"DAYBURNER" E' IL SECONDO STUDIO ALBUM DEGLI HAUNTED. A META' STRADA TRA IL VECCHIO E IL NUOVO, TRA LA NOSTALGIA E L'INNOVAZIONE, I CATANESI SI INSERISCONO, DI DIRITTO, TRA LE MIGLIORI REALTA' NOSTRANE IN CAMPO DOOM METAL. LA NUOVA OPERA CI VIENE PRESENTATA DIRETTAMENTE DALLA CANTANTE CRISTINA CHIMIRRI.
1. Ciao Cristina. E' la seconda intervista agli Haunted per Son of Flies, quindi ti ringrazio per la tua disponibilità. Per iniziare, vorrei sapere quanto e come i due anni trascorsi dalla pubblicazione dell'omonimo disco di debutto hanno influenzato la composizione del nuovo album "Dayburner"?
- Ben ritrovato Christian. Il tempo matura tutto e, inevitabilmente, anche la nostra crescita creativa ed artistica, ma sento di affermare che più di tutto ha influito l'ingresso di Dario Casabona alla batteria: era il fattore necessario affinché raggiungessimo uno stato di grazia e completassimo quella sorta di cerchio armonico per passare allo stadio di transazione che auspicavamo. "Dayburner" in definitiva è il percorso che ci sta ricongiungendo con ciò che siamo e a cui apparteniamo. "Haunted" ci ha portati tutti in un posto per affrontare questo viaggio.
2. Anche "Dayburner" suona come una vera e propria dichiarazione d'amore rivolta al doom metal. Perché questo forte legame con tali sonorità? C'è un qualcosa che vi ha spinto ad ancorare la vostra band a questo genere musicale?
- Rappresentazione del Sé e Riconoscimento: creare proiezioni intellegibili dal mondo delle idee ed estrinsecarle per renderle messaggio. Le sonorità del doom (ma non solo) ci offrono questa opportunità in uno scambio osmotico a tre: persone, personalità, suono. Ci spinge un'alteritá che come "Amor che a nullo Amato Amar perdona".
3. "Dayburner" è un album più dinamico del precedente, questa la mia opinione. Il flusso sonoro riesce ad essere più convincente, nonostante segua la stessa direzione musicale del vostro debutto. Che ne pensi al riguardo?
- Guardiamo tutti nella stessa direzione, sollevandoci: costruzione del suono, impatto ritmico, arrangiamento subiscono costantemente le conseguenze della metamorfosi che dovrà compiersi.
4. Hai voglia di parlare dell'artwork e dei nuovi testi? Ovviamente senza dilungarti troppo.
- Nutrivamo grande ammirazione per la produzione artistica di Deborah Sheedy, mentre cercavamo un'immagine che potesse trasporre i suoni e il concetto insito in "Dayburner" in visione, ci siamo imbattuti in quella che è diventata la copertina dell'album: in realtà è lei che ha scelto la nostra musica! I testi sono. Senza che io li abbia partoriti e nutriti. Anzi c'erano già. Io ho assistito solo alla loro genesi.
5. Secondo te, perché il sound doom metal mantiene il suo forte fascino dopo tanti anni? Cosa rispondi a chi lamenta il fatto che sia diventato il nuovo trend della musica underground internazionale?
- Il doom metal è un canale potente e affascinante capace di veicolare e riverberare una certa gamma di sentimenti, percezioni, sensazioni in maniera esaustiva. Non esistono trend, solo cicli.
6. La prima cosa che ti viene in mente pensando alle band che hanno formato il tuo background? Quali i dischi che reputi fondamentali nel tuo percorso artistico?
- Sedimentate, ormai connaturate.
The Cure "Pornography"
Joy Division "Unknown Pleasure"
Nine Inch Nails "The Downward Spiral"
Katatonia "The Great Cold Distance"
Soundgarden "Louder than Love"
Depeche Mode "Violator"
7. Come sei entrata in contatto con gli altri musicisti della band? So che sono coinvolti membri degli Schizo all'interno degli Haunted. E quali sono i tuoi precedenti in musica: gruppi, esperienze vissute, formazione musicale...
- Qualcuno definirebbe il mio incontro con Bauso "fortuito", io preferisco pensarlo come un evento "fortunato"; il resto è biografia degli Haunted. La musica mi ha vissuta da sempre, ma solo ora ci compenetriamo. Le mie esperienze pregresse sono trascurabili, limitate e limitanti.
8. Se dovessi dare un giudizio sulla tua esperienza all'interno degli Haunted? Personalmente ti faccio i complimenti per il tuo ottimo lavoro su entrambi i dischi, anche perché nell'attuale scena metal non sono tantissime le donne che decidono di esprimersi dietro un microfono.
- Ti ringrazio, Christian. È difficile per una donna trovare un varco in questa dimensione senza scontrare e scontare il pregiudizio, ma qui apriremmo voragini culturali. Dare un giudizio presuppone "guardare dall'alto", mentre trovarmi dentro questa esperienza mi offre l'opportunità di esprimere ciò che ho sempre sognato di addivenire: ciò che sono.
9. Secondo il tuo punto di vista, in che direzione si sta muovendo la scena metal siciliana?
- Trottole. Moti vorticosi che scavano solo piccoli solchi nel terreno, ormai infecondo.
10. Pensi ci siano differenze tra i seguaci europei e quelli americani, se parliamo di doom metal?
- Nessuna differenza tra i seguaci, piuttosto tra le "culture" musicali.
11. Ultima domanda: ti senti di dirmi chi è Cristina Chimirri fuori dalla band, quindi nella vita di tutti i giorni?
- Credo fermamente di essere quello che canto. Per il resto, "Io non sono Io".
12. Lascio a te le ultime parole. Un messaggio per i lettori della mia webzine?
- Colgo ancora un po' dello spazio concessomi per ringraziarti. E ringrazio ancor di più chi concederà il proprio tempo alla lettura.
CONTATTI:
haunteditaly.bandcamp.com/album/dayburner
facebook.com/hauntedband666
HAUNTED line-up:
Francesco Bauso - Chitarra
Dario Casabona - Batteria
Cristina Chimirri - Voce
Francesco Orlando - Chitarra
Frank Tudisco - Basso
RECENSIONE:
HAUNTED "Dayburner" 2018 - Twin Earth Records
1. Ciao Cristina. E' la seconda intervista agli Haunted per Son of Flies, quindi ti ringrazio per la tua disponibilità. Per iniziare, vorrei sapere quanto e come i due anni trascorsi dalla pubblicazione dell'omonimo disco di debutto hanno influenzato la composizione del nuovo album "Dayburner"?
- Ben ritrovato Christian. Il tempo matura tutto e, inevitabilmente, anche la nostra crescita creativa ed artistica, ma sento di affermare che più di tutto ha influito l'ingresso di Dario Casabona alla batteria: era il fattore necessario affinché raggiungessimo uno stato di grazia e completassimo quella sorta di cerchio armonico per passare allo stadio di transazione che auspicavamo. "Dayburner" in definitiva è il percorso che ci sta ricongiungendo con ciò che siamo e a cui apparteniamo. "Haunted" ci ha portati tutti in un posto per affrontare questo viaggio.
2. Anche "Dayburner" suona come una vera e propria dichiarazione d'amore rivolta al doom metal. Perché questo forte legame con tali sonorità? C'è un qualcosa che vi ha spinto ad ancorare la vostra band a questo genere musicale?
- Rappresentazione del Sé e Riconoscimento: creare proiezioni intellegibili dal mondo delle idee ed estrinsecarle per renderle messaggio. Le sonorità del doom (ma non solo) ci offrono questa opportunità in uno scambio osmotico a tre: persone, personalità, suono. Ci spinge un'alteritá che come "Amor che a nullo Amato Amar perdona".
3. "Dayburner" è un album più dinamico del precedente, questa la mia opinione. Il flusso sonoro riesce ad essere più convincente, nonostante segua la stessa direzione musicale del vostro debutto. Che ne pensi al riguardo?
- Guardiamo tutti nella stessa direzione, sollevandoci: costruzione del suono, impatto ritmico, arrangiamento subiscono costantemente le conseguenze della metamorfosi che dovrà compiersi.
4. Hai voglia di parlare dell'artwork e dei nuovi testi? Ovviamente senza dilungarti troppo.
- Nutrivamo grande ammirazione per la produzione artistica di Deborah Sheedy, mentre cercavamo un'immagine che potesse trasporre i suoni e il concetto insito in "Dayburner" in visione, ci siamo imbattuti in quella che è diventata la copertina dell'album: in realtà è lei che ha scelto la nostra musica! I testi sono. Senza che io li abbia partoriti e nutriti. Anzi c'erano già. Io ho assistito solo alla loro genesi.
5. Secondo te, perché il sound doom metal mantiene il suo forte fascino dopo tanti anni? Cosa rispondi a chi lamenta il fatto che sia diventato il nuovo trend della musica underground internazionale?
- Il doom metal è un canale potente e affascinante capace di veicolare e riverberare una certa gamma di sentimenti, percezioni, sensazioni in maniera esaustiva. Non esistono trend, solo cicli.
6. La prima cosa che ti viene in mente pensando alle band che hanno formato il tuo background? Quali i dischi che reputi fondamentali nel tuo percorso artistico?
- Sedimentate, ormai connaturate.
The Cure "Pornography"
Joy Division "Unknown Pleasure"
Nine Inch Nails "The Downward Spiral"
Katatonia "The Great Cold Distance"
Soundgarden "Louder than Love"
Depeche Mode "Violator"
7. Come sei entrata in contatto con gli altri musicisti della band? So che sono coinvolti membri degli Schizo all'interno degli Haunted. E quali sono i tuoi precedenti in musica: gruppi, esperienze vissute, formazione musicale...
- Qualcuno definirebbe il mio incontro con Bauso "fortuito", io preferisco pensarlo come un evento "fortunato"; il resto è biografia degli Haunted. La musica mi ha vissuta da sempre, ma solo ora ci compenetriamo. Le mie esperienze pregresse sono trascurabili, limitate e limitanti.
8. Se dovessi dare un giudizio sulla tua esperienza all'interno degli Haunted? Personalmente ti faccio i complimenti per il tuo ottimo lavoro su entrambi i dischi, anche perché nell'attuale scena metal non sono tantissime le donne che decidono di esprimersi dietro un microfono.
- Ti ringrazio, Christian. È difficile per una donna trovare un varco in questa dimensione senza scontrare e scontare il pregiudizio, ma qui apriremmo voragini culturali. Dare un giudizio presuppone "guardare dall'alto", mentre trovarmi dentro questa esperienza mi offre l'opportunità di esprimere ciò che ho sempre sognato di addivenire: ciò che sono.
9. Secondo il tuo punto di vista, in che direzione si sta muovendo la scena metal siciliana?
- Trottole. Moti vorticosi che scavano solo piccoli solchi nel terreno, ormai infecondo.
10. Pensi ci siano differenze tra i seguaci europei e quelli americani, se parliamo di doom metal?
- Nessuna differenza tra i seguaci, piuttosto tra le "culture" musicali.
11. Ultima domanda: ti senti di dirmi chi è Cristina Chimirri fuori dalla band, quindi nella vita di tutti i giorni?
- Credo fermamente di essere quello che canto. Per il resto, "Io non sono Io".
12. Lascio a te le ultime parole. Un messaggio per i lettori della mia webzine?
- Colgo ancora un po' dello spazio concessomi per ringraziarti. E ringrazio ancor di più chi concederà il proprio tempo alla lettura.
CONTATTI:
haunteditaly.bandcamp.com/album/dayburner
facebook.com/hauntedband666
HAUNTED line-up:
Francesco Bauso - Chitarra
Dario Casabona - Batteria
Cristina Chimirri - Voce
Francesco Orlando - Chitarra
Frank Tudisco - Basso
RECENSIONE:
HAUNTED "Dayburner" 2018 - Twin Earth Records