martedì 18 ottobre 2016

Recensione: WORMROT "Voices"
2016 - Earache Records




Ci sono gruppi che nonostante la loro particolare provenienza geografica, in qualche modo sono stati toccati dalla fortuna. Per esempio, i WORMROT, musicisti di Singapore che hanno avuto il merito di firmare un importante contratto pochi anni dopo l'inizio di carriera. Ma la Earache ha sentito l'odore giusto, soprattutto perché questi tre ragazzi non lasciano mai a desiderare ogniqualvolta decidono di presentare un nuovo disco. Lo stesso discorso vale per il fulmineo e temibile "Voices", la cui credibilità si appoggia con tenacia sull'autenticità. L'incedere impetuoso è in grado di far male già al primo ascolto. Questi giovani grinder si fanno valere con buona maturità, anche al cospetto dei grandi nomi della scena. Diciamolo pure: i Wormrot possiedono delle evidenti capacità compositive. Ho avuto un'ulteriore conferma della loro crescita artistica. Tirando le somme, "Voices" rispecchia appieno l'essenza del grindcore. Non fatevelo mancare nella vostra collezione di dischi.

Contatti:

wormrot.bandcamp.com
facebook.com/wormrot

TRACKLIST: Blockhead Fuck Off, Hollow Roots, Exit Fear, God's in His Heaven, Oblivious Mess, Descending into the Unknown, Dead Wrong, Fallen into Disuse, The 1st World Syndrome, Shallow Standards, Fake Moral Machine, Forced Siege, Take Aim, Still Irrelevant, Eternal Sunshine of the Spotless Grind, Compassion Is Dead, Buried the Sun, Defaced, The Face of Disgrace, Outworn