lunedì 17 dicembre 2018

Recensione: DIRGE "Lost Empyrean" - Debemur Morti




Quello di cui vi sto parlando è "Lost Empyrean", settimo album dei francesi DIRGE, band post-metal che con questo ritorno discografico di fine 2018 tocca il suo personale apice creativo, paragonabile per intensità al magnifico "Elysian Magnetic Fields" del 2011: così attraente, cosmico e spirituale. La fisicità delle composizioni è avvolta da un voluttuoso magnetismo, ispirato da un senso di indelebile intimismo (tra estasi e perdizione). Durante l'ascolto si fanno avanti progressioni strumentali, impressionanti muri di suono e passaggi dilatati da capogiro; il tutto accompagnato da una voce possente, in alcune canzoni solenne e raffinata (le conclusive "A Sea Of Light", "Sarracenia"), quindi capace di muoversi con altri tipi di andature. Racchiusa in "Lost Empyrean" troviamo una realtà da custodire nelle spire di un anfratto che solo i Dirge sono in grado di illuminare a loro piacimento.

Contatti:
dmp666.bandcamp.com/album/lost-empyrean
facebook.com/DIRGE.fr

TRACKLIST: Wingless Multitudes, Hosea 8:7, Algid Troy, The Burden of Almost, Lost Empyrean, A Sea of Light, Sarracenia