venerdì 13 novembre 2015

Recensione: PINKISH BLACK "Bottom of the Morning"
2015 - Relapse Records




Questo è uno dei dischi più strani che io abbia mai ascoltato. Nella loro musica la stranezza è sinonimo di assoluta originalità. Sto parlando dei texani PINKISH BLACK, nati da una costola del trio The Great Tyrant (il bassista Tommy Atkins si suicidò agli inizi del 2010). Jon Teague e Daron Beck, i superstiti di quel gruppo, spostarono la rotta verso qualcosa di ricercato, difficile da codificare. "Bottom of the Morning", terzo album pubblicato dalla rinomata Relapse Records, è stato creato da due artisti esigenti e aperti ad ogni forma di sperimentazione. Non è assolutamente casuale se per il raggiungimento dell'obiettivo i nostri si sono serviti di idee all'avanguardia, in gran parte, riconducibili al pensiero ombroso della vera scuola post-punk e della no-wave (il movimento artistico sorto all'interno della sottocultura punk e sviluppatosi durante i tardi anni '70 e i primi '80). Notevoli i passaggi doomeggianti. Doveroso citare gli italiani Goblin dopo aver sentito il battito cardiaco di "Brown Rainbow", "Everything Must Go", la sfuggente title track. Quindi l'esperienza c'è e convince. Il lavoro è un compendio perfetto di ciò che hanno costruito nel tempo. "Bottom of the Morning" non lascia dubbio alcuno sulle buone condizioni di salute del duo statunitense. Intelligenti e coraggiosi.

Contatti: 

pinkishblack.bandcamp.com/bottom-of-the-morning 
facebook.com/pinkishblackband 
relapse.com/pinkish-black.html 

TRACKLIST: Brown Rainbow, Special Dark, I'm All Gone, Burn My Body, Everything Must, Bottom of the Morning, The Master is Away, New Dawn Fades (Bonus Track)