CINQUE ALBUM (PIU' DUE EP) CON I DSA COMMANDO, UNA DELLE CREW DI PUNTA DEL MOVIMENTO RAP UNDERGROUND ITALIANO, E UNO DA SOLISTA INTITOLATO "HELLRAISER". ABBASTANZA PER FARE DI HELLPACSO UNO DEI PIU' GRANDI RAPPER DELLA SUA GENERAZIONE. L'MC SAVONESE CONTINUA A SFORNARE CANZONI DI QUALITA' ACCOMPAGNATO DALL'ALTRETTANTO TALENTUOSO PRODUTTORE E BEATMAKER SUNDAY THRILLER MACHINE. ENTRAMBI HANNO RISPOSTO CON ENTUSIASMO ALLE MIE DOMANDE PER RACCONTARE COSA SI CELA DIETRO QUESTA NUOVA AUTOPRODUZIONE.
La prima domanda sorge spontanea: da dove nasce l'esigenza di pubblicare un tuo album solista dopo 14 anni di militanza nella scena musicale? Come lo potresti introdurre?
HellPacso: "Hellraiser" non è altro che un insieme di pensieri e sensazioni concepite durante tutto questo lungo periodo. A 36 anni sentivo la necessità di dover fare un lavoro tutto mio per quanto riguarda la stesura dei testi. A differenza degli album con i DSA Commando dove ognuno scrive la sua parte, in questo disco ho curato tutto personalmente. Dopo tanti anni di musica mi sembrava doveroso. È un viaggio introspettivo carico di emozioni, dubbi, riflessioni, paranoie, paure, ma soprattutto tanta rabbia. Sotto certi punti di vista è stato liberatorio sia scriverlo che pubblicarlo.
Che regole si sono dati Hellpacso e Sunday per completare questo “Hellraiser”? Cosa cercavate musicalmente?
HellPacso: Non ci siamo dati nessuna regola se non quella di fare un disco. Ovviamente tutto doveva rientrare nel nostro modo di fare la musica rap, ovvero rime e beats potenti e nessun tipo di censura auto-imposta. Il nostro obiettivo era quello di fare un disco che si potesse suonare dal vivo per fare un live spinto al limite, rapido, estremo e senza mezze misure.
Sunday: In generale quando lavoro a un disco cerco di far quadrare una serie di requisiti che secondo me le produzioni devono avere. In questo caso ho prodotto beats sui quali Hellpacso si sarebbe potuto esprimere in una dimensione a lui comoda, su misura per le sue barre e per i live.
E' stato difficile combinare i vostri tempi per trovare la giusta sinergia tra voi due? Quanto tempo avete impiegato per completare l'intero album?
HellPacso: Non è stato difficile anche perché essendo amici passiamo molto tempo insieme e spesso e volentieri siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Abbiamo iniziato a lavorare al disco molto tempo fa. Le canzoni sono state scritte in periodi diversi, a parte le ultime, delle quali non è passato molto tra la stesura delle strofe e la registrazione. Una volta missato, per varie ragioni l'ho tenuto parecchi mesi nel mio pc. La pandemia non ha aiutato, ma non potevamo aspettare ancora per pubblicarlo, quindi una volta completata la parte video dei singoli, abbiamo deciso di farlo uscire a novembre.
Sunday: Non ricordo esattamente quanto tempo ci abbiamo messo per fare “Hellraiser” ma in realtà la stesura del disco non è stata lunga o sofferta, è stato più complicato coordinare tutto il resto.
Le sonorità create da Sunday, come i tuoi testi, riflettono profondamente le vostre anime inquiete, e questo si percepisce subito a pelle. Cosa ha ispirato musica e parole?
HellPacso: I testi che ho scritto in “Hellraiser” sono un insieme di pensieri e sensazioni che mi sono portato dentro da sempre. Quando scrivo, tutto ciò che mi sta intorno è fonte di ispirazione. Sono affascinato dal comportamento delle persone e dalle loro contraddizioni. Mi piace scrivere del marcio che percepisco negli atteggiamenti degli esseri umani. Ho la fortuna di potermi sfogare in questo modo, mi aiuta ed è quasi terapeutico.
Sunday: Come ti dicevo la musica è stata pensata e prodotta su misura per il progetto, trattandosi di me e di Hellpacso non poteva che risultare tutto un po' aggressivo.
I tuoi testi restano di bruciante attualità. Le storie che racconti sono il frutto delle tue esperienze personali oppure c'è dell'altro?
HellPacso: Tutto quello che scrivo nei testi è frutto di esperienze personali. Ovviamente a seconda del tema trattato, alcune parti sono un po' romanzate, spesso sono estremo per dare più incisività ad un'immagine, ma il punto di partenza è sempre reale. Prendo spunto da film, documentari, libri e mi capita di fare citazioni di canzoni che mi hanno particolarmente colpito o frasi che per me sono state fonte di ispirazione e riflessione.
Sentendo questo tuo lavoro, mi sembra che ci sia tanta cattiveria in termini sonori e lirici, come se si voglia andare subito al sodo, dritti in faccia dell'ascoltatore. Siete d'accordo con la mia visione?
HellPacso: Sì, è un disco incisivo, molto sintetico e nei testi ho scritto tutto quello che mi passava per la testa senza stare a fare troppi calcoli: l'intento era proprio quello.
Sunday: Per me è sempre così, non solo in questo caso.
Quanto è difficile trovare i suoni e le atmosfere che possano fare da perfetto binario per ogni singolo testo? Cerchi di seguire i significati delle strofe per concepire le tue tracce sonore?
Sunday: Raramente produco beats in base ai testi, casomai avviene il contrario, comunque quando ci si conosce bene si hanno anche obiettivi in comune e perciò non ho avuto difficoltà a creare il suono di questo disco: sapevamo esattamente dove andare.
Ci sono dei brani del disco che vi hanno dato particolari difficoltà nella loro realizzazione?
HellPacso: In linea di massima no, anche in registrazione non abbiamo avuto difficoltà particolari. C'è stata molta attenzione nella scelta dei campioni vocali. Nella title track "Hellraiser"abbiamo inserito una voce femminile in modo da poter dare più dinamicità al ritornello, è stato divertente.
Sunday: Personalmente non ho riscontrato nessun tipo di difficoltà anzi è stato stimolante produrre qualcosa di ibrido.
In questo disco si possono gustare svariate influenze, dall'hardcore, a momenti metal, quindi non solo rap. Quali sono le vostre principali influenze, musicalmente parlando?
HellPacso: Ho sempre ascoltato davvero di tutto, dal rap italiano/americano al punk e mi piacciono molto anche i cantautori: quando trovo una canzone che reputo valida e mi trasmette qualcosa sono capace di ascoltarla consecutivamente per ore. Ultimamente sono un po' annoiato, faccio fatica a trovare musica nuova che mi dia quello che cerco.
Sunday: Musicalmente parlando credo di avere le idee abbastanza chiare su cosa mi piace fare: mi sento influenzato, oltre che da film, da vecchia musica da campionare, immagini malate, esperienze di vita, sensazioni e ragionamenti. Le influenze comunque variano anche in base al periodo che stai vivendo e alle persone con cui stai lavorando.
Con quale criterio avete deciso la successione delle canzoni della tracklist?
HellPacso: Sono stato molto attento a scegliere la tracklist, sono convinto che il disco vada ascoltato per intero nell'ordine stabilito. Ho deciso di mettere le canzoni in quella successione in modo che scorra il più fluidamente possibile e che allo stesso tempo mantenga un unico filo conduttore.
Sunday: La tracklist viene definita quando tutte le tracce di un disco sono pronte, quando le metti in ordine componi una specie di percorso guidato che si basa sulla tua visione del viaggio.
Come mai hai scelto “Hellraiser” come titolo del disco? Cosa ti ha spinto a decidere per quell'artwork di copertina?
HellPacso: Ho scelto quel titolo, letteralmente tradotto "attaccabrighe", perché rispecchiava perfettamente il contenuto del disco. Va contro ad ogni trend e ad ogni logica di mercato, è oscuro, incazzato e ti sputa in faccia senza stare a fare troppe parole. Ho contattato diversi illustratori per la copertina, ammetto di essere un esigente cagacazzo, quasi maniacale. Dopo diverse prove ho avuto la fortuna di incontrare Giorgio Credaro, un ragazzo molto giovane e davvero talentuoso, che ha capito perfettamente che tipo di grafica mi servisse. È stato davvero rapido e professionale, mi ha dato una grossa mano e gliene sono riconoscente.
Perché la decisione di non coinvolgere nessun altro membro dei DSA COMMANDO all'interno dei brani di “Hellraiser”?
HellPacso: L'idea era quella di suonare dal vivo, pandemia permettendo. L'album è molto breve e non mi sembrava funzionale fare dei featuring, in modo che avrei potuto fare le canzoni nei live per intero dall'inizio alla fine. Essendo il mio primo disco solista mi sembrava giusto scrivere ogni singolo testo; non escludo che in futuro ci saranno delle collaborazioni.
Avete sempre avuto le idee chiare riguardo la vostra musica espressa come DSA COMMANDO, adesso con “Hellraiser” sembra che abbiate raggiunto altri punti fermi. C'è qualcosa d'altro che vorreste la gente legasse al vostro nome (come artisti, ovviamente)?
HellPacso: A prescindere dai gusti musicali, una cosa che nessuno potrà mai ignorare, è la serietà, la passione e la coerenza con cui abbiamo sempre fatto la nostra musica. Abbiamo fatto tantissime rinunce sia per quanto riguarda la strada da seguire, sia nelle nostre vite personali, fino a precluderci quasi tutto per continuare a fare l'hadcore rap in questo paese. Credo che già solo questo meriti rispetto.
Sunday: Non ho pretese da chi ascolta la mia musica, chiunque è libero di pensare e trarre le proprie considerazioni.
Non sono molti i rapper/produttori italiani che sono riusciti ad uscire dall'ombra, voi siete due dei pochi che sono stati riconosciuti per il loro grande talento. Quali pensate siano i vostri punti di forza? Inoltre, tu Leo, sei arrivato a collaborare con diversi grandi artisti americani. Penso sia qualcosa di molto gratificante.
HellPacso: Sicuramente la voglia di migliorarsi sempre, anno dopo anno, cercando sempre uno spunto nuovo in modo da tracciare una nuova linea e non fossilizzandosi su quello che è stato già fatto. I punti saldi sono sempre gli stessi, rime oneste e aggressive, beats potenti e live killer. Il resto sono tutte chiacchiere.
Sunday: Essere determinati è sempre un punto di forza, e anche sapere attendere: credo che entrambe le cose siano parte di noi due. È assolutamente gratificante produrre per leggende che ti hanno in qualche modo formato musicalmente.
Parlando di te, Sunday: pensi di avere un approccio positivo nei confronti della tecnologia digitale applicata all'aspetto creativo della tua vita o senti che ci potrebbe anche essere un lato oscuro nel suo utilizzo?
Sunday: Ho un approccio positivo con la tecnologia in generale, mi affascina anche il fatto che abbia lati oscuri.
Dopo anni di appannamento, la scena rap appare decisamente affollata di buoni artisti, soprattutto in America. Tu come la vedi, Sunday.
Sunday: È un buon momento per il rap underground, mi piace questa nuova wave che si è creata negli ultimi anni, spero non ci sia una stasi ma un continuo evolversi.
Come definireste la vostra collaborazione su “Hellraiser”?
HellPacso: Onesta, spontanea e necessaria. Dopo un lungo susseguirsi di eventi, era giunto il momento. Non avremmo potuto fare in altro modo.
Sunday: Siamo un team da combattimento.
Pensate di essere troppo duri con voi stessi?
HellPacso: Dipende, nella vita di tutti i giorni sono in continua autoanalisi, mi pongo domande costantemente e non sempre trovo delle risposte immediate, a volte ho bisogno di evadere e, grazie al cielo, esiste l'alcol. Per quanto riguarda l'aspetto artistico, sì, sono molto esigente: non ho mai fatto le cose tanto per farle e se devo scrivere qualcosa è perché ne sento l'esigenza, altrimenti è meglio ritirarsi in un decoroso silenzio.
Sunday: Ho un rapporto complicato con me stesso, ragiono molto però spesso non arrivo a conclusioni concrete ma solo ad ulteriori riflessioni.
Che cos'è la famiglia e l'amicizia per voi?
HellPacso: Purtroppo non ho un concetto di famiglia ben definito, o meglio ce l'ho ma non ho avuto il piacere di goderne: la famiglia non la scegli e non tutti siamo stati fortunati nello stesso modo, di conseguenza sono molto scettico più per ragioni personali che generali. Discorso diverso è per l'amicizia. Credo sia molto importante circondarsi di persone oneste e trasparenti, anche perché sono le stesse che ci accompagneranno lungo tutto il percorso della vita. Dobbiamo imparare a non darci mai per scontato e a dimostrarci amici giorno dopo giorno, anche con piccoli gesti quotidiani: le nostre giornate saranno sicuramente più leggere e migliori.
Sunday: Non penso più di tanto alla famiglia come valore in generale, mi interessa la famiglia che ho avuto e basta. L'amicizia è fondamentale per affrontare assieme questo mondo del cazzo.
La gente si deve aspettare qualcosa di nuovo dai DSA COMMANDO? A parte ciò, quali sono i vostri personali progetti a breve termine, considerando il periodo di merda che stiamo vivendo?
HellPacso: Al momento il mio progetto personale è sopravvivere nel migliore dei modi, per quanto riguarda i DSA COMMANDO sono sicuro che prima o dopo ci metteremo all'opera per un nuovo disco. Per avere il CD e la t-shirt di "Hellraiser" scrivi a hellpacso@live.it
Sunday: Da me e dalla mia crew dovrete sempre aspettarvi del rap hardcore per serpeggiare di notte in macchina. Ho qualche progetto in testa ma non c'è ancora niente di concreto di cui poter parlare seriamente.
Contatti:
La prima domanda sorge spontanea: da dove nasce l'esigenza di pubblicare un tuo album solista dopo 14 anni di militanza nella scena musicale? Come lo potresti introdurre?
HellPacso: "Hellraiser" non è altro che un insieme di pensieri e sensazioni concepite durante tutto questo lungo periodo. A 36 anni sentivo la necessità di dover fare un lavoro tutto mio per quanto riguarda la stesura dei testi. A differenza degli album con i DSA Commando dove ognuno scrive la sua parte, in questo disco ho curato tutto personalmente. Dopo tanti anni di musica mi sembrava doveroso. È un viaggio introspettivo carico di emozioni, dubbi, riflessioni, paranoie, paure, ma soprattutto tanta rabbia. Sotto certi punti di vista è stato liberatorio sia scriverlo che pubblicarlo.
Che regole si sono dati Hellpacso e Sunday per completare questo “Hellraiser”? Cosa cercavate musicalmente?
HellPacso: Non ci siamo dati nessuna regola se non quella di fare un disco. Ovviamente tutto doveva rientrare nel nostro modo di fare la musica rap, ovvero rime e beats potenti e nessun tipo di censura auto-imposta. Il nostro obiettivo era quello di fare un disco che si potesse suonare dal vivo per fare un live spinto al limite, rapido, estremo e senza mezze misure.
Sunday: In generale quando lavoro a un disco cerco di far quadrare una serie di requisiti che secondo me le produzioni devono avere. In questo caso ho prodotto beats sui quali Hellpacso si sarebbe potuto esprimere in una dimensione a lui comoda, su misura per le sue barre e per i live.
E' stato difficile combinare i vostri tempi per trovare la giusta sinergia tra voi due? Quanto tempo avete impiegato per completare l'intero album?
HellPacso: Non è stato difficile anche perché essendo amici passiamo molto tempo insieme e spesso e volentieri siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Abbiamo iniziato a lavorare al disco molto tempo fa. Le canzoni sono state scritte in periodi diversi, a parte le ultime, delle quali non è passato molto tra la stesura delle strofe e la registrazione. Una volta missato, per varie ragioni l'ho tenuto parecchi mesi nel mio pc. La pandemia non ha aiutato, ma non potevamo aspettare ancora per pubblicarlo, quindi una volta completata la parte video dei singoli, abbiamo deciso di farlo uscire a novembre.
Sunday: Non ricordo esattamente quanto tempo ci abbiamo messo per fare “Hellraiser” ma in realtà la stesura del disco non è stata lunga o sofferta, è stato più complicato coordinare tutto il resto.
Le sonorità create da Sunday, come i tuoi testi, riflettono profondamente le vostre anime inquiete, e questo si percepisce subito a pelle. Cosa ha ispirato musica e parole?
HellPacso: I testi che ho scritto in “Hellraiser” sono un insieme di pensieri e sensazioni che mi sono portato dentro da sempre. Quando scrivo, tutto ciò che mi sta intorno è fonte di ispirazione. Sono affascinato dal comportamento delle persone e dalle loro contraddizioni. Mi piace scrivere del marcio che percepisco negli atteggiamenti degli esseri umani. Ho la fortuna di potermi sfogare in questo modo, mi aiuta ed è quasi terapeutico.
Sunday: Come ti dicevo la musica è stata pensata e prodotta su misura per il progetto, trattandosi di me e di Hellpacso non poteva che risultare tutto un po' aggressivo.
I tuoi testi restano di bruciante attualità. Le storie che racconti sono il frutto delle tue esperienze personali oppure c'è dell'altro?
HellPacso: Tutto quello che scrivo nei testi è frutto di esperienze personali. Ovviamente a seconda del tema trattato, alcune parti sono un po' romanzate, spesso sono estremo per dare più incisività ad un'immagine, ma il punto di partenza è sempre reale. Prendo spunto da film, documentari, libri e mi capita di fare citazioni di canzoni che mi hanno particolarmente colpito o frasi che per me sono state fonte di ispirazione e riflessione.
Sentendo questo tuo lavoro, mi sembra che ci sia tanta cattiveria in termini sonori e lirici, come se si voglia andare subito al sodo, dritti in faccia dell'ascoltatore. Siete d'accordo con la mia visione?
HellPacso: Sì, è un disco incisivo, molto sintetico e nei testi ho scritto tutto quello che mi passava per la testa senza stare a fare troppi calcoli: l'intento era proprio quello.
Sunday: Per me è sempre così, non solo in questo caso.
Quanto è difficile trovare i suoni e le atmosfere che possano fare da perfetto binario per ogni singolo testo? Cerchi di seguire i significati delle strofe per concepire le tue tracce sonore?
Sunday: Raramente produco beats in base ai testi, casomai avviene il contrario, comunque quando ci si conosce bene si hanno anche obiettivi in comune e perciò non ho avuto difficoltà a creare il suono di questo disco: sapevamo esattamente dove andare.
Ci sono dei brani del disco che vi hanno dato particolari difficoltà nella loro realizzazione?
HellPacso: In linea di massima no, anche in registrazione non abbiamo avuto difficoltà particolari. C'è stata molta attenzione nella scelta dei campioni vocali. Nella title track "Hellraiser"abbiamo inserito una voce femminile in modo da poter dare più dinamicità al ritornello, è stato divertente.
Sunday: Personalmente non ho riscontrato nessun tipo di difficoltà anzi è stato stimolante produrre qualcosa di ibrido.
In questo disco si possono gustare svariate influenze, dall'hardcore, a momenti metal, quindi non solo rap. Quali sono le vostre principali influenze, musicalmente parlando?
HellPacso: Ho sempre ascoltato davvero di tutto, dal rap italiano/americano al punk e mi piacciono molto anche i cantautori: quando trovo una canzone che reputo valida e mi trasmette qualcosa sono capace di ascoltarla consecutivamente per ore. Ultimamente sono un po' annoiato, faccio fatica a trovare musica nuova che mi dia quello che cerco.
Sunday: Musicalmente parlando credo di avere le idee abbastanza chiare su cosa mi piace fare: mi sento influenzato, oltre che da film, da vecchia musica da campionare, immagini malate, esperienze di vita, sensazioni e ragionamenti. Le influenze comunque variano anche in base al periodo che stai vivendo e alle persone con cui stai lavorando.
Con quale criterio avete deciso la successione delle canzoni della tracklist?
HellPacso: Sono stato molto attento a scegliere la tracklist, sono convinto che il disco vada ascoltato per intero nell'ordine stabilito. Ho deciso di mettere le canzoni in quella successione in modo che scorra il più fluidamente possibile e che allo stesso tempo mantenga un unico filo conduttore.
Sunday: La tracklist viene definita quando tutte le tracce di un disco sono pronte, quando le metti in ordine componi una specie di percorso guidato che si basa sulla tua visione del viaggio.
Come mai hai scelto “Hellraiser” come titolo del disco? Cosa ti ha spinto a decidere per quell'artwork di copertina?
HellPacso: Ho scelto quel titolo, letteralmente tradotto "attaccabrighe", perché rispecchiava perfettamente il contenuto del disco. Va contro ad ogni trend e ad ogni logica di mercato, è oscuro, incazzato e ti sputa in faccia senza stare a fare troppe parole. Ho contattato diversi illustratori per la copertina, ammetto di essere un esigente cagacazzo, quasi maniacale. Dopo diverse prove ho avuto la fortuna di incontrare Giorgio Credaro, un ragazzo molto giovane e davvero talentuoso, che ha capito perfettamente che tipo di grafica mi servisse. È stato davvero rapido e professionale, mi ha dato una grossa mano e gliene sono riconoscente.
Perché la decisione di non coinvolgere nessun altro membro dei DSA COMMANDO all'interno dei brani di “Hellraiser”?
HellPacso: L'idea era quella di suonare dal vivo, pandemia permettendo. L'album è molto breve e non mi sembrava funzionale fare dei featuring, in modo che avrei potuto fare le canzoni nei live per intero dall'inizio alla fine. Essendo il mio primo disco solista mi sembrava giusto scrivere ogni singolo testo; non escludo che in futuro ci saranno delle collaborazioni.
Avete sempre avuto le idee chiare riguardo la vostra musica espressa come DSA COMMANDO, adesso con “Hellraiser” sembra che abbiate raggiunto altri punti fermi. C'è qualcosa d'altro che vorreste la gente legasse al vostro nome (come artisti, ovviamente)?
HellPacso: A prescindere dai gusti musicali, una cosa che nessuno potrà mai ignorare, è la serietà, la passione e la coerenza con cui abbiamo sempre fatto la nostra musica. Abbiamo fatto tantissime rinunce sia per quanto riguarda la strada da seguire, sia nelle nostre vite personali, fino a precluderci quasi tutto per continuare a fare l'hadcore rap in questo paese. Credo che già solo questo meriti rispetto.
Sunday: Non ho pretese da chi ascolta la mia musica, chiunque è libero di pensare e trarre le proprie considerazioni.
Non sono molti i rapper/produttori italiani che sono riusciti ad uscire dall'ombra, voi siete due dei pochi che sono stati riconosciuti per il loro grande talento. Quali pensate siano i vostri punti di forza? Inoltre, tu Leo, sei arrivato a collaborare con diversi grandi artisti americani. Penso sia qualcosa di molto gratificante.
HellPacso: Sicuramente la voglia di migliorarsi sempre, anno dopo anno, cercando sempre uno spunto nuovo in modo da tracciare una nuova linea e non fossilizzandosi su quello che è stato già fatto. I punti saldi sono sempre gli stessi, rime oneste e aggressive, beats potenti e live killer. Il resto sono tutte chiacchiere.
Sunday: Essere determinati è sempre un punto di forza, e anche sapere attendere: credo che entrambe le cose siano parte di noi due. È assolutamente gratificante produrre per leggende che ti hanno in qualche modo formato musicalmente.
Parlando di te, Sunday: pensi di avere un approccio positivo nei confronti della tecnologia digitale applicata all'aspetto creativo della tua vita o senti che ci potrebbe anche essere un lato oscuro nel suo utilizzo?
Sunday: Ho un approccio positivo con la tecnologia in generale, mi affascina anche il fatto che abbia lati oscuri.
Dopo anni di appannamento, la scena rap appare decisamente affollata di buoni artisti, soprattutto in America. Tu come la vedi, Sunday.
Sunday: È un buon momento per il rap underground, mi piace questa nuova wave che si è creata negli ultimi anni, spero non ci sia una stasi ma un continuo evolversi.
Come definireste la vostra collaborazione su “Hellraiser”?
HellPacso: Onesta, spontanea e necessaria. Dopo un lungo susseguirsi di eventi, era giunto il momento. Non avremmo potuto fare in altro modo.
Sunday: Siamo un team da combattimento.
Pensate di essere troppo duri con voi stessi?
HellPacso: Dipende, nella vita di tutti i giorni sono in continua autoanalisi, mi pongo domande costantemente e non sempre trovo delle risposte immediate, a volte ho bisogno di evadere e, grazie al cielo, esiste l'alcol. Per quanto riguarda l'aspetto artistico, sì, sono molto esigente: non ho mai fatto le cose tanto per farle e se devo scrivere qualcosa è perché ne sento l'esigenza, altrimenti è meglio ritirarsi in un decoroso silenzio.
Sunday: Ho un rapporto complicato con me stesso, ragiono molto però spesso non arrivo a conclusioni concrete ma solo ad ulteriori riflessioni.
Che cos'è la famiglia e l'amicizia per voi?
HellPacso: Purtroppo non ho un concetto di famiglia ben definito, o meglio ce l'ho ma non ho avuto il piacere di goderne: la famiglia non la scegli e non tutti siamo stati fortunati nello stesso modo, di conseguenza sono molto scettico più per ragioni personali che generali. Discorso diverso è per l'amicizia. Credo sia molto importante circondarsi di persone oneste e trasparenti, anche perché sono le stesse che ci accompagneranno lungo tutto il percorso della vita. Dobbiamo imparare a non darci mai per scontato e a dimostrarci amici giorno dopo giorno, anche con piccoli gesti quotidiani: le nostre giornate saranno sicuramente più leggere e migliori.
Sunday: Non penso più di tanto alla famiglia come valore in generale, mi interessa la famiglia che ho avuto e basta. L'amicizia è fondamentale per affrontare assieme questo mondo del cazzo.
La gente si deve aspettare qualcosa di nuovo dai DSA COMMANDO? A parte ciò, quali sono i vostri personali progetti a breve termine, considerando il periodo di merda che stiamo vivendo?
HellPacso: Al momento il mio progetto personale è sopravvivere nel migliore dei modi, per quanto riguarda i DSA COMMANDO sono sicuro che prima o dopo ci metteremo all'opera per un nuovo disco. Per avere il CD e la t-shirt di "Hellraiser" scrivi a hellpacso@live.it
Sunday: Da me e dalla mia crew dovrete sempre aspettarvi del rap hardcore per serpeggiare di notte in macchina. Ho qualche progetto in testa ma non c'è ancora niente di concreto di cui poter parlare seriamente.
Contatti:
dsacommando.com
HELLRAISER line-up:
Hellpacso - Testi, Strofe
Sunday Thriller Machine - Produttore, Beatmaker
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Scatto fotografico realizzato da: