Il suono criptico e visionario del doom/gothic rock, in maniera costante e inesorabile, è riuscito a generare un’intera scena di adepti, profeti ed esegeti che continuano a definirlo in vari modi nello scopo di rafforzare la sua essenza intima e accattivante. Gli AMNESIAK con il debutto “Arkfiend” si muovono sullo stesso asse italo/inglese, infatti accanto alla suadente e carismatica Grace Wilson c’è Francesco Fonte, musicista di grande talento fondamentale per lo sviluppo di certe sonorità connesse con gli spazi più reconditi dell’animo umano. In questo disco la creatività musicale trova magicamente la sua strada in un laboratorio a cielo aperto dove l’incedere degli strumenti si interseca con la voce ipnotica della bravissima cantante londinese, una narrazione tragicamente intima che evoca la contrapposizione tra luce e tenebre. Il cono d’ombra non può certo dirsi cambiato se paragonato a quello intravisto nella dimensione in cui fluttuava l’omonimo EP del 2023, e così anche stavolta i brani si snodano attraverso strutture sonore ben assestate e costellate dalla giusta dose di magnificenza, indispensabile per poter allineare la nostra sensibilità alla visione del gruppo britannico, sottolineando quindi la particolarità dell'intero lavoro, che apparentemente sembra formato da canzoni lineari sul piano compositivo, mentre ad un ascolto più attento si rivelano ottimamente costruite e per niente semplici o prevedibili. La proverbiale teatralità degli Amnesiak è vivida ed appassionata più che mai, ad alimentare un poetismo d’avanguardia infinitamente decadente, spesso vicino alle piangenti vibrazioni scatenate dalla prima generazione new wave d'oltremanica, che rende il tutto ancora più affascinate ed efficace. Il duo sa quali sono le sue armi vincenti per catalizzare maggiore attenzione: una musica ricercata e arrangiata con maestria, fatta di contrasti illusori ed emozionanti, una voce resistente alla sofferenza, un timbro inquieto e persuasivo destinato a scuotere e disturbare l’anima dei più dannati, mostrando le sue provocanti sfumature di nero. Il filo conduttore è dato sempre dal sapiente utilizzo degli strumenti, evocando un tocco ricco di enfasi e dinamismo, e pregno di quel “mal de vivre” che permea ogni singola traccia. Gli Amnesiak valorizzano appieno il proprio modo di intendere e concepire le cose riuscendo, cosa non trascurabile per una realtà attiva dal 2020, a non essere succubi delle influenze musicali più dirette. Un brano come la conclusiva “The Last Rattle” testimonia la sincera e sentita vicinanza a quell’alone di mistero di cui è intriso l'intero album. A questo punto il gruppo è davvero pronto per spiccare il salto di qualità decisivo, confidando nell’apertura mentale del pubblico e ottenere così il giusto riconoscimento. “Arkfiend” è stato registrato e mixato dal polistrumentista Francesco Fonte nel suo studio personale. Masterizzato da Tim Turan (Turan Studio Ltd): rinomato ingegnere del suono che ha lavorato per Roger Waters, David Bowie, Killing Joke, Marilyn Manson, Duran Duran, Patty Smith, Rush, Foo Fighters, Cypress Hill, Motörhead, Emperor, Obituary, Pestilence, Cryptopsy, Cynic e tansissimi altri.
Pagine Ufficiali:
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Songs:
Deamoniacus, Archfiend, Flamed In Solitude, Pillory Of Victory, White Rabbit, Bootlicker, The Last Rattle