IL POLISTRUMENTISTA IZIO ORSINI E' IL COMPOSITORE DI UNO DEGLI ALBUM PIU' INTENSI E ISPIRATI USCITI NEI PRIMI MESI DI QUESTO 2015. IL SUO PROGETTO DENOMINATO BANTORIAK AFFONDA LE RADICI NEL TERRENO DI EPOCHE LONTANE PER RIAPPROPRIARSI DI ENERGIE MAGICHE E MISTERIOSE. "WEEDOOISM", PUBBLICATO DALLA ARGONAUTA RECORDS, SUONA COME UNA SFIDA, COME L'INSEGNAMENTO CHE IN MUSICA NULLA E' IMPOSSIBILE.
1. Ciao Izio. Quando ha preso forma il progetto Bantoriak?
- Ciao, il progetto ha preso forma nella mia testa circa un anno fa, poi ho cominciato a fissare delle idee registrando delle demo in casa, che poi in studio sono diventate "Weedooism". Avevo voglia di cimentarmi in un solo project, quasi una scommessa con me stesso, per vedere cosa sarei riuscito ad ottenere. In definitiva mi sono messo totalmente alla prova, trasformando in musica il mio background personale.
2. Hai da poco pubblicato il bellissimo e intenso "Weedooism". Ti va di illustrarci quali sono i pregi di questo lavoro?
- Grazie a te per averlo definito bellissimo. I pregi a mio avviso li dovrebbero trovare gli ascoltatori, ma se devo fare un elogio al disco, direi la spontaneità dei suoi brani. Le sei canzoni seguono il mio mood, senza stare troppo a pensarci su.
3. Lo stile di Bantoriak è ibridato con diversi generi musicali... Qual è il tuo background e in che modo ha influenzato il songwriting?
- Di base, come si può sentire, sono un amante del sound stoner-doom, ma in questo "Weedooism" ho cercato di racchiudere 20 anni di ascolti. Da bambino ascoltavo i grandi classici (i dischi di mio padre), poi spinto dalla curiosità mi sono sempre addentrato in ascolti più approfonditi, spaziando dal rock degli anni'70, alla psichedelica, al punk, al metal, all'hardcore ecc. E' naturale che tutto ciò ti influenza quando vai a scrivere delle canzoni. Comunque per comporre questo full-length mi sono ispirato soprattutto a band come: Vibravoid, Kyuss, Sunn O))), Om, Sleep, canti sacri e magici di varie culture lontane dal mondo occidentale.
4. La varietà del sound dipende dalla tua essenza/esperienze personali? Oppure è semplicemente qualcosa di innato, di inspiegabile. Pensi che l'istinto abbia avuto un ruolo chiave?
- Penso che ognuno trasforma in musica quello che ha dentro, infatti nell'intimo di ognuno di noi albergano: passioni, esperienze personali, sconfitte, vittorie, entusiasmi, ire, ecc. Prendi tutto ciò lo agiti a dovere e ne crei un giusto mix.
5. Come si è svolto il processo compositivo? E' stato differente per ogni singola canzone oppure segui un modus operandi ben preciso?
- Sono sempre partito da un riff di chitarra o di basso e da lì mi immaginavo un'ambientazione, un viaggio... qualcosa che mi trasportasse verso dove volevo andare.
6. Sembra che l'intero album abbia delle marcate influenze anni '70? Sei d'accordo?
- Si sono d'accordo, il rock degli anni '70 mi è sempre piaciuto e ha giocato un ruolo fondamentale per la mia formazione musicale. Sono stato affascinato da quel sound. A mio avviso i Black Sabbath sono davvero inarrivabili. ahahah
7. Secondo te qual è il punto di forza della tua musica?
- A mio avviso i suoni, e per questo devo ringraziare Mattia Cominotto dei Green Fog Studios di Genova. Lui ha curato molto la produzione.
8. Come ci si sente ad essere sotto contratto con l'etichetta italiana Argonauta Records?
- A mio avviso Argonauta è la label giusta per Bantoriak e Gero è un label manager fantastico, ha entusiasmo da vendere, professionalità e non lascia niente al caso (qualità che io apprezzo molto di lui).
9. Arrivato a questo punto del tuo percorso, cercherai di rimanere nel regno dell'underground, oppure per il futuro hai intenzione di espandere il tuo suono da qualche altra parte?
- Onestamente sono cose a cui non penso, io cerco di vivere la musica in maniera pura, per me è importante comporre, registrare, passare del tempo con altri musicisti (Giacomo, Fabio, Rosy, Mattia) dai quali apprendere e quindi continuare a crescere. Questa è la cosa più bella. Il futuro non so cosa mi riserverà, magari farò un disco reggae! ahah. Scherzi a parte, in futuro continuerò con il progetto Bantoriak e in maniera molto serena vedrò dove mi porterà.
10. Grazie per l'intervista. Buona fortuna.
1. Ciao Izio. Quando ha preso forma il progetto Bantoriak?
- Ciao, il progetto ha preso forma nella mia testa circa un anno fa, poi ho cominciato a fissare delle idee registrando delle demo in casa, che poi in studio sono diventate "Weedooism". Avevo voglia di cimentarmi in un solo project, quasi una scommessa con me stesso, per vedere cosa sarei riuscito ad ottenere. In definitiva mi sono messo totalmente alla prova, trasformando in musica il mio background personale.
2. Hai da poco pubblicato il bellissimo e intenso "Weedooism". Ti va di illustrarci quali sono i pregi di questo lavoro?
- Grazie a te per averlo definito bellissimo. I pregi a mio avviso li dovrebbero trovare gli ascoltatori, ma se devo fare un elogio al disco, direi la spontaneità dei suoi brani. Le sei canzoni seguono il mio mood, senza stare troppo a pensarci su.
3. Lo stile di Bantoriak è ibridato con diversi generi musicali... Qual è il tuo background e in che modo ha influenzato il songwriting?
- Di base, come si può sentire, sono un amante del sound stoner-doom, ma in questo "Weedooism" ho cercato di racchiudere 20 anni di ascolti. Da bambino ascoltavo i grandi classici (i dischi di mio padre), poi spinto dalla curiosità mi sono sempre addentrato in ascolti più approfonditi, spaziando dal rock degli anni'70, alla psichedelica, al punk, al metal, all'hardcore ecc. E' naturale che tutto ciò ti influenza quando vai a scrivere delle canzoni. Comunque per comporre questo full-length mi sono ispirato soprattutto a band come: Vibravoid, Kyuss, Sunn O))), Om, Sleep, canti sacri e magici di varie culture lontane dal mondo occidentale.
4. La varietà del sound dipende dalla tua essenza/esperienze personali? Oppure è semplicemente qualcosa di innato, di inspiegabile. Pensi che l'istinto abbia avuto un ruolo chiave?
- Penso che ognuno trasforma in musica quello che ha dentro, infatti nell'intimo di ognuno di noi albergano: passioni, esperienze personali, sconfitte, vittorie, entusiasmi, ire, ecc. Prendi tutto ciò lo agiti a dovere e ne crei un giusto mix.
5. Come si è svolto il processo compositivo? E' stato differente per ogni singola canzone oppure segui un modus operandi ben preciso?
- Sono sempre partito da un riff di chitarra o di basso e da lì mi immaginavo un'ambientazione, un viaggio... qualcosa che mi trasportasse verso dove volevo andare.
6. Sembra che l'intero album abbia delle marcate influenze anni '70? Sei d'accordo?
- Si sono d'accordo, il rock degli anni '70 mi è sempre piaciuto e ha giocato un ruolo fondamentale per la mia formazione musicale. Sono stato affascinato da quel sound. A mio avviso i Black Sabbath sono davvero inarrivabili. ahahah
7. Secondo te qual è il punto di forza della tua musica?
- A mio avviso i suoni, e per questo devo ringraziare Mattia Cominotto dei Green Fog Studios di Genova. Lui ha curato molto la produzione.
8. Come ci si sente ad essere sotto contratto con l'etichetta italiana Argonauta Records?
- A mio avviso Argonauta è la label giusta per Bantoriak e Gero è un label manager fantastico, ha entusiasmo da vendere, professionalità e non lascia niente al caso (qualità che io apprezzo molto di lui).
9. Arrivato a questo punto del tuo percorso, cercherai di rimanere nel regno dell'underground, oppure per il futuro hai intenzione di espandere il tuo suono da qualche altra parte?
- Onestamente sono cose a cui non penso, io cerco di vivere la musica in maniera pura, per me è importante comporre, registrare, passare del tempo con altri musicisti (Giacomo, Fabio, Rosy, Mattia) dai quali apprendere e quindi continuare a crescere. Questa è la cosa più bella. Il futuro non so cosa mi riserverà, magari farò un disco reggae! ahah. Scherzi a parte, in futuro continuerò con il progetto Bantoriak e in maniera molto serena vedrò dove mi porterà.
10. Grazie per l'intervista. Buona fortuna.
- Grazie a te!
CONTATTI:
facebook.com/bantoriakDoom
argonautarecords.com
BANTORIAK line-up:
Izio Orsini - Polistrumentista
RECENSIONE:
BANTORIAK "Weedooism" 2015 - Argonauta Records