sabato 13 luglio 2019

CARNE - "UN NUOVO INIZIO ALL'INSEGNA DELL'HARDCORE"






QUANDO SI DESIDERA QUALCOSA, IL TEMPO SI TRASFORMA IN OPPORTUNITA'. TALE CONCETTO PUO' ESSERE VISTO COME LA CHIAVE DI LETTURA PER COMPRENDERE LE INTENZIONI DEI CARNE, MA E' ANCHE L'UNICO BINARIO DA PERCORRERE PER AVVICINARSI ALLA LORO ATTITUDINE INFUOCATA. UN NUOVO GRUPPO HARDCORE NELLE CUI FILA TROVIAMO IL CANTANTE LUCA MONOPOLI (EX-CHITARRISTA DEI GRANDI HOBOPHOBIC) E ALTRI MUSICISTI CON UN PASSATO NEI BRACCIA DI KALI E FENNEK. SONO ORGOGLIOSO DI POTER DARE IL MIO PERSONALE SUPPORTO A CHI, PER MOLTISSIMI ANNI, SI E' SBATTUTO E HA LOTTATO TENENDO ALTA LA BANDIERA DELL'HARDCORE ITALIANO. E TUTTO CIO', PARTENDO DAL SUD, DA TARANTO. LUCA CI PRESENTA LA BAND E IL DEMO 2019 D'ESORDIO.

Ciao Luca. E' un piacere dare spazio a te e alla tua nuova band, i CARNE. Conoscendo il tuo importante passato negli Hobophobic, volevo chiederti perché hai sentito l'esigenza di formare questo gruppo dopo tanti anni di militanza nell'underground musicale. Come vi siete conosciuti tra voi e in generale come sta andando l'accoglienza dei CARNE?

- Ciao Christian, e un piacere per me risponderti. Sinceramente il progetto in questione mi è stato proposto dal chitarrista Giovanni (Cardello), Claudio il bassista e Marco il batterista, rispettivamente ex Braccia di Kali e Fennek. Mi hanno proposto di fare qualche prova e vedere un po' di rimettersi in gioco, ed io ho accettato. In quel periodo, tra nuovi progetti e il trasferimento di Carmine, era impossibile l’impresa di suonare con HOBOPHOBIC, e quindi mi sono rimesso in ballo in questa maniera. Personalmente, avevo troppa voglia di suonare e dire la mia. D’altronde come diceva Halbert Heinstein, “chiusa una porta la puoi sempre riaprire” , e niente, solo che quando l’ho riaperta non c’erano più gli amici di una vita ma altri tre bravissimi ragazzi e musicisti, e non avrei intrapreso nessun progetto musicale se non con loro. L’accoglienza invece è andata molto bene sinceramene, abbiamo fatto 3 date a San Foca, Andria e Crispiano e devo dire che c’è stata una bellissima partecipazione, e delle belle critiche positive. Pare siamo partiti con il piede giusto e che gli sforzi fatti stanno dando i frutti desiderati, mai abbassare la guardia, dobbiamo comunque ancora impegnarci molto.

Da dove arrivano gli stimoli per continuare a scrivere musica così arrabbiata ed intensa?

- Gli stimoli non sono mai cessati di esistere, li abbiamo solo coltivati e maturati, ne son successe tante in questi anni e quindi ho molti spunti molte cose da dire, se tutto va bene ci avrete per un po’ davanti alle balle! Comunque gli stimoli mi vengono da ciò che vivo ogni giorno e da ciò che mi indigna, nonché da ciò che mi emoziona e che mi dà brividi sulla carne. Nei miei testi ci sono i miei pensieri, la voglia di dire e fare, ed anche qualcosa di me.

DIY è un termine che si associa soprattutto alla scena HARDCORE, e questo già a partire dai lontani anni '80. Cosa hai da dirmi al riguardo, avendo da sempre appoggiato questo tipo di etica legata a tale genere.

- Penso che il DIY è una scelta ragionata e voluta molti anni fa, dopo aver conosciuto determinate logiche e dinamiche, e che tutt’ora portiamo avanti, ci piace voler dire ciò che ci piace e muoverci con le nostre forze, ma le cose comunque stanno cambiando anche nell’ambito musicale hardcore, non è più come un po di tempo fa, molti hanno etichette, booking in cui c’è il rispetto della band e noi non abbiamo più il tempo di sbatterci per tutto, quindi non ci starebbe male la mano di qualcuno nel trovare date e nella produzione in generale. L’importante e che sia fatto nel rispetto di ciò che si vuole esprimere e del gruppo che mette la sua passione e sacrificio nella musica, e il concetto comunque non cambia si allargherebbe solo la schiera dei complici.

Secondo te l'Hardcore è un fenomeno di integrazione fra le tante persone che hanno la passione per questo tipo di musica, oppure, in generale, è più un'arma contro il sistema che ognuno può utilizzare a suo modo?

- Può essere entrambe ed una completa l’altra. Ovviamente una guerra puoi combatterla da solo, ma se al tuo fianco hai dei compagni fidati ciò diventa più intrigante e coinvolgente, ti da la forza di andare avanti e quindi nello stesso momento hai la voglia di reagire; la musica fa da collante, basare tutto e solo sulla musica forse farebbe perdere un po' la passione e il senso. Ho sempre inteso l’hardcore come fratellanza e minaccia per uno stato di cose.

Pensi che il livello di impegno sociale tra i gruppi punk/hardcore italiani sia ancora forte come negli anni '80 e '90?

- Si! Diciamo che sono cambiate le cose ma c’è molta gente che ancora si sbatte, molto diverso rispetto alle annate '80 e '90, ma c’è ancora del movimento positivo. Ci sono gruppi fedeli alla linea ed altri un po' meno, però a me è sempre piaciuto non etichettare e dare spazio ad ogni tipo di pensiero, non devi per forza essere militante, anche se per me è importante, fondamentale è che il messaggio non sia di tipo sessista, razzista o peggio fascista, almeno la comunicazione deve andare in una direzione ben precisa per tutti.

Mi è piaciuto il nome della band. CARNE, una singola parola dal forte impatto. Perché questa scelta?

- Ahahaha sono contento ti piaccia!! ho combattuto fino all’ultimo con i ragazzi per il nome, non piaceva tanto, ma io sapevo che avrebbe incuriosito e ho spinto molto affinché si scegliesse questo nome. La scelta del nome parte dalla varietà di messaggi che potesse far passare, da queste parti “CARNE!” è un insulto, è come alzare il dito medio per dire VAFFANCULO, ma ovviamente il significato non è quello, anche se ci starebbe. Il significato principale che mi ha spinto a scegliere questo nome è che è la carne che percepisce gli impulsi del cervello, il freddo, il caldo, la pelle d’oca, l’eccitazione i brividi li provi sulla carne! Io ho pensato a ciò che mi ha sempre provocato l’hardcore durante un concerto oppure dentro una iniziativa, le passioni che mi ha scaturito, le persone di cui mi ha fatto innamorare e rispettare, mi ha provocato molte sensazioni carnali ascoltarlo e suonarlo ed è principalmente per quel motivo che sono molto legato a questo nome come all’hardcore.

Vista la vostra esperienza consolidata nel circuito musicale, non si può negare che il vostro sound sia già maturo in questa prima uscita di 6 brani. L'essere parte dei CARNE ha in qualche modo modificato il vostro modo di lavorare in sala prove e in studio di registrazione?

- Ognuno di noi esce da varie esperienze musicali, e fortunatamente gli elementi dei CARNE ci hanno messo passione nello studio dello strumento, che poi si tramutano in sala prove e studio di registrazione in mera spontaneità e rispetto per i vari gusti musicali, ci completiamo nonostante ascoltiamo generi diversi e questo è un punto di forza, non ci fossilizziamo su scelte di un singolo elemento, ma sulla costruzione in base alle preferenze di tutti, non manca che i componenti dei CARNE mi diano alcune dritte sulle linee vocali o viceversa, c’è molto rispetto e studio nella costruzione delle canzoni. Abbiamo sfornato in brevissimo tempo queste 6 tracce ma comunque ci abbiamo lavorato parecchio sopra, anche a livello singolare, in casa, sul lavoro, ovunque mi trovassi io mi canticchiavo in continuazione le parti e i ragazzi come me cercavano soluzioni, riascoltavamo le registrazioni fatte per migliorare sempre di più il brano. Siamo rimasti molto soddisfatti da queste 6 tracce.

Durante la fase compositiva, sentivate un qualche genere di tensione?

- Forse all’inizio, sentivo la pressione di una nuova esperienza e rimettermi in gioco dopo tanto tempo, abbandonando la chitarra, mi dava quell’incertezza di ogni nuova esperienza o la paura di non riuscire, ma poi di quella paura mi sono nutrito e ho iniziato a studiare scrivere senza accontentarmi. Penso che sia stato lo stesso per tutti, forse per i ragazzi un po’ meno, loro già si conoscevano e suonavano insieme quindi erano già parecchio affiatati e consolidati, l’incognita potevo essere io.

Avete scelto il produttore Stefano Manca del Sudestudio di Guagnano (Lecce) per le sessioni di registrazione. Se non ricordo male, tu avevi già collaborato con lui. Parlaci di questa nuova esperienza per i CARNE. Quanti giorni avete trascorso nel suo studio?

- Si conoscevo Stefano da molto tempo, uno dei primi dischi DIY, consegnato agli HOBOPHOBIC da Roberto (CONTRO) e Graziano Convertino (SFC e DISCHIROZZI), era “Sunword” dei Suburban Noise dove proprio “lo Stefano” ci militava suonando il basso, rimanemmo impressionati da quel sette pollici e cambio la visione nell’interpretare la musica a quei tempi, penso nel 1995/96. Abbiamo registrato già da lui tempo fa, ma non con lui dietro al mixer bensì con Fabrizio Giannone (Belintesta per intenderci). Con i CARNE nel suo studio ci siam stati 2 giorni abbiamo fatto le riprese e un mezzo mixaggio degli strumenti in previsione di ritornare con altri 4 brani per poi far uscire il disco editato con i controcazzi. Sono stati 2 giorni di relax , ci siamo scialati, poi il posto lo permette, è una figata pazzesca, e ti mette addosso la tranquillità che devi avere quando devi registrare e concentrarti. Nonostante il pochissimo tempo per registrare 6 brani è uscito un prodotto valido e tutto è andato benissimo, sembrava di stare a casa!

I tuoi testi parlano di vita vissuta, di situazioni reali, nelle tue parole vedo il nero e il bianco, e soprattutto, sento una necessità di gridare il proprio dissenso per una serie di tanti motivi; ma percepisco anche una grande voglia di continuare a reagire e lottare a denti stretti. Non è difficile trovare l'ispirazione, considerando la situazione sociale che siamo costretti a vivere e sopportare. Sei d'accordo con le mie riflessioni? Cos'è per te la speranza?

- La speranza ti da la voglia di fare e continuare dire la tua, se non avessi speranza e voglia di mettermi in gioco non saremmo qui e il progetto probabilmente non avrebbe preso piede. C’è da dire che la speranza devi nutrirla sempre di nuovi stimoli, e sinceramente ne ho tantissimi intorno da bellissimi che mi danno soddisfazioni infinite come può essere mio figlio ed altri, fino ad arrivare invece a quelli che ti danno sconforto e voglia di spaccare tutto, questo binomio mi da l’ispirazione e la voglia di scrivere, e non lo faccio solo per me stesso ma per portare sempre più persone a volerlo fare, a spingere di accontentarsi mai, c’è da dire che se non ci fossero stati Marco, Giovanni e Claudio non sarei andato da nessuna parte probabilmente.

Dal punto di vista della promozione di questi vostri primi 6 brani, in che modo vi state muovendo? Verranno pubblicati su un supporto audio fisico?

- Abbiamo prodotto una demo totalmente DIY anche nella masterizzazione, per riuscire a dare un supporto fisico in previsione di un 12” pollici con uscita prevista per il nuovo anno.

Quali sono i musicisti che vi hanno maggiormente influenzato nel corso della vostra carriera e quali sono le bands che reputi ancora oggi “fondamentali”.

- I musicisti che ci influenzato sono svariati, ascoltiamo di tutto, dal metal al punk all’hip hop e anche altro, abbiamo voglia di metterci tutto in questo progetto e non fossilizzarci su roba già esistente, ma dare una impronta personale e unica, questo sarà un lavoro difficile da fare, ma è una sfida e un obiettivo che ci siamo prefissi. Band che reputo ancora fondamentali sono un po’ e fanno parte tutte del panorama italiano, ultimamente ho ascoltato l’ultimo album dei COLLE DER FOMENTO, che non conoscevo tanto, mi sono anche ritrovato senza volerlo con concetti simili anche nel linguaggio, che avevo scritto nei miei testi prima di ascoltare il loro ultimo album “Adversus”. Ci accomuna nei testi questa voglia di raccontare un po del passato e di questa rinascita lenta ma efficace senza compromessi, sempre sul pezzo e sempre nel panorama hardcore, sputando in faccia le nostre idee passioni così come ci va di farlo senza fare mai un passo indietro o omologarci ad un sound cche potrebbe andare di “moda” in questo momento. SOLO HARDCORE. Poi spunti e influenze li ho sempre presi da svariati gruppi italiani tipo i BY ALL MEANS, Melo mi ha insegnato e ho sempre apprezzato la cattiveria nel suo linguaggio la schiettezza e la rabbia che trasmetteva tramite la voce, poi ci sono i FRAMMENTI e molti altri, anche gruppi oltreoceano. La musica invece spazia un po’ su varie idee di quattro teste, dal rock’n’roll al metal all’hardcore al grunge al rap un bell’amalgama insomma.

Che rapporti avete con la scena Hardcore italiana? Umanamente parlando.

- La scena hardcore Italiana? Non vedo l’ora di rincontrare tutti, già sono emozionantissimo al pensiero di tornare a suonare in posti in cui non torno da tanto tempo, e rincontrare vecchi e nuovi amici per condividere il palco chiacchierate e bevute!

Grazie per la disponibilità, vi auguro il meglio.

- Grazie a te ancora Christian a presto, e ti abbracciamo forte. Grazie del supporto che ci dai da sempre!!! Baci e abbracci a tutti da Luca, Claudio, Marco e Giovannni.

Contatti:
carnehardcore.bandcamp.com
facebook.com/carnehardcore
instagram.com/carnehardcore

CARNE line-up:
Luca: voce, testi
Marco: batteria
Giovanni: chitarra
Claudio: basso

Recensione: 
 CARNE "Demo 2019" - Autoproduzione