Senza alcun dubbio un album primigenio e coerente con lo spirito del death metal svedese. Quello che il duo venezuelano costruisce con il nuovo "A Whisper of a Horrendous Soul" è uno scenario nero di orrori, ideale per tutti quei fan che se ne fregano altamente delle tante sperimentazioni musicali. E così abbiamo nuovamente conferma della sacra benedizione di quella scena anni '90, che, ancora oggi rimane un punto di riferimento. Questa band si batte sotto la bandiera insanguinata dei mostri sacri del genere e, punteggiando le proprie canzoni di striscianti riferimenti al passato, esibisce il suono crudo di una carneficina annunciata, in cui nulla viene risparmiato all'ascoltatore. Il quinto disco in studio corre veloce sui binari di un'efferatezza disarmante, incanalando la sua energia nella confortante e sicura dimensione della coerenza stilistica. I NOCTURNAL HOLLOW danno alle stampe un lavoro genuino che risponde perfettamente alle esigenze dei sostenitori della vecchia scuola.
Songs:
Coming Back to the Grave, Trapped in a Coffin, I Am the Slaughter, Rotten Skull, Master of Invidious, God of All Deaths, Spit the Nails, Midnight Burial, World Decay, Ancestral Beings
Un sodalizio quello tra Rune Eriksen (AURA NOIR, EARTH ELECTRIC, ex-MAYHEM), David Vincent (ex-MORBID ANGEL) e Flo Monier (CRYPTOPSY) che ha dato il via ad un'inedita dimensione musicale accompagnata da una fiera voglia di stupire e far male: sono nati così gli VLTIMAS. Beh, io oggi ho una buona ragione per parlare di questo nuovo progetto e del full-length d'esordio. Album che non trova solo in "Something Wicked Marches In" un titolo molto ampio di contenuti, ma che documenta in modo significativo il modus operandi della band: stimolante e capace di rapire l'attenzione durante l'ascolto. Questi tre musicisti hanno voglia di raccontarsi e di sviscerare la loro lunga carriera in nove brani di assoluto spessore qualitativo. Gli Vltimas sanno che non basta correre alla velocità della luce per distruggere quanto capita a tiro, bastano anche semplici spartiti ma di elavata intensità per stendere gli appassionati di musica estrema. Quello a cui mirano i Nostri sono preziose esplorazioni nei fertili territori del death/black metal, lo dimostrano tutte le tracce incluse nel disco, nessuna esclusa. Nove specchi del cupo subconscio manovratore di concetti tremendamente inauditi e tormenti di irremovibile ostilità. Gli Vltimas mantengono il fascino del vecchio death metal degli anni '90 (Morbid Angel in primis) che non ha nessuna pretesa di stupire con forzature stilistiche. Logicamente, alcuni dei riff scritti da Rune Eriksen sono traslati in black metal aggressivo ed evocativo. Una costante delle canzoni contenute in questo lavoro è l'incedere perentorio, garantito da una sezione ritmica tecnicamente ineccepibile, che in certi passaggi fa da cornice ad alcune narrazioni epiche messe in scena dall'ispirato David Vincent. Quindi, "Something Wicked Marches In" è la dimostrazione di come questa espressione stilistica sia ancora viva e aperta a molteplici ed entusiasmanti soluzioni. Una band da seguire con molta attenzione, un album sorprendentemente eccellente!
Songs:
Something Wicked Marches In, Praevalidus, Total Destroy!, Monolilith, Truth And Consequence, Last Ones Alive Win Nothing, Everlasting, Diabolus Est Sanguis, Marching On
QUATTRO ANNI DOPO IL DEVASTANTE "DEAD MAN'S PATH", GLI STORICI DEATHSTER FLORIDIANI MALEVOLENT CREATION TORNANO CON "THE 13TH BEAST", UN ALTRO TASSELLO IPORTANTE DELLA LORO LUNGA DISCOGRAFIA CHE SEMBRA DESTINATA AD ALLUNGARSI ANCORA. ESSENDO UN FAN DELLA BAND FIN DALLA META' DEGLI ANNI '90, NON POSSO CHE ESSERE FELICE DI QUESTA CONCISA INTERVISTA CON IL NUOVO CANTANTE/CHITARRISTA LEE WOLLENSCHLAEGER, UNA PERSONA UMILE, GENTILE E MOLTO DISPONIBILE.
Ciao Lee. E' un piacere conoscerti. I Malevolent Creation hanno una lunga storia nella scena musicale estrema, il loro nome è conosciuto in tutto il mondo, e soprattutto, da tutti i seguaci del Death Metal. Siete una vera leggenda! Mantenere una band attiva per oltre trent'anni è un ottimo risultato. Detto ciò, non possiamo che iniziare parlando del tredicesimo album in studio intitolato “The 13th Beast”.
Quali sono le maggiori differenze tra il nuovo lavoro e il precedente “Dead Man's Path”, uscito nel 2015? Un'altra cosa molto importante da tenere in considerazione è che, ci sono tre nuovi membri nei Malevolent Creation.
- Beh, come hai appena detto, ci sono tre nuovi membri nella band, ed io sono uno di loro, quindi mi risulta difficile poter dire qualcosa sulla registrazione del precedente album, visto che non ero ancora entrato nella formazione. Per questo nuovo disco abbiamo lavorato un po' a fasi alterne perché durante una parte delle registrazioni non ero sempre presente, ma ora che l'album è uscito siamo tutti molto felici del risultato finale.
Scrivere le canzoni per “The 13th Beast” vi ha permesso di affrontare nuove sfide?
- Scrivere musica con i Malevolent Creation è stata una cosa nuova, soprattutto per me, perché ho dovuto cambiare il mio modo di comporre. Nella mia musica e nel mio modo di suonare c'è sempre stata un po' di influenza dei Malevolent Creation, ma oggi, trovandomi nella band, ho dovuto immergermi totalmente nel loro stile musicale. Penso di aver fatto un buon lavoro. Tutti noi siamo dell'idea che la musica di “The 13th Beast” sia grandiosa.
Sei il nuovo cantante! Immagino che sia stata una grande sorpresa per te. Sicuramente un'importante opportunità ed esperienza, ma anche un'enorme responsabilità. Hai una voce impressionante, perciò posso solo congratularmi con te per il tuo lavoro. Come ti senti per la tua performance?
- Sì, sono il nuovo cantante ma anche il nuovo chitarrista ritmico. E' stato molto difficile rimpiazzare chi cantava nel gruppo prima di me. Bret è una vera leggenda nella scena death metal. Un cantante come Bret è qualcosa di insostituibile. Voglio solo continuare da dove lui si è fermato.
I Malevolent Creation hanno affrontato frequenti cambi di line-up nel corso di trentadue anni di attività, e questa è una cosa risaputa. Perché pensi che la band abbia faticato ad avere una formazione stabile di album in album?
- Questa è una domanda difficile perché sono entrato nei Malevolent Creation nel novembre del 2017, e personalmente non ho sentito brutte vibrazioni collaborando con Phil Fasciana, anzi al contrario. Lui è stato molto cordiale e aperto verso di noi. Quindi, se qualcuno vuole dare la colpa a Phil per qualsiasi cambio di formazione avvenuto nei Malevolent Creation, penso che stia guardando la persona sbagliata. Phil è stato fantastico!
C'è qualcosa che vorresti dire sullo storico frontman Bret Hoffman, tristemente scomparso lo scorso anno all'età di 51 anni. Sempre che tu voglia condividere le tue emozioni.
- Come ho detto prima, Bret è, è stato e sarà sempre una leggenda nella scena death metal. Un vocalist insostituibile. Spero solo che lui sia orgoglioso di quello che ho fatto. Se solo potesse sentire il nuovo album.
Bene Lee, grazie mille per aver parlato dei Malevolent Creation su Son of Flies Webzine. Voglio augurarti il meglio con questa band e anche per tutti i tuoi progetti. Vuoi lanciare un messaggio per i fan italiani?
- Non vedo l'ora di suonare davanti a tutti i fan più pazzi e malvagi! Distruggeremo tutto sul nostro cammino. See you on the road!
A tre anni dal full-length "Rot Prophet", tornano gli svizzeri EGGS OF GOMORRH con la loro terza release. A pubblicare "Outpregnate" è la francese Krucyator Productions. Questi musicisti di Ginevra, attivi da undici anni, sono dediti ad un death/black metal apocalittico fortemente influenzato da Angelcorpse, Conqueror, Kerasphorus, Revenge, Proclamation. Una band con il veleno al posto del sangue che, con grande fermezza e convinzione, sta dando il suo sincero contributo per divulgare il nero messaggio del cosiddetto war metal. I Nostri, mantengono tutto l'ardore di tale genere, preservando il trademark che da sempre lo contraddistingue nel circuito di nicchia. Il contesto musicale a cui si fa riferimento rivela prospettive già viste e riviste tante volte, ma non possiamo certo chiedere un'evoluzione a personaggi intransigenti con una spiccata devozione per certe sonorità. E' una questione di coerenza stilistica. "Outpregnate" non apporta alcuna modifica ad uno stile concentrato esclusivamente sulla velocità di esecuzione e l'aggressione, pertanto il risultato finale non sorprende per freschezza compositiva, ma tramortisce con la sua efferatezza: agli Eggs Of Gomorrh piace picchiare selvaggiamente. La chiusura dell'EP è affidata alla cover degli Arkhon Infaustus. Continua la loro guerra contro la luce e non c'è modo di fermarli.
I CECHI NAHUM SONO INDUBBIAMENTE UNA DELLE PIU' INTERESSANTI REALTA' DEL METAL ESTREMO MADE IN EUROPE. IL LORO NUOVO "WITHIN DESTRUCTION" RAPPRESENTA LA PIU' ONESTA MATERIALIZZAZIONE DELLO SPIRITO DEATH METAL. PER FARLA BREVE, UN DISCO AGGUERRITO CHE CONVINCE APPIENO. HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE IL CANTANTE PAVEL BALCAR.
Ciao Pavel. Come procede questo inizio del 2019?
- Tutto procede nel migliore dei modi. In questo periodo siamo molto occupati. Al momento stiamo concludendo il nostro tour invernale con concerti in Repubblica Ceca e Slovacchia. I live stanno andando molto bene, un vero successo. Inoltre, stiamo lavorando sul nuovo sito internet e su di un video clip per una canzone dell'ultimo album.
Con il precedente album "And the Chaos Has Begun" i Nahum hanno fatto un grande passo avanti, mentre il nuovo "Within Destruction" può essere considerato un enorme ritorno discografico! Sembra che tu e i tuoi compagni di band stiate vivendo un periodo creativo davvero eccezionale. Sei d'accordo?
- Sì, prima di pubblicare "And the Chaos Has Begun” suonavamo solo in Repubblica Ceca, mentre dal 2015 abbiamo iniziato a promuoverci oltre confine. Quindi, possiamo dire che agli esordi volevamo solo costruire una solida base di partenza. L'operazione è andata bene. Ora stiamo cercando di raggiungere diversi posti nel mondo. Quello che abbiamo vissuto dopo la pubblicazione del precedente "And the Chaos Has Begun" è stato assolutamente fantastico. L'abbiamo fatto girare ovunque, dall'Australia al Canada. Il nuovo "Within Destruction" è decisamente migliore del suo predecessore, perciò continueremo a promuoverlo con la stessa mentalità. L'album è pieno di grande musica, la produzione è eccellente ma anche il suono è davvero ottimo. Questo ultimo lavoro ci viene ordinato non solo dall'Europa ma anche da altre parti del mondo, dal Giappone al Brasile. Pensiamo di aver composto un ottimo disco, le recensioni sono fantastiche e siamo felici di ciò. La band è entusiasta. Sì, stiamo attraversando un buon periodo.
Perché pensi che "Within Destruction" sia superiore al precedente "And the Chaos Has Begun"? C'è qualcosa che ti colpisce in particolar modo in questi nuovi brani?
- I due album sono diversi. "And the Chaos Has Begun" dava maggiore spazio all'aggressione thrash metal e ai sui motivi melodici. Il nuovo "Within Destruction" è molto più death metal e mette in evidenza un songwriting più brutale e complesso. Sì, pensiamo che l'ultimo disco sia il migliore che abbiamo fatto finora. Un nuovo passo in avanti per tutti noi.
Cosa vi ispira oggi, per quanto riguarda la musica della band?
- Per prima cosa, cerchiamo di comporre musica di alta qualità. Amiamo la vecchia scuola. I gruppi di un tempo, oltre a suonare dannatamente bene, avevano anche delle idee eccellenti, mentre oggi si pensa alla tecnica e alla precisione strumentale fine a se stessa. Sicuramente la nostra ispirazione proviene da leggende come Death, Slayer, Vader, Kreator, Pestilence e tanti altri, ma non siamo una copia di queste band. Negli anni abbiamo trovato il nostro stile e il nostro modo di comporre musica.
L'artwork di copertina di "Within Destruction" in un certo senso mi ricorda lo stile di Zdzisław Beksiński, ma in relatà l'artista che ha creato questa immagine si chiama Vladimir “Smerdulak” Chebakov. E' piaciuta ai vostri fan?
- Le reazioni sono assolutamente incredibili. I nostri fan sono entusiasti, ma lo siamo anche noi della band. Vladimir ha anche preparato del materiale per il nostro nuovo merchandise. La copertina e il booklet sono semplicemente perfetti. È vero, il dipinto assomiglia allo stile di Zdzisław Beksiński, però la domanda dovresti farla direttamente a Vladimir. Lui ha seguito alcune delle nostre idee, ma ha potuto ascoltare l'intero album mentre dipingeva. Il risultato è perfetto!
Quanto è importante l'amicizia per poter portare avanti un progetto musicale?
- Siamo una band, buoni amici, una famiglia e stiamo componendo musica che ci piace. La band NAHUM ha un posto importante nelle nostre vite, stiamo vivendo la nostra musica. Concediamo molto del nostro tempo a questa creatura. Il nostro desiderio è di andare avanti con il massimo impegno. Allo stesso modo, amiamo esibirci dal vivo e confrontarci faccia a faccia con i fan. È il nostro stile di vita.
Segui le novità della scena metal underground?
- Ascolto molta musica metal e cerco di seguire le nuove band il più possibile. Ma ci sono così tanti gruppi che è praticamente impossibile seguirli tutti. Ecco perché torno sempre ad ascoltare i miei preferiti. Per quanto riguarda le migliori di oggi, sono principalmente interessato alla scena thrash e death metal. Non faccio differenze tra i generi, ascolto dall'heavy metal al black metal, l'importante è che la musica sia pura e suonata col cuore.
State lavorando su nuovi brani al momento?
- Al momento ci stiamo concentrando principalmente sul tour. Abbiamo anche collaborato con la grande rivista metal ceca Pařát per ottenere una riedizione del nostro primo demo "Unhuman". C'è ancora abbastanza lavoro da fare, e le idee per le nuove canzoni sono ancora nella mente dei nostri chitarristi.
In apertura di intervista mi parlavi del nuovo tour. Soddisfatti delle reazioni del pubblico?
- Sì. L'attuale tour è stato pianificato per supportare il nostro nuovo album. Suoniamo nella posizione di headliner, perciò possiamo suonare per più di un'ora davanti ai nostri fan. Portiamo sul palco alcuni dei vecchi brani ma anche gran parte del nuovo album. Ci stiamo godendo questo tour, i club sono sempre pieni e gli appassionati sono davvero folli, quindi è tutto fantastico finora!
Grazie per l'intervista. Lascio a te le ultime parole.
- Grazie mille a te per l'intervista! Auguro il meglio a tutti i tuoi lettori. Forse, un giorno suoneremo in Italia. Stay metal and cheers to everyone!
Non ho nessun problema ad ammettere che mi sono avvicinato a "The 13th Beast" con molta calma, studiando ogni suo particolare con interesse e devozione. E sono bastati i 5:16 minuti di "End of Torture", seguita dall'altrettando spietata "Mandatory Butchery", per convincermi che il loro death metal non mostra nessun segno di logorio dopo 32 lunghi anni di battaglie sul campo. La storica formazione floridiana, mantenuta in vita dall'instancabile chitarrista fondatore Phil Fasciana, continua infatti ad eruttare dell'ottimo death metal coerente e mai scontato. Lasciate stare la discutibile immagine di copertina, e non azzardatevi a paragonarli ad altri gruppi del panorama americano o europeo, questi sono i MALEVOLENT CREATION. Esperienza, perseveranza, tecnica e abilità compositiva si saldano insieme consegnandoci un ennesimo disco assetato di sangue. "The 13th Beast" è il tredicesimo capitolo della loro lunga discografia, che per impeto e impatto generale riesce ad avvicinarsi a "Retribution" (1992) e "The Will to Kill" (2002). Gli ultimi arrivati Lee Wollenschlaeger, Josh Gibbs, Philip Cancilla si mostrano affiatati e a proprio agio, ed è anche la timbrica penetrante del nuovo cantante/chitarrista a colpire in modo positivo durante l'ascolto, soprattutto perché non era facile trovare un valido sostituto all'illustre guerriero Brett Hoffmann (R.I.P. 2018). Ma il vero trascinatore è Phil Fasciana: la mente di uno strepitoso e dinamico songwriting. La Bestia è tornata!
Songs:
End The Torture, Mandatory Butchery, Agony For The Chosen, Canvas Of Flesh, Born Of Pain, The Beast Awakened, Decimated, Bleed Us Free, Knife At Hand, Trapped Inside, Release The Soul
Autentica prova di forza per i MISERY INDEX, un segnale chiaro e risoluto all'interno della scena death metal/grindcore contemporanea. A cinque anni di distanza dal meno brillante "The Killing Gods" gli statunitensi si dimostrano molto più ispirati nell'amalgamare al meglio gli ingredienti che da sempre hanno contraddistinto il loro sound incendiario, in una ripida alternanza tra mid-tempo, dosi massicce di groove, sorprendenti cambi e accelerazioni, e gli immancabili rallentamenti in doppia cassa che simili a un caterpillar schiacciano ciò che trovano sul percorso. "Rituals of Power" aggredisce frontalmente con una formula sonora ben rodata, diventata ormai un segno bruciante come un marchio a fuoco. I Nostri caricano le proprie armi facendo esplodere nove brani ben arrangiati e perfetti sotto tutti i punti di vista, micidiali nelle dinamiche, con il consueto doppio cantato assassino dell'accoppiata Jason Netherton (voce, basso) / Mark Kloeppel (chitarra, voce), mettendo in evidenza una inossidabile padronanza strumentale, superiore alla stragrande maggioranza delle realtà dedite a queste sonorità. Cosa dire del drumming? E' imponente la fisicità e versatilità di Adam Jarvis (uno dei picchiattori più sorprendenti a livello internazionale), e non a caso coinvolto anche in altre formazioni altrettanto animalesche come Pig Destroyer e gli Scour di Phil Anselmo. A dare man forte ai tre ci pensano le dita metalliche dell'altrettanto esperto chitarrista Darin Morris (ex-Criminal Element). "Rituals of Power" è un gran disco, che in più gode di una produzione esemplare, bilanciata tra i suoni corposi delle due chitarre, il graffio delle voci e la densità della sezione ritmica. Va chiarito un ultimo e importante dato: il nuovo lavoro supera di gran lunga l'indiscutibile qualità delle loro precedenti uscite discografiche. Riconoscibile, potente, elaborato e convincente, proprio come un disco di death/grind deve essere oggi per fare veramente la differenza.
Songs:
Universal Untruths, Decline and Fall, The Choir Invisible, New Salem, Hammering the Nails, Rituals of Power, They Always Come Back, I Disavow, Naysayer
Ascoltando "Crosses And Laurels" ci si confronta con qualcosa di imprevedibile, un lungo sguardo al passato, ma anche al presente della musica rock. Doveroso applaudire la qualità della scrittura e l'attenzione riservata ai dettagli di ogni singola composizione, così come i progressi compiuti dalla musicista salentina nell'uso della voce. CHRISTINE IX non si lascia intimidire dall'idea di confrontarsi con altri validi artisti dell'attuale panorama alternativo, e partendo da esperienze personali concrete, punta in alto guardando più lontano di quanto possa sembrare a un primo ascolto. Gli spunti ispirati non mancano, come la sua capacità di fondere i My Vitriol di "Finelines" (2001), Smashing Pumpkins, A Perfect Circle, Melissa Aud der Maur, Foo Fighters, i primi Garbage. Va detto che questi punti di riferimento non vanno ad intaccare negativamente l'identità luminosa di Christine IX. Sarà per il coraggio di osare, sarà per la particolarità dell'intero songwriting, ho apprezzato le sonorità di "Crosses And Laurels". Siamo di fronte ad un full-length di ottimo livello espressivo, in bilico tra mutevoli atmosfere concettuali e sorretto da un estro melodico adatto alle orecchie più esigenti. E' stato composto, arrangiato, suonato e prodotto in totale indipendenza, avvalendosi della collaborazione del drummer Luca Greco e della violinista Katija Di Giulio, quest'ultima presente nella traccia di apertura “Talking Like Lovers”. "Crosses And Laurels" offre la possibilità, a chiunque lo desideri, di emozionarsi. Un'altra autoproduzione capace di regalare soddisfazioni da non trascurare.
Buon gruppo proveniente dal Lussemburgo, formatosi otto anni fa. I FUSION BOMB si sono schierati dalla parte della vecchia scuola con l'obiettivo di suonare thrash metal radioattivo, e ci sono riusciti in pieno. "Concrete Jungle" è fiero e fedele ai retro-standard che ne hanno dettato le glorie di tale genere, soprattutto se si fa riferimento alle formule adoperate negli anni '80. Quindi, si va dalle chitarre influenzate da Exodus, Slayer, Overkill, Anthrax, Death Angel, D.R.I., i primi Metallica con Cliff Burton, Forbidden, Dark Angel, alle accelerazioni in doppia cassa del batterista Scott Kutting, accompagnate dal ritmo incalzante e cazzuto del bassista Michel Nippel; il tutto esaltato da una produzione assolutamente impeccabile. E' un sound diretto e nervoso riconducibile ai maestri che in questo settore hanno dettato legge e fatto scuola, per cui mantiene inalterato il suo fascino e il potere attrattivo nei confronti dei fan più tradizionalisti. Se per voi thrash metal è anche sinonimio di divertimento, qui avete trovato pane per i vostri denti e litri di birra per il vostro fegato. Alzate al massimo il volume.
Songs:
Zest of Scorn, Knuckleburger, Concrete Jungle, You're a Cancer to This World, Blazing Heat, T.M.N.A., Bird of Prey, Nyctophobia, Slam Tornado, I Never Denied (Excel Cover)
CON IL NUOVO "MEMENTO MORI" I SAVONESI DSA COMMANDO CONFERMANO IL LORO OTTIMO STATO DI FORMA. QUESTI RAGAZZI HANNO LOTTATO DURAMENTE PER OTTENERE GLI IMPORTANTI RISULTATI CHE OGGI LA SCENA RAP ITALIANA PUO' SOLO RICONOSCERGLI. INDISPENSABILE SOTTOLINEARLO, SOPRATTUTTO PERCHE' SONO RIUSCITI A CONQUISTARE CREDIBILITA' ANNO DOPO ANNO IN UN CIRCUITO MUSICALE SPESSO OSTILE, LOGORANTE E CONTORNATO DA INUTILI CHIACCHIERE. KRIN 183 HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE PER FARE IL PUNTO SULLA SITUAZIONE.
Ciao Krin. Nel periodo successivo ai concerti di supporto a 'Retox' sembra esserci stata una evidente sterzata rispetto alla matrice più “arrabbiata” e “pessimista” degli esordi, quasi come se ognuno di voi, nel precedente 'Sputo', avesse voluto esternare il lato più umano e razionale del proprio essere, pur rimanendo determinati e liricamente scomodi alle orecchie di molti ascoltatori. Ho percepito questo leggendo i testi di quel full-length. C'è qualcosa di vero in quello che ti sto esternando?
- Dopo 'Retox' abbiamo passato qualche anno cercando di rimettere insieme ispirazioni e idee per un nuovo album. E' stato naturale fare 'Sputo'. Sicuramente 'Retox' è stato un concept album dove la parte più estrema del nostro immaginario è venuta fuori, ripetersi dopo, non avrebbe avuto senso e tanto meno ne sentivamo il bisogno. Detto questo la matrice resta la stessa nei due dischi, concordo però che in 'Sputo' ci sia un lato umano più spiccato mentre in 'Retox' il viaggio si svolge quasi tutto in un futuro post atomico meno vicino alla condizione attuale del mondo, le due copertine rappresentano in modo esemplare il contenuto di ciascun disco.
'Sputo' ha confermato la formazione a quattro elementi, anziché a cinque. Sembra che la vostra complicità, la vostra energia, la vostra determinazione siano delle costanti in grado di giocare un ruolo determinante, specialmente dal vivo.
- Abbiamo sempre cercato di dare il massimo live. Col passare del tempo abbiamo affinato soprattuto la tecnica per essere puliti e precisi nell’esecuzione. Crediamo che l’affiatamento che si percepisce è dato da una lunghissima gavetta e dalle centinaia di prove che abbiamo fatto in tutti questi anni. Per un lungo periodo abbiamo provato tre volte la settimana.
Recentemente la romana Tuff Kong ha pubblicato il vostro 'Memento Mori', nuovo EP su vinile 10”. Orgogliosi di uscire per questa etichetta italiana?
- Siamo molto contenti di aver collaborato con Tuff Kong. In primo luogo perché è un’etichetta che si occupa solo di stampe su vinile e in secondo luogo perchè a parte pochi esempi come Kaos One e i Colle der Fomento, stampa solo progetti di rapper americani. Ci siamo trovati bene in tutto e siamo contenti che una realtà romana stia riuscendo in un’impresa simile. Dare il nostro contributo è un onore per noi.
Come mai la scelta di confezionare un lavoro di soli quattro brani? Quando è cominciata esattamente la fase compositiva delle nuove tracce?
- La fase compositiva è partita dopo circa sei mesi dall’uscita di 'Sputo', in quel periodo abbiamo iniziato a sentire la necessità di fare qualcosa di nuovo. Visto il grande lavoro fatto su 'Sputo' non volevamo produrre molti pezzi, in più proprio in quel periodo io mi sono trasferito a Londra dove ho vissuto fino a qualche mese fa, questi sono stati i motivi che ci hanno fatto concentrare su poche tracce. Crediamo che in questo momento storico anche un EP possa fare il suo lavoro,
soprattutto perché esce moltissima roba.
Quali sono i miglioramenti ottenuti dopo più di dieci anni di attività?
- Ci sentiamo migliorati professionalmente e stilisticamente ma non vorrei fare un paragone tra 10 anni fa e oggi, visto che è cambiato tutto.
Sono cambiate un po' di cose in casa DSA, soprattutto sull'aspetto prettamente organizzativo per ciò che concerne il booking. Penso sia un buon traguardo arrivare al punto di affidare questo lavoro a qualcuno che crede in ciò che fai e cerca il meglio per te, soprattutto dopo tanti anni di gavetta e di sbattimenti.
- Crescendo la parte dei live diventa un lavoro. Questo non vuol dire togliere la parte romantica dei primi concerti o badare solo al ritorno economico, ma vuol dire che il tempo che impieghi per suonare deve in qualche modo aiutarti a vivere. Nel nostro caso avere un booking e una persona come Luca che si occupa dei concerti ci da la possibilità di essere tranquilli che lo standard minimo che richiediamo sia rispettato. La nostra mentalità quando suoniamo è rimasta identica infatti anche i posti in cui suoniamo sono rimasti quasi sempre gli stessi, ma le condizioni sono migliorate. Quando hai davanti un weekend con un paio di live sapere che tutto sarà organizzato al meglio e che tu dovrai preoccuparti principalmente di suonare non è una cosa da poco.
Siete legati al vostro passato come band? Rimpianti? Oppure la sola priorità è guardare al presente e, naturalmente, al futuro dei DSA COMMANDO? Cosa dovremmo aspettarci per il 2019?
- Siamo legati al nostro passato e non lo rinneghiamo, chi viene ai nostri concerti può sentire pezzi che hanno dieci anni e li facciamo come se fossero usciti ieri. Detto questo guardiamo avanti. Crediamo di avere ancora delle pallottole da sparare. Il 2019 ci sta vedendo impegnati in un bel po di concerti per 'Memento Mori'. Abbiamo già dei progetti nuovi in cantiere ma ora è troppo presto per parlarne.
Vista dalla tua angolazione: C'è speranza per l'Italia? Sotto tutti i punti di vista.
- Dal mio punto di vista credo che ci sia speranza per l’italiano come individuo, intendo per la capacità di inventarsi e per le qualità che a livello mondiale ci vengono riconosciute in moltissimi campi, per quanto riguarda l’Italia invece credo che non ci sia molta speranza di cambiamento, detto questo spero di sbagliarmi visto che vorrei vivere qui.
CONTINUA L'INCESSANTE ATTIVITA' DI MAURICE DE JONG IL QUALE, DOPO TANTI ANNI VISSUTI NELL'UNDERGROUND MUSICALE, E' RIUSCITO A GUADAGNARSI UNA POSIZIONE DI TUTTO RISPETTO NEL CIRCUITO DELL'ESTREMIZZAZIONE SONORA. IL POLISTRUMENTISTA OLANDESE HA DECISO DI RISPONDERE SINTETICAMENTE ALLE MIE DOMANDE. SI E' PARLATO DEL SUO PROGETTO GNAW THEIR TONGUES, E NON SOLO.
Ciao Maurice. Quando e come ti sei avvicinato alle sonorità oscure? Quali pensi che siano le potenzialità narrative di questo tipo di suoni?
- Mi sono avvicinato a queste sonorità quando decisi di passare dal thrash/death metal degli anni ottanta al black metal. Da quel momento in poi ho iniziato ad ascoltare molti suoni sperimentali.
Agli inizi delle tua carriera sei stato attratto da qualcosa in particolare? Cosa ha ampliato la tua personale creatività?
- Sono stato immediatamente attratto dai suoni oscuri. Quando ascoltai le demo dei Samael e quelle dei Beherit, rimasi letteralmente rapito dalle loro atmosfere. Quei suoni si sono connessi immediatamente con il mio spirito creativo.
Quando crei la tua musica, rielabori per lungo tempo le tracce oppure è già tutto chiaro nella tua mente prima di iniziare a comporre una qualsiasi struttura sonora?
- Sì, rielaboro e modello i suoni cercando di ottenere qualcosa che mi piace. Ho anche improvvisato molto nei miei brani. Registro un sacco di cose diverse e il mio obiettivo è quello di creare materiale oscuro.
Seguo la tua carriera di musicista da tanti anni, un percorso artistico cementato con tanti progetti musicali, oltre a Gnaw Their Tongues. Perché la scelta di agire su più fronti?
- Perché ho sempre tante idee da riversare nella musica. Non potrei mai avere un solo progetto.
Da dove pensi che provenga la tua ispirazione?
- Non lo so. Sicuramente sono importanti le mie fantasie adolescenziali. Ricreare certi suoni mi ha ispirato molto. Ho sempre tante idee per la musica, quindi l'ispirazione non è mai venuta meno.
Consideri Gnaw Thier Tongues la tua principale bestia?
- Sì e no. All'inizio il mio progetto principale era De Magia Veterum. Ho iniziato con Gnaw Their Tongues considerandolo un progetto secondario. Comunque la messa a fuoco cambia continuamente. Mi piace vivermela così.
Perché pensi che Gnaw Their Tongues abbia catturato l'immaginazione della gente per così tanto tempo?
- Non lo so. Penso sia dovuto alla sua intensità.
Parlaci del tuo fascino per l'orrore, per il macabro e per l'impulso autodistruttivo racchiuso nei concept dei tuoi album.
- C'è una parte della mia anima molto insoddisfatta che ha bisogno di vendetta! Desidera urlare al mondo.
Consideri l'ascolto della tua musica come parte di un'esperienza spirituale o di un incubo?
- Spero entrambi.
Nel corso degli anni hai utilizzato vari strumenti per consolidare il tuo trademark. Quali sono quelli che preferisci?
- Il basso! Ho iniziato ad essere un fan di quello strumento ascoltando i Necromantia. Oggi è possibile ottenere suoni molto cattivi e pesanti da esso. Mi piace molto il pedale metalzone, lo utilizzo sulla chitarra e sul basso. Un altro pedale indispensabile è il wavfolder, costruito da una piccola azienda chiamata Electro Lobotomy. Quest'ultimo lo uso per ottenere suoni più ruvidi.
Quali artisti hanno avuto maggiore influenza su di te durante la tua lunga carriera di musicista?
- Gli artisti black metal della prima ondata e della seconda ondata: Venom, Slayer, Masters Hammer, Necromantia, Rotting Christ, i primi Satyricon e Immortal, ma potrei aggiungerne migliaia di altri.
Che tipo di film ti piacciono? Quali sono alcuni dei tuoi registi preferiti?
- Mi piacciono tutti i tipi di film purché siano ben fatti, quelli che non ripetono sempre i soliti cliché. I miei generi preferiti: horror, fantascienza, thriller e fantasy.