giovedì 18 settembre 2014
Recensione: HORNED ALMIGHTY "World of Tombs"
2014 - scarlet records
Se avete particolarmente a cuore il groove del black 'n' roll più velenoso e viscerale allora dovreste procurarvi tutti gli album dei danesi HORNED ALMIGHTY, nati nel 2002 e giunti con "World of Tombs" al quinto lavoro in studio, pubblicato per la Scarlet Records. Nulla è cambiato nel processo di scrittura di questi blackster europei ed è anche per tale motivo che le dieci canzoni pur non essendo originali sul piano strutturale riescono ugualmente a colpire duro nel segno. Puntando al sodo gli Horned Almighty risultano convincenti, quindi, nessuno dei loro seguaci rimarrà deluso dinanzi agli sforzi portati in musica. La formula sonora dei quattro musicisti non cede mai a compromessi e spazza via ogni ostacolo con una semplicità disarmante, come per esempio nella malvagia "In Torture We Trust Pt.1" (..molto vicina alle nere sfumature dei norvegesi Khold..) o nell'adrenalinica "Blessed by Foulness". Se cercate un album che sappia coinvolgervi nella sua schietta immediatezza, allora il mio consiglio è quello di non farvi scappare "World of Tombs". Fidatevi!
Contatti: hornedalmighty.com - facebook.com/hornedalmighty
TRACKLISTING: Intro, World of Tombs, Diabolical Engines of Torment, Unpure Salvation, Plague Propaganda, …of Flesh and Darkness, In Torture We Trust pt. II, This Unholy Dwelling, Blessed by Foulness, Twisted Mass of Burnt Decay (Autopsy cover).
mercoledì 17 settembre 2014
Recensione: NACHTMYSTIUM "The World We Left Behind"
2014 - century media
Mr. Blake Judd dopo aver attraversato la fase più buia della sua vita ritorna con i suoi NACHTMYSTIUM e lo fa dando alle stampe questo "The World We Left Behind" (nuovo vagito della loro lunga discografia). E non può essere messo in secondo piano il fattore X determinante: il disco viene considerato l'ultimo capitolo della tormentata storia del gruppo (come lo stesso musicista ha già affermato). Quello che si può sottolineare è che "The World We Left Behind" rappresenta l'ennesima prova di forza e coraggio che non potrà passare inosservata, visto il periodo storico che gli fa da cornice. I Nachtmystium dell'anno 2014 suonano con la medesima intensità delle origini ma nello stesso tempo riescono a differenziarsi dalla massa grazie ad un songwriting vario e mai banale. Le diverse influenze portate in musica non sono tanto importanti quanto necessarie per raggiungere un determinato livello artistico e ovviamente qualitativo (prendo ad esempio la traccia N°3 "Voyager" oppure "On the Other Side", posizionata alla fine del CD in analisi). Bravi nel tenersi distanti dai soliti parametri di genere, gli americani sono riusciti a mettere in evidenza uno stile personale che li ha resi celebri anche nel nostro vecchio continente. Oggi, molti esponenti del black metal dovrebbero continuare a ringraziare Blake Judd per il suo coraggio e la sua creatività, nonostante sia stato un artista instabile e tormentato dagli abusi di droghe. Perciò è giusto riconoscergli quanto di buono fatto in tanti anni di onorata carriera.
Contatti: metal-archives.com/Nachtmystium
TRACKLISTING: Intrusionm, Fireheart, Voyager, Into the Endless Abyss, In the Abscense of Existence, The World We Left Behind, Tear You Down, On the Other Side, Epitaph for a Dying Star.
lunedì 15 settembre 2014
Recensione: CANNIBAL CORPSE "A Skeletal Domain"
2014 - metal blade
I mastodontici CANNIBAL CORPSE, padri indiscussi del death metal più efferato, tornano con il nuovo "A Skeletal Domain", tredicesimo album in studio che mette in evidenza il meglio che si possa gustare. Ed è davvero una goduria poter constatare come il gruppo di Buffalo-NY non abbia mai perso un grammo della propria virilità nonostante i tanti anni di militanza consumati e vissuti nella scena del metal estremo. Il songwriting del disco si manifesta in tutta la sua compattezza e non credo ci sia bisogno di partorire ulteriori parole di elogio per tenerli ben stabili sul trono dei grandi. Se si punta alla qualità, non si può fare a meno di pronunciare il loro nome, visto il peso che i nostri hanno avuto nell'evoluzione del genere su citato. In queste dodici composizioni non vi è un preciso richiamo spazio temporale, ma è evidente come Alex Webster e soci abbiano voluto smembrare quanto fatto in passato per assaporare meglio ciò che hanno da proporre nel presente... un presente mai così vivo e pulsante. I Cannibal Corpse riescono a stare sempre un passo in avanti rispetto a tanti colleghi impegnati nel settore e non è un caso se ancora oggi la musica dalla band non delude. Tenete ben in mente che la pratica dell'originalità può essere attivata anche in un contesto musicale così risoluto e "A Skeletal Domain" ne è il giusto testamento. Veramente pochi riescono a controllare i propri strumenti con una tale perizia tecnica e, di conseguenza, il proprio sound. Due aspetti che troppo spesso vengono trascurati. Un nuovo punto di partenza è stato battezzato nel sangue. Onore e Gloria ai Maestri.
Contatti: metalblade.com/cannibalcorpse
TRACKLISTING: High Velocity Impact Spatter, Sadistic Embodiment, Kill or Become, A Skeletal Domain, Headlong into Carnage, The Murderer's Pact, Funeral Cremation, Icepick Lobotomy, Vector of Cruelty, Bloodstained Cement, Asphyxiate to Resuscitate, Hollowed Bodies.
lunedì 8 settembre 2014
Recensione: KRIEG "Transient"
2014 - candlelight records
Il black metal confezionato dagli americani KRIEG colpisce in maniera decisa andando a toccare le profondità dell'animo umano. L'esperienza accumulata nel tempo ha giocato un ruolo fondamentale (..considerate che sono attivi dal lontano 1995), ecco perché il nuovo "Transient" suona così eloquente ed inquieto dalla prima all'ultima nota. Nulla è lasciato al caso all'interno di ogni brano e si capisce fin da subito che i nostri hanno le idee chiare sul piano da seguire. L'ossessività del songwriting gioca un ruolo fondamentale ed è il fattore dominante che riesce a far emergere tutta la potenza espressiva messa in moto sul disco. Un'aggressività animalesca che, spesso, aggredisce con più forza quando viene controllata. Lo stile è sempre quello tipicamente 'Krieg', ma se bisogna confrontare "Transient" ai precedenti lavori, beh, posso dire che si posiziona su di un livello superiore. Ed è così che la compattezza del loro sound convincerà quanti continuano
a seguirli con attenzione.
Contatti: candlelightrecordsusa.bandcamp.com/transient
TRACKLISTING: Order of the Solitary Road, Circling the Drain, Return Fire, To Speak With Ghosts, Atlas With a Broken Arm, Time, Winter (Amebix cover), Walk With Them Unoticed, Ruin Our Lives, Home, Gospel Hand.
sabato 6 settembre 2014
Recensione: FUNERARY "Starless Aeon"
2014 - midnite collective
Se la SOFFERENZA che si annida nell'esistenzialismo umano ha un senso logico, beh, posso affermare con certezza che gli americani FUNERARY (provenienti dall'Arizona) lo sanno rappresentare nel giusto modo. "Starless Aeon" (questo il titolo del debut album) preferisce far male dissacrando l'apparato uditivo dell'ascoltatore e puntando alla sostanza strumentale, senza girare intorno a schemi preconfezionati o indirizzati ad un pubblico legato al movimento mainstream. Niente di tutto questo! La musica dei cinque di Phoenix si espande lentamente attraversando le fitte nebbie notturne che gli fanno da cornice. I Funerary vogliono solo rievocare le torbide sensazioni del Funeral Doom più cupo e opprimente facendo girare melodie e distorsioni che puzzano di marcio dall'inizio alla fine. E non si può che subire la stessa punizione ogni volta che il disco consuma la sua durata sotto i colpi di una lunga lama arrugginita che si sgretola col passare del tempo. Niente di nuovo viene proposto sul piano strutturale ma se siete dei veri seguaci del genere concedetegli un po' di attenzione. Lo meritano.
Contatti: funerarydoom.bandcamp.com - facebook.com/funerarydoom
TRACKLISTING: Coerced Creation, Atonement, Beneath the Black Veil, Starless Aeon, Depressor.
venerdì 5 settembre 2014
Recensione: EARTH "Primitive and Deadly"
2014 - southern lord recordings
Ritorna Dylan Carlson accompagnato dai suoi numerosi incubi e deliri che, nel corso degli anni, sono diventati parte fondamentale e linfa vitale per la bestia EARTH. Si, perché di fantasmi questo musicista ne ha dovuti sopportare ed esorcizzare in quantità spropositate e non è difficile immaginare perché proprio lui abbia deciso di fare un passo indietro per ripresentarsi sulle scene in tutto il suo affascinante / acido splendore. "Primitive and Deadly" si distacca dagli ultimi due capitoli composti dalla band, riportando a galla i suoni fluttuanti, suadenti e gli aspetti pachidermici del bellissimo "The Bees Made Honey in the Lion's Skull" (2008). La vita a volte prende le forme di un tunnel, un tunnel lungo e minaccioso (!!!)... Carlson, questo, lo sa molto bene, ed è assolutamente estasiante riviverlo grazie alla musica del disco in questione, nel quale appare lo sciamano Mark Lanegan (guest di 'lusso' in "There Is a Serpent Coming" e nella traccia conclusiva "Rooks Across the Gate") oltre che la brava Rabia Shabeen Qazi dei Rose Windows nella fiammeggiante "From The Zodiacal Light". La poesia contagiosa sprigionata dai brani scorre lenta lungo la linea della spina dorsale fino a penetrare insistentemente il morbido tessuto cutaneo e rilasciare quelle che comunemente vengono riconosciute come 'EMOZIONI'. Se volete viaggiare con l'immaginazione potete usare "Primitive and Deadly" come binario per raggiungere mete lontane e, Dylan sarà il pilota di fiducia lungo tale insolita traversata. Gli Earth sono una piacevole certezza nel panorama musicale contemporaneo!
Contatti: facebook.com/thronesanddominions
TRACKLISTING: Torn by the Fox of the Crescent Moon, There Is a Serpent Coming, From the Zodiacal Light, Even Hell Has Its Heroes, Rooks Across the Gate.
martedì 2 settembre 2014
Recensione: ORIGIN "Omnipresent"
CD 2014 - agonia records
Gli ORIGIN non hanno bisogno di particolari presentazioni visto che oggi rappresentano uno dei punti di riferimento nel panorama del death metal a stelle e strisce. Il nuovo album intitolato "Omnipresent" non delude le aspettative e si colloca tra le migliori uscite dell'anno. Esperienza e solidità compositiva emergono prepotenti tanto da non ingannare quanti li attendevano dopo l'uscita del precedente "Entity" del 2011. Non è un caso se le caratteristiche della band americana si riconfermano con solidità. Tecnica e velocità d'esecuzione non arrestano la loro corsa, colpiscono con violenza, spingendo a tappeto quanti amano farsi del male con tali sonorità. Le differenze rispetto al passato si sentono e, a ben vedere, sono il vero colpo vincente di questo CD. Il sound terremotante della sezione ritmica e l'impeto tagliente delle chitarre, diventano le armi vincenti, indispensabili per abbattere ogni eventuale dubbio. Ottima la prova del vocalist Jason Keyser! Non c'è un attimo di stanca. Insomma, i fan degli Origin non rimarranno delusi. Bella la cover di Kill Yourself degli S.O.D.
Contatti: facebook.com/Origin
TRACKLISTING: All Things Dead, Thrall:Fulcrum:Apex, Permanence, Manifest Desolate, The Absurdity of What I Am, Source of Icon O, Continuum, Unattainable Zero, Redistribution of Filth, Obsolescence, Malthusian Collapse, The Indiscriminate, Kill Yourself (S.O.D. cover).
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