lunedì 8 giugno 2015

Intervista: NIBIRU - "IL TEMPIO DELLA PERDIZIONE"






NELLA VITA TERRENA NON E' MAI SEMPLICE TROVARE UN EQUILIBRIO INTERIORE E SOLO LO SCORRERE DEL TEMPO AIUTA A RENDERE LE COSE PIU' CHIARE PER POTER PROSEGUIRE IL PROPRIO VIAGGIO, SENZA AVERE BISOGNO DI GUARDARSI INDIETRO. PER ALCUNI ARTISTI LA MUSICA E' UNA VIA DI FUGA, UN BINARIO CHE ALLONTANA DALLA REALTA' MATERIALE E PORTA IN LUOGHI SCONOSCIUTI DOVE SI PUO' AGIRE INDISTURBATI. ARDATH, VOCE E CHITARRA DEI NOSTRANI NIBIRU, CI ACCOMPAGNA NEL SUO TEMPIO OSCURO.

1. Ciao A. In questo nuovo album "Padmalotus" vi sono dimensioni cupe, oscure, ma allo stesso tempo lisergiche. Cosa vi proponete di esplorare con questo progetto musicale?

- Nibiru dall'origine non è partito con l'idea consapevole di esplorare un qualche universo interiore o esteriore che sia, ma è stato quasi una terapia inconscia che, con totale istinto e libertà compositiva ci ha sollevato dalle costrizioni quotidiane rendendo i momenti di composizione stranianti, intensi, vivi di propria essenza. "Padmalotus" fa parte di questo percorso non studiato, è collegato imprescindibilmente a "Caosgon" e "Netrayoni". Il vero viaggio? Ascoltare senza interruzione tutti e tre i nostri lavori, perché prende forma un universo inscindibile, un unico organismo psichedelico, dopo nulla sarà uguale. Personalmente ascolto molto spesso i nostri lavori e non per auto celebrazione, non sono proprio il tipo, ma perché riesco a trovare ad ogni ascolto sempre momenti, passaggi, risvolti, sensazioni che risultano in qualche modo nuove, l'incredibile intensità, la libertà compositiva nel momento della registrazione mi fa suonare quasi in trance, solo successivamente realizzo con ascolti incessanti il lavoro svolto... Sono per me istanti ineguagliabili.

2. Non avete il timore di distogliere l'attenzione dell'ascoltatore meno preparato a questo tipo di sonorità, per via delle numerose coordinate stilistiche del vostro lavoro?

- Non ci siamo mai posti il problema e non per mancanza di rispetto verso i nostri ascoltatori ma esclusivamente perché tutto il lavoro è nato spontaneamente, ognuno di noi arriva da influenze musicali uguali, simili, diverse, unito al fatto che nelle nostre esperienze passate abbiamo sempre composto musica nostra e mai cover. E' evidente che unendo il tutto nel progetto Nibiru non poteva che prendere forma qualcosa di assolutamente nuovo e particolare che, può piacere o meno, di certo colpisce.

3. Qual è il vostro approccio al processo di scrittura? Le canzoni nascono ancora allo stesso modo?

- Tutto è sempre nato da un riff di chitarra o basso, un ritmo di batteria, da lì comincia un cammino compositivo fatto di improvvisazione a volte estrema ("Netrayoni"), a volte più strutturata, come è accaduto in "Padmalotus", in particolare per quanto riguarda basso e batteria, la mia chitarra segue sempre linee malate e dissonanti. Il nuovo disco "Padmalotus" è supportato da riff di chitarra più regolari suonati da Siatris. Gli stati psicofisici alterati aiutano non poco questo processo compositivo, fondamentale l'alienazione da ogni forma di paranoia, ansia o responsabilità che già condiziona giornalmente il nostro approccio alla vita.

4. Se dovessi descrivere "Padmalotus" con delle visioni o immagini, quali lo rappresenterebbero al meglio?

- Uomo consunto, steso in un letto a baldacchino, lenzuola sudaticce di colore indefinito, lamenti sopiti prendono forma dalle sue membra, la testa sprofonda nel morbido cuscino macchiato dal sangue che incancrenito spurga dalle orecchie e dagli occhi mentre un sorriso sarcastico sembra indicare la via più breve per martirizzare la propria infinita dipendenza da qualsivoglia feticcio idealizzato... Violento spasmo finale... Urla, lamenti... Tutto tace... Passi leggeri, la figura si avvicina allo specchio e finalmente vede chiaramente oltre di esso.

5. Dei Nibiru mi ha sempre colpito la totale assenza di legami con un preciso stile musicale. Da dove traete le maggiori ispirazioni?

- Vero, non esiste per noi un preciso stile musicale, la nostra musica nasce a sensazione, tanti gli anni passati ad ascoltare svariati generi, dalla new wave, all'ambient, dal black metal al death, dallo stoner al grunge e non solo, tutto ciò ci porta in universi inesplorati ed è quello che più volte ci è stato riconosciuto. La sintonia tra noi ci permette di essere un unico tramite compositivo, sono momenti unici che portano astinenza durante le giornate distanti dal nostro tempio, vorrei morire senza morte in ogni singolo istante compositivo, l'unico modo per non farsi sfiorare dagli inganni della mente, l'unico modo possibile per comporre un album come "Netrayoni".

6. Che importanza ricopre la tua voce nel sound della band e in base a quale criterio scegli le soluzioni da adoperare?

- Il mio modo di cantare è fatto di lamenti, urla malate, disperazione, evocazioni ritualistiche, il tutto raramente calcolato, segue sensazioni create dall'incedere della musica, segue la trance dell'istante, di quel particolare momento di quiete o di assoluta disperazione che necessita di sfogo, evidente nei live dove in certi casi divento ingestibile, ma non certo per calcoli o spettacolo mi lascio semplicemente trasportare dalla musica di Nibiru e prendono forma le ipnotiche parti vocali.



7. Cosa puoi dirmi sul titolo del nuovo disco?

- Il titolo rappresenta il loto, Padma in tibetano ha quel significato. L'idea è stata di Siatris, il loto nasce nel fango, in acquitrini, per poi ergersi al di fuori di essi libero da impurità. Ciò rappresenta un percorso, un punto di passaggio, le radici rimangono solide nel fango e quell'ipotetica illuminazione non è altro, per quanto mi riguarda, che una nuova illusione, un susseguirsi di falsi risvegli verso nuovi e più complicati condizionamenti, più complicati perché illudono la persona di essere finalmente consapevole di una condizione che in realtà diventa una gabbia indistruttibile.

8. Puoi parlare brevemente di ciascun brano, e il rapporto tra liriche e musica?

- "Krim" può essere inteso come un mantra del fuoco dove bruciare l'IO diabolico, il brano più vicino alle sonorità di "Netrayoni", nato come totale improvvisazione. "Ashmadaeva" in persiano significa "spirito del giudizio", nome che il cristianesimo ha tramutato in Asmodeus. Questo è il primo pezzo scritto per "Padmalotus", il primo con una struttura più marcata . "Trikona" in sanscrito significa triangolo, fine meditativo e significati vari a seconda di come è posto, pezzo che per me ha un forte impatto live con un incedere psicotico. "Khem" l'antico nome dell'Egitto significa anche nero, il brano più lungo dell'intero cd che alterna violenza a ritmiche più sludge con un inserto ambient gestito da Ri e Siatris, già avvezzi a certi generi musicali. Le liriche di Nibiru sono la recita, la ripetizione mantrica delle 48 chiavi Enochiane che colloco nei pezzi a seconda delle sensazioni e le vibrazioni che ricevo di volta in volta creando un rituale instabile e instancabile.

9. Secondo te, oggi, quali sono i vantaggi, e quali gli svantaggi di firmare con un'etichetta discografica?

- "Caosgon" e "Netrayoni" sono stati autoprodotti, per scelta, e ne siamo stati assolutamente soddisfatti. "Padmalotus" era già pronto a livello di pezzi quando abbiamo conosciuto Gero e Argonauta Records. L'empatia è stata immediata e, credimi, non ci capita spesso. Da quel momento si è deciso di iniziare una collaborazione che reputo molto importante, Argonauta è una label dove si lavora con professionalità e concretezza lasciando assoluta libertà compositiva alle band, questo ci ha convinti a iniziare questo percorso che può portare nuove possibilità per entrambe le parti. Ad oggi, svantaggi non ne vedo, nel caso ci attiveremo per risolverli, ma la comunicazione, che in Argonauta è imprescindibile, è la vera differenza che permette un confronto schietto e rispettoso oltre che amichevole.

10. Chi sono i Nibiru come persone?

- Persone concrete, non ci piacciono parole buttate alla cazzo solo per creare attese e falsi miti, come nella vita privata anche nella musica, se non di più, abbiamo obiettivi ben precisi, dedichiamo tempo, fatica, esperienza per sentirci pienamente consapevoli di aver dato sempre il massimo. Questi tre anni hanno rivelato una band indubbiamente decisa a scuotere un panorama musicale spesso retorico e stanco, ma è ciò che piace oggi, la semplice banalità per non sforzare troppo cervelli atrofizzati. Non voglio ritrovarmi un giorno ad avere rimpianti per non avere dato il massimo in una determinata situazione, se decido di mettermi in gioco lo faccio senza alcun risparmio e il più delle volte, l'impegno è ripagato, se poi ciò non accade nulla avrò da rimproverarmi.

11. Oltre alla musica quali sono gli interessi a cui ti dedichi?

- Scrivo poesie malate che molto spesso diventano testi, non in Nibiru, essendo il linguaggio scelto l'enochiano, ma in progetti passati (Opthalidon) e chissà in futuro. Letture varie, da Aleister Crowley a Austin Osman Spare fino ad arrivare a Nietzsche e Evola e biografie principalmente legate al mondo della musica. Ma Nibiru occupa la maggior parte del mio tempo compositivo e non solo.

12. Chi o che cosa cancelleresti da questo mondo decadente?

- La noia, ormai la maggior parte delle persone vivono senza dare alcuna importanza alla vita stessa, ripetendo in maniera meccanica i soliti superficiali e banali atteggiamenti, e non mi riferisco alle giornate di lavoro ma al tempo libero che diventa per i più un film già letto, senza entusiasmo, senza stimoli, senza voglia di scuotersi da un torpore inquietante, anzi, diventa comodo ciondolare senza una meta, crogiolarsi nel proprio universo costruito in perfetta, ma inconscia solitudine, tutto, però, nell'assurda consapevolezza di essere davvero invincibili, invincibilmente annoiati. Per fortuna questo non mi riguarda, osservo con attenzione e ne faccio monito ogni qualvolta mi sfiora un secondo di apatia.

13. Quale messaggio vorresti che i vostri ascoltatori apprendessero dalla musica dei Nibiru?

- Nibiru deve essere ascoltato, vissuto, posseduto con intenso distacco da ogni interferenza esterna, solo così il viaggio diventa senza una meta, straripante di psichedelici, destabilizzanti e infiniti universi dove tutto è rarefatto, estraneo dove non esistono opinioni condizionate.

14. Progetti Per il futuro?

- Parecchi, stiamo già impostando pezzi per il prossimo CD, alcuni dei quali rimasti fuori da "Padmalotus" che rischiava di essere un nuovo doppio album; suonare Live, abbiamo già date da adesso entro la fine dell'anno, alcune confermate altre che presto comunicheremo, stiamo lavorando per un tour Europeo ed è solo da ufficializzare la nostra presenza in un importante festival in primavera il prossimo anno. Inoltre ci piacerebbe concretizzare l'uscita di "Padmalotus" anche su vinile, viste le numerose richieste. Nibiru è vivo, pericolosamente vivo.


CONTATTI: 

nibiru666.bandcamp.com
nibirum.com
facebook.com/nibiruritual
argonautarecords.com


NIBIRU line-up:

Ardath - Chitarra, Voce
Ri - Basso, Sintetizzatori
Siatris - Batteria, Percussioni, Chitarra, Screaming, Didgeridoo, Virus


RECENSIONE:
NIBIRU "Padmalotus" 2015 - Argonauta Records