lunedì 23 dicembre 2013

Intervista: FABIO FRIZZI - "IL MAESTRO DEL SUONO MACABRO"




DA QUANDO HO INIZIATO IL MIO LAVORO PER SON OF FLIES WEBZINE (NEL SETTEMBRE DEL 2012) HO AVUTO IL PIACERE DI CONTATTARE E INTERVISTARE NUMEROSI NOMI ILLUSTRI DEL PANORAMA MUSICALE INTERNAZIONALE. OGGI HO L'ONORE DI PORTARE NEL MIO SPAZIO IL RINOMATO COMPOSITORE FABIO FRIZZI, UNO DEI COLLABORATORI STORICI DEL REGISTA ITALIANO LUCIO FULCI, CHE ALLA FINE DEI '70 SI DEDICO' AL GENERE HORROR, REALIZZANDO AUTENTICI CAPOLAVORI COME ...E TU VIVRAI NEL TERRORE! L'ALDILA', PAURA NELLA CITTA' DEI MORTI VIVENTI, ZOMBIE 2. QUESTA LA NOSTRA INTERESSANTE CHIACCHIERATA. RINGRAZIO DI CUORE IL MAESTRO PER LA SUA GENTILE DISPONIBILITA'.

1. Dopo tanti anni di attività viene spontaneo chiedersi cosa rappresenti, per lei, la possibilità di ascoltare, suonare o comporre ancora musica: evoluzione personale, nuove sensazioni che devono essere materializzate, voglia di emozionarsi o semplice necessità? E’ soddisfatto del suo percorso, di tutto ciò che ha creato e che lo ha reso celebre in tutto il mondo?

- La risposta a questa domanda si potrebbe racchiudere in una formula semplice: il mio lavoro è ancora la mia più grande passione. Scrivere musica è tante cose insieme, una forma di espressione molto intima che poi si trasforma in qualcosa che appartiene a tutti. Molto spesso riascoltando un tema, magari per caso, dopo un po’ di tempo dalla composizione e realizzazione, mi sono trovato a canticchiarlo, come se non lo avessi scritto io, come se si fosse staccato definitivamente da me. La fase creativa è fatta di tanti momenti, di piccole decisioni che ti portano, da bravo artigiano, a modellare il tuo “oggetto musicale”. Quando decidi che il frammento è finito lo vedi nella sua completezza, dimentichi il percorso che ti ha portato fin lì e il tuo tema è come un figlio cresciuto. Sono molto soddisfatto del mio percorso professionale, guardando davanti a me e dietro di me riesco a distinguere una linea definita, nonostante la mia sia un’attività piuttosto articolata. In ognuno dei segmenti mi ritrovo e mi riconosco.

2. In che modo è venuto in contatto con il regista Lucio Fulci? Come vi siete conosciuti? Sono sempre stato affascinato, o meglio, incuriosito nell’immaginare che tipo di rapporto poteva esserci tra voi, come avveniva la vostra interazione. Se si guarda la realtà degli eventi vissuti, avete condiviso un pezzo di vita molto importante ed influente. La sinergia fra le vostre due personalità si può percepire analizzando attentamente le opere cinematografiche da lui concepite e le bellissime musiche da lei composte per capolavori come “E tu vivrai nel terrore! L’Aldilà”, “Zombie 2”, “Paura Nella Città dei Morti Viventi”... E’ d’accordo con la mia opinione?

- Il rapporto di lavoro che c’è tra un regista e il compositore delle musiche è sempre molto speciale. La musica di commento ad un film, come in tutti i casi in cui la musica accompagna un’immagine, ha una vita molto speciale. Per raccontare un personaggio o lo sviluppo di una vicenda l’obiettivo non è scrivere un bel tema, ma un tema giusto. Giusto per la situazione, ma soprattutto giusto per il senso che il regista vuole dare alla scansione del suo racconto. Fulci sapeva molto bene cosa voleva, ogni volta che affrontava un nuovo film. Seguiva meticolosamente la preparazione, si circondava di collaboratori fedeli ed esperti. Fino all’ultimo minuto del mix cavalcava la situazione da vero leader. Con la musica aveva un rapporto speciale, aveva gusti molto raffinati, era un po’ musicista anche lui, aveva avuto esperienze legate alla musica leggera, al jazz… Quindi le sue indicazioni erano chiare, in tutti i sensi. Probabilmente con me si trovava molto bene e per questo spesso mi ha coinvolto nei suoi progetti. E io gli devo molto, perché il periodo “fulciano” è stato per me molto importante e formativo.



3. Per quanto mi riguarda, fin da piccolo il mistero e la paura sono state delle sensazioni inevitabili, come per la maggior parte dei ragazzini in tenera età. Ai tempi tutto ciò che era ignoto diveniva come un'ombra che perseguitava i miei passi. Molti film dell’orrore segnarono la mia adolescenza e quelli di Lucio Fulci (in particolare) mi diedero la possibilità di avere una visione totale sul senso del brivido. Le opere di Fulci avevano una precisa logica/trama (anche di denuncia) e, le stesse musiche da lei composte per alcuni di suoi film divennero come un oscuro strumento capace di penetrare quelle visioni contorte e raccapriccianti. Suoni e vibrazioni si amalgamavano alla perfezione in quel contesto, assumendo un eccezionale valore di astrazione ossessiva. Nel cinema horror tutte le colonne sonore contribuiscono soprattutto a costruire dei momenti terrificanti ma anche profondamente trascendentali. In che modo si inizia ad orchestrarli? Le faccio questa domanda perché i motivi di base delle sue musiche comprendevano una tavolozza molto ampia di sfumature e colori. Spesse volte i sui temi erano piuttosto cupi, e rimanevano strettamente legati ad un preciso immaginario, alla penombra, al buio, al sangue, mentre in altri momenti le sonorità divenivano evocative come erette da un senso di liberazione.

- Io ho sempre scritto sulle emozioni, quelle che percepivo durante la lettura della sceneggiatura, quelle che mi arrivavano dal primo montaggio delle scene, a volte vedendo gli interpreti che diventavano personaggi, sul set. E poi, nel lungo lavoro di moviola, assorbendo descrizioni e aggettivi pronunciati dal regista. Poi, solo, davanti ai miei strumenti amici, che dividevano (e dividono ancora oggi) la responsabilità delle decisioni da prendere. Posso dire che a volte mi sono sentito “guidato” dalle circostanze, mi sono trovato il tema giusto sulla tastiera, come se si fosse autogenerato. Poi ho capito che probabilmente è la mia personale sensibilità, l’istinto, che mi guida sulla strada da percorrere. Insomma, c’è sicuramente qualcosa di strano, di parallelo che avviene in certi momenti a noi che abbiamo il privilegio di scrivere musica. Ad ognuno capita in modo differente, ma simile, credo.



4. Ha la sensazione che la musica rappresenti ancora oggi la sua principale priorità e necessità, quella da cui trae le maggiori soddisfazioni personali? Riuscirebbe a vedersi o immaginarsi diversamente da quello che è stato in passato e, naturalmente, da quello che è ancora oggi a distanza di tanti anni vissuti per l'arte?

- Ho sempre pensato (e affermato) che non avrei potuto fare un lavoro diverso da quello che faccio. O forse non è proprio così. Ho molte passioni e curiosità, fare il medico o magari l’archeologo avrebbe dato vita ad un’altra sfera emotiva che mi appartiene ugualmente. Ma penso che esista una linea sulla quale ci muoviamo, una predestinazione che ci viene da chissà dove e che ci porta in una direzione ben definita. C’è una foto nella scatolona di famiglia: in seconda elementare, credo, nella Scuola Giacomo Leopardi di Roma c’è una recita di carnevale. Il grande coro di bambini canta alcune canzoni storiche, tipo “La leggenda del Piave” e simili. E questa foto ritrae il coro con il suo direttore che sta dando l’attacco. Il direttore, con una divertente maschera occhiali nasone, sono io.

5. Maestro, lei è considerato uno dei compositori più influenti degli anni ’80, e non solo. Che effetto le fa? Credo sia una dei riconoscimenti più grandi che un artista possa ricevere dopo una lunga carriera. Quali sono le sue aspettative per il presente e prossimo futuro?

- “Frizzi 2 Fulci” è stato il progetto che ha illuminato questo 2013. Una lunga progettazione e un debutto nazionale e poi internazionale con l’incredibile data londinese alla Union Chapel per la notte di Halloween. Quindi 2014 all’insegna dello sviluppo di questo progetto, che contiamo di portare in molte location vicine e lontane. E poi c'è anche l’altro mio spettacolo “Rewind – Chi me lo ha fatto fare!”, una autobiografia musicale e non solo, che vorrei riprendere in qualche data fra Italia e Francia. Ma non mancheranno le colonne sonore, molti i progetti, alcuni già ultimati. Con registi di molti paesi del mondo, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Svezia. La mia vecchia, grande passione che va incontro a nuove, straordinarie, sfide.

Pagina Ufficiale: fabiofrizzi.com