GLI STORICI HORRID INCARNANO PERFETTAMENTE IL MODELLO "AUTENTICO" DELL'OLD SCHOOL DEATH METAL. IL MEMBRO FONDATORE DAVID BELFAGOR TORNA ANCORA UNA VOLTA A RIBADIRE CON FORZA I CONCETTI FONDAMENTALI CHE STANNO ALLA BASE DELLA DEVOZIONE PER IL SUO GRUPPO, DA LUI FONDATO NEL 1989. OGGI CI TROVIAMO DI FRONTE AD UNA FORMAZIONE SOLIDA E MATURA, CHE RIVENDICA IL VALORE DELLA PAROLA "COERENZA". 30 ANNI DI CARRIERA E NON SENTIRLI. SONO MOLTO FELICE CHE LUI ABBIA DECISO DI RISPONDERE ALLA MIA INTERVISTA. LUNGA VITA HORRID.
Ciao David. Benvenuto su Son of Flies webzine. Come va dalle tue parti? Spero meglio! E' un brutto periodo con questa emergenza coronavirus, quindi, dobbiamo tenere duro.
- Ciao Chris. Qui si cerca di sopravvivere! Purtroppo queste sono le conseguenze di ciò che l’essere umano è in grado di fare. Questo mondo non ci appartiene e meritiamo l’estinzione, lo ripeto sempre.
Ora, lasciamo da parte l'argomento “coronavirus” e focalizziamoci sulla musica. Parliamo dei tuoi Horrid. L'anno scorso hai festeggiato trent'anni di onorata carriera, e questa è veramente una grandissima soddisfazione! All'epoca avresti mai immaginato che saresti rimasto nella scena underground per così tanto tempo? Quali sono le tue sensazioni a riguardo?
- Sì, lo posso dire con certezza, ma non è semplicemente un discorso riguardante la band e la musica. E’ sempre e solo un fatto di coerenza e di ciò in cui credi e vivi su pelle. La gente cambia e si dimentica di ciò che era ed è ancora oggi, quindi è inutile cercare di essere quello che in realtà non sei.
Come mai hai deciso di festeggiare i trent'anni di storia della band ri-registrando alcuni classici del vostro passato? Perché la scelta di proporre un solo inedito?
- Da questo punto di vista mi ha convinto Dagon, anche perché lui conosce bene la mia storia ed è al corrente di tutto ciò che ho passato in 30 anni di Horrid, in più apprezza molte delle nostre vecchie songs quindi l’anniversario dei 30 anni della band è arrivato nel momento giusto. Poi, devo anche dire che, a parte il nostro mini “Blasphemic Creatures”, tutti gli altri album non sono mai riusciti a soddisfarmi completamente per tanti motivi che non sto qui ad elencare, perciò ri-registrare alcuni pezzi del passato per me e stata una grande emozione. La canzone inedita e nata per caso, infatti conservavo dei riff che avevo tenuto da parte per Tethra, il progetto da me fondato ma che ho deciso di abbandonare.
Quanto è cambiato il tuo approccio alla composizione paragonandolo con quello dei tuoi esordi?
- Beh, ovviamente l’esperienza accumulata nel tempo ha giocato un ruolo chiave. Ogni pezzo che ho composto in tutti questi anni doveva brillare di luce propria, anche perché non amo comporre delle songs senza anima. Ogni brano racchiude una parte della mia vita.
E' stato difficile riassestare gli equilibri all'interno della band? Che atmosfera si respira attualmente negli Horrid, avendo già superato il periodo dei cambi di line up. Inoltre, quali sono i punti di forza dei musicisti che ti affiancano?
- Guarda sembrerebbe una frase fatta, ma la realtà dei fatti è che gli Horrid non avevano mai avuto una line up stabile come oggi: quattro anni senza cambiare componenti e due album registrati nel migliore dei modi, e finalmente direi. Quindi, puoi ben capire le mie parole.
Qual è stata la cosa più complicata che ti sei trovato ad affrontare in tutti questi anni di carriera? Hai mai pensato di allontanarti dalle sonorità estreme o addirittura smettere di suonare?
- Guarda a tal proposito potrei scrivere un libro. Ti dico solo che c’è stato un momento in cui volevo lasciare la band, ma poi serenamente ho pensato: devo lasciare ciò che ho creato e coltivato per 25 anni? No!
Andando indietro nel tempo: quali pensi siano state le tappe fondamentali per gli Horrid? Quali i tuoi ricordi più belli legati al passato?
- Cosa posso dirti, fino all’entrata nei Sunlight Studios nel ‘98 avevamo attraversato un periodo di assestamento del sound, che passò dallo stile Hellhammer del demo ‘92 allo Swedish Death Metal che seguivo già dagli esordi (anche se molti non lo sanno che gli Slaughter canadesi il distorsore hm2 lo usavano già prima). Ascoltavo quel genere fin dai tempi del promo ‘93, del demo “You Are Mine” del ‘94, e del 7” “Awaiting for the Truth” del ’96. Dopo il 1998 troppe cose non sono andate come dovevano andare, nonostante avessimo fatto moltissimi live. Continuavo a pensare: dai, ok, prima o poi tutto si aggiusterà, ma in realtà non puoi aggiustare ciò che non può essere aggiustato. Diciamo che i ricordi positivi ci sono stati, però con il tempo le maschere cadono.
E' difficile trovare nuovi stimoli per comporre musica nell'era del digitale?
- Guarda, a tal proposito posso dirti di no, e gli ultimi nostri lavori ne sono l’esempio lampante. Con Tomas in Svezia ho imparato molte cose. Sicuramente l’analogico era molto più caldo, ma se non hai una produzione all’altezza rischi molto. Il segreto sta nell’avere il tempo necessario per ottenere buoni risultati e le persone giuste accanto a te, e vedrai che anche nell’era del digitale si può far bene.
Qual è stata l'importanza del vostro primo demo “Eternal Suffering” del 1992 (come debutto) e quella di “Reborn in Sin” del 2002 (come primo full-length). Due tappe importanti per una band.
- Diciamo che fino a quel debutto eravamo molto acerbi e spensierati, pensavamo soprattutto a divertirci, infatti registravamo le prove su cassetta e poi grosse risate in macchina mentre riascoltavamo i nastri. Per quanto mi riguarda, “Reborn In Sin” è stata una tappa importante, sia per la maturità compositiva che per alcune delusioni che questo “As We Forget Your Past” ha finalmente risanato, dando il giusto valore a certe cose importanti venute meno in passato.
Reputi la blasfemia una componente fondamentale per il vostro sound? Oppure hai altri interessi per ciò che riguarda i testi?
- L’anticristianesimo è sempre stato fondamentale nella mia vita, ma non mi sono mai imposto su nessun cantante per far scrivere dei testi specifici, e comunque è ovvio che dovevano essere inerenti all’essenza della band. Poi, anche sull’argomento “cantanti” potrei scrivere un altro libro.
Può un solo brano rappresentare l'essenza degli Horrid? Uno tra i tanti che hai composto dal 1989.
- Diciamo che ogni brano che ho composto e sempre stato legato ad una particolare emozione. Direi che “Kissing the Rotting Cross” (EP ‘96), “Blaphemic Creatures” (1998). “Immortal Passion” (2002), “Come to Me” (2004) e “Cursed Dunes” (2017) mi emozionano particolarmente, ma solo perché le ho composte in momenti particolari della mia vita.
Perché secondo te molte delle band death metal contemporanee non sono così convincenti quanto lo sono stati i vecchi padri del genere?
- Secondo me si usa troppa tecnica e poca anima. Una volta ti bastava una nota per capire che band stavi ascoltando, mentre adesso è molto più difficile. Ma fortunatamente qualcuno sopravvive.
Come musicista, hai mai temuto una qualsiasi eventuale possibilità di essere criticato negativamente?
- Mai interessato! A me danno fastidio i grandi cultori da tastiera e, soprattutto, chi recensisce un disco senza conoscere minimamente la storia della band.
Se tu fossi il boss di un'etichetta discografica indipendente che cosa cambieresti dell'attuale music business? Ovviamente mi riferisco sempre alle sonorità estreme.
- Sinceramente, se dovessi farlo, mi rovinerei ancor prima di cominciare, anche perché rischierei di produrre del materiale che venderebbe poco :-) Sono molto selettivo su ciò che mi entusiasma veramente.
Quali sono i musicisti o le band che rispetti maggiormente e perché? Hai qualcosa da dire sull'attuale scena metal italiana? La segui?
- Anche qui potrei aprire una parentesi infinita. Credimi, negli anni ho sempre supportato la scena e potrei elencare una miriade di band e musicisti, ma ti ripeto, le maschere cadono. I musicisti e le band che mi conoscono veramente sanno chi sono e come la penso, non ho bisogno di leccare il culo per convenienza come fanno certi elementi nella scena odierna. Sicuramente in giro ci sono molte band valide e ottimi musicisti, ma devo essere sincero: pochi gruppi riescono ad esaltarmi.
Che cosa potrebbe aggiungere un nuovo album degli Horrid nel circuito estremo odierno?
- Non molto rispetto a quello che ho sempre fatto. La mia carriera ha fondamenta solide: coerenza, anima e devozione.
Sei fiducioso sul futuro della band?
- Sì, se devo parlare degli attuali membri degli Horrid. Ma a parte ciò, puoi ben vedere come cazzo sta andando la vita! Come si fa a sapere se domani sei vivo o morto?
Come ti piacerebbe che venisse ricordato David Belfagor dai posteri?
- Come colui che non ha mai leccato il culo a nessuno. Ognuno di noi sa chi è veramente.
Grazie per l'intervista. A te le conclusioni.
- Grazie a te per l’intervista e scusa per il ritardo. Purtroppo con questa pandemia in atto e veramente dura. Siate sempre voi stessi perché apparire ciò che non siamo non serve a un cazzo, e prima o poi le persone intelligenti lo capiranno. Ma se per voi apparire e importante potete tranquillamente andare a Lourdes, li farete la vostra porca figura! :-)
Contatti:
dunkelheitprod.bandcamp.com/album/as-we-forget-our-past
facebook.com/horrid1989
HORRID line up:
Belfagor (membro fondatore) - Chitarra
Dagon - Voce, Basso
Eligor - Batteria
Recensione:
HORRID "As We Forget Our Past" - 2020
Ciao David. Benvenuto su Son of Flies webzine. Come va dalle tue parti? Spero meglio! E' un brutto periodo con questa emergenza coronavirus, quindi, dobbiamo tenere duro.
- Ciao Chris. Qui si cerca di sopravvivere! Purtroppo queste sono le conseguenze di ciò che l’essere umano è in grado di fare. Questo mondo non ci appartiene e meritiamo l’estinzione, lo ripeto sempre.
Ora, lasciamo da parte l'argomento “coronavirus” e focalizziamoci sulla musica. Parliamo dei tuoi Horrid. L'anno scorso hai festeggiato trent'anni di onorata carriera, e questa è veramente una grandissima soddisfazione! All'epoca avresti mai immaginato che saresti rimasto nella scena underground per così tanto tempo? Quali sono le tue sensazioni a riguardo?
- Sì, lo posso dire con certezza, ma non è semplicemente un discorso riguardante la band e la musica. E’ sempre e solo un fatto di coerenza e di ciò in cui credi e vivi su pelle. La gente cambia e si dimentica di ciò che era ed è ancora oggi, quindi è inutile cercare di essere quello che in realtà non sei.
Come mai hai deciso di festeggiare i trent'anni di storia della band ri-registrando alcuni classici del vostro passato? Perché la scelta di proporre un solo inedito?
- Da questo punto di vista mi ha convinto Dagon, anche perché lui conosce bene la mia storia ed è al corrente di tutto ciò che ho passato in 30 anni di Horrid, in più apprezza molte delle nostre vecchie songs quindi l’anniversario dei 30 anni della band è arrivato nel momento giusto. Poi, devo anche dire che, a parte il nostro mini “Blasphemic Creatures”, tutti gli altri album non sono mai riusciti a soddisfarmi completamente per tanti motivi che non sto qui ad elencare, perciò ri-registrare alcuni pezzi del passato per me e stata una grande emozione. La canzone inedita e nata per caso, infatti conservavo dei riff che avevo tenuto da parte per Tethra, il progetto da me fondato ma che ho deciso di abbandonare.
Quanto è cambiato il tuo approccio alla composizione paragonandolo con quello dei tuoi esordi?
- Beh, ovviamente l’esperienza accumulata nel tempo ha giocato un ruolo chiave. Ogni pezzo che ho composto in tutti questi anni doveva brillare di luce propria, anche perché non amo comporre delle songs senza anima. Ogni brano racchiude una parte della mia vita.
E' stato difficile riassestare gli equilibri all'interno della band? Che atmosfera si respira attualmente negli Horrid, avendo già superato il periodo dei cambi di line up. Inoltre, quali sono i punti di forza dei musicisti che ti affiancano?
- Guarda sembrerebbe una frase fatta, ma la realtà dei fatti è che gli Horrid non avevano mai avuto una line up stabile come oggi: quattro anni senza cambiare componenti e due album registrati nel migliore dei modi, e finalmente direi. Quindi, puoi ben capire le mie parole.
Qual è stata la cosa più complicata che ti sei trovato ad affrontare in tutti questi anni di carriera? Hai mai pensato di allontanarti dalle sonorità estreme o addirittura smettere di suonare?
- Guarda a tal proposito potrei scrivere un libro. Ti dico solo che c’è stato un momento in cui volevo lasciare la band, ma poi serenamente ho pensato: devo lasciare ciò che ho creato e coltivato per 25 anni? No!
Andando indietro nel tempo: quali pensi siano state le tappe fondamentali per gli Horrid? Quali i tuoi ricordi più belli legati al passato?
- Cosa posso dirti, fino all’entrata nei Sunlight Studios nel ‘98 avevamo attraversato un periodo di assestamento del sound, che passò dallo stile Hellhammer del demo ‘92 allo Swedish Death Metal che seguivo già dagli esordi (anche se molti non lo sanno che gli Slaughter canadesi il distorsore hm2 lo usavano già prima). Ascoltavo quel genere fin dai tempi del promo ‘93, del demo “You Are Mine” del ‘94, e del 7” “Awaiting for the Truth” del ’96. Dopo il 1998 troppe cose non sono andate come dovevano andare, nonostante avessimo fatto moltissimi live. Continuavo a pensare: dai, ok, prima o poi tutto si aggiusterà, ma in realtà non puoi aggiustare ciò che non può essere aggiustato. Diciamo che i ricordi positivi ci sono stati, però con il tempo le maschere cadono.
E' difficile trovare nuovi stimoli per comporre musica nell'era del digitale?
- Guarda, a tal proposito posso dirti di no, e gli ultimi nostri lavori ne sono l’esempio lampante. Con Tomas in Svezia ho imparato molte cose. Sicuramente l’analogico era molto più caldo, ma se non hai una produzione all’altezza rischi molto. Il segreto sta nell’avere il tempo necessario per ottenere buoni risultati e le persone giuste accanto a te, e vedrai che anche nell’era del digitale si può far bene.
Qual è stata l'importanza del vostro primo demo “Eternal Suffering” del 1992 (come debutto) e quella di “Reborn in Sin” del 2002 (come primo full-length). Due tappe importanti per una band.
- Diciamo che fino a quel debutto eravamo molto acerbi e spensierati, pensavamo soprattutto a divertirci, infatti registravamo le prove su cassetta e poi grosse risate in macchina mentre riascoltavamo i nastri. Per quanto mi riguarda, “Reborn In Sin” è stata una tappa importante, sia per la maturità compositiva che per alcune delusioni che questo “As We Forget Your Past” ha finalmente risanato, dando il giusto valore a certe cose importanti venute meno in passato.
Reputi la blasfemia una componente fondamentale per il vostro sound? Oppure hai altri interessi per ciò che riguarda i testi?
- L’anticristianesimo è sempre stato fondamentale nella mia vita, ma non mi sono mai imposto su nessun cantante per far scrivere dei testi specifici, e comunque è ovvio che dovevano essere inerenti all’essenza della band. Poi, anche sull’argomento “cantanti” potrei scrivere un altro libro.
Può un solo brano rappresentare l'essenza degli Horrid? Uno tra i tanti che hai composto dal 1989.
- Diciamo che ogni brano che ho composto e sempre stato legato ad una particolare emozione. Direi che “Kissing the Rotting Cross” (EP ‘96), “Blaphemic Creatures” (1998). “Immortal Passion” (2002), “Come to Me” (2004) e “Cursed Dunes” (2017) mi emozionano particolarmente, ma solo perché le ho composte in momenti particolari della mia vita.
Perché secondo te molte delle band death metal contemporanee non sono così convincenti quanto lo sono stati i vecchi padri del genere?
- Secondo me si usa troppa tecnica e poca anima. Una volta ti bastava una nota per capire che band stavi ascoltando, mentre adesso è molto più difficile. Ma fortunatamente qualcuno sopravvive.
Come musicista, hai mai temuto una qualsiasi eventuale possibilità di essere criticato negativamente?
- Mai interessato! A me danno fastidio i grandi cultori da tastiera e, soprattutto, chi recensisce un disco senza conoscere minimamente la storia della band.
Se tu fossi il boss di un'etichetta discografica indipendente che cosa cambieresti dell'attuale music business? Ovviamente mi riferisco sempre alle sonorità estreme.
- Sinceramente, se dovessi farlo, mi rovinerei ancor prima di cominciare, anche perché rischierei di produrre del materiale che venderebbe poco :-) Sono molto selettivo su ciò che mi entusiasma veramente.
Quali sono i musicisti o le band che rispetti maggiormente e perché? Hai qualcosa da dire sull'attuale scena metal italiana? La segui?
- Anche qui potrei aprire una parentesi infinita. Credimi, negli anni ho sempre supportato la scena e potrei elencare una miriade di band e musicisti, ma ti ripeto, le maschere cadono. I musicisti e le band che mi conoscono veramente sanno chi sono e come la penso, non ho bisogno di leccare il culo per convenienza come fanno certi elementi nella scena odierna. Sicuramente in giro ci sono molte band valide e ottimi musicisti, ma devo essere sincero: pochi gruppi riescono ad esaltarmi.
Che cosa potrebbe aggiungere un nuovo album degli Horrid nel circuito estremo odierno?
- Non molto rispetto a quello che ho sempre fatto. La mia carriera ha fondamenta solide: coerenza, anima e devozione.
Sei fiducioso sul futuro della band?
- Sì, se devo parlare degli attuali membri degli Horrid. Ma a parte ciò, puoi ben vedere come cazzo sta andando la vita! Come si fa a sapere se domani sei vivo o morto?
Come ti piacerebbe che venisse ricordato David Belfagor dai posteri?
- Come colui che non ha mai leccato il culo a nessuno. Ognuno di noi sa chi è veramente.
Grazie per l'intervista. A te le conclusioni.
- Grazie a te per l’intervista e scusa per il ritardo. Purtroppo con questa pandemia in atto e veramente dura. Siate sempre voi stessi perché apparire ciò che non siamo non serve a un cazzo, e prima o poi le persone intelligenti lo capiranno. Ma se per voi apparire e importante potete tranquillamente andare a Lourdes, li farete la vostra porca figura! :-)
Contatti:
dunkelheitprod.bandcamp.com/album/as-we-forget-our-past
facebook.com/horrid1989
HORRID line up:
Belfagor (membro fondatore) - Chitarra
Dagon - Voce, Basso
Eligor - Batteria
Recensione:
HORRID "As We Forget Our Past" - 2020