GLI SVEDESI VICTIMS SONO UNA BAND STORICA DEL CRUST-PUNK HARDCORE, VERI E PROPRI PORTABANDIERA DEL GENERE IN QUESTIONE, TORNATI SULLE SCENE CON IL NUOVO "THE HORSE AND SPARROW THEORY", DISCO ISPIRATO E COINVOLGENTE, CHE GIUNGE COME UN FULMINE A CIEL SERENO E CONFERMA LA MAESTRIA DI QUESTI QUATTRO MUSICISTI SCANDINAVI. UN VERO E PROPRIO PASSO IN AVANTI, COME CI HA CONFERMATO IL DISPONIBILISSIMO CHITARRISTA GARETH SMITH.
Ciao Gareth. Prima di tutto, voglio ringraziarti per la tua gentilezza e disponibilità. Ho un immenso rispetto per i Victims. Ascolto la vostra musica fin dal 1998.
- Grazie mille!
Il vostro ultimo album, "The Horse and Sparrow Theory", è arrivato dopo "Sirens" (2016). Adoro questo nuovo lavoro e penso che sia davvero fantastico, un notevole passo in avanti nei contenuti e nella musica. Quanto tempo ci è voluto per il realizzarlo?
- In realtà tutto è andato abbastanza velocemente. Sì, il processo compositivo è stato molto più veloce rispetto alla scrittura del precedente “Sirens”. Quel disco ha richiesto circa cinque anni di lavorazione a causa di vari motivi. In quel periodo tre di noi stavano diventando padri di famiglia, inoltre per le prove vennero cambiati tre spazi differenti. Quindi, quando entrammo in studio per registrare “Sirens”, alcune delle canzoni ci sembravano già piuttosto datate. Come dicevo poc'anzi, l'intero “Horse and Sparrow” è stato composto più velocemente rispetto ai nostri standard, diciamo che è trascorso più di un anno, e consciamente decidemmo di scrivere le canzoni mantenendole così com'erano ed evitare di riprovarle continuamente. Non volevamo snaturare la loro energia. Ma dall'inizio della scrittura fino alla sua pubblicazione ci è voluto circa un anno e mezzo, il che per i Victims è qualcosa di molto veloce! Tutti abbiamo un lavoro e altre cose da affrontare nella nostra vita.
Come nasce, cresce e si evolve una tipica canzone dei Victims?
- Tutto inizia sempre con un riff scritto da me oppure da Jon, il più delle volte riffs suonti in casa. Successivamente, quando l'idea diventa solida, la condividiamo con gli altri ragazzi della band per iniziare a lavorarci su, organizzando la scrittura, aggiungendo dettagli ecc. Questo processo creativo si materializza in sala prove, in modo molto collaborativo e democratico. Una volta completata la musica per una qualsiasi canzone, la maggior parte delle volte Johan passerà del tempo con essa a casa lavorando su schemi vocali e scrivendo i vari testi, ma anche Jon ed Andy hanno contribuito a questo in passato. La stessa cosa avviene per la voce, una volta che le idee prendono forma, allora tutti contribuiamo con le nostre opinioni, modificandole successivamente. In questo disco il processo compositivo è stato leggermente diverso. Johan stava attraversando un periodo di grande ispirazione e questo gli permise di arrivare in sala prove con molte idee sui riff, ha scritto le basi per circa sei delle otto canzoni, il che è stato fantastico dal momento che lui scrive dei riff molto più aperti e suggestivi rispetto ai miei e quelli di Jon, e questo ci ha dato molta energia durante la registrazione. Tutto ciò che riguardava la voce era stata affidato a Johan. Ha curato i testi delle canzoni basandosi su un concept di un saggio che avevo scritto, che poi è diventato il tema dell'album. È stato un bel modo di fare le cose, dato che avevo questo grande concetto nella mia testa, e Johan ne ha raccolto dei pezzi e li ha utilizzati per ogni singola canzone. Mi è piaciuto essere coinvolto su questo lato delle cose poiché scrivo sempre note musicali per dei titoli e argomenti di brani molto interessanti, quindi è stato bello che questa mia idea si sia concretizzata in questo modo.
Secondo il mio personale punto di vista, voi siete in grado di scrivere alcuni dei migliori riff in questo genere musicale. Le idee arrivano in base al vostro umore? Ti chiedo ciò perché mi piacerebbe conoscere qualche particolare sul processo compositivo. Pensi che sia cambiato qualcosa rispetto agli inizi della vostra carriera?
- Immagino di aver già parlato molto del nostro processo di scrittura, ma sì, personalmente quando scrivo dei nuovi riff tutto si basa sull'umore e molto dipende anche da ciò che mi ispira in quel preciso momento. Che si tratti di qualcosa di denso e veloce, o più spazioso e suggestivo. Per lungo tempo Jon è stato il principale compositore della nostra musica ed è ancora oggi una parte importante di ciò che sono i Victims. Quando Johan ha tirato fuori la prima idea su un riff per questo nuovo album, che alla fine ha generato la traccia che ha dato il titolo al disco, ci ha ispirato a continuare su quel tema e quell'atmosfera, qualcosa che sembrava piuttosto diversa da molte delle nostre precedenti cose. Dopo vent'anni di attività sentivamo la necessità di superare i nostri standard. Nessuno di noi era interessato a fare solo un altro tipico disco punk crust. Non c'è nulla di sbagliato in questo, ovviamente, ma volevamo esplorare cose nuove, capire fino a che punto potevamo spingerci oltre rimanendo fedeli al trademark della band.
L'artwork utilizzato per questo disco ha un forte impatto! C'è una ragione per cui avete scelto quell'immagine e il titolo "The Horse and Sparrow Theory"?
- Grazie. Abbiamo commissionato il lavoro grafico ad un amico di Andy. Jack Ankersen è un grande tatuatore, inoltre aveva già tatuato Andy. Ha realizzato un sacco di incredibili lavori di intaglio del legno, da li è partita l'idea di usare il suo operato per questo nuovo disco. Gli abbiamo inviato l'idea del concept e il saggio che avevo scritto, dandogli carta bianca. Dopo aver realizzato l'artwork, Andy ha prodotto il layout del disco. Siamo molto contenti del suo lavoro.
La teoria denominata Horse and Sparrow è una vecchia idea economica capitalista, ripresa da Reagan e dalla sua ideologia di economia di ribasso, e più in generale dai neoliberisti. L'idea è che se ai ricchi viene data la libertà di consumare e spendere poco in termini di tasse, allora il loro consumo gioverà alla classe operaia che è quella che produce i beni per i ricchi. Fondamentalmente, i soldi dei più ricchi scorreranno attraverso la società e alcuni di questi finiranno nelle tasche dei poveri. La metafora è che se permetti al cavallo di mangiare tutta l'avena che vuole, lo farà a un livello tale che parte di questa attraverserà l'intestino senza essere digerita, lasciando la rimanente parte ai passeri. L'unico problema è che il passero dovrà cercare nella merda del cavallo per nutrirsi. Penso che sia una metafora adatta per analizzare la situazione globale di oggi, ed è molto adatta al problema del clima, che è di per sé anche un problema globale.
Quindi, alcuni dei vostri testi, almeno per quanto mi è sembrato di capire, sono stati scritti attorno al tema dei disastri naturali. E' una triste realtà constatare come milioni di persone affrontano così tante minacce, anno dopo anno. Come pensi che dovremmo valutare il futuro, e quindi affrontare l'afflusso di costanti disastri meteorologici?
- Ebbene sì, in questo disco in particolare, i testi parlano del disastro ambientale causato dalla classe privilegiata della società globale ma anche della nostra dipendenza dal consumismo. La crisi climatica è un problema generale in quanto le classi più ricche del pianeta hanno causato il danno e le classi più povere ne sono le più colpite. Almeno adesso, i ricchi saranno in grado di proteggerci per un po' di tempo, forse, ma non saremo in grado di sfuggire alla crisi climatica. Penso che se il radicale cambiamento politico non avverrà in tempi brevissimi, allora vedremo un futuro molto diverso. Il cambiamento politico sarà provocato solo dai normali cittadini che desiderano cambiare il mercato apportando cambiamenti alla vita individuale.
Ma se continuiamo a consumare la merda che sta distruggendo il pianeta, allora le élite corporative continueranno a venderlo. Sono fiducioso, però. Oggi il clima è saldamente all'ordine del giorno nelle questioni politiche e, grazie a persone come Great Thunberg (attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. / N.d.a.), le cose potrebbero migliorare. Spero solo che quando avremo apportato dei veri cambiamenti non sarà troppo tardi.
Quali sono alcune delle tue band preferite della scena hardcore/crust-punk?
- Buona domanda. Non ascolto il crust moderno di oggi, deve essere qualcosa di molto particolare per attirare la mia attenzione. Ma ci sono alcune band in giro che hanno elementi crust davvero buoni. I finlandesi Kohti Tuhoa sono davvero notevoli. Helena è una cantante fantastica ed è così brava sul palco, ha tanta rabbia ed energia. Mi sono piaciuti gli inglesi Skiplickers, che si divertino molto suonando nella tradizione del vecchio stile svedese, e il loro cantante Bry, ha sempre dato vita a grandi band, di recente potrei citare i Rat Cage. Penso che ci siano sempre grandi gruppi provenienti dal Giappone, negli ultimi anni i Kriegshög e in precedenza i Framtid. Ovviamente, gli His Hero Is Gone sono una grande band e un punto di riferimento che avevamo in mente mentre componevamo questo nostro ultimo album, per quanto riguarda l'attitudine e le atmosfere. Probabilmente la mia band preferita di tutti i tempi, o almeno i loro dischi, sono i primi lavori dei Disfear con Jeppe alla voce, ovviamente nessuna mancanza di rispetto per Tompa, ma album come "Soul Scars", "Everyday Slaughter" e "A Brutal Sight of War" sono fottutamente inarrestabili. Citerei anche il primo 7” degli svedesi Anti Cimex, questo è ovvio.
Grazie ancora per l'opportunità. Devo ammettere che i Victims hanno avuto un forte impatto sulla mia vita, e anche per questo motivo, ti sono molto grato per aver condiviso i tuoi pensieri con i lettori della mia webzine.
- Grazie a te.
Contatti:
victims.bandcamp.com/album/the-horse-and-sparrow-theory
facebook.com/victimsinblood
VICTIMS line-up:
Andy Henriksson - Batteria
Jon Lindqvist - Chitarra, Backing Vocals
Gareth Smith - Chitarra
Johan Eriksson - Basso, Voce
Recensione:
VICTIMS "The Horse and Sparrow Theory" - Relapse Records
Ciao Gareth. Prima di tutto, voglio ringraziarti per la tua gentilezza e disponibilità. Ho un immenso rispetto per i Victims. Ascolto la vostra musica fin dal 1998.
- Grazie mille!
Il vostro ultimo album, "The Horse and Sparrow Theory", è arrivato dopo "Sirens" (2016). Adoro questo nuovo lavoro e penso che sia davvero fantastico, un notevole passo in avanti nei contenuti e nella musica. Quanto tempo ci è voluto per il realizzarlo?
- In realtà tutto è andato abbastanza velocemente. Sì, il processo compositivo è stato molto più veloce rispetto alla scrittura del precedente “Sirens”. Quel disco ha richiesto circa cinque anni di lavorazione a causa di vari motivi. In quel periodo tre di noi stavano diventando padri di famiglia, inoltre per le prove vennero cambiati tre spazi differenti. Quindi, quando entrammo in studio per registrare “Sirens”, alcune delle canzoni ci sembravano già piuttosto datate. Come dicevo poc'anzi, l'intero “Horse and Sparrow” è stato composto più velocemente rispetto ai nostri standard, diciamo che è trascorso più di un anno, e consciamente decidemmo di scrivere le canzoni mantenendole così com'erano ed evitare di riprovarle continuamente. Non volevamo snaturare la loro energia. Ma dall'inizio della scrittura fino alla sua pubblicazione ci è voluto circa un anno e mezzo, il che per i Victims è qualcosa di molto veloce! Tutti abbiamo un lavoro e altre cose da affrontare nella nostra vita.
Come nasce, cresce e si evolve una tipica canzone dei Victims?
- Tutto inizia sempre con un riff scritto da me oppure da Jon, il più delle volte riffs suonti in casa. Successivamente, quando l'idea diventa solida, la condividiamo con gli altri ragazzi della band per iniziare a lavorarci su, organizzando la scrittura, aggiungendo dettagli ecc. Questo processo creativo si materializza in sala prove, in modo molto collaborativo e democratico. Una volta completata la musica per una qualsiasi canzone, la maggior parte delle volte Johan passerà del tempo con essa a casa lavorando su schemi vocali e scrivendo i vari testi, ma anche Jon ed Andy hanno contribuito a questo in passato. La stessa cosa avviene per la voce, una volta che le idee prendono forma, allora tutti contribuiamo con le nostre opinioni, modificandole successivamente. In questo disco il processo compositivo è stato leggermente diverso. Johan stava attraversando un periodo di grande ispirazione e questo gli permise di arrivare in sala prove con molte idee sui riff, ha scritto le basi per circa sei delle otto canzoni, il che è stato fantastico dal momento che lui scrive dei riff molto più aperti e suggestivi rispetto ai miei e quelli di Jon, e questo ci ha dato molta energia durante la registrazione. Tutto ciò che riguardava la voce era stata affidato a Johan. Ha curato i testi delle canzoni basandosi su un concept di un saggio che avevo scritto, che poi è diventato il tema dell'album. È stato un bel modo di fare le cose, dato che avevo questo grande concetto nella mia testa, e Johan ne ha raccolto dei pezzi e li ha utilizzati per ogni singola canzone. Mi è piaciuto essere coinvolto su questo lato delle cose poiché scrivo sempre note musicali per dei titoli e argomenti di brani molto interessanti, quindi è stato bello che questa mia idea si sia concretizzata in questo modo.
Secondo il mio personale punto di vista, voi siete in grado di scrivere alcuni dei migliori riff in questo genere musicale. Le idee arrivano in base al vostro umore? Ti chiedo ciò perché mi piacerebbe conoscere qualche particolare sul processo compositivo. Pensi che sia cambiato qualcosa rispetto agli inizi della vostra carriera?
- Immagino di aver già parlato molto del nostro processo di scrittura, ma sì, personalmente quando scrivo dei nuovi riff tutto si basa sull'umore e molto dipende anche da ciò che mi ispira in quel preciso momento. Che si tratti di qualcosa di denso e veloce, o più spazioso e suggestivo. Per lungo tempo Jon è stato il principale compositore della nostra musica ed è ancora oggi una parte importante di ciò che sono i Victims. Quando Johan ha tirato fuori la prima idea su un riff per questo nuovo album, che alla fine ha generato la traccia che ha dato il titolo al disco, ci ha ispirato a continuare su quel tema e quell'atmosfera, qualcosa che sembrava piuttosto diversa da molte delle nostre precedenti cose. Dopo vent'anni di attività sentivamo la necessità di superare i nostri standard. Nessuno di noi era interessato a fare solo un altro tipico disco punk crust. Non c'è nulla di sbagliato in questo, ovviamente, ma volevamo esplorare cose nuove, capire fino a che punto potevamo spingerci oltre rimanendo fedeli al trademark della band.
L'artwork utilizzato per questo disco ha un forte impatto! C'è una ragione per cui avete scelto quell'immagine e il titolo "The Horse and Sparrow Theory"?
- Grazie. Abbiamo commissionato il lavoro grafico ad un amico di Andy. Jack Ankersen è un grande tatuatore, inoltre aveva già tatuato Andy. Ha realizzato un sacco di incredibili lavori di intaglio del legno, da li è partita l'idea di usare il suo operato per questo nuovo disco. Gli abbiamo inviato l'idea del concept e il saggio che avevo scritto, dandogli carta bianca. Dopo aver realizzato l'artwork, Andy ha prodotto il layout del disco. Siamo molto contenti del suo lavoro.
La teoria denominata Horse and Sparrow è una vecchia idea economica capitalista, ripresa da Reagan e dalla sua ideologia di economia di ribasso, e più in generale dai neoliberisti. L'idea è che se ai ricchi viene data la libertà di consumare e spendere poco in termini di tasse, allora il loro consumo gioverà alla classe operaia che è quella che produce i beni per i ricchi. Fondamentalmente, i soldi dei più ricchi scorreranno attraverso la società e alcuni di questi finiranno nelle tasche dei poveri. La metafora è che se permetti al cavallo di mangiare tutta l'avena che vuole, lo farà a un livello tale che parte di questa attraverserà l'intestino senza essere digerita, lasciando la rimanente parte ai passeri. L'unico problema è che il passero dovrà cercare nella merda del cavallo per nutrirsi. Penso che sia una metafora adatta per analizzare la situazione globale di oggi, ed è molto adatta al problema del clima, che è di per sé anche un problema globale.
Quindi, alcuni dei vostri testi, almeno per quanto mi è sembrato di capire, sono stati scritti attorno al tema dei disastri naturali. E' una triste realtà constatare come milioni di persone affrontano così tante minacce, anno dopo anno. Come pensi che dovremmo valutare il futuro, e quindi affrontare l'afflusso di costanti disastri meteorologici?
- Ebbene sì, in questo disco in particolare, i testi parlano del disastro ambientale causato dalla classe privilegiata della società globale ma anche della nostra dipendenza dal consumismo. La crisi climatica è un problema generale in quanto le classi più ricche del pianeta hanno causato il danno e le classi più povere ne sono le più colpite. Almeno adesso, i ricchi saranno in grado di proteggerci per un po' di tempo, forse, ma non saremo in grado di sfuggire alla crisi climatica. Penso che se il radicale cambiamento politico non avverrà in tempi brevissimi, allora vedremo un futuro molto diverso. Il cambiamento politico sarà provocato solo dai normali cittadini che desiderano cambiare il mercato apportando cambiamenti alla vita individuale.
Ma se continuiamo a consumare la merda che sta distruggendo il pianeta, allora le élite corporative continueranno a venderlo. Sono fiducioso, però. Oggi il clima è saldamente all'ordine del giorno nelle questioni politiche e, grazie a persone come Great Thunberg (attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. / N.d.a.), le cose potrebbero migliorare. Spero solo che quando avremo apportato dei veri cambiamenti non sarà troppo tardi.
Quali sono alcune delle tue band preferite della scena hardcore/crust-punk?
- Buona domanda. Non ascolto il crust moderno di oggi, deve essere qualcosa di molto particolare per attirare la mia attenzione. Ma ci sono alcune band in giro che hanno elementi crust davvero buoni. I finlandesi Kohti Tuhoa sono davvero notevoli. Helena è una cantante fantastica ed è così brava sul palco, ha tanta rabbia ed energia. Mi sono piaciuti gli inglesi Skiplickers, che si divertino molto suonando nella tradizione del vecchio stile svedese, e il loro cantante Bry, ha sempre dato vita a grandi band, di recente potrei citare i Rat Cage. Penso che ci siano sempre grandi gruppi provenienti dal Giappone, negli ultimi anni i Kriegshög e in precedenza i Framtid. Ovviamente, gli His Hero Is Gone sono una grande band e un punto di riferimento che avevamo in mente mentre componevamo questo nostro ultimo album, per quanto riguarda l'attitudine e le atmosfere. Probabilmente la mia band preferita di tutti i tempi, o almeno i loro dischi, sono i primi lavori dei Disfear con Jeppe alla voce, ovviamente nessuna mancanza di rispetto per Tompa, ma album come "Soul Scars", "Everyday Slaughter" e "A Brutal Sight of War" sono fottutamente inarrestabili. Citerei anche il primo 7” degli svedesi Anti Cimex, questo è ovvio.
Grazie ancora per l'opportunità. Devo ammettere che i Victims hanno avuto un forte impatto sulla mia vita, e anche per questo motivo, ti sono molto grato per aver condiviso i tuoi pensieri con i lettori della mia webzine.
- Grazie a te.
Contatti:
victims.bandcamp.com/album/the-horse-and-sparrow-theory
facebook.com/victimsinblood
VICTIMS line-up:
Andy Henriksson - Batteria
Jon Lindqvist - Chitarra, Backing Vocals
Gareth Smith - Chitarra
Johan Eriksson - Basso, Voce
Recensione:
VICTIMS "The Horse and Sparrow Theory" - Relapse Records