martedì 15 marzo 2016

Recensione: NEID "Atomoxetine"
2016 - Sliptrick Records




Da nove anni i NEID tengono alto il vessillo del grindcore, e sono certo che oggi sapranno prendersi le loro meritate soddisfazioni. "Atomoxetine" potrà concedere alla formazione di Viterbo la possibilità di reggere il passo della stragrande maggioranza della concorrenza (soprattutto quella militante in terra straniera). Basta poco per approvare l'efficacia di questi grinders. Le mie orecchie li conoscevano già, avendo approfondito solo il precedente album in studio "Il cuore della bestia" (2011) e L'EP di 5 tracce "Non repetere est hereditas" (targato 2012). I miglioramenti ottenuti in fase di composizione hanno aumentato il mio interesse. I Neid si esprimono senza nessun difetto compromettente. Devo ammettere di non aver rilevato passaggi poco interessanti, anzi! L'intero "Atomoxetine" ha veramente qualcosa da dire. La maggior parte delle idee si sviluppano in uno stile definito e avvincente, che è divenuto realtà dopo anni di dura gavetta. Nel disco sono stati coinvolti tre musicisti: Zilath Meklhum (Voltumna), Alessio Leocadia (Guineapig/SBS), il cantante americano Dave Dictor nella song "I Hate Work", cover dei suoi MDC (band hc/punk texana stabilitasi poi a San Francisco). In chiusura troverete "Breed To Breed" estrapolata dall'EP "Noise" dei Wormrot. Volete un consiglio? Cercate di appassionarvi ai gruppi estremi italiani, piuttosto che dei soliti nomi.

Contatti:

neid.bandcamp.com
facebook.com/neidhc

TRACKLIST: Continuous Use, Painting Death, The Failure, Virtual Shape, Saturated Child, Atomoxetine, New Threat, Vultures of Incorporation, Pay Independently, I Hate Work, Satisfy My Hunger, Restore the Judgement, Memory May Kill the Need, Breed to Breed