sabato 14 dicembre 2013
Recensione: MEON "When Each At Least Unto Himself Shall Waken"
DIGITAL ALBUM | DIGIPACK CD (Edizione Limitata) 2013 - arête records
Adi Lincoln è il nome che si cela dietro il progetto Méon. L'inglese si cimenta in un post rock / shoegaze caratterizzato da una certa estetica drone - ambient che in linea di massima non disturba la resa strumentale del CD "When Each At Least Unto Himself Shall Waken". Il concept attorno a cui su muove il suo nuovo lavoro ha radici solide nei generi trattati, ma se solo il musicista avesse cercato di smuovere un po' la sua lineare staticità ci saremmo trovati davanti ad un sound meno vulnerabile. Con questo non voglio dire che Lincoln non sappia creare emozioni stimolanti, al contrario, l'impianto dell'anno 2013 possiede una precisa identità, a tratti seducente mentre raccoglie le escursioni ambientali. Lo scenario musicale riesce a mantenere sveglia l'attenzione durante l'ascolto, anche perché il disco dura poco più di mezzora. Di supporto alle sonorità c'è l'amico Dan Leader con il quale si è occupato dell'intera produzione post -produzione. Gli episodi più significativi si possono gustare in diversi momenti del disco, soprattutto sulla seconda e terza traccia: "Nothing Changes but Clock Hands That Move Implacably from Twelve to One" e "The Man At the Edge of the Desert", quest'ultima dal fascino triste/decadente . Azzeccata la scelta di utilizzare delle voci narrate all'interno degli svolgimenti strumentali. Se avranno il coraggio di rischiare di più, in futuro potrebbero arrivare delle belle sorprese. Diamogli fiducia!
Contatti: meonsmusic.bandcamp.com - facebook.com/areterecords
TRACKLISTING: Within We Go - We Go Without, Nothing Changes but Clock Hands That Move Implacably from Twelve to One, The Man At the Edge of the Desert.