martedì 25 novembre 2014
Recensione: DESECRAVITY "Orphic Signs"
2014 - Willowtip Records
Se non si conoscesse la vera provenienza dei DESECRAVITY, probabilmente si darebbe per scontato una sola cosa: "Sono Americani!". Invece non è così. Questi tre deathster sono giapponesi e vivono/agiscono in quel di Tokyo. Se con il primo "Implicit Obedience" del 2012 (pubblicato sempre dalla Willowtip Records) mi avevano trasmesso delle buone sensazioni in quanto a potenzialità, con il nuovo "Orphic Signs" posso confermare a pieno titolo l'ottima impressione avuta due anni or sono. Non c'è nessun dubbio sulla validità della band del Sol levante. Lo scopo è uno solo, ossia non concedere respiro all'ascoltatore, non lasciare scampo tra un brano e l'altro, non ammettere compromessi e caricare d'odio l'intera proposta. Tutto questo i Desecravity lo sanno fare nel migliore dei modi e ce lo vomitano addosso con una determinazione che fa male. La pulizia dei suoni è davvero esagerata, ma come alcuni di voi sapranno già, questa non sarà l'ultima band a seguire certe coordinate in sede di produzione. Tale componente aumenta l'intensità di un sound malefico, nel quale si incarnato riff serrati, line di basso che inturgidiscono la struttura dei brani e un drumming velocissimo.. a dir poco disumano. La voce cavernosa del chitarrista/cantante Shogo Tokita riesce ad adattarsi al meglio sul tappeto sonoro. Un lavoro che farà gola agli appassionati del death metal più spedito, tecnico e animalesco (prendete come punto di riferimento gli Hate Eternal di Erik Rutan o gli alienanti Gigan). Io resto dell'idea che un gruppo come i Desecravity, dopo pochi ascolti, potrebbe farvi passare oltre. Considerazione soggettiva.
Contatti: desecravity.net - willowtip.com
TRACKLISTING: Deviltry, Bloody Terpsichorean Art, Depth of Misery, Pandemonium, Black Palingenesis, False Oath, The Serpent of Ishtar Gate, Stigmata.