martedì 17 marzo 2020

DOOMRAISER - "IL POTERE CHE DIVORA"






LA SCENA METAL ITALIANA DOVREBBE ESSERE ORGOGLIOSA DI POTER VANTARE UNA BAND ENORME COME I DOOM METALLER ROMANI DOOMRAISER. IO POSSO DIRE DI ESSERE VERAMENTE FIERO DI SUPPORTARE LA LORO MUSICA, ANCHE SE DEVO AMMETERE DI AVERLI CONOSCIUTI CON IL PRECEDENTE ALBUM "REVERSE (PASSAGGIO INVERSO)", USCITO NEL 2015. OGGI VOGLIO SOTTOLINEARLO, ANCORA UNA VOLTA, PERCHE' SE LA VERITA' STA NELLA VERITA', BISOGNA RICONOSCERE CHE QUESTI CINQUE MUSICISTI MERITANO TUTTA LA VOSTRA CONSIDERAZIONE E IL MASSIMO RISPETTO. LA MUSICA DOOM HA UN GRANDE POTERE MAGNETICO, E QUEL POTERE CHE DIVORA E' RACCHIUSO NEL MONUMENTALE "THE DARK SIDE OF OLD EUROPA", PUBBLICATO DALLA NOSTRANA TIME TO KILL RECORDS, ETICHETTA FONDATA DAL VETERANO ENRICO GIANNONE (UNDERTAKERS, BUFFALO GRILLZ, KICK AGENCY, EX-CIAFF). IL MIO INTERLOCUTORE E' STATO IL CANTANTE NICOLA ROSSI, UNA DELLE PERSONE PIU' BELLE E UMILI CHE IO ABBIA CONOSCIUTO NEL CORSO DELLA MIA PIU' CHE VENTENNALE ATTIVITA' DI SCRITTORE NEL CIRCUITO UNDERGROUND. METTETEVI COMODI E BUONA LETTURA.

Ciao Nicola. Ben ritrovato su SON OF FLIES WEBZINE. Grazie per la tua disponibilità.
Partiamo con una domanda generica ma ben precisa: che cos'è cambiato in tutto questo tempo all'interno della vostra band?

- Ciao Christian, grazie per averci contattato. Sicuramente sono cambiate tante cose, sono aumentati gli impegni di tutti i membri, sia sul piano lavorativo che su quello personale, ma una cosa è rimasta costante e immutata nel tempo: la voglia di fare e creare musica, la necessità di promuovere un messaggio musicale legato a quello concettuale, con esse le possibilità di sperimentare, modificando le possibili direzioni artistiche, attraverso gli stati d’animo e le varie ricerche di studio che accompagnano i nostri cammini. La musica rappresenta la materia costante che si plasma per poi fissarsi nel corso del nostro tempo.

Che sensazione si prova a realizzare un nuovo disco? Immagino siate rimasti soddisfatti della collaborazione con l'ingegnere del suono Danilo Silvestri, già conosciuto per il suo operato con i Giuda. A mio avviso la produzione è davvero eccezionale!

- Fare uscire un nuovo disco è come fare uscire una nuova parte intima di te, farla conoscere, promuovendola e condividendola è sicuramente un atto liberatorio e catartico che porta forti emozioni. Abbiamo collaborato con Danilo anche in passato, per quasi tutti i nostri lavori e oltre ad essere un bravissimo produttore, è anche un nostro caro amico e questo ci permette di affidarci in maniera del tutto spontanea al suo intuito e alla sua esperienza professionale. Devo dire che il lavoro di squadra eseguito per la produzione del disco, è stato senza dubbio vincente, siamo veramente soddisfatti del prodotto finale, come mai prima d’ora.

Come descriveresti il vostro attuale approccio compositivo alla luce dell'esperienza accumulata in tutti questi anni di attività? Mi spiego meglio: in un genere musicale così ancorato alle sonorità tipiche degli anni '70 / '80, la parola “evoluzione” che significato può avere nel 2020?

- La parola evoluzione si lega indissolubilmente alla sperimentazione dell’oggetto musicale, bisogna plasmare la propria musica attraverso un processo di evoluzione intimista e spirituale. Noi siamo sempre stati attenti a non tradire il nostro tipico marchio di fabbrica, ma siamo stati sempre attratti dall’evoluzione sonora, la nostra musica ha la necessità di trasformarsi attraverso la dimensione spazio tempo, attraverso variegate e eterogenee sfaccettature, ha bisogno di nuova linfa vitale, questo ovviamente deve avvenire senza che si snaturi la coerenza e l’omogeneità di quelle che sono le nostre radici.

Eravate già in contatto con il nuovo secondo chitarrista Giuseppe "El Grigio" Nantini? In che periodo è entrato a far parte della vostra line-up?

- Ci tengo a precisare che Giuseppe oltre ad essere il nostro primo chitarrista, è anche cofondatore del progetto, è presente in tutta la nostra discografia tranne che sul nostro penultimo album “Reverse”. Siamo sempre stati in contatto, è un nostro caro amico fraterno e la scelta di lasciare i Doomraiser in passato, fu dettata da necessità personali ed esigenze esterne al gruppo. Il rientro nella band è stato un atto naturale e quasi automatico, siamo contentissimi di poter nuovamente collaborare e lavorare insieme per altre nuove esperienze.

Riguardo il concept del disco, puoi raccontarci in breve come tutto è iniziato? Quale fattore scatenante ti ha spinto a trattare questi nuovi argomenti? Il titolo “The Dark Side of Old Europa” spinge alla riflessione per il suo significato evocativo! Come avete scelto l'immagine per l'artwork?

- Il disco non è un vero e proprio concept, ma i brani si legano attraverso un filo conduttore tematico. Il titolo fa riferimento alla filosofia e ai contenuti dei testi, i quali analizzano alcuni eventi che hanno reso l’Europa una terra oscura e misteriosa, sia sotto la veste socio politica che sul piano esoterico e occulto. Si descrivono antichi e segreti culti pagani; alcune bizzarre visioni della stregoneria medioevale e il rapporto tra essa, la possessione diabolica e l’isteria; una certa visione del male e del Diavolo che appartiene ad una certa visione popolare e alla bassa magia cerimoniale, capace di veicolare le modalità di comportamento sociale di un’intera comunità. All’interno di questa visione occulta ed esoterica si affianca una visione più politica e sociale, vi si denuncia la cultura dell’eurocentrismo come simbolo di molti fardelli, i quali oggi pesano sulle spalle dell’umanità, si fa menzione a quella scellerata e bieca politica colonialista e imperialista portata avanti dall’Europa nell’era moderna, la quale ha fagocitato intere culture e distrutto diversi popoli, basti pensare all’olocausto degli indiani d’America o alla forsennata corsa dell’occupazione delle terre africane, rese oggi terre inospitali e depauperate dalle loro più disparate risorse. L’immagine dell’artwork è un assemblaggio di vari simboli appartenenti al culto mitriaco, culto pagano celebrato nella Roma antica e che vede la sua massima espansione durante il primo secolo dopo Cristo. In questa sede la tematica viene trattata in un brano: “Tauroctony (The Secret Cult of Mithras)”. Credo che questo tipo di simbolismo e questo tipo di iconografia siano perfetti e calzanti per poter descrivere l’album in toto. Inoltre volevamo distanziarci dai disegni e dai colori che caratterizzavano le nostre precedenti copertine, cercando di semplificare i tratti e elaborare un’iconografia oscura e misteriosa che riflettesse al meglio le musiche e le tematiche dell’intero album.

Avete già scelto le canzoni che suonerete durante i vostri prossimi concerti?

- Sì, abbiamo fatto una selezione, ma in futuro è possibile che i brani vengano interscambiati.

Che ne dici di darmi un tuo breve parere su ognuno dei vostri cinque album?

- Il primo album è un disco più sincero e istintivo, è l’album in cui vi si riflette il nostro carattere più immediato, ai tempi avevamo un bisogno quasi impellente di esprimerci e di creare, il lavoro sulla composizione infatti è più scarno e il tutto è stato costruito attraverso un processo semplice e sicuramente più ingenuo. Il secondo lavoro invece si distanzia dal precedente, è un lavoro che ha caratteristiche più strutturate e studiate, le composizioni sono meno immediate e seguono una logica più progressiva sotto il profilo della costruzione dei brani, forse è il nostro disco più Doom stilisticamente parlando ed è un album molto oscuro. Il terzo è un album che vede il marcato utilizzo del sintetizzatore, strumento che diverrà da qui in poi parte integrante del nostro equipment, questo tipo di utilizzo dello strumento, rende il disco più psichedelico, tendente a sonorità più morbide e “liquide”, con un approccio senza dubbio più seventies. "Reverse (Passaggio Inverso)", il nostro penultimo lavoro, è forse il disco più moderno sotto il profilo della produzione, le composizioni tendono verso un certo tipo di Doom più granitico e compatto e la produzione di Billy Anderson rende l’album più pesante e omogeneo. L’ultimo disco invece, è il lavoro forse più oscuro, l’approccio è più ragionato e studiato, abbiamo cercato anche di contenere il minutaggio standard dei nostri brani per rendere il tutto più diretto e immediato, abbiamo sperimentato sotto vari profili, insistendo su sonorità più rarefatte e morbose. Credo che quest’ultimo sia l’album più maturo e forse è la “summa” artistica di tutti i nostri lavori.

Quali sono state le più importanti esperienze live degli ultimi cinque anni?

- Sicuramente la nostra presenza all’Inferno Fest di Oslo nel 2005 ma anche la condivisione dei palchi con realtà storiche e di valore, gruppi con i quali tutti noi siamo cresciuti: Pentagram, Angel Witch, Candlemass, Venom ecc

Tornando a parlare di “The Dark Side of Old Europa”, c'è qualche canzone che ti senti di segnalare o a cui sei particolarmente legato?

- Forse la già citata "Tauroctony (The Secret Cult of Mithras)", brano strutturalmente diverso, con una vena più melodica e oscura e con un incedere progressivo. Un esperimento sicuramente riuscito su più fronti.

Fa un certo effetto vedere questo bellissimo disco pubblicato da un'etichetta italiana come la Time To Kill. In realtà, tutti i vostri album sono usciti per delle label nostrane: i precedenti tre album targati BloodRock Records, mentre il debutto vedeva il marchio Iron Tyrant (fondata nel 1995 come Entropy Production). Perché queste scelte? Siete legati all'undergound italiano o c'è dell'altro?

- Non è del tutto così, siamo legati al panorama musicale italiano e lo rispettiamo su più fronti, ma non ci siamo imposti niente di tutto ciò, abbiamo avuto dei buoni rapporti con tutte le etichette con cui abbiamo collaborato e tutt’ora c’è una reciproca stima e amicizia. Siamo comunque contenti di essere approdati sul suolo Time To Kill.

Attenendoti al tuo personale punto di vista, perché il sound doom metal mantiene inalterato il suo fascino da circa quarant'anni?

- Il Doom non è soltanto un genere musicale o una costola dell’Heavy Metal, è qualcosa di più, è un sentimento che va oltre, una particolare visione della realtà, è un’attitudine, uno stile di vita. Tutto ciò, secondo me, ha aiutato a mantenere il genere sempre vivido nel suo ancestrale e misterioso fascino.

Progetti per il futuro? Vi auguro il meglio perché lo meritate! Grazie Nicola.

- Uno dei progetti più prossimi è quello di promuovere l’album in sede live. Ti ringrazio per il tuo grande supporto e per la tua professionalità. DOOM OR BE DOOMED!

Contatti:
doomraiser-thedarkside.bandcamp.com
facebook.com/doomraiser
instagram.com/doomraiserofficial
timetokill-records.com

DOOMRAISER line-up:
Nicola "Cynar" Rossi - Voce/Synth
Marco Montagna - Chitarra
Giuseppe "El Grigio" Nantini - Chitarra
Andrea "BJ" Caminiti - Basso
Daniele "Pinna" Amatori - Batteria

Recensione: 
DOOMRAISER "The Dark Side of Old Europa" - 2020