SE SIETE DEI FANATICI SOSTENITORI DEL CRUST/PUNK/HARDCORE CONOSCERETE GLI SVEDESI VICTIMS, ATTIVI FIN DAL LONTANO 1997. NON CI SONO MOLTE PAROLE DA SPENDERE IN MERITO A QUESTA GRANDISSIMA BAND, DI RECENTE TORNATA SULLE SCENE CON IL NUOVO "SIRENS". HO SCAMBIATO QUATTRO CHIACCHIERE CON GARETH SMITH.
1. Ciao Gareth. Cominciamo introducendo il nuovo “Sirens”?
- Un saluto a te! Ebbene sì, ci sono voluti cinque anni di lavoro, ma il disco è finalmente uscito. Non ci reputiamo la band più produttiva in circolazione. Siamo molto soddisfatti di “Sirens”. Credo che sia un po’ più oscuro rispetto ai nostri vecchi lavori. E’ un altro passo in avanti dopo il precedente “Dissident”. E’ un album più completo. C’è stata una maggiore consapevolezza mentre componevamo le canzoni per questo disco, ma volevamo rimanere fedeli al nostro stile.
2. Com’è stato tornare in studio? Potresti spendere qualche parola sul processo di registrazione del disco?
- E’ stato davvero divertente, soprattutto lavorare con Fred. Lui è una persona rilassata, proprio come noi. Tutto ha funzionato bene anche per questo motivo. E’ un grande ingegnere del suono. Andare in studio è qualcosa che mi diverte ancora. Quando da ragazzino suonavo nelle mie prime band pensavo che registrare fosse qualcosa di noioso, proprio perché in quegli anni l’unico obiettivo era quello di partire in tour. Abbiamo registrato per circa un mese, forse quindici giorni in tutto. Fred è un ragazzo molto impegnato, soprattutto come ingegnere del suono nei tour con Graveyard e Millencolin, inoltre, per un periodo di tempo, lui era nel bel mezzo di un trasferimento a New York per poter andare a stare con la sua ragazza, così ci siamo dovuti adattare ai suoi vari programmi. Ma non è stato difficile, dato che fortunatamente non c'erano altre prenotazioni in quello studio di registrazione. Tutto è andato abbastanza liscio. Abbiamo registrato prima la batteria, poi le chitarre e successivamente il basso e la voce di Johan. Inoltre, dovevamo tenere fede agli impegni con i figli, il lavoro, l’università. Siamo comunque riusciti a far funzionare ogni cosa. Purtroppo quando ci sono altri impegni nella vita di tutti i giorni non è sempre facile gestire le attività del gruppo. Non possiamo permetterci di stare in studio per troppo tempo, anche perché investiamo già tanti giorni per i tour. Tornando a “Sirens”, una volta completate le registrazioni, Fred ha mixato il disco e poi lo abbiamo mandato al nostro caro amico Brad a Portland per il master finale.
3. Cosa hai da dirci sui testi delle canzoni di “Sirens”?
- Beh, io non sono la persona adatta per parlare di questo argomento, dato che suono solo la chitarra. E’ Johan che scrive la maggior parte dei testi, mentre Jon ha curato quello per la traccia “Promises”. Anche Andy è stato impegnato su alcuni testi dei dischi precedenti, ma come dicevo poc’anzi, Johan è lo scrittore principale. I nostri testi sono scritti in inglese, e visto che io sono inglese, mi sono seduto accanto a Johan in studio per controllare i fraseggi e la grammatica. Comunque ricordo poco dei contenuti. Non siamo una band politicizzata, non nel senso stretto del termine, anche se siamo tutti molto interessati alla politica. Al momento è difficile rimanere indifferenti a quello che sta succedendo in Svezia e nel resto del mondo. I Victims sono nati molti anni fa nella scena crust svedese, ed è passato molto tempo da quando la band scriveva attivamente sulla guerra e sulla politica. Attualmente il concetto dei testi è più personale. Se ricordo bene, su una delle canzoni Johan ha scritto di "non essere in grado di riprodursi", e non sono sicuro se stava facendo riferimento a qualche tipo di futuro distopico orwelliano in cui la razza umana sta lentamente andando in rovina.
4. Recentemente avete firmato un contratto con la Tankcrimes Records. Perché vi siete affidati a questa etichetta?
- In realtà non c’è stata nessuna “firma” per la Tankcrimes. Fin dai nostri esordi non abbiamo mai firmato per nessuna etichetta. Questo è quello che mi piace del punk rock e hardcore. La storia è un'altra. Un amico ha voluto pubblicare il nostro disco, e l’amicizia che ci lega è già di per sé una sorta di contratto. Scotty “è” la Tankcrimes Records. E’ un ragazzo a cui piace la nostra band. Fortunatamente per noi ha voluto stampare questo nuovo album, quindi oltre ad essere una persona speciale, ha fatto un ottimo lavoro con la sua etichetta.
5. Chi ha curato l’artwork dell’album?
- Andy, il nostro batterista. E’ lui l’artefice di tutte le copertine dei Victims fino all’album “Killer”. Un paio di nostri artwork sono stati creati da alcuni amici molto bravi, ma su “Sirens” è tornata la mano creativa di Andy.
6. A parte gli impegni con la musica, cosa accade in un giorno qualsiasi della tua vita?
- Beh, penso che siamo tutti musicisti "part-time". La musica è qualcosa che tutti noi viviamo da vicino ma non lo facciamo a tempo pieno. Siamo troppo vecchi per stare troppo tempo in tour. Inoltre tre di noi sono genitori. Ma la mia vita non avrebbe senso senza la musica, per cui mi sento fortunato a coltivarla come hobby principale. E’ una cosa davvero divertente. E sono molto grato per il fatto che ho l’opportunità di viaggiare nel mondo per suonare punk rock. Nella vita quotidiana siamo molto impegnati con le nostre famiglie, con il nostro lavoro e con l’università. In questo momento sto studiando a tempo pieno per diventare un insegnante di storia sociale, ma ho anche la possibilità di lavorare in un rifugio per senzatetto, e di tanto in tanto sono impegnato in un bar. In più, con due gruppi, una figlia, e un blog che curo io stesso, posso dire che il mio programma è piuttosto ricco. Mi sento totalmente coinvolto ogni volta che ci ritroviamo a scrivere un nuovo disco. Le idee nella mia testa sono sempre in movimento. Gli altri ragazzi hanno diversi lavori. Andy ha appena ottenuto un’occupazione per un’ottima newspaper di sinistra denominata ETC, mentre Johan lavora per una società che si occupa della vendita di attrezzature musicali. Jon studia qualcosa che ha a che fare con l'economia, non so di preciso di cosa si tratta, inoltre insieme alla sua ragazza lavora part-time in un negozio di abbigliamento goth/hard rock. Noi normalmente ci riuniamo una volta alla settimana in sala prove, uno spazio culturale davvero bello nel sud di Stoccolma. In questa casa ci sono altri artisti che svolgono le loro attività, un paio di ragazzi fanno musica elettronica. Hanno anche un palcoscenico teatrale al piano superiore. In quella sala c'è un bel teatro per bambini, si possono vedere delle installazioni artistiche o seguire dei workshop. Davvero interessante.
7. Questo è tutto Gareth. Ultimi pensieri o commenti per i lettori di Son of Flies webzine?
- Well I feel like as usual I've gone on for ages, I normally do... Spero che riusciremo a suonare in Italia l'anno prossimo. Se avete voglia di leggere i diari dei nostri tour, o qualche altra cosa, visitate il mio blog: www.punkrockandcoffee.com
Grazie!
1. Ciao Gareth. Cominciamo introducendo il nuovo “Sirens”?
- Un saluto a te! Ebbene sì, ci sono voluti cinque anni di lavoro, ma il disco è finalmente uscito. Non ci reputiamo la band più produttiva in circolazione. Siamo molto soddisfatti di “Sirens”. Credo che sia un po’ più oscuro rispetto ai nostri vecchi lavori. E’ un altro passo in avanti dopo il precedente “Dissident”. E’ un album più completo. C’è stata una maggiore consapevolezza mentre componevamo le canzoni per questo disco, ma volevamo rimanere fedeli al nostro stile.
2. Com’è stato tornare in studio? Potresti spendere qualche parola sul processo di registrazione del disco?
- E’ stato davvero divertente, soprattutto lavorare con Fred. Lui è una persona rilassata, proprio come noi. Tutto ha funzionato bene anche per questo motivo. E’ un grande ingegnere del suono. Andare in studio è qualcosa che mi diverte ancora. Quando da ragazzino suonavo nelle mie prime band pensavo che registrare fosse qualcosa di noioso, proprio perché in quegli anni l’unico obiettivo era quello di partire in tour. Abbiamo registrato per circa un mese, forse quindici giorni in tutto. Fred è un ragazzo molto impegnato, soprattutto come ingegnere del suono nei tour con Graveyard e Millencolin, inoltre, per un periodo di tempo, lui era nel bel mezzo di un trasferimento a New York per poter andare a stare con la sua ragazza, così ci siamo dovuti adattare ai suoi vari programmi. Ma non è stato difficile, dato che fortunatamente non c'erano altre prenotazioni in quello studio di registrazione. Tutto è andato abbastanza liscio. Abbiamo registrato prima la batteria, poi le chitarre e successivamente il basso e la voce di Johan. Inoltre, dovevamo tenere fede agli impegni con i figli, il lavoro, l’università. Siamo comunque riusciti a far funzionare ogni cosa. Purtroppo quando ci sono altri impegni nella vita di tutti i giorni non è sempre facile gestire le attività del gruppo. Non possiamo permetterci di stare in studio per troppo tempo, anche perché investiamo già tanti giorni per i tour. Tornando a “Sirens”, una volta completate le registrazioni, Fred ha mixato il disco e poi lo abbiamo mandato al nostro caro amico Brad a Portland per il master finale.
3. Cosa hai da dirci sui testi delle canzoni di “Sirens”?
- Beh, io non sono la persona adatta per parlare di questo argomento, dato che suono solo la chitarra. E’ Johan che scrive la maggior parte dei testi, mentre Jon ha curato quello per la traccia “Promises”. Anche Andy è stato impegnato su alcuni testi dei dischi precedenti, ma come dicevo poc’anzi, Johan è lo scrittore principale. I nostri testi sono scritti in inglese, e visto che io sono inglese, mi sono seduto accanto a Johan in studio per controllare i fraseggi e la grammatica. Comunque ricordo poco dei contenuti. Non siamo una band politicizzata, non nel senso stretto del termine, anche se siamo tutti molto interessati alla politica. Al momento è difficile rimanere indifferenti a quello che sta succedendo in Svezia e nel resto del mondo. I Victims sono nati molti anni fa nella scena crust svedese, ed è passato molto tempo da quando la band scriveva attivamente sulla guerra e sulla politica. Attualmente il concetto dei testi è più personale. Se ricordo bene, su una delle canzoni Johan ha scritto di "non essere in grado di riprodursi", e non sono sicuro se stava facendo riferimento a qualche tipo di futuro distopico orwelliano in cui la razza umana sta lentamente andando in rovina.
4. Recentemente avete firmato un contratto con la Tankcrimes Records. Perché vi siete affidati a questa etichetta?
- In realtà non c’è stata nessuna “firma” per la Tankcrimes. Fin dai nostri esordi non abbiamo mai firmato per nessuna etichetta. Questo è quello che mi piace del punk rock e hardcore. La storia è un'altra. Un amico ha voluto pubblicare il nostro disco, e l’amicizia che ci lega è già di per sé una sorta di contratto. Scotty “è” la Tankcrimes Records. E’ un ragazzo a cui piace la nostra band. Fortunatamente per noi ha voluto stampare questo nuovo album, quindi oltre ad essere una persona speciale, ha fatto un ottimo lavoro con la sua etichetta.
5. Chi ha curato l’artwork dell’album?
- Andy, il nostro batterista. E’ lui l’artefice di tutte le copertine dei Victims fino all’album “Killer”. Un paio di nostri artwork sono stati creati da alcuni amici molto bravi, ma su “Sirens” è tornata la mano creativa di Andy.
6. A parte gli impegni con la musica, cosa accade in un giorno qualsiasi della tua vita?
- Beh, penso che siamo tutti musicisti "part-time". La musica è qualcosa che tutti noi viviamo da vicino ma non lo facciamo a tempo pieno. Siamo troppo vecchi per stare troppo tempo in tour. Inoltre tre di noi sono genitori. Ma la mia vita non avrebbe senso senza la musica, per cui mi sento fortunato a coltivarla come hobby principale. E’ una cosa davvero divertente. E sono molto grato per il fatto che ho l’opportunità di viaggiare nel mondo per suonare punk rock. Nella vita quotidiana siamo molto impegnati con le nostre famiglie, con il nostro lavoro e con l’università. In questo momento sto studiando a tempo pieno per diventare un insegnante di storia sociale, ma ho anche la possibilità di lavorare in un rifugio per senzatetto, e di tanto in tanto sono impegnato in un bar. In più, con due gruppi, una figlia, e un blog che curo io stesso, posso dire che il mio programma è piuttosto ricco. Mi sento totalmente coinvolto ogni volta che ci ritroviamo a scrivere un nuovo disco. Le idee nella mia testa sono sempre in movimento. Gli altri ragazzi hanno diversi lavori. Andy ha appena ottenuto un’occupazione per un’ottima newspaper di sinistra denominata ETC, mentre Johan lavora per una società che si occupa della vendita di attrezzature musicali. Jon studia qualcosa che ha a che fare con l'economia, non so di preciso di cosa si tratta, inoltre insieme alla sua ragazza lavora part-time in un negozio di abbigliamento goth/hard rock. Noi normalmente ci riuniamo una volta alla settimana in sala prove, uno spazio culturale davvero bello nel sud di Stoccolma. In questa casa ci sono altri artisti che svolgono le loro attività, un paio di ragazzi fanno musica elettronica. Hanno anche un palcoscenico teatrale al piano superiore. In quella sala c'è un bel teatro per bambini, si possono vedere delle installazioni artistiche o seguire dei workshop. Davvero interessante.
7. Questo è tutto Gareth. Ultimi pensieri o commenti per i lettori di Son of Flies webzine?
- Well I feel like as usual I've gone on for ages, I normally do... Spero che riusciremo a suonare in Italia l'anno prossimo. Se avete voglia di leggere i diari dei nostri tour, o qualche altra cosa, visitate il mio blog: www.punkrockandcoffee.com
Grazie!
CONTATTI:
bandcamp.tankcrimes.com/sirens
victimsinblood.com
facebook.com/VICTIMS
VICTIMS line-up:
Andy Henriksson - Batteria
Jon Lindqvist - Chitarra, Backing Vocals
Gareth Smith - Chitarra
Johan Eriksson - Basso, Voce
RECENSIONE:
VICTIMS "Sirens" 2016 - Tankcrimes Records