lunedì 15 ottobre 2012

BEHEADED - " NELL'OSCURO ABISSO DEL DEATH METAL"


I BEHEADED SONO UNA GRANDE BAND, VENGONO DELL'ISOLA DI MALTA E STANNO PER RITORNARE CON UN NUOVO DEVASTANTE ALBUM DAL TITOLO "NEVER TO DAWN" PUBBLICATO DA UNIQUE LEADER... IL TERZO ALBUM E' DA SEMPRE DECISIVO PER UNA BAND E LORO SAPRANNO COME SFAMARE LA VOSTRA FAME E LE VOSTRE BOCCHE. LASCIO LA PAROLA AL FRONTMAN FRANK CALLEJA UN RAGAZZO DAVVERO CORDIALE E CAPACE ON STAGE DI DIMOSTRARE UNA FORTE PERSONALITA'...

1. Ok Frank. I BEHEADED sono una band che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nella scena Brutal Death mondiale. E' stato difficile emergere e farsi conoscere provenendo dall' isola di Malta? Com'é la situazione della musica Underground dalle vostre parti?

- Il problema principale provenendo da Malta sta nel fatto che essendo un'isola è distaccata dal resto del'Europa quindi si devono sempre prendere voli sia per una band locale (per andare a suonare in qualche altro paese) che per band straniere intenzionate a fare concerti qui. Nel passato questo fattore ovviamente a reso le cose molto difficili per gruppi del posto che volevano trovare dei contatti, fare tournee ecc... Ancora oggi pone delle limitazioni logistiche, però almeno tramite internet per i gruppi attivi su quest'isola è più possibile emergere oltre maniche a differenza di qualche anno fa.

2. Come sei entrato a far parte dei Beheaded? Conoscevi già i ragazzi della band?

- Li conosco tutti dagli anni novanta perché siamo sempre stati parte dello stesso gruppo di amici anche se io sono di qualche anno più giovane. Nel 1998 facevo parte di una band con due ex-membri (oggi) dei Beheaded mentre David il bassista dei Beheaded suonava in un’altra mia band nel 2000. Omar il chitarrista suona insieme a me in altri gruppi, poi nel 2008 circa quando è ritornato a fare parte dei Beheaded mi ha chiesto se fossi interessato a provare con loro visto che gli mancava un cantante a tempo pieno. Ho accettato, ci mettemmo d'accordo per fare qualche prova e mi presero subito.

3. Sta per uscire il vostro nuovo album "Never to Dawn" ti va di fare luce su questo lavoro pubblicato nuovamente per l'americana Unique Leader? Il fatto di essere sotto contratto con loro vi ha aiutato a farvi conoscere più velocemente?

- Unique Leader è un'etichetta che gode di una certa stima e rispetto nell’underground, quindi questo senza dubbio ci aiuta come band e siamo orgogliosi di farne parte. "Never To Dawn" secondo me è il disco più onesto dei Beheaded perché il solo obiettivo era di fare un album puramente death metal, che non sia brutal death, slam, technical death o old school ma un qualcosa che uno può ascoltare e dire: questo è un cd death metal. Guardando indietro alla storia del gruppo questa è una cosa che secondo me da un senso anche in merito alla nostra discografia.

4. Sono trascorsi ben sette anni dal precedente album... Come mai?

- Dopo "Ominous Bloodline" nel 2005 e i tour che ne sono susseguiti abbiamo avuto problemi di membri che andavano via dal gruppo, ed altri che entravano senza dare stabilità o continuità. Nel 2008/2009 la band si è ricomposta con questo line-up suonando diversi live ed incominciando a scrivere materiale nuovo che ora fa parte di "Never To Dawn" l'album in arrivo a breve.

5. Vi ho visti on stage nella tappa del Vulgar Fest all'Istanbul Cafe di Squinzano (Le) in Puglia... Il vostro impatto è micidiale. La line-up attuale mi sembra parecchio affiatata...

- Direi che ci troviamo molto bene come four piece, sia a livello musicale che personale, secondo me è una cosa molto importante perché essendoci relazioni personali ottime il morale si tiene alto dando un feeling generale positivo.

6. Il violento approccio alla musica dei Beheaded può essere interpretato come l'unica maniera per esorcizzare paure, violenze, angosce a cui siete sottoposti in questa società?

- Viviamo in un mondo brutto, troppo brutto, opportunista, rozzo, menzognero e superficiale. L’espressione artistica in particolare di molti gruppi underground ed estremi è una delle poche cose oneste che rimangano. E' tramite questa musica che noi come persone ci ritagliamo il nostro spazio per esprimere sentimenti violenti, di disgusto, di rabbia, senza fare male fisico a nessuno. Si, c'e molta rabbia nel death metal perché questo stile di musica, di espressione artistica è una riflessione su di un mondo oscuro e troppo brutto. Molti scelgono di ignorarlo ed essere passivi nei suoi confronti, o perché preferiscono ignorare le realtà nelle quali vivono oppure perché sono impauriti dall'idea di vedere la vera faccia di questo mondo ladro, squallido. Noi invece lo guardiamo diritto negli occhi, gli sputiamo in faccia e tramite la nostra musica raccontiamo dello squallore che vediamo.

7. Come pensi sia possibile uscire da questa difficile situazione di crisi mondiale? Nel progresso stiamo regredendo, l'uomo si sta avvelenando con le sue stesse mani... Si avverte un continuo scontro tra tecnologia e spiritualismo. Dove andremo a finire?

- La razza umana secondo me è da sempre stata avvelenata, da sempre sputa lo stesso veleno sulla propria faccia perchè questa è la sua natura. Siamo schiavi di un sistema più grande di noi e che noi stessi abbiamo creato. Se trovassimo la cura per il cancro, se potessimo diventare immortali, se ci fossero scoperte scientifiche che ci potrebbero far vivere su altri pianeti o se avessimo l'occasione di eradicare completamente la povertà... Sai cosa farebbe questa razza tanto evoluta? Per prima cosa vedrebbe come sfruttare le occasioni per arricchirsi di soldi. Da amante dello sci-fi ti dico che siamo una riflessione della razza Ferenghi di Star Trek ed alcuni di noi a guardarsi sono anche più brutti.

8. Affronti tematiche particolari nel nuovo album "Never to Dawn"?

- "Never To Dawn" è un album che ha l'acqua come tema ricorrente in tutti i brani, la potenza distruttiva di questo elemento che nello stesso tempo è risorsa di vita in questo mondo. L'idea è vagamente ispirata dalla leggenda di Atlantide connessa anche al fattore che Malta sia un isola circondata dal mare. I testi non raccontano storie però portano il lettore in un mondo surreale, post apocalittico, distrutto e sommerso nel mare, lasciandolo libero di girovagare tra le macerie e la delusione di una realtà utopica.

9. Quale tipo di influenze hanno contribuito a creare la tua personalità artistica?

- Io sono un tipo di persona che in genere osserva molto quello che gli capita attorno in particolare certi dettagli che altri magari ignorano. Direi che tutto quello che capita in torno a me influenza la mia personalità, artistica e non.

10. Spesso si accusano i musicisti death metal di usare e abusare sempre delle stesse sonorità (di album in album), al contrario di tante band che si proclamano innovatori o sperimentatori. Amando il death metal non la penso assolutamente così. Tu che ne dici Frank?

- Questo è un tipo di discorso che secondo me si potrebbe fare su qualsiasi genere di musica perché in ogni genere ci sono gruppi o artisti che sono bravi o meno bravi, mediocri o leggende, innovatori o non. Penso che nel death metal ci sia la stessa identica situazione. E'una cosa normale.

11. Ci sono delle band estreme che ti hanno colpito particolarmente in questi anni? Anche gruppi con cui avete condiviso il palco...

- Un live che ricordo in modo particolare è quello dei Lock-Up al Neurotic Death Fest qualche anno fa. Uno dei set più intensi che abbia mai visto, devo dire che un altro live che mi ha particolarmente colpito era quello dei Rotting Christ. Una band che non è una delle mie prime scelte però suonavano di fronte ad una cinquantina di persone ed ho visto dei musicisti che ci mettevano cuore, passione nella loro performance.

12. Sono anch'io un cantante e mi emoziona molto quando mi capita di vedere gente come te (con quella voce) che mette il cuore dietro ad un microfono coinvolgendo continuamente il pubblico. Un frontman è fondamentale in un gruppo ed è la persona che in prima linea arriva alla gente con l'utilizzo delle parole... Quanto pensi sia importante saper coinvolgere chi è di fronte a te? In molti live show i presenti tendono solo ad osservare il concerto senza muoversi, quando succede questo, può essere un qualcosa che ti toglie energie?

- Per prima cosa grazie dei tuoi commenti. Io considero il ruolo di frontman uno che involge il dare un carattere e anima al gruppo, dopo tutto come la vedo io, anche se la musica di per se comunica molte cose il frontman è la voce della band. Penso che sia molto importante coinvolgere gli spettatori ma dicendo questo non mi riferisco necessariamente ad un pubblico che si muova. Ogni live show ha una storia tutta sua e capitano occasioni nelle quali la gente che ti sta di fronte non si muove, però questo non significa necessariamente che non è interessata alla musica o alla performance. Personalmente anch'io per ragioni di salute fisica quando vado ad uno show non mi muovo e preferisco vedermi la performance tranquillo. Certo che vedere un pubblico che si muove è molto accattivante, da energia al gruppo, però può anche darsi che in certi casi siano tutti ubriachi e non sanno neanche il nome della band che sta sul palco.

13. Durante le nostre conversazioni per email mi hai accennato degli SLIT e della tua altra band stoner/desert/doom gli IT CAME FROM THE DESERT... Io amo questo genere musicale infatti nella mia webzine scrivo spesso recensioni su questo tipo di band. Me ne vuoi parlare in breve di questi tuoi altri progetti?

- SLIT è stata un'altra mia band attiva dal 2000 al 2011 nella quale suonava anche Omar (Beheaded), l’ultimo show che abbiamo fatto è stato proprio nel 2011. Abbiamo inciso due album, siamo stati molto attivi nel fronte live facendo molte tournee in Ingilterra, Europa, suonando dei bei festival come Hellfest. Slit non è mai stata una band death metal, il suono è più basato su un mix di thrash, sludge, hardcore ma con un carattere tutto suo. La band al momento è ferma. L’altro progetto IT CAME FROM THE DESERT è nato un pò per caso perché ricevemmo un'invito per gli Slit per suonare uno special sludge show al Malta Doom Festival. Il batterista decise di lasciare la band ed abbiamo trovato un rimpiazzamento molte velocemente, però il feeling della musica con questo cambio di batterista è stato troppo pesante ed allora abbiamo deciso di cominciare questo progetto da capo con un nuovo nome, nuove idee musicali. C'é un feeling molto bello di quattro amici che si divertono a fare jamming, scrivere musica senza troppo pretese o aspettative di farla diventare chissà cosa. It Came From The Desert è roba molto influenzata da band stoner, desert, blues come Clutch, Orange Goblin, Down, Sasquatch... Come cantante mi da l'opportunità di esprimermi in modo diverso, meno rabbioso anche per quanto riguardo la lirica dei testi.

14. Hai qualche rimpianto? C'é qualcosa che non rifaresti o faresti tornando nel tuo passato?

- E' inutile piangere sul latte versato. Gli errori fanno parte del nostro percorso di vita, ti danno carattere e da essi si impara. La cosa fondamentale sta nel capire quali siano gli errori e non ripeterli. Non ripeterli ma non rimpiangerli.

15. Tre dischi di cui non faresti mai a meno...

- Clutch "Pure Rock Fury", Johnny Cash "American Recordings 3", Death "Symbolic".

16. Frank ti ringrazio per questa intervista. Piacere mio di averti conosciuto al concerto del Vulgar Fest , auguro a te e alla tua band delle belle soddisfazioni con l'uscita del nuovo album "Never to Dawn". Un abbraccio e a rivederci a Lecce.

- Tante Grazie per l'intervista e per il supporto, un saluto ed un'abbraccio a te e a tutti gli amici Italiani.