro. Tuttavia, questo disco è stato molto più difficile da registrare, principalmente perché la musica è più complessa. Generalmente cerchiamo di catturare al meglio l'essenza sonora prodotta in studio, ma questa volta abbiamo lavorato maggiormente sulle sovraincisioni urilizzando strumenti come gong, timpani e synth.
Dove lo avete registrato e per quanto tempo siete rimasti in studio?
- Siamo stati in studio per circa due settimane. Ci è voluta un'intera settimana per registrare tutto il materiale e successivamente altri sette giorni per mixare il disco. È stato interamente registrato ai World Famous Studios con Pete de Boer.
"Hidden History of the Human Race" è un album sorprendente che rimane fedele ai tratti fondamentali del sound dei Blood Incantation: canzoni lunghe e articolate, possenti, con un drumming veloce e tecnico, metriche vocali assassine, riff e melodie da stordimento, per non parlare poi dei fantastici assoli di chitarra. Cosa rende speciale la vostra musica dal tuo punto di vista?
- Penso che i Blood Incantation siano in grado di suonare qualcosa di diverso che nessun altro ha mai fatto, questo è ciò che li rende unici. Onestamente non vedo molta somiglianza tra i Blood Incantation e gran parte dell'attuale scena metal, anche se tutti noi amiamo le sonorità metal. Alla fine cerchiamo solo di superare certe barriere di genere, ma ovviamente nel nostro cuore siamo e saremo sempre death metal. Abbiamo dato il massimo per ottenere un prodotto mai sentito prima, e questo è ciò che ci entusiasma così tanto.
Quali sono i punti di forza che vi hanno aiutato a raggiungere i vostri attuali obiettivi? Pensi che le canzoni incluse in questo disco si siano spostate su coordinate ancora più organiche rispetto a quelle del precedente full-length?
- Volevamo alzare la posta in gioco per ottenere qualcosa che andasse oltre ciò che abbiamo fatto in precedenza. Non vogliamo annoiarci a fare quello che facciamo. Questo è quello che ci spinge a diventare dei musicisti migliori e quindi ottenere musica sempre interessante. L'unica intenzione era quella di fare un disco che fosse più brutale, più psichedelico, più progressivo, più atmosferico e, in generale, superiore al precedente “Starspawn”. Il nostro album di debutto rimarrà importante per noi, ma dobbiamo pur sempre andare avanti.
Come si è evoluta la vostra identità creativa nel corso degli anni?
- Per molto tempo abbiamo solo desiderato che la nostra musica venisse ascoltata dagli appassionati di death metal, ma questo non significa aver modellato le nostre sonorità per quello scopo. Ovviamente non ci aspettavamo un seguito del genere come quello di oggi. Detto questo, posso affermare che a volte è più facile lavorare quando la tua musica non è seguita da così tanta gente. Non c'è pressione quando la tua band rimane in un contesto underground suonando spettacoli con quindici persone. Il nostro scopo è sempre stato quello di comporre musica senza avere la ben che minima idea di come sarebbe stata accolta dagli appassionati del genere. Tuttavia, ora siamo una band affermata, quindi le persone guardano con maggiore attenzione a ciò che fanno i Blood Incantation. Quella pressione è stata un elemento importante durante la scrittura di "Hidden History of the Human Race", ma siamo rimasti ben saldi sul nostro sentiero e questo ha dato vita ad un disco divertente da suonare e ascoltare. All'inizio di carriera eravamo ispirati da band specifiche, ma col tempo il nostro suono si è evoluto maggiormente nella sua struttura. Mentre si lavora su una canzone dei Blood Incantation siamo in grado di capire quando un riff è veramente buono e quando non lo è, però non è sempre stato così.
Cosa ne pensi dello stato attuale del death metal?
- Come ho detto prima, non me ne preoccupo troppo. Ci sono tonnellate di ottime band che escono con grandi dischi, perciò la scena è sicuramente più grande rispetto a vent'anni fa. Detto questo, trovo che molte cose uscite dall'attuale panorama death metal siano un po' stagnanti e inevitabilmente si rivelano come un rifacimento delle stesse, solite idee. Sono consapevole che anche noi non ne siamo del tutto esenti, tuttavia trovo che le nostre influenze al di fuori del metal si insinuino sempre più nel melting pot della nostra forma canzone. Penso che, nel suo insieme, il metal sia un ottimo trampolino di lancio per molte nuove idee, e quindi ha ancora oggi la possibilità di espandersi oltre i suoi confini. E' indispensabile seguire questa direzione per mantenere la musica interessante.
Cosa ti ha portato nella scena death metal?
- Quando ero giovane, all'inizio del liceo, ero più un fan del black metal. Mi sono immerso totalmente nella scena norvegese e ho ingerito tantissimi album. Mentre stavo scoprendo quelle band mi è capitato di ascoltare i Morbid Angel e i Nile, quei musicisti mi hanno suscitato interesse. Man mano che crescevo mi interessavo a gruppi più estremi e ad un certo punto della mia vita arrivò “Obscura” dei Gorguts. Quell'album ha davvero ampliato la mia idea di cosa potesse raggiungere il death metal.
All'inizio della tua carriera sei stato coinvolto negli Abysmal Dimensions, da te citati nella prima risposta dell'intervista. Ricordo la vostra demo omonima pubblicata nel 2011. Com'è stata la tua esperienza suonando in quel progetto funeral doom portato avanti con il tuo attuale compagno di band Paul Riedl.
- Questo è stato il progetto che Paul ed io abbiamo fondato quando ci siamo incontrati. Inizialmente la musica era stata scritta per una sua vecchia band denominata Münn. Quando Paul si trasferì in Colorado per suonare nei Velnias, avvertì l'esigenza di comporre musica più lenta e lugubre. Ai tempi io stavo suonando la chitarra nella band black/doom metal chiamata Stoic Dissention. Le melodie contrapposte che entrambi volevamo ottenere hanno funzionato perfettamente per gli Abysmal Dimensions. Ma dopo aver iniziato con i Blood Incantation, quella band è passata un po' in secondo piano, senza mai mettere in pausa la sua attività. Paul ed io avevamo già delle canzoni pronte però non sono mai state registrate, anche perché la nostra priorità divenne la musica dei Blood Incantation. Nel 2019 gli Abysmal Dimensions riuscirono a completare una nuova line-up arruolando Erika Osterhout (Scolex, Chthonic Deity) ed Eli Wendler (Spectral Voice), e con quella formazione riuscimmo a partecipare al Kill-Town Death Fest VII. Comunque il futuro della band è incerto e non ci saranno pressioni.
Ci sono piani per il futuro che puoi rivelare?
I Blood Incantation sono impegnati per promuovere il nuovo album “Hidden History of the Human Race” in tutto il mondo. Vogliamo migliorare le nostre performance dal vivo e posso solo anticipare che per il futuro ci saranno alcune sorprese.
Contatti:
darkdescentrecords.bandcamp.com/hidden-history-of-the-human-race
facebook.com/astralnecrosis
BLOOD INCANTATION line-up:
Isaac Faulk - Batteria
Paul Riedl - Chitarra, Voce
Morris Kolontyrsky - Chitarra
Jeff Barrett - Basso
Recensione:
BLOOD INCANTATION "Hidden History of the Human Race" - 2019
Ciao Isaac. Per iniziare l'intervista sono curioso di sapere come hai conosciuto gli altri membri dei Blood Incantation. Quando vi siete resi conto che questa band avrebbe dato vita ad una vera e propria carriera musicale?
- Paul ed io ci siamo conosciuti nel 2011 mentre suonavamo in altri progetti musicali. Ai tempi ero un chitarrista e mi chiese di fare una jam con lui per formare un gruppo funeral doom che col tempo sono diventati gli Abysmal Dimensions. Successivamente è venuto a conoscenza del fatto che ero anche un batterista e mi chiese di mettere in piedi una band death metal. Dopo un po' di tempo reclutammo il chitarrista Morris e nel 2015 il bassista Jeff.
Congratulazioni per il vostro ultimo album "Hidden History of the Human Race". Devo dire che ogni singola canzone inclusa in questo lavoro è incredibilmente ben fatta. È uno dei miei dischi preferiti usciti lo scorso anno. C'è stato qualcosa di diverso nel processo di registrazione rispetto al precedente "Starspawn"?
- Grazie per le tue belle parole. Siamo davvero felici del risultato finale. In linea di massima il processo di registrazione è stato uguale a quello di “Starspawn”: stesso studio, stesso produttore e tutto registrato dal vivo su nastro. Tuttavia, questo disco è stato molto più difficile da registrare, principalmente perché la musica è più complessa. Generalmente cerchiamo di catturare al meglio l'essenza sonora prodotta in studio, ma questa volta abbiamo lavorato maggiormente sulle sovraincisioni urilizzando strumenti come gong, timpani e synth.
Dove lo avete registrato e per quanto tempo siete rimasti in studio?
- Siamo stati in studio per circa due settimane. Ci è voluta un'intera settimana per registrare tutto il materiale e successivamente altri sette giorni per mixare il disco. È stato interamente registrato ai World Famous Studios con Pete de Boer.
"Hidden History of the Human Race" è un album sorprendente che rimane fedele ai tratti fondamentali del sound dei Blood Incantation: canzoni lunghe e articolate, possenti, con un drumming veloce e tecnico, metriche vocali assassine, riff e melodie da stordimento, per non parlare poi dei fantastici assoli di chitarra. Cosa rende speciale la vostra musica dal tuo punto di vista?
- Penso che i Blood Incantation siano in grado di suonare qualcosa di diverso che nessun altro ha mai fatto, questo è ciò che li rende unici. Onestamente non vedo molta somiglianza tra i Blood Incantation e gran parte dell'attuale scena metal, anche se tutti noi amiamo le sonorità metal. Alla fine cerchiamo solo di superare certe barriere di genere, ma ovviamente nel nostro cuore siamo e saremo sempre death metal. Abbiamo dato il massimo per ottenere un prodotto mai sentito prima, e questo è ciò che ci entusiasma così tanto.
Quali sono i punti di forza che vi hanno aiutato a raggiungere i vostri attuali obiettivi? Pensi che le canzoni incluse in questo disco si siano spostate su coordinate ancora più organiche rispetto a quelle del precedente full-length?
- Volevamo alzare la posta in gioco per ottenere qualcosa che andasse oltre ciò che abbiamo fatto in precedenza. Non vogliamo annoiarci a fare quello che facciamo. Questo è quello che ci spinge a diventare dei musicisti migliori e quindi ottenere musica sempre interessante. L'unica intenzione era quella di fare un disco che fosse più brutale, più psichedelico, più progressivo, più atmosferico e, in generale, superiore al precedente “Starspawn”. Il nostro album di debutto rimarrà importante per noi, ma dobbiamo pur sempre andare avanti.
Come si è evoluta la vostra identità creativa nel corso degli anni?
- Per molto tempo abbiamo solo desiderato che la nostra musica venisse ascoltata dagli appassionati di death metal, ma questo non significa aver modellato le nostre sonorità per quello scopo. Ovviamente non ci aspettavamo un seguito del genere come quello di oggi. Detto questo, posso affermare che a volte è più facile lavorare quando la tua musica non è seguita da così tanta gente. Non c'è pressione quando la tua band rimane in un contesto underground suonando spettacoli con quindici persone. Il nostro scopo è sempre stato quello di comporre musica senza avere la ben che minima idea di come sarebbe stata accolta dagli appassionati del genere. Tuttavia, ora siamo una band affermata, quindi le persone guardano con maggiore attenzione a ciò che fanno i Blood Incantation. Quella pressione è stata un elemento importante durante la scrittura di "Hidden History of the Human Race", ma siamo rimasti ben saldi sul nostro sentiero e questo ha dato vita ad un disco divertente da suonare e ascoltare. All'inizio di carriera eravamo ispirati da band specifiche, ma col tempo il nostro suono si è evoluto maggiormente nella sua struttura. Mentre si lavora su una canzone dei Blood Incantation siamo in grado di capire quando un riff è veramente buono e quando non lo è, però non è sempre stato così.
Cosa ne pensi dello stato attuale del death metal?
- Come ho detto prima, non me ne preoccupo troppo. Ci sono tonnellate di ottime band che escono con grandi dischi, perciò la scena è sicuramente più grande rispetto a vent'anni fa. Detto questo, trovo che molte cose uscite dall'attuale panorama death metal siano un po' stagnanti e inevitabilmente si rivelano come un rifacimento delle stesse, solite idee. Sono consapevole che anche noi non ne siamo del tutto esenti, tuttavia trovo che le nostre influenze al di fuori del metal si insinuino sempre più nel melting pot della nostra forma canzone. Penso che, nel suo insieme, il metal sia un ottimo trampolino di lancio per molte nuove idee, e quindi ha ancora oggi la possibilità di espandersi oltre i suoi confini. E' indispensabile seguire questa direzione per mantenere la musica interessante.
Cosa ti ha portato nella scena death metal?
- Quando ero giovane, all'inizio del liceo, ero più un fan del black metal. Mi sono immerso totalmente nella scena norvegese e ho ingerito tantissimi album. Mentre stavo scoprendo quelle band mi è capitato di ascoltare i Morbid Angel e i Nile, quei musicisti mi hanno suscitato interesse. Man mano che crescevo mi interessavo a gruppi più estremi e ad un certo punto della mia vita arrivò “Obscura” dei Gorguts. Quell'album ha davvero ampliato la mia idea di cosa potesse raggiungere il death metal.
All'inizio della tua carriera sei stato coinvolto negli Abysmal Dimensions, da te citati nella prima risposta dell'intervista. Ricordo la vostra demo omonima pubblicata nel 2011. Com'è stata la tua esperienza suonando in quel progetto funeral doom portato avanti con il tuo attuale compagno di band Paul Riedl.
- Questo è stato il progetto che Paul ed io abbiamo fondato quando ci siamo incontrati. Inizialmente la musica era stata scritta per una sua vecchia band denominata Münn. Quando Paul si trasferì in Colorado per suonare nei Velnias, avvertì l'esigenza di comporre musica più lenta e lugubre. Ai tempi io stavo suonando la chitarra nella band black/doom metal chiamata Stoic Dissention. Le melodie contrapposte che entrambi volevamo ottenere hanno funzionato perfettamente per gli Abysmal Dimensions. Ma dopo aver iniziato con i Blood Incantation, quella band è passata un po' in secondo piano, senza mai mettere in pausa la sua attività. Paul ed io avevamo già delle canzoni pronte però non sono mai state registrate, anche perché la nostra priorità divenne la musica dei Blood Incantation. Nel 2019 gli Abysmal Dimensions riuscirono a completare una nuova line-up arruolando Erika Osterhout (Scolex, Chthonic Deity) ed Eli Wendler (Spectral Voice), e con quella formazione riuscimmo a partecipare al Kill-Town Death Fest VII. Comunque il futuro della band è incerto e non ci saranno pressioni.
Ci sono piani per il futuro che puoi rivelare?
I Blood Incantation sono impegnati per promuovere il nuovo album “Hidden History of the Human Race” in tutto il mondo. Vogliamo migliorare le nostre performance dal vivo e posso solo anticipare che per il futuro ci saranno alcune sorprese.
Contatti:
darkdescentrecords.bandcamp.com/hidden-history-of-the-human-race
facebook.com/astralnecrosis
BLOOD INCANTATION line-up:
Isaac Faulk - Batteria
Paul Riedl - Chitarra, Voce
Morris Kolontyrsky - Chitarra
Jeff Barrett - Basso
Recensione:
BLOOD INCANTATION "Hidden History of the Human Race" - 2019