Indipendentemente da ciò che il grindcore può rappresentare per molti musicisti 'di nicchia', questo è uno dei migliori dischi di genere pubblicati nel 2020. Dovremmo essere fieri degli STIGMATIZED, visto e considerato che sono italiani (precisamente di Cagliari). Ho deciso di ribaltare la mia recensione in modo da mettere subito le cose in chiaro. Undici bordate che sfidano l'ascoltatore con i tipici ritmi furenti tirati allo spasimo, interminabili riff di chitarra rigorosamente a motosega, e una valanga di voci ruggenti (tra growling e screaming) per un risultato ad alta gradazione incendiaria. La forza del debutto "...a Wall of Falseness" non sta nell'inventiva perché di certo non porta nulla di nuovo in un contesto sonoro già consolidato da decenni. La forza degli Stigmatized sta nel modo in cui le varie parti sono state composte ed interpretate. Il songwriting non è solo profondamente radicato nella tradizione del grind, ci sono anche aperture interessanti che si concretizzano grazie alla bravura della band nel saper scrivere brani con un certo spessore e, soprattutto, con disinvoltura e compattezza. Le persistenti accelerazioni rabbiose vengono leggermente smorzate nella parte iniziale di "Parasitic Evolution", per poi concludere l'album piazzando, come ultima bomba, l'erosiva Apathy (ft. Ciuffo Cotard). Chiunque abbia avuto uno stretto contatto con le sonorità di formazioni quali Rotten Sound, Nails, Antigama, Blockheads, Weekend Nachos, Yacøpsæ, Retaliation (Swe) non potrà che essere d'accordo con quanto scritto finora. Qui si fa sul serio, punto.
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Songs:
Hidden Behind a Wall of Falseness, Man Is War, Stigmatized Corpses, Mass Graves, No Control over Our Identity, Slaves of Ourselves, Life Sucks ...and Then You Die, The One Who Suffers, F1, Parasitic Evolution, Apathy