sabato 30 novembre 2013

Recensione: NOOTHGRUSH | COFFINS "Split"
12"LP | CD 2013 - southern lord recordings | daymare recordings




A darsi battaglia su questo split LP ci pensano i californiani NOOTHGRUSH da Oakland (nati nel 1994) e i giapponesi COFFINS da Tokyo, Kanto (attivi dal 1996). Non è difficile immaginare su che terreno avviene tutto questo macello! Leggendo i nomi delle due band si riesce a vedere la cornice di riferimento. Ad aprire ci pensano i quattro americani, con 3 brani belli pesanti che risentono del fetore paludoso proveniente dalla città di New Orleans (EYEHATEGOD), mentre il trio asiatico governa i suoi istinti con la stessa tenacia di sempre (gli appassionati conosceranno bene il sound di questi ultimi). In 29:09 la rabbia non cede mai e ci viene scagliata contro a serbatoio pieno. Abbiamo di fronte delle bestie inferocite che vomitano il loro dissenso, riuscendo ad arrivare velocemente sul binario della sostanza, senza fronzoli. Confezionano un lavoro che farà attrito nel vostro cefalico grazie alla sua immediatezza, ma siate consapevoli che nulla di originale è stato inciso per questo Split LP. In casi del genere l'urgenza nell'esecuzione è l'unico fattore primario, forse, il più adeguato a tale filone musicale. "Jundland Wastes" (Noothgrush) e "The Wretched Path" (Coffins) le mie tracce preferite. Lavoro destinato ai soli cultori! Pubblicato su vinile limitato a 500 copie da Southern Lord Recordings, mentre della versione cd se ne occuperà la Daymare Rec.

Contatti:

COFFINS: facebook.com/intothecoffin
NOOTHGRUSH: facebook.com/pages/Noothgrush/193662010656114?fref=ts

TRACKLISTING: Noothgrush - Humandemic, Noothgrush - Jundland Wastes, Noothgrush - Thoth, Coffins - Drown in Revelation, Coffins - The Wretched Path.


SON OF FLIES WEBZINE + DSA COMMANDO "Le Brigate della Morte"




SON OF FLIES WEBZINE è parte della coproduzione del prossimo cd dei DSA COMMANDO "Le Brigate della Morte". La band lo stamperà per celebrare i 10 anni di attività. L'album conterrà tutti i singoli usciti su internet più qualche inedito. Sarà presto disponibile!

CONTATTI: 

www.dsacommando.com

christianmontagna.blogspot.it
facebook.com/chris.son.of.flies
facebook.com/son.of.flies.webzine
chris.sonoflies@yahoo.it


Recensione: VINTAGE CUCUMBER "Yoki Style"
DIGITAL ALBUM 2013 - autoprodotto




C'è qualcosa di sinistro sotto la cute di VINTAGE CUCUMBER, il cui scopo è quello di drogarvi servendosi di note acide e quindi farvi comprendere che possono esistere contenuti e concetti molto più estremi di quelli comunemente conosciuti / tradizionalmente assimilati, e non per questo, meno incisivi nella realtà che ci circonda. Essendo una one man band, qui diventa fondamentale parlare di aspetti individuali. Il largo messaggio del musicista si muove indipendentemente da qualsiasi fonte stilistica, perciò, partendo dalla propria teoria, fa riaffiorare la sofferenza del singolo, facendola riflettere su chi ascolterà il disco. Poiché certe sonorità bisogna saperle gestire, affinché possano colpire nel segno, è necessario trovare la giusta dimensione che sia altrettanto complice per la riuscita di certe idee. Ascoltate quanto proposto da Johannes Schulz su "Yoki Style" e potreste scoprire perché da certe estensioni astratte è davvero difficile sfuggire. Il fluire della musica è lento, complesso, ma contagioso. In questo nuovo capitolo il compositore tedesco vi mostrerà le basi su cui fonda questa necessità. Vi sono creativi che nascono per andare contro corrente, Schulz è tra questi. Ora spetta a voi svelare i codici nascosti nel suo linguaggio psychedelic. "Yoki Style" si dissolve nella catarsi. Interessante! Potete ascoltare l'intero album nella pagina bandcamp dell'artista.

Contatti: vintagecucumber.bandcamp.com/album/yoki-style-2013

TRACKLISTING: Mondsucht II, Geborgenheit, Im Garten Eden, Cleopatra & Ich, Das Mönchsgebrabbel, Nektar schlürfen..., Weltenberg, Alles in Butter, Mutter Grün, Traumland.


venerdì 29 novembre 2013

Recensione: GLORIOR BELLI "Gators Rumble, Chaos Unfurls"
CD | LP 2013 - agonia records




I GLORIOR BELLI sono uno dei gruppi più interessanti usciti durante lo scorrere degli ultimi anni, il loro secondo full-length "Manifesting The Raging Beast" pubblicato nel 2007 si rivelò da subito un album riuscito, ispirato, un concentrato di oscuro black metal caratterizzato da numerose strutture che interagivano con accordi fedeli ad altre estremizzazioni sonore (meno southern rock rispetto al presente). Forse al successivo "Meet Us at the Southern Sign" (2009), mancava qualcosa; ma tutto sommato quel lavoro possedeva ancora molti degli elementi che hanno reso celebre questo combo francese. Il disco che segna il ritorno dei Glorior Belli, "Gators Rumble, Chaos Unfurls", è si ben suonato, solo che ricambia rotta e, la stessa performance risulta difficile da assimilare, anche se si può considerare più convincente rispetto a quella espressa sul camaleontico "The Great Southern Darkness" del 2011. Nonostante la band utilizzi lo stesso approccio e gli stessi settaggi del passato, oggi sembra molto più determinata a cambiare velocemente pelle. Importante notare come questi musicisti non lascino nulla al caso, infatti bastano ripetuti ascolti per rendersene conto. Alcune composizioni riescono a trascinare senza troppi affanni ("I Asked for Wine, He Gave Me Blood", "The South Will Always Know My Name", "Built for Discomfort"). Completa il tutto una produzione azzeccata, corredata da ampiezza e volume. Però, visto che le principali fonti di ispirazione provengono da varie correnti, è abbastanza inutile parlare in termini di "puro" black metal: i Glorior Belli penetrano nel metal arrangiandolo attraverso stratificazioni visionarie, fortunatamente mai eccessivamente superflue. Il quartetto si esprime al meglio quando spinge su soluzioni maligne (che siano lente o veloci), mentre tende a calare d'intensità nei momenti in cui esaspera su partiture stoner/rock (troppo legate ai Down di Phil Anselmo). Non siamo sui livelli del disco del 2007, in ogni caso, bisogna riconoscere la validità della proposta. Spero che in futuro non ci riservino brutte sorprese, sarebbe un peccato. "Gators Rumble, Chaos Unfurls" è un ritorno apprezzabile.

Contatti: gloriorbelli.com - facebook.com/gloriorbelli

TRACKLISTING: Blackpowder Roars, Wolves at My Door, Ain't No Pit Deep Enough, A Hoax, A Croc!, From One Rebel to Another, I Asked for Wine, He Gave Me Blood, The South Will Always Know My Name, Le Blackout Blues, Backwoods Bayou, Built for Discomfort, Gators Rumble, Chaos Unfurls.


giovedì 28 novembre 2013

Recensione: THE MELVINS "Tres Cabrones"
CD | LP 2013 - ipecac recordings




Come posso fare a non dare spazio ai grandissimi MELVINS su Son of Flies webzine? Una band che ho sempre apprezzato per coraggio, caparbietà ed eclettismo. Unici ed influenti nel loro genere, con alle spalle una lunga carriera di tutto rispetto e ricca di pubblicazioni di un certo calibro. Amati da molti, incompresi da altrettanti! Ci sarà un perché? Sicuramente il fatto che non siano stati un gruppo alla portata di chiunque potrebbe rappresentare il punto rilevante della faccenda. Rivedendo attentamente le varie fasi del loro percorso, si ha la netta sensazione che questi incredibili musicisti si siano svelati, a poco a poco, regalandoci delle vere e proprie esperienze sonore rese ancor più interessanti dai dettagli di una storia tanto particolare quanto infinita. E' genialità? Potrebbe essere. Il nuovo "Tres Cabrones" non fa eccezione! Trent’anni accumulati non sono assolutamente pochi e, fa anche piacere ritrovarli più in forma che mai con il rientro di Mike Dillard alla batteria (drummer originario che prende il posto di Dave Crover, quest’ultimo passato al basso..). In verità, su questo ultimo lavoro si sono semplicemente limitati a portare il meglio, per cui, le scariche elettriche generate dai nostri sanno dove colpire i fan, in modo da folgorarli durante l’ascolto. L'album si apre con la carica noise di "Mr. Mule" e grazie a questa canzone carismatica i Melvins mettono subito in chiaro le loro buone intenzioni. Inconfondibile quell’approccio sfrontato / diretto reso tangibile da un sound grasso e sporco fino al midollo ("City Dump", "Stum Farmer" lo dimostrano!), come essenziali risultano le sfuriate retro punk ("Walter’s Lips", "Stick 'Em Up Bitch"). La follia compositiva non manca, infatti, basta cavalcare la giostra impazzita di "Tie My Pecker To A Tree" per fasi due sane risate, mentre la successiva song "Dogs and Cattle Prods" riporta in carreggiata la momentanea distrazione. Nel mondo distorto di Buzz Osbourne e soci non esiste una costante stilistica, il bello della loro stranezza è proprio questo. L’imprevedibilità schizofrenica regna sovrana anche oggi.. ("99 Bottles Of Beer", "I Told You I Was Crazy"). Voglio fare un altro forte applauso ai The Melvins perché hanno coraggiosamente deciso di rimanere sigillati nella propria sconfinata demenza. Osservate bene quella capra messa in copertina, dal suo sguardo spento ma inquietante non traspare nulla di confortante. Una piacevole riconferma. Onore e Gloria MELVINS!

Contatti: themelvins.net - facebook.com/melvinsarmy

TRACKLISTING: Dr.Mule, City Dump, American Cow, Tie My Pecker to a Tree, Dogs and Cattle Prods, Psycho-Delic Haze, 99 Bottles of Beer, I Told You I Was Crazy, Stump Farmer, You're in the Army Now, Walter's Lips, Stick em'Up Bitch.


Recensione: HYPERTOAD "Rust"
EP 2013 - autoprodotto




HYPERTOAD è legato al mondo del post-rock strumentale e, l'intero tessuto sonoro qui viene concepito e modellato da un solo membro / compositore. Sono riuscito a risalire alla sua provenienza (Saint-Petersburg, Russia) ma non al suo nome. Ciò che in realtà mi interessa è la proposta musicale raccolta in questo EP intitolato "Rust". Tutti e 6 i brani vengono molto spesso abbelliti da una certa padronanza strumentale che non è mai fine a se stessa. Gli arrangiamenti sono ben calibrati, a tratti davvero distesi ed emozionali, tanto che in una song come "Pet Sematary" portano a galla i fantasmi di certi vecchi Pink Floyd, oppure "September" caratterizzata da melodie gelide tanto care ai recenti Katatonia. Hypertoad non sfrutta i semplici canali del genere per emergere, al contrario, si snoda su dei chiari stati d'animo, molto più complessi, per questo riesce a rivelarsi capovolgendo determinate sensazioni. "Rust" è raffinato, libero... free form. Ogni pezzo è diverso per quanto riguarda visioni, melodie, formando così uno scenario all'interno del quale emozioni e musica si abbracciano in maniera spontanea e naturale senza che ci sia niente di ragionato o costruito. Fatevi accarezzare dall'elegante sensibilità di Hypertoad!!! Un'identità da tenere sotto osservazione. Complimenti sinceri.

Contatti: hypertoad.bandcamp.com - facebook.com/hypertoad

TRACKLISTING: All summer in a day, Salvation, September, Melancholia, Pet Sematary, Rust.


mercoledì 27 novembre 2013

Intervista: PUTRIFIED - "ATTO DI PROFANAZIONE"






LO SVEDESE A.DEATH E' ARTEFICE DI UN AGGRESSIVO DEATH METAL LEGATO ALLA VECCHIA SCUOLA. UN MUSICISTA CON ESPERIENZA E COMPETENZA IN MATERIA. I SUOI PRECEDENTI ALBUM E IL NUOVO EP "SACRILEGIOUS PURIFICATION" NE SONO LA DIMOSTRAZIONE. I PUTRIFIED SAPRANNO COME SFAMARE GLI APPASSIONATI! A LUI LA PAROLA...

1. Ciao A.Death. I Putrified hanno iniziato nel 2010 con più o meno lo stesso atteggiamento che avete oggi. Una band aggressiva e sincera. È corretta la mia opinione? Suonate TRUE DEATH METAL!

- Il progetto Putrified è nato quando iniziai a raccogliere un sacco di canzoni, nel corso di un paio di anni, tutto era in vena con il Death Metal. Ero stato occupato in gran parte con il Black Metal, soprattutto suonando e registrando con gli Infuneral. Nel 2010 ho sentito nuovamente l'esigenza di scrivere materiale Death Metal, non c'era davvero altra scelta.

2. La ragione principale di questa intervista è ovviamente l'uscita di "Sacrilegious Purification". Il nuovo EP è un po' più massiccio e diretto , anche a causa della produzione?

- Sì, la differenza principale tra "Sacrilegious Purification" e le nostre precedenti releases è la produzione. Questa volta ho registrato con attrezzature migliori e avevo anche a disposizione Oskar e Devo del celebre Endarker Studio (Marduk, Ofermod, Funeral Mist, Nefandus) per gestire tutto il mix finale e il mastering del disco. Si tratta di una combinazione di due mondi. In primo luogo manteniamo il naturale sound retro, unito ad un po' di sporcizia, poi c'è la produzione più moderna per portare maggiore potenza e attacco sulla registrazione. Combinando
i due elementi abbiamo ottenuto il nostro risultato finale. Penso che "Sacrilegious Purification" abbia una produzione eccellente. Per quanto riguarda la musica attuale, ci sono anche delle vibrazioni black metal che brillano attraverso questo MCD, a differenza dei precedenti album "Spawn Of The Dead" e "Neurotic Necrotic". Una naturale evoluzione dal momento che vengo da un background Black Metal e questo è profondamente radicato in quello che sono. Ho anche imparato alcuni trucchi lungo la strada, da quando è nato il progetto Putrified. Insomma tutto è per il meglio.

3. Qual è stata la tua mentalità / approccio a questo nuovo lavoro?

- Prendere i Putrified e portarli ad un livello successivo, sia in termini di songwriting che in termini di registrazione e produzione. Volevo che i Putrified si esprimessero nel pieno potenziale perché so quello che siamo ora. I primi due lavori mostravano dove la band si trovava alla fine del 2010. "Sacrilegious Purification" mostra dove ci troviamo ora, oggi.



4. Che relazione c'è tra le diverse canzoni del nuovo EP "Sacrilegious Purification"?

- Sono contento che me lo hai chiesto perché c'è un tema che attraversa tutto il disco. L'album è costruito su diverse forme di sacrifici, sia attraverso la carne che lo spirito. "Sacrilegious Purification" esplora diverse forme di fede, il suo impatto sulla psiche umana e il ritiro di dio. Sono anche affascinato dal destino e dalla dualità, questi aspetti si trovano nei testi dell'attuale lavoro ma saranno presenti anche sul prossimo album.

5. "Sacrilegious Purification" è la seconda release su Hellthrasher Prod . Perché questa scelta?

- E' il secondo album dei Putrified su Hellthrasher Productions, perché è una label che ha pubblicato un bel po' di buone releases, costruendosi lentamente un nome nell'underground. E' stato serio e facile lavorare con un'etichetta con la quale mi sento coinvolto. Quelli della Hellthrasher Prod. hanno anche una buona reputazione oltre che una distribuzione molto valida a livello mondiale, ottimo per una label delle loro dimensioni. A loro piacciono i Purified.

6. Come descriveresti l'evoluzione dei Putrified?

- Come un angelo caduto, ascendente dal regno sottostante. Deve essere soddisfatto con gloria divina. Oggi guardo ai nostri primi due dischi come dei demo, dal momento che sono stati fatti molto in fretta e con attrezzature di base. A causa di ciò ho voluto che il loro suono/impatto risultasse legato alle vecchie registrazioni di demo dimenticati, molto crudi, lo-fi e in your face. In realtà, "Spawn Of The Dead " è stato un test, ho gestito da me la registrazione, tutti gli strumenti e le voci. Inizialmente, non avevo pianificato di pubblicare la prima registrazione, ma ha superato le mie aspettative. Così ho continuato ad andare avanti. "Neurotic Necrotic", che è fu registrato subito dopo il primo album, è stato curato un po' di più. Mi resi conto che potevo tirarlo fuori e continuai ad esplorare altri temi lirici (essendo questo un concept album costruito su un antico orrore) e arrangiamenti. Entrambi questi lavori sono stati registrati nel corso degli ultimi mesi del 2010, un periodo in cui mi sono potuto dedicare completamente alla concezione della band. "Sacrilegious Purification" è stato registrato nel 2012. Oggi i Putrified significano molto di più per me rispetto a quello che ho fatto allora. Il nostro obiettivo è cambiato con il passare del tempo. Il modus operandi è anche leggermente diverso rispetto al nostro umile inizio, e continuerà ad evolversi.



7. Avete intenzione di fare concerti dal vivo a sostegno dell'EP?

- Di meno. Abbiamo una vera e propria line-up dal vivo. Purtroppo ci siamo presi quasi un anno di pausa dalle prove dato che il nostro attuale batterista ha dovuto subire una seria operazione alla mano. La vita in generale è stata anche abbastanza frenetica negli ultimi tempi, tuttavia, ecco la line-up:

A.Death - Vox & Guitar
Crypt - Drums
P.Apocalypse - Bass
Grave - Chitarra

Inoltre ho focalizzato la mia energia sul completamento dell'artwork e del layout per "Sacrilegious Purification", così come la registrazione di base per il prossimo full-length, fatta durante la nostra inattività. Torneremo alle prove a breve e quando arriverà il tempo il palcoscenico e il pubblico saranno profanati.

8. Suonare in una one man band, significa che si deve creare tutta la musica da soli. Quali sono i punti a favore in un progetto portato aventi da un solo uomo?

- In quasi tutte le band ci sono solo una o due persone che scrivono tutta la musica e i testi. Quindi, in questa materia non esiste una vera differenza. Il fatto che io abbia registrato tutti gli strumenti e le voci, è la vera differenza. A questo proposito, ero stufo di suonare in gruppi dalla line-up completa, con tutta quella logistica e il rispettivo scontro delle differenti volontà. E' stato molto liberatorio gestire i Putrified completamente da solo, senza dover preoccuparsi di qualcun altro. Se mi piaceva un'idea e volevo provarla potevo farlo. Ora, posso dire che le collaborazioni possono essere anche molto appaganti se il rapporto di lavoro è sano. Il prossimo full-lenght avrà molti diversi collaborazioni. Tutto per il meglio della nostra visione.

9. Grazie per il tuo tempo! Ti auguro il meglio!

- Grazie per il tuo supporto, ho apprezzato molto. Chi vuole può acquistare i dischi e il merchandising dei Putrified e delle nostre relative band a: http://frozenbloodstore.blogspot.se

Death Darkness Decay!



CONTATTI: facebook.com/pages/Putrified/139314062811752?fref=ts

PUTRIFIED line-up:

A.Death - Polistrumentista e Voce

LINE-UP Live:

A.Death - Voce, Chitarra
Crypt - Batteria
P.Apocalypse - Basso
Grave - Chitarra

RECENSIONE:
PUTRIFIED "Sacrilegious Purification" MCD 2013 - hellthrasher prod



martedì 26 novembre 2013

Recensione: VALKYRJA "The Antagonist's Fire"
CD | LP 2013 - world terror committee




Agghiacciante il ritorno degli svedesi VALKYRJA, servi del male dall'anno 2004. La sostanza corrosiva dei 3 album pubblicati gli ha procurato una posizione di tutto rispetto nel panorama del black metal e, forse, sono veramente pronti per poter condizionare quanti hanno pensato che i Watain fossero l'unica formazione a portare avanti una certa dottrina dal flusso oscuro, funesto. Schiavi delle proprie omelie/litanie negative (tangibili e implacabili) questi musicisti si contraddistinguono per l'efferatezza dei brani e per i tormenti in essi contenuti, alcuni dei quali capaci di donare vibranti emozioni modellate nei più profondi abissi dell'oscurità. Potete fare affidamento ad una song come "The Cremating Fire" per farvi mutilare senza nessun indugio! Dall'ultimo album "The Antagonist's Fire" emergono aspetti deliranti che potrebbero dimostrare, se correttamente approfonditi, quanto la storia di questo genere musicale sia sempre stata condizionata da elementi dal forte potere occulto. Ciò è comprovato! Per essere precisi: I Valkyrja si rivelano attraverso le loro potenzialità, rendendo l'attuale operato molto più aggressivo e spietato. Questi due fattori combinati, padronanza sugli strumenti e arrangiamenti riusciti, producono qualcosa che scuote. Indipendentemente dai gusti personali, la musica degli scandinavi è migliorata durante i nove anni di attività, per questo, in futuro, non potranno che generare altre vittime. Neri come la pece! Consigliato.

Contatti: facebook.com/valkyrjaswe

TRACKLISTING: Betrayal Incarnate, The Cremating Fire, Madness Redeemer, Yearn to Burn, Eulogy (Poisoned, Ill and Wounded), Season of Rot, Treading the Path of the Predator.


lunedì 25 novembre 2013

Recensione: TESTAMENT "Dark Roots of Thrash"
2xCD | DVD | BLUE-RAY 2013 - nuclear blast




I TESTAMENT non hanno bisogno di nessuna presentazione! Sono una delle formazioni più longeve / importanti / influenti nella storia del thrash metal e rimango fermamente convinto che ancora oggi non c'è nessuno della vecchia scuola a tenergli testa per intensità, qualità, tecnica... sia su disco che dal vivo. Stiamo parlando di autentiche leggende viventi, quei mostri sacri che raramente prendono vita nell'esistenza terrena. Ciò che da sempre li rende speciali è proprio quel sound caratteristico, davvero unico, quei riff / ritornelli violenti ma nello stesso tempo melodici, orecchiabili, ritmi che ti entrano nel cervello e non ti mollano nemmeno sotto tortura. E poi c'è quella voce, si, quel Chuck Billy che ti strappa l'anima ogniqualvolta si posiziona dietro al suo microfono. TESTAMENT è sinonimo di garanzia assoluta! Colleziono tantissimo materiale musicale in DVD, da molti anni ormai e, non so se mi è mai capitato di visionare un concerto di questa notevole portata. In "The Dark Roots of Thrash" ogni cosa è perfetta: performance, audio, fotografia, immagini, colori, montaggio, scelta dei brani ecc...). Adoro questa formazione fin dalla mia adolescenza, quando di fronte allo specchio della mia camera facendo headbanging sulle note di "Souls of Black" del 1990 (non lo dimenticherò mai... quante belle emozioni...). Solo i Metallica dei primi tre album mi toccavano allo stesso modo. E' trascorso tanto tempo da allora, ma posso dire a cuore aperto che i Testament non mi hanno mai deluso (forse solo l'album "Demonic" uscito nel 1997 mi lasciò un po' stordito per l'impatto troppo monolitico, distante dai canoni del gruppo). Dalla pubblicazione di "The Formation of Damnation" (2008) sembrano rinati sotto una nuova luce, un'impressionante seconda giovinezza che riconferma la strabiliante maturità artistica raggiunta. Fondamentale il rientro di Alex Skolnick alla chitarra (vederlo in azione sul palco mette i brividi!). Non sono da meno le corde di Eric Peterson, l'imponente Gene Hoglan alla batteria e il prorompente Greg Christian (basso). La tracklist è fantastica, attinge dal presente e naturalmente dal loro passato, facendo esplodere autentici classici come "Practice what You Preach","Into The Pit","The New Order". DARK ROOTS OF THRASH è un CAPOLAVORO da possedere a scatola chiusa. PURE CULT! LUNGA VITA MAESTRI! Disponibile in diverse edizioni.

Contatti: testamentlegions.com

TRACKLISTING: Intro/Rise up, More than Meets the Eye, Burnt Offerings, Native Blood, True American Hate, Dark Roots of Earth, Into the Pit, Practice what You Preach, Riding the Snake, Eyes of Wrath, Trial by Fire, The Haunting, The New Order, Do not Resuscitate, Three Days in Darkness, The Formation of Damnation, Over the Wall, Disciples of the Watch.




domenica 24 novembre 2013

Recensione: SATAN'S WRATH "Aeon’s Of Satan’s Reign"
CD | LP | PICTURE DISC 2013 - metal blade




Il vocalist Tas Danazoglou (Sabbah Navahthani ed ex Eight Hands for Kali, Great Coven, Electric Wizard) continua a calpestarci con la sua infernale creatura SATAN'S WRATH. I greci debuttarono su Metal Blade Records come duo pubblicando nel 2012 l'album "Galloping Blasphemy". Fu un condensato diretto, concepito alla vecchia maniera, ma non mancò di suscitare delle perplessità tra gli ascoltatori e addetti ai lavori. Tutto dipende dalla soggettività di ognuno, da come si vuole vedere la cosa. Non si può di certo gridare al miracolo ascoltando il nuovo "Aeon’s Of Satan’s Reign", perché rispecchia perfettamente ciò che alcuni maestri hanno già espresso molti anni prima, quindi, se volete spararvi in vena questa pietanza dal gusto retro, servirebbe solo schiacciare play sul vostro lettore cd senza particolari pretese. Durante l'assalto blasfemo si captano influenze che derivano dai vecchi album di Metallica, Slayer, Venom, Possessed, Bathory e naturalmente elementi provenienti dalla New Wave of British Heavy Metal (non possono mancare nel songwriting della band). Potrei sembrare troppo sintetico in sede di recensione, resta il fatto che non ci sarebbe altro da aggiungere a quanto espresso finora. Se siete appassionati di queste sonorità alzate il volume, non rimarrete delusi! Se cercate qualcosa di più elaborato spingetevi altrove. In sostanza "Aeon’s Of Satan’s Reign"
è un disco sincero, schietto, senza compromessi. A voi la scelta!

Contatti: www.facebook.com/666SATANSWRATH666 - metalblade.com/satanswrath

TRACKLISTING: Only Satan Is Lord, Die White Witch Die, Archfiend, Ecstasies of Sorcery, Satan's Blood, Lucifer's Fire, All of Us Witches, Lives of the Necromancers.


venerdì 22 novembre 2013

Recensione: THE FRANCESCO FONTE BAND "Arousal Addiction"
EP 2013 - autoprodotto




Il mercato della discografia ha lo scopo disumano di lucrare e prosperare sulle spalle di tanti artisti (validi o meno), anche se molti di questi ultimi sono sicuramente d'accordo a farsi spremere fino al midollo, in modo da raggiungere velocemente quella 'fama' che inevitabilmente diventa l'unico obiettivo o sola priorità (redditizia). Ovviamente ognuno di loro è libero di decidere cosa sia meglio fare, ma è pur vero che se la musica ha un'essenza vera/indecifrabile, non può appartenere a questi individui che la consumano in modalità "usa e getta", solo per ottenere dei fini materiali e ritorni economici. Finzione? Realtà? Le mie parole iniziali non si annidano in qualcosa di falso. Perciò questa la chiamerei Realtà! Non spetta a me fare la morale, comunque non posso tenere chiuso a chiave tale argomento, soprattutto quando mi ritrovo davanti un artista completo come Francesco Fonte. Ascoltando le sue intense sonorità riesco a mettere a fuoco il concetto sopra espresso. Troppo spesso chi merita veramente è condannato a soffrire nell'indifferenza di chi non vuol ascoltare o forse fa finta di non avere orecchio per la musica di qualità. Se la mia fosse verità, l'averne compreso il significato vero, potrebbe un giorno fare la differenza per certi musicisti, tra aprire gli occhi e difendere l'arte, quella vera. Francesco Fonte rientra nella categoria degli artisti tosti, viscerali, ed elaborando alcuni concetti è riuscito non solo ad evolversi notevolmente a livello musicale, ma sta facendo capire a tante realtà del "music business" (gruppi ed etichette) che si può concepire e produrre qualcosa di adulto/professionale/sentito anche in un contesto DIY! Ed è questo a fare la differenza ascoltando i 5 brani contenuti in "Arousal Addiction"! I THE FRANCESCO FONTE BAND hanno architettato un bellissimo EP che emoziona dalla prima all'ultima nota, attraversando e smembrando molti stili musicali: dal post rock all'elettronica, trip hop... Generi che sembrano slegati l'uno dall'altro ma in realtà sono come tasselli di un mosaico troppo intimo e personale. Qual è la dote geniale di Francesco e compagni? Il saper disporre attentamente questi pezzi in modo da poter emozionare l'ascoltatore. Non si spiegherebbero le mie lacrime incessanti sull'opener "Greetings From The Lizard King". Procuratevi questo lavoro, approfonditelo con rispetto e serenità, solo così capirete che la buona musica non ha bisogno di avere una correlazione con numeri da classifica. Potete ascoltare l'intero EP sul sito bandcamp giù riportato. L'artwork di copertina è stato volutamente dipinto dal sottoscritto. Supportateli!

Contatti: thefrancescofonteband.bandcamp.com

TRACKLISTING: Greetings From The Lizard King, Arousal Addiction, Stephanie, Time Weapon, Blue Seagull.


giovedì 21 novembre 2013

Recensione: CELESTE "Animale(s)"
2xCD 2013 - denovali records




Il nuovo lavoro dei francesi CELESTE è un album diviso in due CD. Ma fate attenzione, non è un doppio full-length. E' solo suddiviso su due diversi supporti a causa del concept. Uno di questi è scritto dal punto di vista di una ragazza, l'altro sottolinea la prospettiva di un ragazzo. Pensieri distorti su un'unico copione che apre stimoli visivi e uditivi violenti, ancora più incisivi se si osservano le varie immagini dell'intero artwork (figlie di un animo violato). Sta di fatto che i retroscena espliciti o impliciti, potrebbero essere immaginati. Se a questo aggiungiamo la buona performance del gruppo, è facile rendersi conto del perché vi sia un tale stato di afflizione lungo la durata del disco. La pellicola illumina il loro operato, dando luce ad aspetti tanto evidenti, quanto oscuri, nella storia narrata. La potenza espressa nei brani non viene mai meno, anche se le strutture sonore finiscono quasi sempre per assomigliarsi l'una con l'altra.Volutamente? Involontariamente? Non posso saperlo, resta il fatto che nonostante la ripetitività di fondo i nostri sanno come maltrattare l'ascoltatore, rendendolo schiavo dell'aggressività fulminante. Ancora una volta, si delinea l'ipotesi che i Celeste fossero stati condizionati dal loro stesso suono, e che questo attuale processo compositivo faccia parte di un piano premeditato. Potrebbe essere! Mi colpisce il linguaggio 'criptato' utilizzato su ogni album. Sicuramente non sarà impresa facile mantenere l'attenzione per tutta la durata di "Animale(s)", ma sono certo riuscirà a comunicare adeguatamente con i fan più intransigenti. Ebbene le carte messe in gioco si rivelano le stesse del passato, per simbologie e contenuti. Ascoltando il disco capirete il perché. Ora spetta a voi il compito di decifrarle. Quello che posso dirvi con certezza è che la band continua sulla sua strada, indipendentemente dal genere di appartenenza.

Contatti: facebook.com/celesteband - denovali.com

TRACKLISTING:

CD 1 - Laissé Pour Compte Comme Un Bâtard, Au Pied D'une Bicoque Peu Séduisante, Sans Crainte De S'avouer Un Jour Naufragée,(X), Tes âmes Soeurs Immaculées, Dans Ta Salive, Sur Sa Peau.

CD 2 - D'errances En Inimitiés, Cette Silhouette Paumée Et Délabrée Qui Sanglote Et Meurt, Empreinte D'érotisme, (Y), Serrés Comme Son Coeur Lacéré, Outro.


mercoledì 20 novembre 2013

Recensione: GORE ELOHIM "Electric Lucifer"
CD 2013 - supercoven records




New York è la dimora di GORE ELOHIM (Goretex, ex Non Phixion), un artista che fin dalla giovane età ha imparato a nutrirsi del fango della strada per alimentare una creatività che da sempre si contraddistingue dalla massa (inutile) del rap o hip-hop (per chi preferisce). Gore è rispettato da tantissima gente, in determinati quartieri, che divennero anch'essi conosciuti come "ghetti". Per questo motivo, il suo nome viene collegato al circuito più underground, lontano dall'immagine 'costruita' del rapper contemporaneo, quello che ama sfoggiare gioielli, auto lussuose e puttane da vetrina! Le zone su citate si affermarono spesso come dinamici centri culturali, ma nel tempo sono anche diventate tane/gabbie per criminali, spacciatori, stupratori, eroinomani, barboni, reietti di ogni tipo. Non esistono vie di fuga se vivi l'esistenza in determinati spazi, perché inevitabilmente le leggi di vita sono anche dettate da questi individui che, nel bene (poco) e nel male (tanto) contribuiscono pesantemente al collasso generale di diverse aree suburbane. Molto spesso il livello di benessere annega sotto una bassa media, mentre gli indici di criminalità e di degrado aumentavano velocemente. Gore Elohim conosce a memoria tali dinamiche e le racconta servendosi di parole taglienti / strofe spietate, maledettamente ciniche. Il suo immaginario 'negativo' colpisce subito al ventre, perché illustra severamente la dura realtà (sociale / politica), una coltellata profonda inferta con violenza in questa dimensione che in fin dei conti circonda ognuno di noi (...chi più, chi meno). Il male è qui, respira sotto la nostra pelle. "Electric Lucifer" ricomincia da dove il precedente "The Art of Dying" ('04) si era fermato e lo fa continuando a diffondere lo stesso virus. Si chiama stile! Gore si serve di ottimi producers per raggiungere grandissimi livelli (tra i quali Sunday degli italiani DSA Commando, artefice di tre pezzi: "Lord Of Plagues", "Late For An Early Grave", "Poison The City"). L'unica differenza nel '13 è il cambio di nome (da Goretex a Gore Elohim). "Electric Lucifer" è un colpo di mannaia in pieno volto. Questo è il VERO Rap, non tutta quella merda da classifica che avete ingoiato come cannibali affamati. Ora, i cancelli dell'inferno si sono riaperti, sia lodato GORE ELOHIM! Pubblicato dalla sua etichetta discografica Supercoven Records. UN DISCO IMPERDIBILE!

Contatti: goreelohim.com - facebook.com/GoreElohim - GoreElohim@Gmail.Com

TRACKLISTING: ”Skeptics Apocalypse” Produced by Junior Makhno, ”Last Days Of Humanity” Produced by Gore Elohim, ”Kill For Hashem” Produced by Beat Butcha, ”Children Of Doom” Featuring Born Unique, Red Eye & Venom Produced by Beatahoe, ”Lord Of Plagues” Produced by Sunday, ”Food Embassy” Produced by Junior Makhno, ”The Essence Of Putrescence” Produced by V- Don, ”Inverted Churches’ Featuring Jak Tripper Produced by Moss, ”Ordination For Exorcism” Produced by Gore Elohim, ”Iron Baphomet” Featuring Young Dirty Bastard Produced by Al Tarba, ”Late For An Early Grave” Produced by Sunday, ”Crisis” Produced by V- Don, ”Electric Lucifer” Produced by Beat Butcha, ”Poison The City” Produced by Sunday, ”Goretorium” Produced by Vic Grimes, ”Federal Emergency Management Agency” Produced by Moss, ”Videotapes” Featuring Jak Tripper Produced by Scarcity, ”Ritual Abuse” Produced by Gemini Lounge, ”Spiritual Harassment” Featuring Tragedy Khadafi Produced by Beat Butcha, ”Brown Bunny” Produced by Moss, ”The Dream Is Dead” Produced by Beat Butcha


martedì 19 novembre 2013

Recensione: INFERNO "Omniabsence Filled by His Greatness"
CD 2013 - agonia records




Gli INFERNO sono attivi dall'anno 1996 e provengono dall'Europa dell'Est (Repubblica Ceca). Durante la loro lunga permanenza nell'underground hanno pubblicato due demo, sei album, numerosissimi split ed EPs, cinque dischi dal vivo. Niente male come quantità di materiale! Essendo sempre sincero con me stesso e con voi lettori della mia webzine, posso dire che di questa formazione conoscevo solo il precedente "Black Devotion" uscito nel 2009. Il nuovo "Omniabsence Filled by His Greatness" amalgama bene le contaminazioni efferate del gruppo... sonorità che pur abbracciandosi alla tradizione del black metal non disdegnano l'intrusione di elementi più ricercati e naturalmente figli di un'oscurità permanente (ascoltate l'opener "Pervasion..." per farvi un'idea). L'esperienza accumulata nel tempo gli ha permesso di ottenere un lavoro compatto, infernale; qualcosa che risultasse concettualmente / musicalmente più profondo. I musicisti del progetto fanno leva su strutture dinamiche, ben composte/arrangiate, regalando all'ascoltatore un'esperienza psicologica che si dirama lungo le sei tracce del disco. Al contesto brutale viene adattata la componente emotiva, trasformata in note distese ed evocative. Davvero molto bravi nell'alternare momenti lenti a quelli spinti su folli velocità. Non mi sarei aspettato un full-length così paralizzante! Tutta la musica dei nostri si dispone nell'apparato uditivo con una malattia deforme/insana, suscitando emozioni che difficilmente possono essere ignorate. Il guitar work è interessante, a tratti melodico e, costruisce sensazioni dannate, voluminose, raccapriccianti. Ogni componente conosce perfettamente la materia black tanto da saperla elevare all'ennesima potenza. Se siete amanti del genere (non quello fine a se stesso) procuratevi "Omniabsence Filled by His Greatness". La sua malvagità saprà coinvolgere la vostra attenzione.

Contatti: facebook.com/pages/Inferno/322975231147644

TRACKLISTING: Pervasion, The Firstborn from Murke, The Funeral of Existence, Revelations Through the Void, The Vertical Fissure of the Most Distant End, Metastasis of Realistic Visions.


Intervista: CADAVERIA - "DUE OCCHI DIABOLICI"






LA BIOGRAFIA DELLA CANTANTE CADAVERIA EVIDENZIA UN'INTERESSANTE PERCORSO ARTISTICO, FATTO DI COSTANZA E CAPARBIETA'!!! IL SUO SCOPO CONTINUA AD ESSERE QUELLO DI PROPORRE MUSICA VALIDA SECONDO UNA LIBERA ESPRESSIVITA'. HO DECISO DI DARE SPAZIO AD UN'ARTISTA CHE HA SAPUTO DIFFERENZIARSI NELLA SCENA NOSTRANA (E NON SOLO). ABBIAMO CHIACCHIERATO SU PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLA BAND. A LEI LA PAROLA...

1. Ciao Cadaveria. Ti ringrazio per aver accettato di rispondere alla mia intervista. Per me è un vero piacere averti su Son of Flies Webzine visto che seguo la tua carriera artistica/musicale dai tempi in cui eri negli Opera IX. Precisamente da quando uscì "The Call of the Wood" nel 1995... Allora avevo 15 anni... Mi avvicinai presto al mondo dell'Underground Estremo ;)

- Piacere mio.

2. Allora, iniziamo proprio dal tuo passato (brevemente): dopo aver raggiunto una certa notorietà artistica con gli Opera IX, hai voluto allontanarti da quel progetto per ricominciare tutto da capo. Era l'anno 2002 quando iniziasti come Cadaveria? Una nuova band, una mentalità più evoluta, una maturità tangibile e, un nuovo approccio musicale. Come è avvenuto questo cambiamento (o scelta) nel tuo percorso?

- Era il 2001. Nel 2002 abbiamo pubblicato "The Shadows' Madame". Con Flegias (aka Marcelo Santos) ho reclutato i musicisti che mi parevano più adatti per preparazione e apertura mentale e mi sono messa subito al lavoro. La scelta stilistica ha spaziato dal Death/Black del primo album al Gothic/Prog del terzio (In Your Blood, 2007), passando per un album come "Far Away Fron Conformity" (2004) che è stato probabilmente l’album più centrato della nostra storia, almeno fino all’uscita di Horror Metal nel 2012. Sfortunatamente "FAFC" è passato un po' inosservato, ma è in quegli anni che si è andata definendo la nostra identità musicale. Con i CADAVERIA mi permetto la massima libertà di espressione, che è davvero una gran cosa. Questa è la sintesi di questo cambiamento o scelta che dir si voglia.

3. Di recente è stato ristampato il vostro debut "The Shadows' Madame", mentre il vostro ultimo "Horror Metal" del 2012 è stato pubblicato come "Undead Edition" dalla Bakerteam Records. Riguardo quest'ultimo, c'è un motivo specifico dietro questa scelta a parte le bonus tracks? In quel lavoro si notava una notevole maturazione a livello compositivo nel quale le armonizzazioni giocavano un ruolo fondamentale. Tutto venne curato dettagliatamente...

- La ristampa di "The Shadows’ Madame" è avvenuta semplicemente per rendere nuovamente disponibile sul mercato un album che nonostante le varie licenze internazionali e le numerose versioni stampate nei primi anni, era ormai sold out dal 2004. Abbiamo rimasterizzato l’album e rifatto la grafica: una rispolverata 11 anni dopo. Anche la Undead Edition di "Horror Metal" è nata da una esigenza materiale: la prima tiratura era esaurita così anziché limitarci ad una ristampa abbiamo remixato e in parte risuonato 2 brani per creare due bonus tracks e offrire un prodotto più ricco a chi lo voleva acquistare.



4. Quali riscontri avete ottenuto con "Horror Metal" a differenza delle vecchie releases?

- Il riscontro è stato ottimo: buonissime recensioni e grande risonanza mediatica, grazie anche ai molti live che abbiamo fatto per promuoverlo. Anche i due video estratti dall’album hanno fatto parlare molto. Dopo un anno l’album è stato licenziato in Messico e Canada, cosa che con "In Your Blood" non era accaduta.

5. Pensi che la tua attuale ricerca musicale sia ascrivibile (per certi aspetti del sound) nell'evoluzione dell'attuale corrente black metal? Sono il primo a non amare le etichette cucite sulla musica dei tanti musicisti e, ammetto che a volte lo si fa solo per indirizzare chi ascolta sul giusto binario. Cadaveria come si identifica all'interno
del panorama estremo contemporaneo (nostrano e non)?

- Si credo che il nostro sound attuale abbia delle componenti Black Metal, non fosse altro perché è una musica che ascolto e che di certo anche solo a livello inconscio mi influenza. La nostra musica è oscura
e orrorifica e a tratti leggermente psichedelica. Il temine Horror Metal che agli inizi mi lasciava indifferente ora è diventato a mio parere il modo più giusto per definirci.

6. Sembra che i Cadaveria siano sempre stati un gruppo unito, se non ricordo male tempo fa ci fu solo l'allontanamento del tastierista Baron Arkonnen... A differenza di quanto succede a tante formazioni, voi mantenete una certa stabilità nella line-up. Come mai secondo il tuo punto di vista?

- Perché non abbiamo più vent’anni e non abbiamo tempo da perdere. Tra di noi ci si parla chiaro e si va avanti perché c’è motivazione. Quattro anni fa la famiglia si è allargata con l’entrata del secondo chitarrista Dick Laurent. Con lui l’affiatamento è maturato man mano ed ora è principalmente con lui che sto componendo i nuovi brani. Abbiamo chiara la strada da percorrere.

7. Cosa mi puoi dire del prossimo materiale dei Cadaveria? Avete già dei brani completati? Siete in fase di composizione? Oppure il nuovo disco è già finito e aspettate il momento giusto per entrare in studio? Puoi darci qualche anticipazione...

- Ci sono le bozze di 10 nuovi pezzi. A dicembre cominceremo a fare più sul serio, con una pre-produzione. Possiamo azzardare a dire che il nuovo album uscirà tra un anno. Sarà la perfetta colonna sonora di un film horror.



8. Sono incuriosito dall'uscita del vostro doppio DVD intitolata "Karma" . Un'importante retrospettiva che tocca differenti periodi della band. Oltre due ore di filmati. E' stato difficile raccogliere e amalgamare tutti il materiale in modo da renderlo funzionale durante lo scorrere dei minuti? Lo vedi come un traguardo? Credo sia una bellissima soddisfazione l'averlo realizzato. Come mai la scelta di Scarlet Records?

- La raccolta del materiale è stata costante, nel tempo. La scelta di cosa includere nel DVD è stata aurdua e ha portato alla concezione di un doppio DVD, proprio perché il materiale che avevamo era tantissimo. Ciononostante abbiamo scartato molte cose. Il DVD 1 si concentra sulla nostra videografia 2002-2013 e su molte immagini di backstage: il making of dei videoclip, i retroscena delle foto di "Horror Metal" e "In Your Blood", la band al lavoro in studio, etc. Il secondo contiene momenti della nostra attività live dal 2009 al 2013, con estratti di concerti tenutisi in Francia, Romania, Messico e Italia e momenti di vita on the road. Una mia presentazione iniziale, in capo al DVD 1, cerca di guidare lo spettatore in questo mare di immagini. Il montaggio ha richiesto due mesi di lavoro a tempo pieno, un vero stress, ma molta soddisfazione e
la volontà di mostrare ai fan come siamo veramente e cosa c’è dietro ogni nostra produzione. Dal 2012 abbiamo ripreso a collaborare con il team Scarlet, che avevamo abbandonato nel 2007. Con Bakerteam, che è una divisione di Scarlet Records, abbiamo rilasciato "Horror Metal", non c’era ragione di cercare altrove per il DVD e la scelta di Scarlet è stata praticamente automatica. Questo dà continuità al lavoro che band
ed etichetta stanno facendo insieme.

9. I tuoi due videoclip ufficiali evidenziano un'estetica ricercata. Pensi che il presentarsi in un certo modo possa agevolare il cammino di un gruppo come il vostro? Si sa che oggi l'immagine o l'immaginario di certi video fa presa diretta sui più giovani... e non solo. Sei d'accordo con me? Ti senti influenzata da un gruppo come i Death SS?

- L’immagine è importantissima, quasi quanto la musica. Non so se i nostri video agevolano il nostro cammino ma certamente come hai riscontrato tu c’è una grossa ricerca estetica e una cura del dettaglio in tutto ciò che produciamo, sia musicalmente che visivamente. Tra di noi ci sono dei video maker professionisti e questo ci permette di realizzare video di tutto rispetto, di cui vado molto fiera. No, i Death SS non sono tra le mie/nostre influenze.

10. Avete già pianificato qualche prossimo Tour? Ho letto da qualche parte che a breve suonerete in Belgio e poi dovreste partire per il Sudamerica...

- Si siamo appena tornati da alcune esperienze davvero grandiose. Il Metal Female Voices del Belgio si è rivelato un super festival che non
ha nulla da invidiare agli altri festival del resto del mondo. Un palco pazzesco, molta professionalità e organizzazione, pubblico numeroso e assalto al nostro merchandising. Il tour in Ecuador e Messico è stato altrettanto esaltante. Siamo stati bloccati ad una data in Quito per ragioni di ordine pubblico (troppa gente accorsa unita ad una accusa di satanismo neri nostri confronti). Questo ha movimentato ulteriormente la situazione, abbiamo poi recuperato la data in corner prima di fare ritorno in Italia, praticamente siamo scesi dall’aereo e saliti sul palco. Il pubblico sudamericano è favoloso, siamo stati osannati come delle rock star. Indimenticabile. Tornati in Italia abbiamo concluso con una data a Genova ed una a Roma. Ora ci fermiamo un po’ per concentrarci sul nuovo disco.

11. Ti ringrazio per la tua disponibilità. Mi scuso con te per averti fatto attendere un po' prima di inviarti le mie domande, ma come ti anticipavo tempo fa, Son of Flies webzine è curata e scritta solo da me. Quindi a volte alcune cose vengono solo posticipate. Buona fortuna Cadaveria!

- E tu hai atteso per le mie risposte. Comunque ti capisco, ma sappi che chi fa da sé fa per tre (Grazie Cadaveria, NdR)! Ciao.



CONTATTI: cadaveria.com - facebook.com/cadaveria - live@cadaveria.com

CADAVERIA line-up:

Cadaveria - Voce
Frank Booth - Chitarra
Dick Laurent - Chitarra
Killer Bob - Basso
Marçelo Santos - Batteria

FOTO BAND by LeLe Photography
FOTO LIVE by Sharo Photography

RECENSIONE:
CADAVERIA "Horror Metal - Undead Edition" CD 2013 - bakerteam rec.





lunedì 18 novembre 2013

Recensione: DEICIDE "In the Minds of Evil"
CD | LP 2013 - century media




Passano gli anni mai i DEICIDE di Steve Asheim (più che di Glen Benton) non vogliono gettare la spugna! Sono ormai troppo lontani i periodi dei migliori album "Deicide" (1990), "Legion" (1992), resi celebri dai riff intrecciati dei due fratelli Hoffman. Nonostante l'attuale consapevolezza di non essere più fedeli alle origini, i nostri continuano a pubblicare materiale inedito (valido o meno che sia!!!). Oggi i quattro musicisti decidono di immergersi nuovamente nella mente del maligno per tracciare un altro episodio nella loro saga infernale. Il titolo del disco "In The Minds of Evil" è palese e dipinge il manifesto dell'attuale status del gruppo. Cosa aspettarsi da queste 11 tracce? Nulla che non sia stato già detto, anche se rispetto alle recenti uscite i Deicide del 2013 sembrano marciare più sulla sostanza che sulle passate linee melodiche imposte da Santolla. Fortunatamente, sull'ultimo lavoro, lo stile del chitarrista Kevin Quirion mira ad una maggiore solidità dell'impeto più che alla ricercatezza 'classica' del suo predecessore, perciò, questa istintiva urgenza abbraccia meglio lo stile del compagno Jack Owen. La voce di Glen, tutto sommato, mantiene una costante stilistica, quindi nulla da rimproverargli, mentre Steve si riconferma il motore trascinante della bestia a stelle e strisce (sempre letale, preciso, dinamico e devastante dietro le pelli). Pur avvalendosi di una produzione limpida, sono rimasto stordito dalla scelta dei suoni, troppo freddi per i miei gusti. Il full-length possiede alcuni brani riusciti (..."Beyond Salvation", "Misery of One", "Even the Gods Can Bleed" gli esempi), ma niente di particolarmente esaltante o che possa essere ricordato nei prossimi anni a venire. Perciò , chiunque sia un loro seguace apprezzerà "In The Minds of Evil" perché capace di ridargli un po' di dignità. Uscita prevista: 25 Novembre 2013.

Contatti: facebook.com/OfficialDeicide?fref=ts&rf=103122299727419

TRACKLISTING: In the Minds of Evil, Thou Begone, Godkill, Beyond Salvation, Misery of One, Between the Flesh and the Void, Even the Gods Can Bleed, Trample the Cross, Banished by Evil, Kill the Light of Christ 11. End the Wrath of God


domenica 17 novembre 2013

Recensione: 5MDR "La Prospettiva del Conflitto"
CD 2013 - DIY Conspiracy




La rivolta o ribellione è un atto di sollevamento del popolo contro un ordine costituito. A scatenarla può essere: il rifiuto di una legge, di un principio, il disaccordo sulle regole dello stato. Ci sono ribelli che possono manifestare il loro dissenso attraverso la disobbedienza civile o anche atti di violenza, c'è chi incanala il proprio spirito sovversivo in una forma musicale aggressiva e diretta. I savonesi 5MDR preferiscono la musica hardcore per incendiare la coscienza di chi ascolta. Perciò parole riff e ritmiche diventano espressione pura di conflitto sonoro in cui non esistono barriere ferree. Il modo di combattere si trasforma in energia positiva e il confronto diretto diventa un linguaggio farcito da continue azioni di disturbo. L'album "La Prospettiva del Conflitto" mira a colpire duro lontano dalle linee del fronte ma inevitabilmente diventa la colonna sonora di certe rivolte di massa. L'attitudine DO IT YOURSELF non è mai fine a se stessa, il suo scopo è sempre di mantenere inalterata una linea di pensiero e di azione, in modo da avere la capacità necessaria per dare battaglia in campo aperto. Tutti i brani presenti in questo disco cercano di ostacolare l'attività / volontà dell'avversario tenendolo in allarme e infliggendogli continue perdite. Avendoli già visti dal vivo, posso anche affermare che i 5MDR (pur essendo giovani) sono una macchina ben oliata che provoca e prepara allo scontro. Meritano il vostro supporto/rispetto!

Contatti: 5mdr.bandcamp.com/album/la-prospettiva-del-conflitto

TRACKLISTING: La Crisi, Questa Vita, In Pezzi, Respira Ancora, La Prospettiva del Conflitto, Riot Squad (Cock Sparrer cover), Il Monopolio della Violenza, Forme di Vita, L'Alba Rossa.




sabato 16 novembre 2013

Intervista: PIGS - "MAIALI DI STRADA"






DAVE CURRAN RINOMATO BASSISTA DEI NEWYORKESI UNSANE E' LA VOCE / CHITARRA DEI PIGS. I TRE AMERICANI CON IL NUOVO "GAFFE" CONFERMANO LA LORO SOLIDA STABILITA' ALL'INTERNO DEL CIRCUITO NOISE/ROCK. HO CONTATTATO DAVE DOPO IL TOUR EUROPEO (TERMINATO DI RECENTE). UN VERO PIACERE CHIACCHERARE CON LUI...

1. Ciao Dave, piacere di conoscerti! A mio parere, i PIGS sono una delle migliori noise/rock band in giro là fuori.. insieme Agli Unsane! Da dove deriva il vostro nome PIGS?

- Ciao Christian, il nome era semplicemente corto e abbastanza facile da ricordare. Jim (Paradise) ed io ci siamo imbattuti in alcuni problemi con il vecchio (e lungo) nome della band, così Pigs sembrava funzionare bene.

2. Puoi dirmi qualcosa sul recente e ultimo tour Europeo? E' stata una bella esperienza per te?

- Sì! E' stato un bel periodo, abbiamo avuto come un'esplosione. 'Diaper Parties every day...'

3. Com'è stato lavorare con Jim Paradise e Andrew Schneider nel corso degli ultimi anni?

- Un vero inferno... Ha! Questi ragazzi sono grandi persone e grandi musicisti, non potevo chiedere di meglio come amici e come compagni di band. Non vedo l'ora di lavorare di più con loro.

4. "Gaffe" è un breve lavoro totalmente noise-rock! A cosa attribuisci questa energia concentrata? Qual è, a tuo parere, il miglior aggettivo per descrivere il sound attuale della band?

- Vomit Garbage... Suppongo che l'energia concentrata derivi dal non avere una scelta. Ognuno di noi lavora quasi tutto il tempo quando si trova nella propria casa. Così, quando siamo insieme e scriviamo, lo facciamo cercando di non perdere tempo. Lo stesso con il processo di registrazione.



5. Quanto tempo ci è voluto per realizzare questo EP? Quanto siete stati in studio per queste canzoni?

- Avevo già scritto la canzone "Gaffe" un po' prima. Andrew diceva che avrebbe voluto fare la song di Betty Davis, mentre io volevo il pezzo dei Cheap Trick. Questa l'entità della nostra pianificazione. Infatti le due covers ("Elo Kiddies" e "If I'm In Luck") le abbiamo provate e preparate il primo giorno in studio. Il giorno successivo registrammo tutte e 3 le canzoni e mixato tutto il 3° giorno.

6. E il titolo "Gaffe"?

- Il termine è una versione gentile di "fuck up".

7. Quando scrivi i testi? On the road?

- A volte on the road, ma per lo più a casa con le cuffie, oppure anche in studio di tanto in tanto.

8. Mi è sempre piaciuto l'artwork inusuale per il debut album "You Ruin Everything"!!! I clown più riconoscibili sono quelli che comunemente indossano costumi stravaganti caratterizzati da un trucco distintivo sul viso, parrucche colorate, scarpe esagerate e abiti variopinti... Ma devo anche dire che le persone sono state spaventate dai clown per secoli. Ho letto che alcuni circhi hanno tenuto seminari per aiutare i visitatori a superare la loro paura da questi personaggi bizzarri. Sulla copertina del vostro disco di debutto ci sono due clown che stanno inciampando su se stessi, camminando sulla spiaggia... Sono totalmente ubriachi? drogati?

- Si, e si. Quella foto è stata scattata nel 1996 a Coney Island a New York. Un amico fotografo ed io stavamo bevendo delle birre in spiaggia, quando ci siamo imbattuti in quei due tizi. Erano super nice, gli abbiamo dato della birra e ci hanno lasciato le loro foto.Quello scatto è rimasto incorniciato nella mia casa fino a quando non abbiamo avuto il bisogno di utilizzarlo come copertina di un album. Naturalmente non ci siamo fatti delle domande se utilizzarlo o meno.



9. "Gaffe" è la seconda uscita della band su Solar Flare Records. Cosa vi ha spinto a pubblicare il nuovo materiale per loro, piuttosto che cercare di trovare un'altra etichetta?

- Mathieu Moulin della Solar Flare è la persona più dura e difficile dello show business, ecco il perché di questa nostra scelta! Loro hanno fatto un ottimo lavoro per la pubblicazione del primo disco e sulla successiva promozione. Questo è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Preferisco fare le cose con qualcuno che pensa e agisce con lo stesso spirito della band, su un livello più indipendente, evitando di essere presi in giro da qualche etichetta più grande che ci avrebbe prontamente fatto cadere al primo segno di non-redditività.

10. Avete qualche novità per il prossimo full-length?

- E' in lavorazione ora. Scriviamo ancora, faremo le riprese dello stesso in primavera.

11. I Pigs sono sicuramente stati formati al fine di suonare dal vivo. È una dimensione importante per la vostra identità? Insomma state cercando di intraprendere nuovamente la vita on the road?

- Certo. Sono cresciuto abituandomi allo studio, lì è più comodo e più facile sperimentare. Ma dal vivo è dove mi trovo meglio! Non vedo l'ora di iniziare il prossimo tour.



12. Come credi reagiranno i vostri fan? Pensi che anche quelli degli Unsane accetteranno "Gaffe"? Oppure troverete un nuovo pubblico?

- Non riesco mai a dire come reagirà la gente. Noi (Pigs) stiamo cercando di fare più dischi, e sento che ad alcune persone la nostra musica piace, ad altre meno. Questa è l'entità di tale argomento.

13. Qual è la prima cosa che pensi quando senti la parola "noise"?

- E' molto doloroso per le orecchie.

14. Che genere di musica ti piace ascoltare in questi giorni?

- Tutti i generi e tante cose differenti. Ascoltavamo un sacco di comedy records nell'ultimo tour. Vado a dormire con in cuffia Miles Davis... anche un sacco di materiale su Bitches Brew durante quel tour.

15. Continuerai a suonare con gli Unsane?

- Penso di no. (Dave ha scritto: I don’t think so... spero non sarà così. NdR)

16. Dave, grazie mille per il tuo tempo! Ti auguro il meglio!

- No worries. Grazie!



CONTATTI: pigsnyc.com - facebook.com/pigsnyc

PIGS line-up:

Jim Paradise: Batteria
Andrew Schneider - Basso, Voce
Dave Curran - Chitarra, Voce

RECENSIONE:
PIGS "Gaffe" EP | VINILE 10" 2013 - solar flare records





venerdì 15 novembre 2013

Recensione: ANATHEMA "Universal"
CD | DVD | BLUE-RAY 2013 - kscope




Lo studio e l'analisi sui grandi ANATHEMA induce a riconoscere un tipo di sensibilità avente leggi e meccanismi diversi dai processi di altre band presenti nella scena contemporanea. La lunga carriera del gruppo inglese ha materializzato la realizzazione allucinatoria di un percorso durante il quale il desiderio di evoluzione è diventato sempre più urgente (per certi versi inappagato durante la prima parte della loro storia).Oggi la splendida musica dei fratelli Cavanagh tocca picchi davvero ineccepibili, nella quale ogni ascoltatore 'sensibile' può trovare l'unico trampolino di lancio per volare via dalla realtà visibile e quindi penetrare quella spirituale. E' difficile utilizzare aggettivi specifici per definire le bellissime elaborazioni sonore concepite attraverso il songwriting dei nostri, forse il termine 'universale' potrebbe aprire un'ampia finestra sull'incredibile interazione tra questi cinque musicisti. Ogni volta che Vincent e compagni avvertono la necessità di creare qualcosa di nuovo tutto si trasforma in pura poesia. Ovviamente, come tutte le formazioni più longeve, anche loro sono stati segnati da problemi interni. Naturale ricordare i sette anni di silenzio prima della realizzazione dell'album "We're Here Because We're Here" (uscito nel 2010). Fortunatamente da quel momento trascorsero solo due anni per giungere all'ultima prova in studio ("Weather Systems"). Oggi questa rinascita artistica viene coronata dal nuovissimo live (audio/video) intitolato "Universal" registrato durante la performance al teatro romano Phillippopolis a Plovdiv in Bulgaria, nel settembre del 2012. Gli Anathema si servono di note e parole profonde per trasmettere un messaggio, riuscendo a smuovere concetti e stati d'animo in maniera evocativa / potente. La stretta commistione fra significati e suoni rende estremamente speciale la loro essenza. Release Imperdibile!

Contatti: anathema.ws - facebook.com/weareanathema

DVD: Untouchable Part 1, Untouchable Part 2, Thin Air, Dreaming Light, Lightning Song, The Storm Before The Calm, Everything, A Simple Mistake, The Beginning And The End, Universal, Closer, Natural Disaster, Deep, One Last Goodbye, Flying, Fragile Dreams.

A Night At The Union Chapel: Kingdom, Thin Air, Angels Walk Among Us, A Natural Disaster, Fragile Dreams.

Extras - Encore From Plovdiv: Panic, Emotional Winter / Wings Of God, Internal Landscapes, Fragile Dreams.


sabato 9 novembre 2013

Messaggio Importante | An Important message from SON OF FLIES


"Cari lettori di SON OF FLIES WEBZINE vorrei tenervi al corrente che la mia costante attività di supporto alla scena musicale si interromperà per un periodo di 10 giorni a partire dal 10 Novembre 2013. Causa un viaggio di lavoro all'Estero. E' la prima volta (dopo un anno e un mese) che sono costretto a mettere in pausa la webzine. Ci sentiamo presto! Rimanete Sintonizzati" Christian Montagna

Fino a questo momento ho scritto / pubblicato 670 posts (tra recensioni
e interviste) e raggiunto più di 67.000 visitatori da tutto il mondo. Un bel traguardo considerando il fatto che sono il solo a curare e scrivere SON OF FLIES webzine.
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"Dear SON OF FLIES readers, due a working trip abroad, I'll be away from writing on the webzine and my daily and constant activity on it, for the next 10 coming days, starting from the 10Th of November 2013. After a year and two month is the first time that I find myself constrained to give a break to my mission on supporting, to me, the real and good music scene. Stay Tuned! I'll be back soon!" Christian Montagna

9Th November 2013 - SON OF FLIES WEBZINE Celebrates more than 67.000 visitors from around the World. I published 670 posts in one year!
THANKS FOR YOUR SUPPORT!


venerdì 8 novembre 2013

Recensione: MANTHRA DEI "Manthra Dei"
CD 2013 - acid cosmonaut records




Quella dei MANTHRA DEI è una teatralità davvero singolare, lisergica e molto interessante: la passione e il sentimento li aiuta a muovere le mani sugli strumenti e tutto ciò permette a questi ragazzi bresciani di scrivere sonorità ampollose, verso le quali bisogna predisporsi in certo modo affinché le si possa assorbire adeguatamente. A impatto le prime band che mi sono venute in mente (ascoltandoli attentamente) sono state gli Emerson, Lake & Palmer e gli italiani Goblin, ma con questi paragoni non voglio assolutamente dire che i Manthra Dei siano dei mestieranti o peggio degli sprovveduti impegnati a plagiare l'essenza dei loro mentori nati e cresciuti in uno specifico linguaggio musicale. L'album omonimo pubblicato per la pugliese Acid Cosmonaut Records, colleziona un'infinità di buone idee, tradotte in musica con la giusta sensibilità strumentale. Talvolta ho avuto la sensazione che le sei canzoni abbiano già una loro personalità definita, e che siano le stesse a dirigere / spingere verso una certa dimensione. I Manthra Dei reagiscono alla forza della natura ed imparando ad arginarla, catturano l'ascoltatore per farlo diventare parte del flusso. Non ci sono punti di riferimento stabili nel sound allucinato dei nostri. Qui lo scopo non è di tipo preconfezionato e il fatto che i Manthra Dei si tengano lontani dai fenomeni 'prevedibili' tanto in voga oggi è già un ottimo traguardo. Consigliati a chiunque ami viaggiare con la mente libera all'interno dello spazio temporale! Complimenti.

Contatti: facebook.com/ManthraDei - acidcosmonautrecords.bandcamp.com

TRACKLISTING: Stone Face, Xolotl, Legendary Lamb, Urjammer, Blue Phantom, Stone Face (acoustic reprise).


giovedì 7 novembre 2013

Intervista: SAHG - "SPERDUTI NELLE PROFONDITA' DELL'UNIVERSO"






"DELUSIONS OF GRANDEUR" RAPPRESENTA A PIENO TITOLO LA CONFERMA ASSOLUTA PER UNA BAND STRAORDINARIA: I NORVEGESI SAHG PROVENIENTI DA BERGEN! UN NUOVO DISCO CHE EMOZIONA E COINVOLGE DALLA PRIMA ALL'ULTIMA COMPOSIZIONE, POTENTE E SPERIMENTALE COME POCHI ALTRI NEL CIRCUITO DEL METAL. PROVARE PER CREDERE! HO AVUTO IL PIACERE DI PARLARE CON IL CANTANTE/CHITARRISTA OLAV IVERSEN.

1. Ciao Olav. Ho ascoltato "Delusions of Grandeur" nella sua interezza ed è davvero fantastico. Mi ha reso felice questo nuovo disco e mi ha dato i brividi. Ho pensato a due parole quando ho finito di approfondirlo: è una 'impressionante reinvenzione'!

- Grazie per queste tue parole! Per noi, è certamente una reinvenzione. Abbiamo attraversato un sacco di fasi diverse per fare i passi giusti e quindi trovare la nuova / corretta direzione per questo album. E' stato come ritornare agli inizi, ricominciando con un nuovo approccio alle cose. Lungo la strada volevamo ampliare la nostra espressione, adottando un approccio più 'spaced-out'. Ci sono voluti tre anni, ma ne è valsa la pena. Adesso ci godiamo il merito di questo sforzo.

2. Di certo questo è stato un nuovo passo per voi. Sembra che il processo di scrittura e la registrazione stessa siano avvenute molto lentamente. Il precedente "III" venne pubblicato nel 2010. ...È stata una decisione consapevole la vostra?

- Non è stata una decisione consapevole quella di far trascorrere tre anni, ma consapevole è stata quella di prenderci il tempo necessario per trovare una nuova direzione e apportare così le modifiche che ritenevamo necessarie. L'unica cosa chiara dopo aver pubblicato "Sahg III", era che volevamo fare qualcosa di nuovo e diverso dai primi tre album. Così la maggior parte del tempo è stato speso per cercare, trovare e perfezionare questa nuova direzione.

3. Come hanno fatto queste idee musicali ad arrivare a tanto?

- L'album è influenzato da una serie di elementi, non solo musicali. Film come "2001: Odissea nello Spazio" e "Metropolis" hanno avuto un grande impatto sia sul concept dell'album, che sull'atmosfera ed estetica dello stesso. Alcuni romanzi contemporanei: "My Struggle" dello scrittore norvegese Knausgaard e "Astropolis" di Sean Williams hanno ispirato il concept. Altre influenze sono arrivate dalle manie di grandezza e dagli autentici orrori di guerra e violenza, vissuti oggi e nel corso della storia. L'idea ha preso forma quando ci siamo resi conto che molte delle prime idee per le lyrics avevano tanto in comune, e quindi rientrarono in uno stesso concept. Tutto questo si è evoluto ulteriormente in una storia che racconta di una persona che si lascia sopraffare dalle sue manie di grandezza viaggiando in un universo immaginario, dove perde il contatto con la realtà, e alla fine si lascia andare nel vuoto. Musicalmente siamo ritornati alle influenze più moderne rispetto a prima, il 70s hard rock è sempre lì comunque, e non abbiamo bisogno di cercare l'ispirazione. Ultimamente siamo ispirati da un sacco di Prog, moderne prog metal band come Mastodon e Opeth, oppure classici tipo King Crimson, Pink Floyd.



4. Qual è il vostro processo di scrittura?

- Ogni idea iniziale per un brano è stata creata da uno dei membri. Noi collaboriamo insieme per evolverla e farla diventare un pezzo finito. Contribuiamo ad ogni altra idea con riff, parti diverse, drum beats... linee vocali, testi e così via. In questo modo, i membri della band hanno un'influenza su ogni canzone.

5. Forse, il cambiamento e il modo con cui ti sei avvicinato alle parti vocali ha influenzato il tuo modo di comporre le linee di chitarra? Puoi dirmi qualcosa al riguardo?

- Sì, il nuovo approccio su questo album ha sicuramente fatto in modo che i diversi elementi si influenzassero e cambiassero a vicenda. Per esempio , abbiamo scoperto come i riff pesanti combinati con le vocals più calme creano una speciale di atmosfera inquietante. In generale, gli ultimi approcci strumentali sono serviti per trovare delle espressioni davvero uniche. Su questo album ho utilizzato diverse tecniche vocali, più che
in passato, e anche Tony ha contribuito con la sua voce. Abbiamo fatto
la stessa cosa con le chitarre, impiegando più tempo per provare diversi suoni e tecniche. In totale, credo che questo abbia contribuito alle ricche dinamiche e alle grandi variazioni presenti sul disco.

6. Ottenere delle buone canzoni da suonare là fuori davanti alla gente è il passo finale e più importante nel processo di songwriting?

- È il passo più importante, naturalmente. Non puoi davvero sapere se hai creato qualcosa di buono prima di suonarlo di fronte ad una folla. Ma se la risposta che arriva è positiva, è davvero un grande piacere.

7. La fisicità delle vostre performances è importante quanto la musica che suonate?

- L'estetica e l'energia fisica sono una parte naturale della nostra performance. Non è un atto che mettiamo fuori quando andiamo on stage,
è semplicemente il modo in cui abbiamo imparato ad eseguire la musica durante la nostra crescita. Dire che è importante quanto la musica è un po' troppo, ma è sicuramente una parte fondamentale della performance.



8. I testi su "Delusions of Grandeur" cambiano con le varie canzoni, o c'è un racconto di base? La musica è piuttosto intensa ed emozionale... anche nei testi si respira ciò?

- I testi raccontano diverse parti della storia, ma non in un ordine cronologico. Abbiamo scelto di mettere insieme le canzoni pensando ad un film che salta avanti e indietro nel tempo, lasciando che l'espressione musicale delle composizioni decidesse l'ordine di esecuzione. Ma, messi insieme, i testi raccontano una storia abbastanza completa sull'ascesa e declino del carattere delirante. Le lyrics esprimono un ampio spettro di vibrazioni ed emozioni, dal realismo buio di dominanza e psicopatia, alle scene di fantasia sognante.

9. Puoi parlare del titolo del disco?

- Tutto è iniziato con il titolo dell'album, in un certo senso. La frase ci aveva bloccato per un bel po', e dopo aver scritto un paio di canzoni che si adattavano a questa, abbiamo iniziato a lavorare seguendo l'idea di creare un concept album attorno ad essa. Si tratta di un titolo che racchiude tanta sostanza e molti contenuti. Pensavamo suonasse bene come titolo di un disco, quindi lo abbiamo utilizzato senza avere dubbi.

10. Sembra un tipo di artwork differente quello utilizzato su "Delusions of Grandeur". Insomma, un approccio visivo totalmente diverso dai vostri precedenti album...

- Sicuramente volevamo che l'artwork riflettesse l'approccio psichedelico
e sperimentale dell'album... Questa estetica cosmica crea una metafora perfetta sul concept trattato. Attraverso la copertina abbiamo voluto esprimere il cambiamento e l'evoluzione per l'album. L'ambizione era di fare un'artwork chiaramente diverso dalle nostre precedenti copertine.

11. Quali sono i vostri progetti per il 2014?

- I piani per il 2014 sono i tour e la scrittura per il prossimo album. Ci stiamo preparando per un anno molto impegnativo. Abbiamo intenzione
di suonare un sacco di concerti e festival, e avere il materiale per il prossimo album pronto entro la fine del prossimo anno.

12. Grazie per l'intervista!

- My pleasure, sir!



CONTATTI: facebook.com/Sahgband - youtube.com/sahgband

SAHG line-up:

Olav Iversen - Voce, Chitarra
Thomas Tofthagen - Chitarra
Tony Vetaas - Basso
Thomas Lønnheim - Batteria


RECENSIONE:
SAHG "Delusions of Grandeur" CD | LP 2013 - indie recordings



mercoledì 6 novembre 2013

Recensione: TOXIC HOLOCAUST "Chemistry of Consciousness"
CD | LP 2013 - relapse records




Joel Grind e la sua bestia TOXIC HOLOCAUST ci riportano ancora una volta indietro, ai tempi del metal primordiale. Erano i primi anni '80, quando l'etichetta 'extreme music' non si sapeva nemmeno che cosa fosse, ed era davvero difficile trovare le demo e i dischi messi in commercio da band esordienti / micro-etichette sconosciute. L'energia del biondo musicista dell'Oregon non rivisita le sonorità del passato per creare una specie di 'copia e incolla' fine a se stesso, al contrario, Grind ha cercato sempre di attingere da quell'epoca per consolidare nel presente una certa carica retro, sicuramente vicina al punk e al thrash metal. La storia è cambiata molto da quei tempi ormai lontani, ma fortunatamente esiste ancora chi come i Toxic Holocaust respira quell'aria malsana per trovate una giusta posizione nel calderone del metal odierno. E allora cosa hanno di così speciale questi metallari di Portland? Tutto quello che serve per essere credibili! La formula sul nuovo album "Chemistry of Consciousness" non
è poi così distante da quella dei precedenti e infuocati "An Overdose of Death..." (2008) e "Conjure and Command" (2011). I Toxic Holocaust hanno preso l'istintività dei progenitori Venom / Hellhammer / Bathory più la sfrontatezza iniziale di D.R.I. / Nuclear Assault per mescolarle ad un tocco avvelenato indispensabile all'aggressività primigenia del punk (incorporata nei pezzi). Già la velocissima opener "Awaken the Serpent" aggredisce come un serpente incattivito e dalla lunga lingua biforcuta (la copertina lo ritrae perfettamente). La tracklist echeggia il sound caustico e violento dei vecchi classici più di qualsiasi altra formazione contemporanea, tenendo fede alla tradizione delle origini!! Inutile stare a perdere tempo nel descrivere ogni singola traccia del disco, l'impatto del trio americano toccherà nel vivo tutti i loro fan. Se siete vogliosi di headbanging furibondo, questo lavoro vi spezzerà il collo! Contagiosi come un virus! Uscito ad Ottobre per Relapse Records.

Contatti: toxicholocaust.com - facebook.com/ToxicHolocaust

TRACKLISTING: Awaken the Serpent, Silence, Rat Eater, Salvation Is Waiting, Out of the Fire, Acid Fuzz, Deny the Truth, Mkultra, I Serve..., International Conspiracy, Chemistry of Consciousness.




martedì 5 novembre 2013

Recensione: CORRECTIONS HOUSE "Last City Zero"
CD | LP 2013 - neurot recordings




CORRECTIONS HOUSE: Mike IX Williams (Eyehategod), Scott Kelly (Neurosis), Sanford Parker (Minsk) e Bruce Lamont (Yakuza) riuniscono le loro oscure e disturbate percezioni per lavorare / sperimentare su materiale inedito. Riemerge la necessità di allontanarsi dai progetti madre per diffondere il malessere di una società al declino. Dalla prima all'ultima nota del disco il sound è ingombrante e lacerante! "Last City Zero" (pubblicato da Neurot Recordings) recupera un certo tipo di sonorità post, industrial noise, violente a dir poco, e le fa coincidere con l'istinto animalesco di questi quattro musicisti. Il lavoro svolto sugli otto brani presenti deve moltissimo alla sperimentazione ritmica, ma ciò che realmente mi ha impressionato di questo album è la sua compattezza, quella capacità di estendersi idealmente in un ampio spazio stuprato dal rumore dissonante. L'esperienza vissuta durante l'ascolto dei Corrections House è qualcosa di esemplare, non immediata, ma nonostante ciò il flusso sonoro fa presa già al primo giro. I dettagli da assorbire sono molteplici e, saranno in grado di annientarvi velocemente! ...I colpi inferti da "Last City Zero" diventano letali ad ogni ascolto perché condizionati dalla grandissima prova di ogni singolo componente coinvolto e, basterebbe solo la sesta song "Hallows Of The Stream" per far ingrassare il corpo, avvelenandolo con i fumi tossici del disco. La terra chiede pietà ad ognuno di noi e giornalmente ignoriamo la richiesta. Ora, noi siamo costretti a chiedere pietà ai Corrections House ma loro ci puniscono severamente! "Last City Zero" è un acquisto doveroso!

Contatti: facebook.com/CorrectionsHouse - last.fm/music/Corrections+House

TRACKLISTING: Serve or Survive, Bullets and Graves, Party Leg and Three Fingers, Run Through the Night, Dirt Poor and Mentally Ill, Hallows of the Stream, Last City Zero, Drapes Hung by Jesus.


Intervista: ZHAOZE - "LE PORTE DELLA PERCEZIONE"






SONO CONTINUAMENTE ALLA RICERCA DI BAND INTERESSANTI DA FARVI CONOSCERE ATTRAVERSO SON OF FLIES WEBZINE E FORTUNATAMENTE NE TROVO DAVVERO MOLTE NEL PANORAMA UNDERGROUND. OGGI E' IL TURNO DEI CINESI ZHAOZE, CHE CON "YOND" GIUNGONO AL LORO TERZO ALBUM. QUELLO CHE LEGGERETE E' UN VIAGGIO NELLE TERRE AFFASCINANTI D'ORIENTE, CHE ALIMENTANO IL LAVORO DI QUESTI BRAVISSIMI MUSICISTI. HO CONTATTATO HOYLIANG PER UNA BELLA E APPROFONDITA INTERVISTA.

1. Ciao Hoyliang. Voglio iniziare dicendo: "La vostra musica è davvero Incredibile" hahaha... Quando hanno iniziato a suonare gli Zhaoze? Il nome scelto è molto particolare...

- Grazie! Abbiamo pubblicato il nostro album di debutto nel 2001, ma Roy ed io avevamo fondato questo gruppo da prima, quando andavamo ancora a scuola. Zhaoze, il nome della band, ha una sorta di sensazione orientale, forse perché è scritto con l'ortografia Chinese Pinyin. Zhaoze significa 'The Swamp' in inglese (palude), e la palude è anche il nome della nostra prima canzone.

2. Per prima cosa parliamo di: "Yond"! Avresti mai immaginato che sarebbe diventato un album totalmente acustico? Come descriveresti i vostri esperimenti in musica? Quanto tempo dedicate nell'applicare questa bella formula?

- Un album acustico? Non ho pensato a questo, ma forse ad un'altra splendida vista musicale. Ci abbiamo messo più di 10 anni nel ricercare la nostra strada. Fin dalla prima volta, eravamo ambiziosi su questo,
ma non sapevamo come raggiungerla. Poi abbiamo provato un sacco di stili musicali diversi, nel primo periodo suonavamo progressive-rock , brit-pop, alternative, musica folk, ecc. successivamente suonammo elettronica sperimentale, ambient, post-rock e così via. Tutto questo lo abbiamo fatto per capire che tipo di suono era adatto a noi. Nel 2006, invece di prendere la chitarra, ho iniziato a suonare più spesso il Guqin, il più antico strumento a corde tradizionale della Cina, e così abbiamo cercato di miscelare la verve tradizionale cinese nella nostra musica. L'estetica del Guqin, è spesso al polo opposto del rock n' roll. Ad esempio, lento e morbido è più piacevole, spesso si suona aritmicamente e adottando la semplicità è sempre meglio, anche lasciarlo in silenzio, proprio come la pittura cinese lascia sempre uno spazio bianco in un sacco di carta. Abbiamo a cuore questi valori. Infine, volevamo costruire un'unica vista di suoni, mescolando l'estetica classica cinese, quella moderna del rock strumentale, con alcuni caratteri speciali del nostro sound. Credo non sia solo world music o post-rock. Nel 2010, pubblicammo la prima base strumentale con il Guqin per l'album "CangLangXing", e, nel 2011, arrivò l'album "1911", composto da una sola canzone di un'ora.



3. Quali sono le idee che stanno dietro l'album "Yond"?

- Penso che "Yond" sia come un concept album, lo si può guardare come una storia di un viaggio, non importa se sia un corpo che si muove o solo un viaggio della mente. Ci sono delle differenze tra "Yond" e i nostri due vecchi album. "CangLangXing" è poetico e romantico, "1911" è patetico
e storico, mentre "Yond" è più fantasioso. Ci sono molti punti di vista differenti. Abbiamo cercato di descrivere tutto ciò con "Yond", partendo da aspetti diversi in 6 canzoni. In qualche modo, la vita è un lungo viaggio. Nell'ultima canzone, "The Sooty Shearwater" si guarda al mare
e le persone possono percepire / vedere come l'uccello ha concluso le sue diecimila miglia. Esso è esausto in piedi sulla costa, ma quando sente il fragore della cresta dell'onda, nel suo cuore scorrono ancora tantissime passioni. "Yond" è il titolo dell'album, e Yond sta anche a significare quanto noi andremo lì. Negli anni passati, di volta in volta, cambiammo noi stessi per raggiungere nuovi traguardi. In questo lavoro, abbiamo provato a fare alcuni esperimenti, ad esempio, suonando il Guqin con un Cello bow. Il tono è un misto tra violoncello e Erhu, eppure ha sempre il carattere del Guqin. Aggiungendogli vari effetti come delay, riverbero, e anche alcune distorsioni,siamo riusciti a raggiungere il risultato che si può ascoltare. Inoltre sperimentammo una nuova diteggiatura sul Guqin e tutto ciò ha cambiato di molto l'approccio a questo vecchio strumento acustico. Inserimmo altri nuovi strumenti: lo Xiao (uno strumento a fiato cinese), poi, un 5 strings Bass con high C, e un glockenspiel in alcune canzoni.

4. C'è un tocco cinematografico nell'album, forse a causa di queste spettacolari viste sulla musica... l'approccio sembra essere piuttosto introspettivo. È un album autobiografico?

- Noi non lo vediamo come un album autobiografico di noi stessi, ma rispecchia la nostra voce interiore e le nostre sensazioni. Penso che
il modo migliore per scrivere una canzone sia esprimendo se stessi, e
se riesce a toccare te stesso, è possibile che tocchi gli altri, l'un l'altro. Noi amiamo l'atmosfera cinematografica, e abbiamo cercato di fare un po' di musica simile ad una colonna sonora nei diversi album precedenti. Utilizzare quel background per aiutare l'immaginazione del pubblico.

5. Volevo chiederti una cosa in particolare: Sembra che in generale ci sia un'influenza folk su alcune delle canzoni. C'è una certa vena di improvvisazione in tutto ciò? La vostra musica è assolutamente intensa!

- Alcune canzoni sono state composte e arrangiate utilizzando in primo luogo l'improvvisazione, e da li le abbiamo modificate ulteriormente.
Ad esempio le canzoni "Wishful Ship" e "The Metamorphosis", sono state proposte dal vivo per diversi anni, mentre la song "Who Have Lost Dreams" è nata da varie jamming nella nostra sala prove, ed è stata cambiata rispetto alla precedente versione di 6 min. Ora è vicina ai 10 min.



6. Se dovessi scegliere una canzone da "Yond"? Per esempio "The World Is A Blue Stone" è il mio brano preferito dell'album...

- Anche il mio. Infatti, se ritieni che ascoltando l'intero album sia come guardare un film (come tu hai citato sopra), o se invece si guarda al disco come delle Symphonic Suites, forse il mondo è veramente come una pietra blu. Il nostro batterista Seasean, ha curato il mixing di questo album, e lui ha detto che la song che preferisce è "The Metamorphosis". Questa canzone era così toccante ed emozionale sul palco del tour. Molte persone ci hanno detto che amano la seconda composizione dell'album, in effetti è interessante. "Who Have Lost Dreams" è più come un sogno fantastico.

7. Potresti spiegare l'esatto significato del titolo dell'album?

- Ho scritto una poesia cinese, che è un altro giusto modo per parlare del titolo "Yond", è nella pagina interna dell'album, ma ora sono un po' imbarazzato perché non riesco a tradurla in inglese. "Yond" mi ispira come una terra da sognare, e credo che la fantasia può essere il luogo più lontano. Potrebbe esserci una lunga distanza. Come ho già detto in precedenza, "Yond" è anche il luogo più lontano da raggiungere nella nostra carriera musicale. Incidentalmente, le due parole, "yond" in inglese e "远" in cinese, pronunciandole, sono simili nel significato. Ecco, questo mi ricorda anche una frase:"l'umano viene tutto dall'Africa" , entrambi corriamo un lungo cammino in direzioni diverse, ma ancora una volta ci incontreremo, e ciò è simile all'incontro tra il Guqin e la chitarra. Guardo al titolo come il punto di partenza dello scrittore, ma quando si crea musica, diventa un lavoro indipendente, e solo così tutte le persone potranno costruire le proprie immagini, ed è questo il punto interessante della musica strumentale. In un certo senso, il nome di un album o di un brano, è come il nome di una persona, come un padre e una madre danno il nome al proprio bambino, questo è tutto.

8. L'artwork dell'album è affascinante...

- Sì, siamo orgogliosi di questo. L'art design è stato fatto da Seasean, che mi aveva dato alcune idee per la wrapper structure. Invece, le foto di copertina le abbiamo prese da Joanna, assistente della band, mentre la foto dell'inlay è stata presa da un amico. Spesso adottiamo la mentalità DIY, ed è una tradizione seguita dal nostro gruppo. Dal punto di vista dell'arte, l'immagine di copertina è stata trasformata in pittura a inchiostro cinese, come la musica stessa, caratterizzata da un'estetica tradizionale cinese. Penso che sarà molto meglio guardarla sulla versione fisica del disco.

9. Al momento... Come sono le risposte del pubblico per "Yond"?

- C'è un certo numero di persone da noi in Cina, che ha ascoltato gli Zhaoze per molti anni, e le risposte sono abbastanza buone. Ma, posso dirti che inaspettatamente i Chinese Music Media Awards, che è un premio importante in Cina, hanno scelto "Yound" come uno dei Top 10 album d'autunno, e questo disco è stato il numero 1 con un altra pop star, Eason Chan. Quelli dell'organizzazione dell'evento hanno voluto dare pari considerazione sia alla musica pop che all'indie, e questa è stata una vera sorpresa.



10. Che cosa significa la musica per te?

- E' una parte della mia vita. Mi chiedo continuamente il significato dell'esistenza, e non c'è mai una risposta, c'è così tanta tristezza e depressione, ma poi, la musica aiuta a lenire e dà piacere. Quando ho lasciato la scuola, ho pensato su come sarebbe stata la mia carriera, pensai che doveva essere uno stile di vita che mi piace veramente, ed effettivamente è stato un modo per lavorare insieme con i miei amici più stretti... così ho scelto di formare una band.

11. Quali sono state le tue influenze? Alcune parole su di te?

- Mio padre mi ha influenzato molto, è un musicista che suona il Di e lo Xiao, (Di, Xiao sono strumenti a fiato cinesi). E' stato lui ad occuparsi della scrittura a mano in lingua cinese nei nostri ultimi tre album, tra cui "Yond". Le influenze musicali sono diverse: qualsiasi tipo di rock, il jazz, la musica classica occidentale e la musica tradizionale cinese. In letteratura, amo Franz Kafka e la poesia classica cinese. Alcune parole su di me? Io sono un ragazzo smemorato, preso sempre da voli di fantasia, e immerso in parole cinesi, una sorta di tristezza per la primavera e per l'autunno.

12. Qual è il tuo album preferito nel post rock e perché?

- Sigur Ros, “()”, così tenero e meraviglioso; Mono “Hymn To The Immortal Wind”, una magnifica e dolente epicità , Tortoise “Millions Now Living Will Never Die”, un incredibile visione del suono, lì c'è tutto riguardo l'ispirazione e l'ingegno.

13. Quali sono le vostre opinioni al giorno d'oggi per la scena musicale contemporanea della Cina?

- Negli ultimi 20 anni, c'è un'esplosione del Pop nella scena Cinese. Tuttavia, da un lato, molti musicisti sono impegnati e a caccia dei passi del Rock e Pop dei paesi occidentali, che è quasi diventato il sinonimo della musica contemporanea del mondo, e dall'altro lato, ci sono quelli che cercano di modernizzare la musica tradizionale cinese, ma solo con l'aggiunta di alcune melodie cinesi a ritmo rock. Alcuni sono realmente interessanti, come DouWei , The Secret Backyard, ecc...hanno fatto grandi lavori per conto proprio.

14. Ci saranno delle date europee per gli Zhaoze?

- Ci sono così tante persone meravigliose e bei luoghi in Europa, siamo tutti ansiosi di andare lì, soprattutto per lanciare lì un tour, ma non c'è ancora una possibilità. E credo che la maggior parte d'Europea non ha ascoltato la nostra musica, quindi siamo molto grati a te Christian per presentarci a più persone.

15. Quindi cosa possiamo aspettarci in futuro dagli Zhaoze?

- Stiamo producendo un DVD che si intitolerà "Yond", come l'ultimo album. Collaboreremo con alcuni video artists cercando di esprimere bene l'idea musicale attraverso immagini visive. Inoltre, abbiamo già iniziato a preparare il prossimo album. Tratterà di alcune storie in una notte, sarà un album onirico e affascinante.

16. Grazie per l'intervista!

- Sei il benvenuto.



CONTATTI:

zhaoze.bandcamp.com

facebook.com/pages/%E6%B2%BC%E6%B3%BD-Zhaoze/53806369768

ZHAOZE line-up:

Hoyliang - Guqin, Guitar, Vocals, Keyboard
Littledream - Guitar, Mini Keyboard
Roy - Bass, Melodica
Seasean - Drums, Percussion

RECENSIONE:
ZHAOZE 沼泽 "Yond 远" CD 2013 - 89268 records