venerdì 1 maggio 2015

Recensione: TURBOWOLF "Two Hands"
2015 - Spinefarm Records




Questi pazzoidi di Bristol fanno ritorno sugli scaffali con un secondo album che va a richiamare il graffio eclettico dei mai dimenticati At The Drive In, ma anche quello cervellotico dei The Mars Volta (seconda entità fulminante sorta sempre per volontà di Omar Rodríguez-López e Cedric Bixler Zavala). Non mancano nemmeno gli echi dei Fugazi. La spinta dei TURBOWOLF è carica di quell'energia contagiosa che, non accusa mai cali di intensità. Instabili e irrequieti, i quattro non hanno assolutamente paura di uscire fuori dalle righe per spezzare il linguaggio ritmico del rock post-moderno. E tutto questo, senza affidarsi alle solite combine di comodo. Qui si suona con passione, con stravaganza (ne va del bene di tutti) e per il piacere di farlo. Infatti, non c'è da meravigliarsi se "Two Hands" è in continuo movimento. L'intera tracklist possiede un groove e una chiarezza d'intenti notevole, dettati da un fare bizzarro e decisamente coraggioso. Esempio di stile che contrasta la diffusa pratica dell'usa e getta. Cercate qualcosa di particolare? Questo lavoro farà al caso vostro.

Contatti: turbowolf.co.uk - facebook.com/turbowolf

TRACKLIST: Invisible Hand, Rabbits Foot, Solid Gold, American Mirrors, Toy Memaha, Nine Lives, Good Hand, MK Ultra, Twelve Houses, Rich Gift, Pale Horse