A DISTANZA DI SOLI DUE ANNI DAL PRECEDENTE EP OMONIMO, I SALENTINI URO RITORNANO CON UNO SPLIT ALBUM CHE SICURAMENTE LI PORTERA' A TOGLIERSI PIU' DI QUALCHE SODDISFAZIONE. "POCCA!" E' UN LAVORO INTENSO SOPRATTUTTO PER LE NOVITA' CHE SI PORTA APPRESSO. PER FARLA BREVE, GLI URO SONO UNA DELLE MIGLIORI REALTA' ITALIANE PERCIO' MERITANO DI ESSERE ASCOLTATI E SUPPORTATI. NON FATE L'ERRORE DI IGNORARLI. HANNO RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE I RAGAZZI DELLA BAND E MICHELE LEUCCI DEI CORRIDOIOKRAUT, L'ALTRO PROGETTO COINVOLTO NELLO SPLIT.
1. Attraverso gli anni il vostro suono si è evoluto notevolmente pur rimanendo fedele alle dinamiche del post-rock strumentale: cosa significa per voi comporre e suonare la musica degli URO?
J: E' una necessità, una cura, un antidoto forse.
A: E' senz'altro tutto quello che dice Jory, in particolare, rimanendo nell'ambito delle metafore, per me rappresenta qualcosa di molto simile all'artigianato: realizzare un qualcosa di unico, a suo modo non realizzabile da nessun altro nella stessa maniera, sporcandoci le mani e sudando.
P: Sono le contaminazioni reciproche... man mano credo che l'istinto stia copulando con una sorta di ragionata contemplazione, dando vita ad una timida forma di sano auto-erotismo.
2. Il nuovo lavoro è frutto di un cambio di sonorità vero e proprio oppure, più semplicemente, avete avuto più spazio per sperimentare? Da dove nasce l'idea di creare un lavoro come questo "Pocca!".
A: L'idea del disco è andata maturando ed evolvendosi in più fasi. Ovviamente, al momento della composizione dei primi pezzi non c'era ancora quella visione d'insieme che si sarebbe poi delineata in seguito andando a confluire nell'album. Alcuni dei pezzi di "Pocca!" erano addirittura già esistenti, prima ancora della registrazione del nostro precedente EP. Nello stesso periodo della composizione dei brani degli URO, io e Michele stavamo registrando ed eseguendo dal vivo come .corridoiokraut. il disco ".dov’eraleiaquell'ora.", EP da cui, anche in questo caso, abbiamo deciso di lasciare fuori alcune tracce. Nel frattempo era arrivato il tempo di tornare in studio e così mi sono chiesto "Perché non unire le due cose?". Uno split era dunque la soluzione più immediata. A noi però piace complicarci la vita e così invece di uno split, che, come dice il nome stesso, avrebbe mantenuto separate le due identità, abbiamo deciso invece di fare una sorta di "mixed", con brani che si intersecano e si mescolano fino a trovare un'ideale soluzione di continuità. Che poi alla fine non è manco un'idea tanto originale se penso ad esempio agli italiani Uochi Toki ed Eterea Post Bong Band con "La chiave del 20" o alla collana "In the Fishtank" con gruppi come Isis e Aerogramme o i Low ed i Dirty Three.
P: Si, inizialmente è stato solo un accostamento fra due progetti ma questo "mixed" è stata l'occasione per far confluire sonorità "sintetiche" al nostro sound fin troppo analogico. A dire la verità le idee sono tante ma lo spazio ed il tempo per sperimentare non è quello che ognuno di noi vorrebbe avere a disposizione... Per noi ragazzi di Lecce la musica è una ragione di vita travestita da hobby! "Pocca!" nasce da un'idea semplice ma quello che esce fuori è oro che cola dalle nostre fottute mutande.
3. Entrando nello specifico: Qual è l’obiettivo dello split realizzato con i vostri amici .corridoiokraut. e con che tipo di attitudine avete approcciato le sessioni di registrazione?
J: L'obiettivo è sempre lo stesso: cercare di diffondere la nostra musica. Così come l'attitudine è sempre la stessa: si entra in studio di registrazione si accendo gli ampli e si suona come in un live.
A: A differenza del nostro primo disco, sebbene, come dice Jory, abbiamo mantenuto un approccio molto diretto (i tre pezzi degli URO sono stati registrati in presa diretta in circa mezza giornata), siamo arrivati in sala da Stefano con alle spalle una pre-produzione molto più solida. Gli arrangiamenti sono stati modificati per lasciar spazio alle parti ambient ed alle voci che sarebbero state aggiunte solo in un secondo momento, le intro ed i finali dei pezzi sono stati anch'essi stravolti per riuscire a ricreare l'effetto di un unico lungo brano dall'inizio alla fine del disco e così via.
M: Per me l'occasione era di quelle da prendere al volo! Grazie agli URO ho rispolverato un po' di "giochini" e mi sono introdotto furtivamente nelle loro tracce, seminando qua e là spot di noise e texture ottenute con strumenti autocostruiti di vario tipo. Le tracce dei .corridoiokraut. hanno un'impostazione ed una genesi totalmente differente. Difficile anche da spiegare. Avete presente il pranzo di Natale? Le tempistiche e le modalità con cui si affrontano entrambe le occasioni sono pressappoco simili. Si conosce l'inizio del banchetto ma non la fine; e l'imprevisto è sempre dietro l'angolo: prima o poi spunta puntualmente una zia con un vassoio di qualcosa che era stato erroneamente dimenticato e tutto viene rimesso in gioco!
4. Parlando ancora delle sessioni di registrazioni: Perché la decisione di affidarvi a due persone differenti: Stefano Manca del Sudestudio e Michele Leucci degli stessi Corridoiokraut. Era necessario lavorare con due differenti tecnici del suono, oppure è stata una scelta voluta?
A: Questa scelta è una diretta conseguenza dell'approccio che ho cercato a grandi linee di spiegare nella risposta precedente. Da un lato Stefano è stato fondamentale per catturare il lato "violento" del disco, quello più immediato ed istintivo. La sua attrezzatura e le sue competenze ci hanno permesso di rendere al meglio la sensazione trasmessa da un live. Dall'altro volevamo che i brani dei .corridoiokraut. fossero più "meditati" e ragionati, e quindi Michele, essendo membro del gruppo, era quello che più di tutti poteva cogliere al meglio l'attitudine del progetto e con un lavoro certosino (dalla fine delle registrazioni da Stefano alla pubblicazione del disco è passato quasi un anno!) ha curato tutti i dettagli di registrazione e mixaggio dei due brani dei corridoio ed il mastering finale dell’intero disco.
5. In termini di contenuti, quali sono stati i temi e le atmosfere che volevate toccare con la musica dello split?
A: Il tema principale è quello della dualità. A partire dal concetto di uno split che in realtà non lo è, fino alla volontà di unire la veemenza del math-rock all'introspezione delle atmosfere ambient. Tutte queste idee poi sono stato messe insieme e rielaborate sotto forma grafica da Andrea De Franco. Andrea ha condotto in primo luogo un lavoro di ricerca ispirato, fra le altre cose, dall'I Ching e dunque dalla possibilità di ottenere dall'unione di due opposti non solo la loro somma, ma, attraverso miliardi di combinazioni, tutta la realtà. Da questo studio è infine scaturito l'artwork del digipack e del suo booklet, all'interno del quale sono presenti anche, udite udite, i testi dei brani. Il cantato è un elemento inedito per gli URO, mutuato dai .corridoiokraut.. Anche qui il dualismo è forte, questa volta si va da racconti di viaggi "spaziali", fino ad arrivare a descrizioni di sensazioni molto più "umane", attimi di angoscia o gioia ispirate da una persona a me molto cara.
P: Il tema della dualità è lampante nella miscela fra i due progetti URO e .corridoiokraut. ascoltando "Pocca!", però in realtà le atmosfere sono molteplici, anche all'interno dello stesso brano... progressiva tensione schizoide, oscuri passaggi funerei, scene di autoderisione noise, ambientazioni sensuali ed emozionali... manca il silenzio?
M: La dualità che si evidenzia nelle atmosfere del gruppo è anche frutto dei metodi di "composizione" delle due entità che si confrontano in "Pocca!". Infatti la ricerca sonora dei .corridoiokraut., fatta di tempistiche e modalità rilassate e compassate, va a scontrarsi con l'approccio degli URO, schietto, diretto, a tratti feroce, cercando di mitigarne gli effetti. Da non tralasciare è anche il lavoro sporco eseguito dalle parti vocali. Se da un lato alimentano l'aspetto della dualità, analizzando tematiche opposte e contrastanti, dall'altro fungono da fil rouge, un collante presente i tutti i brani di "Pocca!" che cerca di dare omogeneità e continuità nelle atmosfere.
6. Penso anche che questi nuovi brani avranno un impatto molto forte dal vivo. Come vi state muovendo al riguardo?
J: Stiamo provando in sala tutti e quatto URO e .corridoiokraut., riarrangiando i pezzi di "Pocca!" in alcune parti anche. Rispetto ai pezzi vecchi c'è un po' più di matematica e forse abbiamo alzato i volumi degli ampli o no Alberto? Siamo meticolosi e il live lo stiamo impostando come fosse un unico pezzo, senza mai fermarci, veloce come un treno, pesante come un macigno.
A: Ah ?! Cos'hai detto? Grida non ti sento!
P: Stiamo provando con l'idea di portare davanti al pubblico (che invitiamo ad accorrere numerosissimo) un prodotto molto più coeso rispetto a quanto non facevamo in passato, può sembrare strano ma nulla è lasciato al caso sebbene la casualità sia il nostro principale processo di produzione.
7. Quali sono, per un gruppo come gli URO, le differenze principali tra suonare dal vivo e in studio?
J: Nessuna in studio mi tremano le gambe come dal vivo.
A: In studio è molto difficile riuscire a replicare l'intensità del live. E' altrettanto vero però che per noi è sempre un'occasione ghiottissima quella di riuscire a cristallizzare su un supporto i nostri pezzi. Ad esempio, ci capita spessissimo di perdere ore ed ore in sala prove su trenta secondi di un pezzo. E' un lavoro di labor limae, fatto di ricerca di sfumature, particolari deviazioni ritmiche che siamo pienamente consapevoli che con tutta probabilità non sarà colto interamente durante il concerto. Il disco permette invece di far sì che questo nostro messaggio in qualche modo possa più facilmente arrivare a chi ascolta.
P: I panini
8. Pensate che "Pocca!" possa essere capito dalla maggior parte delle persone che vi seguono da anni?
J: Se lo capiscono ce lo faremo spiegare, perché per noi ancora è un mistero.
A: Jory mi hai sgamato. Tutto quello che ho scritto finora l'ho inventato sul momento!
M: Tralasciando gli infiniti livelli di interpretazione che i coraggiosi ascoltatori potranno riscontrare, io mi concentrerei su un consiglio molto più pratico da dare agli stessi: è fondamentale, durante i live, munirsi di cd ed in particolar modo del booklet con all'interno tutti i testi (fate finta di essere alla Scala di Milano) vista la totale incomprensibilità dell’impostazione vocale di Alberto!
9. Arrivati a questo punto, quale direzione seguiranno gli URO? Potete darci qualche anticipazione?
J: Vogliamo suonare ovunque. Abbiamo pezzi nuovi (che non trovate in "Pocca!") da 1 anno. Ci sono sempre piaciute le collaborazioni tra band e musicisti. A me personalmente piacerebbe fare un pezzo con un'altra chitarra e con due bassi.
A: Io voglio delle foto di gruppo decenti per una volta, dove non siano presenti cicchetti di rum.
P: Avendo già dei pezzi nuovi posso anticiparti che l'approccio è il medesimo ma a differenza di prima ora Michele è parte integrante anche nelle prove (dato che stiamo preparando il live) e quindi si è creata una vera e propria commistione anche nella fase di arrangiamento dei pezzi... nei pezzi degli URO si insinuano boati di droni e synth psicotropi, mentre i brani dei .corridoiokraut. esplodono fra distorsioni e fuzz... e c'è addirittura chi vocifera di un "Pocca! ".
M: Quello che per me è divenuta oramai una vera e propria ossessione, è il riuscire ad inserire una "cassatechno" in un pezzo degli URO. Solo allora la mia anima troverà pace.
10. Grazie per la disponibilità e buona fortuna. Lascio a voi la possibilità di chiudere la mia intervista.
J: Grazie a te e: POCCA!
A: Grazie Christian, vogliamo ringraziarti per il gigantesco supporto che dai a noi ed a tutte le band su Son of Flies Webzine! E scusami se sono stato prolisso :3
P: Grazie Christian e complimenti per la tua webzine!
M: Grazie ancora a Son of Flies per l'immenso "sopporto"!
1. Attraverso gli anni il vostro suono si è evoluto notevolmente pur rimanendo fedele alle dinamiche del post-rock strumentale: cosa significa per voi comporre e suonare la musica degli URO?
J: E' una necessità, una cura, un antidoto forse.
A: E' senz'altro tutto quello che dice Jory, in particolare, rimanendo nell'ambito delle metafore, per me rappresenta qualcosa di molto simile all'artigianato: realizzare un qualcosa di unico, a suo modo non realizzabile da nessun altro nella stessa maniera, sporcandoci le mani e sudando.
P: Sono le contaminazioni reciproche... man mano credo che l'istinto stia copulando con una sorta di ragionata contemplazione, dando vita ad una timida forma di sano auto-erotismo.
2. Il nuovo lavoro è frutto di un cambio di sonorità vero e proprio oppure, più semplicemente, avete avuto più spazio per sperimentare? Da dove nasce l'idea di creare un lavoro come questo "Pocca!".
A: L'idea del disco è andata maturando ed evolvendosi in più fasi. Ovviamente, al momento della composizione dei primi pezzi non c'era ancora quella visione d'insieme che si sarebbe poi delineata in seguito andando a confluire nell'album. Alcuni dei pezzi di "Pocca!" erano addirittura già esistenti, prima ancora della registrazione del nostro precedente EP. Nello stesso periodo della composizione dei brani degli URO, io e Michele stavamo registrando ed eseguendo dal vivo come .corridoiokraut. il disco ".dov’eraleiaquell'ora.", EP da cui, anche in questo caso, abbiamo deciso di lasciare fuori alcune tracce. Nel frattempo era arrivato il tempo di tornare in studio e così mi sono chiesto "Perché non unire le due cose?". Uno split era dunque la soluzione più immediata. A noi però piace complicarci la vita e così invece di uno split, che, come dice il nome stesso, avrebbe mantenuto separate le due identità, abbiamo deciso invece di fare una sorta di "mixed", con brani che si intersecano e si mescolano fino a trovare un'ideale soluzione di continuità. Che poi alla fine non è manco un'idea tanto originale se penso ad esempio agli italiani Uochi Toki ed Eterea Post Bong Band con "La chiave del 20" o alla collana "In the Fishtank" con gruppi come Isis e Aerogramme o i Low ed i Dirty Three.
P: Si, inizialmente è stato solo un accostamento fra due progetti ma questo "mixed" è stata l'occasione per far confluire sonorità "sintetiche" al nostro sound fin troppo analogico. A dire la verità le idee sono tante ma lo spazio ed il tempo per sperimentare non è quello che ognuno di noi vorrebbe avere a disposizione... Per noi ragazzi di Lecce la musica è una ragione di vita travestita da hobby! "Pocca!" nasce da un'idea semplice ma quello che esce fuori è oro che cola dalle nostre fottute mutande.
3. Entrando nello specifico: Qual è l’obiettivo dello split realizzato con i vostri amici .corridoiokraut. e con che tipo di attitudine avete approcciato le sessioni di registrazione?
J: L'obiettivo è sempre lo stesso: cercare di diffondere la nostra musica. Così come l'attitudine è sempre la stessa: si entra in studio di registrazione si accendo gli ampli e si suona come in un live.
A: A differenza del nostro primo disco, sebbene, come dice Jory, abbiamo mantenuto un approccio molto diretto (i tre pezzi degli URO sono stati registrati in presa diretta in circa mezza giornata), siamo arrivati in sala da Stefano con alle spalle una pre-produzione molto più solida. Gli arrangiamenti sono stati modificati per lasciar spazio alle parti ambient ed alle voci che sarebbero state aggiunte solo in un secondo momento, le intro ed i finali dei pezzi sono stati anch'essi stravolti per riuscire a ricreare l'effetto di un unico lungo brano dall'inizio alla fine del disco e così via.
M: Per me l'occasione era di quelle da prendere al volo! Grazie agli URO ho rispolverato un po' di "giochini" e mi sono introdotto furtivamente nelle loro tracce, seminando qua e là spot di noise e texture ottenute con strumenti autocostruiti di vario tipo. Le tracce dei .corridoiokraut. hanno un'impostazione ed una genesi totalmente differente. Difficile anche da spiegare. Avete presente il pranzo di Natale? Le tempistiche e le modalità con cui si affrontano entrambe le occasioni sono pressappoco simili. Si conosce l'inizio del banchetto ma non la fine; e l'imprevisto è sempre dietro l'angolo: prima o poi spunta puntualmente una zia con un vassoio di qualcosa che era stato erroneamente dimenticato e tutto viene rimesso in gioco!
4. Parlando ancora delle sessioni di registrazioni: Perché la decisione di affidarvi a due persone differenti: Stefano Manca del Sudestudio e Michele Leucci degli stessi Corridoiokraut. Era necessario lavorare con due differenti tecnici del suono, oppure è stata una scelta voluta?
A: Questa scelta è una diretta conseguenza dell'approccio che ho cercato a grandi linee di spiegare nella risposta precedente. Da un lato Stefano è stato fondamentale per catturare il lato "violento" del disco, quello più immediato ed istintivo. La sua attrezzatura e le sue competenze ci hanno permesso di rendere al meglio la sensazione trasmessa da un live. Dall'altro volevamo che i brani dei .corridoiokraut. fossero più "meditati" e ragionati, e quindi Michele, essendo membro del gruppo, era quello che più di tutti poteva cogliere al meglio l'attitudine del progetto e con un lavoro certosino (dalla fine delle registrazioni da Stefano alla pubblicazione del disco è passato quasi un anno!) ha curato tutti i dettagli di registrazione e mixaggio dei due brani dei corridoio ed il mastering finale dell’intero disco.
5. In termini di contenuti, quali sono stati i temi e le atmosfere che volevate toccare con la musica dello split?
A: Il tema principale è quello della dualità. A partire dal concetto di uno split che in realtà non lo è, fino alla volontà di unire la veemenza del math-rock all'introspezione delle atmosfere ambient. Tutte queste idee poi sono stato messe insieme e rielaborate sotto forma grafica da Andrea De Franco. Andrea ha condotto in primo luogo un lavoro di ricerca ispirato, fra le altre cose, dall'I Ching e dunque dalla possibilità di ottenere dall'unione di due opposti non solo la loro somma, ma, attraverso miliardi di combinazioni, tutta la realtà. Da questo studio è infine scaturito l'artwork del digipack e del suo booklet, all'interno del quale sono presenti anche, udite udite, i testi dei brani. Il cantato è un elemento inedito per gli URO, mutuato dai .corridoiokraut.. Anche qui il dualismo è forte, questa volta si va da racconti di viaggi "spaziali", fino ad arrivare a descrizioni di sensazioni molto più "umane", attimi di angoscia o gioia ispirate da una persona a me molto cara.
P: Il tema della dualità è lampante nella miscela fra i due progetti URO e .corridoiokraut. ascoltando "Pocca!", però in realtà le atmosfere sono molteplici, anche all'interno dello stesso brano... progressiva tensione schizoide, oscuri passaggi funerei, scene di autoderisione noise, ambientazioni sensuali ed emozionali... manca il silenzio?
M: La dualità che si evidenzia nelle atmosfere del gruppo è anche frutto dei metodi di "composizione" delle due entità che si confrontano in "Pocca!". Infatti la ricerca sonora dei .corridoiokraut., fatta di tempistiche e modalità rilassate e compassate, va a scontrarsi con l'approccio degli URO, schietto, diretto, a tratti feroce, cercando di mitigarne gli effetti. Da non tralasciare è anche il lavoro sporco eseguito dalle parti vocali. Se da un lato alimentano l'aspetto della dualità, analizzando tematiche opposte e contrastanti, dall'altro fungono da fil rouge, un collante presente i tutti i brani di "Pocca!" che cerca di dare omogeneità e continuità nelle atmosfere.
6. Penso anche che questi nuovi brani avranno un impatto molto forte dal vivo. Come vi state muovendo al riguardo?
J: Stiamo provando in sala tutti e quatto URO e .corridoiokraut., riarrangiando i pezzi di "Pocca!" in alcune parti anche. Rispetto ai pezzi vecchi c'è un po' più di matematica e forse abbiamo alzato i volumi degli ampli o no Alberto? Siamo meticolosi e il live lo stiamo impostando come fosse un unico pezzo, senza mai fermarci, veloce come un treno, pesante come un macigno.
A: Ah ?! Cos'hai detto? Grida non ti sento!
P: Stiamo provando con l'idea di portare davanti al pubblico (che invitiamo ad accorrere numerosissimo) un prodotto molto più coeso rispetto a quanto non facevamo in passato, può sembrare strano ma nulla è lasciato al caso sebbene la casualità sia il nostro principale processo di produzione.
7. Quali sono, per un gruppo come gli URO, le differenze principali tra suonare dal vivo e in studio?
J: Nessuna in studio mi tremano le gambe come dal vivo.
A: In studio è molto difficile riuscire a replicare l'intensità del live. E' altrettanto vero però che per noi è sempre un'occasione ghiottissima quella di riuscire a cristallizzare su un supporto i nostri pezzi. Ad esempio, ci capita spessissimo di perdere ore ed ore in sala prove su trenta secondi di un pezzo. E' un lavoro di labor limae, fatto di ricerca di sfumature, particolari deviazioni ritmiche che siamo pienamente consapevoli che con tutta probabilità non sarà colto interamente durante il concerto. Il disco permette invece di far sì che questo nostro messaggio in qualche modo possa più facilmente arrivare a chi ascolta.
P: I panini
8. Pensate che "Pocca!" possa essere capito dalla maggior parte delle persone che vi seguono da anni?
J: Se lo capiscono ce lo faremo spiegare, perché per noi ancora è un mistero.
A: Jory mi hai sgamato. Tutto quello che ho scritto finora l'ho inventato sul momento!
M: Tralasciando gli infiniti livelli di interpretazione che i coraggiosi ascoltatori potranno riscontrare, io mi concentrerei su un consiglio molto più pratico da dare agli stessi: è fondamentale, durante i live, munirsi di cd ed in particolar modo del booklet con all'interno tutti i testi (fate finta di essere alla Scala di Milano) vista la totale incomprensibilità dell’impostazione vocale di Alberto!
9. Arrivati a questo punto, quale direzione seguiranno gli URO? Potete darci qualche anticipazione?
J: Vogliamo suonare ovunque. Abbiamo pezzi nuovi (che non trovate in "Pocca!") da 1 anno. Ci sono sempre piaciute le collaborazioni tra band e musicisti. A me personalmente piacerebbe fare un pezzo con un'altra chitarra e con due bassi.
A: Io voglio delle foto di gruppo decenti per una volta, dove non siano presenti cicchetti di rum.
P: Avendo già dei pezzi nuovi posso anticiparti che l'approccio è il medesimo ma a differenza di prima ora Michele è parte integrante anche nelle prove (dato che stiamo preparando il live) e quindi si è creata una vera e propria commistione anche nella fase di arrangiamento dei pezzi... nei pezzi degli URO si insinuano boati di droni e synth psicotropi, mentre i brani dei .corridoiokraut. esplodono fra distorsioni e fuzz... e c'è addirittura chi vocifera di un "Pocca! ".
M: Quello che per me è divenuta oramai una vera e propria ossessione, è il riuscire ad inserire una "cassatechno" in un pezzo degli URO. Solo allora la mia anima troverà pace.
10. Grazie per la disponibilità e buona fortuna. Lascio a voi la possibilità di chiudere la mia intervista.
J: Grazie a te e: POCCA!
A: Grazie Christian, vogliamo ringraziarti per il gigantesco supporto che dai a noi ed a tutte le band su Son of Flies Webzine! E scusami se sono stato prolisso :3
P: Grazie Christian e complimenti per la tua webzine!
M: Grazie ancora a Son of Flies per l'immenso "sopporto"!
CONTATTI:
uroband.bandcamp.com/album/pocca
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URO line-up:
Pierluigi Sabato - Basso
Alberto Scarpello - Batteria
Jory Stifani - Chitarra
CORRIDOIOKRAUT line-up:
Alberto Scarpello - Synth, Sampler, Loops, Voci
Michele Leucci - Basso, Synth, Strumentini auto costruiti
RECENSIONE:
URO | CORRIDOIOKRAUT "Pocca!" 2015 - Independent