In cinque anni di attività, gli inglesi DIESEL KING hanno capito una cosa importante: per suonare sludge-metal bisogna essere concreti e pesanti. Ed è per questo motivo che il debutto "Concrete Burial" si presenta come una vera e propria mazzata sui denti. Caratteristiche basilari del quintetto londinese sono, a mio parere, la voce cavernosa del singer Mark O'Regan, e i riff schiacciasassi dei chitarristi Geoff Foden e Aled Marc, sorretti da una sezione ritmica al cemento armato. Le canzoni presenti nel full-length vengono esaltate dall'ottima produzione che non lascia tregua all'ascoltatore. Attualmente la proposta della band, pur essendo interessante, potrebbe anche stancare dopo ripetuti ascolti, causa la troppa ripetitività in fase di songwriting. In linea di massima i Diesel King utilizzano delle idee valide, alcune veramente belle, soprattutto nei passaggi più sostenuti. Purtroppo il loro impegno non basta per oltrepassare la solita dimostrazione di potenza, ascoltata e riascoltata tante altre volte da varie formazioni attive nell'underground. "Concrete Burial" è, infatti, il classico disco che può impressionare per un breve periodo di tempo, ma che alla lunga è destinato al dimenticatoio. La dura verità è questa, lasciatemelo dire.
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TRACKLIST: Brainhammer, Inferis, Concrete Burial, Horror. Disgust., Facesplitter, Mask of the Leper, Prone To Destroy, The Mutilation